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martedì 22 luglio 2008

Casanova il paese dei vicoli ciechi

Viaggiando per l’Italia, soprattutto in quella centrale e settentrionale, si nota che ogni cittadina, anche la più piccola, ha una sua caratteristica che la rende unica. Di solito all’ingresso dell’abitato si viene accolti da numerosi cartelli che insieme al nome della cittadina citano la sua particolarità. Incontriamo la città delle ceramiche, la città del sole, la città delle terme, la città del vino, la città dell’olio, la città dei mostri ecc. Ogni amministrazione tende a pubblicizzare la caratteristica saliente del paese e farlo conoscere per quello come attrattiva turistica.

L’amministrazione di Carinola con delibera 29 del 31 giugno c.a. ha individuato le particolarità fondamentali di ogni frazione ed ha deciso di mettere in bilancio una somma per propagandarle. In verità la delibera non è ancora arrivata al vaglio della giunta ma ci andrà al più presto.

Non è trapelata la dicitura che sarà abbinata a ogni frazione, tranne quella di Casanova, dove quanto prima ai due ingressi del paese sarà installato un tabellone montato su impalcatura metallica di dimensione 3mtx5mt. Su di essi campeggerà la scritta – CASANOVA PAESE DEI VICOLI CIECHI- Tale denominazione è dovuta alla particolarità di essere il paese con più vicoli ciechi in Italia. La giunta ha conferito incarico all’università di architettura di Aversa di compiere una ricerca per scoprire se abbia anche più vicoli ciechi di tutta Europa. Se la ricerca sarà positiva in tal senso, ci si attiverà per l’ iscrizione nel Guinness dei primati, provvedendo a riportarlo nel logo pubblicitario. Per accentuare questa particolarità è stato convocato l’ingegnere incaricato di redigere il piano regolatore del comune invitandolo a crearne ancora, in modo che nel tempo si possa raggiungere il record mondiale dei vicoli ciechi.

Nel frattempo è stato demandato all’ufficio urbanistica del comune l’incarico di studiare nuovi nomi ai vicoli in questione. L’ufficio, come di consuetudine, si è subito attivato ed ha portato già le prime proposte sul tavolo del sindaco da sottoporre al vaglio della giunta. Tramite le nostre conoscenze influenti siamo riusciti in anteprima a leggere le proposte:

Via De Gasperi dovrebbe cambiare in Via dell’Imbuto perché finisce in una stradina di un metro.

Via della Posta in via della Congrega perché termina nel terreno di proprietà della congrega.

Vico Toppetta in vico del Non Ritorno perché chi vi entra con la macchina, se non è un asso del volante, non riesce a tornare indietro.

Vico Valle in vico Dalla valle al Vallone, perché termina in vico Vallone.

Via Laurenzi in piazzetta della Girata (è ovvio il motivo).

Via del Pino in via Zannini- Di Lorenzo dal nome di coloro che parcheggiandovi la macchina da più di trenta anni hanno acquisito il diritto per usucapione.

Vico Carani in vicolo dei Maleducati Emeriti, perché parcheggiano in modo da impedire il transito. Essi riceveranno una nota di merito in quanto contribuiscono alla peculiarità del paese rendendo vicolo cieco anche uno dei pochi che non lo e’.

Via Appia in vico Troianiello-Gentile (stesso motivo di via del Pino).

Lo studio sta continuando per cambiare i nomi degli altri numerosi vicoletti senza uscita che rendono Casanova unica.

L’iniziativa dell’amministrazione ha ricevuto il plauso della quasi totalità della popolazione di Casanova. Purtroppo non manca la solita sparuta minoranza di incontentabili col vizio di dire no ad ogni iniziativa , anche se nobile come questa. Questi sobillatori continuano a sostenere l’esigenza di un circonvallazione del paese in cui far confluire molti dei vicoli ciechi e collegare fra di loro quelli vicini. Inoltre chiedono addirittura di rimuovere le macchine che stazionano permanentemente nei vicoli multandole. Speriamo che l’amministrazione non si faccia fuorviare dai pochissimi dissidenti e porti avanti in tempi brevi il geniale progetto, in modo che anche Casanova sarà annoverato tra i paesi più caratteristici d’Italia.

Fox Derrier

lunedì 21 luglio 2008

ferrovia del mare


Con immenso piacere ho letto sul giornale on line Caserta Oggi del 17 Luglio ‘08 che la Provincia di Caserta ha dato mandato di fattibilità per il recupero dell’antica linea ferroviaria Sparanisi-Gaeta, e che l’assessore provinciale ai Trasporti, Antonio Reccia, ha incontrato tutti i sindaci dei comuni interessati al progetto per illustrare l’iniziativa.
Sarebbe veramente un progetto bellissimo ripristinare, magari per fini turistici, l’antica linea ferroviaria che ha reso, in passato, un grande servizio a tante comunità del casertano e, allo stesso tempo, sarebbe anche un interessante recupero di un pezzo della nostra storia che mi fa piacere condividere con voi.

Il tronco ferroviario Sparanisi-Gaeta, voluto come via verso il mare e verso i nuovi posti di lavori in città, fu innestato sulla già esistente linea Napoli-San Germano, l’attuale Napoli–Roma via Cassino, che Francesco II di Borbone aveva fatto costruire dal 1850 circa.
La ‘Linea degli Aurunci’, come veniva chiamata, fu costruita dalla Società Italiana per le Strade Ferrate del Mediterraneo, meglio conosciuta come Mediterranea, in forza della convenzione 21 Giugno 1888 e approvata dalla Legge del 20 Luglio 1888 n° 5550 e la Legge del 5 Luglio 1889 n° 877.
La Mediterranea era un consorzio di banche straniere con ruolo preponderante della Banca Generale di Roma ed era la società di cui il neo Stato unificato si servì per riunire la maggior parte delle ferrovie della penisola, dopo averle riscattate dalle mani dei privati.
Per la costruzione di questa linea, nel Comune di Carinola furono espropriati molti terreni di proprietà di cittadini per la maggior parte di Casale. I signori Nicola Rozera , Giacomo Rozera, Lorenzo Taffuri, Michele Matano, Tommaso Trabucco, Nicola Napoletano, Giuseppe Migliozzi, Raffaele de Cristofaro, Pasquale Torrico e Maria Teresa Ruosi subirono l’esproprio di parte dei loro fondi per permettere la realizzazione di quest’opera. Nell’Agosto del 1890, tuttavia, essi non avevano ancora ricevuto i prezzi dell’espropriazione e fecero istanza alla società costruttrice affinché ricevessero quanto spettava loro e affinché tali somme venissero pagate presso la Ricevitoria del Registro di Carinola e non di Caserta.
La somma totale di tutti i terreni confiscati nel Comune ammontava ad oltre 1000 lire.
Anche gli abitanti di Minturno fecero istanza contro la Società lamentando la svalutazione dei propri terreni espropriati.
Tra alti e bassi, soddisfazioni e malcontento, la nuova linea fu inaugurata il 3 Maggio1892 mediante giro di collaudo disposto dall’Ispettorato delle Strade Ferrate e interessava i comuni di: Sparanisi, Teano, Carinola, Sessa, Castelforte, Minturno, Castellonorato, Maranola, Formia e Gaeta. Il giorno dopo, 4 Maggio, la linea entrava in regolare servizio.
Le fermate lungo la tratta ferroviaria erano: Sparanisi (snodo), Maiorisi, Carinola (San Donato), Cascano, Sessa Aurunca Superiore (S. Agata), Cellole-Fasani, San Cosma e Damiano-Castelforte-Suio Terme, Minturno-Scauri, Formia (snodo), Gaeta.
Le stazioni che cadevano nel territorio del Comune di Carinola erano due: Maiorisi e Carinola (San Donato); un servizio di carrozzelle private univa continuamente le stazioni alle frazioni.
La linea, che nel corso degli anni aveva subìto qualche modifica, è rimasta attiva fino al 1957, per la tratta Sparanise-Formia, e fino al 1966 per la tratta Formia-Gaeta, quando fu definitivamente soppressa perché ormai poco usata. Il progresso faceva infatti il suo cammino anche nel nostro Comune: erano arrivate le automobili e la più importante linea Roma–Napoli via Formia aveva preso il sopravvento.
Clio
Fonte: Archivio di Stato di Caserta- Prefettura I serie- Ponti e Strade

sabato 19 luglio 2008

Carinola differenziata ma non troppo

E’ ormai da qualche mese che nel comune di Carinola è entrata in funzione la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani. Bisogna prendere atto che la ditta affidataria del servizio esegue il lavoro con diligenza, professionalità e regolarità, provvedendo anche alla regolare spazzatura delle strade, cosa che non avveniva da anni. Il lavoro di raccolta porta a porta è molto faticoso ed articolato in quanto il comune di Carinola è formato principalmente da case singole. Queste considerazioni sono d’obbligo per evidenziare la correttezza delle ditte quando erogano un buon servizio, con la stessa intensità con la quale si devono criticare quando danno delle prestazioni scadenti. La raccolta differenziata dei rifiuti a Carinola, come già evidenziato su questo blog, è partita con un semplice manifesto, nemmeno tanto circostanziato, e con la distribuzione di un volantino dove la popolazione veniva informata dei giorni in cui sarebbero state raccolte le varie tipologie di rifiuti. A Napoli, per fare un esempio, hanno speso centinaia di migliaia di euro in seminari, manifesti e manifestazioni di ogni genere per ottenere che solo pochissimi differenziano i rifiuti. In questi giorni abbiamo sentito Berlusconi dire più volte che vuole mandare dei volontari dalla Lombardia a Napoli per illustrare come si fa la raccolta differenziata perché sembra che i napoletani non la capiscono. Bene, non c'è bisogno di scomodare i giovani padani: può benissimo rivolgersi ai carinolesi, che saranno felici di mandare le nonne a insegnarglielo.

Ma è anche di un’altra cosa che volevo parlare: i primi tempi abbiamo assistito al miracolo del comune pulito dove, come d’incanto, erano spariti i cassonetti stracolmi che facevano bella mostra di sé in ogni vicolo ed in ogni piazza. Però da alcuni giorni stanno facendo capolino cumuli di cartoni e involucri di plastica in vari punti dei nostri paesini, in particolare vicino ai negozi. Hanno iniziato i bar della piazza a Casanova seguiti a ruota dagli alimentari e dagli altri operatori commerciali. Vicino ai cartoni, già comincia a comparire qualche sedia e qualche cassetta d’imballaggio. Nella piazza stazionano frequentemente sindaco, assessori e loro consiglieri, nessuno di loro che noti queste anomalie, e stiamo parlando della piazza senza citare la periferia! Siamo alle solite: i cittadini fanno il loro dovere i loro rappresentanti nelle istituzioni no. Dovrebbe essere dovere degli amministratori invitare i vigili a sospendere per una mezz’ora la guardia dell’ufficio e i “gravosi” compiti che vi si svolgono e portarsi con una delle macchine del fornitissimo parco comunale presso questi operatori commerciali indisciplinati. Dopo aver constatato l’illecito, bosognerebbe avvisarli della mancanza e nel caso di reiterazione, sanzionarli, ammesso che si ricordino il cassetto dove hanno buttato il libretto delle multe. Facile dirlo ma difficile farlo! Uno è amico del sindaco, l’altro non ha votato questa volta ma sarà per la prossima, quell’altro controlla dieci voti, per un buon politico conviene meglio non guardare.... Questi sono i sani principi di un politico di lungo corso che aspira a farlo in eterno: l’interesse pubblico è secondario.

D’altronde anche per la maggioranza dei cittadini è così, bisogna pensare ai fatti propri, al decoro del paese ci pensino gli altri. Il politico professionista deve parlare molto ed operare poco e quel poco deve essere mirato al proprio tornaconto politico e venale, che di solito è la stessa cosa . In base a questa logica incresciosa si assiste al lento ma incessante aumento del numero di cumuli di rifiuti, che diventeranno sempre di più e sempre meno differenziati con la probabile prospettiva di tornare all’aberrante degrado di pochi mesi fa. Omissis, strada provinciale Casanova-Cascano.

BELFAGOR

Smacco morale per la Campania


Il Signore delle Mosche, dall’alto del suo trono mediatico, ha asserito con orgoglio che Napoli e la Campania sono state liberate dai rifiuti. Questa è una delle panzane più grandi che abbia mai detto. Non è mai venuto a Falciano, a Mondragone, né a Selleccola! … Si accorgerebbe da solo di quanto siano enormi le balle che dice! Ma è così abituato a manipolare la verità e ad adattarla alle sue realtà che gli riesce naturale dirle. E sa anche che non ci vuole molto a prendere per il naso parte del popolo italiano. Anche il razzista schedario dei bambini Rom voleva essere mascherato come misura di sicurezza a difesa dei più deboli, ma per fortuna non gli è riuscito… Tutti bisogna schedarli i bambini, se vogliamo proteggerli, non solo quelli Rom!

Selleccola, dicevo, è ormai diventata una collina di monnezza: la natura, aiutata dal fertilizzante percolato, ha avuto il sopravvento ed una vegetazione rigogliosa si è diffusa sui rifiuti, nascondendoli parzialmente… Nascondendoli, non eliminandoli!

E’ forse questo che si voleva ottenere?... come dice un efficace detto popolare: occhio che non vede, cuore che non duole.

Quello che più mi ha dato fastidio nel suo discorso da grande professorone, è stato quando ha detto che centinaia di giovani volontari, provenienti da ogni parte d’Italia (probabilmente dal nord), verranno in Campania per insegnarci a fare la differenziata! Un pugno nello stomaco!

VERGOGNA, POLITICI CAMPANI, VERGOGNA!!!

E’ questo che si merita il vostro popolo? Come l’ultimo della classe, o come un portatore di handicap, la Campania viene affidata ai migliori o a insegnanti di sostegno, affinché l’aiutino a colmare le sue lacune! E voi che cazzo avete fatto in tanti anni per aiutare il vostro popolo a migliorarsi?

Non è il popolo campano a dover essere aiutato, siete voi che dovete essere spazzati via! Voi con la vostra pochezza, il vostro menefreghismo, il vostro qualunquismo! Se avevate le palle, dovevate coalizzarvi tutti, costringere il Governo, qualunque esso fosse, di destra o di sinistra, ad aiutarvi a fronteggiare una situazione troppo grande per voi, a iniziare una lotta di sopravvivenza perché la Campania stava collassando. E VOI LO SAPEVATE!! Ma non ve n’è fregato niente! Perché siete dei conniventi, siete dei leccaculo e degli abbuffini che pensano solo a se stessi.

E avete fatto la figura che meritate di fronte a tutto il mondo: quella degli incapaci e dei corrotti. E il popolo campano, popolo fiero che ha dato all’Italia e al mondo le migliori menti per cultura e per capacità, deve subire lo smacco dell’umiliazione per colpa vostra: PERCHE’ SIETE COLPEVOLI!!!

Ora un fantoccio di carne, dall’alto della sua superbia, si arroga il diritto di essere il salvatore di questa Regione. Conta su centinaia di giovani che vengono ad istruire i campani a differenziare quello che siamo capaci di produrre di più in questo posto: la monnezza! Che vergogna!

A questi giovani volontari, spero che qualcuno dirà che la maggior parte dei rifiuti nocivi sepolti in Campania, provengono da fabbriche del nord. Per colpa di chi non ha sorvegliato o non ha voluto sorvegliare.

Voglio sperare che non tutti i mali vengano per nuocere, che un moto d’orgoglio regionale si impossessi di questi soggetti che ci rappresentano e che si diano da fare affinché la nostra regione riacquisti quella dignità che ha perduto, per colpa di tanti che l’hanno trascurata e sfruttata.

La fiducia del popolo si conquista, con l’impegno e col lavoro, ma voi politici campani questa fiducia non l’avete!

Orlando furioso

mercoledì 16 luglio 2008

Allarmanti lesioni


Il Convento di San Francesco è senz’altro uno dei fiori all’occhiello del nostro Comune e, dopo un restauro di tre anni, è ritornato alla sua antica bellezza con un fascino maggiore. Ora più che mai, attira tante persone che vanno per ritrovare una serafica pace francescana e bearsi del contatto con la natura.
Io sono tra quelle.
Mentre camminavo nella navata laterale ammirando piccoli dettagli, il mio sguardo è caduto su un’insieme di sottili, ma lunghe lesioni che mi hanno letteralmente messo in allarme. Accanto alle piccole finestre della navata, si allungano diverse fratture che non sono affatto semplici fessure dell’intonaco come qualcuno può pensare, ma vere e proprio lesioni delle mura! Una sola può essere la ragione di tutto questo: l’intera struttura continua a muoversi!

E allora?... Che tipo di restauro è stato operato per salvaguardare la stabilità della struttura?
Si era parlato di un intervento di micropali incrociati che avrebbero ancorato il Convento alla roccia sottostante, ma a quanto pare, niente di tutto questo è stato fatto, né mi ricordo di aver mai visto un qualche macchinario speciale che lavorasse presso le mura del Convento!
Ci troviamo di fronte all’ennesima bufala dell’amministrazione Di Biasio o ci troviamo di fronte all’ennesima fregatura di una ditta truffaldina? Sappiamo benissimo chi era il proprietario della ditta d’appalto: persona talmente seria ed onesta che i lavori sono rimasti fermi per lungo tempo perché era in galera!... Fatto sta che le lesioni ci sono e si vedono.
A questo punto, bisogna pensare che il miliardo e mezzo stanziato per il restauro è stato semplicemente sperperato senza risolvere il problema. E’ stata fatta una bella lavata di faccia al Convento, questo è vero, ma il problema principale, che comprometteva la stabilità e la staticità della struttura, non è stato affatto affrontato.
I soliti inciuci, le solite furbizie e le solite prese per il culo sembrano annidarsi sotto questa storia. E intanto rischiamo di perdere un bene molto prezioso per il nostro Comune e che può diventare, col tempo, una fonte importante per la nostra economia. Quindi forza, assessore alla cultura, oltre a pensare alle cacchiate estive vedi un po' che il posto che hai scelto per le manifestazioni non se ne cade in testa ai presenti!.

martedì 15 luglio 2008

Come vengono buttati i nostri soldi (anche sul web)

I seguenti sono estratti di due post che ho incontrato cercando di spiegarmi se sono io il pazzo, o se veramente abbiamo toccato il fondo.

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Il GAT, ovvero il Nucleo Speciale Frodi Telematiche della Guarda di Finanza, forte di una supposta competenza in campo informatico che in quanto ad allarmismo è pari solo a quella che Don Di Noto può vantare nell’ambito della lotta pedofilia, ha lanciato l’allarme per gli “mp3 droganti”.

La notizia ha origine da TgCom (e il consiglio è di non perdervi la sobria e realistica immagine a corredo del pezzo, scelta tra le vincitrici del concorso “L’obiettivo al servizio della pretestuosa creazione di confusione tra droghe pesanti e droghe leggere”). Verificata l’autorevolezza della fonte, tutti i quotidiani italiani ci si sono buttati a pesce.

Secondo il colonnello Umberto Rapetto, insomma, nel prossimo futuro potrebbe accadere di sentirci proporre di ascoltare una canna.

Ora però ditemi voi se è più deleterio per i vostri neuroni ascoltare un sedativo, ascoltare un peyote, o visitare il sito ufficiale del GAT del colonnello Rapetto.


tratto da: "che ci hai un euro, che mi ci ricarico l 'ipod?", Macchianera

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Il sito che esaminiamo in questo post è davvero speciale, da qualunque punto lo si osservi: un misto di kitsch e guasconeria così grossolani da sfiorare il sublime e risultare sinanche "divertenti". Il sito in questione è quello del GAT. Cosa sarebbe il GAT? Dio solo sa cosa significhi l'acronimo, fatto sta che ci viene specificato che si tratta di un Nucleo Speciale (ovviamente) per le Frodi Telematiche della Guardia di Finanza. Insomma, dovrebbero essere gli angeli custodi di noi navigatori, quelli che ci proteggono dai tanti furbi e furbetti che si aggirano dappertutto anche in rete, certamente.

Comunque, il tono del sito viene settato dalla magniloquente introduzione, rigorosamente in Flash. Uno spettacolo! (sì, questa volta il punto esclamativo ci sta tutto!):
STATE PER AFFACCIARVI AD UNA FINESTRA SUL FUTURO. POTRESTE NON CREDERE AI VOSTRI OCCHI. POTRA' SEMBRARE UN SOGNO, MA E' SOLTANTO LA NOSTRA REALTA'. BENVENUTI AL GAT!
Il tutto così, con molta sobrietà. Compresa la voce cibernetica finale che dà il benvenuto a bordo del loro sito web. Un capolavoro. Complimenti all'appuntato creativo che ha escogitato una simile libidine.

Un messaggio ci invita a fare clic con il mouse per entrare nel sito (davvero molto futuristico come soluzione) e noi, un po' intimiditi, lo facciamo con molta circospezione. Siamo accolti da un'altra animazione Flash che molto scenograficamente va a comporre quello che potrebbe sembrare un banalissimo menu: chi, come, cosa, dove (molto futuristiche anche queste voci). Il tutto con l'immancabile musichetta "lounge" sullo sfondo. Ma le cose più gustose si trovano sulla destra: in alto c'è una sezione riservata ai "cuccioli di GAT" (mi immagino quali sforzi abbiano fatto per trattenersi dallo scrivere "micini"). Se cliccate sopra il bottone Kids (ah, non tentate di cliccare da altre parti che sembrano cliccabili: lo sono solo quelle aree dove sentite un clic. Cosa dite, l'assordante musica di sottofondo vi impedisce di ascoltare il clic? Va beh, non fate i difficili e non rompete tanto i coglioni). Beh, dicevo, le "pagine" per i micini consistono nell'ennesima animazione Flash che porge gli auguri di natale sulle note di Jingle Bells ed una grafica tipo Crazy Frog. Cosa cazzo c'entra questo con la Guardia di Finanza e le Frodi Telematiche? Beh, vedo che continuate a rompere i coglioni e a fare i difficili.

Va beh, abbiamo capito il genere: 'sto video ha tritato i zebedei e voglio tornare al menu. Cerco disperatamente qualcosa per uscire da quest'incubo. Niente. L'unica è premere il pulsante Back del browser. Ritorniamo al menu, previo ricarimento dalla molto artistica composizione dell'artistico menu.

Beh, ora sono attratto dalla imperiosa figura che si staglia sulla destra: mascella volitiva e sorriso burbero ma cordiale, con sullo sfondo l'immancabile logo del GAT su descritto. Chi sarà questa splendida figura d'uomo?

Beh, per saperlo basterà cliccare sull'apposito bottone Chi, cosa che facciamo immediamente. Non ci crederete, ma parte una animazione Flash (ovviamente con immancabile musichetta trita-marroni) che sciorina una serie di "chi": chi ha istitutio il GAT, chi c'è sopra al GAT, chi comanda il GAT, e cose così. Fatto sta che è passato circa un minuto di animazione e non mi hanno ancora dato uno straccio di informazione che sia una. Quando l'artistica animazione termina, mi ritrovo di fronte alla copertina di un libro con delle voci illeggibili in carattere gotico da cui si intravede una sorta di organigramma: il Comandante Generale, il Comandante in Seconda, eccetera eccetera.
Comunque, niente della fiera figura della pagina del menu non c'è traccia. Do' uno sguardo in basso a destra e noto: CHI C'E' SOPRA AL GAT... Non è cliccabile. Ah, ora ho capito. Questi sono quelli che stanno sopra al GAT quindi non sono quelli del GAT. Ma CHI cazzo sono quelli del GAT? Bah, ritorniamo alla "home page" magari saremo più fortunati. Inizio a credere a quanto minacciato: POTRESTE NON CREDERE AI VOSTRI OCCHI.

Ok, torniamo al menu, previa solita composizione animata del menu e stucchevole musichetta lounge. Questa volta proviamo con il "filo diretto con la stampa": clicco sul bottone NEWS. Sono accolto da una grafica stile uebmaster della domenica anni '90 alla sua prima pagina ueb. A tutto schermo un menu di tre voci: "Truffa truffa ambiguità", "17 sulla ruota di Internet", "High Tech Hate". Complimenti al titolista.

Scelgo la prima voce e vengo accolto dall'estratto di uno sketch di Loche da un programma della Dandini che termina con il mitico logo "fulmine e coltello". Ai lati, i loghi di canali televisivi piuttosto ineffabili. Provo a cliccare sul logo del TG2. Parte un servizio che illustra la brillante operazione condotta dai nostri eroi del GAT che hanno arrestato dei truffatori che hanno venduto merce mai recapitata a 540 persone. Ok, abbiamo capito, è il marketing del GAT al lavoro.

Clicco sul logo di UnoMattina e parte un filmato con la conduttrice che introduce il tema: il pericolo delle truffe su Internet e, per parlare di ciò non può che presentare il Comandante del GAT: è lui, la mascella volitiva presente nella home page del GAT, l'ideatore e responsabile di questa meraviglia, il gran capo Umberto Rapetto. Finalmente.

Beh, il nostro comandante ci spiega la famosa operazione dei 540 truffati. In sintesi, un "buontempone" siciliano metteva in vendita on-line tramite eBay degli oggetti di pregio contraffatti a prezzi stracciati. E dopo aver incassato i soldi, non li ha mai spediti agli acquirenti. A parte che non capisco come si possa dire che gli oggetti promessi erano falsi, visto che non sono mai stati inviati, quelli promessi potevano tranquillamente essere veri: truffa per truffa tanto vale farlo alla grande. Eh già, però vuoi mettere i meriti che il nostro simpatico comandante si guadagna asserendo che lui combatte la "contraffazione".

Ok, abbiamo capito il genere. Anche le altre voci di questo fantastico sito non deludono: vale davvero la pena di farci un giro.

Più seriamente, capiamo la voglia di comunicare dei nostri amici della Guardia di Finanza però l'arte della comunicazione è un'arte molto viscida: facilmente può sfuggire dalle mani e partorire dei mostri. Come la versione flash attualmente esistente. Una piccola domanda per il responsabile del sito: mai sentio parlare della Legge Stanca sull'accessibilità? Al riguardo, il vostro sito è palesemente inadeguato. Tant'è che sospetto stiate allestendo delle differenti versioni come si intuisce da questa nuova home page ma che, al momento, le versioni Accesso facile e HTML non sono disponibili, e l'unica attiva è l'obbrobrio Flash che abbiamo esaminato.


(da http://chartitalia.blogspot.com/2007/03/uebmostri-sito-del-nucleo-speciale.html)


Che dire, non vedo l'ora di vedere il sito dei Carabinieri .

domenica 13 luglio 2008

Scontro tra frazioni


E’ da qualche giorno che leggo commenti al documentario su Carinola che mi lasciano un po’ perplesso. E’ la voce di pochi, ma quanti, pur non esprimendo i loro sentimenti o risentimenti su un blog, la pensano come loro?
E’ bastata una trascuranza, dovuta magari a motivi tecnici, per far scatenare il malcontento e l’animosità tra le due frazioni che, lo scorso aprile, si sono fronteggiate per contendersi l’elezione del sindaco e che, qualche mese prima, erano state in urto a causa della ben nota vicenda delle ecoballe. Il documentario su Carinola sembra il classico pelo nell’uovo. Il pretesto per sfogare il proprio risentimento e non altro. Si riscopre un campanilismo più vivo e agguerrito che mai, molto diverso da quello che ricordo…
Anni fa, quando ero alle medie a Carinola, ricordo che tra noi ragazzi delle diverse frazioni, si era sempre in guerra. Per nessun motivo in particolare; solo per il semplice desiderio di scaricare le nostre esuberanti energie e portare a casa quel senso di vittoria che è sempre stato tipico di tutti i ragazzi del mondo. Ci si insultava chiamandoci per nomignoli: gli abitanti di ogni frazione avevano il loro specifico soprannome. I falcianesi - allora Falciano faceva comune di Carinola - erano “colaciatti”; i casanovesi erano “scassacascette”; i carinolesi erano “ ‘ncollapelle” e i nocelletesi erano “ranunciari”. Si studiavano vere e proprie strategie a tavolino e si metteva in atto una tattica d’assalto da far invidia alla V Armata americana. Imboscate in luoghi strategici, di solito i ponti, finivano sempre a sassaiole e ogni tanto qualcuno tornava a casa con la testa rotta. Eravamo giovani e incoscienti; tutti figli di gente che lavorava sodo e quindi di sani princìpi. La mattina dopo eravamo di nuovo tutti amici, ma anche pronti a ricominciare.

L’ ingenuo campanilismo di allora è diventato oggi più rabbioso, più astioso. Ora, ad alimentarlo, non c’è più l’esuberanza giovanile, ma interessi politici che si traducono in interessi personali, piccoli o grandi che siano. E dove c’è l’interesse c’è sempre lo scontro settario.
La politica alimenta e si alimenta di spirito settario: ogni parte in campo ha interesse a mantenere sotto controllo il proprio elettorato mediante concessioni, agevolazioni e altro. Ne consegue che chi ha degli interessi personali da ottenere o da difendere, si schiera necessariamente da una parte contro l’altra. E’ quello che succede regolarmente dovunque: al governo come nelle amministrazioni comunali. Da sempre.
Certo, a sentirli parlare, i nostri politicanti sono molto convincenti: ogni azione viene giustificata nell’interesse del popolo carinolese, anche se non esiste un popolo carinolese nei loro disegni; esiste l’interesse di parte, e sotto sotto si lavora per fare le scarpe alla parte avversa. Lo sappiamo tutti molto bene, perché siamo tutti un po’ complici di questa situazione. E noi, catturati dagli ingranaggi del meccanismo politico, siamo pronti ad aggredirci a vicenda, a mettere le nostre sorti nelle mani del potente di turno, purché otteniamo il nostro utile tornaconto. Questo gioco machiavellico va avanti all’infinito perché noi, insostituibili pedine, permettiamo loro di giocare. Sono loro ad usare noi o siamo noi ad usare loro?.... mah, questo è il problema! Forse tutto dipende da dove pende l’ago della bilancia.
E’ sempre stato così, purtroppo, ora come allora. Non esisterà mai un popolo carinolese, checché se ne dica e se ne parli; forse sui libri di storia locale, forse a parole… Si certo, esiste un insieme di abitanti di una stessa zona geografica e amministrativa, ma manca quello spirito di appartenenza e di aggregazione, per cultura e per sentimento, che fa di un insieme di persone un popolo.
Quello che più disturba è che proprio coloro i quali sono tenuti ad aggregare e difendere quest’insieme di persone, siano in realtà coloro che li dividono.
Mago Merlino

venerdì 11 luglio 2008

Scherza coi fanti, ma lascia stare i santi!


Ho sempre disprezzato e continuo a disprezzare profondamente chi, come Diliberto e quello dei socialisti di cui nemmeno ricordo più il nome, dicono che i preti devono stare zitti. Un partito ormai scomparso sepolto dalla storia e il suo capo non votato nemmeno dalla sua stessa madre dovrebbe pensarci 5 volte prima di dire che gli esponenti della più importante religione occidentale non possono dire la loro su questioni morali come l’aborto, l’eutanasia eccetera.

Ma credo che da questo ad arrivare a dire che non si può criticare l’operato della Chiesa e del suo capo, il Papa, ce ne passa....sopratutto perché ormai di Papa è rimasto ben poco e quello che riesco a vedere io con i miei occhi disincanatati è un politico, nemmeno tanto bravo, solo però che è vestito di bianco e spesso indossa improbabili cappellini.


Dei vecchi papi, a parte rarissime eccezioni, non conosciamo nemmeno il vero nome, ma solo quello “da Papa”. Non serve andare così lontano come ai tempi di Bonifacio VIII e dell’ “infallibilità del Papa”, per sentire quell’aura di “santità” che il papa emanava non solo per i cattolici ferventi, ma perfino per i laici convinti. Per rimanere vicini a noi, basta ricordare Giovanni Paolo II che, come tutti ricorderanno, si immerse in modo nuovo e senza precedenti nel mondo secolare. La sua battaglia contro il comunismo reale, le invettive contro la Mafia, il suo nuovo modo di rapportarsi con i media, sono tratti distintivi che, nessuno può negare, hanno creato una figura del tutto nuova, più attiva, più “umana”. Certo è che molto era dovuto alle doti personali e carismatiche di Giovanni Paolo II, le quali però sono assolutamente sconosciute al papa presente.

Non voglio spingermi troppo oltre e dire al Papa cosa deve fare, ma non credo di sbagliarmi se dico che il papa è il capo di tutta la chiesa, che abbraccia tutto il mondo, e deve essere una figura “santa”. Invece ci troviamo un Papa che si prende il caffè con l’omicida di massa Bush, che parla dei delitti di Garlasco, di Tommy e che immancabilmente mette bocca su ogni proposta di legge o dibattito giornalistico italiano......ci manca solo che si metta a parlare di cronaca rosa. E tutto ciò in modo assolutamente opinabile.

Un Papa calato al 100% nel mondo reale italiano, un opinionista alla pari di un Mughini. E soprattutto concentrato al 100% sull’Italia. Se avviene l’omicidio di un bambino in America o in Asia, non dice niente... ma se si tratta dell’Italia, si pronuncia anche sui più banali dibattiti estivi.

Ma guai a criticarlo!!! Lui è il papa, il tredicesimo discepolo, i rappresentante di Dio in Terra, è peccato solo nominare il suo nome invano.

E invece, a dimostrazione di quanto si sia abbassata la figura del Papa, basta vedere come lo chiamano i giornalisti: Ratzinger.. e solo raramente Benedetto... non mi ricordo nemmeno il numero... come il nome di quel socialista.

Quindi Papa,occupati di cose papali, e le critiche forse scemeranno. Per adesso per me, che non sono comunista e sono anche vagamente religioso, resti un politico vestito di bianco e con il gusto dei cappellini.

Non so perché, o forse si, ma mi ricorda un po’ un certo Berlusconi. Tale elemento, al momento presidente del consiglio di un paese che si vorrebbe definire di democrazia avanzata, si è fatto fare una legge che, se approvata, lo trarrà in salvo per l’intero periodo della legislatura da processi passati, presenti ed eventuali futuri. Però allo stesso tempo, egli stesso può avvalersi della giustizia per denunciarti se lo “diffami”. Così potrà avverarsi l’assurdo scenario: lui potrebbe ammazzare sparando alla testa una persona in pubblica piazza senza poter essere arrestato e processato, e se qualcuno lo dovesse chiamare “assassino”, potrebbe essere denunciato e condannato per diffamazione. Non scherzo, è così. Certo, anche ai comuni criminali è stato dato il contentino... se commetti oggi un reato la cui pena prevista è minore di 10 anni, il processo sarà bloccato e avrai moltissime probabilità che il reato cada in prescrizione. Infatti stasera credo che invece di uscire con gli amici andrò a rubare. Che ne dite, non è una cattiva idea, non vi può succedere nulla grazie al nostro Presidente... e nemmeno i giornalisti lo diranno perché troppo impegnati a parlare del turpiloquio di Grillo e delle invettive della Guzzanti sul Papa...suvvia, andate a rubare!
Ma non parlate male del Papa!

Vicious


giovedì 10 luglio 2008

Merito-demerito

Fino a non tantissimi anni fa, gli impiegati della pubblica amministrazione, scuola compresa, godevano di un contratto che li accompagnava per tutta la carriera. Ad esempio, già al momento dell’assunzione essi sapevano quanto avrebbero percepito dopo 40 anni di servizio. L’incremento retributivo avanzava con l’anzianità ma ogni otto-dieci anni, a seconda dell’amministrazione da cui si dipendeva, si aveva diritto ad un aumento più consistente a condizione di aver prestato servizio senza demerito. Ogni anno il dipendente era valutato e si stilava una scheda di merito in base al comportamento, attaccamento al lavoro, capacità, modo di vestire ecc,. La valutazione si concludeva con un giudizio che poteva anche essere insufficiente il che equivaleva a demerito e di conseguenza carriera bloccata per i dipendenti meno diligenti.

Da alcuni anni anche nel settore delle retribuzioni, come in altri, si è dato l’assalto alle casse dello stato senza regole e senza freni. La retribuzione odierna scaturisce da una contrattazione biennale, che prevede solo aumenti, senza chiedere alcun risultato in cambio, al solo scopo di impegnare l’esercito di pseudo-sindacalisti a tutti i livelli. Questi molte volte costringono gli iscritti a scioperare per giustificare l’esistenza del sindacato. Le contrattazioni attuali prevedono solo ed esclusivamente meriti, con relativi aumenti, cancellando definitivamente la parola demerito. Tutti hanno diritto allo stesso stipendio con il relativo incremento contrattuale anche se non hanno lavorato per tutto l’anno, o perché assenti o perché non avevano voglia. La cancellazione del demerito ha comportato l’abbassamento generalizzato di tutti i servizi pubblici, dalla scuola alla sanità, senza parlare della giustizia, dove si raggiunge il massimo anche stando sempre in villeggiatura. Si assiste alla faccia impudente del funzionario di turno che mentre aspetti che lui faccia il suo dovere telefona all’amica o chiacchiera di pallone col collega, tanto non gli puoi fare niente e lui sempre tanto guadagna, che si impegni o no. Assistiamo a cerimonie con cui si premia l’arresto di latitanti per decenni, senza che nessuno si chieda chi è stato punito per non averlo catturato in tanti anni… Si assiste a premiazioni ed elogi per questo o quel medico per un intervento riuscito ma non si è mai sentito di un ministro che ha decurtato lo stipendio ai dipendenti di qualche ospedale perché fornivano un servizio scadente. Si sente parlare di progetti di lavoro straordinari o premialità, ma mai di una punizione per scarso rendimento cosicché un servizio si deve implorare come un regalo, pena non riceverlo proprio.
E’ notizia di questi giorni che gli scavi di Pompei, patrimonio unico invidiato in tutto il mondo, sono gestiti in modo indecente, invasi perfino da numerosi cani randagi che attentano alla sicurezza dei visitatori. Ebbene, invece di ritornare al demerito per il dirigente e per tutti i laboriosi partenopei che vi operano, si nomina un commissario con un aggravio dei costi per lo stato senza imporgli alcun obiettivo . Questo è uno dei tantissimi esempi dello sfascio dello Stato a cui siamo giunti per aver abolito la parola demerito, a cui si possono aggiungere i casi più eclatanti come l’Alitalia, le Ferrovie , la sanità in tutto il sud, i rifiuti di Napoli ecc. ecc,.
Senza applicare il demerito non si potrà mai avere il merito di cui ultimamente si stanno riempiendo la bocca anche i politici. Solo applicando il demerito si potrà assistere al risorgere del merito e conseguentemente al rifiorire del progresso e del vivere civile della nazione.

Un’eccezione si è avuta a Carinola dove il demerito è stato applicato all'ex sindaco Di Biasio. Questi, i primi cinque anni si è impegnato nell'amministrazione ed è stato infatti premiato con la rielezione. Il secondo mandato invece è stato caratterizzato dallo spreco e dal nepotismo istituzionalizzato, pertanto gli è stato dato il demerito. La bocciatura servirà al rifiorire civile di Carinola?

martedì 8 luglio 2008

Documentario Carinola


meglio tardi che mai... grazie agli amici di piazzetta on line per i consigli tecnici.
la redazione Quiquiri'

domenica 6 luglio 2008

Quanto ci costa il progresso: la salute del nostro Pianeta


Come ogni estate, anche quest’anno si parla delle condizioni di salute del nostro Pianeta che, a quanto pare, non sono affatto buone. Nonostante le ripetute denunce da parte di tanti organismi ambientalistici e di tanti scienziati, non sembra che si facciano grandi passi avanti. Forse perché non c’è una vera volontà politica mondiale. E intanto le cose continuano a peggiorare. Il buco nell’ozono e l’effetto serra stanno provocando dei cambiamenti climatici a volte catastrofici e bisognerebbe intervenire seriamente prima che sia troppo tardi. Ma cerchiamo di capire, in maniera molto elementare, questi problemi di cui si parla sempre e che creano tanto allarmismo per il futuro del Pianeta.
Come succede per noi, anche la Terra, se prende troppo sole, può scottarsi. Fino a qualche anno fa, a proteggerla dai raggi dannosi del sole, c’era uno strato di gas, l’ozono, che funzionava come crema solare.
Poi l’inquinamento cominciò ad attaccare lo strato di ozono aprendovi dei buchi. Il primo buco fu avvistato sopra l’Antartide nel 1982.
Questi buchi, o assottigliamenti dello strato dell’ozono, sono molto pericolosi perchè lasciano passare dei raggi solari dannosi, i quali causano seri danni al Pianeta: possono causare il cancro alla pelle degli uomini, danneggiare gli animali marini che vivono vicino alla superficie, ridurre il raccolto di importantissimi prodotti alimentari come grano, riso e mais che sono il sostentamento primario di interi popoli.
Responsabili dell’assottigliamento e dei buchi nell’ozono sono i clorofluorocarburi, ossia quei composti chimici che contengono fluoro e carbonio.

Fino a poco tempo fa, questi composti venivano usati negli spray, ma ora i governi di molti paesi, tra cui l’Italia, ne hanno proibito l’uso. I clorofluorocarburi vengono però ancora usati nei frigoriferi, nei condizionatori d’aria e nei vassoi di polietilene che si usano per la vendita di cibi quali carne e frutta. Sarebbe opportuno un uso moderato di questi prodotti per contribuire a non aggravare la situazione; piccoli contributi, è vero, ma se ci fosse una consapevolezza a livello mondiale, forse si riuscirebbe ad ottenere qualcosa.
E non è tutto. Quando si ha la febbre, la temperatura corporea sale e non si sta affatto bene. Si potrebbe dire che la Terra ha un bel febbrone. Piano piano la temperatura si alza e la Terra sta diventando sempre più calda. Quali sono le cause? I gas che intrappolano il calore del sole nell’atmosfera, i quali sono una forma di inquinamento causato dalla combustione del carbone, petrolio e altri combustibili. Ad esempio, le migliaia di aerei che solcano i cieli di tutto il mondo, stanno diventando un vero problema: le emissioni di gas nell’atmosfera dovuta alla combustione del carburante sono molto alte.
Il fenomeno del riscaldamento del clima viene definito effetto serra e provoca conseguenze disastrose: trasforma terre adatte alla coltivazione in sterili deserti, stermina specie animali, causa siccità in alcune zone e piogge acide in altre, cancella intere foreste in altre zone e provoca lo scioglimento dei ghiacci delle calotte polari causando l’innalzamento degli oceani e la conseguente sommersione di molte zone costiere.
Il Protocollo di Kyoto, un trattato internazionale in materia ambientale, stabilisce precisi obiettivi per i tagli delle emissioni di gas responsabili dell’effetto serra, ma non tutti i paesi vi aderiscono e per essere obbligatorio a livello internazionale, il Protocollo deve essere ratificato da almeno 55 Paesi. Questo cammino sembra alquanto lento.
Che fare? Fermare il progresso? Assolutamente no, ma ogni governo dovrebbe orientare la propria crescita verso uno sviluppo sostenibile che permetta la salvaguardia del nostro Pianeta e di noi stessi.
Galatea

lunedì 30 giugno 2008

Gli avvocati digitali

Il mestiere dell’avvocato è uno dei più rispettati ma soprattutto temuti. Secondo solo a quello del medico, il quale come sappiamo bene ha in mano la tua vita o la tua morte, l’avvocato di solito si accontenta di molto di meno: i tuoi soldi, la tua casa, la tua libertà.
E’ un mestiere necessario, per l’amor di Dio! Ognuno ne avrà dovuto ringraziare uno nella sua vita, per avergli fatto scampare un guaio, qualcuno li avrà anche ammirati ascoltandoli declamare articoli del codice civile e penale a memoria, come se fossero delle preghiere ma rivolte a un Dio molto, molto più terreno.
Tuttavia, fare per lungo tempo il mestiere di avvocato può avere delle controindicazioni. Avere a che fare quasi tutto il giorno con persone, per lo più semplici, che pendono dalle proprie labbra, è pericoloso, perché può dare un senso di onniscienza che, come sappiamo bene, non appartiene a questo mondo. E allora ecco che vedi avvocati uscire, anche se solo virtualmente, dai propri studi polverosi per cimentarsi nella lectio magistralis più gradita: quella senza contraddittorio. Stanchi di essere continuamente ribattuti nelle aule di tribunale, cercano nuovi luoghi, dove poter dare sfogo all’irrefrenabile voglia di profondere nozioni e scienza… non senza qualche caduta di stile.

Sorvolando questo discorso, mi è capitato di cercare Carinola su internet e mi sono imbattuta in un sito che si autodefinisce blog, ma che non accetta commenti (contraddizione in termini per chiunque frequenti anche saltuariamente la rete), o in un altro che si gloria di aver raggiunto 150.000 visite, chiamando visite quelle che in realtà si definiscono page views, ossia le pagine visualizzate prese singolarmente (per fare un esempio, il Quiquiri’ di page views ne ha avute nell’ultimo anno 237.000 circa).
Che dire, sono contenta che sempre più persone si avvicinano alla rete e scelgono di condividere le proprie idee e conoscenze in questo nuovo mondo, ma avrei un solo consiglio da darvi… non portatevi appresso i vizi della vita reale anche nella vita virtuale: gli internauti non sono così babbioni come i vostri clienti!

La guercia (con un occhio dietro la nuca)

domenica 29 giugno 2008

gli angeli, lucifero e le ciliegie


Un bel giorno, il buon Dio si rivolse ai due Angeli ai piedi del suo trono e disse: “Uagliu’, ho fame! Andate un po’ sulla Terra e portatemi della frutta… ma senza pressa, tantu ce sta tiempu!” I due Angeli lasciarono il loro posto e scesero sulla Terra a cercare un po’ di frutta. Girarono in lungo e in largo, ma non trovarono nulla di loro gradimento. Nessun tipo di frutta era degna di essere portata al Signore. “Ma questi uomini – disse il Primo Angelo – non riescono a fare mai niente di buono! Ci penserò io. Solo la mia perfezione potrà far crescere della frutta da Dio”. Decise così di lasciare il suo compagno, che si attardava a chiacchierare con gli altri, e ritirarsi a coltivare frutta. Il Secondo Angelo ci rimase male, lo pregò più volte di non lasciarlo solo in quella Terra ancora selvaggia, ma quello non volle ascoltarlo e se ne andò.
Prese dimora su un’isola deserta in mezzo al mare, alzò dei recinti altissimi per non lasciar entrare nessuno, chiuse a chiave tutti i cancelli d’accesso e iniziò a coltivare una piantina. Arò, seminò, potò e irrorò fino a quando la piantina non fu adulta e ben solida.
Dopo il tempo necessario, la pianta diede i suoi frutti: delle petulane bellissime, gialle, vellutate, profumate. Solo a guardarle veniva voglia di mangiarle

L’Angelo, soddisfatto di se stesso, ne raccolse tre, le mise su un vassoio d’oro e le portò al Signore. Quando il Signore le vide, esclamò: “Azz! Che meraviglia per i miei occhi e per la mia fame!” e cominciò a mangiarle. Ma riuscì a mangiarne solo una. Subito si sentì lo stomaco pesante, come se invece di una pesca avesse mangiato un mattone. “Neh uaglio’, nunn’è che l’hai pumpate troppo?” chiese all’Angelo. “No, mio Signore. Quanto basta!” “ E che sentimenti hai usato per irrorarle?” “Devozione, costanza e tenacia. Tutto ciò che ti piace e ti fa bene”. “Uhmm, sarà! Ma a me sembra che questa pesca abbia un po’ il sapore di una Mela, e ha un profumo particolare che mi sta dando la nausea… mi ricorda un po’ la puzza di Lucifero! Non è che tu…ci hai messo dentro un po’ di superbia?” “No, Signore, ma cosa dici?” “Dico che mi fa male lo stomaco. Va’, vatt’assetta’!”
Dopo qualche giorno, ritornò anche il Secondo Angelo. Aveva tra le mani un grosso paniere di giunco e dentro c’erano delle ciliegie: poche, brutte e bitorzolute. Facevano pena solo a guardarle. Il buon Dio le guardò e poi esclamò: “Sant’Antonio! E addò l’hai pigliate cheste? A Casale?”. “No, mio Signore. A Casanova.” “E cheste piante tennu a Casanova?… O sei tu che non ti sei dato da fare? Dimmi la verità…”. L’Angelo abbassò la testa e rispose: “ E’ vero mio Signore, non mi sono dato da fare a cercare della frutta degna di te. Mi sono fermato a chiacchierare con gli uomini lungo il marciapiede e ho perso tempo. Queste me le hanno date un po’ tutti prima di salutarci e io sono subito corso a portartele.”
Il buon Dio guardò il suo Angelo e lo prese in giro dicendogli: “ Te piace perde tiempu, eh? Ri marciapiedi pe’ chestu su fatti…” e intanto assaggiò le ciliegie. Immediatamente gli tornò il sorriso sul volto. “ Buone. Molto buone. Genuine e senza veleni nocivi. Proprio come piacciono a me. Non sono cresciute belle, ma sono cresciute nella schiettezza e nella condivisione e questo le fa belle agli occhi miei. Vatt’assettà puru tu!”
L’Angelo, tutto contento, andò a sedersi al suo posto. Guardò il suo compagno triste e abbacchiato e gli disse: “ ‘Nte preoccupà, po’ te passa! Però ’a prossima vota te ‘mpari! Invece de te ‘nzerrà a sette catenacci, putivi rimane’ cu me a perde tiempu cu gli’ati. Si tu fai sempe ru sapientone, prima o poi, Chigliu te otta da copp’abbasciu!”
Talìa