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lunedì 19 agosto 2013

La Luna Calante dell’Arte – Parte II


Prego di memorizzare queste cifre: 80.000, 296.230,07, 2.500.000, 7.500. La quarta, secondo notizie prive
tuttavia di supporto da fonte attendibile, dovrebbe essere la somma, in euro, che l’Amministrazione Comunale di Carinola ha messo a disposizione del Lunarte Festival 2013 che, come oramai siamo convinti tutti, è la manifestazione di punta dell’estate culturale carinolese. La cosa tra l’altro non è affatto sicura o riscontrabile poiché, come si è detto, il finanziamento comunale, se veramente insiste sul Lunarte, è stato assegnato con procedure assolutamente informali e probabilmente come debito fuori bilancio in quota Sindaco. Non essendoci impegno di spesa né alcun atto amministrativo adottato ci si deve fidare della vox populi, comunque non smentita, che quota lo stanziamento per il Lunarte 2013 allo stesso livello del contributo 2012, che in effetti fu di 7500 euro, tra l’altro a valere, se la memoria mi è ancora di sostegno, su un trasferimento regionale di 18.000 euro (che fu utilizzato anche per il Matilde Serao e il Nuvolone, le altre manifestazioni che vennero definite “istituzionalizzate” per via di una strana e poco precisa delibera) che tuttavia la finanziaria caldoriana di quest’anno non ha rinnovato (almeno così mi sembra leggendola). Se la voce su tale stanziamento di euro 7500 stabilito dal Sindaco con la procedura del “fuori bilancio” dovesse risultare un’invenzione, tutto quello che il sottoscritto scriverà di seguito dovrebbe comunque valere addirittura a maggior ragione.

Ottantamila euro sono più di dieci volte settemilacinque. Duecentonovantaseimila euro sono circa trentanove volte e mezzo settemilacinque. Duemilionicinquecentomila sono circa trecentotrentatre volte settemilacinquecento. Sono dei rapporti che rendono piuttosto significativamente l’idea di un delta abissale. Cosa rappresentano? Rappresentano il confronto tra quanto in cultura, eventi e valorizzazione dei beni ha investito nell’anno 2013 il Comune di Carinola (al denominatore con i suoi bravi 7500 al Lunarte, se reali) rispetto al Comune di Teano (al numeratore, con le altre tre cifre richiamate).

80.000 euro è ad esempio la somma che ha avuto a disposizione il comitato organizzatore dell’ultimo “Teano Jazz”. Duecentonovantaseimila euro sono i soldi impegnati per una serie di eventi collegati alla valorizzazione del patrimonio archeologico sidicino che si terranno a partire da settembre prossimo. Due milioni e mezzo sono l’investimento previsto a Teano per il recupero e la conservazione di alcuni dei più importanti beni storici e monumentali inseriti nel novero di quelli ad interesse regionale (attorno al museo archeologico) nonché per l’attivazione di strumenti locali ed integrati per il miglioramento della ricettività e della fruizione nonché per l’elevamento dei livelli di attrattività.

Il motivo per il quale è utile comparare le cifre relative a Teano e quelle relative a Carinola è presto detto: Teano è comune limitrofo a Carinola, sotto i quindicimila abitanti come Carinola, ed il territorio sidicino è dotato di un patrimonio architettonico, storico ed archeologico importante ma forse inferiore a quello di Carinola.
Bene: a Teano sulla valorizzazione del patrimonio culturale hanno da qualche anno puntato tutto, investendo e soprattutto programmando. E la programmazione ha reso possibile l’utilizzo di quantità di danaro impensabile per Carinola, dove invece è in atto una discussione sul buon utilizzo di meno di diecimila euro che solo il rispetto che è dovuto al valore del danaro e soprattutto delle piccole somme ci induce a non definire miserabile.

E quelle cifre per noi inconcepibili (il pensiero unico del “non ci sono soldi” è oramai tanto strisciante quanto indebellabile, pur essendo una stronzata europea) sono state per Teano rese possibili perché Teano è stata inserita dalla sua amministrazione in un circuito, finanziato con fior di quattrini dalla Giunta Caldoro, di promozione territoriale integrata di livello regionale in cui Carinola non ha saputo invece entrare nonostante fosse assolutamente possibile e anzi relativamente agevole farlo. Sarebbe stato sufficiente un po’ di dedizione in più, un po’ di sforzo da parte dei nostri amministratori nel leggere con attenzione l’evolversi delle linee di indirizzo degli enti sovracomunali come la Regione o il Ministero dei Beni e della Attività Culturali e magari condividerle. Sarebbe bastata un po’ di pazienza in più insomma, quella che, scrivendo pezzi un poco lunghi, il sottoscritto chiede abusando a chi legge ma che sarebbe invero doverosa da parte di chi si asssumere la responsabilità di rivestire cariche istituzionali.

La programmazione richiede alcuni anni, ma forse nemmeno troppi. Diciamo che anche in qualche mese si riesce a mettere su una pianificazione di una certa rilevanza, ma servono gli occhi per pianificare. Serve l’ambizione per aprire le prospettive del territorio, serve la permeabilità mentale e amministrativa per capire i processi di sviluppo. Serve, come dicevo, un po’ di cura e di passione.

Non so, ad esempio, se Gingerino o qualcuno dei suoi assessori attualmente in carica abbiano stampata nella corteccia celebrale la data del 9 novembre 2007, giorno dell’approvazione della Delibera di Giunta Regionale della Campania n.1921 di quell’anno solare. Ad essere adottato in quella data (tra l’altro quello era l’anno della prima edizione del Lunarte) fu il programma di spesa relativo al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, in cui la Giunta Bassolino inserì l’Obiettivo Specifico 1.d - SISTEMA TURISTICO - Valorizzare il sistema turistico regionale, attraverso la messa in rete dell’offerta e il suo adeguamento alle specifiche esigenze della domanda nazionale ed internazionale, ponendo la massima attenzione allo sviluppo complessivo dell’attrattività del territorio e del patrimonio diffuso e alla qualificazione dei servizi turistici in un’ottica di sistema; promuovere la destination “Campania” sui mercati nazionale ed internazionale, con particolare riferimento sia ai mercati tradizionali della domanda, sia a quelli potenziali, favorendo anche in un’ottica di sostenibilità ambientale, territoriale e socioculturale, la destagionalizzazione e delocalizzazione dei flussi.

L’obiettivo Specifico 1.d prevedeva i seguenti sotto-Obiettivi Operativi: 1.9 - BENI E SITI CULTURALI (Valorizzare i beni e i siti culturali, attraverso azioni di restauro, conservazione, riqualificazione e sviluppo di servizi e attività connesse, favorendone l’integrazione con altri servizi turistici); 1.10 - LA CULTURA COME RISORSA (Promuovere il sistema della cultura, dello spettacolo, delle attività artistiche e dei servizi connessi, al fine di diversificare l’offerta turistica e attrarre nuovi flussi); 1.11 - DESTINAZIONE CAMPANIA (Qualificare, diversificare e sviluppare l'offerta turistica, con particolare riguardo ai prodotti sotto-utilizzati, al riequilibrio tra le zone interne e quelle costiere e allo sviluppo di soluzioni innovative per la gestione integrata delle risorse, in un’ottica di sviluppo sostenibile); 1.12 – PROMUOVERE LA CONOSCENZA DELLA CAMPANIA (Realizzare campagne di comunicazione e attività di direct e trade marketing per la promozione dell’immagine coordinata del prodotto turistico e dell’offerta turistica della Regione Campania, sia sul mercato estero sia su quello nazionale per contribuire a determinare l’aumento degli arrivi e delle presenze turistiche nonché della spesa media procapite per turista, la destagionalizzazione, il riequilibrio delle presenze sul territorio regionale, con effetti positivi anche sugli indicatori economici e occupazionali).

Estraggo alcuni passaggi della descrizione delle voci di spesa relative al Programma Operativo FESR in parola, che possono interessare chi il Lunarte lo organizza e chi del Lunarrte gode, ma anche chi vede nel Lunarte un’opportunità di rilancio del territorio: Categoria di Spesa cod. 58 : “Promozione di festival internazionali a sfondo culturale, assicurando il legame con il bene o sito culturale e naturale valorizzato, in grado di mobilitare significativi flussi di visitatori e turisti di cui sia valutata la domanda potenziale, anche ai fini di destagionalizzazione dei flussi di visita, dell’allungamento della stagione e di una maggiore attrazione di differenti segmenti di domanda” e Categoria di Spesa cod. 55: “Realizzazione dei programmi annuali dei Grandi Eventi, delle manifestazioni fieristiche e delle mostre di settore in grado di mobilitare significativi flussi di visitatori e turisti di cui sia valutata la domanda potenziale, quale modello di promozione sistemica in grado di coniugare gli eventi culturali, con momenti di commercializzazione, con attività di comunicazione. Sarà assicurato il legame con il bene o sito culturale e naturale valorizzato, anche ai fini di destagionalizzazione dei flussi di visita, dell’allungamento della stagione e di una maggiore attrazione di differenti segmenti di domanda”

Sul tavolo la Giunta Regionale mise 510 milioni di euro di cui 175 milioni per l’obiettivo 1.9, 110 milioni per l’obiettivo 1.10, 150 milioni per l’obiettivo 1.11 e 75 milioni per l’obiettivo 1.12.

Una vera manna, una grande occasione, forse quella decisiva. Era ncessario, da quel giorno, rimanere con le antenne dritte per cogliere i momenti attuativi nei quali le risorse sarebbero state assegnate ai soggetti beneficiari.

Il primo momento attuativo arriva in data 18/2/2009, quando il Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MIBAC) e la Regione Campania di Bassolino, ai fini dell’attuazione dei programmi di restauro, valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale campano, sottoscrivono un “Accordo di Programma avente ad oggetto la definizione di strategie ed obiettivi comuni di valorizzazione, conservazione, gestione e fruizione di complessi monumentali e di siti archeologici che afferiscono ad aree suscettibili di valorizzazione e gestione integrate”. Detto Accordo, tra i pochi in Italia, garantiva “una moderna attività di valorizzazione del patrimonio culturale, pure nel senso che in esso si presero a riferimento non solo le eccellenze già ampiamente inserite nei grandi circuiti turistico-culturali, ma anche gli immobili di interesse storico, architettonico e paesistico che, anche se inutilizzati o sottoutilizzati, conservano rilevanti potenzialità ai fini dell’implementazione della domanda turistica in ambito culturale” (cito dalla narrativa di una delibera attuativa adottata dalla Giunta Caldoro nel 2012, che faceva riferimento a quell’accordo).

Fu quello dell’Accordo di Programma uno dei passaggi cruciali in quanto prevedeva che la Regione Campania avrebbe da quel momento avviato un processo di negoziazione ufficiale con i territori per individuare i cosiddetti Grandi Attrattori ed i Poli Aggregatori Culturali, ossia i siti di maggior risalto del territorio regionale. I comuni sul cui territorio fosse stato individuato un grande attrattore o un polo aggregatore avrebbero poi in buona sostanza avuto priorità (punteggi migliori nelle graduatorie) nell’assegnazione dei finanziamenti dell’Obiettivo 1.d del FESR.
Bene, il Comune di Teano, a differenza del Comune di Carinola, ci vede subito bene e si fionda come un ossesso in questa negoziazione con la Regione Campania, che Carinola invece diserta dal 2010 a settembre 2012. Gli incaricati ed i referenti dell’Amministrazione di Teano braccano in quel periodo la commissione regionale preposta e la spuntano, in quanto alla fine, con Delibera di Giunta Regionale 404 del 31/07/2012 (nel frattempo al governo della Regione sono arrivati Caldoro e Grimaldi) si riconosce il Circuito Archeologico di Teano come Polo Aggregatore insieme, parliamo del solo territorio di Terra di Lavoro, al Circuito archeologico di S. M. Capua Vetere, al Museo dell’antica Calatia di Maddaloni, alla Sala d’Armi e ai complessi architettonici di Capua, al Museo archeologico dell’antica Alife, oltre ovviamente al Grande Attrattore Reggia di Caserta.

Un bel bingo, che avremmo potuto e dovuto fare noi visto il nostro patrimonio di pregio e vista la fortuna di avere come concittadino appunto l’Onorevole Grimaldi,uomo forte dell’Amministrazione Caldoro. Invece no, Carinola risultò fuori da quell’elencazione.

Poco più tardi iniziarono ad essere pubblicati i bandi per l’assegnazione delle risorse dell’Obiettivo 1.d FESR, il primo dei quali (Decreto Dirigenziale n. 178 del 30/11/2012 dell’Area Generale di Coordinamento n.13 della Giunta Regionale della Campania) fu quello per la presentazione di progetti per l’inserimento nel Piano Regionale di interventi di restauro e la conservazione dei beni architettonici, archeologici e monumentali insistenti nei comuni dove vi fosse un grande attrattore o un polo aggregatore e che potevano coinvolgere tuttavia anche beni situati in un comune limitrofo (quindi Carinola avrebbe comunque potuto presentare un progetto, aggregandosi con Teano, Capua o Santa Maria).
Teano ovviamente presenta e Carinola no. In nessuna partnership Carinola fu in grado di inserirsi. Teano si aggiudicherà quindi in grazia di Dio i due milioni e mezzo di euro per azioni di “restauro e recupero del patrimonio di valore storico, artistico, architettonico, archeologico e paesistico, strettamente funzionali alla fruibilità dello stesso patrimonio anche ai fini dell’incremento dei flussi turistici, quale completamento del processo di valorizzazione e diffusione dell’asset culturale”,  di implementazione di “attività di valorizzazione, volte ad aumentare la conoscenza e la fruizione del patrimonio di valore storico, artistico, architettonico, archeologico e paesistico e a migliorarne le infrastrutture e i servizi di accessibilità, ad attivare o a potenziare servizi di accoglienza, nonché ad ampliare i servizi connessi all’offerta culturale” e  di implementazione di “attività per la messa a sistema dei beni e azioni specifiche di avvio e gestione del sistema stesso”.
Carinola, come si dice in gergo, nun ce sta proprio a fa…..

Arrivano poi due altre misure di attuazione dell’Obiettivo 1.d-FESR e dell’Accordo di programma Mibac-Regione Campania. Trattasi dell’ “Avviso Pubblico per la presentazione delle proposte progettuali finalizzate alla formazione del programma regionale unitario di eventi relativo al periodo "Settembre 2013 - Gennaio 2015" (a valere sui fondi dell’Obiettivo Operativo 1.9) e dell’ “ Avviso Pubblico per la selezione delle iniziative turistiche di risonanza nazionale ed internazionale da tenersi sul territorio regionale nelle sessioni "01 Settembre 2013 - 31 Maggio 2014" e "01 Giugno 2014 - 31 Gennaio 2015"  ( a valere sui fondi dell’Obiettivo operativo 1.12) di cui rispettivamente al Decreto Dirigenziale n.40/2013 e n. 101/2013 della A.G.C. 13 della Giunta Regionale della Campania.

Se si intendeva puntare sul Lunarte ecco quindi servito, al Comune di Carinola, uno strumento decisamente propizio per valorizzare al massimo questa manifestazione, per farla crescere e renderla punto di riferimento, se davvero si riconosceva in essa, da parte della nostra Amministrazione, una valenza strategica irrinunciabile di promozione territoriale.

Gli avvisi pubblici citati, rivolti ai comuni in forma singola o  associata, in effetti avevano per oggetto “la procedura selettiva delle manifestazioni (mostre, spettacoli, eventi sportivi, festival, ecc…. ) di risonanza nazionale ed internazionale nonché di notevole impatto mediatico ed alta attrattività turistica, da realizzarsi sul territorio regionale nel periodo Settembre 2013 –  Gennaio 2015  articolato nelle distinte sessioni 01 Settembre 2013 – 31 Maggio 2014 e 01 Giugno 2014 – 31 Gennaio 2015”.

“Tema portante degli eventi” doveva essere “la ‘scoperta’ della Campania e dei suoi attrattori culturali, mirando, ai fini dello sviluppo di un turismo di qualità, ad una moderna attività di promozione e valorizzazione dei beni culturali che guardi non solo alle eccellenze storiche, architettoniche ed archeologiche già ampiamente inserite nei grandi circuiti turistico-culturali, ma anche alle risorse cd. minori  diffuse sul territorio regionale”.

“L’evento”, secondo i dettami degli avvisi pubblici “si dovrà caratterizzare per l’alta attrattività turistica, la dimensione non locale, la capacità di valorizzazione del territorio e dei suoi beni culturali ed ambientali in maniera integrata e non frammentaria”. “A tale scopo”, si continua a leggere nel testo degli avvisi, “l’evento dovrà essere di alto profilo ed avere il carattere dell’unicità”.
D’altra parte, e si legga con attenzione questo passaggio, “l’ ‘evento’ costituisce, oggi, per i sistemi territoriali, uno tra i migliori veicoli di valorizzazione e promozione, nonché uno tra gli strumenti di marketing territoriale più innovativi, sia perché contribuisce alla crescita del numero di turisti e di visitatori, sia perché migliora l’immagine e la notorietà delle città, sia perché, attraendo investimenti e finanziamenti, crea effetti economici moltiplicativi rilevanti; esso, inoltre, rappresenta l’opportunità per una migliore organizzazione e strutturazione del sistema di  accoglienza del territorio regionale”. Mi sembra di vedere in questi passaggi il Borgo dei Carani, dei Laurenzi, o San Ruosi, o il Borgo Catalano di Carinola e gli altri beni minori valorizzati e resi noti dal Lunarte Festival.

Ovviamente, com detto in apertura di questa seconda parte del post, Teano presenta entro la scadenza del 15 Luglio, il suo progetto per gli eventi collegati alla promozione della sua area archeologica e assesta un altro bel colpo, perché il progetto vien finanziato interamente per euro 296.250,03. Carinola fuori, di nuovo, nonostante quel gran culo che abbiamo di avere un cittadino onorevole regionale. In realtà, grazie ad una delibera in zona cesarini suggerita da esterni il Comune di Carinola presenta, solo a valere sull’obiettivo 1.9, progetto di eventi legati al recupero di Palazzo Marzano, come pubblicizzato sul sito ufficiale dell’Istituzione. Ma niente, il progetto viene miseramente bocciato ottenendo un punteggio di valutazione bassissimo. Questo Onorevole cosa lo teniamo a fare io proprio non lo so…

Stessa storia, d’altra parte, si era verificata per “Avviso Pubblico relativo alla concessione di contributi finanziari per manifestazioni ed interventi culturali di rilievo nazionale, regionale o locale” di attuazione della Legge Regionale n.8/2004 che, nell’ultima annualità messa a bando, ha visto Teano premiata con il finanziamento del Teano Jazz e Carinola ancora una volta a bocca asciutta.

Che dire. Siamo fuori da tutti i sogni di mezza estate, a guardare quello spicchio (o quello spicciolo) di satellite che ci rimane. E ci appiccichiamo pure. Siamo ridotti a contare tra le polemiche le miserie di una presunta somma stanziata attraverso la parola rabberciata, resa in sede impropria, di un sindaco che mette le pezze al nulla della sua amministrazione, utilizzando un bilancio di spesa corrente ancora non approvato. Senza un programma culturale complessivo, senza un disegno, senza cura, senza crederci. Non so cosa ne pensi chi legge oppure gli organizzatori del Festival, ma io ci vedo, in questo, la mortificazione di quello che il Lunarte poteva essere e non è stato, sbaragliato per importanza anche dal Teano Jazz, in una Carinola che della Luna dell’Arte si gode l’ultimo resistente quarto. Una Luna, quella carinolese, destinata ad un veloce tramonto. Un cin-cin con Champagne per Pierrot quindi…..e non facciamoci sopraffare dalla malinconia…. (CONTINUA)

L’Olandese