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venerdì 29 agosto 2008

Una spolverata di magìa

Una sottilissima polverina multicolore è iniziata a cadere sul paese già dalle prime ore del pomeriggio, ma pochi l’hanno avvertita. Solo qualche sognatore si è accorto che nell’aria c’era qualcosa di strano, qualcosa di raro, e ha alzato gli occhi verso il cielo a scrutare ciò che di diverso percepiva.
Poi, impercettibilmente ma insistentemente, la dimensione spazio-temporale ha cominciato a modificarsi. I suoni e i rumori sono diventati ovattati, sottili, come musica che veniva da molto lontano; le persone sembravano danzare sulle nuvole; le case e le cose, senza più gravità, sono diventate leggere, aeree, quasi evanescenti. Un’invisibile sfera di  calma ha avvolto tutto il Borgo dei Carani, isolandolo dal resto del mondo e,  all’improvviso, le porte della Sera si sono aperte per lasciare entrare la magìa…del Lunarte Festival.
L’incantesimo è iniziato.
Camminare per le stradine e trovarsi immersi nella realtà spazio-tempo-persona del Teatro Ma Asase, che  grida quasi sottovoce “sono qui anch’io” e sottolinea la necessità di condividere uno spazio con gli altri in cui non ci si senta stretti; uno spazio che divenga casa, che  divenga  vita, che divenga semplicemente esistenza. E che sia prima di tutto ‘accoglienza’.
Ritrovarsi catturati nei monologhi educativi di Marco Luciano o nell’ intensa Africa di Eduardo Ricciardelli, succhiata e rinsecchita da un occidente troppo ingordo, troppo vorace.
Teatro che fa sorridere, che fa divertire, che fa gioire.
Teatro che fa pensare.
Lasciarsi ipnotizzare dal fuoco che rallegra, che rischiara, che esorcizza le paure del buio e  tiene lontane le creature della notte.
Lasciarsi guidare dal flusso di gente che va, va, va chiusa in una dimensione fantastica, stretta nell’ abbraccio del Sogno.
Lasciarsi infine trascinare dai gioiosi ritmi balcanici della Zavasta Orkestar, senza pensare ad altro, e diventare tutt’ uno con la musica.
Sognare, sognare, sognare…
Tutto questo è stato il Lunarte Festival fino a quando la Luna, stanca e libera di girovagare per il cielo,  non ha deciso che era ora di andare per lasciar il posto al Sonno e al Sole.
Merlino

giovedì 28 agosto 2008

Insieme per Mangiare

La vita amministrativa è in pratica bloccata da mesi a causa di alcuni contrasti che hanno spaccato la maggioranza in due. No, non vi preoccupate: i temi che stanno dividendo i nostri politici non riguardano noi, ma loro. Non è l’argomento principe della campagna elettorale, la rescissione contrattuale con la SACOM per la gestione cimiteri, a dividere gli amministratori, né tanto meno il fallimento delle cinquanta guardie ecologiche promesse e mai mantenute, e neppure la figuraccia del concorso per vigile stagionale conclusosi in un nulla di fatto, ma di cose molto più importanti.


Tenere spazi pubblici puliti? Ma certo che no.


L’argomento che ha diviso in due la coalizione di maggioranza, dove troviamo da un lato Gennaro e il suo braccio destro il nazicomunista Mattia con tutti i suoi seguaci e dall’altro lato Marcantonio, Giggino e Massimo, è il controllo dell’ufficio tecnico. Proprio così: le due correnti stanno cercando in tutti i modi di mettere a capo dell’ufficio rispettivamente un proprio uomo di fiducia.


Ma perché tanto interesse su l’ufficio tecnico? La risposta è semplice, ovvero tanti bei $$$$$$$$$$$$$$$$$$. Marcantonio durante la campagna elettorale aveva promesso che al comune sarebbe stata cancellata qualsiasi traccia dell’era dibiasiana e quindi Montanari, boss indiscusso dell’ufficio tecnico dell’era Di Biasox, avrebbe dovuto fare le valige per altri lidi. Quindi, Marcantonio Giggino, e Massimo hanno avuto la bella idea di proporre una persone dall’alta fiducia dalla grande professionalità e dall’indiscussa etica morale, tutte qualità identificate nella figura del sig. Perillo. Come chi è? È il leader del team tecnico che ha individuato la cava di via Vaglie come sito per eco balle. Proprio così, il sessano Perillo che ha fatto carte false per inserire all’ultimo momento la cava di Casanova nella lista nera dell’emergenza rifiuti è l’uomo di punta che si vuole sostituire a Montanari, persona con un piede a Casal di Principe e uno a Carinola. Dall’altra parte invece si sta facendo il possibile per conservare tutto come è da anni, determinando così una sorta di eterno ritorno del Di Biasio style. Sono sicuro che già stanno girando vorticosamente le palline di tutti coloro che giù al presidio hanno dato l’anima, per la difese del territorio. E’ sicuramente superfluo ricordare tutti i patemi, le preoccupazioni, le delusioni, l’unità e infine la gioia dello scampato pericolo. Come è superfluo ricordare la passerella, i vari accordi segreti, i vari complotti, le varie alleanze, tutto rilegato con una sana ipocrisia dei cosiddetti politici che alla fine dei giochi hanno avuto la sconsideratezza di prendersi il merito dello scampato pericolo, vedi Mannillo ad esempio, che in quel periodo non ha avuto nemmeno le palle di dimettersi da vice sindaco di Di Biasio, pedina importante dell’affare sfumato. E come non ricordare tutte quelle belle parolacce dai vari marcantonio, i vari massimo, i vari giggino nei confronti di Perillo che oggi come niente fosse viene proposto come homo novo dell’ufficio tecnico. Per non parlare della corrente di Gennaro che alla fine dei conti sta confermando la stessa linea del suo maestro Di Biasio, cercando di lasciare tutto come è. Mio nonno dice che “meglio nu mariuolo che nu traffichino”… io a questi due stereotipi preferisco l’uomo onesto. Montanari si Montanari no Perillo si Perillo no; è questo che in questi mesi si fa in comune una lotta carnale tra le due fazioni in modo da conseguire piena influenza sugli affari che contano. Insieme per cambiare, per non cambiare nulla, non è il Gattopardo ma quello che abbiamo di fronte agli occhi. Tutto è fermo, anzi no, dimenticavo la mezza facciata del campanile a Casanova. E’ sempre la stessa storia, del resto sono sempre gli stessi a fare gli stessi giochi ovvero quello del mettere a posto i proprio uomini di fiducia. “Questo lo metto nella segreteria quell’altro nello staff … ah i vigili!!! mannaggia a Tuozzi che ha bocciato tutti e mo’ come faccio, allargo la segreteria a venti persone? No no devo sacrificare qualche posto se no perdo l’ufficio tecnico”. Parole probabili al comune, mentre fuori dove c’è la vita, abbiamo ville sporche, prive di qualsiasi tipo di manutenzione, campi fatiscenti, monumenti importantissimi come ruderi e quando si fa qualcosa lo si fa male, vedi S. Francesco che dopo la cosiddetta ristrutturazione ha problemi idrici e nuove lesioni … loro dicono che e’ l’intonaco …. è il muro coglioni! Un fallimento totale, ma trovatevi un lavoro!!!!!!!!


Grattachecca

mercoledì 27 agosto 2008

Rapiti dalla Luna

Mi fa davvero impazzire star senza far niente. Sono naturalmente coinvolto da tutte quelle attività che apparentemente non hanno senso. Come quella che stavo vivendo in questo periodo, fin quando non mi è giunta una strana telefonata; mi disse di essere un misterioso visitatore lunare, ma prima acchitto però quella voce mi ricordava qualcuno. Ma chi?? Buonasera, buonasera, faceva lui. E poi solo sospiri affannosi, come se dovesse rivelarmi qualcosa di magico, un segreto, una formula magica, una ricetta. Certo è che quello che fece fu di riattaccare la cornetta, così che non mi restò altro da fare che tornare sul divano e fumare una cicca.
Passarono giusti venti minuti, che ero assopito, quando bussarono alla porta….Andai ad aprire e mi imbavagliarono, così che non potei chiedere aiuto. Ma vidi un viso giullaresco che portandosi un dito alla bocca mi fece…ssst!! …stasera ti porto al Lunarte Festival: spalmati questa crema, cambia l’orecchino, metti questo d’oro, indossa questo gilet e non fare più domande, vedrai che non sarà difficile improvvisare…Si il trucco è proprio questo: improvvisare, anche passeggiate, fermarsi, cambiare rotta, fissarsi di colpo, e riprendere a remare.
 L’idea è quella di rapire e lasciarsi rapire, spingere. Attori romani e napoletani, di origine afgana e africana e ora al centro di progetti. Rapire chiunque visiterà giovedì sera il borgo Carani, sotto una notte senza luna,(anch’essa già rapita, sparita, segregata, in qualche pozzo), che al momento giusto diffonderà su tutti dolci sussurri.
Prima però ci sarà tanto da ridere, coi mangiafuoco, i giullari, i piccoli-mimo. Pronti dunque per un viaggio di una sera e di una notte, che non potrà essere dimenticata da chi verrà a danzare sulle note gitante dei Zastava Orkestar, banda di musica balcanica che ha in mente di riprodurre suoni e atmosfere kusturiziane, di farci liberare coi sorsi di vino rosso….ssstt!!!....Prima che arrivi l’alba di questa lunghissima estate, potremo scacciare via tutti i demoni e buttarli via nei pozzi, quando andremo tutti a liberare la Luna….
Ze Masi e Ze e mase

martedì 26 agosto 2008

Come ammazzare un amico e vivere soddisfatti

     Chi non ha desiderato almeno una volta nella vita di ammazzare un amico che ci ha fatto un torto o ci ha fatto star male per qualche motivo?! Penso che sia successo un po’ a tutti. In casi come questo la vendetta è d’obbligo, o non si supererà mai quel senso di frustrazione che ci opprime.

Ebbene, se volete togliervi dallo stomaco quel peso che vi angoscia, non c’è altro modo per rimettervi in carreggiata: impiccatelo!
Studiare come togliere di mezzo la causa del vostro malessere è la cosa che più vi darà soddisfazione, ma bisogna esaminare bene il soggetto da eliminare e poi passare ai fatti.
E’ opportuno, infatti, procurargli una sofferenza lenta e pungente, prima di dargli il colpo finale.
La vendetta è un piatto che va sempre servito freddo!
Per cominciare, chiedetegli il grande favore di farvi scrivere delle medicine dalla dottoressa Mazzucchi, perché voi siete occupatissimo quel giorno e avete assolutamente bisogno di un medicinale…. Se è un vero amico non vi negherà il suo aiuto.
Dopo due ore di anticamera in uno studio affollatissimo, a sentire lagne di pazienti, variazioni di ricette da cucina o a sopportare le lunghissime intromissioni degli informatori farmaceutici, state pur certi che uscirà da quello studio con un forte mal di testa e con un tal senso di avvilimento che la sua spavalda sicurezza comincerà a vacillare.
Il primo gradino è superato.
Per peggiorare il suo malessere, invitatelo poi a cena da vostra nonna, dicendogli che ci sono le vostre belle cugine appena arrivate dal nord e che volete assolutamente fargliele conoscere. Da buon maschio latino, non dirà di no e vi seguirà con piacere. Ma, sorpresa delle sorprese! Invece delle cugine che hanno perso il treno, fategli trovare i vostri carissimi amici Guiduccio e Mimmo che, tra una fettina di vitello con piselli e una mozzarella con insalatina mista, lo bombarderanno di rosari e vite di Santi fino a fargli venire un’ indigestione epocale.
Non c’è problema. Quattro passi lo rimetteranno in sesto. Fategli fare, quindi, un giro in macchina verso Casale, dove un gruppo musicale eseguirà, cosa rara, le sue canzoni preferite, quelle di un cantautore inglese molto bravo che, purtroppo, non è più tra noi….
Ma che jella! Anche questa informazione era sbagliata!.... E dopo un’ora di Mimì Palmiero, il vostro amico sarà in seria agonia.
Bisogna solo dargli il colpo di grazia!
Ritornate a Casanova e offritegli un caffè prima di lasciarlo, ma un buon caffè. Uno di quelli che hanno fatto la storia baristica del paese.
Ma… guarda, c’è Giovanni che canta! Che facciamo? Ci fermiamo un attimo in piazza a sentirlo?… Nooo, ti prego! Dopo Mimì Palmiero, Giovanni no!
Allora, portatelo al bar di zi’ Giuannina e ordinate un caffè…
Ottimo!... Ma dopo qualche minuto, ecco che cominciano i torcimenti di pancia, dei torcimenti così forti che non si riesce a resistere. E mentre vedrete il vostro amico sbiancare in viso e salutarvi in tutta fretta per correre a casa, un senso di leggerezza si diffonderà in tutto il vostro essere.
Vendetta è fatta! E credetemi: niente vi darà miglior soddisfazione!

Il giustiziere della notte



mercoledì 20 agosto 2008

Collaborazione si… collaborazione no

Alcune parole sembra che non facciano parte del vocabolario carinolese. Tra queste, quella più sconosciuta sembra essere: “collaborazione”.
Il Garzanti dice che collaborare significa “contribuire con altri alla realizzazione di un progetto, di un’opera; partecipare a un’attività comune anche di tipo intellettuale”.
Perché da noi non esiste questa parola o esiste solo saltuariamente?... Forse perché non crediamo tutti nelle stesse cose.
Se diamo uno sguardo al passato, possiamo prendere lezioni dalla Storia, come sempre: l’ Impero Romano è stato grande e potente finché tutti hanno creduto nelle stesse cose e collaboravano per la grandezza di Roma. Quando poi è arrivato il Cristianesimo a ‘rompere le uova nel paniere’, l’ Impero è imploso su se stesso perché non si credeva più nelle stesse cose.
Non è cambiato molto.
Le iniziative si arenano per gli stessi due motivi: perché mancano le collaborazioni o perché chi le cerca in realtà le respinge, consapevolmente o inconsapevolmente, chiudendosi in un uovo difensivo che, col tempo, invece di aprirsi alla vita, si annacqua e poi implode. Questa chiusura è o potrebbe essere scambiata per arroganza e quindi ha un effetto respingente.
Oggi come oggi, le collaborazioni sono necessarie perché una realtà così complessa e articolata come la nostra, anche se ristretta, è difficile da gestire. Ci si stanca, si corre il rischio di ripetersi e di afflosciarsi…. Si avrebbe bisogno di una pausa, di passare il testimone a qualcun altro, ma non c’è nel nostro territorio, la cultura del collaborare.
E forse non ci sarà mai, perché più passa il tempo e peggio è.
Ci si trincera dietro i “poi”, i “vedremo”, i “devo pensarci”, ma quello che effettivamente va avanti sono i “chi me lo fa fare!” e i “chi se ne frega!”
La pigrizia ha raggiunto più che mai, nel nostro Comune, livelli patologici.
Le uniche realtà che riescono a resistere a lungo sono quelle impiantate sul sacrificio dei pochi o dell’unica persona che si accolla le fatiche di molti.
Sappiamo benissimo come vengono considerate queste persone dagli altri e anche da se stesse, ma se non ci fossero loro a portare la croce, tante cose non si farebbero e rimarremmo impantanati in una dimensione così piccola da risultare poi soffocante.
Eppure le collaborazioni stentano ad arrivare…
Persino le associazioni che nascono con tanto entusiasmo, sugli stessi interessi di tutti i soci, finiscono col vivacchiare fino a quando non esalano l’ultimo respiro e di loro non rimane che il nome.
Se non cambiamo atteggiamento, le varie Nessun Dorma corrono il rischio di trasformarsi in Tutti Dormono. Sonoramente.
Lady Oscar

domenica 17 agosto 2008

Questo passa il convento…!

Dove si va stasera?... C’è solo l’imbarazzo della scelta.


Ogni serata di questa calda estate è ricca di eventi: piano bar qua, gruppo jazz là, musical a Casanova, Palmiero a Casale, Lunarte Festival a Ventaroli, Concerto a Nocelleto, notte delle stelle, notte bianca, sagra dell’olio nostrano, sagra della fresella, delle penne, delle cozze, della porchetta, delle anguille e baccalà, dell’uva e chi più ne ha più ne metta, tutto fino a settembre. E poi?

E po’ s’addorm’ a criatura!



Intanto a questi giovani, e non solo, diamogli un’estate movimentata, facciamogli fare un’ indigestione di iniziative musicali e mangerecce; diamogli bar aperti fino alle tre di notte (ahia!) dove possono scolarsi birre e liquorini a più non posso; che importa se poi vanno in villa a fare il tiro a segno con bottiglie di vetro, a urlare come ossessi rompendo le scatole a chi ha necessità di dormire perché la mattina deve lavorare; che importa se poi cadono per terra come sacchi fradici che non si reggono in piedi… che importa se strombazzano col clacson fino alle quattro del mattino o se rompono i timpani con i loro autoradio a tutto volume… Intanto si sono divertiti! D’ altra parte, d’ estate tutto è permesso…

A onor del vero, un’estate così ricca di iniziative non si era mai vista. Non sarà un modo per distrarci da altre cose?...

Ricchissima di eventi la sagra dell’olio. Bellissima e affollatissima la notte bianca.

Il nostro assessore alla cultura si è dato molto da fare e gliene dobbiamo dare atto, ma dobbiamo anche fargli notare, insieme al resto dell’Amministrazione naturalmente, che la vita del Comune continua anche dopo l’estate. Continua per tutti: per i bambini, i giovani, i meno giovani e i vecchi. Si certo, bambini e giovani andranno a scuola, ma sappiamo benissimo che la loro energia è inesauribile e ha bisogno di sfogarsi in qualche modo, possibilmente in modo positivo. E allora come vogliamo farla sfogare quest’ energia se non mettiamo a disposizione strutture adatte alla loro crescita? E come vogliamo far sviluppare questo Comune se non vengono approntate un minimo di strutture che possano far crescere i nostri giovani e richiamare un minimo di turismo, anche se endogeno?

Se togliamo il Campo Sportivo e gli inadeguati campetti di calcetto, Carinola non ha alcun tipo di struttura ricreativa, sportiva, culturale, sociale. Il Palazzetto dello Sport che dovevasi costruire a Nocelleto sembra destinato a rimanere una di quelle cattedrali nel deserto tanto famose in Italia. Il sociale, poi, è lasciato solo agli organismi religiosi e non c’è stata una continua e seria attenzione verso i più deboli e i vecchi da parte delle varie amministrazioni comunali.

Forse un Consultorio non sarebbe male…

Urgono, sul territorio, spazi sicuri per i giochi dei bambini e per il riposo dei vecchi. Urgono strutture sportive più consistenti di un semplice campetto di calcio, le quali possano impegnare tanti giovani. Urgono strutture per la vita culturale e artistica del Comune. Tante cose urgono…

Incrementiamo pure l’economia qualificando meglio la nostra agricoltura perché meglio possa fronteggiare le spinte competitive del mercato, ma non dimentichiamo tutto il resto.

E’ chiaro che non si può pretendere l’impossibile, neanche da chi dimostra di avere tanta buona volontà, ma se vogliamo veramente guardare verso il futuro, facciamolo a trecentosessanta gradi.

Credo sia arrivato il momento di cominciare a farlo.


Merlino



domenica 10 agosto 2008

Forze che si disperdono

     Mi è piaciuto molto l’inizio del post della nuova associazione Nessun Dorma: “non possiamo più permetterci di rimanere ognuno confinato nella propria isola…” E’ una verità che dovrebbe essere tenuta presente sempre, soprattutto da tanti giovani casanovesi.
Su questa frase mi piace fare delle considerazioni e coinvolgere  tante persone nella discussione, se può interessare.
Casanova, insieme a Casale, è il paese che più si occupa di cultura e di tante iniziative positive, basti pensare alle tante realtà che vivono ed operano in questa frazione:
il Comitato Cittadino
la Compagnia Teatrale ‘A Scarpasciota
il Gruppo Folk ‘A Cetta
la Cantina Culturale Calena
l’Associazione Nessun Dorma.
Forse dimentico qualcosa?... Si, tutte le varie realtà religiose legate alla Parrocchia e al Convento.
Ben vengano tutte queste realtà culturali, sociali e religiose se riescono, ognuna nel proprio specifico, a dare dei contributi positivi alla vita del paese, ma è assolutamente necessario superare lo scoglio dell’isolamento o altrimenti sono solo forze che si disperdono senza creare granché.
Quando dico che bisogna superare lo scoglio dell’isolamento intendo dire che non ci si deve accontentare della partecipazione a questa o quella iniziativa messa in atto da questo o quell’associazione; no! Bisogna saper collaborare. Si, col-la-bo-ra-re!
Collaborare significa dire sì se un amico appartenente a una di queste realtà ti chiede una mano; significa farsi avanti e chiedergli se ha bisogno di aiuto se lui non te lo chiede. Forse non te lo chiede perché non ci ha pensato o perché ha paura di disturbare. Significa mettere a disposizione un po’ del tuo prezioso tempo per gli amici che stanno facendo qualcosa di buono per la comunità. Significa, in breve, rendersi disponibili.
Molto spesso si ottengono solo ‘no’ camuffati dietro improrogabili faccende o occupazioni, ma tutti sappiamo che è solo inguaribile pigrizia o mero menefreghismo!
    E scusatemi se lo dico chiaramente, ma i meno disponibile a collaborare sono proprio i giovani, o molti giovani, che orientano le loro forze e i loro interessi verso cose forse più eccitanti o più rilassanti, dipende dalla persona, ma non spendono una briciola di energia per il loro paese.
   Non siamo all’altezza delle loro possibilità forse o dei loro interessi?  beh, la crescita di una comunità dipende dall’apporto di tutti, e se tanti non collaborano ci vuole certamente più tempo a crescere.
Ora sento con piacere Salvatore o Antimo ( non so chi ha scritto il post) che dicono che non possiamo più essere isole… Finalmente, dico io! E’ una vita che lo stiamo dicendo senza tanto successo! Meglio tardi che mai!
    Non più isole dunque, e non solo per il nostro territorio fisico a rischio monnezza, ma per tutto!
Cerchiamo di liberarci un po’ della pigrizia e del menefreghismo che ci caratterizza perché  se si cresce, si cresce tutti insieme! 
Galatea

sabato 9 agosto 2008

Ultime dalle olimpiadi del TreSette

SUCCEDE IN CITTA'

Clamoroso. Corvino fuori dai giochi. "Mi hanno boicottato, ottavi senza i campioni".


Corvino salvato dall'aceto.

Un mancamento improvviso alla vista del figlio qualificato mentre lui ignominiosamente falliva il passaggio agli ottavi.
La serietà della situazione è stata chiara fin dal primo momento. Solo un pronto intervento con i sali ha permesso di salvare il noto giocatore da una corsa all'ospedale.
Intanto la commissione disciplinare prosegue gli accertamenti sulla terza partita, al centro di polemiche. I tifosi puntano il dito: "la Napoli andava fatta"



I RISULTATI:
Vittoria "di peso" della coppia Giacommino-Giulio
Partite a gironi: Fuori Michele e Mario. Chiudono a tre punti.
I protagonisti: sconfitta immeritata. Ma Giacommino gongola e rincara la dose: "per una volta il vangelo è stato sconfessato: gli ultimi sono rimasti ultimi".

Dino: se non vinco lascio Casanova e torno a Roma.
"I bookmakers mi danno favorito". Ma è subito polemica sulle quotazioni. Sorvillo jr.:"ha scommesso su se stesso".

Sciammereca: lo special one.
Anche Dino si sbilancia: "è un campione". E Zio Felice lo fa osservare in vista della prossima rosa mondiale.

L'INTERVISTA:
Il segreto di Mast'Egidio: "divento un tutt'uno con le carte".
Ma gli avversari accusano: "si fanno i segni"

LA NOVITA'

Antonio il sincero dice una bugia: è polemica.

L'EDITORIALE
Il 28 piombo

IL FRONTE SICUREZZA
Terrore ai Giochi: visto Mast'Egidio scappare col prosciutto.
Armando e Fiore: ci bastano i salami

LA POLITICA
Il Sindaco non partecipa: è bufera.
Mannillo: "Non voglio nemici". Alla domanda sul perchè risponde: "non parlo con la stampa".

Zio Felice: un fantasma che si aggira per i tavoli

Clamoroso: Il Maggiore boicotta i giochi.
Visibilmente alterato, espone la bandiera: "BASTA SFILATE INUTILI: TIBET LIBERO"

Il professore: tutti contro di me
Il commissario esterno denuncia il clima di ostilità nei suoi confronti alla vigilia degli ottavi. In serata la brusca frenata: "al prosciutto ci sarò"

IL SOSPETTO
Abbondanza pescato in una bettola.
Ma ai test antidoping risulta negativo: nessuna traccia di sangue.

L'ombra di tressettopoli sul torneo.
Marrafino: "qualcuno voleva dopare l'intera squadra". Di Donato confessa: "si, mi sono dopato".


venerdì 8 agosto 2008

De tressettis


Il Primo Trattato sul Gioco del TreSette risale al 1750, scritto da un tal Chitarella. Esso è compendiato da un decalogo di regole essenziali che determinano lo spartiacque tra l'onesto giocatore e la bestia. Le differenze chiave poi la fanno la capacità di memorizzazione delle carte in uscita e l'esperienza sulla probabilità di vittoria in giocate a rischio.

Ma a distanza di 2 secoli, sono le regole di Chitarella ancora attuali, nel gioco agonistico e violento pieno d'alcool e bullismo dei baracci di periferia? Il presente post intende rivedere con un nuovo occhio critico il decalogo chitarelliano dell'"Onesto Giuocatore":

1. Chitarella dice:

Di prima mano, con il tre, non devi mai bussare.

Un'antica valutazione del più attuale: "Chi bussa perde l'asso". A gioco ancora coperto, dichiarare di comandare sotto un palo da un indubbio vantaggio informativo all'avversario. Numerose scuole aborrono ancora oggi la dichiarazione di Tre. Chi ha il Tre deve vedere scorrere il gioco ed eventualmente intervenire, mai guidarlo. In prima manus soprattuto. Esemplare e Chiarificatore. Validità Attuale: 100%

2. Chitarella dice:

Se hai una rientrata puoi bussare forte e risoluto.

Del genere, fuori tutto, posso riprendere altrove e farmi 2 pali buoni. Solo una bestia potrebbe non eseguire. Validità Attuale: 100%

3. Chitarella dice:

Si usa bussare con tre carte oltre l'ammattatore (carico).

Nel gioco classico, non si chiama un gioco senza averlo almeno terzo, a rischio di subire la "messa a giro" degli avversari del proprio carico. In un gioco prudente, la chiamata dell'Asso Terzo è già un bel rischio, e personalmente l'aborro, ma il Due terzo può essere interessante. Il Tre terzo rischia di essere un gioco molto debole, ed andrebbe chiamato solo se non ci sono alternative migliori. Bussare con il Due secondo è Gioco Estremo a rischio di bestialità. Il Tre secondo si striscia subito e poi si riesce con la più bassa (rischioso anch'esso). Validità Attuale: 70%

4. Chitarella dice:

Col re quarto, accompagnato da cavallo e donna, bussa per malizia.

Altrimenti definito "Liscia e Busso" o Liscio Vero. Se non si ha per riprendere (da lì la chiamata "Fuori la Napoli", magari è meglio starsi zitti. validità Attuale: 50%

5. Chitarella dice:

Con il re o l'asso terzo non si bussa ne' si scarta.

Ponderata specificazione del punto 3. Chiamare Terzo Liscio con il Dieci spesso serve a farselo mettere a giro. Evitabile. Validità Attuale: 100%

6. Chitarella dice:

Sapendo che il compagno ha il tre, gioca il due del tuo ventotto.

Regola spartiacque tra il Giuocatore e la Bestia. Giocando il Due, anche se il Tre non cade, ci si assicura una presa e si constringe eventualmente l'avversario a tirare fuori le figure. Una chiamata con il Ventotto fatta con una scartina è da aborrire, dato che consente all'avversario di tenere il Tre, utilizzare utilmente un Re o un Cavallo e cambiare sicuramente gioco. Validità: 100%

7. Chitarella dice:

Se hai il venticinque col re, e' di regola bussare col tre.

Lo sapevate? Personalmente mi sfuggiva. Bella chicca che aiuta a regolarsi. Validità: 250%

8. Chitarella dice:

Di solito gioca al seme dove scartano gli avversari.

Molto raffinato. Non basta guardare il proprio scarto ma conviene guardare quello degli avversari. Esso probabilisticamente fornisce un informazione doppia e giocare allo scarto combinato dei due spesso garantisce una giocata azzeccata. Un corollario immediato del teorema è quello secondo cui si dovrebbe evitare di fornire all'avversario un informazione troppo facile e diretta sul proprio scarto (se il mio compagno scarta ripetutamente coppe, evitare di farlo anche noi, eventualmente piombando una carta di rientrata) .... Si rischia ovviamente la bestialità. Validità Attuale: 80%

9. Chitarella dice:

E' vergognoso giocare contro lo scarto del tuo compagno e giustificarti che ti eri distratto.

Meditate gente, meditate. Validità: Indiscussa

10. Chitarella dice:

L'avarizia e' sempre una brutta cosa ma alle carte e' deleteria.

Fulminante. Analogo della regola del Sacrificio degli scacchi (e chi dice che il Tressette non è filosofia eh?). Personalmente, che sono risicone di natura e tendo a giocare sulla difensiva (anche a scacchi) dovrei imparare da questa regola a fare meno la Bestia.

11. Chitarella dice:

Preoccupati di fare prima il punto, se vuoi essere buon giocatore.

Regola ambigua. Potrebbe essere un richiamo al vizio inveterato (anche nel sottoscritto) di voler fare l'ultima presa (o altrimenti di "Chiudersi in Mano") sacrificando prese e punti nella fase iniziale ed intermedia del gioco. Va moderata con la precedente. Anche quì andiamo genericamente sul filosofico.

Le mani controverse a cui andrò incontro in futuro potrebbero essere postate per un più ampio commento da parte della comunità scientifica tutta.

(..........Se non smette di piovere, quì sono guai...........)


il tressettista silenzioso

domenica 3 agosto 2008

Cultura di parte

Alla fine della stupenda rappresentazione di “Forza venite gente”, messa in scena dalla Compagnia Teatrale ‘A Scarpasciota, gli spettatori se ne andavano a fatica, incapaci di staccarsi dai ragazzi che avevano regalato loro una serata bellissima, piena di emozioni. Le loro straordinarie voci e la loro maturità scenica hanno messo in risalto le grandi potenzialità che questo Comune vanta e che, ahimè, non vengono aiutate a crescere e a formarsi.

Forse nel Comune ci sarebbe bisogno di un Auditorium. Magari a Casanova che vanta tradizioni teatrali antiche; così si smetterebbe di vedere gli amici della Scarpasciota lavorare come schiavi sotto il sole e con il rischio che un acquazzone scombussoli tutta la grammatica e mandi a monte il lavoro di mesi in un attimo. E si smetterebbe di ritrovarsi tra i piedi dirigenti scolastici così fifoni e mentalmente rigidi, come quello in cui si è incappati quest’anno, che prima di concedere l’esterno della scuola, dico l’esterno, ha preteso domande in carta da bollo! Alla faccia della collaborazione tra scuola e territorio tanto declamata nelle indicazioni del Ministero della Pubblica Istruzione!

Un altro aspetto che certo non aiuta la crescita culturale del nostro Comune è la ben nota e antipatica latitanza dell’ opposizione alle varie manifestazioni culturali dell’Estate Carinolese….

Cultura? Certo, ma solo se è organizzata dalla propria parte politica. Se è organizzata dall’ ‘altra parte’ se ne può fare volentieri a meno! E’ un comportamento questo che ha sempre distinto le nostre Amministrazioni.

Cultura si, ma di ‘colore’!

Così, mentre gli amici si impegnano al massimo per regalare ai concittadini manifestazioni di un certo livello culturale, si può tranquillamente vedere gli ex consiglieri comunali seduti davanti al bar a bere una birretta con gli amici o l’ex assessore alla cultura passeggiare per le strade del paese con noncuranza. Tanto non sono più fatti loro!

E meno male che chi produce cultura non se frega più di tanto di certe cose e lavora senza pregiudizi, sia con quelli di destra che con quelli di sinistra o con quelli di centro, perché la cultura, che piaccia o no, non ha colore politico, anche se si tende a darglielo.

Bravi gli amici della Scarpasciota che hanno allestito uno spettacolo veramente straordinario, pieno di fascino, bravissimi i giovani attori, meno bravi i nostri politicanti che con il loro snobismo politico sono sempre un pessimo esempio per tutta la cittadinanza carinolese.

mercoledì 30 luglio 2008

Proiezione di "Biutiful Cauntri"


"Non possiamo più permetterci di vivere ognuno confinato nella propria isola; gli ultimi tristi eventi che ci hanno così direttamente colpiti devono aprirci gli occhi su un aspetto fino ad ora forse sempre troppo sottovalutato: la NOSTRA terra deve ritornare ad essere tale. Non abbiamo più scuse; è arrivato il momento di metterci davvero in gioco.

L’Associazione “Nessun dorma” invita tutti alla proiezione - il giorno Venerdì 1 agosto alle ore 21:00 presso il Monumentale Convento di San Francesco di Casanova - di “Biùtiful Cauntri”, di Esmeralda Calabria, Andrea D’Ambrosio e Peppe Ruggiero, prodotto da Lionello Cerri e vincitore, tra i tanti riconoscimenti ricevuti, del Nastro d’Argento 2008. Ospiti della serata saranno il regista Andrea D’Ambrosio e Raffaele Del Giudice, direttore di Legambiente Campania. Nel corso della serata verrà presentata l’Associazione e verrà data la possibilità di aderire a tutti coloro che sentiranno, come noi, la necessità di cambiare le cose che non ci piacciono e di difendere ciò che di bello abbiamo.

“Biùtiful Cauntri” non è solo uno dei tanti documentari sull’ecomafia in Campania e “Nessun dorma” non è solo una delle tante Associazioni che nascono silenziosamente e allo stesso modo muoiono. Siamo davvero pronti ad accettare questa nuova, necessaria sfida? Parliamone…

Venerdì 1 agosto vi aspettiamo: perché la vera libertà è partecipazione."

Da parte dell'associazione "Nessun Dorma", Carinola

domenica 27 luglio 2008

Pensavate che…… ma invece.


Alla vigilia dei risultati della prova selettiva per la graduatoria dei vigili stagionale, mentre l’insigne commissione di scienziati capeggiata dal colonnello e ripeto colonnello Mario Tuozzi chirurgicamente correggeva i test, nella piazzetta di Casanova esplodeva il totovigili. C’era chi mormorava che dei posti a disposizione cinque erano riservati a Tuozzi o meglio a l’ex sindaco Di Biasio e ciò che rimaneva doveva essere spartito tra il sindaco Mannillo, Grimaldi e Di Lorenzo; chi addirittura sosteneva che nel momento in cui qualche spregiudicato secchione e/o un non cliente che grazie all’ausilio della sua preparazione malauguratamente avrebbe conquistato i primi posti, sovvertendo così le cambiali politiche, si sarebbe bloccato tutto approvando il ricorso dell’opposizione. Addirittura si mormorava che alla fine di tutto, visto l’aridità delle casse comunale, soltanto due unità avrebbero vestito la divisa da vigile. Addirittura c’era chi sosteneva che Mattia Di Lorenzo già nel periodo pre-elettorale aveva promesso solo a Casanova, ben dieci posti sicuri da vigile. Un concorso urlato dai balconi, approvato in giunta e in consiglio, un concorso che per la sua concretizzazione, i nostri rappresentanti (scusate ma dopo aver digitato questa parola sono scappato in bagno) hanno tagliato i capo settori. E invece tutto è stato vano a causa dell’ignoranza dei partecipanti. Proprio così, non è colpa loro e dei loro giochi politici, dei loro mancati accordi e dei loro contrasti ma è colpa dei partecipanti che non hanno saputo rispondere a banalità del tipo: a quanti gradi si cuoce la pasta per la pizza oppure l’anno e il mese di una dato decreto ecc. - O andate a scuola e poi ne riparliamo o decido io chi deve fare il vigile e non ne parliamo più- questo sembrava dire Tuozzi sulle colonne di un quotidiano locale. -La prossima volta la commissione la faccio io compresi i quiz e a chi dico io le domande saranno del tipo: i tre nipoti di paperino- questo, invece, ha pensato il sindaco Mannillo dopo la bocciatura di massa. Scherzi a parte, ciò che ne esce fuori da questa vicenda è l’ennesima prova del fallimento di una generazione politica la quale sopravvive grazie al voto di scambio e sul clientelismo sfrenato. Di Biasio- Mannillo due facce di una stessa medaglia entrambi sorretti, appunto, da queste metodologie e intanto chi rimane offeso sono tutti coloro che, magari, hanno sacrificato giorni in spiaggia per studiare e tentare di entrare in una graduatoria per poi sperare un giorno di guadagnare qualcosa. Tutti bocciati soltanto perché non c’è stato l’accordo politico questa è l’unica verità anche se si dirà che tutto è stato fatto secondo legge e che le domande sono in rispetto dei canoni ministeriali così come le correzioni sono state attuate all’insegna della trasparenza. Nessuno mette in dubbio queste considerazioni ma alla fine crediamo, tutti, che i vigili a Carinola non si faranno fino a che non sarà rispettata l’unica regola, ovvero la norma del voto di scambio. Adesso sicuramente assisteremo alla telenovele infinita tra il sindaco e il comandante, dove uno sconfessa l’altro buttandosi rispettivamente fango addosso ma alla gente non gli frega niente gli fregava soltanto di guadagnare qualcosa. Già m’immagino il sorriso da furbo di Tuozzi che tronfio del suo potere decisionale è soddisfatto per averlo messo a quel posto alla Mannillo team che ha fatto i conti senza l’oste, mentre il sindaco e i suoi stanno cercando di trovare il modo di sistemare i loro rispettivi clienti. Gennà ti offro un suggerimento, allarga a trenta persone la tua segreteria tanto per i vigili hai capito che non puoi fare nulla. Ah la segreteria, me ne ero dimenticato e pensare che uno staff così, caro Gennarino è invidiato anche dal sindaco di New York ma questa è un’altra storia becera della politica Carinolese. Ah dimenticavo, mi fate schifo tutti.

Jakulazione Feroce

sabato 26 luglio 2008

Trekking in montagna


Le nostre montagne sono veramente molto belle, eppure tantissimi carinolesi, soprattutto giovani, non le conoscono. Sarebbe molto interessante e salutare organizzare, nel periodo estivo, delle passeggiate in montagna e godere dell’aria pura, dei panorami mozzafiato che da lassù si possono ammirare e delle zone boscose che ancora, per fortuna, resistono.

Le tante associazioni che operano sul territorio, o la rinascente Pro Loco, dovrebbero farsi carico di un’iniziativa simile, se non altro per far conoscere, a chi lo desidera, l’ambiente naturale che ci appartiene. Ne vale veramente la pena.

Bisognerebbe partire all’alba o quasi.

E’ vero, non a tutti fa piacere alzarsi così presto d’estate, ma questa è l’ora migliore per affrontare la montagna senza stancarsi. Bastano un paio di scarpe da ginnastica, uno zainetto dove mettere acqua e merenda e un bastone per aiutarsi nella salita. Anche una macchinetta fotografica naturalmente, per chi desidera immortalare la nostra pianura dall’alto. Certo, chi è allenato non risente della fatica, ma anche chi non lo è può salire lentamente, fermarsi ogni tanto a riprendere fiato e poi ripartire.

Il percorso più comodo è senz’altro quello della Grangelsa. Partendo dalla piazza di Casanova si arriva facilmente sul posto, dove si può fare una prima sosta davanti al Santuario o tra le belle piazzole approntate dalla forestale, vedere i reperti archeologici situati dietro la chiesetta e poi riprendere la risalita.

Salendo a destra, lungo la costa di Corbellino, è possibile vedere il canale sottostante e parte dell’antico borgo dei Lorenzi. Con un po’ di fiatone, si arriva alla piana di Corbellino dove si può fare una seconda sosta. Dalla piana non si vedono panorami, ma si è circondati dai crinali dei monti circostanti che danno un piacevole sensazione di altitudine.

A sinistra della piana, inizia la strada della forestale, ampia e comoda, che in breve tempo conduce alla cosiddetta Tavola. Un panorama stupendo della pianura sottostante toglierà il fiato agli scalatori che si saranno avventurati fin là. Nei giorni di aria limpida è possibile vedere la pianura fino a Napoli, con il Vesuvio di fronte, Capo Miseno a destra e Ischia circondata dal mare.

Ci si potrebbe fermare, fare colazione e tornare indietro, ma per i più tenaci e allenati, la camminata è appena all’inizio.

Proseguendo, infatti, per la strada della forestale, ci si immette sulla Panoramica di Falciano dove termina il nostro giro che, dalla piazza di Casanova alla fine della Panoramica, è stato di una quindicina di chilometri! Troppi? Non per chi è allenato, e comunque le bellezze che si osservano dall’alto ricompensano della fatica.

E non è finita! Dalla strada della forestale che unisce Casanova a Falciano via montagna, partono diversi sentieri che portano ancora più su. Così si può salire verso Campo di Rose, proprio sul crinale della montagna, e dominare dall’alto sia la pianura campana che il golfo di Gaeta. Oppure salire a San Martino, dove si può visitare l’antico Cenobio e la grotta in cui visse il Santo. Un altro sentiero, nel canale di Sant’Angelo, porta all’omonima stupenda grotta dove, ai primi secoli della cristianità, visse l’eremita Angelo. E poi ancora su. Stesso panorama, stessa meraviglia.

Una volta lassù, ti rendi conto che vivi in un paradiso, da difendere e tutelare a tutti costi…..

E cosa vuoi di più dalla vita?

Galatea