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venerdì 23 agosto 2013

La Luna Calante dell’Arte – Parte III


Il Lunarte non è concepibile se non come un Grande Evento. Altre dimensioni non possono attagliarsi ad una
manifestazione di questa potenza. Una potenza ancora in culla purtroppo, ferma al suo stadio adolescenziale ed incompleto di potenzialità. Perché in fondo non ci si crede abbastanza. Perché l’istituzione patrocinante non patrocina di fatto. O non patrocina affatto.

Come è possibile, ci si chiederebbe,  che il Lunarte non sia nell’elencazione delle “Manifestazioni di rilievo nazionale, regionale o locale” beneficiarie del contributo finanziario regionale (misura già citata nella seconda parte del post) ai sensi della L.R. 8/2004, come la “Notte della Tamorra” (finanziata dalla Regione Campania su proposta del Comune di Napoli, per euro 119.000), come il “Divino Jazz Festival” (finanziato dalla Regione Campania su proposta del Comune di Torre del Greco, per euro 118.000), come “Teatri di Pietra” (finanziato dalla Regione Campania su patrocinio del Comune di Capua per euro 75.000), come il “Mercogliano Music Festival” (finanziato dalla Regione Campania su patrocinio del Comune di Mercogliano per euro 75.000), come il “Social Word Film Festival (finanziato dalla Regione Campania su patrocinio del Comune di Vico Equense per euro 60.500), come “Le Stagioni della Cultura Mediterranea” (finanziato dalla Regione Campania su patrocinio del Comune di Agropoli per euro 74.000), come il “Miglio Jazz Festival” (finanziato dalla Regione Campania su patrocinio del Comune di Ercolano per euro 68.000), come il “Festival nazionale del Teatro Città di Casamarciano - II edizione” (finanziato dalla Regione Campania su patrocinio del Comune di Casamarciano per euro 66.500), come il “Zungoli Festival della Musica e della Cultura” (finanziato dalla Regione Campania su patrocinio del Comune di Zungoli per euro 65.500), come l’Ariano FolkFestival (finanziato dalla Regione Campania su patrocinio del Comune di Ariano Irpino per euro 60.000), come la “Sagra della Castagna” (finanziato dalla Regione Campania su patrocinio del Comune di Montella per euro 30.229). Del “Teano jazz” abbiamo detto.

Centoquarantadue gli interventi regionali su questa misura, tutti o quasi superiori ai 50.000 euro. Il “famoso” Lunarte non vi ha trovato posto.

Come è stato possibile, poi, che il Lunarte sia rimasto fuori dall’elencazione di cui al “Programma regionale unitario di eventi” o dalle “Iniziative turistiche di risonanza nazionale ed internazionale da tenersi sul territorio regionale”, elencazioni approvate dalla Giunta Regionale della Campania poco tempo fa a valere sugli Obiettivi Operativi 1.9 e 1.12 del Programma Operativo regionale - Fondo Europeao di Sviluppo Regionale (già richiamati nella seconda parte del Post), dove il Comune di Sorrento è riuscito ad ottenere un finanziamento di euro 280.000 per l’organizzazione della manifestazione “M'Illumino d'Inverno VI Edizione”; dove il Comune di Pomigliano d’Arco è riuscito ad ottenere un finanziamento di euro 265.000 per il  “Pomigliano Jazz Festival XVIII edizione”; dove il Comune di Pollica Cilento è riuscito ad ottenere un finanziamento  di euro 300.000 per la manifestazione “Un Modo di Vivere - II Edizione”; dove il Comune di Pertosa è riuscito ad ottenere un finanziamento di euro 126.225 per la manifestazione “Negro 2013 – Bande Banditi e Sbandate - Rassegna/Festival di Musica e Cultura Etnica - XVIII Edizione”; dove il Comune di Benevento è riuscito ad ottenere un finanziamento di euro 300.0000 per il “Benevento Città Spettacolo – XXXIV Edizione; dove il Comune di Positano è riuscito ad ottenere un finanziamento di euro 120.000 per la manifestazione “Positano premia la danza – Leonide Massine”; dove il Comune di Summonte è riuscito ad ottenere un finanziamento di euro 230.000 per il “Festival Internazionale di Musica Etnica Sentieri Mediterranei con Eventi in Abbazia - XV Edizione”; dove il Comune di Caserta è riuscito ad ottenere un finanziamento di euro 300.000 per la manifestazionen”XIV Leuciana Festival Christmas Event - Holy Voices”; dove il Comune di Montemarano è riuscito ad ottenere un finanziamento di euro 30.000 per la manifestazione “La Tarantella del Carnevale di Montemarano”; dove il Comune di Anacapri è riuscito ad ottenere un finanziamento di euro 225.000 per la manifestazione “Capri, i Giovani e il Cinema Internazionale 2013”; dove il Comune di Nola  è riuscito ad ottenere un finanziamento di euro 250.000 per la manifestazione “Le Note degli Angeli - VII Edizione”; dove il Comune di Cusano Mutri è riuscito ad ottenere un finanziamento di euro 91.100 per il “ Festival internazionale dell'Infiorata Cusano Mutri - Una Cascata di Fiori”; dove il Comune di Mirabella Eclano è riuscito ha ottenere un finanziamento di euro 300.000 per la manifestazione “Sistema Irpinia per la Cultura Contemporanea”; dove il Comune di Palma Campania è riuscito ad ottenere u finanziamento di euro 150.000 per la manifestazione “Magie delle Quadriglie, dei Carri e dei Sapori nelle Antiche Terre del Nocciolo”; dove il Comune di Pozzuoli è riuscito ad ottenere un finanziamento di euro 300.000  per la manifestazione “Premio Civitas - Rassegna Musica Popolare – Festival Jazz Reprise”; dove il Comune di Acerra è riuscito ad ottenere un finanziamento di euro 300.000 per la manifestazione “ XIII Edizione Palio dei Quartieri: Il Giracastelli… di castello in castello”; dove il di Comune di Ascea è riuscito ad ottenere un finanziamento di € 246.650,00 per la manifestazione “Cilento no limits”; dove il Comune di Piano di Sorrento è riuscito ad ottenere un finanziamento di euro 160.000 per il “Premio Penisola Sorrentina Arturo Esposito”; dove il Comune di Casamicciola Terme è riuscito ad ottenere un finanziamento di euro 132.000 per la manifestazione “Casamiccila Terme: la cultura, la musica, il canto, la tradizione - 1° edizione”; dove il Comune di Tufo è riuscito a ottenere un finanziamento di euro 210.000 per la manifestazione “Percorsi tra vigneti e castelli d'Irpinia”; dove il Comune di Marzano di Nola è riuscito a ottenere un finanziamento di euro 280.000 per la manifestazione “Dalle origini al medioevo, miti, storie , personaggi e arti nel Vallo di Lauro”; dove il Comune di Angri è riuscito a ottenere un finanziamento di euro 295.527 per la manifestazione “Spettri al castello - giornate mediovali: la vita al castello”; dove il Comune di Massa Lubrense è riuscito a ottenere un finanziamento di euro 300.000 per la manifestazione “Convivio mediterraneo - rassegna sulla cultura gastronomica della Dieta Mediterranea”; dove il Comune di Novi Velia è riuscito a ottenere un finanziamento di euro 285.000 per la manifestazione “Agorà contemporanea: parole e suoni” e dove, come si è già detto, anche il Comune di Teano è riuscito a ottenere un finanziamento di circa 296.000 per le sue manifestazioni nei percorsi archeologici.

Trentatre manifestazioni in tutto finanziate attraverso queste misure. Il Lunarte non vi ha trovato spazio.
Credo, a questo punto, che le poche migliaia di euro assegnate al Lunarte dal Comune di Carinola generino una riflessione amara e automatica. Non è questo il modo di puntarci, sul Lunarte. Dimenticarlo per un anno intero e poi metterci in extremis una toppa per farlo comunque svolgere. Credo che sia una mortificazione di quelle potenzialità che tutti riconoscono in questa kermesse culturale. Noi che il Lunarte lo amiamo sinceramente, da avventori  sognatori, già alla prima edizione del 2007 immaginavamo di vederlo salire, nel volgere di poche altre edizioni, tra le manifestazioni campane più importanti. E’ piuttosto evidente, dalle elencazioni che prima mi sono permesso di fornire, che questo non sia avvenuto. Immaginavamo un consiglio artistico ed un direttore che lavorassero stabilmente nel management di questo evento. Regolarmente e congruamente retribuiti perché è da quello che si misura il salto di qualità e di dimensione di un evento avanzato. Immaginavamo una vera risonanza internazionale. Non ce l’ha quella risonanza il Lunarte, perché la presenza sulla carta stampata degli ultimi giorni rappresenta soprattutto lo sforzo (riuscito) di recuperare il tempo perduto. Credo che gli organizzatori mi perdoneranno se dico queste cose. E questo perché il Lunarte non dispone del budget adeguato, perché non ha la preparazione del Grande Evento. Non è considerato come tale, non è per tempo comunicato come tale da chi dovrebbe. Non sta nemmeno negli elenchi di quelli finanziati dalla Regione Campania e definiti di rilievo. Non ha il sostegno che servirebbe da parte delle istituzioni, che tuttavia godono – mi si conceda anche questo- del mancato risentimento esplicito di chi il Lunarte lo ha ideato e lo porta avanti con fatica. E alla fine, quei pochi denari di cui ci si è accontentati, attinti dalla spesa corrente di bilancio comunale con procedura raffazzonata, quei pochi denari con cui ha avuto la faccia tosta di presentarsi Gigi il Sindaco dopo che la sua amministrazione aveva perduto tante possibilità di accesso a contributi finanziari importanti, hanno finito paradossalmente per sembrare troppi. E si capisce il perché.

Perché guardare alla Luna non ha prezzo. Ma se lo ha, lo deve avere alto, lo deve avere giusto. E per far tornare una fase di gibbosa crescente nel cielo della Cultura a Carinola, bisogna investire le somme adeguate, al di sotto delle quali si rischia di buttare danaro, o almeno di dare a molti questa sensazione. Per quest’anno godiamoci un Lunarte così. Sarà ugualmente fantastico. Ma dal giorno dopo è necessario che scatti l’ultimo appello. Perché l’anno prossimo dovrà essere diverso….l’anno prossimo o mai più….

L'Olandese

lunedì 19 agosto 2013

La Luna Calante dell’Arte – Parte II


Prego di memorizzare queste cifre: 80.000, 296.230,07, 2.500.000, 7.500. La quarta, secondo notizie prive
tuttavia di supporto da fonte attendibile, dovrebbe essere la somma, in euro, che l’Amministrazione Comunale di Carinola ha messo a disposizione del Lunarte Festival 2013 che, come oramai siamo convinti tutti, è la manifestazione di punta dell’estate culturale carinolese. La cosa tra l’altro non è affatto sicura o riscontrabile poiché, come si è detto, il finanziamento comunale, se veramente insiste sul Lunarte, è stato assegnato con procedure assolutamente informali e probabilmente come debito fuori bilancio in quota Sindaco. Non essendoci impegno di spesa né alcun atto amministrativo adottato ci si deve fidare della vox populi, comunque non smentita, che quota lo stanziamento per il Lunarte 2013 allo stesso livello del contributo 2012, che in effetti fu di 7500 euro, tra l’altro a valere, se la memoria mi è ancora di sostegno, su un trasferimento regionale di 18.000 euro (che fu utilizzato anche per il Matilde Serao e il Nuvolone, le altre manifestazioni che vennero definite “istituzionalizzate” per via di una strana e poco precisa delibera) che tuttavia la finanziaria caldoriana di quest’anno non ha rinnovato (almeno così mi sembra leggendola). Se la voce su tale stanziamento di euro 7500 stabilito dal Sindaco con la procedura del “fuori bilancio” dovesse risultare un’invenzione, tutto quello che il sottoscritto scriverà di seguito dovrebbe comunque valere addirittura a maggior ragione.

Ottantamila euro sono più di dieci volte settemilacinque. Duecentonovantaseimila euro sono circa trentanove volte e mezzo settemilacinque. Duemilionicinquecentomila sono circa trecentotrentatre volte settemilacinquecento. Sono dei rapporti che rendono piuttosto significativamente l’idea di un delta abissale. Cosa rappresentano? Rappresentano il confronto tra quanto in cultura, eventi e valorizzazione dei beni ha investito nell’anno 2013 il Comune di Carinola (al denominatore con i suoi bravi 7500 al Lunarte, se reali) rispetto al Comune di Teano (al numeratore, con le altre tre cifre richiamate).

80.000 euro è ad esempio la somma che ha avuto a disposizione il comitato organizzatore dell’ultimo “Teano Jazz”. Duecentonovantaseimila euro sono i soldi impegnati per una serie di eventi collegati alla valorizzazione del patrimonio archeologico sidicino che si terranno a partire da settembre prossimo. Due milioni e mezzo sono l’investimento previsto a Teano per il recupero e la conservazione di alcuni dei più importanti beni storici e monumentali inseriti nel novero di quelli ad interesse regionale (attorno al museo archeologico) nonché per l’attivazione di strumenti locali ed integrati per il miglioramento della ricettività e della fruizione nonché per l’elevamento dei livelli di attrattività.

Il motivo per il quale è utile comparare le cifre relative a Teano e quelle relative a Carinola è presto detto: Teano è comune limitrofo a Carinola, sotto i quindicimila abitanti come Carinola, ed il territorio sidicino è dotato di un patrimonio architettonico, storico ed archeologico importante ma forse inferiore a quello di Carinola.
Bene: a Teano sulla valorizzazione del patrimonio culturale hanno da qualche anno puntato tutto, investendo e soprattutto programmando. E la programmazione ha reso possibile l’utilizzo di quantità di danaro impensabile per Carinola, dove invece è in atto una discussione sul buon utilizzo di meno di diecimila euro che solo il rispetto che è dovuto al valore del danaro e soprattutto delle piccole somme ci induce a non definire miserabile.

E quelle cifre per noi inconcepibili (il pensiero unico del “non ci sono soldi” è oramai tanto strisciante quanto indebellabile, pur essendo una stronzata europea) sono state per Teano rese possibili perché Teano è stata inserita dalla sua amministrazione in un circuito, finanziato con fior di quattrini dalla Giunta Caldoro, di promozione territoriale integrata di livello regionale in cui Carinola non ha saputo invece entrare nonostante fosse assolutamente possibile e anzi relativamente agevole farlo. Sarebbe stato sufficiente un po’ di dedizione in più, un po’ di sforzo da parte dei nostri amministratori nel leggere con attenzione l’evolversi delle linee di indirizzo degli enti sovracomunali come la Regione o il Ministero dei Beni e della Attività Culturali e magari condividerle. Sarebbe bastata un po’ di pazienza in più insomma, quella che, scrivendo pezzi un poco lunghi, il sottoscritto chiede abusando a chi legge ma che sarebbe invero doverosa da parte di chi si asssumere la responsabilità di rivestire cariche istituzionali.

La programmazione richiede alcuni anni, ma forse nemmeno troppi. Diciamo che anche in qualche mese si riesce a mettere su una pianificazione di una certa rilevanza, ma servono gli occhi per pianificare. Serve l’ambizione per aprire le prospettive del territorio, serve la permeabilità mentale e amministrativa per capire i processi di sviluppo. Serve, come dicevo, un po’ di cura e di passione.

Non so, ad esempio, se Gingerino o qualcuno dei suoi assessori attualmente in carica abbiano stampata nella corteccia celebrale la data del 9 novembre 2007, giorno dell’approvazione della Delibera di Giunta Regionale della Campania n.1921 di quell’anno solare. Ad essere adottato in quella data (tra l’altro quello era l’anno della prima edizione del Lunarte) fu il programma di spesa relativo al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, in cui la Giunta Bassolino inserì l’Obiettivo Specifico 1.d - SISTEMA TURISTICO - Valorizzare il sistema turistico regionale, attraverso la messa in rete dell’offerta e il suo adeguamento alle specifiche esigenze della domanda nazionale ed internazionale, ponendo la massima attenzione allo sviluppo complessivo dell’attrattività del territorio e del patrimonio diffuso e alla qualificazione dei servizi turistici in un’ottica di sistema; promuovere la destination “Campania” sui mercati nazionale ed internazionale, con particolare riferimento sia ai mercati tradizionali della domanda, sia a quelli potenziali, favorendo anche in un’ottica di sostenibilità ambientale, territoriale e socioculturale, la destagionalizzazione e delocalizzazione dei flussi.

L’obiettivo Specifico 1.d prevedeva i seguenti sotto-Obiettivi Operativi: 1.9 - BENI E SITI CULTURALI (Valorizzare i beni e i siti culturali, attraverso azioni di restauro, conservazione, riqualificazione e sviluppo di servizi e attività connesse, favorendone l’integrazione con altri servizi turistici); 1.10 - LA CULTURA COME RISORSA (Promuovere il sistema della cultura, dello spettacolo, delle attività artistiche e dei servizi connessi, al fine di diversificare l’offerta turistica e attrarre nuovi flussi); 1.11 - DESTINAZIONE CAMPANIA (Qualificare, diversificare e sviluppare l'offerta turistica, con particolare riguardo ai prodotti sotto-utilizzati, al riequilibrio tra le zone interne e quelle costiere e allo sviluppo di soluzioni innovative per la gestione integrata delle risorse, in un’ottica di sviluppo sostenibile); 1.12 – PROMUOVERE LA CONOSCENZA DELLA CAMPANIA (Realizzare campagne di comunicazione e attività di direct e trade marketing per la promozione dell’immagine coordinata del prodotto turistico e dell’offerta turistica della Regione Campania, sia sul mercato estero sia su quello nazionale per contribuire a determinare l’aumento degli arrivi e delle presenze turistiche nonché della spesa media procapite per turista, la destagionalizzazione, il riequilibrio delle presenze sul territorio regionale, con effetti positivi anche sugli indicatori economici e occupazionali).

Estraggo alcuni passaggi della descrizione delle voci di spesa relative al Programma Operativo FESR in parola, che possono interessare chi il Lunarte lo organizza e chi del Lunarrte gode, ma anche chi vede nel Lunarte un’opportunità di rilancio del territorio: Categoria di Spesa cod. 58 : “Promozione di festival internazionali a sfondo culturale, assicurando il legame con il bene o sito culturale e naturale valorizzato, in grado di mobilitare significativi flussi di visitatori e turisti di cui sia valutata la domanda potenziale, anche ai fini di destagionalizzazione dei flussi di visita, dell’allungamento della stagione e di una maggiore attrazione di differenti segmenti di domanda” e Categoria di Spesa cod. 55: “Realizzazione dei programmi annuali dei Grandi Eventi, delle manifestazioni fieristiche e delle mostre di settore in grado di mobilitare significativi flussi di visitatori e turisti di cui sia valutata la domanda potenziale, quale modello di promozione sistemica in grado di coniugare gli eventi culturali, con momenti di commercializzazione, con attività di comunicazione. Sarà assicurato il legame con il bene o sito culturale e naturale valorizzato, anche ai fini di destagionalizzazione dei flussi di visita, dell’allungamento della stagione e di una maggiore attrazione di differenti segmenti di domanda”

Sul tavolo la Giunta Regionale mise 510 milioni di euro di cui 175 milioni per l’obiettivo 1.9, 110 milioni per l’obiettivo 1.10, 150 milioni per l’obiettivo 1.11 e 75 milioni per l’obiettivo 1.12.

Una vera manna, una grande occasione, forse quella decisiva. Era ncessario, da quel giorno, rimanere con le antenne dritte per cogliere i momenti attuativi nei quali le risorse sarebbero state assegnate ai soggetti beneficiari.

Il primo momento attuativo arriva in data 18/2/2009, quando il Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MIBAC) e la Regione Campania di Bassolino, ai fini dell’attuazione dei programmi di restauro, valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale campano, sottoscrivono un “Accordo di Programma avente ad oggetto la definizione di strategie ed obiettivi comuni di valorizzazione, conservazione, gestione e fruizione di complessi monumentali e di siti archeologici che afferiscono ad aree suscettibili di valorizzazione e gestione integrate”. Detto Accordo, tra i pochi in Italia, garantiva “una moderna attività di valorizzazione del patrimonio culturale, pure nel senso che in esso si presero a riferimento non solo le eccellenze già ampiamente inserite nei grandi circuiti turistico-culturali, ma anche gli immobili di interesse storico, architettonico e paesistico che, anche se inutilizzati o sottoutilizzati, conservano rilevanti potenzialità ai fini dell’implementazione della domanda turistica in ambito culturale” (cito dalla narrativa di una delibera attuativa adottata dalla Giunta Caldoro nel 2012, che faceva riferimento a quell’accordo).

Fu quello dell’Accordo di Programma uno dei passaggi cruciali in quanto prevedeva che la Regione Campania avrebbe da quel momento avviato un processo di negoziazione ufficiale con i territori per individuare i cosiddetti Grandi Attrattori ed i Poli Aggregatori Culturali, ossia i siti di maggior risalto del territorio regionale. I comuni sul cui territorio fosse stato individuato un grande attrattore o un polo aggregatore avrebbero poi in buona sostanza avuto priorità (punteggi migliori nelle graduatorie) nell’assegnazione dei finanziamenti dell’Obiettivo 1.d del FESR.
Bene, il Comune di Teano, a differenza del Comune di Carinola, ci vede subito bene e si fionda come un ossesso in questa negoziazione con la Regione Campania, che Carinola invece diserta dal 2010 a settembre 2012. Gli incaricati ed i referenti dell’Amministrazione di Teano braccano in quel periodo la commissione regionale preposta e la spuntano, in quanto alla fine, con Delibera di Giunta Regionale 404 del 31/07/2012 (nel frattempo al governo della Regione sono arrivati Caldoro e Grimaldi) si riconosce il Circuito Archeologico di Teano come Polo Aggregatore insieme, parliamo del solo territorio di Terra di Lavoro, al Circuito archeologico di S. M. Capua Vetere, al Museo dell’antica Calatia di Maddaloni, alla Sala d’Armi e ai complessi architettonici di Capua, al Museo archeologico dell’antica Alife, oltre ovviamente al Grande Attrattore Reggia di Caserta.

Un bel bingo, che avremmo potuto e dovuto fare noi visto il nostro patrimonio di pregio e vista la fortuna di avere come concittadino appunto l’Onorevole Grimaldi,uomo forte dell’Amministrazione Caldoro. Invece no, Carinola risultò fuori da quell’elencazione.

Poco più tardi iniziarono ad essere pubblicati i bandi per l’assegnazione delle risorse dell’Obiettivo 1.d FESR, il primo dei quali (Decreto Dirigenziale n. 178 del 30/11/2012 dell’Area Generale di Coordinamento n.13 della Giunta Regionale della Campania) fu quello per la presentazione di progetti per l’inserimento nel Piano Regionale di interventi di restauro e la conservazione dei beni architettonici, archeologici e monumentali insistenti nei comuni dove vi fosse un grande attrattore o un polo aggregatore e che potevano coinvolgere tuttavia anche beni situati in un comune limitrofo (quindi Carinola avrebbe comunque potuto presentare un progetto, aggregandosi con Teano, Capua o Santa Maria).
Teano ovviamente presenta e Carinola no. In nessuna partnership Carinola fu in grado di inserirsi. Teano si aggiudicherà quindi in grazia di Dio i due milioni e mezzo di euro per azioni di “restauro e recupero del patrimonio di valore storico, artistico, architettonico, archeologico e paesistico, strettamente funzionali alla fruibilità dello stesso patrimonio anche ai fini dell’incremento dei flussi turistici, quale completamento del processo di valorizzazione e diffusione dell’asset culturale”,  di implementazione di “attività di valorizzazione, volte ad aumentare la conoscenza e la fruizione del patrimonio di valore storico, artistico, architettonico, archeologico e paesistico e a migliorarne le infrastrutture e i servizi di accessibilità, ad attivare o a potenziare servizi di accoglienza, nonché ad ampliare i servizi connessi all’offerta culturale” e  di implementazione di “attività per la messa a sistema dei beni e azioni specifiche di avvio e gestione del sistema stesso”.
Carinola, come si dice in gergo, nun ce sta proprio a fa…..

Arrivano poi due altre misure di attuazione dell’Obiettivo 1.d-FESR e dell’Accordo di programma Mibac-Regione Campania. Trattasi dell’ “Avviso Pubblico per la presentazione delle proposte progettuali finalizzate alla formazione del programma regionale unitario di eventi relativo al periodo "Settembre 2013 - Gennaio 2015" (a valere sui fondi dell’Obiettivo Operativo 1.9) e dell’ “ Avviso Pubblico per la selezione delle iniziative turistiche di risonanza nazionale ed internazionale da tenersi sul territorio regionale nelle sessioni "01 Settembre 2013 - 31 Maggio 2014" e "01 Giugno 2014 - 31 Gennaio 2015"  ( a valere sui fondi dell’Obiettivo operativo 1.12) di cui rispettivamente al Decreto Dirigenziale n.40/2013 e n. 101/2013 della A.G.C. 13 della Giunta Regionale della Campania.

Se si intendeva puntare sul Lunarte ecco quindi servito, al Comune di Carinola, uno strumento decisamente propizio per valorizzare al massimo questa manifestazione, per farla crescere e renderla punto di riferimento, se davvero si riconosceva in essa, da parte della nostra Amministrazione, una valenza strategica irrinunciabile di promozione territoriale.

Gli avvisi pubblici citati, rivolti ai comuni in forma singola o  associata, in effetti avevano per oggetto “la procedura selettiva delle manifestazioni (mostre, spettacoli, eventi sportivi, festival, ecc…. ) di risonanza nazionale ed internazionale nonché di notevole impatto mediatico ed alta attrattività turistica, da realizzarsi sul territorio regionale nel periodo Settembre 2013 –  Gennaio 2015  articolato nelle distinte sessioni 01 Settembre 2013 – 31 Maggio 2014 e 01 Giugno 2014 – 31 Gennaio 2015”.

“Tema portante degli eventi” doveva essere “la ‘scoperta’ della Campania e dei suoi attrattori culturali, mirando, ai fini dello sviluppo di un turismo di qualità, ad una moderna attività di promozione e valorizzazione dei beni culturali che guardi non solo alle eccellenze storiche, architettoniche ed archeologiche già ampiamente inserite nei grandi circuiti turistico-culturali, ma anche alle risorse cd. minori  diffuse sul territorio regionale”.

“L’evento”, secondo i dettami degli avvisi pubblici “si dovrà caratterizzare per l’alta attrattività turistica, la dimensione non locale, la capacità di valorizzazione del territorio e dei suoi beni culturali ed ambientali in maniera integrata e non frammentaria”. “A tale scopo”, si continua a leggere nel testo degli avvisi, “l’evento dovrà essere di alto profilo ed avere il carattere dell’unicità”.
D’altra parte, e si legga con attenzione questo passaggio, “l’ ‘evento’ costituisce, oggi, per i sistemi territoriali, uno tra i migliori veicoli di valorizzazione e promozione, nonché uno tra gli strumenti di marketing territoriale più innovativi, sia perché contribuisce alla crescita del numero di turisti e di visitatori, sia perché migliora l’immagine e la notorietà delle città, sia perché, attraendo investimenti e finanziamenti, crea effetti economici moltiplicativi rilevanti; esso, inoltre, rappresenta l’opportunità per una migliore organizzazione e strutturazione del sistema di  accoglienza del territorio regionale”. Mi sembra di vedere in questi passaggi il Borgo dei Carani, dei Laurenzi, o San Ruosi, o il Borgo Catalano di Carinola e gli altri beni minori valorizzati e resi noti dal Lunarte Festival.

Ovviamente, com detto in apertura di questa seconda parte del post, Teano presenta entro la scadenza del 15 Luglio, il suo progetto per gli eventi collegati alla promozione della sua area archeologica e assesta un altro bel colpo, perché il progetto vien finanziato interamente per euro 296.250,03. Carinola fuori, di nuovo, nonostante quel gran culo che abbiamo di avere un cittadino onorevole regionale. In realtà, grazie ad una delibera in zona cesarini suggerita da esterni il Comune di Carinola presenta, solo a valere sull’obiettivo 1.9, progetto di eventi legati al recupero di Palazzo Marzano, come pubblicizzato sul sito ufficiale dell’Istituzione. Ma niente, il progetto viene miseramente bocciato ottenendo un punteggio di valutazione bassissimo. Questo Onorevole cosa lo teniamo a fare io proprio non lo so…

Stessa storia, d’altra parte, si era verificata per “Avviso Pubblico relativo alla concessione di contributi finanziari per manifestazioni ed interventi culturali di rilievo nazionale, regionale o locale” di attuazione della Legge Regionale n.8/2004 che, nell’ultima annualità messa a bando, ha visto Teano premiata con il finanziamento del Teano Jazz e Carinola ancora una volta a bocca asciutta.

Che dire. Siamo fuori da tutti i sogni di mezza estate, a guardare quello spicchio (o quello spicciolo) di satellite che ci rimane. E ci appiccichiamo pure. Siamo ridotti a contare tra le polemiche le miserie di una presunta somma stanziata attraverso la parola rabberciata, resa in sede impropria, di un sindaco che mette le pezze al nulla della sua amministrazione, utilizzando un bilancio di spesa corrente ancora non approvato. Senza un programma culturale complessivo, senza un disegno, senza cura, senza crederci. Non so cosa ne pensi chi legge oppure gli organizzatori del Festival, ma io ci vedo, in questo, la mortificazione di quello che il Lunarte poteva essere e non è stato, sbaragliato per importanza anche dal Teano Jazz, in una Carinola che della Luna dell’Arte si gode l’ultimo resistente quarto. Una Luna, quella carinolese, destinata ad un veloce tramonto. Un cin-cin con Champagne per Pierrot quindi…..e non facciamoci sopraffare dalla malinconia…. (CONTINUA)

L’Olandese

venerdì 16 agosto 2013

La Luna Calante dell’Arte - parte I


Il Lunarte 7, lo presumiamo, sarà magico come tutte le edizioni tenutesi dal 2007. E’ sicuramente la manifestazione di più elevato interesse culturale che si svolge a Carinola in estate, l’unica in questo genere capace di un richiamo fuori porta.

In extremis il Lunarte 7 è stato anche quest’anno finanziato dal Comune di Carinola, con fondi di spesa corrente. Meno male. Sarebbe stato pericolosissimo interrompere anche solo per un anno l’appuntamento con il festival in parola. Gli appuntamenti si rispettano altrimenti diventano poco credibili, e perdono la loro attrattività. Il Natale in fondo è bello proprio perché viene ogni anno, succeda quel che succeda. Se per qualche motivo in un dicembre futuro Gesù Bambino dovesse marinare la sua obbligatoria rivenuta al mondo, non so quanti lo aspetterebbero l’Anno Domini successivo. Chi si occupa di comunicazione questo lo sa molto bene ed il Natale viene appunto messo su ogni santissimo venticinquedodici, anche in tempo di guerra.

Vale anche per il Lunarte la regola fondamentale della continuità da non sospendere mai . Il Lunarte è oggi una certezza di calendario come tuttisanti e fonda anche su questo il successo del suo brand. O meglio il Lunarte è come la Pasqua della quale non si sa mai bene come cavolo viene fissata la data ma della quale comunque tutti sanno che viene di primavera, anzi tutte le primavere . Un certezza, quella del Lunarte, che abbiamo rischiato di perdere per insostenibilità economica - così ci paventavano gli apostoli del Circuito Culturale Caleno - anche se poi in cuor nostro non abbiamo mai dubitato che anche quest’anno avremmo goduto dell’atteso avvento. Quest’estate la ricorrenza cadrà - l’Olandese ha avuto l’onore di una privata ed esclusiva annunciazione direttamente proveniente dalla Francia – il 23 Agosto all’imbrunire, forse perché trattasi del venerdì successivo al terzo plenilunio dopo il solstizio d’estate (il meccanismo di calcolo della data Lunarte è il più complesso di tutti). Il rischio di interruzione astrale causa avversa congiuntura terrena è stato comunque scongiurato grazie alla disponibilità sopraggiunta di Gigi il sindaco nella sua versione fumettistica (quella di gingerino seduto al bar-village, diciamocelo, è la variante che più ci piace di questo straordinario personaggio), e quindi viva il Lunarte per sempre. Ci mancherebbe.

Però ci sono cose che sono altrettanto evidenti. Il Lunarte di quest’anno rappresenta il crepuscolo della Cultura a Carinola. Un crepuscolo con lunazione declinante. E questo perché tutte le dinamiche amministrative con cui si è giunti al suo finanziamento pubblico portano in superficie, e comunque a vista nuda, tutta l’approssimazione con cui le istituzioni governative di questo nostra decadente città d’arte pensano agli investimenti nel settore.

Si pratichi l’esercizio dell’osservazione. Si cominci ad esempio da uno dei topic che le critiche apparse sul Quiquiri hanno alimentato, ossia quello sulla opportunità di concedere un consistente stanziamento comunale per permettere la tenuta del Lunarte 2013, quando alcune congiunture sociali avrebbero consigliato l’impiego di quel danaro pubblico in altre finalità e urgenze. Ad essere interessante non è la gamma di risposte che possono essere date – attività che però espone al collaterale e sgradevole effetto di trovarsi automaticamente schierati a favore o contro il festival - a chi ha introdotto e forse insinuato l’anzidetto dubbio. Su tale questione di argomentazioni divise tra tesi ed antitesi se ne disporrebbe a sazietà, e tutte ferocemente contrastanti ma allo stesso tempo sostenibili: progetto valido e quindi da finanziare senza indugio o al contrario manifestazione sopravvalutata e perciò spreco di risorse, procedure di rendicontazione impeccabili e trasparenti o al contrario contenuti economici nebulosi ed inspiegabilmente onerosi ecc. ecc. Non ce ne usciremmo mai.

A fungere da moltiplicatore di tristi riflessioni è piuttosto una delle delucidazioni che quasi istintivamente tutti abbiamo fornito (compreso il sottoscritto parlando con alcuni amici o anche gli estensori del quesito infernale) come fosse la naturale fuoriuscita dall’empasse, nell’uno o nell’atro senso: vi sono, e su questo siamo stati tutti indifferentemente d’accordo, dei fondi previsti nel bilancio comunale per eventi e manifestazioni e questi possono essere impiegati solamente per tale scopo e non per altri. Essendo poi il Lunarte l’unica manifestazione culturale degna di attenzione (o addirittura l’unica i cui curatori al fondo comunale di bilancio di previsione hanno fatto richiesta di accesso, così abbiamo saputo) l’aritmetica della ragion deduttiva porta a conclusioni obbligate e ad automatismi indiscutibili.

D’accordo, ma c’è un però e anche più di uno. Qualche esperto contabile potrebbe in primo luogo replicare che non è proprio così e che nella gestione finanziaria di un ente locale è assolutamente possibile spostare una somma da un capitolo di spesa ad un altro attraverso una semplice variazione di bilancio (se ne applicano a iosa ogni anno, tanto che il Testo Unico per l’Ordinamento degli Enti Locali prevede l’obbligatorietà dell’adozione, almeno una volta nell’arco dei dodici mesi dell’anno contabile, delle delibere di riequilibrio e di assestamento di bilancio). Semmai non sono trasmigrabili le voci di bilancio che sono collegate a trasferimenti di scopo da parte di organismi sovracomunali o di altri enti, ad esempio quelle voci di spesa in capitoli totalmente o parzialmente coperte da finanziamenti o sovvenzioni regionali (se la regione ci manda qualcosa per un piano o funzione, è effettivamente vietato l’utilizzo di quelle somme per altri obiettivi) e allora bisognerebbe vedere se il capitolo Cultura a Carinola appartenga in effetti in tale casistica.

Ma questa è roba per esperti. E d’altro canto Io invece mi sto chiedendo da qualche giorno una cosa: ma di quale bilancio si sta parlando? A quale capitolo contabile ci riferiamo quando diciamo sbrigativamente che il finanziamento del Lunarte ha attinto fondi appostati in previsione e addirittura vincolati nella destinazione? Ci riferiamo al Bilancio di Previsione per l’anno 2013 forse? Beh, se ci siamo riferiti a quello abbiamo preso una svista collettiva e unanime, perché il Bilancio di Previsione 2013 il Consiglio Comunale non lo ha ancora approvato e quindi di quale cavolo di capitolo si sta parlando è difficile dire. Forse ci siamo fatti prendere un po’ la mano dalla voglia di vivere in un posto normale, dove un bilancio di previsione è un bilancio di previsione e non viene approvato a fine anno. Un bilancio di previsione che dovrebbe essere, nel posto dove tutti per un momento avevamo creduto di vivere, lo strumento deputato alla programmazione, dove un governo locale pianifica gli interventi e gli investimenti, dove ad esempio chi amministra un territorio peculiare e ad altissima vocazione come Carinola predispone ed esplicita le azioni di valorizzazione e di promozione della cultura. Immaginavamo che l’Amministrazione De Risi avesse provveduto al minimo sindacale, ossia avesse previsto e approvato dei fondi di bilancio su una voce contabile distinta e che vi avesse provveduto tempestivamente prima dell’estate, la stagione degli eventi e della creatività. Quasi quasi ci spingevamo a fare i complimenti all’Assessorato di competenza per aver resistito in tempo di austerity e per aver considerato nella predisposizione dei capitoli di bilancio che la Cultura è investimento primario e vitale. Ma abbiamo dato per scontato quello che scontato non era. L’Amministrazione Comunale di Carinola, in effetti, non ha ad oggi costituito alcun capitolo di bilancio destinato alla cultura o agli eventi per l’anno 2013.

Abbiamo tutti preso un abbaglio quindi. E l’oramai notissima foto del tavolino del caffè con un Sindaco accerchiato che, per aderire ad una richiesta di finanziamento difficilmente ricusabile, ricorre alla promessa informale di un debito fuori bilancio (perché impegno di spesa nelle sedi deputate non era possibile disporlo proprio per via della mancata adozione dello strumento finanziario e del relativo capitolo), è l’immagine amabile di una decadenza fatta di incapacità di programmare. Dicesi tecnicamente “debito fuori bilancio” (che un’apposita delibera di “riconoscimento” ex post perfezionerà) quello che un amministratore comunale dotato di autorità precettiva dispone con procedure non convenzionali per spese impreviste.

Il Lunarte era insomma una spesa imprevista e non programmata, la Cultura a Carinola continua ad essere una spesa imprevista e non programmata. Non avevano programmato proprio nulla i nostri amministratori per quella Carinola Capitale della Cultura che, se fosse per loro, precipiterebbe in una lunga notte di novilunio al lume fioco e volenteroso, perchè privo di fondi, del Cineforum degli Amici della Biblioteca. A rischiarare la notte con luce abbagliante di fuoco ed in qualche maniera a salvare la faccia dell’Amministrazione, all’ultimo secondo, ci hanno dovuto pensare quelli del Lunarte Festival. Non si dica, adesso, che la Giunta in carica non ha speso un euro per la promozione degli eventi culturali. Come no, hanno finanziato il Lunarte. E quindi “sai che ber discorso ce faranno” , per dirla alla Trilussa, sulla volontà amministrativa di promozionare questa grande ricchezza potenziale che è a Carinola la Cultura, cui Sindaco ed assessori competenti dedicano da tempo gran parte delle attenzioni di pianificazione economica, come dimostra proprio il Lunarte. Addirittura vi è stato dedicato un capitolo apposito ed inamovibile del Bilancio di Previsione. Che tristezza che fa questa cosa. Solo la spassosa sagoma di Gingerino può in qualche maniera ingentilire l’avvilimento che tutta questa superficialità provoca.

Spero, chiudendo questa prima parte, che leggendo quanto scritto non si annoveri l’Olandese tra coloro che non hanno a cuore le sorti del Lunarte e la necessità di finanziarlo. Piuttosto il sottoscritto ritiene che pochi, troppo pochi, siano i fondi assegnati, o meglio siano troppo pochi per non risultare a molti un poco troppi, e spiegherò cosa voglio dire. (CONTINUA)


L’Olandese

mercoledì 7 agosto 2013

sabato 27 luglio 2013

atti di quotidiano clientelismo



Su segnalazione linkiamo questo articolo .


nota del segnalatore: Guarda guarda chi sbuca fuori tra gli incaricati... Giuseppina di biasio, figlia di Pasquale.. Leggete all'interno dell'articolo.



domenica 21 luglio 2013

Strani Pensieri


Sono uno dei tanti ragazzi di questo comune.


Uno di quelli che ha dovuto lasciare il carinolese per la stessa motivazione che ha spinto quasi tutti i ragazzi carinolesi a farlo: "quella di cercare un futuro", un "futuro" parola divenuta troppo rara in queste zone.

Sono stato via quasi un decennio e dopo diverso tempo, come si nota la differenza di crescita in un ragazzino nel non vederlo per un certo periodo di tempo, a differenza di chi ci vive a contatto giornalmente, ho avuto un'impressione che definirei tristissima: questo comune sta morendo e lo sta facendo ad una velocità preoccupante.

Ricordo quando sono partito, si scherzava sul fatto che se pur essendo un comune piccolo e desolato, almeno l'estate sembrava rinascere. Non succede più, siamo in estate e non è cambiato niente; i giovani sono sempre di meno; le possibilità di lavoro praticamente nulle o quasi; le strade sempre più rovinate; le piazze sembrano essere il residuo di città in rovina; sempre meno persone in giro; molti locali chiusi o lo stanno facendo, ecc...

Dovè il sindaco in tutto questo?
Dove sono i consiglieri?
Dove sono gli assessori? E tutte quelle promesse di rinascita del comune? Di lavoro? Di sostegno e proggetti per i giovani?

Sono certo che si staranno impegnando tutti fino all'esasperazione per proteggere il nostro territorio dato che è anche il loro. 

Stanno cercando di rilanciare questo comune. Non stanno certo pensando a restituire favori ricevuti, finanziamenti o altro.
Sono persone di un certo livello. Non stanno certo inserendo nel nuovo piano regolatore un sito di stoccaggio rifiuti che potrebbe dare il colpo di grazia a questo comune o a tutto il territorio.
Non si perderanno mica a vecchie ripicche risalenti al periodo delle elezioni.
No loro sono diversi da tutti gli altri...dopotutto l'hanno detto loro.
Spero ed invito tutti i cittadini del carinolese ad aprire gli occhi, indipendentemente dal pensiero politico...è la vostra casa. 

Abbiatene cura!!
Un saluto a tutti!!
Melkor

venerdì 19 luglio 2013

CAMPANIA POLITICA




La “fortunata” moglie del consigliere Massimo Grimaldi, nel bilancio per l’incarico di Portavoce del Presidente Romano 102mila euro all'anno.



Napoli, 17 lug - Mentre diversi giornalisti campani impiegati come addetti stampa dei consiglieri regionali sono senza contratto (e senza stipendio) dall'inizio del 2013, il Presidente Paolo Romano ha al proprio fianco, in qualità di Portavoce, la dottoressa Alessandra Cappabianca, giornalista e moglie del consigliere Massimo Grimaldi, attuale Presidente della Commissione Bilancio e “caldoriano” di primo rito. In tempi di crisi profonda come quello attuale la dottoressa Cappabianca sembra proprio una fortunata grazie ad un incarico economicamente da capogiro. Almeno questo è quello che si comprende guardando i numeri del bilancio della Regione Campania. Nel previsionale 2013, infatti, tra le voci di uscita del Consiglio Regionale, all'Upb 6 Capitolo 6093, sotto la voce ambigua "Comunicazione esterna - art. 7 Legge 150/2000" (la norma nazionale che prevede l'istituto del Portavoce, ndr), è appostata la cifra di 102mila euro. 
Non conosciamo nei dettagli il contratto della dottoressa Alessandra Cappabianca, né dubitiamo della sua bravura e professionalità. Ma c’è da chiedersi: si può mai impegnare una cifra così elevata per un solo professionista, peraltro alla prima esperienza in un ruolo così delicato? E la dottoressa Cappabianca, moglie del consigliere regionale Grimaldi, con il suo incarico di Portavoce del Presidente Romano, non rappresenta una violazione palese della legge denominata "Campania Zero" che fu approvata a luglio 2012 ? 
La legge fu pomposamente strombazzata come taglia-sprechi e taglia-privilegi, perché tra i suoi articoli si stabilisce, tra l’altro, che i familiari dei consiglieri non possano assumere incarichi in Regione. Precisamente la legge stabilisce che la Regione Campania non possa nominare o designare «coniugi o parenti in linea retta, ascendente o discendente, di consiglieri o assessori in carica». Ed invece la consorte del consigliere Grimaldi è lì che svolge il ruolo di Portavoce di Romano, l’organismo di vertice dell’assemblea campana. 
Un'altra assurdità nella Campania di Stefano Caldoro e dei socialisti 2.0, una regione dove non mancano favoritismi, privilegi e sprechi di denaro pubblico.

Scritto da Notix1

Fonte


sabato 13 luglio 2013

PUC arma di distrazione di massa



         
    La storia infinita del piano urbanistico comunale di Carinola continua trascinandosi ormai da un ventennio. La stesura del nuovo piano regolatore, come si definiva allora, fu affidata ai tecnici dal compianto sindaco Matano. Lui era convinto di portarlo in consiglio per l'approvazione nel giro di pochi mesi: sono passati quasi venti anni ma non si arriva ad una proposta definitiva. 

            Intanto si sono fatte sull'argomento varie campagne elettorali, particolarmente le ultime. L'attuale sindaco promise in campagna elettorale di approvarlo entro Natale: ci fu una piccola dimenticanza nel non dire il Natale di quale anno e pertanto è ancora in discussione. Per oltre due anni è stato tenuto nei cassetti senza nemmeno guardarlo, poi all'improvviso ha conquistato la scena politica. Questo risveglio improvviso ha qualcosa di sospetto visto che in questi mesi l'amministrazione comunale sta portando a termine operazioni politicamente discutibili in tema di assunzione di personale. Il sindaco forestiero ha assunto il tecnico comunale suo compeasano, ha assunto il comandante dei vigili del paese dove il suo sponsor politico prende molti voti oltre alle tante consulenze ed incarichi legali "pesanti" dati fuori dai confini di Carinola. 
      
        Tutto questo tra feste di benvenuto con le congratulazioni e la documentazione di qualche avvocato locale specializzato in incidenti stradali passato da qualche anno al giornalismo.

         L' imminente assunzione di nuovi vigili, visti questi precedenti,  fa pensare che è pronto ad assumere anche vigili non di Carinola. In voti rendono molto di più. I posti dati agli stranieri infatti in termini di voti rendono molto di più che se dati ai locali. E' risaputo che se si prendono i locali ne accontenti uno ma ne scontenti cento. 

           Per evitare polemiche aspre e che qualche gattino apra gli occhi all'improvviso è scoppiato il caso sito di compostaggio. Questa discussione molto accesa sull'argomento anche se utile sembra innescata apposta per distrarre i cittadini. Un comune che ha il record mondiale di mancanza di posti di lavoro è assurdo che assuma persone estranee al territorio, oltreteutto sono pagate con le tasse dei carinolesi. 
          
           Sicuramente questo non accade nei comuni limitrofi dove un sindaco che tentasse qualcosa di simile in serata si troverebbe licenziato. Qui non se ne discute e si fa in modo che ci si distragga con altri argomenti. Tutti dovrebbero sapere che con la legge pensionistica attuale quando si occupa un posto lo si tiene fino alla morte perciò è una occasione unica. Assumere personale residente vuol dire anche far restare soldi nel comune che aiuterebbero un' economia locale tanto disastrata. 
Queste riflessioni al sindaco e co. non interessano, loro devono seguire le direttive che arrivano dall'alto per restare a vita sul comune. Non si comprende come i cittadini comuni con problemi occupazionali gravi accettino supinamente queste azioni al dir poco scandalose. Forse non li si fa riflettere su questi argomenti inducendoli a pensare ad altro

          Ogni mezzo per distogliere l'opinione pubblica da queste tematiche è buono. Quello del PUC è il migliore anche se non lo si approverà mai per non privarsi di una importante arma di distrazione delle masse popolari.

L'osservatore carinolese



giovedì 11 luglio 2013

La rivoluzione casalinga di Gino&Maria




La noia e la routine, il caldo e le ferie lontane. Bollette scadute ed in piu' in paese non si parlava piu' delle solite cose, ma anche di "energia", sito di "compostaggio" e sembrava che Di Biasio fosse addirittura contro, il primo difensore dell'energia pulita e rinnovabile.  Insomma, Gino e Maria erano abbastanza ammorbati e sopratutto confusi.
Quella mattina Gino rimase nel letto fino alla dieci passate. Alle undici sali' Maria col suo prendisole a fiori blu. Una volta Gino ne andava pazzo.
Che hai Gino stamattina, non ti vuoi alzare?
Dalle lenzuola usci' un grugnito comprensibile solo a Maria.
Che tieni, dai dovevamo prendere le pummarole nell'orto?!
Un altro grugnito.
Ho capito che vuoi..
Ancora un grugnito.
Oh!!Ma basta mo!!Io non ce la faccio piu' e ci mancavi solo tu!!
Allora Gino esce lentamente dalle lenzuola e apre finalmente la bocca, ma non dice niente nemmeno stavolta.
Dai dimmi...
Ehm...Maria io non riesco piu' a far l'amore...
Eh, perchè?
Perchè penso alla rivoluzione!
E dove la vuoi fare la rivoluzione a Carinola?
Si, cioè no, se si cominciasse a cambiare tutta questa specie di buoni a nulla, che pensano ancora alle discariche..capisci che sarebbe un primo passo importante verso...
Maria sali' sul letto, Gino resto senza fiato. Il prendisole era a terra.
Senti Gino, ma non credi che dovremmo cambiare prima noi?
Cioè, vuoi dire, cambiare... posizione?
....Vabbè anche, ma intendevo cambiare dentro.. Dai ne parliamo un'altra volta, magari quando prendiamo le pummarole
... ora fa troppo caldo..


 

venerdì 5 luglio 2013

Il PUC non convince i “forensi”.

Gli aderenti al FORUM del PUC non sembrano davvero molto contenti di come si vanno a mettere le cose. L'amministrazione De Risi sembra intenzionata  a proseguire nelle proprie linee di indirizzo senza tener conto delle concrete proposte dei partecipanti. Si ha davvero l'impressione che tutte le linee d'indirizzo del documento siano inconsistenti e girino intorno ad un unico, grande progetto:  la realizzazione di un sito di compostaggio per la  sola Carinola in luogo da destinarsi.

Durante la riunione del 1 luglio, in cui erano presenti rappresentanti della maggioranza, il sindaco ha reagito con veemenza alla definizione di “discarica”, specificando che “sito di compostaggio” e “discarica” non è la stessa cosa. Quando gli animi sono stati ridotti a ragionevolezza, De Risi ha spiegato il perché della presenza di quella voce progettuale nell'ambito del piano energetico del PUC,  i cui punti  forza  sarebbero un risparmio economico di circa 300.000 euro annui e cinque posti di lavoro (pochini!) Ha anche sottolineato che se una sola persona non è d'accordo,  il progetto non si realizzerà.
In un primo tempo i presenti sono sembrati rassicurati dalle parole del sindaco e siccome nessuno era d'accordo con la realizzazione dell'impianto hanno invitato il primo cittadino a stralciare quella voce dal PUC. Le perplessità sono arrivate subito dopo:  non solo il sindaco non ha voluto eliminare quella voce, ma  ha  ribadito che il progetto sulla carta va fatto perché solo se si ha in mano un progetto si può dire che non piace e si può stralciare.

Ora le riflessioni da fare  sono tante:
1) perché si vuole per forza far progettare un sito di compostaggio che non si vuole realizzare, spendendo migliaia di euro per il progetto stesso?
2) Non pensiamo che un sito di compostaggio posso servire la sola Carinola. Siccome per far funzionare un impianto energetico ci vogliono molte migliaia di tonnellate di umido che Carinola non produce, il sito sarà sicuramente aperto ad accogliere l'umido del litorale domizio di cui Carinola fa parte.
3) Siamo in Campania e non in Svezia o Svizzera e sappiamo benissimo come possono evolversi le cose. Ciò che nasce per uno scopo, può facilmente trasformarsi in tutt' altro perché, in caso di emergenza, può essere requisito dalla Regione o dallo Stato. Per non parlare di altri interessi che potrebbero subentrare.
Secondo gli aderenti al FORUM, sotto questo questo sito di compostaggio si nasconde un vero disegno criminale: a Sparanise si sta costruendo un impianto di biogas che dovrà essere alimentato da materiale organico. Da dove proverrà questo materiale? Dal sito di compostaggio di Carinola. Sappiamo che l'impianto di biogas funziona con il mais. Succederà che tutto il territorio carinolese sarà coltivato a mais e che il mais, per giungere a maturazione, subirà trattamenti con anticrittogamici molto forti, tanto la pianta servirà per essere bruciata e non per essere mangiata.  Tutto il territorio sarà avvelenato dall'aggressione di potenti anticrittogamici con conseguenze infauste per l'agricoltura e per la salute dei cittadini.  

Pensiamo che quest'amministrazione abbia tenuto presente ogni possibilità negativa; se non lo avesse fatto sarebbe un'amministrazione molto ingenua o molto incurante del benessere pubblico. E allora perché vuole rischiare sul futuro di Carinola?
Altra considerazione è che l'amministrazione sa bene che il sito di compostaggio non si farà, però non può esimersi dal presentare almeno il progetto. Perché? Chi bisogna accontentare? Il tecnico che farà il progetto o la parte politica  che si è compromessa nell'intero disegno energetico regionale?
Gli interrogativi sono tanti e le risposte che possono derivarne non soddisfano i forensi che si stanno realmente dando da fare per presentare delle ottime proposte concrete le quali, probabilmente non saranno prese in considerazione.
E mentre tutta l'Italia riscopre l'agricoltura e l'imprenditoria agricola giovanile, l'amministrazione carinolese va controcorrente e si da all'impiantistica per avvelenare definitivamente quello che ancora ci rimane di buono e per trasformare in peggio l'identità agricola del territorio.
Non credo che si possa permettere uno scempio simile: nemmeno a pensarlo per gioco.

Greenpeace


sabato 29 giugno 2013

Monnezza: ci provano di nuovo!

Il PUC, Piano Urbanistico Comunale, è un documento importantissimo perché pianifica le attività e gli interventi sul territorio comunale per diversi anni a venire. I cittadini attenti verso il loro territorio non dovrebbero perdere di vista lo svolgimento di questa pianificazione, ma dovrebbero tenerlo sotto stretta sorveglianza. Così non avviene a Carinola! Nonostante che  l'amministrazione in carica abbia invitato alla partecipazione ad un FORUM per il vaglio del PUC già elaborato fin dal febbraio scorso, ben poche associazioni si sono fatte segnare a questo FORUM.  Pochi e buoni, come si suol dire? Niente affatto. L'argomento è d'interesse comunitario e ognuno dovrebbe poter dire la sua. Il disinteresse verso certe tematiche è sorprendente oltre che pericoloso!
I partecipanti al FORUM, leggendo il documento di indirizzo del PUC, hanno potuto notare non poche spiacevoli novità che sicuramente non saranno gradite dal popolo carinolese.
Tralasciando le stesura carente del documento che sembra fatta solo di “copia incolla” visto lo scollegamento tra un paragrafo e l'altro; tralasciando l' insoddisfacente approccio con cui la maggioranza ha affrontato un simile documento e di cui la minoranza si è disinteressata; tralasciando il nome di “bomboniera” del litorale domizio che si vuole affibbiare a Carinola come fosse un paesotto del basso napoletano, la novità più sbalorditiva che emerge da un'attenta lettura del piano d'indirizzo PUC è la previsione di un sito di “compostaggio” sul territorio carinolese, che tradotto in termini semplici e comprensibili a tutti vuol dire: MUNNEZZA!
Ora dico e ribadisco con tutte le forze: CHI ha avuto la bella idea di proporre di nuovo  Carinola come sito di stoccaggio dopo quello che il popolo carinolese ha fatto per scongiurare un simile pericolo? CHI sono i consiglieri che hanno votato per questo incredibile progetto da realizzarsi sul nostro territorio? Non hanno recepito il messaggio della protesta di qualche anno fa? NO? Allora lo  ridiciamo molto chiaramente: NON VOGLIAMO MUNNEZZA A CARINOLA proveniente da altre parti della Campania. Ci basta già la nostra.
Il popolo non sarà contento di questa incresciosa decisione e noi faremo di tutto perché non lo sia. L'amministrazione deve assumersi le proprie responsabilità e spiegare al popolo carinolese i motivi di questa decisione; perché i consiglieri di maggioranza l'hanno approvata e perché i consiglieri di minoranza l'hanno fatta approvare.
Attenti amministratori, state scherzando con il fuoco! Rischiate di bruciarvi! Se volete la guerra con i cittadini, l'avrete sicuramente.

Zapata

venerdì 28 giugno 2013

Altrimenti, ci arrabbiamo...

Linee di indirizzo del Piano Urbanistico Comunale: quindici pagine che cominciano male e finiscono peggio. Nel mezzo, bisogna riconoscerlo, tante belle idee e proposte per rilanciare il territorio che per il momento possiamo solamente leggere nella delibera n°19 del 28 febbraio scorso. Si tratta di un atto partorito dall'assessore all'Urbanistica e che servirà come base per i progettisti del Puc, strumento strategico di pianificazione e sviluppo, su cui la Giunta De Risi Marrese Russo, ha aperto pure un Forum. Speriamo solo che questo non serva solo a far scena.


Dicevamo, si parte male quando all'inizio dell'atto d'indirizzo si definisce Carinola la "Bomboniera del litorale Domitio". Perchè storpiare le cose? Pensiamo che sarebbe stato piu' semplice e nobile riprendere la definizione Rosi-Venturi, "Carinola, Pompei del Quattrocento", originale, dal forte richiamo turistico e con valenza storica. Qualcuno sembra che l'abbia già fatto notare, ora speriamo nel buon senso.

Nel mezzo,quindi, troviamo tanti "Piani", recupero dei centri storici, percorsi turistici, sicurezza idreogeologica del territorio, impianti fotovoltaici, naturalmente Bandiera Blu, addirittura rilancio del mercato settimanale, sostegno ad agriturismi, insomma sembra di leggere un piano di sviluppo d'un Comune della Toscana o del Veneto.

Benissimo, solo che scivolando verso la fine s'incontra il Piano energetico comunale e tra i punti, la costruzione di un impianto di compostaggio della frazione organica dei rifiuti. Cos'è sta roba?Bene, non vorremmo avere pregiudizi se non ci fossero stati negli anni scorsi almeno tre loschi tentativi d'impiantare discariche, affari e malaffare a Carinola. Tanto per cominciare nel programma elettorale ImpegnoinComune, semmai si parla di isole ecologiche, ma mai di siti di compostaggio. O allora si tratta di un sito a sola ricezione comunale? E se si quali garanzie, dove sarà localizzato e chi lo gestirà? 
Comunque, non provateci nemmeno stavolta, altrimenti ci arrabbiamo.

sabato 22 giugno 2013

Diritti gay, l'oppio della sinistra

I diritti dei gay sono sempre stati uno dei vessilli  della sinistra italiana. Qualunque governo guidato da
uomini della sinistra sventola qualche nuova legge per i gay. Qualunque manifestazione di questi trova sempre qualche esponente di alto livello di sinistra che interviene.
L'ultimo raduno che si è tenuto a Roma ha avuto la partecipazione ufficiale di un ministro e del presidente della camera oltre a molti deputati. Essere gay è per la sinistra è l'unico valore che ancora la differenzia dai partiti di centrodestra in quanto per tutto il resto sono ormai omologati. Essere gay è stato sempre sinonimo di libertà, progressismo oltre che di lotta civile. La sinistra italiana che pensa di incarnare questi valori ha arruolato tutte le categorie di gay. Siccome il numero dei gay è in forte incremento anche per la conquistata libertà di dichiararsi vengono corteggiati e coccolati. Fino a che punto lo facciano per quello che rappresentano o per mero calcolo elettorale è da verificare. Hanno avuto  il deputato transgender poi la lesbica adesso quello omosessuale classico. La categoria dei gay è stata sempre rappresentata in parlamento nelle fila della sinistra dando loro più risalto che ai lavoratori. 
Perfino il governo dell'abatino Prodi propose una legge per loro che poi sparì nel nulla adesso ci riprova questo governo ma il finale sarà lo stesso. La sinistra che pensa solo alla propaganda e poco a risolvere i problemi di chi la vota non farà mai l'errore di approvare una legge risolutrice per i gay. Sono interessati  solo al loro consenso e perciò devono tenere sempre attivo il problema facendo finta di volerlo risolvere. Successe lo stesso nel dopoguerra quando fecero credere ai contadini che avrebbero avuto la terra diventandone padroni. Ripeterono il giochetto quando la nazione fu fortemente industrializzata facendo credere agli operai che avrebbero condiviso gli utili. Hanno distrutto l'agricoltura e le fabbriche ed i lavoratori sono ridotti peggio di prima. 
Probabilmente faranno lo stesso con i gay difendendoli in ogni momento e promettendo chissà quali diritti dando loro al massimo un registro dove iscriversi. Come tutte le battaglie della sinistra anche quella per i diritti dei gay finirà nel nulla per i gay ma con tanti voti per gli esponenti della sinistra che sono maestri nell'addormentare le coscienze.


Oscar Wilde