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sabato 8 dicembre 2007
Quiquirì is out!
Il Quiquiri in versione cartacea verrà prodotto periodicamente. Potete stamparlo, fotocopiarlo diffonderlo, ma sopratutto farlo conoscere a chi non usa internet!
Per scaricarlo andate nella sezione download della barra laterale, cliccare su Dicembre 2007 , e poi selezionare Download. Vi verrà chiesto dove posizionare il file, dopodichè scegliete ok e scaricate il file.
Il Quiquirì
venerdì 7 dicembre 2007
La vittima sacrificale - Capitolo II
La Figliastra sfidò quello sguardo con decisione e avrebbe voluto urlare a sua volta "padre traditore! Come hai potuto?". Ma non lo fece. Era tutto fin troppo chiaro e bisognava giocare a carte scoperte. Senza esitazione, con durezza, gli disse che il suo sporco allevamento di gabbiani se lo poteva andare a fare da un' altra parte, non in casa sua!
Il Barone Padre uscì da quella casa a testa bassa, mormorando tra i denti un minaccioso 'ci rivedremo' che suonò come un incubo e si allontanò.
Appena fu uscito, la Figliastra si lasciò prendere dalla tristezza: lo conosceva bene il suo patrigno e sapeva che era capace di tutto pur di raggiungere gli scopi che si era prefisso, ma la sua brama di potere e ricchezze era ancora capace di sorprenderla.
Fu un attimo. Si riprese dalla malinconia e cominciò ad organizzare la difesa. Non c' era tempo da perdere! Chiamò a rapporto i suoi galli da combattimento e li rimproverò aspramente perchè non avevano saputo vigilare sulla casa. Come avevano potuto far entrare in casa il nemico?
Nemico?...E chi poteva immaginare che il Barone Padre potesse essere il nemico della sua Figliastra? Nessuno lo sapeva! si giustificò Gallo Cedrone. Non è possibile, non si sarebbe mai sospettata una cosa simile! si difese Galletto Amburghese. Alzando la sua bella coda, Gallo Fiammante passò all' attacco dicendo che lui lo aveva sempre detto che non c'era da fidarsi, ma nessuno lo era stato a sentire! Gli altri due, Gallo Silente e Cappone, annuivano con la testa senza dire una parola, come avevano sempre fatto.
La Figliastra non si lasciò commuovere da quelle giustificazioni puerili, li inchiodò alle loro responsabilità e pretese la convocazione del Gran Consiglio per scegliere un altro territorio dove allocare il maledetto allevamento di gabbiani che aveva fatto tanto gola al Padre. Perchè doveva essere lei a cedere parte del suo territorio, già così esiguo e tartassato, e mettere a repentaglio l' incolumità dei suoi numerosi figli? Visto che il Padre era stato così scellerato da dare il suo assenso per un progetto di cui non si prevedevano le conseguenze, si scegliesse un territorio tra quelli di tutti i figli e figliastri dove, possibilmente, i pestiferi gabbiani avrebbero fatto meno danno!
Ma non aveva fatto i conti con i suoi fratelli e sorelle! Cedere parte del proprio territorio? Non sia mai!... Scapparono ben lontano i suoi fratelli, mettendo subito in chiaro che la faccenda riguardava solo lei. D' altra parte, meglio a lei che a uno di loro, come aveva fatto capire il Primogenito, ben protetto dall' ala paterna. Eppure, proprio lui l' aiuto l' aveva avuto da lei, e tanto anche! Ah, i fratelli! Non ci sono mai quando servono!... Solo le Gemellastre, come le chiamava il Padre, spendevano una parola buona in suo favore, ma poverette, non avevano le forze adatte ad aiutarla. Tranne l' Amica del Cuore, sua vicina, nessuno era disposto ad allearsi con lei nella lotta. C'era proprio di che sconfortarsi se non fosse stato per la combattiva presenza di don Abbondio che continuava a ripeterle: questo allevamento non s'adda fare!.... E di fra' Dolcino che, senza sosta, distribuiva con generosità le sue ... noci.
Mai come in quei giorni, Uccellacci e Uccellini atterravano nel suo cortile gracchiando e cinguettando, seminando panico o allegria. Ma chi la infastiva di più erano i numerosi Avvoltoi che volteggiavano sulla sua casa aspettando di calare sulla sua carcassa non appena ella sarebbe stata sacrificata....
TALIA
lunedì 3 dicembre 2007
Lettera aperta a Gennaro Mannillo
Da un amico politico e personale.
La vicenda “ecoballe” a Carinola sta per concludersi, speriamo positivamente per Carinola o almeno per Casanova.
Nella contorta vicenda la tua azione non mi è sembrata sempre trasparente e gradirei dei tuoi chiarimenti su alcuni punti.
1. Ormai è chiaro che tu come il sindaco eri a conoscenza dal 20 ottobre della localizzazione delle ecoballe a Ca rinola. Perché non hai resa pubblica la notizia? Se non lo sapevi, perché non hai rimesso la delega di assessore all’ecologia?
2. Hai sostenuto, in privato, la necessità di un sito alternativo e poi in presenza del sindaco hai sposato la sua linea di opposizione senza alternative.
3. Hai votato, nel Consiglio del 25 novembre diversamente dal sindaco e non ti sei dimesso da vicesindaco né lui te lo ha chiesto, altri assessori li ha rimossi per molto meno.
4. Sei con la gente nel bocciare la linea del sindaco e in piena sintonia con lui (vedi Consiglio del 28 nov.) quando è presente.
5. Perché stai conducendo una incessante campagna diffamatoria nei confronti dell’alto dirigente del ministero degli interni che ha rivelato le responsabilità del sindaco? Hai forse paura che il sindaco a sua volta riveli qualcosa di sconveniente sul tuo operato nella vicenda?
Mi spieghi perché stai così attaccato al sindaco visto il disastro amministrativo di Casanova e visto che le opere le realizza a Nocelleto e la “monnezza” ce la manda a Casanova? Mi rifiuto di pensare che sia per gli emolumenti che ti procura con incarichi vari. Allora perché?
Sarei felice se anche attraverso questo sito, sul quale pure hai scritto diverse volte e dal quale sei da qualche tempo a questa parte stranamente scomparso, mi aiutassi a capire. Da parte mia non esiste alcuna riserva negativa nei tuoi confronti anzi… Se però continuerai col tuo atteggiamento ambiguo i dubbi e i sospetti aumenteranno e prossimamente la tua pur numerosa parentela potrebbe non bastarti per continuare a galleggiare.
domenica 2 dicembre 2007
Ritorno all' Ovile?
Non dovremmo più permetterci di considerare i nostri diritti completamente staccati dai doveri di chi ci amministra. Ma il condizionale in questi casi è d’obbligo.
Chi scrive è una persona che ama sognare; e che plasma ogni istante dentro di sé le fattezze di un mondo utopico, dove persino il più elementare diritto di ogni essere umano viene considerato un obiettivo primario da perseguire.
Nel mio mondo utopico le persone un bel mattino si svegliano e, non sentendosi più rappresentate da chi invece avrebbe dovuto garantire loro quantomeno una vita dignitosa, decidono di voltare pagina.
Nel mio mondo utopico, quelle stesse persone che fino al giorno prima non hanno condiviso nulla se non la terra - nel senso più materiale del termine - e che si ritrovano improvvisamente a dover fronteggiare una terribile minaccia alla loro salute e a quella dei loro figli, al loro risveglio si uniscono e si ribellano, lasciando a casa bandiere e ideologie, in nome di un obiettivo comune.
La mia utopia è il sentire la necessità del cambiamento come un fine irrinunciabile, un desiderio fondamentale, e non una “possibilità” tra tante altre.
Fin dalla sua nascita ad ogni uomo, unitamente al suo nome, viene affidato un “compito”: perseverare nella rivendicazione della propria libertà e di quella di chi gli sta intorno.
Che gioia poter sognare!!! Ma al risveglio, ecco materializzarsi l’agghiacciante realtà!
Inorridisco pensando che tra pochissimi mesi ci saranno nuovamente le elezioni, e molto probabilmente, come pecorelle smarrite, tutti insieme torneremo all’ovile: andremo ad affollare le urne disegnando graziose crocette sui nomi di quelle stesse persone che oggi ferocemente condanniamo. Costoro verranno da noi, a prometterci favori, sorrisi e prosperità. I re, che durante la lotta erano stati denudati, torneranno a vestire gli abiti migliori! E non saremo forse proprio noi a cucirli per loro?
Se così, allora meritatamente continueremo a pascolare, obbedendo a tutti questi buoni pastori.
E a testa bassa continueremo a mangiare l’erba. Ovviamente contaminata.
AliceNelPaeseDelleMeraviglie
sabato 1 dicembre 2007
La scomparsa dei fatti
Tutto ciò conferma quella che sembrava essere soltanto una supposizione dei più scettici: i fatti (e i documenti) scompaiono nel nulla. Mentre mi chiedevo perché, il giornalista Marco Travaglio mi ha risposto così:
C’è chi nasconde i fatti perché non li conosce, è ignorante, impreparato, sciatto e non ha voglia di studiare, di informarsi, di aggiornarsi.
C’è chi nasconde i fatti perché non vuole rogne e tira a campare galleggiando, barcamenandosi, slalomando.
C’è chi nasconde i fatti perché si sente embedded, fa il tifo per un partito o una coalizione, non vuole disturbare il manovratore.
C’è chi nasconde i fatti perché se no lo attaccano e lui vuole vivere in pace.
C’è chi nasconde i fatti perché fra poco ci sono le elezioni.
C’è chi nasconde i fatti anche a se stesso, perché ha paura di dover cambiare opinione.
C’è chi nasconde i fatti perché così poi qualcuno lo ringrazia.
C’è chi nasconde i fatti perché spesso sono tristi, spiacevoli, urticanti, e non bisogna spaventare troppo la gente che vuole ridere e divertirsi.
C’è chi nasconde i fatti perché così poi magari ci scappa una consulenza col governo o con la Rai o con la Regione o con il Comune o con la Provincia o con la Camera di commercio o col sindacato o con la banca dietro l’angolo.
C’è chi nasconde i fatti perché altrimenti è più difficile voltare gabbana quando gira il vento.
C’è chi nasconde i fatti perché è nato servo e, come diceva Hugo, “c’è gente che pagherebbe per vendersi”. (M. Travaglio, La scomparsa dei fatti, 2007)
La Vittima Sacrificale - Capitolo I
Ahi, quell' asso nella manica non se l' aspettava proprio! E com' è che la gatta Cenerentola si era trasformata in una tigre?.... Errori di valutazione. Stupidi, banali errori di valutazione. Ma tutto ciò era grave e non doveva succedere più. Qualcuno dei suoi nove figli e figliastri poteva convincersi che stava perdendo colpi e approfittarsene. Invece dovevano ancora temerlo e rispettarlo con la massima riverenza.
Anche se li amava tutti allo stesso modo, I giochi li doveva fare ancora lui o la baronìa non avrebbe fruttato più il massimo. E il massimo si poteva ottenere solo se si sapeva giocare d' azzardo, come faceva lui. A costo di sacrificare uno di loro e metterli uno contro l' altro.... Era successo già tante volte, ma il bene della famiglia giustificava ogni cosa e tutto il resto passava in second' ordine.
Guai se qualcuno di loro avesse preso il sopravvento....
Quando aveva deciso di sacrificare la figliastra, lo aveva fatto, è vero, tanto a malincuore, ma andava fatto.
La posta in gioco era molto alta e non si poteva correre il rischio di perderla. In fin dei conti lei, la figliastra, non gli aveva dato tutto quell' affetto che lui si aspettava ed era l' unica ad avere velleità ereditarie che andavano stroncate. Non erano in preventivo. Una decisione andava perciò presa. Una sofferta decisione.
Era ormai troppo vecchio per poter fare da solo, ma la baronìa andava comunque lasciata nelle mani di una persona fidata, di uno che egli poteva ancora manovrare con fermezza e che avrebbe soddisfatto le sue decisioni. E chi poteva essere se non il Primogenito che si era cresciuto con tanta dedizione al suo fianco, a cui aveva dato tanto e da cui si aspettava tutto? Gli altri figli e figliastri, sempre affettuosi, sarebbero stati comunque trattati molto bene, come sempre....
La figliastra invece andava eliminata. Era remissiva si, arrendevole si, ma quelle sue improvvise alzate di cresta potevano compromettere tutto. E poi non sarebbe mai stata capace di soddisfare appieno I suoi desideri! Gli avrebbe creato solo problemi.
Doveva solo riuscire a prenderla. Non sembrava poi tanto difficile! I cinque galli da combattimento che razzolavano nel suo cortile, messi lì a difesa della casa, non erano poi così ruspanti e non l' avrebbero beccato se lui sapeva come prenderli. Figurarsi se poteva aver paura di loro!... E lei sembrava così fiduciosa, così tranquilla. Non dubitava minimamente del suo affetto di padre.
L' avrebbe circuita con il suo sorriso, la sua presenza, le sue promesse.... tant' è! Era un esperto nel gioco delle tre carte e a lei piaceva molto guardarlo mentre giocava: l' avrebbe distratta, fatta divertire prima di sferrarle il colpo decisivo....
Come aveva potuto sbagliarsi? Come aveva potuto pensare che l' avrebbe eliminata così facilmente? Eppure...! Quando lei era già sull' altare del sacrificio, inerme, e lui stava per sferrarle la pugnalata nella schiena, lei si era voltata all' improvviso e - bum! - gli aveva sparato il colpo di pistola che lo aveva steso al suolo....
TALIA
venerdì 30 novembre 2007
Ritornano alla carica
Ombre ciclopiche, poi subito piccolissime fino a scomparire, per poi riapparire sempre più spesso, sinistre, in gruppetti di interessati (fuori ad un bar, o nei nuovi contesti ecologici, particolarmente visibili ed aggregatori), tra fidati e ambigui chiacchieroni, che fanno riferimento a certuni rappresentanti della politica, così oscenamente concepita dalle nostre parti dai politici in primo piano. Ma meglio potremmo dire della politica così “bene-intesa” nelle nostre zone. Ombre che chiuse in una stanza farebbero paura perfino ad un Cicerone.
Forse ad un primo sguardo.
Intanto la campagna ecologica legata alla vicenda eco-balle non risparmia nessuno, tutti insieme o contro a combattere il nemico, che sia Pansa, che sia il sindaco, che sia il sindaco e De Franciscis insieme, che sia contro/insieme sindaco De Franciscis e sostenitori raccimola-voti di entrambi. Ma pure il popolo non è risparmiato, che manco dopo aver annusato la gravità dell’evento- o almeno non tutto nella sua dipendenza da scelte politiche presenti, passate e future- si libera dalla convinzione (per alcuni giustificata da interessi, per altri “ideologica”) che è sempre giusto che i nostri politici agiscano nella maniera anzidetta. Mannillo tra questi si è incamminato dall’inizio passando da istituzione a carbonaro, poi politico ed infine salvatore della patria (secondo alcuni, o forse solo uno, o forse neanche quello) con la convinzione che liberando il popolo casanovese dalla munnezza avrebbe alla fine ottenuto non solo la grazia - almeno in parte, perchè di tutto sarebbe impossibile- ma è convinto ahimè di un altra cosa, che alle prossime elezioni, se non guadagnerà altri consensi, almeno i suoi non li ha persi, lanciandosi, in maniera a dir poco malcelata, anche come possibile candidato a sindaco, visto che Marrese col suo voto allineato a quello di Di Biasio a Casanova non ci potrà più passare a chiedere un voto, figuriamoci un accordo. Forse. Poichè dopo aver assistito all’assurdo gioco “Il Ritardo” – ma ora è meglio parlare di sudditanza - dei consiglieri di maggioranza di Casanova, forse per Marrese ancora nulla è perduto. Può ancora sperare. Intanto si adopera con tutti gli uomini a disposizione.
MiccoAPOLOGIA DELLE BALLE
martedì 27 novembre 2007
Lettera aperta al consigliere De Risi
al signor De Risi consigliere del comune di Carinola
Ero presente al consiglio comunale di domenica 25 novembre c.a. Ho accolto con molto rispetto la sofferta votazione del consiglio sulla scelta di un sito alternativo a quello di Casanova per le eco balle, come richiesto dal prefetto dott. Pansa. Rispetto il voto di tutti, anche di quelli che hanno votato contro la proposta, tranne il tuo.
Perché:
1) Hai scelto di far depositare le balle di immondizia in mezzo Casanova, minacciando la salute di più di duemila persone al posto di Carabottoli dove non vive nessuno. Ti dovrebbero sospendere dall’ordine dei medici. Risponderai che hai proposto Selleccola. E' un'ipocrisia, in quanto la prefettura vi aveva avvisato che per loro Selleccola non era idoneo e proponendola si proponeva la cava di Casanova (sei sfortunato, ho validi informatori!).
2) Hai affermato che Carabottoli non è idoneo perché non è una cava mentre per legge al Prefetto serviva una cava, e poi hai proposto Selleccola che non lo è.
3) Hai sostenuto Carabottoli non idoneo, mentre, a fine anni novanta hai votato per una discarica di rifiuti temporanea da allocare in quel sito, votata da te quale consigliere e da De Biasio come assessore ai lavori pubblici, il quale vi ha anche realizzato una vasca di cemento che forse sarà la salvezza di Casanova. Ieri sito idoneo come discarica, oggi inidoneo per le balle che sono meno inquinanti.
4) Hai definito quel sito una palude e un attimo dopo terreno di prima classe dove insistono colture di pregio.
5) La tua proposta indecente di Selleccola non ha ricevuto nemmeno un consenso! Nonostante questo schiaffo morale non sei stato nemmeno sfiorato dall’idea di dimetterti da capogruppo - carica non retribuita- . Mi sono ricordato di quando anni fa ti hanno costretto a dimetterti (con notevole ritardo) per mantenere un impegno da te sottoscritto. Che strazio avrai provato! Che pena!
Ma dove hai toccato il fondo dell’ipocrisia con cui sei convissuto per anni, che a me ha dato tanto fastidio, è stato quando hai parlato di onestà intesa come libertà di pensiero e di idee. Della parola onestà tu non conosci il vero significato, facile da predicare, ma difficile da praticare, come ti ho dimostrato nei punti su descritti.
Ma credi che Casanova sia Milano? Forse anche là sanno che gli affittuari di Carabottoli e zone limitrofe sono tuoi elettori. Minacci la salute di una popolazione per quattro voti!
Al direttore del blog:
preciso che parlo esclusivamente di onestà politica. Di quanto sopra affermato esiste registrazione su nastro magnetico
domenica 25 novembre 2007
E' finita? (2)
Comunque, cio' che e' importante ricordare e' che la mozione dei consiglieri di Casanova per individuare Carabottoli come sito alternativo a Vaglie non ha raccolto l'unanimita' dei voti.
Del perche' di una simile contrarieta' si dovra' chiedere conto a queste persone. Se pensano che e' meglio mettere a rischio la salute dei cittadini portanto immondizia di dubbia provenienza fin dentro il centro di un paese, anziche' (ahime) sacrificare dei terreni di proprieta' demaniale devono spiegarci perche'. E cosi pure il sindaco.
Ricordiamoci comunque che non e' finita.
Raccontate la vostra, e se volete mandate le vostre foto: saranno inserite nella nuova sezione Galleria Foto nella barra laterale.
sabato 24 novembre 2007
Dispaccio serale (3)
Mettendo da parte le differenze politiche e i servilisimi vari sembra che i consiglieri casanovesi siano finalmente giunti alla decisione alla quale li avremmo voluti vedere arrivare già da qualche tempo: al consiglio comunale di domani mattina presenteranno la proposta di un sito alternativo, Carabottoli, a posto della Cava di Casanova. Si sono inoltre impegnati a rassegnare le proprie dimissioni (cosa che potrebbe provocare la caduta dell’intera giunta), se la proposta non dovesse raccogliere la maggioranza dei voti in consiglio comunale.
Vorrei per il momento sospendere il giudizio, e aspettare domani, ricordando loro che comunque ormai non hanno più scuse.
Le ragioni di un'alternativa
Nonostante ciò ritengo comunque utile esporre le ragioni che mi hanno indotto a sposare a più riprese quella che sin dall’inizio di questa storia mi era parsa una valida azione che stavano proponendo alcuni cittadini carinolesi: l’indicazione di un sito alternativo a Vaglie, ubicato nel Comune di Carinola. Tale esposizione, lo riconosco di nuovo, è oggi del tutto ininfluente e terribilmente demodè, ma allo stesso modo convengo che l’abitudine ad evitare di riflettere a posteriori, sia quando è “oramai troppo tardi” sia quando “abbiamo già vinto”, ha portato in casi analoghi a compiere inesorabilmente errori evitabili la volta successiva. Di Storia, diceva una mia mai dimenticata insegnante, val bene sempre discutere, anche se non la si può cambiare.
E allora, anche se ormai ciò appartiene alla storia, va detto che, nel mese di Novembre dell’anno 2007, nella comune ed indiscutibile intenzione di tutti i cittadini di Carinola di scongiurare l’installazione di un impianto di stoccaggio nella cava di Casanova disposta dal potentissimo (l’unico che può derogare la LEGGE!!!!) Commissario Alessandro Pansa, un gruppo di essi suggerì un’altra via: quella che avrebbe voluto l’individuazione di un sito alternativo sul territorio provinciale (compreso il territorio carinolese) da parte del Sub-Commissario Sandro De Franciscis. Nella testa di tali individui albergava innanzi tutto la convinzione che si stava commettendo un errore: l’opposizione da parte di molti cittadini alla nascita del sito di stoccaggio a Casanova era esclusivamente incentrata su una questione di appartenenza territoriale (“No alle ecoballe a Carinola”, “No alle ecoballe a Casanova”, seguito dal defranciscisiano “No alle ecoballe a Caserta”). L’illogicità e l’“illogistica” del sito di Vaglie in quanto troppo vicino al centro abitato nonché troppo difficile da raggiungere dai mezzi su gomma, sono sembrate essere relegate alla funzione di utili argomentazioni di sostegno alla causa e mai elevate a causa stessa. Mi spiego: si combatteva contro l’installazione di una discarica a Carinola e a quel fine si argomentava che si era scelto un posto troppo prossimo alle case; più giusto invece sarebbe sembrato a molti il condurre una battaglia contro l’installazione di siti troppo vicini alle case (ovunque questo avvenisse) e conseguentemente essere contrari alla discarica che si stava predisponendo a Carinola. Tra le due posizioni (che assolutamente convergevano) la seconda appariva anche a me più credibile. E chissà se tale maggiore credibilità avrebbe potuto essere una sensazione avvertita anche da Sua Eccellenza Alessandro Pansa. Alle orecchie del Prefetto, invece di uno scontato “NO ALLE ECOBALLE A CARINOLA” (da affiancare agli innumerevoli no territoriali già pervenuti) o di un ancora più netto (e a questo punto insolente) “NO ALLE ECOBALLE A CASANOVA”, poteva giungere un’altra protesta: “NO ALLE ECOBALLE IN PROSSIMITA’ DELLE DIMORE” oppure “NO ALLE ECOBALLE VICINO ALLE SCUOLE E AI BAMBINI”. Protesta di diversa formazione e, probabilmente, di maggiore spessore, che per lo meno avrebbe evitato che Sua Eccellenza, in una sfottente intervista rilasciata al TG3, bollasse quella di Carinola come la più ovvia delle rivendicazioni, analoga a quella di Acerra, di Atena Lucana, di Ariano Irpino ecc. ecc. ecc.. Una cantilena, è apparso voler dire il Prefetto, a cui oramai aveva assuefatto l’udito e a cui non poteva dare importanza per ovvie ragioni. Ho creduto anche io che un dissenso improntato diversamente, che non si fosse fermato al “noi le ecoballe non le vogliamo”, che magari dalla protesta poteva trasformarsi in proposta, avrebbe avuto un’efficacia immediata diversa. Avremmo per lo meno guadagnato tempo, ed eravamo in ore drammatiche.
Se si fosse seguito tale filone sin dall’inizio della vicenda, come qualcuno proponeva, si sarebbero tuttavia (ed è qui che certi altri si sono improvvisamente tirati indietro) dovute seguire delle condotte consequenziali e assumere posizioni derivate che a molti (probabilmente ai più, per numero ed importanza) facevano arricciare il naso. Se si diceva che l’unico problema era quello di non installare impianti di stoccaggio in prossimità di case e scuole, si lasciava aperta la possibilità teorica di utililizzare spazi dotati di idonee distanze che si trovassero in Provincia di Caserta e, perché no, anche nel Comune di Carinola. Da ciò nasceva l’incompatibilità con gli assunti irremovibili di chi ha interpretato la lotta esclusivamente dal punto di vista dei confini di municipio (con tanto di invito pubblico ad evitare frazionismi) che tale possibilità esplicitamente escludeva.
Ma chi voleva lottare unicamente per la difesa di parametri di sicurezza e di tutela della salute e non per mera difesa di contrada non poteva porsi (se non a costo di compiere nefandezze intellettuali che avrebbero per sempre minato la propria credibilità) in posizione contraria all’individuazione di eventuali siti nel proprio territorio provinciale o addirittura comunale, qualora questi siti tali parametri rispettassero. Anzi, per rafforzare le proprie ragioni, alla ricerca di tali siti avrebbero dovuto partecipare propositivamente. Ecco quindi che, nell’invito che coloro che la pensavano in quel modo avrebbero voluto rivolgere immediatamente al Sub-Commissario de Franciscis di rintracciare in provincia un sito alternativo e con parametri idonei, non potevano escludere l’eventualità che tale sito sostitutivo di Vaglie si trovasse proprio nel Comune di Carinola e che rispondesse (ad esempio) al nome di “Carabottoli”. Tale località è quella del Comune di Carinola innegabilmente più distante dalle case e dai nuclei abitati sia del Comune di Carinola sia dei comuni limitrofi . Chi dice che il parametro principe per rendere possibile l’installazione un sito di stoccaggio deve essere la distanza dal centro abitato (e che sull’assenza di tale parametro fonda la sua contrarietà al sito di Vaglie), implicitamente indica Carabottoli come “possibile”. Possibile si è detto, non “auspicabile”.
Questo avrebbero dovuto fare, in buona sostanza, i cittadini e l’Amministrazione secondo alcuni, compreso il sottoscritto: indicare un’area possibile nel proprio territorio ed esortare tutti gli altri Comuni ed Enti Locali della provincia di Caserta a fare altrettanto nel loro. Al Sub-Commissario poi sarebbe spettata la scelta definitiva, da prendere in un’assemblea plenaria di tutti i Sindaci casertani.
In quella sede sarebbero poi stati rimessi in gioco anche quei siti che nella oramai famosa circolare prot. 26525 venivano indicati dallo stesso Commissario delegato “potenzialmente idonei”.
Ricapitolando, alcuni di coloro che ora parteciperanno alla “resistenza” ad oltranza avrebbero agito in questa maniera:
1) subito dopo aver appreso la notizia dell’individuazione di Casanova, i Cittadini e l’Amministrazione Comunale, con le procedure più consone (Consiglio Comunale? Ordinanza?), dopo aver considerato e dimostrato (relazione tecnica di parte) che il sito Vaglie è clamorosamente non idoneo ad ospitare il sito di stoccaggio in quanto posizionato estremamente vicino al centro abitato, avrebbero potuto chiedere la convocazione ad horas di un’assemblea plenaria di tutti i sindaci della Provincia di Caserta, presieduta dal Sub Commissario on. De Franciscis, onde discutere l’elaborazione di parametri di buon senso per la ricerca di un sito alternativo sul territorio provinciale;
2) in tale sede la posizione dell’Amministrazione Comunale di Carinola sarebbe stata quella di considerare non negoziabile il parametro della distanza minima di 800 metri dal centro abitato per istallare un impianto di giacenza rifiuti di qualsiasi tipo;
3) nella stessa convocazione dell’assemblea, il sub.commissarioDe Franciscis avrebbe dovuto ordinare (i sub commissari hanno poteri superiori di imporre ordinanze) ad ogni sindaco di indicare eventuali siti rispondenti ai parametri scelti (con particolare riferimento a fogli catastali non compromessi urbanisticamente) che dovessero trovarsi nei territori amministrati, oltre a quelli già considerati potenzialmente idonei dalla nota 26525;
4) il Comune di Carinola avrebbe potuto da subito, in un’ottica di non sottrarsi alle proprie responsabilità e ai propri doveri nei confronti dell’emergenza rifiuti e in segno di profondo spirito di collaborazione con il Commissario ed il Sub-Commissario, il sito di Carabottoli come il sito potenzialmente idoneo indicato dallo stesso Comune di Carinola;
5) Il sub-commissario De Franciscis avrebbe quindi operato una scelta definitiva tra le proposte pervenute dai vari sindaci e quelle già contenute nell’elenco.
A chi dice che i Sindaci non avrebbero risposto all’invito di indicare un sito con i giusti parametri nel proprio territorio, è necessario ricordare che le mappe catastali sono di gestione comunale e che alla domanda “esiste nel vostro territorio in luogo posto in un foglio non compromesso urbanisticamente?” o a domande similari, i sindaci non avrebbero potuto sottrarsi.
La nostra indicazione sarebbe inoltre servita quale esempio per gli altri e come testimonianza di non preconcettualità.
Agendo così avremmo insomma ottenuto il grande risultato di rimettere tutto immediatamente in gioco, e oggi, probabilmente, ci troveremmo di fronte una situazione diversa.
Con il nostro senso di responsabilità avremmo “costretto” ad altrettanta responsabilità gli amministratori e i cittadini degli altri comuni e lo stesso Sandro De Franciscis. Si sarebbe trovata, infine, una soluzione definitiva e, credo, tra i tanti siti “possibili” difficilmente sarebbe stata scelta l’area di “Carabottoli”.
Vi ho raccontato il perché, da subito, il sottoscritto si è schierato con coloro che invocavano l’indicazione di un sito alternativo nel Comune di Carinola.
Se proprio non meritiamo la ragione, spero di aver contribuito a far riguadagnare a coloro che l’hanno pensata come me un minimo di rispetto. La nostra era una posizione frutto di un ragionamento. W Carinola.