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martedì 9 marzo 2010

Investiture fasulle in chiesa?

Domenica 21 febbraio nella Chiesa Madre di Francolise, i fedeli che si erano recati alla messa delle ore 18 come ogni domenica, si sono ritrovati a presenziare, ad un inaspettato rito dal sapore medioevale: l'investitura di 3 Cavalieri e di un Commendatore da parte del Sovrano Ordine di Sant'Uberto di Lorena e di Barrois, durante il rito della Santa Messa. 
Tra i Cavalieri investiti c'era anche il Presidente del Consiglio del Comune di Francolise, Stefano D'Alterio, e ad essere nominato commendatore era il parroco della comunità don. Raimono Pasquariello. Tale rituale però desta non pochi sospetti in merito alla sua liceità e opportunità dal punto di vista religioso. Il “Gran Maestro” del suddetto Ordine di Sant'Uberto nominava «in nome di Dio della Beata Vergine Maria, di San Michele Arcangelo, di San Giorgio e di Sant'Uberto» i Cavalieri e il Commendatore durante il rito della Santa Messa. Tutto ciò e molto strano però, visto che la Santa Sede riconosce attualmente due soli Ordini Cavallereschi tra cui non compare quello di Sant'Uberto di Lorena e di Barrois, mentre ad essere riconosciuti sono: l'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e il Sovrano Militare Ordine di Malta.
Come affermato anche più volte dall'Osservatore Romano tutti gli Ordini all'infuori dei due sopra citati,  ricordiamo gli unici ad essere riconosciuti, non hanno nessuna approvazione da parte della Santa Sede e a tal proprosito stila una lista di Ordini fasulli tra cui compare anche il suddetto Ordine di Sant'Uberto di Lorena. Inoltre sul tema si può consultare anche l'autorevole opinione del 2005 del Vicariato di Roma guidato dal Cardinale Camillo Ruini, che come si sa vale per tutte le chiese del mondo, nel quale il Segretario Generale Mons. Mauro Parmeggiani precisa che «i parroci, rettori di chiese e cappelle pubbliche o anche di istituti religiosi, sono invitati a lasciar cadere le richieste d’uso delle chiese e cappelle presentate da Ordini non riconosciuti, in particolar modo quelle concernenti celebrazioni eucaristiche finalizzate alle cosiddette investiture di nuovi cavalieri. Qualora davanti a richieste che vi pongano nel dubbio di concedere o meno l’uso delle chiese delle quali siete responsabili, vi invito a sottoporre previamente le domande a voi pervenute alla Segreteria Generale del Vicariato». 
Su questo tema inoltre si sprecano anche inchieste giornalistiche che hanno smascherato sedicenti “Gran Maestri” che facendo leva sulla ingenuità e prosopopea di chi a tutti i costi voleva fregiarsi del titolo di Cavaliere o di altri titoli nobiliari, che ricordiamolo non sono riconosciuti dalla Repubblica Italiana, era pronto a spillare fior di quattrini a poveri sprovveduti, lasciandogli come regalo un mantello e una medaglietta come ornamento della propria vanità. Inoltre in materia si è espresso anche il Legislatore con la legge 178/51, dove all'art. 8 si legge che «è vietato il conferimento di onorificenze, decorazioni e distinzioni cavalleresche, con qualsiasi forma e denominazione, da parte di enti, associazioni o privati».
Nonostante questo, a presenziare a tale rituale partecipava ufficialmente anche il Sindaco di Francolise, Nicola Lanna, facendosi accompagnare dal gonfalone del Comune, impegnando, quindi, in tale cerimonia il nome di tutta la comunità francolisana.
A questo punto sorgono spontanee alcune domande e quanto meno alcuni dubbi che vorremo dissipare con l'aiuto dei diretti interessati. Vista lo spessore culturale e umano di don Raimondo Pasquariello, riconosciutogli da tutta la comunità, ci chiediamo: sapeva quanto detto in materia dal Vicariato di Roma? E se si, ha  sottoposto la domanda d'uso della chiesa di Francolise da parte di un Ordine non Riconosciuto dalla Santa Sede quanto meno al Vescovo?
Al Presidente del Consiglio del Comune di Francolise, Stefano D'Alterio, chiediamo se ha versato soldi per farsi riconoscere Cavaliere del Sovrano Ordine di Sant'Uberto di Lorena e di Barrois? Se si, e visto quanto affermato sia dalla Santa Sede che dal Legislatore, non è il caso di domandarsi se è stato truffato?
Infine, al Sindaco Nicola Lanna: prima di presenziare, con Gonfalone comunale al seguito, a cerimonie e riti non meglio identificati, e da quanto appreso osteggiati sia dalla Santa Sede che dalla Legge Italiana non sarebbe meglio informarsi, prima di andare a rappresentare tutti i cittadini di Francolise in manifestazioni di dubbia legittimità? Non è meglio onorare il nome di tutti i cittadini di Francolise in manifestazioni di ben altro spessore culturale? 
Certi che una spegazione a tutto quanto accaduto esiste, speriamo vivamente in una risposta dei diretti interessati.
Speriamo, inoltre, di aver chiarito un po' di dubbi a tutte quelle persone che recandosi quel giorno a messa è tornata a casa chiedendosi se una cosa del genere fosse lecita o meno.

un passante

lunedì 8 marzo 2010

Il buon servizio si paga

Stamattina la giornata era bellissima. Poi s’è guastata. Avevo preso accordo con due amiche per andare a Napoli. Ognuno aveva i fatti suoi da sbrigare, chi una cosa chi un’altra. Il treno quello delle dieci e dodici, per Salerno. Con la macchina della mamma della bionda che anche questa mattina c’ha accompagnato tutti, siamo arrivati alla stazione, tutta da esplorare magari con jeep, scarponi, e fucile. Per la lunghissima Direttissima stavamo con molta preoccupazione perché eravamo in ritardo e avremmo perso tutti gli impegni se avessimo perso il treno. L’altro c’era alle dodici e dieci. Siamo arrivati per tempo e fatto il biglietto- le mie amiche ne erano già munite- siamo saliti. Devo dire però che il biglietto non lo faccio spesso. Ho i miei trucchi insomma e godo di buona fortuna sui treni, tanto che sono conosciuto come er Mandrake. Ma quello che sto per raccontarvi forse farebbe sobbalzare anche Giggi Proietti, in veste di Mandrache al ritorno dalle corse. Stamattina comunque dovevo studiare delle cose, quindi avevo pensato di starmene tranquillo col biglietto pronto ad esibirlo. Difatti, dopo un po’ arriva il controllore. Le mie amiche mi guardano e sorridono. Già s’aspettano qualche movimento, qualche colpo di teatro. Ma io niente, esibisco e sorrido al buon uomo. Riprendo a leggere. Passano cinque o dieci minuti quando vedo i passeggeri affianco che guardano con interesse qualcosa nella carrozza precedente. Certo ci faccio caso ma senza scompormi, anche perché stavo seduto di spalle. Le mie amiche parlavano di scarpe e vestitini quando entrano tre uomini in borghese con una fascia arancione intorno al braccio destro con su scritto in bianco “Servizio AntiEvasione”. Ma chi cazzo sono, ho pensato?!?E questi che fanno?Richiedono a tutti i biglietti, li guardano con attenzione e vanno avanti. Ancora non ci credo. Qualcuno a cui l’ho raccontato mi spiegava che è colpa della Tav, che servono più soldi, altri dicevano che fanno bene, altri ancora si son grattati. Ed io? Penso che mi comprerò un mulo molisano...

 
Cino da Cano

sabato 6 marzo 2010

Cultura, tarallucci e vino

Convegno
un'immagine del convegno a Carinola


È strano come può sembrare inusuale agli occhi dei visitatori  che in un piccolo centro come Carinola sia diffuso l’interesse per la cultura, e come sia forte la convinzione che i cittadini carinolesi siano spinti a partecipare a manifestazioni culturali con il solo scopo di “scroccare” una  cena usufruendo del buffet, tanto ormai tutti sanno che una degna manifestazione deve concludersi a “tarallucci e vino”!
E cosi ti ritrovi con un coordinatore della serata che non fa altro che ribadire la presenza della tavola imbandita sottintendendo il timore che prima o poi i convenuti si alzino e scappino via!
 In realtà la presentazione del libro del dot. Ugo Zannini è stata interessante dall’inizio alla fine, il suo studio sui Fora rappresenta un contributo importante su una realtà urbana ed istituzionale romana molto diffusa nel territorio italiano.
Credo però che la presentazione abbia avuto un cosi ampio riscontro per la presenza di un illustre studioso, il quale con la sua cultura ed eloquenza ha dato maggiore spessore all’evento.
Il prof. Coarelli è un esponente internazionale dell’archeologia, docente all’università di Perugia è autore di  innumerevoli articoli e libri sulle antichità romane come Il foro romano,pubblicato nel 1983 o Il foro boario dalle origini all’età repubblicana, pubblicato nel 1988, fino ad arrivare al 2008 con un importante ed interessante studio sulla colonna di Marco Aurelio.
La sua lezione è stata stimolante non solo per gli studiosi o gli appassionati di archeologia ma per tutti coloro che sentono la necessità di conoscere meglio la società di oggi che è il risultato ed il riflesso di anni ed anni di storia.
L’organizzazione amministrativa moderna molto deve alla tradizione e alla cultura romana, quest’ultima rispecchia le esigenze della società del passato che risultano essere estremamente simili alle nostre.
La sua lezione ha senza dubbi suscitato maggiore interesse per la storia e l’archeologia, ha reso evidente come conoscere il passato aiuta a leggere e comprendere meglio il presente e in alcuni casi a “prevenire” il futuro e ha senza dubbio appagato gli animi desiderosi di conoscenza e del “bel parlare”.

Traul

mercoledì 3 marzo 2010

Cadere di lato

Grandi trasmissioni, piccole trasmissioni, grandi e piccoli ascolti. Cambiano le relazioni tra le persone e ciò che per tv, per i giornali, si vede ogni giorno; la gente, quella che non vuole guadagnare nulla dalle proprie idee, ma che vorrebbe solo vedere un po’ di decenza, scivola al di fuori delle dinamiche dei giorni d’oggi. In tutti quegli ormai strani esseri che sono poi le ultime persone rimaste normali al giorno d’oggi, si nasconde un senso di angoscia, un’impazienza che tarda ad esplodere. Una rivoluzione è ormai alle porte. Le menzogne, il non valer nulla come persona ma valere molto come gruppo al cui capo c’è sempre e di sicuro un delinquente sta per cadere e la gente lo percepisce. C’è da spiegarsi solo come incanalare questa grande forza verso un unico punto, verso una meta che sia possibile e voluta. Loro, i nostri padroni di oggi, o almeno quella gentaglia che pensa di comandare su tutto, sono troppo ignoranti, troppo antiquati, troppo vecchi e comunque vecchi d’animo e mente per capire quello che succede al di fuori delle loro sporche dinamiche. Stanno per cadere, il loro momento arriverà e dopo ciò ci sarà caos.. ma non per sempre, la confusione genererà nuove idee e le idee sono la base di quello a cui aspiriamo, che non è null’altro che un po’ di tranquillità; lo sfruttamento di ciò che possiamo fare, di ciò che siamo in grado di produrre al di fuori delle proiezioni di profitto. Oggi i nostri innumerevoli padroni tentano ogni giorno di proporzionarci qualche nuova menzogna, qualche nuovo raggiro per poter perseguire quello che è il loro sogno, sentirsi potenti, sentirsi forti.. forse perché a letto non hanno molte soddisfazioni, di fatto hanno bisogno di pubblicizzare la loro virilità in tv. Ed ogni scusa è un buon motivo per annichilire sempre di più il popolo ormai sovrano solo di se stesso, ma individualmente, con individui che vagano cercando il proprio io sommersi da problemi e vagando alla periferia di se stessi. Oggi l’uomo non vale più nulla, è stato svenduto all’immagine di se stesso e attraverso uno specchio multiforme si rivede diverso, bello, abbronzato, pieno d’ori e di fasti. Si è perso ciò che vuol dire uomo, i sensi(non animali), le emozioni, i sentimenti, il sentirsi bene per il bene altrui, il sentirsi bene per il bene proprio relazionato a ciò che hai di fronte. Avere mille euro dinanzi ad un poveraccio non dovrebbe far sentire meglio e ancora meglio, ma male o almeno, un pochino male. E invece nulla, mangiare da un trogolo sempre imbandito; ridere e bivaccare sulle spoglie di chi è perito, per cosa? Per nulla. Chi leggerà queste parole non capirà forse nulla, ma chi ancora ha gli occhi di umano e non dell’animale che ha invaso ormai i nostri territori le nostre popolazioni, quello capirà ciò che voglio dire. Oggi questi quattro delinquenti che si propongono di decidere per noi, devono essere deposti, non c’è più tempo per altre riflessioni, chi teme la rappresaglia non è altro che un potenziale delinquente come loro. Non può essere necessario il secondo milione, non è necessaria la quarta portata, quando mille altri non hanno avuto ancora la prima. Prima o poi i poveri, i più deboli, quelli che lavorano mille ore al giorno, si sveglieranno e sarà dura combatterli, saranno tanti e si vedrà fuggire molti di quelli che oggi sono visti da altri che incontro ogni giorno in giro come persone riuscite, persone che hanno raggiunto il massimo traguardo della loro vita: essere il più nefando virus della società moderna.

Manhood Pro

martedì 2 marzo 2010

La dep generation

depressione

E’ sempre un piacere ritrovare tanti buoni amici che sono rimasti in paese perché ancora studiano o non trovano ancora un lavoro.
Fuggo spesso dalla nevrosi di una città come Milano e vengo a rinfrancare le forze nel mio paesello, dove posso chiacchierare a tavolino con questo o quello senza essere ossessionato da clacson e traffico congestionato che opprimono il cervello e dallo smog che opprime il petto. Una boccata d’aria pura, una boccata di vita che è vita: semplice, buona, a dimensione umana, dove sei ancora qualcuno che può parlare, pensare, ridere, scherzare e non l’anonimo nessuno delle grandi metropoli spersonalizzanti.
Ma… ahime! La sorpresa arriva quasi subito. Anche nel mio paesello, ancora così semplice e vero, regna quel male oscuro e sottile che è la depressione, la quale afferra i giovani più che gli anziani e li fa star male, molto male.
Io che vengo da lontano per ritrovare quella serenità che Milano non riesce a dare, la sera mi aggiro tra decine di giovani depressi che piangono su loro stessi per i più svariati motivi. Uno è depresso perché lo è sempre stato, l’altra perché l’università la sta stressando e non vede l’ora di finire questi studi che comunque, secondo lei, non le serviranno a niente, un’ altra perché è ingrassata di cinque di chili e ha paura di perdere quella linea ottenuta con tanti sacrifici e tanta fame, un’altra ancora perché non è mai riuscita a scendere più di un chilo nonostante i suoi sforzi di assomigliare a una modella e non riesce ad accontentarsi del corpo che madre natura le ha dato, quell’altro perché ormai, alla sua età, dispera di trovare un lavoro e non sa cosa farne della sua vita. Chi va avanti con psicofarmaci, chi con sedute dallo psicologo, chi con alcool e chi con qualche spinello che aiuta a dimenticare e stare meglio.
Oddio, cosa sta succedendo a questi ragazzi? Dove bisogna ricercare le cause del loro malessere? Forse nel lavoro che non c’è, nell’assenza di sicurezza, nella mancanza di una direzione verso cui dirigersi, nella loro apatia giovanile, nell’incapacità di voler bene e volersi bene sul serio, nell’incapacità di trovare un semplice, vero motivo per vivere e per cui combattere, nell’impossibilità di costruire qualcosa, nel non saper aver più sogni?
Tantissimi possono essere i motivi che fanno precipitare i giovani di oggi nella depressione più nera e qualche causa potrei pure riuscire a sviscerarla, ma mi piacerebbe che fossero loro ad esternare i motivi che si nascondono dietro questo sottile malessere. E’ bene parlare, perché come si dice popolarmente: mal comune mezzo gaudio e chissà che, insieme, non si riesca a trovare una soluzione.

Sempregiovane

domenica 28 febbraio 2010

Tutti gli uomini del presidente

“Facciamo l’Italia a nostra immagine e somiglianza e prendiamoci il potere su tutte le cose e sugli uomini”. E’ il libro sacro di questo nuovo Baal che continua imperterrito il suo andare verso l’onnipotenza. Un’onnipotenza effimera che sa di immoralità più che di immortalità, che sa di squallore, di prepotenza, di opportunismo, di intolleranza, di menefreghismo. Che sa di fascismo.
Mai l’Italia, nella sua lunga storia, era caduta tanto in basso. E’ riuscita a rivoltarsi ai prepotenti, a cacciare fuori invasori stranieri che volevano assoggettarla e sculturarla, ma non riesce ancora a capire che un’invasione più subdola e infida la sta minacciando, perché viene dall’interno e rischia di distruggere quella democrazia ottenuta con tanto impegno e tanto sangue. Baal è un ingannatore; capace di camuffarsi come un camaleonte secondo le convenienze e condizionare le menti semplici degli italiani.  E’ perciò molto pericoloso: da demone riesce a travestirsi da angelo. Da criminale riesce a travestirsi da paladino della giustizia.
Per instaurare il suo regno nella penisola, Baal ha a disposizione un esercito di schiavi ben retribuiti di cui si serve per piazzarli al posto giusto. Lo Stato non esiste per loro; esiste l’instaurazione del regno di Baal di cui saranno i primi privilegiati.
Essi hanno perciò il compito di portare avanti il piano di killeraggio della Costituzione, dell’Informazione, della Giustizia perché esse impediscono a Baal di instaurarsi a pieno titolo come nuovo, legittimo dio e padrone di tutto popolo italiano, e impediscono a loro schiavi di affrancarsi dai legami di legalità che minacciano le varie Spa ( vedi Protezione Civile) da loro volute e gestite.
E così  ci ritroviamo con un Parlamento che non legifera per gli italiani ma legifera per lui, manipolando e rinominando tutte le leggi bocciate per incostituzionalità, purché passino, quale il respinto Lodo Alfano che è ora diventato norma del legittimo impedimento.
Ci ritroviamo con i freddi occhi di pesce lesso di Ghedini, col muso di lupo di Lupi, la faccia vittima di povero servitore dello Stato di Bertolaso, il volto di faina di Paolo Bonaiuti, il ghigno di iena sconsolata di Angelino Alfano e tanti, tanti altri pronti a difendere a spada tratta gli interessi di Baal.
Un posto di rilievo hanno i vari Feltri, Vespa e Minzolini che fanno dell’Informazione pubblica un asservimento al loro dio, attaccando e accusando coloro che sono un ostacolo ai suoi desideri. Minzolini, poi, non ha remore a utilizzare  una Rete di Stato per i suoi editoriali a favore di  Baal, mentre se ne frega di usarlo a favore di operai che protestano perché stanno perdendo il lavoro o di tante altre tragedie che pur fanno parte dell’umana realtà italiana.
Ma affascinare i semplici è l’altro piano collaterale di Baal. Bisogna dimostrare a tutti che il suo è il regno dell’amore, della libertà, del benessere, della bellezza, del godimento, dove non c’è tristezza, non c’è miseria, non c’è altro che allegria, come diceva il vecchio Mike. E’ d’obbligo allora circondarsi di bellissime veline dalle grazie seducenti, di allegri amici degli amici, di folletti rampanti e giullari emergenti che sanno ridere ed apprezzare ad ogni costo le sue patetiche battute.
Che dire?... il regno sembra pronto per essere instaurato, adesso sta a noi italiani decidere se farne parte  o aprirne i veli e scoprire che è tutto falso, un incubo notturno.
Con il sole, quando ci si sveglia, gli incubi spariscono. Per fortuna.


Dreamer

sabato 27 febbraio 2010

Feltri, l’arma letale

(dedicato al precedente post)


Le bugie dei berluscones sono come gli esami di Eduardo: non finiscono mai. Il Banana mente sui suoi affari e i suoi bilanci degli anni Ottanta. Poi arriva la Guardia di finanza e, per nascondere le bugie, la Fininvest corrompe i finanzieri. Ma poi questi confessano le tangenti Fininvest e lui racconta altre balle. Ma viene chiamato a testimoniare Mills, che potrebbe smentire le sue balle. Allora viene corrotto anche Mills perché racconti balle pure lui. Ma poi Mills dice la verità al suo commercialista e il Banana deve raccontare altre balle. Ma la Cassazione non gli crede e dichiara colpevole Mills, ma prescritto. Il Banana invece è colpevole ma non prescritto, perché il lodo Alfano ha congelato il suo processo per un anno e mezzo, ergo la sua prescrizione scatterà solo nella primavera 2011. E, siccome la sentenza definitiva Mills “fa stato” anche nel processo al Banana, il processo al Banana potrebbe durare molto poco. Se i giudici si sbrigano a fare il primo grado e l’appello entro Natale, la Cassazione dovrà esaminare il caso prima che si prescriva. In ogni caso c’è tempo per arrivare almeno alla sentenza di primo grado. Insomma il verdetto di Cassazione è una pessima notizia per il Banana. Infatti lui tace. I suoi invece, per forza d’inerzia, continuano a raccontare balle. “Vittoria di Berlusconi. Schiaffo della Cassazione ai pm”, titola il Geniale in prima pagina, riservando però il meglio a  pag. 3  : “Silvio perseguitato, ma nessuno paga. Il processo che ha danneggiato l’immagine di Berlusconi e influito sulla vittoria di Prodi nel 2006 non si doveva fare. Il Cav e gli italiani   dovrebbero essere risarciti”. Per il momento sarà Mills a risarcire gli italiani con 250 mila euro per essersi fatto corrompere da Mr.B. “Silvio assolto”, titola Libero anzi Occupato, poi sotto scrive il contrario: “Saranno prescritte le accuse al presidente”. Ma neanche questo è vero: il reato di Mills è prescritto, quello di Berlusconi no. Littorio Feltri, noto giureconsulto, sostiene che “molti avversari di Berlusconi saranno stizziti dopo la sentenza di Cassazione”: pover’uomo, se l’avesse capita sarebbe stizzito lui, almeno quanto il suo padrone. Ma per fortuna non l’ha capita, infatti scrive: “Pertanto il Cavaliere, lodo Alfano o non lodo Alfano, non dovrà presentarsi in tribunale per discolparsi”. Splendido: ecco, speriamo che non si presenti, così intanto lo processano in contumacia. Speriamo che dia retta a Feltri: “Se non c’è più il corrotto non ci può più essere il corruttore” (il corrotto deve sborsare 250 mila euro di risarcimento, ma è innocente). Dunque il premier “può cantare vittoria e affrontare serenamente il futuro” perché “quella della Cassazione coincide con la linea difensiva di Ghedini”.   Secondo il mèchato di Libero, siccome il reato si è prescritto tre mesi fa per Mills e si prescriverà fra un anno e messo per Mr.B, “il processo non doveva neanche iniziare”. Curiosamente però, nonostante gli incitamenti di Littorio e di Mister Mèches, il Banana si guarda bene dal cantare vittoria. E Ghedini men che meno: anzi, dice di “non essere soddisfatto”, avrebbe preferito “la declaratoria di innocenza ‘perché il fatto non sussiste’, non la prescrizione”. A questo punto, non resta che aspettare. Se le cose stanno come scrivono i giuristi per caso di casa Banana e come ripete la loro pròtesi televisiva Scodinzolini, la legge sul processo breve evaporerà alla Camera. Il legittimo impedimento svanirà in Senato. L’èra delle leggi ad personam miracolosamente finirà. E il Banana potrà “affrontare serenamente il futuro”. Noi, per il suo bene, ci permettiamo di suggerirgli di diffidare dei suoi signorini grandi firme e di procedere a piè fermo a un’altra vagonata di leggi ad personam. Non vorremmo che fra un anno si ritrovasse condannato per corruzione giudiziaria e se la prendesse con Feltri. Il quale ha già dato molto alla causa dell’opposizione, inimicandogli mezzo Vaticano col caso Boffo. Se facesse pure condannare il Banana, Littorio non se lo prenderebbe più nessuno. Nemmeno il Pd.

 Marco Travaglio 



giovedì 25 febbraio 2010

Il Censore che andava in vacanza coi mafiosi….

Travaglio
Marcio Fravaglio, che assieme al compagno Santoro fanno gli sputa fango per professione, (VERGOGNOSAMENTE SULLA SECONDA RETE DI STATO PER LA QUALE NOI TUTTI PAGHIAMO IL CANONE), ha minacciato di lasciare la trasmissione (monnezza) Annozero. Tutta colpa di quei due “bontemponi” di Maurizio Belpietro e Nicola Porro, i quali durante la scorsa puntata del “Processo del Giovedì” hanno tirato fuori la vecchia storia delle vacanze di Fravaglio con il maresciallo della Dia Giuseppe Ciuro condannato per favoreggiamento di tipo mafioso. Ma come? Il Solone Marcio Fravaglio che se ne va in vacanza con un mafioso? Mmmmhhh !!!
La notizia, già circolata ad onor del vero su “La Repubblica”(delle banane!) , articolo a firma di D’Avanzo, e giovedì scorso ribadita da Porro e Belpietro appunto, ha evidentemente fatto tanto stizzire il Marcio giustizialista e fustigatore che si è inscenato una sorta di battibecco epistolare fra lui e Santoro sulle pagine, manco a dirlo, di quel giornalaccio che è “Il Fatto”. Alla fine della sceneggiata però, l’esito peraltro scontato della querelle è stato confermato : Marcio Fravaglio non schioda il culo dalla poltrona degli studi Rai...(e ci credo!!!)
Ma andiamo a ripercorrere gli avvenimenti scendendo un pò di più nei particolari.
Fravaglio quella sera stava sparando su Bertolaso, attribuendogli come colpa le sue cattive frequentazioni, descrivendolo testualmente come "un signore che non sa chi lavora nella stanza accanto, che non sa chi sono le persone di cui si circonda e che non considera l'inopportunità di instaurare rapporti con personaggi sospetti".
E' a questo punto che Nicola Porro interviene e gli dice: "Travaglio, sarà capitato anche a te di frequentare qualcuno che non andava frequentato"...alludendo quindi alle vacanze col mafioso Ciuro. Il vice direttore de “Il Giornale” voleva dimostrare che la cultura del sospetto non fa bene a nessuno. Il senso del suo intervento è tutt'altro che calunnioso, anzi all'opposto: dice in sostanza che si può rimanere delle persone per bene anche se si hanno degli amici che poi si rivelano dei furfanti. Vale per Travaglio ma deve valere anche per Bertolaso o chiunque altro. L'osservazione era dunque congrua con il tema della puntata e niente affatto offensiva. Ma niente da fare...Fravaglio imbestialito, scrive al guru Michele che ormai forse sembra risentire anche lui il peso del”Travaglio” addosso....chiedendo di non invitare più Porro e Belpietro alla trasmissione.
Si ! Proprio lui ! Marcio Fravaglio...il paladino della libertà di stampa e d'opinione.....quello che ha manifestato per la libertà di stampa e opinione appunto qualche mese fa.....
MA SI SA CHE A LUI TUTTO E’ CONCESSO, LA DOPPIA MORALE ALLA QUALE IL SOLONE SI ISPIRA E’ : CIO’ CHE VALE PER IL CENTRO-DESTRA NON VALE PER IL CENTRO-SINISTRA E VICEVERSA…..
E chissà che alla fine tutta la la lite epistolare tra Marcio e Michele non sia stata almeno in parte studiata a tavolino, orchestrata magistralmente per tenere Annozero alla ribalta delle cronache sperando in un aumento degli ascolti televisivi.
Un Disgustato abbonato Rai.

martedì 23 febbraio 2010

Acqua e divertimento

Strada allagata




Un manifesto fatto affiggere dai Giovani Democratici (e chi sono?) sulle bacheche lamentano la cattiva manutenzione delle strade. Questi baldi giovanotti non hanno per niente il senso dell’umorismo e non sanno apprezzare il divertimento che deriva dall’asfalto che si sbriciola, dalle buche che sembrano pozzi, dai fossi vergini come foresta equatoriale dove sguazzano toponi grandi come nutrie. Uno l’ho visto nei pressi della cosiddetta Torretta qualche giorno fa. Ho sterzato con la macchina perché avevo paura di investire quello che pensavo fosse un gatto grigio e invece era uno “zoccolone” dal pelo così lucido che sembrava appena uscito dal parrucchiere. Stava molto meglio lui che tutti i cani randagi del Comune.
Quando vado a piedi mi diverto a giocare a saltafossi e ad arrotolarmi i jeans sul polpaccio, mentre quando guido, mi piace fare gimcane tra le buche che conosco a menadito, salvo andare a finire dritto dritto in una nuova buca sfuggita al mio inventario perché si è aperta magari durante la notte.
Ogni tanto qualche buca viene coperta dagli operai comunali con un po’ d’asfalto e, in mancanza di rullo, l’asfalto viene pressato pesantemente con i loro piedi, ma per fortuna la pioggia è più tenace perché, dopo qualche giorno, la buca è di nuovo lì e le gimcane possono ricominciare.
Quello che però mi piace particolarmente è l’acqua che scorre gorgheggiando lungo le strade ogni volta che piove perché trova le fogne otturate o non riesce a scovare uno spazio, una feritoia lungo i fossi in cui incanalarsi. Guidare su strade che sembrano fiumi è veramente divertente: a volte la macchina se ne va per conto suo e si mette di traverso, oppure schizzi tanta di quell’acqua sui passanti che li senti benedirti nei modi più fioriti: “puozzi schiatta’!”, “ te c’hann’ annea’ rentu!”, “ Vallu piglia’ ‘nculu, stu strunzu!”
Forse, se le strade venissero rifatte regolarmente e i fossi ripuliti prima della stagione delle piogge, non avremmo un simile divertimento. E come passeremmo il lungo e monotono inverno carinolese?
Un’altra cosa che mi diverte ogni giorno, è l’osservazione della montagna. Onestamente, quello che sta succedendo in Calabria e in Sicilia, dove montagne intere franano a valle, mi ha fatto fischiare un campanello nell’orecchio. Poi dico a me stesso che non tutte le montagne sono uguali. Là è tutta terra, qua sono tutte pietre. Ben solide e fisse al loro posto. Mi sento così tranquillo e sicuro da questi disastri che ogni mattina scherzo con la montagna e le dico: “Non ti muovere, eh! Resta ferma là!”
I Giovani Democratici hanno scritto che dobbiamo urlare che Carinola merita molto di più…. Mah! Che altro vorrebbero? Questi giovani non sono mai contenti di niente!

Chi si accontenta gode

sabato 20 febbraio 2010

scempio delle scale - alcune domande



Ho appena finite di leggere l’articolo precedente, il quale in modo amaramente ironico ci fa notare la bassezza culturale alla quale ci siamo ridotti. Ho apprezzato il tono allegro, utilizzato per dare un messaggio che allegro non è. Ho l’impressione che il post sia stato scritto da una persona con una certa esperienza di vita, qualcuno che sa come funzionano le cose e allora non si stupisce, ma preferisce ironizzare, esorcizzando l’avvelenamento del fegato.

Io, che quell’esperienza e “scorza” invece non ce l’ho, sono incazzato nero. Lo so che vivo in un paese ormai abbandonato, rassegnato a vedersi inondare lentamente dalle logiche gomorristico-politichesi che lo circondano; non sono talmente ingenuo da pensare che è possibile cambiare, quando intorno a me nessuno in realtà vuole cambiare, per cui mi fermo qui.

Però pretendo, anche a nome dei miei concittadini, di conoscere delle cose:

1 – chi ha autorizzato i lavori (chiamarli lavori è un complimento, in realtà sarebbe “chi ha autorizzato lo scempio?”)

2 – quanto sono costati e da quali casse si è attinto (se sono stati davvero gratuiti, scopriremo che anche il proverbio “a caval donato non guardare in bocca” ha un’eccezione)

3 – questa è diretta per il sindaco: sei soddisfatto del risultato?

4 - chi (diavolo, ci azzecca proprio) è il responsabile della serie di goffaggini attentate alla dignità della nostra comunità, altrimenti chiamate "lavori di restauro"?



Nero, via web

venerdì 19 febbraio 2010

La Scala Santa


la magnifica "Scala Santa di Casanova"


La scorsa settimana ho avuto il piacere di essere ospite di un mio parente di Carinola. Per me, che vivo in una città caotica come Napoli, godere una giornata nella pace di questa bellissima campagna è stato un’ esperienza da ripetere. Il mio amico dopo avermi fatto gustare un ottimo pranzo con vino Falerno mai assaggiato nelle enoteche mi ha portato a visitare le bellezze della zona. Anche senza scendere dalla macchina ho ammirato il castello di Carinola, la cattedrale, palazzo Novelli, il convento di S. Francesco ed infine mi ha portato al santuario della Madonna della Grangelsa. Appena giunto ho potuto ammirare questo gioiellino bianco immerso nel verde dei boschi in una posizione che domina e vigila la pianura dell'Ager Falernus che si intravede in lontananza. Ai miei complimenti si sono associati quelli del mio accompagnatore che mi ha illustrato la storia del Santuario e quella degli ultimi lavori di restauro che sono ancora in atto. Mi ha raccontato del contributo regionale che è stato speso con tanta oculatezza dalla ditta e dai tecnici, i quali hanno rinunciato anche alla parcella. Mi ha anche informato delle critiche di alcuni detrattori di professione che hanno definito un monumento così interessate, dal colore unico nel suo genere, come il “mulino bianco”. Mi ha riferito pure di criticoni che sostengono che con gli stessi fondi si poteva costruire una chiesa nuova dalle fondamenta. Per confortarlo gli ho detto che purtroppo tutte le società sono piene di individui che si dedicano solo alla critica. Il mio amico ha continuato col dirmi che le persone che si interessano ai lavori di restauro, oltre che dai migliori della soprintendenza ai beni culturali, sono le più colte del comune e sono supportate dai migliori tecnici e legali presenti sulla piazza. Il risultato della loro grande perizia e competenza è sotto gli occhi di tutti, basta guardare la chiesa per restarci gli occhi…


Ha continuato anche col parlarmi di tanti finanziatori generosi ed anonimi per cui mai nessuno è riuscito a conoscere l'entità delle varie spese effettuate. Oltre ai finanziatori, non si conoscono nemmeno i committenti dei lavori perché essendo persone molto schive non hanno mai voluto cartelli con queste notizie come previsto per legge per ogni lavoro.. Su questo lavoro hanno chiesto una deroga particolare all'ufficio tecnico comunale che prontamente l'ha concessa per "evidente trasparenza, competenza ed onestà degli addetti ai lavori".

La mia attenzione è stata attirata poi dalle due maestose ed imponenti scale d'accesso al Santuario. Ho notato subito la qualità della pietra ed ho apprezzato la geniale intuizione del tecnico che ha scelto una qualità di pietra inesistente nella zona in modo da creare contrasto con la chiesa. Stavo per esprimere qualche perplessità sulla ripidità di quelle scale ma sono stato interrotto dal mio amico in modo alquanto brusco dandomi quasi del bestemmiatore per non aver compreso il significato dell'opera. Mi ha illustrato l'ingegnoso progetto dell'architetto che ha voluto creare un luogo di culto che sicuramente sarà meta di migliaia di pellegrini. Le scale sono state costruite apposta in quel modo, affinché l'accesso alla chiesa sia possibile solo in ginocchio, perciò il nome di Scala Santa di Casanova che ben presto oscurerà la fama di quella di Roma.

Unica eccezione: per gli sposi che desidereranno unirsi in matrimonio nella chiesa, che potranno accedervi in piedi sfidando il pericolo come prova d 'amore tra di loro. Per tutti i morti ed i feriti nel tentativo di salire la scala è prevista l'indulgenza plenaria dai loro peccati.

Per i devoti che proprio non ce la facessero a salire, col prossimo finanziamento, sempre rigorosamente segreto, sarà costruito un comodissimo ascensore che li porterà direttamente in chiesa. L'amico mi ha detto che l'architetto ha previsto anche un congruo numero di loculi all'interno della chiesa, riservati gratuitamente ai fedeli che dovessero morire nel tentativo di scalata. Dopo queste delucidazioni sono rimasto ulteriormente ammirato dal genio creativo del progettista, che ha trasformato una semplicissima scala in un’attrattiva di fede e in un ponte verso il paradiso.




Un ammiratore del genio degli uomini buoni

mercoledì 17 febbraio 2010

11 domande per Di Pietro

PER DI PIETRO, GRANDE TEORICO E PROTAGONISTA DI "MANI PULITE"...UNA BELLA SCIACQUATINA ALLA COSCIENZA NON FAREBBE MALE....
Il grande "moralista" e "difensore" della legalità, TONINO DI PIETRO, non solo non ha le mani pulite....ma ha soprattutto la coscienza sporca.

Prendendo spunto da alcuni importanti quotidiani nazionali che hanno rivolto allo stesso leader dell'Italia dei Favori...alcune interessanti domande...rimaste però ancora senza risposta... colgo l'occasione per riproporle ai lettori del Quiquiri sperando inoltre di trovare qualcuno che sappia dare valide e concrete spiegazioni sulle ombre inquietanti che riguardano il Tonino nazionale.

1)Se in quelle foto con Contrada, una settimana prima dell'arresto, vi fosse stato Berlusconi, cosa gli sarebbe successo?

2)Dal momento che lo stesso Di Pietro si vantava di avere ottimi rapporti con la Procura di Palermo, probabilmente sapeva che Contrada stava per essere arrestato perchè colluso con la mafia : perché Di Pietro è andato a mangiare con lui?

3) Perché quelle foto che ritraggono Di Pietro e Contrada a cena sono state occultate per anni?

4) All'epoca che danni avrebbe provocato al pool di mani pulite la pubblicazione di quelle immagini?

5) Perché Di Pietro, dopo l'arresto di Contrada non avvertì il capo del pool, Borrelli, di essere andato a cena con un capo dei servizi segreti in odore di mafia?

6) Nel 1992 si seppe che la mafia preparava attentati contro Borsellino e Di Pietro. Perché Di Pietro fu mandato in Costa Rica con un passaporto falso e Borsellino fu lasciato a Palermo?

7) In quei giorni Di Pietro avvertì o no Borsellino della minaccia che riguardava entrambi?

8) Di Pietro interrogò a Rebibbia il mafioso Vito Ciancimino, ma perché non lo disse ad "Annozero" quando fu affrontato l'argomento? E cosa rivelò a Di Pietro l'ex sindaco di Palermo?

9) Cosa fu davvero Mani pulite?

10) Perché tutti i vecchi partiti finirono in galera mentre l'ex Pci finì al governo?

11) Perchè Di Pietro leggeva di nascosto il noto quotidiano comunista "Il Manifesto"? E perchè quando un suo collaboratore gli scattò una foto che avrebbe potuto provarlo venne immediatamente ricattato e minacciato da Di Pietro affinchè la foto fosse occultata?

Confidando nelle vostre risposte, saluto tutti.

L'amico di Zio Paperone.
 
 
Nota del Quiquirì: "Prendere spunto" e "copiare" sono due concetti diversi. In questo caso si tratta di "copia" (Il Giornale, 3 Febbraio 2010). La prossima volta ti preghiamo di citare la fonte, grazie

lunedì 15 febbraio 2010

C'era una volta...Carnevale

Tanti anni fa il carnevale, più di oggi, non era un solo giorno di festa ma un periodo abbastanza lungo. Nei giorni di carnevale era lecito qualunque scherzo anche un pò pesantuccio come lanciare farina o altro, l'uovo no, quello si preferiva mangiarlo. Gruppi di tre o quattro ragazzi con la mascherina tipo Zorro, ricavata dalla copertina nera del quaderno di scuola, giravano di casa in casa chiedendo"ventresca e sauciccia"e cantando" carnevale ngricca ngricca mangia pane e sauciccia...." Uno del gruppo portava uno spiedo di legno, di castagno o di nocciolo accuratamente pulito della scorza, in cui si infilavano le offerte che si ricevevano. Alla fine del giro ci si riuniva in qualche casa e si consumava tutto quello che si era raccolto. La quantità dipendeva dal numero di case visitate ma soprattutto dalla qualità delle case visitate. A quei tempi non tutti si potevano permettere di ammazzarsi il maiale e quindi poter regalare salsiccia, pancetta e forse nemmeno il guanciale. Qualcuno dovrebbe sciogliere il dubbio se sia nata prima questa tradizione delle nostre parti o la festa di halloween, quasi certamente la festa americana è scaturita da queste nostre consuetudini importate e fatte loro. Come oggi fanno i ragazzi americani che chiedono il dolcetto minacciando scherzetti, allora si minacciava di bussare al portone per tutta la sera se non si cacciava "a sauciccia" o simili. In questo periodo, e solo in questo, qualche sera ci si riuniva in casa di parenti o di qualche vicino per fare la zeppola che era ed è un dolce tipico di Casanova, Carinola e dintorni. Questo dolce si ottiene versando un impasto molto liquido di latte, farina, uova e sugna in un tegame di terracotta detto "ruoto" costruito apposta per questo dolce dai maestri della terracotta di Cascano. Guardando quel tegame sembra di vedere ancora le donne anziane mentre controllavano se avesse raggiunto la giusta temperatura col vecchio sistema di mettervi dentro un carbone ed aspettare che fumasse dando il segnale per versare il liquido. E' da ricordare e lodare un gruppo di donne di Santa Croce di Carinola che hanno ripreso la tradizione della zeppola e la preparano in svariate occasioni raccogliendo l'apprezzamento di tutti quelli che la mangiano. Il carnevale di una volta finiva con la morte di Carnevale che logicamente si celebrava la sera del martedì grasso. Dopo aver consumato una cena pesante a base di carne di maiale innaffiata con grandi quantità di vino Falerno, allora sempre ottimo, si usciva per la processione di "Carnevale muortu". Questa processione era una parodia blasfema della processione del Cristo morto del Venerdì Santo e per questo era messa all'indice dal parroco. Inutile dire che delle prediche e delle scomuniche del parroco pochi tenevano conto e pertanto la processione godeva di una folta partecipazione. Il corteo era aperto da incappucciati che rappresentavano la congrega, quasi sempre l'abito era lo stesso usato per le processioni religiose. Dietro la congrega seguivano i notai che avevano il compito di scrivere le ultime volontà di Carnevale. L'abbigliamento di questi notai era vario ma comunque abbastanza elegante, di singolare avevano il libro dove dovevano scrivere le ultime volontà che era il basto dell'asino, in gergo la "varda". Dopo seguiva Carnevale sdraiato su di un catafalco coperto da un lenzuolo bianco. In verità non era sdraiato ma camminava con le sue gambe con la testa infilata in una scala sorretta da molte persone. La faccia di Carnevale era stata truccata con abbondante farina in modo che spiccasse il colore bianco nel buio della sera. Il feretro era seguito dal prete con vari chierichetti, il prete portava in una mano un secchio e nell'altra una scopa che usava per benedire la folla. Ogni volta che iniziava a benedire si scatenava un fuggi fuggi generale perchè quella che arrivava non era proprio acqua benedetta, anzi, molte volte non era nemmeno .... acqua!.Dietro al prete c'era tutta la popolazione che accompagnava Carnevale nel suo ultimo viaggio. Durante tutto il tragitto si salmodiava come una cantilena tra i notai e la folla che numerosa si accalcava dietro a Carnevale morto, sia le domande dei notai che le risposte del popolo avevano lo stesso tono cantilenante. I notai chiedevano"la sauciccia a chi la rimani?" tuti rispondevano "cà stammu nui"dopo "la ventresca a chi la rimani?"tutti rispondevano "cà stammu nui"dopo chiedevano della cantina, della ‘nnoglia , del maiale, della moglie e tutti rispondevano allo stesso modo. Sembrerà strano ma non c'era la richiesta a chi restasse i soldi, forse perché ce ne erano pochi ma forse perché si dava più importanza al vino ed alla salsiccia che non ai soldi. In mezzo a queste richieste ogni tanto i notai chiedevano" i debiti a chi li rimani?"e tuti rispondevano "libera me domine" in perfetto latino. Stessa risposta alle domande a chi restava, il lavoro," à fatica", le malattie ed altro che resto all'immaginazione in quanto vocaboli altamente censurabili. Ogni tanto la cantilena veniva sospesa per permettere al parroco di benedire e chi non si spostava in tempo veniva benedetto da acqua poco santa. Il corteo dopo aver fatto tutta la strada del paese raggiungeva i pressi della chiesa dove si scioglieva dopo l' ultima cantata e parecchie benedizioni da parte del falso parroco tra risate e schiamazzi. Era una serata piena di risate interminabili e sguaiate con lazzi e scherzi di ogni genere e nonostante quasi tutti fossero oltre ogni limite di sopportabilità alcolica non si registravano mai zuffe o alterchi violenti come invece capita frequentemente nelle manifestazioni dei nostri giorni.


Pantalone