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domenica 14 settembre 2008

Luoghi inaspettati: Santa Maria delle Grazie

Non avevo mai visto la chiesetta di Santa Maria delle Grazie a Casale, anche se ne avevo sempre sentito parlare. E dalle storie che avevo ascoltato mi aveva sempre incuriosito parecchio.

Qualche giorno fa due gentili amici si sono offerti di accompagnarci e giunti sul posto sono stata immediatamente colpita da tanta bellezza. La meraviglia di quel luogo è spiazzante. Un luogo magico in cui il tempo, così come viene inteso normalmente, viene sospeso e sostituito da un tempo mitico-sacrale e ciò che ne viene fuori è un’incredibile sensazione di pace. Quasi mi vergogno per non aver scoperto prima che questo tesoro, purtroppo incompreso, fosse solo a pochi chilometri da casa mia, nel mio stesso comune. Da noi ragazzi si dà per scontato che solo girando il mondo si possa conoscere quanto di bello ci sia in esso, sminuendo ciò che invece ci è più vicino; oggi sono felice di aver cambiato opinione e di essermi ricreduta.
Già scendendo la stradina che porta alla Cappella ho percepito una sensazione di benessere. Ombreggiata da alberi rigogliosi e verdi e recintata da imponenti pareti di tufo, la stradina sembrava immettere in un luogo fiabesco in attesa di essere scoperto. E dopo aver fatto una piccola curva, ecco che ai miei occhi si è presentato uno slargo immerso nel verde di una piccolissima valle, circondata tutt’intorno da alte pareti tufacee che scendevano dritte fino al fondo valle dove credo scorra un ruscello.

Lo slargo, come una terrazza, si affaccia sul ripido e verdissimo fondo valle che regala al visitatore una sensazione di frescura, molto gradita in questa stagione.

A sinistra, quasi addossata alla parete tufacea, c’è la Cappella; piccola, bianca, con due minuscole guglie lanciate verso l’alto, quasi ad indicare in quale direzione bisognerebbe dirigersi.

All’interno della Cappella, chiusa, ho potuto vedere, attraverso la porta di ferro, lo splendido quadro in pietra con l’immagine della Madonna delle Grazie, di ottima fattura, in stile bizantino.

All’ esterno, davanti alla Cappella, troneggia il grande masso di pietra da cui è stata intagliata la piastra su cui è stata dipinta l’immagine della Madonna. Sul retro, un bellissimo lavatoio in pietra addossato alla parete tufacea, resta a testimoniare la vita passata che ha animata questo luogo.

Di fronte alla Cappella, inglobata in un brutto fabbricato in cemento armato, c’è la cripta per la sepoltura dei defunti. Mi è stato detto che all’interno della cripta sono presenti anche gli ‘scolatoi’, che non ho potuto vedere poiché la cripta era chiusa, ma vederla sarà il mio prossimo obiettivo!

La storia che si narra su questa “piccola Lourdes”e sulla sua origine è degna delle più belle fiabe che abbia mai sentito e contribuisce ad accrescere il senso di fascino e mistero di cui questo luogo è avvolto.

Quello che proprio non riesco a capire è come mai questi luoghi così magici non siano valorizzati abbastanza e come meriterebbero. E’ un’offesa alla comunità abbandonare luoghi del genere allo sfacelo. L’amico che si è offerto di accompagnarci mi raccontava che fino a pochi anni fa l’immondizia e la vegetazione dominavano su tutto il resto. E’ possibile avere tra le mani un tale tesoro dal valore inestimabile e lasciarselo sfuggire? In questo caso non posso non pensare con rabbia e come studentessa di beni culturali, che autentici gioielli come questo, finiscano sempre nelle mani sbagliate e di incompetenti, che non comprendendone l’assoluta e indiscussa importanza, li condannano, con la loro ignoranza, alla rovina. Fosse stata al nord una ricchezza simile, avrebbe sicuramente avuto un apprezzamento migliore, sia da parte degli amministratori che dal Clero e dai cittadini stessi.

Orribile è la struttura in cemento armato che sovrasta la cripta, inadeguate le recinzioni metalliche, anche se necessarie per motivi di sicurezza. Il luogo meriterebbe recinzioni e panchine in legno, lanterne più che lampioni, per renderlo più suggestivo e farne un piccolo angolo di paradiso. Ma sarebbe già tanto se si riuscisse a valorizzarlo al di là del semplice interesse religioso e farne un punto di riferimento di un eventuale itinerario turistico e culturale, perché per “valorizzazione” e “sensibilizzazione”di tali beni significa soprattutto renderli parti intrinseche e integranti della comunità stessa.

Concludo l’articolo con un verso di Francesco Petrarca che spero possa far riflettere molti “…Così a poco a poco le rovine stesse se ne vanno, così se ne vanno ingenti testimonianze della grandezza antica…”

Raffaella

venerdì 12 settembre 2008

l'olio e' per il frantoiano, la puzza e' per tutti


   Sono una cittadina di Casanova nord che, così come credo,  tutti i residenti della zona, sono stanca del puzzo che siamo costretti a respirare ogni giorno.

   Il lezzo in questione  al calar al tramonto diventa ancor più forte e si espande fino alle abitazioni situate presso la strada provinciale per Carinola e per Cascano. L’aria malsana proviene chiaramente dal frantoio situato nei pressi del bivio, dove puntualmente ogni anno, soprattutto in questo periodo, senza rispetto del vicinato, vengono attuate strane tecniche di pulizia che, appunto, rendono l’aria irrespirabile. Una situazione che va avanti da anni e per motivi tutti da chiarire sembra proprio destinata a durare ancora per molto tempo. A questo punto, prima di inoltrare agli enti competenti le dovute segnalazioni, invito tutti i residenti che sono vittima della puzza del frantoio a fare fronte comune per mettere la parola fine a questa vicenda che, credo, non può essere più tollerata.

   Quindi spero che il diretto interessato si trovi a leggere questo mio e si faccia  carico delle proprie responsabilità e provveda a mettere fine a tale vicenda. L’aria è di tutti e non è giusto che per strane metodologie tecniche, inerenti alla spremitura delle olive, tutti gli abitanti di Casanova Nord debbano ogni sera coabitare con il fetore provocato da uno solo. 
   Grazie per avermi dato la possibilità di utilizzare questo spazio e spero che tutti i lettori, in particolare quelli della zona nord di Casanova, si accodino a questo mio invito-denuncia.


Una cittadina che non ama la puzza. 

foto: gentile concessione  del FLNG (Fronte di liberazione dei nani da giardino)

giovedì 11 settembre 2008

Pugno duro contro la prostituzione (post non adatto ai piu' piccoli)

Oggi il Consiglio dei Ministri ha adottato un provvedimento voluto dal Ministro delle Pari Opportunita' Mara Carfagna, una donna che ha fatto della coerenza* la sua scelta di vita. Esso viene cosi' riportato dai giornali:
"Prostituirsi in strade, piazze ed altri luoghi pubblici sarà reato, poichè è un atto che desta "allarme sociale". Questo il senso del disegno di legge presentato dal ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna e approvato dal Consiglio dei Ministri, La prostituzione insomma non diventerà un reato in sè, ma solo e quando esercitato in luogo pubblico, questo significa che chi lo fa in una casa privata non è perseguibile".
 Come? Non ricordate chi e' Mara Carfagna????




Qualche foto ve la fara' certamente tornare in mente.

















*da intendersi con il nuovo significato dato alla parola dalla politica italiana tutta.

Berluskazzi

mercoledì 10 settembre 2008

Editto di Saint Cloud?.... Mai sentito!

A proposito di cimiteri, argomento molto attuale nel nostro Comune in questo periodo, ecco delle informazioni che possono risultare interessanti, anche se non proprio eccitanti. Ma tant’è!... Il cammino della Storia ha inevitabilmente coinvolto anche sepolture e cimiteri e di questo bisogna prenderne atto. Buona lettura.

*****

Quando le truppacce francesi arrivarono nel Regno di Napoli al seguito di Napoleone Bonaparte, sicuramente non diffondevano per l’aria effluvi soavi, ma erano pur sempre francesi! I loro nasi, abituati a ben altre fragranze odorose, dovettero contorcersi d’orrore quando percepirono l’olezzo mefitico della decomposizione provenire dalle piazze, dalle chiese e dai conventi che avevano sottratto agli ordini mendicanti.

Era dunque di fondamentale importanza che l’Editto emanato in Francia nel 1804 dovesse estendersi a tutte le terre conquistate da Napoleone e quindi anche al Regno: per ragioni igienico-sanitarie i morti dovevano essere sepolti fuori le mura, in appositi spazi.

E così quell’ Editto di Saint Cloud di foscoliana memoria, che tanto ha fatto penare gli studenti di molte generazioni, fu esteso a tutta la penisola italiana nel 1806.

Non più sepolture nelle cripte all’interno delle chiese, da cui provenivano fetori pestilenziali ogni qual volta si apriva la botola (tutti i giorni!), non più tombe terragne a mo’ di fosse comuni, scavate nelle piazze e nelle navate, ma cimiteri fuori dal centro abitato in cui l’aria malsana non potesse dare fastidio o infettare alcuno.

Con quanta rapidità l’ Editto fosse portato ad esecuzione in tutto il Regno e nel nostro Comune possiamo immaginarlo. Il primo cimitero, quello comunale di Nocelleto, fu aperto solo nel 1891!

Come mai tanto ritardo?... Come già detto altrove, la piccola storia non cammina con lo stesso passo della Grande Storia e prima che l’Editto diventasse esecutivo, la scena politica era già bell’ e cambiata: Murat era stato fucilato a Pizzo Calabro nel 1815 Napoleone relegato a Sant’Elena dove morirà il 5 maggio del 1821, e i Borbone erano di nuovo i padroni del Regno, non più di Napoli, ma delle Due Sicilie.

Tolti di mezzo i principali personaggi, i nuovi-vecchi amministratori non ebbero fretta di eseguire ciò che nell’Editto si stabiliva, e il Clero, che pur poteva far sentire la sua voce, non se ne poteva fregare di meno, visto come erano stati trattati i beni della Chiesa da Napoleone.

Casanova, che aveva a disposizione due chiese, quella parrocchiale e quella conventuale, venne a trovarsi molto a disagio quando il Convento fu chiuso proprio a causa della soppressione degli ordini mendicanti. Per molti anni fu la sola chiesa parrocchiale ad accogliere, con grande difficoltà, le sepolture; quando poi, nel 1838, il Convento fu riaperto al culto, immediatamente tutte le sepolture furono convogliate in esso e la chiesa parrocchiale poté finalmente usufruire di una boccata d’aria… se così si può dire!

Nel 1854, tuttavia, il Comune di Carinola fu costretto a chiedere più volte alla Sotto Intendenza di Gaeta l’espurgo delle cripte delle chiese di tutto il territorio, perché non c’era più posto per seppellire i morti!… Cosa significasse “espurgo” delle cripte non ci è dato di saperlo. Probabilmente significava liberare le cripte da tutti i cadaveri messi a ‘scolare’ e accatastare tutte le ossa per far posto ai nuovi arrivi.

Gli amministratori carinolesi avevano ben capito l’importanza dell’Editto di Saint Cloud, ma la lentezza, non solo quella burocratica, è sempre stata una pecca del Regno, forse quella che ne ha decretato il tracollo. Solo con l’Unità d’Italia si riuscì ad ottenere la costruzione dei cimiteri nel nostro Comune e le nostre chiese furono finalmente alleggerite di un’ incresciosa incombenza.

Beh, per la verità, con l’Unità d’Italia le nostre chiese furono alleggerite di ben altro!…. ma questo è un’ altra pagina.


Clio
Fonte: Archivio di Stato di Caserta - Camposanti

lunedì 8 settembre 2008

Ma vafammocc...afe'

Quanti di voi hanno la sensazione che in fondo non sia cambiato quasi niente? Dico questo in quanto ricordo i visi, i sorrisi, gli occhi di chi veniva e seguiva in ogni luogo i comizi della lista Insieme per Cambiare. Quelle belle parole di Gennaro, di Giggino, di Mattia…Volti di rabbia finalmente esplosa, gente ammaliata da quei bei e articolati discorsi (sembrava li avesse scritti Obama, sopra da Dante) sulla cacciata del tiranno, sul cambiamento (we can change?). E ora? Certo, il tempo per giudicare è ancora troppo poco, del resto non sono passati che meno di cinque mesi. E cosa si può fare in questo tempo? Bè in verità qualcosa si è pur fatto. Si è creato un precedente. Precedente assolutamente da non proseguire. Soprattutto da parte dei giovani. Che vergogna! Accettare (forse sarebbe meglio il caso di parlare di pregare?) un posto da buffone, da paggio. Mi riferisco a certuni membri della segreteria particolare del sindaco (ma allora siamo veramente a Parigi). Per esempio quel tal Michelino da San Donato. Proveniente da una famiglia rispettabilissima che per oltre cinquant’anni ha prodotto quintali di carta proprio per denunciare il fenomeno del nepotismo, le ingiustizie sociali, e affermare sani principi di sinistra. Ed ora? Ritrovarsi sul comune a fare chissà che, solo in quanto giovane e partecipante ad un’elezione amministrativa. Si, mi chiedo, che si fa sul comune? Il valletto a Gennaro? Ma…quindi, la prossima volta chiunque non eletto in qualsiasi lista potrebbe rivendicare (magari anche in sede di tribunale) il ruolo di valletto del sindaco? Altro discorso è per Vincenzo Tulipano, il quale non avendo mai fatto politica è stato così premiato da Gennaro, suo compaesano tra l’altro, portandolo sul comune a dargli una mano. Ma di Tulipano non c’importa, anzi ci fa può far anche piacere. Ma alla fine però chi è che gridava al mondo di esser di sinistra? Cari compagni e compagne…e compagnia bella…ma dov’è la destra? dov’è la sinistra? (G.Gaber).
Tano Verre da Cefalù

giovedì 4 settembre 2008

Suonerà l'orologio della piazza? Sì, forse, ma.....

  I lavori di restauro e consolidamento del campanile dell’orologio nella piazza di Casanova sono ormai in dirittura di arrivo. Partiti sulla carta in piena campagna elettorale per le comunali con l’intento di racimolare qualche voto, portarono all’effetto contrario in quanto la maggior parte dei casanovesi lo intesero come un raggiro. Comunque bisogna dare atto all’amministrazione Di Biasio di aver sostenuto il progetto e aver procurato il finanziamento dell’opera . 
   Anche se con ritardo, il sindaco uscente si è sforzato di mantenere l’impegno preso con i Casanovesi nella penultima campagna elettorale. In verità gli impegni erano due, la ristrutturazione del campanile e il ripristino della funzionalità dell’orologio. L’orologio ha  funzionato per quasi due secoli, segnando pedissequamente le ore e i quarti con le due campane di tonalità diversa. Fine a qualche lustro fa con i suoi rintocchi scandiva anche le attività di tutta la popolazione di Casanova.  
    Purtroppo, qualche decennio fa Carinola ebbe la iattura di essere commissariata e fu affidata a tre zelanti funzionari della Prefettura i quali, oberati dai molteplici impegni amministrativi ,non trovarono il tempo per provvedere alla riparazione dell’orologio che si era fermato per un guasto. Alcuni maligni paesanotti sostengono che volutamente non fu provveduto alla riparazione per acconsentire alle richieste in tal senso di qualche influente personaggio locale,  ma sicuramente sono chiacchiere di paese. Comunque, finalmente sta per arrivare il giorno della consegna dei lavori che, da quello che si intravede attraverso le impalcature, sembrano di ottima fattura. Ci si augura che il collaudatore sia un po’ più scrupoloso di quello dell’ultimo restauro in modo che duri qualche anno in più. 
    Avvicinandosi il giorno della consegna dei lavori, già si sentono mugugni vari sul funzionamento dell’orologio, se deve suonare ogni ora, ogni tre, una volta al giorno, solo di giorno, ognuno dice la sua. Il nostro amato sindaco da esperto navigatore fa finta di appoggiare tutte le proposte, e di fronte a quelle contrastanti sorvola con un "vedremo". Il problema è che il sindaco Di Biasio aveva preso l’impegno ma il sindaco attuale cerca sempre di essere sfuggente o non ricorda i particolari, ci si augura che in questo caso abbia una linea chiara. 
    Non si comprendono le ragioni di tante polemiche anticipate, se è un restauro il monumento deve essere riportato alla sua funzionalità completa, orologio compreso, come appena costruito. Riportato il monumento integralmente alla sua origine, dopo averne verificato il funzionamento si valuterà se il volume è alto o basso, se la notte disturba i prostatici o i paranoici, ma come si fa a dirlo prima di averlo sentito in funzione? Questo fuoco di sbarramento contro il ripristino della funzionalità dell’orologio dà l’impressione che non sia per il fastidio che può arrecare ma che alcune persone vogliano far capire che loro contano e sono determinanti nelle decisioni dell’amministrazione. Nel caso così non fosse e siamo amministrati da un sindaco ed una giunta libera i lavori dovranno riportare la struttura alla sua originalità. 
    Nel caso i rintocchi dovessero provocare gravi paturnie a qualche cittadino che presenterà reclamo, si chiederà l’intervento degli organi competenti che regoleranno i decibel secondo legge di questo pericolosissimo attentatore dei timpani della gente che tra poco andrà in funzione.

Belfagor 

Un sondaggio promosso da Quiquiri' sull'argomento ha prodotto i seguenti risultati. 


 
clicca sull'immagine per ingrandirla

mercoledì 3 settembre 2008

Quando si crea qualcosa, se non la si distrugge la si trasforma

Avevo già deciso di scrivere un post sull’argomento ma stasera, leggendo un commento, ho trovato la spinta per farlo subito.

Spero di riuscire a trasmettere, oltre ad un leggero dispiacere, anche ciò che di positivo sento in questo momento, soprattutto perché le cose che scriverò sono dettate dalla più profonda sincerità.

È vero che il primo articolo del Regolamento del Concorso di Cortometraggi diceva che i lavori dovevano essere assolutamente INEDITI. Facendo due conti infatti, basandomi sulle intenzioni di partecipazione di ragazzi provenienti davvero da tutte le frazioni del nostro comune, ero sicura di riuscire a chiudere con almeno 7 corti pervenuti.
Purtroppo mi rendo conto che il tempo messo a disposizione per la creazione dei lavori è stato troppo breve (l’idea è venuta fuori nel mese di giugno, le stesse locandine sono apparse all’inizio del mese di agosto). Tantissimi si sono tirati indietro –e lo capisco perfettamente- all’ultimo momento e a nemmeno dieci giorni dalla scadenza mi sono ritrovata ad avere soltanto due cortometraggi, entrambi di Casanova. La mia buona fede, perché davvero tale è stata, mi ha spinto ad eliminare quella clausola e ad accettare anche i lavori di coloro che ovviamente non potevano che presentare soltanto opere già pronte. In quanto organizzatrice del concorso, mi attribuisco la totale responsabilità di questa scelta. Ma ci tengo a precisare una cosa: non accettare avrebbe significato far morire questa manifestazione sul nascere e privare così tutti noi di un altro positivo passo in avanti. Già solo per il fatto che ormai con youtube sarebbe impossibile nascondere questo tipo di magagne, ognuno dovrebbe riuscire a capire da solo che nulla è stato fatto in malafede. Io stessa ho parlato tranquillamente a molte persone di questo cambiamento di programma, ma avrei forse dovuto mandare una mail ai diretti interessati (i concorrenti); è stata sicuramente una mia mancanza, dovuta non solo allo stress ma soprattutto all’inesperienza.
È stata comunque una scelta consapevole e molto serena, dettata dalla voglia di dare il via ad un cammino nuovo che molte persone attendevano, me compresa. Sentirsi ringraziare per aver realizzato una manifestazione di questo tipo è stata una cosa bellissima, soprattutto per chi come me con moltissimi sacrifici sta inseguendo questo sogno. Vedere con i miei stessi occhi l’impegno col quale miei compaesani hanno sacrificato intere sere per girare le scene, passato notti insonni per montare le immagini e superato anche dei piccoli problemi tecnici proprio grazie al venirsi incontro reciproco, è stata una sensazione bellissima.

Quella di quest’anno è stata soprattutto una prova, un esperimento per vedere se realmente fosse fattibile un concorso del genere nel nostro comune. Il grande entusiasmo col quale tanti hanno accolto l’iniziativa, mi fa credere che sia così. Chiedo ad ogni modo con tutto il cuore scusa a chi si è sentito penalizzato da questa mia scelta.

Per l’edizione dell’anno prossimo le idee sono tante, a partire dalla divisione in due categorie, Professionisti e non, oltre alla distinzione tra corti editi ed inediti. Presto sarà on line un sito dedicato interamente alla manifestazione, che spero riusciremo a far crescere, insieme. Ringrazio chi ha avuto la pazienza di leggermi ma soprattutto chi ha avuto la volontà di comprendermi.

È necessario che tutti contribuiscano a questa crescita ed è indispensabile farlo con la voglia di costruire davvero qualcosa, anche chiudendo ogni tanto un occhio di fronte all’inesperienza e dando più fiducia a chi ha il coraggio di scendere in campo, accettandone con semplicità non solo le qualità ma più di tutto i limiti.


Mucca Bischera


Video di ADDIO, cortometraggio vincitore del concorso


e lo strafigo EASY DIGITAL TIME

martedì 2 settembre 2008

Usi ed abusi

Ho notato, con piacere devo dire, che lo stemma del Comune di Carinola è scomparso da qualche sito nostrano che lo ostentava con grande nonchalance. Finalmente un po’ di giustizia mediatica, per quanto piccola, si è affacciata sui monitor.
Ho più volte denunciato questo abuso che poteva fuorviare il navigatore il quale, ignaro, poteva pensare di trovarsi sul sito del Comune e invece si trovava su un sito privato.
E sopratutto tutti hanno adottato un comportamento esemplare: nessuno ha fatto la stessa cosa!
Poteva venire a crearsi un precendete: tutto sommato, qualsiasi sito nell’ambito del territorio poteva  fregiarsi dello stemma comunale. Visto che l’ha fatto uno, potevano farlo tutti, tanto siamo tutti cittadini di Carinola e quello stemma ci appartiene.
Non tutti, per fortuna, sono assillati da megalomania e non è certo uno stemma quello che rende benaccetti ai lettori o garantisce la qualità di un sito.
Certe manie di grandezza superano ogni buon senso e finiscono per diventare ridicole.
Sono forse una prerogativa degli avvocati?....
E’ risaputo che lo stemma comunale va usato  solo sui documenti ufficiali del Comune  o sulle iniziative patrocinate dal Comune; ogni altro uso, finisce per diventare un abuso. Ed è riprovevole che proprio chi è votato al rispetto della legalità sia colui che la trasgredisce.
Quello che ci ha lasciato un po’ perplessi in questi anni  è stato anche il silenzio degli ex amministratori che hanno lasciato correre palesando quale casta si era sviluppata all’interno dei Palazzi del potere comunale.
Due possono essere, infatti, le verità che si celano sotto questo silenzio: o il sito usufruiva del patrocinio del Comune, e sarebbe stata la prima volta che un Comune patrocina un sito web, o c’era sotto la solita politica clientelare del tu dai una cosa a me e io do una cosa a te.
In questo caso anche da parte degli amministratori, c’era un abuso.
Non è affatto corretto  permettere ad un privato di usare, per sua delizia personale, lo stemma comunale, neanche se quel privato può farci comodo!
Ci potrebbe essere (che cattiveria!) una terza verità: nessun impiegato comunale o amministratore ha mai visto prima quel sito!
Vuoi vedere che è proprio questa la ragione per cui la cosa è andata avanti finora?!!
Beh, è proprio il caso di dire: meglio tardi che mai!
Rompiscatole

domenica 31 agosto 2008

Il Manheimer de' noiartri

Il bisogno di alcune persone di prendersi sul serio è sconcertante, a volte ai limiti del ridicolo. L'ultima in ordine di tempo arriva dal blog dell'avvocato Ulisse, il quale sviscera e analizza i risultati del sondaggio tenutosi sul suo sito per un mese e per il quale hanno votato BEN 21 PERSONE (complimenti, una partecipazione cosi massiccia non si è mai vista!). La domanda del sondaggio era un'opinione sull'attuale amministrazione in carica.
Confrontando il suo sondaggio google con i sofisticati e purtroppo nemmeno tanto affidabili sondaggi alla  Manheimer e soci, il nostro navigatore solitario (un nickname più azzeccato di così non si può), raggiunge la conclusione che il suo sondaggio è pari in precisione se non maggiore a quelli dei sondaggisti nazionali, in quanto a rappresantitività del campione.... l'esito è quindi che il 76% dei cittadini carinolesi bocciano l'attuale amministrazione comunale senza appelli.
Wow, che risultati... certo che questi carinolesi cambiano idea proprio presto... un'estate di festa e farina ( la forca arriverà presto) non li ha convinti per niente delle buone intenzioni dei nuovi amministratori! Ma non è sui risultati che voglio soffermarmi, bensì sulle "sottili" ragioni di tale sondaggio.
Dovrebbe sapere bene l'avvocato digitale che basta cancellare i cookies di internet explorer o di firefox per votare di nuovo... io stesso ho votato 6 volte... e vorrei ricordare che quando un analogo sondaggio fu tenuto sul Quiquirì sull'esito delle elezioni comunali, ci furono più di 500 votanti con un buon 70 per cento a favore di Marrese... che poi come sappiamo ha perso sonoramente.  Ciò perchè i simpatici supporters dibiasiani passavano qualche oretta a votare, cancellare i cookies, e rivotare. E' anche per questo che abbiamo deciso qui di non tenere più sondaggi con google, perchè sono chiaramente inaffidabili... e questo lo sa anche il navigatore solitario! 
E perchè invece li tiene lo stesso? Beh, è abbastanza chiaro, basta leggere la conclusione, alla quale ormai ci ha abituati in ogni suo post: "Ma ciò non basta, occorre un passaggio ulteriore: è necessario sporcarsi le mani anche solo per indicare e sostenere le persone oneste, serie e per bene che ci sono nel comune di Carinola abbandonando al loro destino i piccoli trafficanti che hanno preso per i fondelli, per l'ennesima volta, la povera gente"... il che significa chiamate lui, la persona più onesta di Casanova!  Sarai rimasto sconcertato alle ultime elezioni, se nessuno ha chiamato le persone capaci come te. Poverino caro Ulisse, la tua isola si restringe sempre di più, e il tuo annunciato e non attuato abbandono della rete si sta trasformando in un naufragio telematico senza precedenti. Sei ridicolo. Ma ti prego, rimani, sei troppo divertente.
Guastapeste

venerdì 29 agosto 2008

Una spolverata di magìa

Una sottilissima polverina multicolore è iniziata a cadere sul paese già dalle prime ore del pomeriggio, ma pochi l’hanno avvertita. Solo qualche sognatore si è accorto che nell’aria c’era qualcosa di strano, qualcosa di raro, e ha alzato gli occhi verso il cielo a scrutare ciò che di diverso percepiva.
Poi, impercettibilmente ma insistentemente, la dimensione spazio-temporale ha cominciato a modificarsi. I suoni e i rumori sono diventati ovattati, sottili, come musica che veniva da molto lontano; le persone sembravano danzare sulle nuvole; le case e le cose, senza più gravità, sono diventate leggere, aeree, quasi evanescenti. Un’invisibile sfera di  calma ha avvolto tutto il Borgo dei Carani, isolandolo dal resto del mondo e,  all’improvviso, le porte della Sera si sono aperte per lasciare entrare la magìa…del Lunarte Festival.
L’incantesimo è iniziato.
Camminare per le stradine e trovarsi immersi nella realtà spazio-tempo-persona del Teatro Ma Asase, che  grida quasi sottovoce “sono qui anch’io” e sottolinea la necessità di condividere uno spazio con gli altri in cui non ci si senta stretti; uno spazio che divenga casa, che  divenga  vita, che divenga semplicemente esistenza. E che sia prima di tutto ‘accoglienza’.
Ritrovarsi catturati nei monologhi educativi di Marco Luciano o nell’ intensa Africa di Eduardo Ricciardelli, succhiata e rinsecchita da un occidente troppo ingordo, troppo vorace.
Teatro che fa sorridere, che fa divertire, che fa gioire.
Teatro che fa pensare.
Lasciarsi ipnotizzare dal fuoco che rallegra, che rischiara, che esorcizza le paure del buio e  tiene lontane le creature della notte.
Lasciarsi guidare dal flusso di gente che va, va, va chiusa in una dimensione fantastica, stretta nell’ abbraccio del Sogno.
Lasciarsi infine trascinare dai gioiosi ritmi balcanici della Zavasta Orkestar, senza pensare ad altro, e diventare tutt’ uno con la musica.
Sognare, sognare, sognare…
Tutto questo è stato il Lunarte Festival fino a quando la Luna, stanca e libera di girovagare per il cielo,  non ha deciso che era ora di andare per lasciar il posto al Sonno e al Sole.
Merlino

giovedì 28 agosto 2008

Insieme per Mangiare

La vita amministrativa è in pratica bloccata da mesi a causa di alcuni contrasti che hanno spaccato la maggioranza in due. No, non vi preoccupate: i temi che stanno dividendo i nostri politici non riguardano noi, ma loro. Non è l’argomento principe della campagna elettorale, la rescissione contrattuale con la SACOM per la gestione cimiteri, a dividere gli amministratori, né tanto meno il fallimento delle cinquanta guardie ecologiche promesse e mai mantenute, e neppure la figuraccia del concorso per vigile stagionale conclusosi in un nulla di fatto, ma di cose molto più importanti.


Tenere spazi pubblici puliti? Ma certo che no.


L’argomento che ha diviso in due la coalizione di maggioranza, dove troviamo da un lato Gennaro e il suo braccio destro il nazicomunista Mattia con tutti i suoi seguaci e dall’altro lato Marcantonio, Giggino e Massimo, è il controllo dell’ufficio tecnico. Proprio così: le due correnti stanno cercando in tutti i modi di mettere a capo dell’ufficio rispettivamente un proprio uomo di fiducia.


Ma perché tanto interesse su l’ufficio tecnico? La risposta è semplice, ovvero tanti bei $$$$$$$$$$$$$$$$$$. Marcantonio durante la campagna elettorale aveva promesso che al comune sarebbe stata cancellata qualsiasi traccia dell’era dibiasiana e quindi Montanari, boss indiscusso dell’ufficio tecnico dell’era Di Biasox, avrebbe dovuto fare le valige per altri lidi. Quindi, Marcantonio Giggino, e Massimo hanno avuto la bella idea di proporre una persone dall’alta fiducia dalla grande professionalità e dall’indiscussa etica morale, tutte qualità identificate nella figura del sig. Perillo. Come chi è? È il leader del team tecnico che ha individuato la cava di via Vaglie come sito per eco balle. Proprio così, il sessano Perillo che ha fatto carte false per inserire all’ultimo momento la cava di Casanova nella lista nera dell’emergenza rifiuti è l’uomo di punta che si vuole sostituire a Montanari, persona con un piede a Casal di Principe e uno a Carinola. Dall’altra parte invece si sta facendo il possibile per conservare tutto come è da anni, determinando così una sorta di eterno ritorno del Di Biasio style. Sono sicuro che già stanno girando vorticosamente le palline di tutti coloro che giù al presidio hanno dato l’anima, per la difese del territorio. E’ sicuramente superfluo ricordare tutti i patemi, le preoccupazioni, le delusioni, l’unità e infine la gioia dello scampato pericolo. Come è superfluo ricordare la passerella, i vari accordi segreti, i vari complotti, le varie alleanze, tutto rilegato con una sana ipocrisia dei cosiddetti politici che alla fine dei giochi hanno avuto la sconsideratezza di prendersi il merito dello scampato pericolo, vedi Mannillo ad esempio, che in quel periodo non ha avuto nemmeno le palle di dimettersi da vice sindaco di Di Biasio, pedina importante dell’affare sfumato. E come non ricordare tutte quelle belle parolacce dai vari marcantonio, i vari massimo, i vari giggino nei confronti di Perillo che oggi come niente fosse viene proposto come homo novo dell’ufficio tecnico. Per non parlare della corrente di Gennaro che alla fine dei conti sta confermando la stessa linea del suo maestro Di Biasio, cercando di lasciare tutto come è. Mio nonno dice che “meglio nu mariuolo che nu traffichino”… io a questi due stereotipi preferisco l’uomo onesto. Montanari si Montanari no Perillo si Perillo no; è questo che in questi mesi si fa in comune una lotta carnale tra le due fazioni in modo da conseguire piena influenza sugli affari che contano. Insieme per cambiare, per non cambiare nulla, non è il Gattopardo ma quello che abbiamo di fronte agli occhi. Tutto è fermo, anzi no, dimenticavo la mezza facciata del campanile a Casanova. E’ sempre la stessa storia, del resto sono sempre gli stessi a fare gli stessi giochi ovvero quello del mettere a posto i proprio uomini di fiducia. “Questo lo metto nella segreteria quell’altro nello staff … ah i vigili!!! mannaggia a Tuozzi che ha bocciato tutti e mo’ come faccio, allargo la segreteria a venti persone? No no devo sacrificare qualche posto se no perdo l’ufficio tecnico”. Parole probabili al comune, mentre fuori dove c’è la vita, abbiamo ville sporche, prive di qualsiasi tipo di manutenzione, campi fatiscenti, monumenti importantissimi come ruderi e quando si fa qualcosa lo si fa male, vedi S. Francesco che dopo la cosiddetta ristrutturazione ha problemi idrici e nuove lesioni … loro dicono che e’ l’intonaco …. è il muro coglioni! Un fallimento totale, ma trovatevi un lavoro!!!!!!!!


Grattachecca

mercoledì 27 agosto 2008

Rapiti dalla Luna

Mi fa davvero impazzire star senza far niente. Sono naturalmente coinvolto da tutte quelle attività che apparentemente non hanno senso. Come quella che stavo vivendo in questo periodo, fin quando non mi è giunta una strana telefonata; mi disse di essere un misterioso visitatore lunare, ma prima acchitto però quella voce mi ricordava qualcuno. Ma chi?? Buonasera, buonasera, faceva lui. E poi solo sospiri affannosi, come se dovesse rivelarmi qualcosa di magico, un segreto, una formula magica, una ricetta. Certo è che quello che fece fu di riattaccare la cornetta, così che non mi restò altro da fare che tornare sul divano e fumare una cicca.
Passarono giusti venti minuti, che ero assopito, quando bussarono alla porta….Andai ad aprire e mi imbavagliarono, così che non potei chiedere aiuto. Ma vidi un viso giullaresco che portandosi un dito alla bocca mi fece…ssst!! …stasera ti porto al Lunarte Festival: spalmati questa crema, cambia l’orecchino, metti questo d’oro, indossa questo gilet e non fare più domande, vedrai che non sarà difficile improvvisare…Si il trucco è proprio questo: improvvisare, anche passeggiate, fermarsi, cambiare rotta, fissarsi di colpo, e riprendere a remare.
 L’idea è quella di rapire e lasciarsi rapire, spingere. Attori romani e napoletani, di origine afgana e africana e ora al centro di progetti. Rapire chiunque visiterà giovedì sera il borgo Carani, sotto una notte senza luna,(anch’essa già rapita, sparita, segregata, in qualche pozzo), che al momento giusto diffonderà su tutti dolci sussurri.
Prima però ci sarà tanto da ridere, coi mangiafuoco, i giullari, i piccoli-mimo. Pronti dunque per un viaggio di una sera e di una notte, che non potrà essere dimenticata da chi verrà a danzare sulle note gitante dei Zastava Orkestar, banda di musica balcanica che ha in mente di riprodurre suoni e atmosfere kusturiziane, di farci liberare coi sorsi di vino rosso….ssstt!!!....Prima che arrivi l’alba di questa lunghissima estate, potremo scacciare via tutti i demoni e buttarli via nei pozzi, quando andremo tutti a liberare la Luna….
Ze Masi e Ze e mase

martedì 26 agosto 2008

Come ammazzare un amico e vivere soddisfatti

     Chi non ha desiderato almeno una volta nella vita di ammazzare un amico che ci ha fatto un torto o ci ha fatto star male per qualche motivo?! Penso che sia successo un po’ a tutti. In casi come questo la vendetta è d’obbligo, o non si supererà mai quel senso di frustrazione che ci opprime.

Ebbene, se volete togliervi dallo stomaco quel peso che vi angoscia, non c’è altro modo per rimettervi in carreggiata: impiccatelo!
Studiare come togliere di mezzo la causa del vostro malessere è la cosa che più vi darà soddisfazione, ma bisogna esaminare bene il soggetto da eliminare e poi passare ai fatti.
E’ opportuno, infatti, procurargli una sofferenza lenta e pungente, prima di dargli il colpo finale.
La vendetta è un piatto che va sempre servito freddo!
Per cominciare, chiedetegli il grande favore di farvi scrivere delle medicine dalla dottoressa Mazzucchi, perché voi siete occupatissimo quel giorno e avete assolutamente bisogno di un medicinale…. Se è un vero amico non vi negherà il suo aiuto.
Dopo due ore di anticamera in uno studio affollatissimo, a sentire lagne di pazienti, variazioni di ricette da cucina o a sopportare le lunghissime intromissioni degli informatori farmaceutici, state pur certi che uscirà da quello studio con un forte mal di testa e con un tal senso di avvilimento che la sua spavalda sicurezza comincerà a vacillare.
Il primo gradino è superato.
Per peggiorare il suo malessere, invitatelo poi a cena da vostra nonna, dicendogli che ci sono le vostre belle cugine appena arrivate dal nord e che volete assolutamente fargliele conoscere. Da buon maschio latino, non dirà di no e vi seguirà con piacere. Ma, sorpresa delle sorprese! Invece delle cugine che hanno perso il treno, fategli trovare i vostri carissimi amici Guiduccio e Mimmo che, tra una fettina di vitello con piselli e una mozzarella con insalatina mista, lo bombarderanno di rosari e vite di Santi fino a fargli venire un’ indigestione epocale.
Non c’è problema. Quattro passi lo rimetteranno in sesto. Fategli fare, quindi, un giro in macchina verso Casale, dove un gruppo musicale eseguirà, cosa rara, le sue canzoni preferite, quelle di un cantautore inglese molto bravo che, purtroppo, non è più tra noi….
Ma che jella! Anche questa informazione era sbagliata!.... E dopo un’ora di Mimì Palmiero, il vostro amico sarà in seria agonia.
Bisogna solo dargli il colpo di grazia!
Ritornate a Casanova e offritegli un caffè prima di lasciarlo, ma un buon caffè. Uno di quelli che hanno fatto la storia baristica del paese.
Ma… guarda, c’è Giovanni che canta! Che facciamo? Ci fermiamo un attimo in piazza a sentirlo?… Nooo, ti prego! Dopo Mimì Palmiero, Giovanni no!
Allora, portatelo al bar di zi’ Giuannina e ordinate un caffè…
Ottimo!... Ma dopo qualche minuto, ecco che cominciano i torcimenti di pancia, dei torcimenti così forti che non si riesce a resistere. E mentre vedrete il vostro amico sbiancare in viso e salutarvi in tutta fretta per correre a casa, un senso di leggerezza si diffonderà in tutto il vostro essere.
Vendetta è fatta! E credetemi: niente vi darà miglior soddisfazione!

Il giustiziere della notte