Una sottilissima polverina multicolore è iniziata a cadere sul paese già dalle prime ore del pomeriggio, ma pochi l’hanno avvertita. Solo qualche sognatore si è accorto che nell’aria c’era qualcosa di strano, qualcosa di raro, e ha alzato gli occhi verso il cielo a scrutare ciò che di diverso percepiva.
Poi, impercettibilmente ma insistentemente, la dimensione spazio-temporale ha cominciato a modificarsi. I suoni e i rumori sono diventati ovattati, sottili, come musica che veniva da molto lontano; le persone sembravano danzare sulle nuvole; le case e le cose, senza più gravità, sono diventate leggere, aeree, quasi evanescenti. Un’invisibile sfera di calma ha avvolto tutto il Borgo dei Carani, isolandolo dal resto del mondo e, all’improvviso, le porte della Sera si sono aperte per lasciare entrare la magìa…del Lunarte Festival.
Camminare per le stradine e trovarsi immersi nella realtà spazio-tempo-persona del Teatro Ma Asase, che grida quasi sottovoce “sono qui anch’io” e sottolinea la necessità di condividere uno spazio con gli altri in cui non ci si senta stretti; uno spazio che divenga casa, che divenga vita, che divenga semplicemente esistenza. E che sia prima di tutto ‘accoglienza’.
Ritrovarsi catturati nei monologhi educativi di Marco Luciano o nell’ intensa Africa di Eduardo Ricciardelli, succhiata e rinsecchita da un occidente troppo ingordo, troppo vorace.
Teatro che fa sorridere, che fa divertire, che fa gioire.
Lasciarsi ipnotizzare dal fuoco che rallegra, che rischiara, che esorcizza le paure del buio e tiene lontane le creature della notte.
Lasciarsi guidare dal flusso di gente che va, va, va chiusa in una dimensione fantastica, stretta nell’ abbraccio del Sogno.
Lasciarsi infine trascinare dai gioiosi ritmi balcanici della Zavasta Orkestar, senza pensare ad altro, e diventare tutt’ uno con la musica.
Sognare, sognare, sognare…
Tutto questo è stato il Lunarte Festival fino a quando la Luna , stanca e libera di girovagare per il cielo, non ha deciso che era ora di andare per lasciar il posto al Sonno e al Sole.
Merlino
nn ero in zona quindi nn ho potuto partecipare, cmq dalla descrizione credo sia stata una piacevole serata. bravi ragazzi.
RispondiElimina....grandi lunarte festival....
RispondiEliminaa polverina,a dimensione spazio-temporale, a gravità...
RispondiEliminaa merlinò ma quanta cicoria t'hai fumato??
Ma che bravi che siete voi del quiquirì!!come fanno a parlare male di voi? siete fantastici!!!
RispondiEliminaC'ero anch'io al Lunarte Festival e mi è piaciuto tantissimo. Spero che questa iniziativa continuerà tutti gli anni e sarà sempre più bella.
x20,05
RispondiEliminaFaresti bene a fumartela pure tu un po' di cicoria.... saresti meno ottuso!
Anche visti dal profondo nord gli organizzatori del LunArte sembrano essere un passo avanti rispetto al contesto avvilente e conformista che spesso il circonda.
RispondiEliminaEcco qualche link di eventi simili da cui poter attingere per l'ispirazione di eventuali iniziative future:
www.ultimaluna.net
www.isolafolk.com
Tifiamo rivolta!
Virgolaz Crew
bravissimi. non ci sono altre parole
RispondiEliminaBella iniziativa, davvero, ma va sicuramente
RispondiEliminamigliorata.
Per i miei amici del Quiquirì ed anche per gli amici dell'Associazione "Nessun dorma".
RispondiEliminaVoglio dedicarvi questa poesia del Grande Charlie Chaplin:
C'era una volta una coppia con un figlio di 12 anni e un asino. Decisero di viaggiare, di lavorare e di conoscere il mondo. Così partirono tutti e tre con il loro asino.
Arrivati nel primo paese, la gente
commentava: "guardate quel ragazzo quanto è
maleducato...lui sull'asino e i poveri genitori, già anziani, che lo tirano"
Allora la moglie disse a suo marito: "non permettiamo che la gente parli male di
nostro figlio."
Il marito lo fece scendere e salì sull'asino.
Arrivati al secondo paese, la gente
mormorava: "guardate che svergognato quel
tipo...lascia che il ragazzo e la povera moglie tirino l'asino, mentre lui vi sta comodamente in groppa."
Allora, presero la decisione di far salire la moglie, mentre padre e figlio tenevano le redini per tirare l'asino.
Arrivati al terzo paese, la gente
commentava: "pover'uomo! dopo aver lavorato tutto il giorno, lascia che la moglie salga sull'asino. E povero figlio, chissà cosa gli spetta, con una madre del genere!
Allora si misero d'accordo e decisero di
sedersi tutti e tre sull'asino per cominciare
nuovamente il pellegrinaggio
Arrivati al paese successivo, ascoltarono cosa diceva la gente del paese: sono delle bestie, più bestie dell'asino che li porta. gli spaccheranno la schiena!
alla fine, decisero di scendere tutti e camminare insieme all'asino.
ma, passando per il paese
seguente, non potevano credere a ciò che le voci dicevano ridendo: guarda quei tre idioti;
camminano, anche se hanno un asino che potrebbe portarli!
Conclusione: ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei.
Quindi: vivi come credi e fa ciò che vuoi
senza pensare a quello che pensano
gli altri.
Ciao amici e à bientot
Anche questa è una bella storiella. Però la sapevo già. Grazie all'amico dell' 1,49 (sei un nottambulo!)che conferma ciò che è stato sempre sostenuto su questo blog: tirare avanti per la propria strada senza lasciarsi avvilire più di tanto dalle critiche, tanto non si riesce mai ad accontentare tutti. Quello che è veramente importante è credere in ciò che si fa e farlo con tutta la convinzione e la passione di cui siamo capaci.
RispondiEliminaForza ragazzi, andate avanti! Sempre!
scusate se solo oggi dico la mia sul lunarte ma non ho avuto possibilità. comunque vole dirvi che siete stati anche questanno fantastici bravi bravi sembrava di stare a perugia non sembrava casanova bravi queste sono lecose a cui gli amministratori devono puntare magari anche d'inverso un lunarte di natale non sarebbe male. continuate cos' anzi lle prossime comunali candidatevi io vi assicura il mio voto e non solo ciao
RispondiEliminacomplimentissimi ai piccoli mimi casanovesi che hanno dimostrato di aver stoffa così come i loro coetanei del musical ciao
RispondiEliminae nemmeno un cenno ai quadri e alle foto?
RispondiEliminaSolo adesso hai letto il post?
RispondiEliminaHai ragione, comunque la gente che camminava per la strada era tanta che non ci si poteva soffere a guardare quadri e foto. Credo che questo sia stato il motivo del silenzio.