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giovedì 7 aprile 2011

Come ti distruggo il centro storico


I nostri paesini sono abbastanza antichi e per, certi versi, molto belli. Anche se non appartengono a un “antico” ricco, come possono essere i paesi della Toscana, perché prevalentemente agricoli, conservano ancora il fascino del tempo andato, riscontrabile soprattutto nei portali, nella disposizione dei cortili, nelle finestre e in tanti piccoli elementi architettonici disseminati qua e là.
Se questi centri storici venissero valorizzati al meglio mediante un piano urbanistico a  cui tutti i cittadini devono attenersi, avremmo dei paesini-gioiello capaci di richiamare in loco una notevole schiera di turisti alla ricerca del fascino del passato. Invece, non esistendo un piano urbanistico che tuteli la ricchezza storica ed architettonica che ancora possediamo, continuiamo a distruggerla con interventi fai da te, in nome della modernità e della comodità, anche con la complicità delle amministrazioni comunali che si sono susseguite. E così ci ritroviamo con finestre del ‘500 che diventano moderni balconi; con portali stretti sempre del ‘500 che diventano larghi come garage, con portoncino metallico per giunta, per permettere l’entrata di una macchina; caratteristici cornicioni che scompaiono dal tetto; rotondità che vengono squadrate; moderne aggiunte strutturali a facciate antiche, senza che nessuno dica nulla! E così le caratteristiche del centro storico vanno a farsi benedire, trasformando il luogo in un’accozzaglia di stili informi ed insignificanti.

A Casanova, i Carani e i Lorenzi, che sono i due nuclei storici più antichi, hanno subito molti di questi interventi senza che nessuno abbia fermato la mano del “violentatore”. Non so negli altri paesi, ma credo sia la stessa cosa.
Mi dispiace dirlo, ma abbiamo avuto sempre amministrazioni che non hanno saputo valorizzare ciò che di buono c’era nei nostri paesi, non approntando un piano urbanistico a tutela dei beni architettonici, anzi le amministrazioni hanno contribuito a farlo distruggere, permettendo che si perpetrassero simili scempi. Forse un piano urbanistico c’è, non so, ma sicuramente non viene fatto rispettare, altrimenti non ci sarebbero simili obbrobri sparsi nei nostri nuclei più antichi. 

Quale cittadina di questo Comune, chiedo ai prossimi amministratori di affrontare con determinazione anche questo delicato argomento, tutelando quello che ancora ci rimane della nostra storia. Sicuramente non tutti  se ne rendono conto, ma per ogni pietra che scompare o che viene arbitrariamente trasformata, scompare un pezzo di noi stessi.

Clio

lunedì 4 aprile 2011

E' fatta....o quasi


Scegli la tua casacca!
Dalle notizie, in verità poche, che trapelano, sembra che ormai i giochi per le candidature siano chiusi. Delle tre o quattro liste paventate, sembra si sia ritornati a due. Una dovrebbe essere capeggiata da De Risi, dinosauro della politica carinolese, l'altra da Galdieri, forse. Se non ci saranno clamorosi stravolgimenti, questi saranno i due candidati sindaco. Anche se cambiasse il candidato sindaco della lista Galdieri comunque resterebbero solo due. La svolta è venuta dalla mossa di De Risi, che quale uomo libero, si è offerto ad entrambi gli schieramenti. Questo ha fatto decidere Grimaldi, il patron della lista, ad investirlo della candidatura a sindaco. Di fronte alla corazzata grimaldiana, gli altri sono stati costretti a stringersi a coorte per tentare di arginarla. Quindi avremo da un lato i dieci dimissionari dell'altra, Mannillo insieme a coloro che non firmarono la sfiducia, oltre a Galdieri ed altre forze secondarie. Forse il caso ha voluto che si fronteggiassero gli artefici della dolorosa esperienza del commissariamento del comune di Carinola. Da un lato, coloro che hanno favorito lo scoglimento, dall'altro, il sindaco con i lealisti. Gli uni sostenevano le dimissioni del sindaco per cattiva amministrazione, gli altri, sostenevano che erano volute da Grimaldi per insediare un suo uomo fidato. Con la votazione del prossimo Maggio i cittadini potranno decidere anche chi delle due fazioni aveva ragione. Derisi non ha nascosto a nessuno, che le sue dimissioni furono dovute alla promessa di Grimaldi di presentarlo come sindaco. Grimaldi ha tentato in tutti modi ,di preferirgli qualche volto nuovo, come Rosa Di Maio, ottima scelta, o Verrengia, giovane casalese. Ma la mossa di De Risi, e la vergognosa accondiscendenza alle sue richieste da parte di Di Biasio, ha forzato la mano a Grimaldi, ora aspettiamo e speriamo. Aspettiamo che si parli anche di programma, speriamo di sapere il vero motivo del defenestramento di Mannillo. Quella sfiducia senza motivazioni plausibili, è una macchia oscura che come un fantasma, aleggia tra i cittadini di Carinola. Può darsi che qualche insoddisfatto vuoti il sacco, informando il popolo, di ciò che era doveroso esporre in consiglio comunale, prima di firmare le dimissioni. E' poco probabile ma può accadere, se fosse indispensabile per raccogliere voti necessari per la vittoria della lista.

Anonimo via web - fonte (speriamo vivamente) inattendibile.

Un uomo che ha capito

Che non si vive di solo pane, lo sappiamo e lo accettiamo tutti, ma il cibo che nutre l’altra parte di noi, quella spirituale, non sempre è di prima scelta. A volte ci si accontenta di scarti che non soddisfano affatto il nostro io superiore, ma lo accogliamo tranquillamente perché non ne conosciamo altri o nessuno ce li propone nel modo giusto. Ed ecco che i giovani di oggi trovano sollazzo in tante attività che possono diventare anche pericolose: le discoteche, le uscite notturne con gli amici verso le quali non ci sarebbe nulla di male se non fossero accompagnate da  ingestioni di droghe pericolosissime o di alcool che spesso portano ai disastri stradali che  angosciano i nostri fine settimana. Molti giovani di oggi non conoscono altra strada che lo “sballo” per stare bene con se stessi e con gli altri.

C’è però chi sa che c’è un’altra strada per stare bene con se stessi e con gli altri e non ha avuto paura di proporla alle nuove e alle vecchie generazioni.
Don Paolo Marotta, parroco di San Donato e Ventaroli, è ciò che io definirei un prete di frontiera, costretto com’è a dividersi tra due parrocchie non senza difficoltà, perché i problemi pratici e logistici di queste due piccole comunità sono tanti. Quello che però caratterizza don Paolo è la forza d’animo, il non avvilirsi o piangersi addosso e da ogni situazione, per quanto problematica possa essere, cerca di tirarne fuori il meglio. E’ un uomo che fa perchè ha capito.  

Ha capito che i giovani vanno presi per mano e condotti verso strade più sicure, ma ha anche capito che i ragazzi di questi luoghi sono troppo abbandonati e lasciati a se stessi da tutte le istituzioni.
Quando allora si è presentata l’occasione, ha dato subito la sua disponibilità per affrontare una nuova esperienza formativa: aiutarli a crescere, offrendo loro la possibilità di vivere la fede con gioia, cantando e ballando, secondo il sentire delle nuove generazioni, ma che piace tanto anche alle vecchie.
 Più di un anno fa, un seme è stato gettato nel silenzio della chiesa di San Donato. Oggi quel seme è  germogliato ed è diventato albero rigoglioso, tanto che la chiesa di San Donato non è bastata più a contenere tutte le persone che ogni mercoledì sera si ritrovavano insieme. Così sono state le suore di Carinola ad offrire la propria cappella, abbastanza grande per accogliere le 300 e passa persone che si riversano a Carinola da ogni parte del Comune e dei dintorni.
Stupenda esperienza che tutti dovrebbero fare, soprattutto i più giovani che pensano che vivere la fede sia un’esperienza inutile e ammosciante! E’ un abbracciarsi, un sorridersi, un cantare e ballare insieme, ma anche un raccogliersi nel silenzio e nella meditazione. E’ soprattutto un elevarsi insieme.
Credo che tutti noi dovremmo essere grati a don Paolo per l’opportunità di crescita che offre a noi tutti  e all’attenzione che ha  verso i nostri ragazzi, visto che le altre agenzie educative sono latitanti.
Fotinai

venerdì 1 aprile 2011

Appello a tutti i candidati



I lutti, le malattie, i danni all'ambiente determinati nella valle del Garigliano ( e non solo) dalla radioattività prodotta dalla omonima centrale nucleare; il disastro umano e ambientale verificatosi a Cernobyl il 26 aprile 1986; la drammatica situazione che si sta verificando in Giappone con i reattori di Fukushima, ci hanno dato un messaggio chiaro e terribile:

L'ENERGIA NUCLEARE METTE A RISCHIO L'INTERA UMANITA' !

Contrari da sempre a questa scelta, già espressa dal popolo italiano con il referendum del 1987,

LANCIAMO UN APPELLO A TUTTI I PARTITI E LE LISTE

che intendono chiedere, nella prossima tornata elettorale, il consenso dell'elettorato

AFFINCHE' ESPRIMANO CON ESTREMA CHIAREZZA IL LORO ORIENTAMENTO SULLA SCELTA DELL'ENERGIA NUCLEARE

e si impegnino per la campagna referendaria per l'acqua pubblica e contro il nucleare.

Nel contempo, dato il parere favorevole all'atomo espresso dal Governatore della Campania Caldoro, nonostante la disastrosa situazione idrogeologica di tutto il territorio regionale disseminato, come non bastasse, di rifiuti tossici e nocivi, chiediamo che gli stessi partiti si facciano promotori, verso i rispettivi referenti politici che siedono nella giunta e nel Consiglio regionale, di iniziative che scongiurino questa scelta,

ORIENTANDOSI VERSO LE ENERGIE RINNOVABILI.


Comitato Referendario Aurunco '' Garigliano''

mercoledì 30 marzo 2011

Biasox la volpe



Quella mattina di primavera, Il volto del conte Biasox era radioso, come il sole primaverile che lo accarezzava nel suo giardino. Era di ottimo umore per la bella giornata, ma soprattutto per la notizia, che gli aveva appena consegnato il messo del regno. Su sua richiesta, Giano Trifronte era stato privato del titolo di duca, sostituito con quello di visconte. Come tutti sanno il visconte è il vice del conte, più precisamente, l'aiutante del conte. Con questo atto, aveva definitivamente ridimensionato la figura dell'ex duca, ormai relegato in funzioni secondarie. La furia che lo aveva pervaso alcune sere prima, a causa di Lorenzo il Savonarola, era ormai dimenticata. Quella sera, (vedi puntata precedente) a bordo della sua potente carozza, era transitato, a forte velocità, sulla strada che collega Nocellum al villaggio di Santa Cruz. Non fu casuale che lui percorresse quella strada, per lui inusitata.Era stato informato, che nei sotterranei della fazenda di Don Luis di Santa Cruz, suo ex cerusico, erano riuniti i vassalli che complottavano contro di lui. Questi riconobbero dal fragore della carrozza, chi era il conduttore, e si abbracciarono tremanti. Il giorno dopo, partì l'offensiva del conte, per farlo, mise mano a tutte le minacce e blandizie che il suo cervello volpino potesse partorire.

Il giorno dopo incominciò offrì il posto di conte a tutti, incomiciò con don Luis e finì con l'ultimo vassallo della contea. Tutti credettero alle sue promesse, tutti si sentirono investiti della candidatura oltre a donna Antonia che già si sentiva contessa, perfino Michele, discepolo prediletto di Biasox, pensò per un momento di poterlo sostituire. Ovviamente, incominciarono a combattersi tutti aspramente, come l'arguto Biasox aveva previsto.Il suo obietivo principale era quello di dividerli tra di loro, ma principalmente dal marchese Maximus de Grimaldellis. Questi era componente del gran consiglio del regno di Maradonia e tramava, da tempo, per sostituirlo con qualche suo protetto. Proprio questo era lo scopo delle ripetute riunioni notturne, nella cantina di don Luis. Biasox con la sua mossa lo aveva spiazzato, ormai i vassalli erano tutti divisi, perfino la dama bianca, Rosa di Maggio, favorita del marchese, aveva comunicato di non essere interessata al trono della contea.

Questi erano i pensieri che il conte Biasox rimuginava nel suo super cervello, il sorriso beffardo, che incorniciava il suo bel viso, era del tutto giustificato. Ormai, il suo furbesco progetto doveva solo concludersi con la più ragionevole delle soluzioni e aspettava solo che la stragrande maggioranza dei vassalli, stufi di farsi la guerra, lo implorasse di riprendere il suo legittimo posto acclamandolo conte di Calenum.



IL CONTE DEL GRILLO


lunedì 28 marzo 2011

Chi paga?







In questi giorni stiamo assistendo all'arrivo ininterrotto di migliaia di extracomunitari. Tutti cercano di raggiungere Lampedusa con qualunque mezzo, per loro l'Italia è l'Eldorado, o così credono che sia. Stiamo assistendo ad una gara di  di solidarietà da parte di tutti i nostri governanti. Chi offre 2000 euro, chi offre vitto ed alloggi gratuiti, chi la cittadinanza a tutti. Una gara di bontà a spese degli italiani. Non solo con l'aumento delle tasse e dei carburanti, ma soprattutto con il blocco del futuro del paese. Infatti l'Italia ha la più grande percentuale di giovani disoccupati di tutta Europa. Ci si preoccupa e si sperperano ingenti risorse per i tunisini, gli iracheni,  per i libici e niente per chi rappresenta il futuro della nazione. Questa massa di incoscienti, con le tasche piene, sono insensibili alla esigenza  primaria dei propri comnnazionali, cioè il lavoro. Con gli extraxcomunitari tanta indulgenza e generosità, con i propri cittadini: tasse e polizia se protestano.
Gli unici che si distinguono, sono gli esponenti della Lega Nord, che difendono i loro territori da questa invasione ed invocano l'espulsione di tutti questi irregolari. A loro risponde Vendola, che subito ha offerto ospitalità a chiunque, per rimarcare la sua diversità e la sua super generosità. Come presidente di una regione che, grazie a lui, non ha più disoccupazione, niente criminalità e tutti i servizi funzionano benissimo, può offrire asilo a tutti. I  pugliesi possono pagare, vivono tutti benissimo da quando c'è lui. Le altre regioni meridionali chi li difenderà ? Già sono in forte difficoltà a causa della crisi economica che qui è perenne. Adesso, le poche risorse disponibili le devolvono in beneficenza, per il semplice gusto di passare per buoni. Non comprendono che con loro comportamento irresponsabile,possono favorire l'arrivo di milioni di disperati col conseguente collasso del nostro sistema. A loro, poco importa delle conseguenze, tanto non saranno loro a pagare, ma la parte più debole della cittadinanza.


Pantalone


domenica 27 marzo 2011

Raccolta differenziata: cittadini coscienziosi


I dati della raccolta differenziata  a Carinola apparsi su un giornale locale sono molto confortanti e rivelano due cose:
-  i cittadini carinolesi sono molto coscienziosi e, se vogliono, sanno fare le cose per bene. Un po’ meno la ditta appaltatrice che non li aiuta per niente nella raccolta. I carinolesi non meritano il caro bolletta che è stato loro propinato proprio perché, quando i rifiuti differenziati vengono trovati mischiati con altri nelle piattaforme rivelandosi di fatto rifiuti indifferenziati, la colpa di ulteriori  spese di smaltimento ricade principalmente sulla ditta e poi sull’Amministrazione. Ossia su noi.
-  se informati meglio, quel 56,653% potrebbe salire ancora, con un notevole risparmio per loro stessi e per il Comune.
Quello che effettivamente è mancato è stata proprio una campagna informativa che potesse aiutare il cittadino a selezionare meglio i propri rifiuti. Tranne un piccolo foglietto volante, datoci all’inizio della raccolta e dove sono scritte le modalità di raccolta, niente più è stato fatto per aiutare il cittadino in quest’impresa. E per alcuni può essere proprio un’ impresa!
Nell’affrontare una buona raccolta differenziata, bisogna essere molto realisti ed obiettivi: tra le casalinghe, che poi sono quelle che differenziano, ci sono tantissime persone anziane che poco sanno leggere o non sanno leggere affatto e devono ricordare a memoria che cosa va dove e quando. Ci sono tantissime badanti che non conoscono la lingua italiana e sicuramente non hanno a portata di mano un foglietto che, dopo tre anni, chissà dov’è finito. Ci sono tante persone sole che non hanno neanche chi le aiuti a mettere fuori la busta dell’immondizia e si arrangiano come possono.
Una buona campagna informativa e formativa  è d’obbligo se si vogliono raggiungere risultati soddisfacenti, ma a tutt’oggi niente di tutto questo è stato fatto.
Allora, di chi è la colpa del caro bolletta che, volendo, potrebbe diminuire? Del cittadino che non sa, o della ditta che non fa?....
In questo contesto, le passate amministrazioni hanno fatto concretamente poco, lasciando che la ditta raccogliesse quotidianamente i rifiuti senza mai rendersi presenti, come se fosse una faccenda esclusivamente fra essa e i cittadini.
Infine, siamo assai curiosi di sapere che cosa stanno pensando i prossimi candidati per risolvere i problemi dei cittadini, tra cui quello della raccolta rifiuti; a tre mesi dal voto li ritroviamo piuttosto impegnati a cospirare fra di loro invece che a parlare di cose che interesserebbero più da vicino i carinolesi…. Che cosa stanno studiando per quanto riguarda progetti ed iniziative tese a migliorare la raccolta e permettere un risparmio nel tempo della bolletta? Come vogliono tutelare e valorizzare il patrimonio ambientale? Non sarebbe ora di parlare di queste cose?

mimì e cocò


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giovedì 24 marzo 2011

i piccoli uomini liberi

gli assistenti del nuovo sindaco




Lavorano per noi, con la differenza che lo fanno sempre in gran segreto. L’ultima – ma forse è solo la terzultima coi ritmi diabolici che sono in grado di sopportare - è che vogliono Giggino sindaco, ops scusate candidato sindaco per il centro-sinistra. Un dolce ritorno, se si dovesse chiudere l’accordo. Una stupenda storia da raccontare ai nostri nipoti. Gennaro, Biasox e Giggino di nuovo insieme! Attempatamente felici. Eppure c’è chi dice che è tutta una bufala messa in giro per infiacchire Massimo e che a cascarci saranno stati solo i giornali e Ceraldi. Chissà. 

Intanto c’è chi comincia a credere davvero che la proposta sia stata effettivamente fatta: di sicuro noi che ormai siamo abituati a tutto non ci stupiremmo certo se fosse vera e se alla fine il jolly della politica carinolese accettasse. Del resto una proposta del genere poteva arrivare solo ad un uomo. L’Uomo Più Libero Di Tutti. Lui che poi in effetti è ricco di tante buone idee, di fantastici progetti, che salverebbe il mondo da qualsiasi minaccia e che riuscirebbe a cambiare tutto nel comune, se solo ci provasse. 
Ma non dovevamo già stupirci di un altro ritorno? Gennaro Mannillo, appena sfiduciato, e scaricato da Psi e da Pdl, è rientrato con la voce grossa nel centrosinistra. Voleva le Primarie, che gentile. Ma le voleva solo lui. Almeno però la società civile avrebbe potuto dire la sua. Qualcuno si sarebbe fatto avanti, qualcuno di veramente nuovo e motivato (non lui!). Ma Biasox ed altri la pensavano diversamente. Troppo diversamente. Meglio decidere fra noi! In segreto.

Ma intanto gli altri che fanno?

Gli altri, comodamente, aspettano e tramano. Infatti chi è così fesso da scoprire le carte quando si è così vicini dal chiudere una partita?

Nei dimissionari la situazione è tesa. Troppo tesa. I triasici Marrese e Marcantonio ripassano la palla a Massimo e questi che cosa fà? Aspetta ancora. Chissà, forse Massimo è anche un buon prestigiatore e alla fine tirerà un coniglio dal cilindro  che salterà per il comune, di balcone in balcone. 

Restano Pdl, Udc, Psi ed Indipendenti. Questi sono i più spassosi. Galdieri crede di fare il sindaco, ma i numeri li ha Mattia. Quindi? Anche loro aspettano, meglio tardi che mai. 

La cosa triste invece è che anche il popolo di Carinola aspetta che fra questi la spunti qualcuno e vada ai balconi a sparare cazzate. Poi tutto passerà. I segreti rimarranno tali, le cazzate al massimo ci faranno sorridere.

Aurora Balenare

mercoledì 23 marzo 2011

Buon compleanno Quiquiri!



quiquicompleNel marzo del 2007 un gruppo di giovani cazzuti e intellettualmente maneschi con lungimiranza (modestia a  parte) trasportano il Quiquirì dalla carta al web. Fu  una necessità determinata dalle continue minacce e denunce fatte dai vari politiciucci nei confronti di un giornale che, autofinanziandosi, dal 2003 “invadeva” periodicamente i vari esercizi pubblici casanovesi con i suoi contenuti. 
Era un semplice foglio A4 diviso in due, fitto di denunce, idee, critiche, obiezioni, satira. Un semplice foglio pieno di passione  e verità che chiaramente infastidiva  tutti coloro che fino a quel momento si sentivano sicuri e intoccabili. Il Quiquirì in carta continuò a dire la sua  nonostante i metodi camorristici dei nostri “rappresentanti” che, infastiditi dal pensiero libero, non hanno mai perso tempo nel minacciare e diffamare i presunti quiquiristi, presentandoli all’opinione pubblica come delinquenti, drogati, gentaglia poco raccomandabile. Ovviamente i cittadini, meno stupidi di quello che i politici credono, hanno subito capito chi fossero i poco raccomandabili e con  sincera partecipazione ci hanno seguito fino ad oggi. 
I primi passi del Quiquirì  furono molto divertenti, la Di Biasio team’s, con il Gennaro bifacce al seguito, amministrava il comune e, senza perdere tempo, era sempre a fare esposti dai carabinieri, al commissariato di polizia ecc. ecc. ogni qualvolta usciva un numero del Quiquirì. Sempre nello stesso periodo, invece, i vari fascistelli locali, ancora fedelissimi a Fini, cercavano di comprarci e ci mandavano tanti baci d’amore che ovviamente venivano spediti al mittente, dopo essere passati dal cesso di casa. 
Sono passati diversi anni, anche se sinceramente sembrano pochi mesi, e dopo essere stati costretti ad archiviare la carta, in quanto troppo esposti alle facili denunce/minacce dei soliti noti, ecco la svolta: il web. Può sembrare strano ma l’evoluzione della rete è stata cosi repentina che, in pochi anni, le serate che spesso diventavano nottate trascorse ad organizzare l’edizione cartacea, sembrano davvero lontane. Problemi di incolonnamento, foto da ottimizzare, scollettamento per pagarci le stampe, la distribuzione al limite del comico. Momenti che rimarranno sempre in noi. 
Dal 2007 tutti questi problemi sono andati in pensione, ciò che invece non è andato e non andrà mai all’ospizio è il coinvolgimento, il confronto, l’indipendenza, la libertà di non essere schiavi. Concetti che grazie al web, si sono amplificati oltre le nostre aspettative, determinando una cosa che mai ci saremmo aspettati, ovvero la totale apertura attiva verso tutti coloro che hanno la necessità di esprimere un pensiero, un punto di vista, una critica, una risata. 
Il Quiquirì, da quando è approdato sul web, è un mezzo di dominio pubblico, una finestra sul nostro territorio da dove i nostri concittadini lontani possono affacciarsi, un luogo dove ogni cittadino può dire la sua. Il Quiquirì, ormai, non è più di coloro che lo hanno fondato, ma di tutti i carinolesi e non solo.
Grazie a tutti. Grazie a tutti coloro che ci apprezzano, che ci disprezzano,  a quelli che credono nelle nostre parole, a quelli che invece ci considerano dei maldicenti, a quelli che alimentano le discussioni in modo sensato e a quelli che cercano la rissa o la diffamazione; grazie a chi ci ha minacciato verbalmente e fisicamente; grazie a chi continuamente ci appoggia. Grazie.

martedì 22 marzo 2011

I soliti italiani


Meno di un anno fa abbiamo accolto il dittatore libico Gheddafi, con tutti gli onori. Il capo del governo italiano gli ha perfino baciato la mano, in segno di ossequioso rispetto. Forse meritava di essere ricevuto, per aver sottoscritto parecchi trattati economici di interesse bilaterale, e per aver chiuso l'annoso contenzioso del colonialismo italiano.  
Tutti, o quasi tutti contenti, anche perchè Gheddafi assicurava di frenare gli sbarchi dei clandestini, che stavano diventando un problema. 

Adesso tutto è cambiato, addirittura ci troviamo inquadrati in una coalizione che gli fa la guerra. Eppure, Gheddafi non è venuto meno agli impegni sottoscritti, nè ha pensato di farlo. Il presidente francese, per interessi elettoralistici personali, e per interessi commerciali francesi, ha voluto questa guerra ad ogni costo. Di guerra si tratta, nessuno crede agli aiuti umanitari o aiuto alla democrazia: ci sono due fazioni che si contendono il potere in Libia, e la coalizione intenazionale appoggia quella contro Gheddafi. L'Italia ha fatto la solita figuraccia,  mentre è amica di una nazione si allea con chi la combatte. Ha ripetuto in piccolo l'8 settembre '43, quando da alleati dei tedeschi, in un giorno diventammo nemici. 

Allora avemmo la fortuna di allearci con gli americani, che saranno pure guerrafondai, ma gli alleati li sostengono e li rispettano. Adesso, abbiamo girato la faccia a Gheddafi, per allearci con la Francia, il finale per noi, molto probabilmente sarà disastroso. In questa avventura abbiamo tutto da perdere, se vince Gheddafi avremo la rescissione dei contratti perchè lo abbiamo tradito. Se vincono, come è probabile gli altri, i  francesi prenderannono tutto, ed in più, avremo tanti profughi. Profughi veri, non come i tunisini: libici che dovranno scappare per salvarsi la pelle dai "democratici" che prenderanno il potere. In tutti i casi saremo penalizzati, ed in più saremo additati come i soliti italiani inaffidabili.

Estore

giovedì 17 marzo 2011

Buon anniversario all' Italia.

Il 17 Marzo 1861, ben centocinquanta anni fa, Vittorio Emanuele secondo, firmava il decreto col quale si sanciva l'Unità d'Italia. Con quell'atto, si sottoscriveva formalmente, la costituzione del nuovo stato, che nasceva sulle macerie di tanti staterelli. Da ricordare che l'annessione di quegli stati, si ebbe per volere di quei popoli e non per conquista. Tutte le popolazioni, che formarono il popolo del neonato stato, espressero, chiaramente, il loro desiderio di essere uniti in una sola patria. L'unità d'Italia fu raggiunta passando per la  rivolta  di tutto il popolo che travolse la classe dirigente, ritenendola inetta ed autoreferenziale. 
Il sogno di pochi uomini, che avevano lavorato per una vita intorno ad un’ utopìa, quel giorno si concretizzò. Quegli uomini, Vittorio Emanuele secondo, Cavour, Mazzini, Garibaldi, giustamente vengono ricordati come padri della patria. Per gli italiani, da quel giorno, non sono stati più definiti uomini, ma eroi. Insieme a loro, è doveroso  ricordare tutti quelli che contribuirono, con il loro sacrificio ed anche col sangue, all'unificazione dell'Italia. I modi ed i mezzi che servirono per conseguire il risultato sono, ancora oggi, oggetto di dispute e polemiche. E' bene ricordare i fatti storici per prenderne il buono ed evitare  di ripeterne gli errori. 
Bisogna ricordare solo che fu una rivoluzione ed in  qualunque rivoluzione seria ci sono lutti e distruzioni da ambo le parti. Lasciamo agli storici, gli approfondimenti su quei fatti, senza farci turbare  dal loro ricordo in questo giorno di gioia. Deve essere giorno di festa  per tutti, anche per quelle forze politiche che propugnano un  antistorico separatismo.  Le aspirazioni personali  si raggiungono solo attraverso l'ausilio della comunità intera. Vale, per un grande stato, come per un piccolo comune. L'Italia, solo restando unita, può continuare a mantenere quel posto di prestigio, che occupa nel consesso delle nazioni. L'unità deve essere il valore primario del popolo italiano, perchè solo stringendosi fortemente, intorno alla stessa Patria, si potrà avere un futuro migliore di pace e benessere. Viva l' Italia, viva gli italiani veri.

Anonimo

mercoledì 16 marzo 2011

Li chiamerei impostori…

 
Vi siete chiesti perché a tutt’oggi nessun candidato a sindaco è venuto fuori dalle varie riunioni notturne dei due maggiori schieramenti carinolesi? Perché non hanno ancora deciso come spartirsi la torta e a chi va la fetta più grossa. O per dirla in un linguaggio molto nostrano: non hanno ancora deciso chi è “u padrone e chi u sotta”. Non è vero che non ci siano canditati. Ce ne sono e tanti  ma non si è ancora deciso chi è più utile agli scopi di tutti loro.
Troppi cani intorno a un osso già spolpato e rispolpato tante di quelle volte che tra poco non ci  sarà più neanche l’osso.
Il criterio di valutazione per scegliere il candidato sindaco non si basa sulla capacità della persona
ad amministrare le ricchezze economiche e culturali di un popolo, ma sugli quali interessi egli potrà favorire e in che modo. Visto che manca un criterio di valutazione onesto ed obiettivo,  non mi sento di chiamare queste persone “amministratori”; li chiamerei piuttosto “impostori” e darei alla parola una valenza molto ampia: perché tradiscono i cittadini, i valori carinolesi, il territorio carinolese, la cultura carinolese, le nuove generazioni, e chi più ne ha più ne metta. Ingannano, semplicemente ingannano per favorire e favorirsi. Perché in fin dei conti a loro non gliene frega proprio nulla dei problemi del popolo e del territorio. Basta che risolvono i loro.
Allora dico NO a questo tipo di politica avvilente, mortificante, degradante. NO a questa gente senza idee, senza lungimiranza, senza entusiasmo. NO, NO, NO!

No alle liste partitiche in genere né a coalizioni.
No a Di Biasio: ne ho le tasche piene. Il suo nome sa troppo di capo-clan.
No alla Di Maio: troppo agganciata a Grimaldi di cui sarebbe il burattino.
No a De Risi: inaffidabile e strafottente. Farebbe solo ciò che piace a lui.
No a Russo: velenoso dinosauro che non si è reso conto di essere estinto da un pezzo. 
No alla Migliozzi: troppi interessi personali da difendere.
No a Marrese:  buono per una politica  casereccia e niente più.
No a Mannillo: un’esperienza ci è bastata.
No a Di Lorenzo: troppo politicante.
Ni a Galdieri: se si sapesse circondare delle persone giuste e se mettesse da parte la grinta offensiva dell’altra volta.
SI a liste civiche.
SI a volti nuovi: giovani trentenni e oltre che credono nel rilancio del territorio, nell’importanza della cultura che non sia solo d’elite, nella difesa ad litteram dell’ambiente, nella valorizzazione obiettiva di tutto ciò che può farci onore a cominciare dall’agricoltura e finire ai beni artistici, nella realizzazione di seri progetti di lavoro che fermi l’abbandono di questi luoghi da parte dei nostri giovani.
SI, SI e poi SI al fervore, all’entusiasmo e a idee nuove, a giovani che siano ancora animati da un qualche costruttivo ideale verso la comunità carinolese e sappiano affossare l’ormai sterile, disincantato, arido magna-magna degli adulti.
Dove non c’è ideale, non c’è impegno e non c’è crescita. 

Se si arrivasse a non avere un candidato sindaco sarei la persona più felice del mondo! Ma purtroppo ci sarà, magari all’undecima ora ma ci sarà. Un candidato rimediato, rattoppato, che non convince nessuno, ma ci sarà. Un bel burattino a cui il solito scaltro puparo possa smuovere i fili a piacimento e che non rappresenterà MAI il popolo carinolese perché di esso non se ne importa, così come il popolo non se ne importa di lui. D’altra parte come ci si potrebbe fidare dei personaggi di sempre, di cui conosciamo bene l’ operato amministrativo e ogni pelo che hanno sul culo?  

N.R.

lunedì 14 marzo 2011

Io sto con Gheddafi

 Non sto dalla sua parte perchè  i dittatori, dipendesse da me, sarebbero bombardati tutti. Desidero però che vinca per assistere alle giravolte dei vari governanti nei suoi confronti. Se riuscisse a ristabilire il suo potere non si parlerebbe di diritti umani violati, di torture o altro, fino alla prossima crisi.
Non sopporto questa ipocrisia della comunità internazionale, che dopo oltre quaranta anni si sono accorti che Gheddafi è un despota, così di Mubarak e Ben alì. Li hanno sempre considerati dei dittatori democratici, al massimo pittoreschi; adesso tutte le atrocità vengono addebitate loro. Si ripete la storia di Saddam, armato dagli americani, quando serviva ai loro scopi contro l'Iran. Poi giustiziato, perchè non voleva essere asservito ai loro voleri. Allo stesso modo, si comportano con le dittature del sud e centro America, e dei paesi del golfo arabico.Tutti ditttatori  tollerati, perchè servono ai propri i interessi. Appena sono in difficoltà, cercano subito chi li rimpiazzi, per continuarenei loro traffici. 
Facessero quello che vogliono, ma personalmente non accetto di essere preso in giro. Le grandi potenze fondano l'ordine internazionale solo sulla forza e non sulla giustizia e sul diritto. Basti osservare la differenza di atteggiamento tra questi disordini e quelli di due anni fa a Gaza. 
Lì certamente c' è stato un genocidio e l'uso metodico di armi non convenzionali, oltretutto contro cittadini di un altro paese.Eppure nessuno ha parlato di no fly zone, dell'invio di truppe NATO o dell'ONU, nè tantomeno di tribunali internazionali, contro i crimini di guerra. Qui subito la macchina propagandistica si è messa in moto: foto di stragi false, di sepolture in fosse comuni di un cimitero vero. 
L'apoteosi della propaganda sta nella notizia che Gheddafi possiede armi chimiche, così si può avere l'autorizzazione dell'ONU per attaccarlo. Lo facessero, ma dicessero chiaramente: "lo vogliamo togliere e sostituire con chi ci permette libero accesso alle ricchezze petrolifere libiche". Invece,  devo ascoltare fino alla noia di bombardamenti nelle città, di fucilazioni di massa e di altre atrocità inventate. 
Non è possibile gestire l'ordine mondiale senza giustizia che, innanzituto, deve essere uguale per tutti. Tutte le dittature, incominciando da quelle degli stati arabi del golfo, dovrebbero essere abbattute e sostituite con governi democratici e non con dittatori più malleabili. Altrimenti, rischiamo una dittatura mondiale di due-tre grandi potenze o, in alternativa,  continue guerre. Ho un dubbio atroce che mi tormenta; forse è proprio quello che qualcuno vuole: guerra continua ed affari continui.

Mac Manara