Tanti anni fa il carnevale, più di oggi, non era un solo giorno di festa ma un periodo abbastanza lungo. Nei giorni di carnevale era lecito qualunque scherzo anche un pò pesantuccio come lanciare farina o altro, l'uovo no, quello si preferiva mangiarlo. Gruppi di tre o quattro ragazzi con la mascherina tipo Zorro, ricavata dalla copertina nera del quaderno di scuola, giravano di casa in casa chiedendo"ventresca e sauciccia"e cantando" carnevale ngricca ngricca mangia pane e sauciccia...." Uno del gruppo portava uno spiedo di legno, di castagno o di nocciolo accuratamente pulito della scorza, in cui si infilavano le offerte che si ricevevano. Alla fine del giro ci si riuniva in qualche casa e si consumava tutto quello che si era raccolto. La quantità dipendeva dal numero di case visitate ma soprattutto dalla qualità delle case visitate. A quei tempi non tutti si potevano permettere di ammazzarsi il maiale e quindi poter regalare salsiccia, pancetta e forse nemmeno il guanciale. Qualcuno dovrebbe sciogliere il dubbio se sia nata prima questa tradizione delle nostre parti o la festa di halloween, quasi certamente la festa americana è scaturita da queste nostre consuetudini importate e fatte loro. Come oggi fanno i ragazzi americani che chiedono il dolcetto minacciando scherzetti, allora si minacciava di bussare al portone per tutta la sera se non si cacciava "a sauciccia" o simili. In questo periodo, e solo in questo, qualche sera ci si riuniva in casa di parenti o di qualche vicino per fare la zeppola che era ed è un dolce tipico di Casanova, Carinola e dintorni. Questo dolce si ottiene versando un impasto molto liquido di latte, farina, uova e sugna in un tegame di terracotta detto "ruoto" costruito apposta per questo dolce dai maestri della terracotta di Cascano. Guardando quel tegame sembra di vedere ancora le donne anziane mentre controllavano se avesse raggiunto la giusta temperatura col vecchio sistema di mettervi dentro un carbone ed aspettare che fumasse dando il segnale per versare il liquido. E' da ricordare e lodare un gruppo di donne di Santa Croce di Carinola che hanno ripreso la tradizione della zeppola e la preparano in svariate occasioni raccogliendo l'apprezzamento di tutti quelli che la mangiano. Il carnevale di una volta finiva con la morte di Carnevale che logicamente si celebrava la sera del martedì grasso. Dopo aver consumato una cena pesante a base di carne di maiale innaffiata con grandi quantità di vino Falerno, allora sempre ottimo, si usciva per la processione di "Carnevale muortu". Questa processione era una parodia blasfema della processione del Cristo morto del Venerdì Santo e per questo era messa all'indice dal parroco. Inutile dire che delle prediche e delle scomuniche del parroco pochi tenevano conto e pertanto la processione godeva di una folta partecipazione. Il corteo era aperto da incappucciati che rappresentavano la congrega, quasi sempre l'abito era lo stesso usato per le processioni religiose. Dietro la congrega seguivano i notai che avevano il compito di scrivere le ultime volontà di Carnevale. L'abbigliamento di questi notai era vario ma comunque abbastanza elegante, di singolare avevano il libro dove dovevano scrivere le ultime volontà che era il basto dell'asino, in gergo la "varda". Dopo seguiva Carnevale sdraiato su di un catafalco coperto da un lenzuolo bianco. In verità non era sdraiato ma camminava con le sue gambe con la testa infilata in una scala sorretta da molte persone. La faccia di Carnevale era stata truccata con abbondante farina in modo che spiccasse il colore bianco nel buio della sera. Il feretro era seguito dal prete con vari chierichetti, il prete portava in una mano un secchio e nell'altra una scopa che usava per benedire la folla. Ogni volta che iniziava a benedire si scatenava un fuggi fuggi generale perchè quella che arrivava non era proprio acqua benedetta, anzi, molte volte non era nemmeno .... acqua!.Dietro al prete c'era tutta la popolazione che accompagnava Carnevale nel suo ultimo viaggio. Durante tutto il tragitto si salmodiava come una cantilena tra i notai e la folla che numerosa si accalcava dietro a Carnevale morto, sia le domande dei notai che le risposte del popolo avevano lo stesso tono cantilenante. I notai chiedevano"la sauciccia a chi la rimani?" tuti rispondevano "cà stammu nui"dopo "la ventresca a chi la rimani?"tutti rispondevano "cà stammu nui"dopo chiedevano della cantina, della ‘nnoglia , del maiale, della moglie e tutti rispondevano allo stesso modo. Sembrerà strano ma non c'era la richiesta a chi restasse i soldi, forse perché ce ne erano pochi ma forse perché si dava più importanza al vino ed alla salsiccia che non ai soldi. In mezzo a queste richieste ogni tanto i notai chiedevano" i debiti a chi li rimani?"e tuti rispondevano "libera me domine" in perfetto latino. Stessa risposta alle domande a chi restava, il lavoro," à fatica", le malattie ed altro che resto all'immaginazione in quanto vocaboli altamente censurabili. Ogni tanto la cantilena veniva sospesa per permettere al parroco di benedire e chi non si spostava in tempo veniva benedetto da acqua poco santa. Il corteo dopo aver fatto tutta la strada del paese raggiungeva i pressi della chiesa dove si scioglieva dopo l' ultima cantata e parecchie benedizioni da parte del falso parroco tra risate e schiamazzi. Era una serata piena di risate interminabili e sguaiate con lazzi e scherzi di ogni genere e nonostante quasi tutti fossero oltre ogni limite di sopportabilità alcolica non si registravano mai zuffe o alterchi violenti come invece capita frequentemente nelle manifestazioni dei nostri giorni.
Pantalone
Se qualcuno ricorda qualcosa in più o meglio lo prego di scriverlo sul blog. I giovani possono chiedere ai nonni per chiedere se i miei ricordi sono esatti. Grazie
RispondiEliminaPantalone
un post molto emozionante.
RispondiEliminagrazie!
Purtrobbo oggi, a seguito di una sorta di imbarbarimento, stiamo accantonando tutta una serie di tradizioni che sono parte integrante del nostro patrimonio culturale. Io credo che oltre alla festa patronale ci sono altre tradizioni che andrebbero riproposte!
RispondiEliminaDei miei passati carnevali mi sovvengono scene di pungente umorismo indirizzato ai politici locali e a personaggi particolarmente fastidiosi. Carri fatti alla buona (senza fondi delle amministrazioni),messi assieme dalla nostra buona volontà e dalla voglia di manifestare il nostro dissenso di persone libere dalle convenzioni . La libertà con cui ci si muoveva( nessun legame politico) faceva in modo che, i politici presi di mira, accettassero tutti e di buon grado ogni qualsivoglia burla carnevalesca.
RispondiEliminaMi chiedevo in questi giorni se fosse ancora possibile tale cosa... Cosa succederebbe se domani, ultimo giorno di carnevale, uscisse in giro per il paese una mascherina a canzonare i nostri politici locali?
x20.42 cosa succederebbe? Sarebbe etichettata come delinquente e denunciata a spese del comune.
RispondiEliminaX 9,47
RispondiEliminaPerciò vogliono che ci si firmi? Per denunciarci?
E chi dice loro che uno sia effettivamente chi dice di essere? Magari ci andrebbe di sotto un povero cristo che non sa niente di niente. Per evitare situazioni del genere, sarebbe bene che accanto alla firma uno mettesse anche il numero di un documento d'identità!
Voglio molto bene a Gennaro, ma mi piaceva di più quando era quiquirino anche lui. Nello spirito, voglio dire.
x11.50 ti devo ricordare che nella vita si cambia. Non si deve intendere come una affermazione negativa. Ogni età ha le proprie sembianze, non c'è niente di più ridicolo di un vecchio che si comporta da giovane o un giovane che pensa e si comporta da vecchio. Cambiano anche i ruoli nella società, un sindaco non può essere un ribelle come un quiquirino. Lui impersona il potere legalizzato e tra i suoi doveri c'è anche quello di combattere idee sovversive tese a cambiare il sistema.
RispondiEliminaX 13,38
RispondiEliminaE quando il sistema non va?
esagerati!!!!!!
RispondiEliminaSnupy
I tempi sono cambiati.
RispondiEliminaTi misuri nel tempo come in un paradigma culturale.
Sono stato tra i protagonisti di quel momento storico dove non si muoveva una foglia se il "Signore" di turno non lo permetteva.
Oggi la classe politica è sotto torchio.
Ci sarebbe molto da discutere...
Caro compagno, caro amico, caro compaesano etc...(non conosco la tua identità).
Il Sindaco ha responsabilità dirette in materia di viabilità e di sanità.
Nel mio ruolo ho già tante rogne cerca di comprendermi.
Nessuna vessazione, sono un uomo libero e di sinistra, ho tanto rispetto degli altri e tu se mi conosci lo sai!
Un abbraccio
Gen Mannillo
Avevo scritto questo post con l'intenzione di ricordare carnevale di allora e paragonarlo a quello di oggi per una discussione più alta. Mi rendo conto che non riuscite a muovervi dalla marmellata dove siete finiti ed un pò alla volta ci state affogando dentro.
RispondiEliminax18,53 il sistema è composto da tanti soggetti. Per alcuni non va e per altri va benissimo. Se più soggetti soffrono il sistema per gli altri va benissimo. Ti faccio un esempio, più un terremoto è disatroso, quindi più persone in difficoltà,e più amici di Bertolaso sono contenti in quanto intravvedono più affari.
RispondiEliminaun post così carino meritava altri commenti...ma è mai possibile che non perdete occasione per sparlare di politica???
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