Meno di un anno fa abbiamo accolto il dittatore libico Gheddafi, con tutti gli onori. Il capo del governo italiano gli ha perfino baciato la mano, in segno di ossequioso rispetto. Forse meritava di essere ricevuto, per aver sottoscritto parecchi trattati economici di interesse bilaterale, e per aver chiuso l'annoso contenzioso del colonialismo italiano.
Tutti, o quasi tutti contenti, anche perchè Gheddafi assicurava di frenare gli sbarchi dei clandestini, che stavano diventando un problema.
Adesso tutto è cambiato, addirittura ci troviamo inquadrati in una coalizione che gli fa la guerra. Eppure, Gheddafi non è venuto meno agli impegni sottoscritti, nè ha pensato di farlo. Il presidente francese, per interessi elettoralistici personali, e per interessi commerciali francesi, ha voluto questa guerra ad ogni costo. Di guerra si tratta, nessuno crede agli aiuti umanitari o aiuto alla democrazia: ci sono due fazioni che si contendono il potere in Libia, e la coalizione intenazionale appoggia quella contro Gheddafi. L'Italia ha fatto la solita figuraccia, mentre è amica di una nazione si allea con chi la combatte. Ha ripetuto in piccolo l'8 settembre '43, quando da alleati dei tedeschi, in un giorno diventammo nemici.
Allora avemmo la fortuna di allearci con gli americani, che saranno pure guerrafondai, ma gli alleati li sostengono e li rispettano. Adesso, abbiamo girato la faccia a Gheddafi, per allearci con la Francia, il finale per noi, molto probabilmente sarà disastroso. In questa avventura abbiamo tutto da perdere, se vince Gheddafi avremo la rescissione dei contratti perchè lo abbiamo tradito. Se vincono, come è probabile gli altri, i francesi prenderannono tutto, ed in più, avremo tanti profughi. Profughi veri, non come i tunisini: libici che dovranno scappare per salvarsi la pelle dai "democratici" che prenderanno il potere. In tutti i casi saremo penalizzati, ed in più saremo additati come i soliti italiani inaffidabili.
Estore
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