Caro Roberto,
ho letto il tuo articolo “Costumi e società” e il tuo pensiero mi ha dato numerosi spunti di riflessione. Tuttavia, visto che in onore delle nuove tecnologie il tuo sito non mi dà la possibilità di commentare, lo faccio da questo.
E’ vero, è davvero impressionante lo sviluppo dell’informazione locale su internet, specialmente nelle nostre zone, dove i giornali locali non parlano d’altro che di morti ammazzati e di serrande di negozi divelte dalle bombe: tutte cose dalle quali noi fortunatamente ci sentiamo lontani anni luce pur essendo fatti veri che succedono a pochi chilometri da noi. Ed è vero che è abbastanza scoraggiante dover spendere un euro e passa solo per leggere del tale politico che dichiara tale cosa e il giorno dopo l’altro politico che gli risponde, creando la consueta, sterile, trita e ritrita polemica politicantesca tipica del modo di condurre i fatti amministrativi dalle nostre parti. Da qui l’aumento dei “clic” sui siti che, in modi e forme diverse, si occupano delle questioni locali.
Non riesco però ad essere soddisfatto dalla presente situazione come tu dici di essere, usando un “noi” che non capisco se si tratti di un pluralia maiestatis o se sia riferito ad un non ben precisato gruppo di pionieri carinolesi della rete.
Il problema di fondo è che l’accesso alle nuove tecnologie non ci ha cambiato di una virgola: la nostra mentalità è rimasta uguale ed identica. Poter mandare affanculo questo o quel politico su un blog, o darsi l’aria da intellettuale su un sito, prendersi meriti, dare colpe e segnalare problematiche non ha cambiato il nostro modo di pensare e soprattutto non ha cambiato la nostra visione egoista e a breve termine. Una visione che abbiamo forse ereditato dai Borboni, qualcuno dirà.... non lo so, ma so che la possibilità, che è già di per sè remota, di vedere lo sviluppo del nostro paese e di smettere di salutare gente che parte e non torna più, scompare sempre di più, ogni giorno, nonostante siti e blog.
Il terzo millennio parte da noi e dalle prospettive che ci vogliamo dare come collettività. Se manca un progetto, se quando ci sono le elezioni chi si mette in mezzo sa già che deve contribuire a far funzionare un “sistema” già ben avviato e collaudato, e chi lo vota sa già quello che deve avere in ritorno, se ognuno pensa solo esclusivamente ai cazzi propri, noi andiamo verso il Medioevo, altro che terzo millennio.
E’, la nostra, la tipica mentalità del “furbo” che alla fine si trova ad affogare nella sua stessa melma.
Ma ora smetto di assilarti con queste “chiacchiere” e ti lascio con l’ augurio che il sito del quale fai parte possa crescere e prosperare proprio come quelle radio locali di cui racconti (quali sono?) e che possa essere anch’esso assorbito da un Network nazionale. Credo non si tratti di una vana speranza in quanto la formula che adotta è proprio quella di un grande giornale come il Corriere della Sera: 80% di elogio dei potenti di turno, speziando qua e là con l’intervento critico, ma sempre “moderato”, di qualcuno che sembri antagonista e alternativo (quel ruolo lo fai tu), e soprattutto senza dimenticare la pancia... con tante feste, sagre, allegria e strizzando l’occhio alla “cultura” (sempre con sbafata finale, però).
Con il potere possiamo essere spesso complici inconsapevoli, e questo mio intervento lungi dal voler essere un attacco personale, vuole metterti in guardia da questo.
Infine, visto che parli di libri, sarei molto lieto che me ne consigliassi qualcuno e colgo l’ occasione per raccomandarti vivamente la lettura di La democrazia e la legge ferrea dell'oligarchia : saggio sociologico, di Robert Michels.
Saluti
FuoriTempo