E’ da qualche giorno che leggo commenti al documentario su Carinola che mi lasciano un po’ perplesso. E’ la voce di pochi, ma quanti, pur non esprimendo i loro sentimenti o risentimenti su un blog, la pensano come loro?
E’ bastata una trascuranza, dovuta magari a motivi tecnici, per far scatenare il malcontento e l’animosità tra le due frazioni che, lo scorso aprile, si sono fronteggiate per contendersi l’elezione del sindaco e che, qualche mese prima, erano state in urto a causa della ben nota vicenda delle ecoballe. Il documentario su Carinola sembra il classico pelo nell’uovo. Il pretesto per sfogare il proprio risentimento e non altro. Si riscopre un campanilismo più vivo e agguerrito che mai, molto diverso da quello che ricordo…
Anni fa, quando ero alle medie a Carinola, ricordo che tra noi ragazzi delle diverse frazioni, si era sempre in guerra. Per nessun motivo in particolare; solo per il semplice desiderio di scaricare le nostre esuberanti energie e portare a casa quel senso di vittoria che è sempre stato tipico di tutti i ragazzi del mondo. Ci si insultava chiamandoci per nomignoli: gli abitanti di ogni frazione avevano il loro specifico soprannome. I falcianesi - allora Falciano faceva comune di Carinola - erano “colaciatti”; i casanovesi erano “scassacascette”; i carinolesi erano “ ‘ncollapelle” e i nocelletesi erano “ranunciari”. Si studiavano vere e proprie strategie a tavolino e si metteva in atto una tattica d’assalto da far invidia alla V Armata americana. Imboscate in luoghi strategici, di solito i ponti, finivano sempre a sassaiole e ogni tanto qualcuno tornava a casa con la testa rotta. Eravamo giovani e incoscienti; tutti figli di gente che lavorava sodo e quindi di sani princìpi. La mattina dopo eravamo di nuovo tutti amici, ma anche pronti a ricominciare.
L’ ingenuo campanilismo di allora è diventato oggi più rabbioso, più astioso. Ora, ad alimentarlo, non c’è più l’esuberanza giovanile, ma interessi politici che si traducono in interessi personali, piccoli o grandi che siano. E dove c’è l’interesse c’è sempre lo scontro settario.
La politica alimenta e si alimenta di spirito settario: ogni parte in campo ha interesse a mantenere sotto controllo il proprio elettorato mediante concessioni, agevolazioni e altro. Ne consegue che chi ha degli interessi personali da ottenere o da difendere, si schiera necessariamente da una parte contro l’altra. E’ quello che succede regolarmente dovunque: al governo come nelle amministrazioni comunali. Da sempre.
Certo, a sentirli parlare, i nostri politicanti sono molto convincenti: ogni azione viene giustificata nell’interesse del popolo carinolese, anche se non esiste un popolo carinolese nei loro disegni; esiste l’interesse di parte, e sotto sotto si lavora per fare le scarpe alla parte avversa. Lo sappiamo tutti molto bene, perché siamo tutti un po’ complici di questa situazione. E noi, catturati dagli ingranaggi del meccanismo politico, siamo pronti ad aggredirci a vicenda, a mettere le nostre sorti nelle mani del potente di turno, purché otteniamo il nostro utile tornaconto. Questo gioco machiavellico va avanti all’infinito perché noi, insostituibili pedine, permettiamo loro di giocare. Sono loro ad usare noi o siamo noi ad usare loro?.... mah, questo è il problema! Forse tutto dipende da dove pende l’ago della bilancia.
E’ sempre stato così, purtroppo, ora come allora. Non esisterà mai un popolo carinolese, checché se ne dica e se ne parli; forse sui libri di storia locale, forse a parole… Si certo, esiste un insieme di abitanti di una stessa zona geografica e amministrativa, ma manca quello spirito di appartenenza e di aggregazione, per cultura e per sentimento, che fa di un insieme di persone un popolo.
Quello che più disturba è che proprio coloro i quali sono tenuti ad aggregare e difendere quest’insieme di persone, siano in realtà coloro che li dividono.
Mago Merlino
E’ bastata una trascuranza, dovuta magari a motivi tecnici, per far scatenare il malcontento e l’animosità tra le due frazioni che, lo scorso aprile, si sono fronteggiate per contendersi l’elezione del sindaco e che, qualche mese prima, erano state in urto a causa della ben nota vicenda delle ecoballe. Il documentario su Carinola sembra il classico pelo nell’uovo. Il pretesto per sfogare il proprio risentimento e non altro. Si riscopre un campanilismo più vivo e agguerrito che mai, molto diverso da quello che ricordo…
Anni fa, quando ero alle medie a Carinola, ricordo che tra noi ragazzi delle diverse frazioni, si era sempre in guerra. Per nessun motivo in particolare; solo per il semplice desiderio di scaricare le nostre esuberanti energie e portare a casa quel senso di vittoria che è sempre stato tipico di tutti i ragazzi del mondo. Ci si insultava chiamandoci per nomignoli: gli abitanti di ogni frazione avevano il loro specifico soprannome. I falcianesi - allora Falciano faceva comune di Carinola - erano “colaciatti”; i casanovesi erano “scassacascette”; i carinolesi erano “ ‘ncollapelle” e i nocelletesi erano “ranunciari”. Si studiavano vere e proprie strategie a tavolino e si metteva in atto una tattica d’assalto da far invidia alla V Armata americana. Imboscate in luoghi strategici, di solito i ponti, finivano sempre a sassaiole e ogni tanto qualcuno tornava a casa con la testa rotta. Eravamo giovani e incoscienti; tutti figli di gente che lavorava sodo e quindi di sani princìpi. La mattina dopo eravamo di nuovo tutti amici, ma anche pronti a ricominciare.
L’ ingenuo campanilismo di allora è diventato oggi più rabbioso, più astioso. Ora, ad alimentarlo, non c’è più l’esuberanza giovanile, ma interessi politici che si traducono in interessi personali, piccoli o grandi che siano. E dove c’è l’interesse c’è sempre lo scontro settario.
La politica alimenta e si alimenta di spirito settario: ogni parte in campo ha interesse a mantenere sotto controllo il proprio elettorato mediante concessioni, agevolazioni e altro. Ne consegue che chi ha degli interessi personali da ottenere o da difendere, si schiera necessariamente da una parte contro l’altra. E’ quello che succede regolarmente dovunque: al governo come nelle amministrazioni comunali. Da sempre.
Certo, a sentirli parlare, i nostri politicanti sono molto convincenti: ogni azione viene giustificata nell’interesse del popolo carinolese, anche se non esiste un popolo carinolese nei loro disegni; esiste l’interesse di parte, e sotto sotto si lavora per fare le scarpe alla parte avversa. Lo sappiamo tutti molto bene, perché siamo tutti un po’ complici di questa situazione. E noi, catturati dagli ingranaggi del meccanismo politico, siamo pronti ad aggredirci a vicenda, a mettere le nostre sorti nelle mani del potente di turno, purché otteniamo il nostro utile tornaconto. Questo gioco machiavellico va avanti all’infinito perché noi, insostituibili pedine, permettiamo loro di giocare. Sono loro ad usare noi o siamo noi ad usare loro?.... mah, questo è il problema! Forse tutto dipende da dove pende l’ago della bilancia.
E’ sempre stato così, purtroppo, ora come allora. Non esisterà mai un popolo carinolese, checché se ne dica e se ne parli; forse sui libri di storia locale, forse a parole… Si certo, esiste un insieme di abitanti di una stessa zona geografica e amministrativa, ma manca quello spirito di appartenenza e di aggregazione, per cultura e per sentimento, che fa di un insieme di persone un popolo.
Quello che più disturba è che proprio coloro i quali sono tenuti ad aggregare e difendere quest’insieme di persone, siano in realtà coloro che li dividono.
Mago Merlino
"figli di gente che lavora sodo e di sani principi" ne stanno rimanendo pochi,prolificano i politicanti,raccomandati ecc. ecc.
RispondiEliminain quanto ai principi bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla.
Per 14.59
RispondiEliminaPurtroppo è così. Bisogna cercarli con il lanternino. Ormai non si incontrano più persone come quelle di una volta, ma solo persone arroganti e boriose che credono di essere i padroni del mondo a cui tutto è dovuto. E la politica alimenta molto queste qualità che poi portano, non ad incontri di culture, ma a scontri.
Le anime del quiquirì sono variegate ma piene di luoghi comuni e pregiudizi. La politica malata, i tempi di una volta....
RispondiEliminaUmberto Eco ha scritto che quando vedi intorno a te tutti coglioni sei pronto a morire...
Per 18,11
RispondiEliminaAmico forse hai sbagliato post. Comunque se hai argomenti interessanti non hai che da scriverli e mandarli e diventerai anche tu un coglione del quiquiri!
E a dirti la verità, a noi quello che dice Umberto Eco può interessarci fino a un certo punto.
Non abbiamo bisogno di pendere dalla penna degli altri per continuare a vivere.
lo scontro nasce dalla politica che imprime i loro specifici contrasti d'interesse ai loro clienti i quali, ingenui, non capendo quale sia la metrice del contrasto la buttano sull'orgoglio d'appartenenza. alla fine siamo solo vittime. morite. io me ne andrò, preferisco essere semplicemente me stesso ne casaniovese nocelletese carinolese ecc ecc ma solo un io pensante ciao
RispondiEliminaPer 11,25
RispondiEliminaBen detto! così dovrebbe essere per tutti.
Vorrei porre una domanda che poco ha che fare con la vostra "discussione"... una domanda di "colore"...
RispondiEliminaE' da un bel po' che cerco di capire da dove è stata scattata questa bella foto... non ci riesco, come non riesco a capire i vari paesi del panorama.
Qualcuno potrebbe essere così gentile da aiutarmi?
Attendo fiducioso...
Con molto piacere.
RispondiEliminaE' sempre una soddisfazione notare che qualcuno apprezza il lavoro degli altri e, credimi, di lavoro per questo blog se ne fa tanto!
La foto che vedi è stata scattata dalla cosiddetta 'Tavola', località montana al di sopra della Grangelsa, a Casanova. I paesi che vedi sono le nostre frazioni: in primo piano Casanova, poi Carinola con S.Croce e, più lontano Nocelleto.
Bella foto, vero? Come vedi, abbiamo un patrimonio ambientale che va difeso assolutamente.