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mercoledì 15 luglio 2009

Forum Popilii: lento risveglio dopo millenni di sonno

forum popilii - scavi, inserito originariamente da Il Quiquiri.
Tutti noi amanti del patrimonio artistico  e della storia carinolese abbiamo sempre saputo che c’è e sappiamo dov’è. Lo sanno soprattutto i tombaroli che per anni non hanno risparmiato di visitarla di notte per razziarne i reperti archeologici. D’altra parte, le mura di cinta ancora ben visibili denunciano la presenza di qualcosa di grandioso che si nasconde sotto i campi coltivati: una città di cui si è sempre sentito parlare come una leggenda e che è meglio conosciuta a tutti col nome di Civitarotta. 
Dopo più di duemila anni di abbandono, Forum Popilii ritorna lentamente alla luce grazie a finanziamenti comunali che ne permettono i lavori di scavo per circa tre mesi. Non è molto, ma è un inizio.
E’ stata un’emozione abbastanza forte vedere i primi muri riaffiorare dal terreno, intuire un perimetro urbano grande e complesso che forse nasconde sorprese interessanti.
Non si conosce molto di questa città sepolta e gli scavi saranno la chiave di lettura che aiuterà a conoscere la sua storia e quella di tutto il territorio.
Quasi sicuramente, il primo momento della fondazione della città è dovuta ai Pelasgi, con un nome certamente diverso. Più tardi, Forum Popilii fu contesa tra i Sanniti e i Romani e assoggettata a questi ultimi che ne fecero una colonia romana, inserendola nel sistema latifondistico a conduzione schiavistica caratteristica di tutto l’agro Falerno. Più tardi assurse  al ruolo di città autonoma.
Trae il nome forse da un console romano, Popilius Laenates, che ne avrebbe fondato il forum, ossia il centro commerciale, o anche da qualche proprietario terriero della gens Popilia. Non è sicuro e le speculazioni sull’origine del  nome sono diverse.
Quello che invece è certo è che Forum Popilii era il centro più importante di tutto l’agro Falerno  ed era nata proprio come luogo di commercio e di scambio di tutta l’area.
Da un’iscrizione parietale a Pompei, dove si citano giochi di gladiatori a Forumpopilii, si può dedurre che la città fosse provvista di un anfiteatro, ma anche questa informazione non è probatoria, mentre la menzione di Terme in un’epigrafe frammentaria riporta ad un sistema di rifornimento idrico costante. Da un’altra epigrafe ritrovata in Masseria Aceti nel 1886, si testimonia l’esistenza di quattro porte  d’accesso che permettevano il collegamento tra la città e il territorio circostante.
Queste poche informazioni a disposizione degli archeologi sono più che sufficienti per giustificare l’importanza archeologica dell’area e avviare una prima campagna di scavi.
Forum Popilii, dopo secoli di attività commerciale, fu improvvisamente abbandonata dai suoi abitanti perché probabilmente attaccata e distrutta dall’ esercito romano.
Qualche torto era stato fatto a Roma e quando Roma si arrabbiava, non guardava in faccia a nessuno!
Sembra, infatti,  che tra le sue mura si fosse rifugiato Lucio Sergio Catilina, perseguitato dopo la famosa congiura. Il rifiuto ostinato dei cittadini foropopilensi di far allontanare dalla città Catilina, scatenò la furia di Roma che la fece radere al suolo.
Così, quella stessa Roma che l’aveva resa grande e importante, ne decretò la fine.
Storia o leggenda? Non possiamo dirlo.
Ci auguriamo solo che questi scavi restituiscano testimonianze in grado di ricostruirne la storia e il fascino.

Clio

Altre Foto                                                                             
       Fonti
                                                                                                              notizie desunte dagli studi di: Paul Artur
 Giampietro D’Angelo
Giuseppe Guadagno
Werner Johannowsky
Francesco  Miraglia
Ugo Zannini
           

mercoledì 8 luglio 2009

Finalmente il reggimento

Dopo molte traversie burocratiche, discussioni, due concorsi contestatissimi anche all’interno della maggioranza, finalmente a Carinola si è concluso il reclutamento del reggimento dei vigili urbani. Finalmente il Colonnello Comandante che il comune di Carinola ha nel proprio organico può disporre di truppe in numero adeguato per combattere su tutti fronti . Tra poco gli automobilisti maleducati dovranno adeguarsi alla nuova situazione e comportarsi in modo civile. In breve tempo una pattuglia sarà incaricata di controllare la sosta selvaggia che rende difficoltoso o molte volte blocca il traffico in tutte le frazioni. Fra poco una pattuglia sarà incaricata di verificare lo smaltimento dei rifiuti domestici con il controllo del corretto deposito dei rifiuti differenziati nei sacchetti. Fra non molto sarà allestita anche una pattuglia che controllerà le strade rurali effettuando controlli che prenderanno la forma di veri e propri blitz. 
Queste incursioni nelle campagne serviranno a prevenire gli incendi e i tagli abusivi dei boschi controllando i mezzi ed i conducenti onde intercettare o almeno scoraggiare l’attività dei piromani estivi e dei ladri di legna. A breve saranno formate delle pattuglie che individueranno i proprietari dei frontisti dei terreni adiacenti tutte le tipologie di strade obbligandoli al taglio dei rovi che ostruiscono le sedi stradali . A breve entrerà in azione una pattuglia, che agirà in borghese, che svolgerà un delicato e difficile lavoro di intelligence. Saranno incaricati, fingendosi cacciatori, raccoglitori di funghi o semplicemente podisti dilettanti, di identificare e denunciare all’autorità giudiziaria i seminatori di immondizia. Queste persone sono quelli che si divertono a buttare rifiuti nei posti più impensati, nelle montagne, nelle pianure, nei corsi d’acqua, vicino alle fontane, nelle piazze, nelle ville comunali ed in ogni dove. Questi dispensatori di rifiuti che danneggiano gravemente il territorio sono difficili da individuare in quanto possono essere sia ragazzi che persone mature o innocue vecchiette. A questi ed altri lodevoli servizi saranno addetti i nuovi vigili fra poco tempo. 
MA.....per adesso devono essere addestrati e quindi una metà di loro deve sostare nell’ufficio insieme ai vigili anziani. Insieme a loro devono vigilare che dal televisore non giunga qualche notizia di incidenti e così poter accorrere velocemente. Per l’altra metà, che per questione di spazio non entra nell’ufficio, il comandante sta approntando un’altra stanza con televisore e telefono da dove accorrere non appena avuta la segnalazione di qualche avversità o reato. Il comandante per razionalizzare al meglio l’impiego di tutta la guarnigione ha proposto all’amministrazione comunale di organizzarli nel salone di palazzo Novelli, dove di solito si celebra il consiglio comunale per intenderci. Installarvi due tre televisori, telefoni, computer, radiotelefono ed un megaschermo per le teleconferenze. Per adesso devono sottoporsi ad un duro addestramento in modo da raggiungere lo stesso grado di preparazione e spirito lavorativo dei veterani perciò per adesso li affiancano sulle panchine a guardare il caos della piazza e nell’ufficio con gli occhi al televisore e gli orecchi al telefono e  telefonino, fumando tante tante sigarette.  Appena finito il duro addestramento e saranno assegnati ai servizi per i quali saranno stati preparati Carinola cambierà, è solo questione di tempo.
Maresciallo Fantozzi

venerdì 3 luglio 2009

Prove di legalità





In nessuna nazione al mondo, anche la più arretrata, la parola illegalità è bistrattata come in Italia. Questo paese che si vanta di essere la culla del diritto è diventato per merito di una casta politica di arraffoni il paese delle leggi e scritte e non applicate. Questa situazione è ormai nota in tutto il mondo e per questo motivo tutti i soggetti di malaffare delle nazioni limitrofe e non si sono riversati in Italia, sicuri di essere garantiti dall’illegalità diffusa in cui vive. Il governo in carica con l’approvazione del pacchetto sicurezza dà l’impressione di provare a creare un argine al dilagare dell’illegalità di massa.

Ormai si ha l’impressione che si va verso due visioni della società, chi vuole che sia regolata da regole e chi dall’anarchia che favorisca il più furbo se non il più delinquente. Fin’ora era prevalsa questa seconda visione che ha portato ad un aumento di immigrati clandestini spropositato per le possibilità di questo paese. Questi arrivi incentivati e protetti da un buonismo ipocrita e a volte interessato ha portato ad un disagio insopportabile per i cittadini italiani ma soprattutto per gli immigrati. Per arginare un fenomeno ormai fuori controllo, anche per rispondere alle richieste di gran parte della popolazione il governo ha varato impachetto sicurezza. La legge approvata prevede diversi articoli tra cui i più salienti sono, l’introduzione del reato di clandestinità, una norma ovvia in tutto il mondo, contrastata da noi, in quando c’è chi sostiene che è un diritto entrare in un altro paese senza permesso. Carcere per chi affitta ai clandestini, con questa norma si elimina o almeno si limita il ricatto su chi vive in clandestinità.

Togliere la patria potestà a chi manda i figli minori a mendicare, o peggio a rubare, se può essere giustificato chi mendica per vivere è da condannare chi induce a farlo i propri bambini. Assieme a queste altre norme che vanno nella stessa direzione oltre ad autorizzare onesti cittadini a segnalare persone o atti illegali. Contro questa norma si sono scatenate le forze dell’ordine che evidentemente non gradiscono interferenze nel loro lavoro. Il loro non controllato e non deve sottostare all’inconveniente che arrivino molte telefonate alle quali nessuno risponde. Inoltre sono state inasprite le pene per i delinquenti soggetti al 416 bis ovvero mafiosi e camorristi. A leggerle sembrano tutte norme di buon senso e tese al ripristino almeno ad una parvenza di legalità , invece una parte del parlamento le ha contestate vivamente tacciandole con vari aggettivi dal nazista al razzista. Scorrendo le forze politiche che si sono opposte aspramente all’approvazione della legge troviamo tutta l’opposizione. Non ci si meraviglia della sinistra che ha sempre mostrato la delinquenza come un atto di ribellione al potere costituito né di qualche partito che notoriamente ha nelle proprie file mafiosi o amici di mafiosi.

Si resta scandalizzati invece dall’atteggiamento tenuto dal partito di Di Pietro che della legalità ha fatto la propria bandiera. Si resta costernati assistere che voti contro ad un provvedimento che inasprisce le pene ai mafiosi o che obbliga gli stranieri ad entrare in Italia in modo legale. Qualcuno ha giustificato il proprio voto contrario sostenendo che quelle norme sono insufficienti a combattere l’illegalità dando l’impressione di vergognarsi del proprio voto negato. Non è che queste norme risolvano il problema della legalità, fortemente compromessa, nel nostro paese ma almeno ci provano a segnare la strada in quella direzione, speriamo che si continui.

Il nipote di Maroni

martedì 30 giugno 2009

Casale chiama, il Sindaco non risponde



L'anno paolino che si è appena concluso, è stato un evento di straordinaria importanza per tutto il mondo cattolico.
Si è celebrato infatti, il bimillenario della nascita di S. Paolo Apostolo, occasione unica nella vita di tutti i cristiani attualmente in vita.
Anche nella vicina Casale di Carinola si è celebrato questo evento alla presenza del Vescovo Antonio Napolitano, con la straordinaria partecipazione, nonostante la pioggia incessante, di tutte le parrocchie della Diocesi di Sessa A.
Gli unici a non essersi resi conto dell'importanza dell'evento, sono stati gli amministratori del Comune di Carinola.
Tutti assenti, nonostante la comunicazione del programma fatta al Comune circa un mese fa.
Quello che si è presentato agli occhi dei fedeli, che si sono radunati nella piazza parcheggio di Casale, è stato a dir poco uno spettacolo indegno, vista la circostanza.
Erbacce alte un metro in ogni dove, cartacce e residui del mercato rionale del sabato disseminati lungo le strade percorse dai fedeli di S. Paolo Apostolo.
Ancora una volta i Casalesi sono stati trattati come cittadini di serie "B". E' evidente che questa Amministrazione targata Gennaro Mannillo, non è in grado di gestire nemmeno le piorità sul proprio territorio e questo grazie principalmente all'inefficienza degli addetti ai lavori, Assessori e Ufficio Tecnico.

Saluti

LUX

lunedì 29 giugno 2009

tacita ricchezza


Questa lettera, scritta da don Paolo Farinella, prete e biblista della diocesi di Genova al suo vescovo e cardinale Angelo Bagnasco, è stata inviata qualche settimana fa e circola da giorni su internet. Riguarda la vicenda Berlusconi, vista con gli occhi di un sacerdote. Alla luce degli ultimi fatti e della presa di posizione di Famiglia Cristiana che ha chiesto alla Chiesa di parlare, i suoi contenuti diventano attualissimi.


Egregio sig. Cardinale,

viviamo nella stessa città e apparteniamo alla stessa Chiesa: lei vescovo, io prete. Lei è anche capo dei vescovi italiani, dividendosi al 50% tra Genova e Roma. A Genova si dice che lei è poco presente alla vita della diocesi e probabilmente a Roma diranno lo stesso in senso inverso. E' il destino dei commessi viaggiatori e dei cardinali a percentuale. Con questo documento pubblico, mi rivolgo al 50% del cardinale che fa il Presidente della Cei, ma anche al 50% del cardinale che fa il vescovo di Genova perché le scelte del primo interessano per caduta diretta il popolo della sua città.

Ho letto la sua prolusione alla 59a assemblea generale della Cei (24-29 maggio 2009) e anche la sua conferenza stampa del 29 maggio 2009. Mi ha colpito la delicatezza, quasi il fastidio con cui ha trattato - o meglio non ha trattato - la questione morale (o immorale?) che investe il nostro Paese a causa dei comportamenti del presidente del consiglio, ormai dimostrati in modo inequivocabile: frequentazione abituale di minorenni, spergiuro sui figli, uso della falsità come strumento di governo, pianificazione della bugia sui mass media sotto controllo, calunnia come lotta politica.

Lei e il segretario della Cei avete stemperato le parole fino a diluirle in brodino bevibile anche dalle novizie di un convento. Eppure le accuse sono gravi e le fonti certe: la moglie accusa pubblicamente il marito presidente del consiglio di "frequentare minorenni", dichiara che deve essere trattato "come un malato", lo descrive come il "drago al quale vanno offerte vergini in sacrificio". Le interviste pubblicate da un solo (sic!) quotidiano italiano nel deserto dell'omertà di tutti gli altri e da quasi tutta la stampa estera, hanno confermato, oltre ogni dubbio, che il presidente del consiglio ha mentito spudoratamente alla Nazione e continua a mentire sui suoi processi giudiziari, sull'inazione del suo governo. Una sentenza di tribunale di 1° grado ha certificato che egli è corruttore di testimoni chiamati in giudizio e usa la bugia come strumento ordinario di vita e di governo. Eppure si fa vanto della morale cattolica: Dio, Patria, Famiglia. In una tv compiacente h! a trasformato in suo privato in un affaire pubblico per utilizzarlo a scopi elettorali, senza alcun ritegno etico e istituzionale.

Lei, sig. Cardinale, presenta il magistero dei vescovi (e del papa) come garante della Morale, centrata sulla persona e sui valori della famiglia, eppure né lei né i vescovi avete detto una parola inequivocabile su un uomo, capo del governo, che ha portato il nostro popolo al livello più basso del degrado morale, valorizzando gli istinti di seduzione, di forza/furbizia e di egoismo individuale. I vescovi assistono allo sfacelo morale del Paese ciechi e muti, afoni, sepolti in una cortina di incenso che impedisce loro di vedere la "verità" che è la nuda "realtà". Il vostro atteggiamento è recidivo perché avete usato lo stesso innocuo linguaggio con i respingimenti degli immigrati in violazione di tutti i dettami del diritto e dell'Etica e della Dottrina sociale della Chiesa cattolica, con cui il governo è solito fare i gargarismi a vostro compiacimento e per vostra presa in giro. Avete fatto il diavolo a quattro contro le convivenze (Dico) e le tutele annesse, avete ! fatto fallire un referendum in nome dei supremi "principi non negoziabili" e ora non avete altro da dire se non che le vostre paroline sono "per tutti", cioè per nessuno.

Il popolo credente e diversamente credente si divide in due categorie: i disorientati e i rassegnati. I primi non capiscono perché non avete lesinato bacchettate all'integerrimo e cattolico praticante, Prof. Romano Prodi, mentre assolvete ogni immoralità di Berlusconi.
Non date forse un'assoluzione previa, quando vi sforzate di precisare che in campo etico voi "parlate per tutti"? Questa espressione vuota vi permette di non nominare individualmente alcuno e di salvare la capra della morale generica (cioè l'immoralità) e i cavoli degli interessi cospicui in cui siete coinvolti: nella stessa intervista lei ha avanzato la richiesta di maggiori finanziamenti per le scuole private, ponendo da sé in relazione i due fatti. E' forse un avvertimento che se non arrivano i finanziamenti, voi siete già pronti a scaricare il governo e l'attuale maggioranza che sta in piedi in forza del voto dei cattolici atei? Molti cominciano a lasciare la Chiesa e a devolvere l'8xmille ad altre confessioni religiose: lei sicuramente sa che le offerte alla Chiesa cattolica continuano a diminuire; deve, però, sapere che è una conseguenza diretta dell'inesistente magistero della Cei che ha mutato la profezia in diplomazia e la verità in servilismo.

I cattolici rassegnati stanno ancora peggio perché concludono che se i vescovi non condannano Berlusconi e il berlusconismo, significa che non è grave e passano sopra a stili di vita sessuale con harem incorporato, metodo di governo fondato sulla falsità, sulla bugia e sull'odio dell'avversario pur di vincere a tutti i costi. I cattolici lo votano e le donne cattoliche stravedono per un modello di corruttela, le cui tv e giornali senza scrupoli deformano moralmente il nostro popolo con "modelli televisivi" ignobili, rissosi e immorali.

Agli occhi della nostra gente voi, vescovi taciturni, siete corresponsabili e complici, sia che tacciate sia che, ancora più grave, tentiate di sminuire la portata delle responsabilità personali. Il popolo ha codificato questo reato con il detto: è tanto ladro chi ruba quanto chi para il sacco. Perché parate il sacco a Berlusconi e alla sua sconcia maggioranza? Perché non alzate la voce per dire che il nostro popolo è un popolo drogato dalla tv, al 50% di proprietà personale e per l'altro 50% sotto l'influenza diretta del presidente del consiglio? Perché non dite una parola sul conflitto d'interessi che sta schiacciando la legalità e i fondamentali etici del nostro Paese? Perché continuate a fornicare con un uomo immorale che predica i valori cattolici della famiglia e poi divorzia, si risposa, divorzia ancora e si circonda di minorenni per sollazzare la sua senile svirilità? Perché non dite che con uomini simili non avete nulla da spartire come credenti, come pa! stori e come garanti della morale cattolica? Perché non lo avete sconfessato quando ha respinto gli immigrati, consegnandoli a morte certa?

Non è lo stesso uomo che ha fatto un decreto per salvare ad ogni costo la vita vegetale di Eluana Englaro? Non siete voi gli stessi che difendete la vita "dal suo sorgere fino al suo concludersi naturale"? La vita dei neri vale meno di quella di una bianca? Fino a questo punto siete stati contaminati dall'eresia della Lega e del berlusconismo? Perché non dite che i cattolici che lo sostengono in qualsiasi modo, sono corresponsabili e complici dei suoi delitti che anche l'etica naturale condanna? Come sono lontani i tempi di Sant'Ambrogio che nel 390 impedì a Teodosio di entrare nel duomo di Milano perché "anche l'imperatore é nella Chiesa, non al disopra della Chiesa". Voi onorate un vitello d'oro.

Io e, mi creda, molti altri credenti pensiamo che lei e i vescovi avete perduto la vostra autorità e avete rinnegato il vostro magistero perché agite per interesse e non per verità. Per opportunismo, non per vangelo. Un governo dissipatore e una maggioranza, schiavi di un padrone che dispone di ingenti capitali provenienti da "mammona iniquitatis", si è reso disposto a saldarvi qualsiasi richiesta economica in base al principio che ogni uomo e istituzione hanno il loro prezzo. La promessa prevede il vostro silenzio che - è il caso di dirlo - è un silenzio d'oro? Quando il vostro silenzio non regge l'evidenza dell'ignominia dei fatti, voi, da esperti, pesate le parole e parlate a suocera perché nuora intenda, ma senza disturbarla troppo: "troncare, sopire ... sopire, troncare".

Sig. Cardinale, ricorda il conte zio dei Promessi Sposi? "Veda vostra paternità; son cose, come io le dicevo, da finirsi tra di noi, da seppellirsi qui, cose che a rimestarle troppo ... si fa peggio. Lei sa cosa segue: quest'urti, queste picche, principiano talvolta da una bagattella, e vanno avanti, vanno avanti... A voler trovarne il fondo, o non se ne viene a capo, o vengon fuori cent'altri imbrogli. Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire" (A. Manzoni, Promessi Sposi, cap. IX). Dobbiamo pensare che le accuse di pedofilia al presidente del consiglio e le bugie provate al Paese siano una "bagatella" per il cui perdono bastano "cinque Pater, Ave e Gloria"? La situazione è stata descritta in modo feroce e offensivo per voi dall'ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, che voi non avete smentito: "Alla Chiesa molto importa dei comportamenti privati. Ma tra un devoto monogamo [leggi: Prodi] che contesta certe sue direttive e uno sciupa femmine che! invece dà una mano concreta, la Chiesa dice bravo allo sciupa femmine. Ecclesia casta et meretrix" (La Stampa, 8-5-2009).

Mi permetta di richiamare alla sua memoria, un passo di un Padre della Chiesa, l'integerrimo sant'Ilario di Poitier, che già nel sec. IV metteva in guardia dalle lusinghe e dai regali dell'imperatore Costanzo, il Berlusconi cesarista di turno: "Noi non abbiamo più un imperatore anticristiano che ci perseguita, ma dobbiamo lottare contro un persecutore ancora più insidioso, un nemico che lusinga; non ci flagella la schiena ma ci accarezza il ventre; non ci confisca i beni (dandoci così la vita), ma ci arricchisce per darci la morte; non ci spinge verso la libertà mettendoci in carcere, ma verso la schiavitù invitandoci e onorandoci nel palazzo; non ci colpisce il corpo, ma prende possesso del cuore; non ci taglia la testa con la spada, ma ci uccide l'anima con il denaro" (Ilario di Poitiers, Contro l'imperatore Costanzo 5).

Egregio sig. Cardinale, in nome di quel Dio che lei dice di rappresentare, ci dia un saggio di profezia, un sussurro di vangelo, un lampo estivo di coerenza di fede e di credibilità. Se non può farlo il 50% di pertinenza del presidente della Cei "per interessi superiori", lo faccia almeno il 50% di competenza del vescovo di una città dove tanta, tantissima gente si sta allontanando dalla vita della Chiesa a motivo della morale elastica dei vescovi italiani, basata sul principio di opportunismo che è la negazione della verità e del tessuto connettivo della convivenza civile.

Lei ha parlato di "emergenza educativa" che è anche il tema proposto per il prossimo decennio e si è lamentato dei "modelli negativi della tv". Suppongo che lei sappia che le tv non nascono sotto l'arco di Tito, ma hanno un proprietario che è capo del governo e nella duplice veste condiziona programmi, pubblicità, economia, modelli e stili di vita, etica e comportamenti dei giovani ai quali non sa offrire altro che la prospettiva del "velinismo" o in subordine di parlamentare alle dirette dipendenze del capo che elargisce posti al parlamento come premi di fedeltà a chi si dimostra più servizievole, specialmente se donne. Dicono le cronache che il sultano abbia gongolato di fronte alla sua reazione perché temeva peggio e, se lo dice lui che è un esperto, possiamo credergli. Ora con la benedizione del vostro solletico, può continuare nella sua lasciva intraprendenza e nella tratta delle minorenni da immolare sull'altare del tempio del suo narcisismo paranoico, a benef! icio del paese di Berlusconistan, come la stampa inglese ha definito l'Italia.

Egregio sig. Cardinale, possiamo sperare ancora che i vescovi esercitino il servizio della loro autorità con autorevolezza, senza alchimie a copertura dei ricchi potenti e a danno della limpidezza delle verità come insegna Giovanni Battista che all'Erode di turno grida senza paura per la sua stessa vita: "Non licet"? Al Precursore la sua parola di condanna costò la vita, mentre a voi il vostro "tacere" porta fortuna.

In attesa di un suo riscontro porgo distinti saluti.

Genova 31 maggio 2009
Paolo Farinella, prete

giovedì 25 giugno 2009

Mancava un po’ di sana diossina…

Diossina4, inserito originariamente da Il Quiquiri.

Bello il nostro ambiente. Di questi tempi, se passeggi per la campagna, ti investe l’odore della melissa e della mentuccia selvatica; delle ginestre ancora in fiore e della citronella.

E’ un vero piacere passeggiare sotto la frescura dei rami che ombreggiano le strade vicinali. Camminando, pensi che molte persone chissà quanto pagherebbero per vivere in posti come questi. Se poi sali un centinaio di metri su per le colline, puoi spaziare lo sguardo sulla pianura rigogliosa di alberi e di campi, punteggiata di paesini che dall’alto sembrano di porcellana.

Che fortunati che siamo a vivere in un posto così!

Un vero paradiso…. se non fosse per i tagli abusivi dei boschi che spazzano via le ultime oasi d’alto fusto; per gli incendi dolosi che ci stanno desertificando le montagne; per la monnezza che cittadini incivili sversano in ogni impensabile luogo; per l’acqua inquinata da nitrati che abbiamo bevuto per anni senza che nessuno ci abbia informato o si sia preoccupato della nostra salute; per la distruzione sistematica e inarrestabile delle nostre zone più belle e selvagge che invece andrebbero valorizzate.

Indovinate cosa mancava in tutto questo?... Ecco, mancava un po’ di sana diossina.

Beh, è arrivata!

Qualcuno si diverte a bruciare materiale velenoso e ad inquinare l’aria con nere colonne di fumo che si alzano minacciose nel cielo.

Chi sarà? Cosa brucerà? Dove la brucerà?

Un pensiero cattivo mi passa per la mente…. Ma no! Non può essere! Ma a che vado a pensare!......ma una domanda mi sorge spontanea: non è che la nostra plastica differenziata se ne va in fumo?

Ad occhio e croce, sembra la zona della Vetere, ma non posso esserne sicuro. So solo che il nostro cielo, ogni tanto, si tinge di nero cupo per i vapori velenosi che si diffondono nell’aria e che sicuramente non ci fanno tanto bene.

Siamo alle solite: ognuno fa il proprio comodo e nessuno controlla o previene i comportamenti illegali di cittadini incivili. Nessuna iniziativa educativa a protezione dell’ambiente; nessuna iniziativa informativa; nessun interesse verso questo problema che diventa sempre più importante.

Ben altri sembrano essere gli interessi del nostro assessorato all’ambiente e all’ecologia.

Se avessimo per assessore all’ambiente un indigeno della Papuasia, avremmo risolto i nostri problemi ambientali già da molto tempo.

Oggi come oggi, solo i cosiddetti ‘selvaggi’ riescono a capire l’importanza dell’ambiente naturale in cui vivono e a proteggerlo con le unghie e con i denti! Grrrrrr!

mercoledì 24 giugno 2009

ridiamoci su

dedicato al nostro amico della Casa delle Libertà, assiduo frequentatore di questo blog e che cerca di spacciarsi per molte persone utilizzando diversi nickname...





l'avvelenata

La maggioranza informa che ha sempre qualcosa da fare. I consiglieri sembrano affaccendati. Gli assessori pure. Ora stanno affrontando questioni come il nucleo di valutazione e la rotazione in giunta. Cose molto serie…queste sono cose che in questi giorni si leggono sui giornali locali ma cosa sia cambiato in termini di tutela ambientale, turismo e politiche sociali non si capisce. Sembra di dire sempre le stesse cose. Non era credibile Giggino De Risi dal balcone in piazza perché dovrebbe esserlo ora…ora è vicesindaco e se cade prima il consiglio il pensierino a fare il sindaco è ancora tanto, troppo stretto, forse promesso, dagli stessi amici che stanno con lui. Cioè mica pensano a fare un progetto occupazionale sul territorio che possa davvero farli rimanere sul comune per altri cento anni…. No, ci vogliono rimanere con le promesse. Se avete il programma a casa, vi consiglio di leggerlo…molto professionale, bei colori, ottime idee..ma i fatti? Sono pochi…Un progetto occupazionale si, quando forse bisognerebbe partire dalla base, dai servizi. Lo sapete cosa manca a questi: la voglia e la fantasia di pensare ogni giorno per un futuro migliore di questi paesi di giovani senza lavoro, di un territorio dove scellerati cittadini, forse anche di fuori, abbandonano ancora sacchetti, ingombranti, eternit, mentre paghiamo una Tarsu salata. E per l’acqua il discorso è ancora peggio. Tutti comprano l’acqua, perché? Non è buona? E perché? Perché non possiamo almeno approvvigionarci da una fonte, come facevamo giù alla fontana vecchia? Che pecore che siamo, che intelligenza bestiale loro credono di possedere…Quanta arroganza, quanta tristezza…

lunedì 22 giugno 2009

L’isola che non c’è



Una volta pensavo che i napoletani fossero gente di cuore, i migliori che avessi mai conosciuto.
Napoli mi sembrava un’ isola di solidarietà unica dove gli abitanti, pur convivendo con problemi atavici come la disoccupazione, la miseria, la camorra, riuscivano sempre a dimostrare la nobiltà del loro animo. In qualsiasi occasione.
Ora, dopo l’episodio di qualche giorno fa, non lo penso più.
Un uomo viene colpito da un gruppo di camorristi, forse per sbaglio. Un rumeno, padre di due figli, che suonava la fisarmonica in un angolo della metropolitana di Montesanto per raggranellare qualcosa. Si trascina per diversi metri prima di crollare accanto a un banco di obliterazione biglietti.
La moglie urla, chiede aiuto per il marito morente: non una persona si ferma a prestargli soccorso.
I passanti continuano ad obliterare i loro biglietti e a passare oltre come se invece di un uomo là per terra ci fosse stato un cane. E forse un cane avrebbe attirato l’attenzione di qualcuno.
Che cosa sta succedendo ai napoletani? Perché non riescono più ad essere solidali con gli altri, ad avere quegli stupendi slanci di generosità che li rendeva unici?
E’ una domanda che mi si affaccia alla mente da diversi giorni e a cui non riesco a dare una risposta.
Per paura?... Ci sono sempre stati a Napoli i motivi per aver paura, eppure questo non fermava la generosità della gente.
Per razzismo?... E’ impensabile che una città da sempre multietnica possa nutrire sentimenti razzisti.
La fredda legge della spettacolarizzazione ha coinvolto anche loro? La morte di un uomo è diventata un’abitudine che li lascia indifferenti?
Ecco, l’indifferenza è la chiave di tutto.
Neppure i napoletani sanno più parlare, comunicare, confrontarsi, scontrarsi con quella verve particolare che li contraddistingueva.
L’isola di solidarietà a cui tutto il mondo guardava con simpatia, si sta trasformando in un putrido pantano puzzolente. E nessuno fa niente per evitarlo.

maronnamia



domenica 21 giugno 2009

Un referendum beffa

premessa - abbiamo ricevuto una email da : "Jacopone da Todi" con un post dal titolo " Il Cavaliere, moderno Catilina e le persecuzioni dei riformatori." Alla fine dell'articolo, il seguente messaggio: "Con preghiera vivissima di pubblicare queste mie righe non come semplice commento, bensì come articolo di pagina al fine di garantire anche su questo sito la pluralità delle idee, spesso messa in discussione da taluni". Ecco Jacopone, la questione è più semplice: quelle non sono tue parole ma il testo completo di un articolo, uscito recentemente sul Corriere on line che si chiama, appunto,  Il Cavaliere, moderno Catilina e le persecuzioni dei riformatori . ...... oh non hai avuto manco la forza di cambiare il titolo...oppure da oggi inizia a firmarti JaCOPIONE da Todi così capiremo che sei tu, e pubblicheremo in rassegna stampa.
Visto che ci hai dato l'occasione di linkare articoli già scritti da altri, continuiamo noi ma, ovviamente, citando la fonte. 

Un referendum beffa: ecco perchè ci asteniamo e non andremo a votarlo 

 da www.sinistracristiana.net



Prima parte: considerazioni sulla vigente legge elettorale

1. Siamo tutti scontenti della vigente legge elettorale, unanimemente denominata “porcellum” con la quale si è votato nelle ultime due tornate elettorali (2006 e 2008).

2. Due sono i principali aspetti negativi di questa legge: le liste bloccate ed il premio di maggioranza.

3. Questa legge, attraverso le liste bloccate, ha espropriato gli elettori di ogni residua possibilità di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento, conferendo a una ristrettissima oligarchia di persone (i capi dei partiti politici) il potere di determinare al 100% la composizione delle Assemblee legislative.

4. Con questo sistema elettorale i nomi dei candidati sono persino scomparsi dalla scheda elettorale, con la conseguenza che le scelte dei candidati operate dai capi dei partiti non possono in alcun modo essere censurate, sconfessate o corrette dal corpo elettorale.

5. Di conseguenza tutti i “rappresentanti del popolo” sono stati nominati da oligarchie di partito svincolate da ogni controllo popolare.

6. In questo modo gli eletti, più che rappresentanti del popolo, sono – anche in senso tecnico – dei delegati di partito, anzi del capo politico che li ha nominati, al quale sono legati da un vincolo di fedeltà estremo, restando così fortemente pregiudicato il principio sancito dall’art. 67 della Costituzione che prevede che “ogni membro del parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”.

7. Il premio di maggioranza è un meccanismo truffaldino che interviene a manipolare la volontà espressa dagli elettori, trasformando – per legge – una minoranza in maggioranza.

8. Un sistema così fortemente distorsivo della volontà popolare non esisteva neppure nella c.d. “legge truffa” del 1953, che prevedeva che, per ottenere il premio di maggioranza, occorresse ottenere almeno la maggioranza dei voti popolari.

9. Con la legge truffa per conseguire il premio di maggioranza, che mirava a rendere più stabile il governo, occorreva godere del consenso della maggioranza degli elettori; la legge vigente, invece, trasforma una minoranza in maggioranza (attribuendole per legge il 54% dei seggi alla Camera) e sancisce il principio che per governare non occorre il consenso della maggioranza degli elettori.

10. La vigente legge elettorale ha introdotto delle soglie di sbarramento per l’accesso alla Camera ed al Senato che, se appaiono ragionevoli per i partiti che si riuniscono in coalizione (2% alla Camera e 4% al Senato), sono del tutto irragionevoli per i partiti esclusi dalle coalizioni (4% alla Camera e 8% al Senato). In questo modo milioni di elettori vengono esclusi dalla possibilità di essere rappresentati in Parlamento.
11. Infine la vigente legge elettorale, con l’indicazione sulla scheda del candidato alla presidenza del Consiglio, introduce una sorta di investitura popolare del Capo politico, mortificando il ruolo del Presidente della Repubblica a cui la Costituzione assegna il compito di nominare il Presidente del Consiglio.

Seconda Parte: quali modifiche introduce il referendum, con quali conseguenze

12. Il referendum proposto non corregge nessuno dei difetti del “porcellum” ma, al contrario, li aggrava, esaltandone le conseguenze negative.

13. Il referendum non restituisce agli elettori il potere di scelta dei propri rappresentanti politici, che la legge vigente ha sequestrato per conferirlo nella mani dei partiti, conservando le liste bloccate.

14. Il referendum propone sostanzialmente due modifiche della vigente legge elettorale: a) attribuisce il premio di maggioranza alla lista che abbia ottenuto anche un solo voto in più delle altre liste concorrenti, abrogando la possibilità che il premio venga attribuito ad una coalizione di partiti; b) determina il raddoppio delle soglie di sbarramento confermando per tutti la soglia del 4% alla Camera dei Deputati e dell’8% al Senato (che la legge attuale impone soltanto ai partiti non coalizzati)

15. Le conseguenze che verrebbero fuori dalla legge elettorale modificata dal referendum sarebbero nefaste per la democrazia e ne sovvertirebbero il metodo basilare per il quale le decisioni si prendono a maggioranza.

16. La nuova disciplina elettorale sancirebbe il principio che il potere di governo spetta ad una minoranza e deve essere consegnato nelle mani di un solo partito, a prescindere dal livello del consenso popolare ricevuto

17. Infatti, attribuire il premio di maggioranza ad una sola lista determina un incremento esponenziale del premio stesso, sovvertendo il rapporto fra i voti espressi ed i seggi ottenuti.

18. Nelle elezioni del 2006, a fronte di una ampia coalizione di forze politiche, che ottenne alla Camera il 49,8 %, il premio di maggioranza è stato del 4 %. Nelle elezioni del 2008, a fronte di una coalizione meno ampia, che ottenne il 46,8%, il premio di maggioranza è stato del 7%. Se si fosse votato nel 2008 con il sistema elettorale proposto dai referendari, la lista più votata (il PdL) con il 37,4% dei voti, avrebbe ottenuto il 54% dei seggi, cioè si sarebbe giovata di un premio di maggioranza del 16,6%. Vale a dire a un solo partito sarebbe stata attribuita dalla legge elettorale quasi il 50% in più della rappresentanza che gli sarebbe spettata in base ai voti ricevuti dagli elettori (cioè gli sarebbero spettati oltre 100 seggi in più rispetto ai voti ricevuti) .

19. Con questo sistema viene attribuito ad una singola lista un premio di maggioranza di proporzioni inusitate, che può consentire ad un singolo partito di ottenere in Parlamento una rappresentanza doppia rispetto al consenso ricevuto, a danno di tutti gli altri partiti e di tutti gli altri elettori.

20. La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 15/2008, pur dichiarando ammissibile il referendum elettorale, ha adombrato un pesante sospetto di incostituzionalità segnalando al Parlamento: “l’esigenza di considerare con attenzione gli aspetti problematici di una legislazione che non subordina l’attribuzione del premio di maggioranza al raggiungimento di una soglia minima di voti e/o di seggi.”

21. Attraverso questo spropositato premio di maggioranza resta pregiudicato il principio costituzionale che il voto è uguale per tutti. Non tutti i cittadini saranno uguali nel voto perché il voto di taluni varrà il doppio rispetto al voto degli altri, tanto da consentire a una minoranza di diventare ex lege maggioranza e di fondare il governo non più sul consenso della maggioranza, ma su quello di una minoranza del corpo elettorale.

22. L’ulteriore effetto negativo è quello della riduzione forzata del pluralismo politico dovuta all’effetto combinato dell’incremento del premio di maggioranza e delle soglie di sbarramento.

23. Il corpo elettorale, proprio per la presenza di un così grave e destabilizzante premio di maggioranza, sarà costretto ad orientare le sue scelte sulle due principali liste in competizione. Ciò indebolirà tutti gli altri partiti, rendendo ancora più difficile superare lo sbarramento delle soglie raddoppiate dalla disciplina risultante dal referendum.

24. In questo modo dal bipolarismo forzato si passerà a un bipartitismo forzato, non determinato da scelte genuine del corpo elettorale, ma imposto dalle costrizioni del sistema elettorale

25. Questa situazione mortificherà ulteriormente la rappresentanza, riducendo la possibilità che il corpo elettorale possa ottenere che nel sistema politico siano rappresentati i bisogni, le esigenze, le culture ed i valori presenti nel popolo italiano.

26. In questo modo verrà introdotta, di fatto, una sorta di democrazia dell’investitura al posto della democrazia fondata sulla rappresentanza e la partecipazione dei cittadini come prevista dalla Costituzione.

27. La riduzione del pluralismo politico nelle assemblee legislative e la posizione di rendita assicurata a un solo partito politico, metterà a rischio la Costituzione, consegnandone il destino nelle mani di una sola parte politica.

28. L’attuale maggioranza politica, infatti, non può modificare a suo piacimento la Costituzione perché non dispone della maggioranza dei due terzi richiesta per escludere il referendum sulle leggi di modifica della Costituzione.

29. Se si fosse applicata alle elezioni del 2008 la legge elettorale con le modifiche proposte dai referendari, con lo stesso numero di voti, le forze politiche della attuale maggioranza (PDL + Lega) disporrebbero di circa il 62% dei seggi alla Camera. Con un piccolo sforzo potrebbero ottenere la maggioranza di due terzi necessaria per cambiare la Costituzione senza dover affrontare il giudizio del popolo italiano attraverso il referendum.

30. In questo modo si realizzerebbe una sorta di dittatura della minoranza, in quanto un solo partito, senza avere il consenso della maggioranza del popolo italiano, avrebbe nelle sue mani il controllo del Governo e la possibilità di eleggere – da solo – il Presidente della Repubblica, mentre una sola parte politica (cioè il partito beneficiato dal premio di maggioranza più i suoi alleati) avrebbe la possibilità di nominare i giudici della Corte Costituzionale e di modificare a suo piacimento la Costituzione.

31. Gli effetti che il referendum produrrebbe sul sistema politico sono stati già parzialmente sperimentati nelle elezioni politiche del 2008, quando i capi dei due principali partiti in competizione hanno deciso di restringere le coalizioni, limitandole ad una alleanza fra due soli partiti. In questo modo i partiti esclusi dalla possibilità di competere per il premio di maggioranza hanno perso una parte del loro genuino consenso elettorale e sono stati stroncati dal raddoppio delle soglie di sbarramento alla Camera ed al Senato.

32. In conseguenza di questa interpretazione delle legge elettorale sulla scia del modello proposto dal referendum, circa tre milioni di persone hanno perso ogni forma di rappresentanza in Parlamento, sono stati, pertanto, esclusi dal circuito della democrazia, mentre il tasso di astensionismo è cresciuto, essendo diminuita la partecipazione al voto dall’83,6% (2006) all’80,5% (2008).

33. Questa situazione di espulsione dal circuito democratico di milioni di persone, che abbiamo già sperimentato nelle elezioni del 2008, non sarebbe corretta dalle conseguenze del referendum, al contrario essa sarebbe ulteriormente aggravata perché le soglie di sbarramento raddoppiate varrebbero in ogni caso e per tutti i partiti.

34. Il sistema elettorale prefigurato dal referendum non esiste in nessun ordinamento di democrazia occidentale ma non rappresenta una novità assoluta nel nostro paese. Esso infatti si ispira alla legge “Acerbo” voluta da Mussolini, ed è stato già sperimentato nella storia d’Italia con le elezioni del 1924 che, schiacciando l’opposizione e le minoranze, aprirono la strada alla dittatura fascista.

35. Tuttavia la legge Acerbo era più democratica della disciplina che viene fuori dal referendum. Essa, infatti prevedeva che per accedere al premio di maggioranza, la lista più votata dovesse comunque superare la soglia del 25% dei voti e non imponeva soglie di sbarramento.

36. Per questo nel Parlamento del 1924 ebbero accesso – sia pure a ranghi ridotti - tutte le forze d’opposizione, mentre nel Parlamento repubblicano eletto nel 2008 con il metodo referendario, le opposizioni sono state drasticamente falcidiate.

37. Una situazione simile a quella del 1924 si produrrebbe di nuovo in Italia se venisse approvato il referendum.

38. Il principio democratico della rappresentanza verrebbe colpito a morte perché non vi è rappresentanza senza pluralismo e senza la libertà del corpo elettorale di scegliere le persone e le forze politiche da cui farsi rappresentare. Di conseguenza verrebbe meno il carattere democratico della forma di Governo.

39. Si produrrebbe quindi, attraverso la riforma elettorale, una riforma di fatto della Costituzione.

40. Il modello di democrazia, concepito dai padri costituenti, fondato sul pluralismo, sulla centralità del Parlamento e sulla partecipazione popolare dei cittadini associati in partiti, verrebbe definitivamente stravolto e sostituito da un ordinamento oligarchico.

Terza parte: come opporsi al referendum beffa

41. Per non tornare al 1924 bisogna respingere il referendum, utilizzando gli strumenti che la Costituzione ha messo a disposizione del corpo elettorale.

42. I Costituenti hanno previsto che i proponenti del referendum abrogativo devono superare una doppia soglia di consenso per poter raggiungere lo scopo dell’abrogazione delle norme prese di mira. Per questo la Costituzione prevede che la proposta è approvata soltanto se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.

43. A differenza che nelle elezioni politiche, che mirano al rinnovo di assemblee politiche le quali devono necessariamente essere rinnovate, nel referendum il voto non è un dovere civico, in quanto la proposta di abrogazione non deve necessariamente essere approvata o respinta. Nel referendum gli elettori scelgono liberamente se andare o non andare a votare, a seconda dei risultati che vogliono conseguire.

44. Questa volta la chiamata degli elettori alle urne per il referendum nasconde un inganno: essa sfrutta l’insoddisfazione generale che tutti noi nutriamo verso questa legge elettorale (il porcellum) per spingerci ad un voto che, qualunque sia il risultato, non può avere altro effetto che quello di rafforzare il porcellum.

45. Infatti, se prevalessero i no, l’effetto sarebbe quello paradossale di offrire ai fautori dell’attuale legge elettorale imposta dalle oligarchie il destro di dire che la legge avrebbe avuto l’avallo di un voto popolare.

46. Se prevalessero i si, l’effetto sarebbe quello di blindare l’attuale legge elettorale, nella versione peggiorata proposta dai referendari. Il parlamento difficilmente potrebbe metterci mano per effettuare delle modifiche, sia perché gli si potrebbe obiettare di essere vincolato dalla volontà popolare espressa attraverso il voto referendario, sia perché la legge così modificata piacerebbe ancora di più alla maggioranza che vuole restringere gli spazi e le opportunità della democrazia.

47. Per questo si tratta di un referendum beffa: chiama alle urne dicendo di voler ammazzare il porcellum, ma in realtà lo ingrassa e lo rende intoccabile, qualunque sia la risposta al quesito referendario.

48. L’unico modo per non essere beffati, per dire NO alla proposta referendaria, è quello di disubbidire alla chiamata alle urne che i proponenti vogliono imporre al popolo italiano.

49. E’ questa l’unica strada per lasciare aperta la possibilità di una riforma elettorale che restituisca agli elettori i poteri che sono stati loro confiscati con il porcellum.

50. Per questo diciamo No al referendum elettorale, non andando a votare, dove si vota solo per il referendum, e rifiutando le schede del referendum, se chiamati alle urne per il ballottaggio che si terrà in diversi comuni e province.

(16 giugno 2009)

giovedì 18 giugno 2009

Voto sì ma non PD

Sto seguendo con interesse la schermaglia elettorale sul referendum fra i vari partiti. Se ho ben capito, ufficialmente schierato per il sì è solo il PD. Gli altri sono per il no e per il ni come Fini oltre la Lega che invita a non votare e invitaminaccia Berlusconi a fare lo stesso. Poco chiara la posizione di Di Pietro che fedele alla sua politica opportunistica non si capisce se invita a votare no o addirittura a non andare a votare. La stravaganza del soggetto è ormai nota a tutti e qualunque suo atteggiamento bisogna guardarlo nell’ ottica della convenienza elettorale senza meravigliarsi. Una volontà è comune a tutti i partiti: l’ affossamento di questo referendum con la automatica conferma della legge elettorale in vigore . Tutti la detestano a parole ma tutti la vogliono nei fatti. La legge elettorale in vigore si ispira al più remoto e becero comunismo dove l’elettore veniva invitato a votare solo per la lista ed ai candidati ci pensava il partito. In base alle premesse, sbandierate in questa campagna referendaria, volutamente assonnata per non aprire gli occhi ai gattini, alla chiusura delle urne ogni partito darà la propria lettura del risultato. Seguendo un malcostume tutto italiano di dare un significato di appartenenza politica al voto referendario, ogni partito si approprierà del sì o del no. Pannella, questa volta in buona compagnia con la Lega Nord, si approprierà anche di quelli che saranno andati al mare fregandosene di tutto. Io personalmente sostengo il sì a spada tratta perché la legge elettorale attuale è la negazione di ogni forma di democrazia e permette ogni nefandezza . Basta scorrere l’elenco dei nostri parlamentari per comprenderne l’iniquità. Sono stati eletti, anzi nominati dai loro capi, vallette, attorucoli, portaborse, rifiuti di partito e altri poveracci, senza arte né parte, messi là per dire sì e no a comando. Mi hanno tolto anche la soddisfazione di sentirmi importante per un mese, il tempo della campagna elettorale, durante il quale tutti i candidati mi chiedevano la preferenza. L’unico modo per dare una mossa alla melma che è diventato il parlamento italiano è votare sì, non si deve perdere questa buona occasione. Votando sì non penso che si precipiteranno a sostituire quella legge obbrobriosa con una migliore ma almeno saranno costretti a parlarne. Per questi motivi andrò a votare e voterò sì, cercando di convincere a fare lo stesso tutti quelli che conosco. Un solo cruccio mi tormenta, il mio sì sarà conteggiato da Franceschini come un voto al PD. Mi dispiacerebbe molto essere reclutato in un partito di persone dedite solo a spiare nelle camere da letto e nelle piscine della gente senza interessarsi minimamente alle esigenze reali delle persone. Pertanto mi siete buoni testimoni, sappiate che dai voti che il PD si assegnerà l’indomani della competizione referendaria dovete sottrarne almeno uno, il mio.

AUTOREFERENDARIO

domenica 14 giugno 2009

L'uomo libero

L’individuo in questione è il fautore del nuovissimo pensiero filosofico de “ l’uomo libero”.  Un uomo libero che, secondo il nuovo Machiavelli carinolese è colui il quale ha la libertà di fare il cazzo che vuole, di fare una promessa oggi e negarla domani, la libertà di “cambiare giacchetta”, la libertà di saltellare da sinistra a centro e a destra con una disinvoltura neppure paragonabile a uno dei precursori di tale concezione, ovvero Mastella e i suoi adepti nostrani. Un uomo che liberamente si pulisce  il culo con  le promesse fatte,  come ad esempio quella delle guardie ecologiche, un uomo libero di dire di no al concorso dei vigili nonostante sia uno dei punti del programma elettorale della sua maggioranza e da lui stesso sbandierato dai balconi. Un uomo che prima voleva portare le ecoballe sulla sellecola e poi liberamente ha  festeggiato il dissequestro del sito in questione. Una persona che da capogruppo del Pd diventa uomo forte del Pdl, un saltello politico fatto, naturalmente, in tutta libertà. Una persona che nella passata amministrazione era addetto alla supervisione della creazione del PUC ma logicamente, libero com'è, non ha fatto nulla ma solo false dichiarazioni. Una persona che  pur ricoprendo la carica di assessore all’ecologia non ha un minimo progetto che sia attinente al suo assessorato il quale, libero di fottersene, preferisce dedicarsi a cose più importanti, come spostare i suoi voti da una parte all’altra. Non ancora avete capito di chi stia parlando? Ma come? non sapete chi è l’uomo più libero del comune di Carinola? Impossibile. Io sto parlando della persona più falsa, incompetente, giuda ma libera del nostro territorio, ovvero il vicesindaco Luigi detto Giggino De Risi il quale a parer mio è libero di andare a fare in culo visto che oltre alla sua libertà d’intrallazzare non ha dato nulla al nostro territorio. Sono sicuro che il vicesindaco De Risi da uomo liberò qual è non si sia offeso da queste quattro righe espresse in piene e vera libertà. Ah dimenticavo se poi iniziate con la pippa che è facile nascondersi nell’anonimato posso solo rispondere come farebbe il nostro caro Giggino e cioè “io sono un uomo libero” e quindi faccio il cazzo che voglio. Morite.

Il ritorno dei facoceri feroci