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giovedì 10 aprile 2008

Forse che si… forse che no

La vecchia Mariuccia non riusciva a credere ai propri occhi. Tutta quella roba che all’improvviso le era piovuta in casa, sembrava la manna dal cielo. Mai aveva visto un cesto di vettovaglie come quello! Un piccolo prosciutto, un caciocavallo, salsicce, zucchero, caffè… La Lista Rossa era stata molto generosa con lei in quell’occasione, peccato che il candidato sindaco pensava che lei mangiasse una volta ogni cinque anni!... Qualcuno avrebbe dovuto dirglielo che le vecchiette sole, pur se ottantenni, mangiano anche loro almeno una volta al giorno. Beh, per qualche giorno avrebbe risparmiato sulla spesa! Non era certa una cosa facile riuscire ad arrivare a fine mese con i 500,00 euro della pensione. Tra bollette da pagare e il rancio quotidiano, arrivava con l’acqua alla gola e non poteva fare a meno di indebitarsi sempre con qualcuno. E meno male che quella vecchia catapecchia era sua altrimenti, se avesse dovuto pagare anche l’affitto, sarebbe stata costretta ad andarsene a vivere in una grotta… In fondo, se l’ aveva fatto Gesù, poteva farlo anche lei.
Era tutta presa da questi pensieri, quando sentì qualcuno che la chiamava dall’esterno. Era di nuovo il giovane Tommasino che, aiutato da un suo amico, trasportava un’ ingombrante scatolone. “Guarda cosa ti manda il sig. Marchese?” le disse Tommasino “ Tutta quella roba devi pur conservarla da qualche parte: eccoti un bel frigorifero! Butta via quel catorcio arrugginito!” Mariuccia rimase a bocca aperta. Chissà perché, invece di essere contenta, sentì attorcigliarsi le budella. La sua arguzia di vecchia d’altri tempi ebbe un brusco scossone: “se sono disposti a darmi tutto questo per un solo voto, stanno proprio inguaiati!” pensò un po’ preoccupata. Tommasino strappò il cartone, mise in bella mostra il frigorifero nuovo e se ne andò.

Mariuccia guardò quell’arnese nuovo di zecca poi, non riuscendo più a contenere la sorpresa, uscì fuori e vide la sua vicina Antonetta intenta a sistemare la ghiaia sullo spiazzo davanti casa sua. “Mariu’ guarda che cosa mi ha regalato la Lista Blu?” le disse appena la vide. “La ghiaia per il cortile! Me l’hanno mandata proprio adesso! Prima mi è arrivato il sabbione dalla Lista Rossa e ora la ghiaia dalla Lista blu”. Mariuccia la guardò con un sorriso ironico sul viso: “Sono andata meglio io!” le rispose “A me è arrivato il frigorifero nuovo e tanta roba da metterci dentro. Ti sembra niente?!”… Stavano chiacchierando quando si accostò anche Teresina, l’altra vicina. Aveva tra le mani delle ricevute di bollette pagate. “ La Lista Rossa mi ha pagato le bollette del gas e della luce, visto?” disse tutta euforica. “Mio marito era arrabbiato perché il suo stipendio è già finito, e invece ci ha pensato il dott. Mazzetta. Se lo meritano proprio un voto!” Mariuccia non potè fare a meno di guardarla in viso ed esclamare sarcastica: “E già! Nel rione dei pezzenti si compra a buon mercato!” Le due donne la guardarono un po’ stupite e fu Antonetta a dire: “ Ma che ce ne frega, tanto un voto lo dobbiamo pur dare e per noi una lista vale l’altra. Almeno ci danno qualcosa!” Mariuccia non riuscì a passare su un commento simile. La sua naturale impulsività straripò e in un attimo le aggredì entrambe con un fiume di parole. “Tu che sei così contenta della tua ghiaietta, hai dimenticato quando la fognatura davanti casa tua era tutta otturata e ti entrava la melma persino in cucina? Quante volte sei andata a chiedere che te la ripulissero? E chi lo ha fatto? TU! Pagando con i tuoi soldi… E tu Teresina cara, che omaggi il dott. Mazzetta che ti ha pagato le bollette, hai dimenticato che fino a ieri non ti ha mai sputato in faccia, neppure quando camminavi tutta storta per la sciatalgia? Non ti ha chiesto neanche cosa ti fosse successo. Mai!... Ma fatemi il piacere! Ora che hanno bisogno del nostro voto, sono tutti amici nostri, ci comprano con pochi spiccioli, come fossimo cani a cui gettano un osso, poi quando hanno ottenuto quello che vogliono, si dimenticano di noi. E sapete perché? Perché per loro noi non siamo niente! La considerazione che hanno per noi è uguale a quella che hanno per i polli: ci considerano degli stupidi che possono raggirare con un pugno di granturco. La prova è quel cartello che è comparso sotto il campanile, a tre giorni dalle votazioni, dove si dice che finalmente lo aggiusteranno. Ora?... E perché non lo hanno fatto in tutti questi anni? Andassero a quel paese! Tutti! ” Voltò le spalle alle sue vicine e rientrò in casa. Le due rimasero un attimo sconcertate, in silenzio. Fu Teresina la prima a parlare:
“ Mah, forse ha ragione,” disse “d’altra parte ha la quinta elementare e capisce più di noi!”…
Era di buon mattino quando Mariuccia si presentò al seggio elettorale, poi sarebbe andata alla Messa delle otto come faceva tutte le domeniche. Nella sezione n° 3 c’erano solo gli addetti ai lavori: il presidente di seggio, il segretario e due belle scrutatrici dal viso ben curato e liscio come quello delle Barbie di sua nipote. Le guardò con un velo di malinconia: neanche a vent’anni lei aveva avuto un viso così, ma allora non c’erano creme e cremine, solo l’acqua del pozzo e un po’ di sapone fatto in casa che invece di ammorbidire la pelle, la rendeva secca come sfoglia di cipolla…
Mah! I tempi cambiano…
Appena la videro, la salutarono sorridenti. Mariuccia porse i documenti e ascoltò le sue generalità così come erano scritte nel registro che le ragazze avevano davanti, poi una signorina le porse due schede vidimate e una matita. Mariuccia guardò le schede e senza prenderle chiese:
“ E che dovrei farci con queste?”. La guardarono perplessi. “ Ma… deve votare! Sono le schede. Ci deve scrivere il nome del candidato che preferisce” disse la signorina. “ Io non so scrivere” ribattè Mariuccia decisa guardando la ragazza negli occhi. I presenti la osservarono ancora più perplessi.
Si fece avanti il presidente di seggio, un bel ragazzone alto e pelato, che le ricordava tanto il commissario Montalbano, con dei buffi occhiali colorati appoggiati sul naso. “Allora faccia solo una croce sul simbolo che preferisce” le disse cortese. “Non ci vedo. Ho le cataratte” ribattè ancora con decisione Mariuccia. “E’ sicura che non ci vede?” le chiese Montalbano mostrando dei fac-simili di schede per verificare la sua vista. Mariuccia osservò un attimo le schede con attenzione poi disse: “No, non vedo nulla.” Montalbano cominciò a dare segni d’ insofferenza. “ Scusi allora perché è venuta a votare?” le chiese. “ Perché pensavo qualcuno potesse votare per me” rispose. “Non si può fare. Assolutamente… Allora facciamo così: se ne vada ed è come se non fosse mai venuta” le disse il ragazzone. “ Ma io qua ci sono venuta!” disse Mariuccia con fermezza. “Senta signora, cosa vuole che le dica: non sa scrivere, non ci vede, non vuole andarsene, cosa possiamo fare?” disse spazientito, poi continuò: “Io le schede gliele ho date e lei le ha rifiutate, non è così?”
“ E’ così.” “Posso ridargliele un’altra volta. Lei che fa?” “Le rifiuto un’altra volta.” “ Allora rifiuta le schede?” “Si, le rifiuto.” “Ma questa è una protesta!” “ Se preferisci così, figlio mio, è una protesta.” “ E perché protesta?” “Perché… perchè una vecchia analfabeta e malata agli occhi come me, non viene messa in condizione di votare.” “Allora bisogna scrivere tutto. Bisogna verbalizzare!” “ E scrivi, figlio, tu che sai scrivere.” L’uomo la fissò dritto negli occhi cercando di capire con chi avesse a che fare. Gli sembrò di leggere in quello sguardo la bonaria malizia di sua nonna. Stava quasi per scappargli un sorriso, invece diede un profondo sospiro e disse: “Segretario scrivi: la signora Maria Taldeitali rifiuta la scheda secondo il D. P. R. 30 marzo 1957 n° 361 art. 104 perché ritiene di non essere adeguatamente assistita, quale analfabeta e ipovedente, nell’esercizio del suo diritto al voto.”
Il giovanotto la guardò ancora a lungo, sorpreso dalla sua impassibilità mentre lui sciorinava le sue conoscenze giuridiche, poi le disse: “Ecco signora, può andare.”
Mariuccia salutò ed uscì dalla sezione. Aveva fatto pochi passi, quando sentì il ragazzone dire chiaramente: “ Questi vecchi arteriosclerotici! Fanno perdere un sacco di tempo!” Si fermò un istante, poi con un sorriso furbo e compiaciuto disse a se stessa: “ Arteriosclerotica?...Poveru strunzu!”
Talìa
Talìa

mercoledì 9 aprile 2008

La musica è sempre la stessa…

13/14 Aprile 2008: siamo di nuovo ad una tappa importantissima per le sorti del nostro piccolo comune. L’elettore più confuso che mai si recherà alle urne, e che si troverà di fronte? Due liste che ad occhio sembrano di centrosinistra entrambe, ma invece celano retroscena molto intriganti. Marrese, designato da Di Biasio suo successore, e Mannillo paradossalmente candidato a Sindaco con una coalizione con forti connotati di centro destra. Negli ultimi 20 anni non ricordo una campagna elettorale cosi povera di programmi e così basata su offese personali. Il dato che traspare è solo uno: una classe dirigente che tenta di rinnovarsi ma che viene assorbita dai soliti personaggi. Al che mi viene spontanea una domanda: ma tutti questi nuovi volti non potevano unirsi e mandare a casa tutte le vecchie facce? Ai vari Zampi, F. Mancini, Esposito, Tulipano, Ullucci, Rotunno, Capezzuto, Palmieri non è mai venuta la brillante idea che i vecchi senatori dovevano restare a guardare e non partecipare insieme a loro nella battaglia ??....

e invece a cosa assistiamo? Assistiamo a un Pasquale Di Biasio che impone la sua presenza su tutte le manifestazioni e comizi e un Mannillo che sputa fuori vergognose affermazioni dichiarandosi estraneo a tutto e a tutti e querelando chi ha mostrato in pubblico delibere che lo ritraevano presente alle vicende Sacom. Si continua vergognosamente a regalare futili miraggi a persone bisognose di lavoro e incarichi altisonanti. Era arrivato il tempo di cambiare qualcosa e come sciocchi abbiamo perso l’occasione. Siamo come bombardati tutti i giorni da notizie, che sembra siano la demolizione di ogni speranza, di ogni fiducia nella prossima amministrazione , nel suo domani. Onorevoli personaggi che diventano agenzie interinali, e come tali danno vita a lunghe attese e speranze; biblioteche che vengono inaugurate a un mese dalle elezioni, e fantomatici oratori che alle cui belle parole fanno eco fatti di cronaca molto delicati narrati su giornali. Questo è ciò che meritiamo?
maestrodivita

maestrodivita


martedì 8 aprile 2008

La tassa sul morto


La campagna elettorale a Carinola è in pieno svolgimento. Come molti prevedevano, è in atto uno scontro frontale tra le due fazioni in lizza. E’ una guerra civile, nel senso che si svolge tra la stessa parte, e come tutti sanno sono le guerre civili sono le più cruente. Tra tutti i temi trattati, pubblici e privati, immancabile in ogni intervento è l’affare cimiteri. Ormai tutti sono convinti che di affare si tratta viste le cifre che sera per sera vengono rivelate, con i più maligni che si sbizzarriscono a conteggiare percentuali tecniche e mormorando cifre assurde. Un fatto è assodato: erano TUTTI d’accordo a combinare l’affare tenendo all’oscuro i cittadini. Come affermato dal sindaco uscente, tutti sapevano, opposizione compresa, e la sua è sembrata più una accusa di complicità che non di informazione al popolo. Così, grazie alla campagna elettorale e grazie alla rottura che si è creata nella compagine amministrativa uscente, gli ignari cittadini sono stati informati che, oltre le tasse comunali altissime che pagano da vivi, dovranno versare tasse erosissime anche da morti, trisnonni compresi. Forte è stata la reazione della popolazione, che ha inveito e protestato contro questa nuova prepotenza ed una grande maggioranza ne ha chiesto la cancellazione immediata. La parte che fa finta di non interessarsi alla cosa sono quelli strettamente legati al carrozzone comunale, che su parte di quei soldi in qualche modo pensano di metterci le mani. L’azione sostenuta da numerosi e generosi giovani si è concretizzata con una raccolta di firme, sembra più di 1500, in cui si chiede la revoca della ignobile tassa. Con la stessa petizione è stata richiesta la revoca della convenzione con una ditta a cui deve essere versata .

Da notare che questa ditta, che è già in affari pluriennali con l’amministrazione Di Biasio, con questa convenzione avrebbe il monopolio dei servizi comunali. Alle richieste popolari Di Biasio , spalleggiato dalla sua lista ,sta proponendo una serie di atti e scuse insensate che ci hanno fatto tornare ai tempi della monnezza di via Vaglie. Come allora infatti le persone comuni sono bombardate da un cumulo di notizie false, vere, parzialmente false e parzialmente vere, date con l’unico scopo di guadagnare tempo.
Prima cosa il sindaco ha convocato le Congreghe, che rappresentano molte famiglie e molti voti, e li ha rabboniti con un metodo collaudato: garantendo loro che non erano toccati dal provvedimento. Con le doti di imbonitore che si ritrova li ha subito raggirati. Dopo ha sguinzagliato i suoi professionisti a spiegare in ogni angolo del comune che un atto una volta firmato non si può revocare, pena il fallimento del comune per rispettare le clausole vessatorie che lui ha firmato con l’accordo di tutti. Qualcuno che si professa imparziale, ma che in realtà non sembra, e’ arrivato a dire citando fonti legali, che il consiglio comunale non ha il potere di revocare gli atti del sindaco e della giunta, facendo volutamente confusione tra potere amministrativo e potere politico, il quale è sempre al di sopra di tutti gli altri ed è detenuto inconfutabilmente dai consiglieri rappresentanti di tutto il popolo. Una volta votata la revoca della tassa sul morto e relativa convenzione dal consiglio comunale, qualsiasi avvocato potrà dimostrare l’illegittimità dell’atto amministrativo, in quanto redatto contro la volontà del popolo. Il sindaco queste cose le sa bene e come per la faccenda rifiuti cerca di non convocare il consiglio. Oltretutto la convocazione del Consiglio è una responsabilità del suo presidente, e molto probabilmente quello in carica non lo sa nemmeno. Il traguardo per concretizzare l’affare è vicino: il 13 Aprile, ultima data utile per tenere il consiglio comunale. Dopo, in caso di vittoria, con i consiglieri comunali amici sarà una passeggiata. Riuscirà la parte sana della popolazione insieme ai giovani onesti di Carinola a far fallire l’affare che hanno architettato? Se si resta uniti per uno scopo nobile si vince, come fu per le ecoballe a Casanova, senza guardare in faccia alle appartenenze politiche, ma pensando a niente altro che ai nostri di diritti di cittadini e contribuenti.

domenica 6 aprile 2008

Disgusto e odio...


...questi sono i due sentimenti che provo dopo aver riso alle baggianate che i nostri politici ci stanno propinando in questi giorni dai balconi. Una masnada di delinquenti, fessi e servi i quali, promessa dopo promessa offendono l’intelligenza di coloro che si ostinano a pensare ed agire con la propria individualità. Una classe politica distruttiva che da più di quindici anni sta uccidendo il nostro territorio. Tutti, indistintamente da destra a sinistra passando per il centro senza dimenticare i “mobili”, non hanno assolutamente il diritto di pronunciare parole come etica, morale, coerenza che uscendo dalle loro bocche sporche insozzano il profondo significato di questi concetti. Sono nauseato dai comizi sempre uguali dal dopo guerra fino ad oggi che, puntualmente ripropongono la stesse bugie. A questo punto, credo sia importante riportare un passaggio del discorso fatto da Paolo Borsellino il venti giugno 1992 a Palermo per ricordare la morte dell’amico Falcone.

Un discorso commovente che invito tutti a sentire che di fronte ad una piazza gremita riferendosi alla lotta alla mafia ad un certo punto dice:….. il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, della indifferenza, della contiguità e quindi della complicità…. Un passaggio di un lungo discorso che mi ha colpito profondamente e che purtroppo trovo adeguato alla nostra situazione politica, sia nazionale che locale. Queste parole che denunciano il rifiuto delle modalità di sopravvivenza della mafia credo che siano coerenti anche per quanto riguarda la logica politica che fa del sistema clientelare la ninfa vitale della sua continuità. Queste sono dinamiche che dal panorama politico nazione si riflettono automaticamente nelle realtà locali. Carinola non è assolutamente immune a questo tipo di condizione dove politici moralmente corrotti sono stati abili a confondere il diritto del singolo cittadino con una sorta di favore personale da contraccambiare con il voto. Questa non è una novità, ma ciò che voglio urlare è il mio dissenso a questo dinamica obsoleta che ammazza, elezione dopo elezione, il nostro territorio e noi. Io non voto e non significa che scarabocchierò la scheda o consegnerò in bianco, oppure che rimanerro' a casa.
Non votare ma appellati in maniera "puntigliosa" alla legge:D.P.R. 30 marzo 1957, n. 361 - Art. 104. Cosi facendo non votero, ma daro’ al mio voto una connotazione di protesta, differenziandomi da chi semplicemente non si interessa. (Clicca qui per saperne di piu')
No a questa gentaglia che per altri cinque anni chiunque essi siano che, nella migliore delle ipotesi daranno il colpo di grazia a Carinola nella peggiore ci uccideranno piano piano. Io dico no a questi ciarlatani che parlano dei giovani come se fossero mucche promettendo sviluppo, attenzione verso l’imprenditoria locale e altre cazzate. Ma non si vergognano! ? Forse i nostri rappresentanti di merda non lo sanno che di giovani non ci sono e gli unici che lavorano sono i figli loro o al massimo dei loro servi e che tutti gli appalti sono stati affidati a società forestiere chiaramente camorriste. Ma come posso confidare della Di Biasio Team quando fa affari con i signori Neri o della Mannillo “Team” che si affida a Benito Migliozzi. Sono stati cazzi di far aprire un parcheggio privato anziché far guadagnare il cosiddetto “pacchetto di sigarette” a qualche ragazzo che ne ha bisogno veramente impiegandolo solo per vendere i grattini. Sono stanco e demoralizzato mi dispiace ma sento il fallimento che mi ghigna dietro le spalle e quindi concludo. .
DePopa

dePoPa

sabato 5 aprile 2008

Comizio di Di Biasio, pardon Marrese

A beneficio degli assenti, riassumo il comizio di Carinola Democratica avutosi ieri a Casanova.
Ha iniziato Mazzucchi rivendicando una ottima amministrazione nei 5 anni che sono trascorsi, anche se con qualche comprensibile carenza. Ha tenuto a precisare che tutta l'azione è stata condivisa dal vicesindaco, perciò se ci sono meriti sono di tutti e se demeriti anche quelli sono di tutti. Subito dopo ha preso la parola il primo attore che si è esibito in una delle sue migliori interpretazioni. Ha affermato di non aver capito il voltafaccia di Gennaro, come lo ha affettuosamente chiamato per tutto l'intervento, quando su non so quante centinaia di delibere ha votato sempre all'unisono con lui. Si è mostrato costernato per aver letto nella bacheca di Alleanza Nazionale "vota Mannillo" sostenuto da persone che lo hanno sempre combattuto.

Toccante è stato l'invito a ripensarci e a ritirarsi dalla competizione, invocando anche il figlio di Gennaro che convincesse il padre a ritirarsi. Ha detto che lui non può perdere perchè sul comodino ha un portafortuna regalatogli da padre Michele che lo protegge sempre. Ha precisato che sull'affare cimiteri erano tutti informati e tutti d'accordo, opposizione compresa, e nessuno fino a pochi giorni dalle elezioni ha avuto nulla da ridire e adesso protestano, ma che lui già ha provveduto alla revoca. Infine, ha concluso invitando Gennaro ad un pubblico confronto sui cimiteri e su tutta l'azione amministrativa svolta insieme. Qualcuna tra i presenti si spellava le mani in applausi ma non era validamente sostenuta dagli altri ascoltatori. Dopo ha preso la parola la novità della politica casanovese, Salvatore Di Donato, il quale ha detto che lui ha vissuto i suoi primi 14 anni in Svizzera dove funziona tutto, e che cercherà di far diventare così anche Carinola. Inutile sottolineare che fra gli astanti è circolata un'altra possibile motivazione della sua candidatura, ovvero gli incarichi alla moglie che sarebbero lievitati per l'occasione da 50000 a 100000 euro. Poi ha parlato Razzino, chiedendo il voto per Rotunno illustrando la sua visione sulla differenziata seria, sui tratturi di campagna e sulla pericolosità del termovalorizzatore che per lui non si deve realizzare!! Poi ha preso la parola Galdieri che all'apparenza è un signore ma .... ha iniziato offendendo tutti i componenti della lista avversaria catalogandoli come persone disoneste e inaffidabili ed ha concluso criticando l' intervento del santone di Roma (prefetto Zannini) per aver pensato a risolvere il problema rifiuti solo per Casanova e non per l'intero comune. Ha dimenticato di essere a Casanova e non a Nocelleto ed anche il suo compenso per aver aderito alla lista sembra sia lievitato dai 30000 euro di cui si diceva giorni prima a 60000 euro in quanto ha avuto da Dibiasio anche la consulenza per Carabottoli. Finalmente il clou della serata, l'intervento di Marrese, con la lettura di alcuni fogli, che sicuramente avevano scritto altri in quanto stentava a leggere. Grande ilarità e accenni di fischi quando invece di vino Falerno ha letto vino Salerno. Le contestazioni ironiche hanno impensierito i vigili presenti e per precauzione hanno chiesto l'intervento del colonnello comandante che in pochi minuti è arrivato con lampeggiante acceso. La presenza del comandante ha riportato la calma nella piazza e Marrese finalmente è riuscito a finire di leggere il programma che gli avevano messo fra le mani. Non si riporta il contenuto perché non si è capito, ma si è intuito che è lo stesso di cinque anni fa. Alla fine dell'intervento la Mazzucchi per giustificare la meschina performance del suo candidato sindaco ha spiegato alla gente che Marrese non è un buon oratore ma al contrario dell'altro fa i fatti e non le chiacchiere, e così ha finito di ammazzarlo. Il comizio si è concluso pacificamente con i vari e soliti commenti.

giovedì 3 aprile 2008

Una passeggiata in villa


Dopo tante giornatacce piovose e fredde ecco finalmente una prima, vera giornata di primavera. Sole, aria calma e calda, le prime rondini che sfrecciano in ogni direzione. Una giornata così fa allargare i polmoni e sprigiona il desiderio di stare fuori a godersi finalmente un po’ di calduccio dopo tanto umidore. E allora, nel tardo pomeriggio, mia sorella ed io pensiamo di portare i nostri bambini, di due e quattro anni, a fare una passeggiata in villa e dar loro la possibilità di muoversi all’ aria aperta e noi socializzare un po’ con qualcuno.
I bambini sgambettano felici davanti a noi e infine arriviamo in villa, dove altre mamme hanno avuto la nostra stessa idea. Al nostro arrivo, la prima cosa che ci colpisce è l’enorme quantità di cartacce e bottiglie vuote di birra gettate dovunque: per terra, nelle aiuole, sui muretti... Muretti? Forse una volta si poteva chiamarli così, ora sono solo un ammasso indefinito e cadente di calce e cemento da cui sono spariti tutti i mattoni e buona parte della recinzione in ferro. Per noi mamme, quella visione post-bellica è un pugno nello stomaco, ma ai bambini tutto quello spazio a loro disposizione deve sembrare, ai loro occhi di piccoli, un’ enorme possibilità di movimento. Un’altra sorpresa è però in agguato. Un bel tratto di selciato è letteralmente tappezzato di pezzi di vetro! Impensabile far giocare dei bambini così piccoli in quel posto! Ci guardiamo sconcertate: ma questa villa non viene mai ripulita? Ci sono o non ci sono più gli spazzini comunali? Figure fiabesche che esistono sulla carta, ma non nella realtà. Storie che si ripetono a quanto pare! Ricordo che quando ero ragazza, insieme ad altri giovani, prendemmo l’iniziativa di ripulire la villa che veniva sfacciatamente trascurata dagli organi competenti, e passammo una giornata intera a tagliar erba, raccogliere cartacce e bottiglie, ramazzare il selciato; ancora oggi conservo le ramazze. Beh, dopo trent’anni non è cambiato niente! I punti di incontro e di socializzazione, così come gli spazi per i bambini, non sembrano essere nell’interesse delle varie amministrazioni…

La cosa più difficile da fare è convincere i bambini che non possono giocare là dove vorrebbero e allora, per calmare i loro ghiribizzi, promettiamo di mostrar loro i pesciolini della fontana… Fontana? Una pozzanghera lurida e melmosa, dove, tra lattine di coca e bottiglie di plastica galleggianti, cercano di nuotare due poveri pesci rossi, così malinconici, ma così malinconici che ti fanno stringere il cuore!
Visto che al centro della villa non è possibile stare, decidiamo di far fare ai bambini una passeggiatina intorno, su per i gradini… Peggio che andar di notte! Anche qui il selciato è completamente malridotto, gli spigoli rovinati e pericolosi. Una caduta su un gradino in quello stato significherebbe correre d’urgenza in ospedale.
Va bene, cambiamo decisamente zona e portiamoli nel campetto!...Campetto? Uno spiazzo colorato in verde, pieno di buche e fessure che minacciano l’incolumità di chi si azzarda ad andarci a giocare. Mah! Tant’ è!...
Andiamo verso il campetto e speditamente stiamo per guadagnare la porta quando un monello ci fa notare l’entrata di servizio: un enorme buco nella rete metallica, del diametro di circa due metri. A che serve girare intorno per entrare dalla porta quando puoi usare un’ entrata più comoda?... Entriamo e i bambini cominciano immediatamente a giocare a pallone con le decine di bottiglie di plastica abbandonate sul campo. Tirarle in porta e fare gol sembra il loro spasso; certo se ci fosse la rete alle porte sarebbe più divertente, ma non si può avere tutto dalla vita!...

Dopo un po’, improvvisamente qualcosa attira l’attenzione della più grandicella, che ferma ai bordi del campetto, chiama e indica col suo ditino aldilà della rete. Guarda che ti riguarda e che vedo? …un bel serpentone scuro e lucente che sinuosamente svicola sul selciato esterno e si dirige verso l’erba alta che chissà da quando non viene tagliata e che le ultime piogge hanno reso particolarmente rigogliosa. Oddio, una vipera! esclama mia sorella. Ma quale vipera e vipera! E’ un comunissimo biacco che non fa del male a nessuno!... Ecco, ci voleva anche la lezione di scienze in una giornata come questa, e chissà quali tesori nasconde quel triangolo d’erba in zecche, rospi, serpenti, ratti e, perche no?, qualche vipera…
Istintivamente mi viene da pensare ai bellissimi spazi-giochi del nord e della Svizzera, pulitissimi, con erbetta ben curata, fontanelle e tanti giochi in legno, non in plastica, così armoniosamente in linea con l’ambiente. In posti così ti accorgi persino di essere una persona e ti senti felice di esserlo. Bah! D’altra parte noi, qui,viviamo su un’ altro pianeta….
Mentre sono immersa nei miei pensieri, dalla piazza, i candidati alle prossime amministrative arringano alla folla nel loro primo comizio pubblico. Sento distintamente la voce di uno di loro che promette un cambiamento radicale nella gestione amministrativa del Comune perché, dice, chi ama veramente la propria terra può desiderarne solo il bene… Mi ruba un sorriso. E meno male che, almeno qualcuno, Carinola ce l’ha nel cuore; finora l’hanno avuta da tutt’altra parte!

Inguaribile Idealista

martedì 1 aprile 2008

Dalla Res publica alla Res loro


Con l’abrogazione della monarchia in Italia e la proclamazione della repubblica, si diffuse in tutti i cittadini la convinzione del diritto/dovere di partecipare alla sua gestione in tutte le forme, ognuno in rapporto alle proprie capacità. Questo diritto scaturiva dal significato letterale della parola appunto cosa pubblica, cioè di tutti . I primi politici che ricoprirono le cariche più alte sono ancora ricordati per la loro integrità morale e per la pacatezza nelle loro azioni, fra tutti il primo presidente della repubblica italiana Enrico De Nicola. I primi politici che diressero la Repubblica pensarono innanzitutto alla sua sana organizzazione, oltre che al progresso di tutta la società italiana, favorendone lo sviluppo continuo da cui scaturì di conseguenza quello dei singoli. Per decenni questo sistema ben avviato ha portato benessere ad una fetta sempre più grande della popolazione italiana. Il potere del politico gli derivava dal consenso che il popolo gli dava per mezzo di tornate elettorali, anche frequenti. Il politico per essere eletto doveva lavorare seriamente giorno e notte, realmente e non eufemisticamente. Oltre a dedicarsi alla gestione amministrativa dell’ente di appartenenza, Comune, Provincia, Parlamento, doveva seguire anche il suo bacino elettorale a cui doveva dedicare tante e tante ore della sua giornata.

Doveva ricevere tutti, sentirne i problemi (anche i più assurdi), e impegnarsi a risolverli, se non quelli di tutti almeno quelli di gran parte dei votanti. Tutte le risorse erano messe a disposizione del popolo, anche se con gli immancabili abusi che purtroppo non mancano mai in qualsiasi sistema di potere. Comunque le assunzioni nel pubblico o nel privato interessavano tutti gli strati della popolazione e chi studiava di più in linea di massima si occupava prima e in un posto migliore. Questo era un forte incentivo per i genitori a sacrificarsi per permettere ai figli di studiare e questi di impegnarsi al massimo avendo un traguardo certo da raggiungere. Col passare degli anni tuttavia i politici, con leggine ad hoc, sono riusciti ad eliminare questa dipendenza dal popolo e dal dovere di interessarsi ai suoi bisogni, fino a giungere al punto di eliminare perfino la preferenza in modo da decidere tra loro chi deve essere eletto. Questo potere assoluto ed indipendente ha portato alla conseguenza di fare quel che vogliono, aumentarsi lo stipendio a dismisura, votarsi ogni genere di privilegi e principalmente distribuire posti e prebende senza tener conto di titoli di studio o capacità ma solo del grado di parentela o di censo . Hanno abolito tutti i controlli sugli atti amministrativi trasformandosi di fatto in tanti monarchi, conti, marchesi e principi a secondo della grandezza dell’ente che amministrano trasformando la res pubblica in cosa loro. Calandoci nel nostro piccolo comune di Carinola, assistiamo ad elargizioni di ogni entità fuori da ogni regola e controllo. Assegnazione di incarichi tecnici e legali ad libidum, elargizioni di contributi per manifestazioni di dubbio interesse culturale come la festa della caccia organizzata dal fratello del sindaco, contributi a presunti poveri, convenzioni pluriennali assegnate con gare sui generis, tutto senza controlli, come in una monarchia assoluta. Oltretutto le manifestazioni vengono gestite dai boiardi a loro insindacabile piacimento invitando solo amici e simpatizzanti, anche come spettatori. Come esempio basta citare l’ultima manifestazione tra le innumerevoli finanziate dal comune e cioè l’inaugurazione della biblioteca comunale assegnata all’assessore Ceraldi. Stendiamo un velo pietoso sulla biblioteca che nel 2008 non prevede alcun supporto informatico, ma ancora organizzata come se a Carinola si sia ancora nell’ottocento. L’anfitrione della manifestazione, come nel suo stile, ha invitato solo amici e parenti, mettendo un solo invito pubblico nella bacheca del comune presumendo che tutti i carinolesi vadano come lui a perdere tempo sul comune. Così, tra i privilegi dei politici, Ceraldi ha introdotto anche quello di gestire manifestazioni finanziate con denaro pubblico come fossero loro personali. Il personaggio non è nuovo a queste cose, si ricordi gli inviti agli amici per lo spettacolo a Sant’Anna come se fosse pagato da lui, o la voluta e manifesta ambiguita' nella quale mantiene il suo sito internet, che molti credono essere quello ufficiale di Carinola. Ma da uno che dopo essersi vantato fino ad ieri di essere amico di Mastella si è preoccupato di far scrivere sui manifesti elettorali "indipendente" ci si può aspettare qualunque cosa. Purtroppo il comportamento del personaggio di cui sopra non è una eccezione, ma la regola dei politici italiani, cioè che l’amministrazione pubblica in Italia non è più pubblica ma solo strettamente personale loro.

lunedì 31 marzo 2008

Infine il primo comizio è arrivato!

Finalmente si è iniziato a parlare! Ci si preoccupava che questa silenziosa campagna elettorale si facesse solo a suon di manifesti e si evitasse il confronto con il pubblico, invece è arrivato il primo comizio pubblico. E’ stata proprio la lista ‘Insieme per cambiare’ a rompere il silenzio iniziando da Casanova. Perché a Casanova? Lo ha spiegato Mattia Di Lorenzo dicendo che Casanova lo merita perché l’amore per Carinola parte da questa frazione tramite personaggi come il prof. Tommaso Daniele che, a suo tempo, ebbe un ruolo determinante nel fare di Carinola la sede del Tribunale; da padre Michele Piccirillo, archeologo francescano, che tiene alto il nome di Carinola in tutto il mondo e dal dott. Giuseppe Zannini Quirini, da poco nominato Prefetto di Vibo Valentia, che ha messo a disposizione della comunità le sue conoscenze professionali e personali per aiutare il Comune a uscir fuori dalla ben nota vicenda delle eco-balle. Non credo che quest’ultima affermazione piacerà alla lista ‘Carinola Democratica’! Sentiremo cosa avrà da ribattere in proposito.Quello che mi ha colpito molto in questo primo comizio pubblico è stata la gente. Tanta. La piccola piazza del paese era letteralmente gremita di uomini e donne che ascoltavano attentamente le parole dei candidati

La gente vuole sapere. Vuole capire. Vuole cambiare a tutti i costi e si vede. E’ pronta a credere a qualsiasi cosa che assomigli a una promessa seria di cambiamento. I candidati leader di ‘Insieme per cambiare’ tutto questo lo hanno capito e ce l’hanno messa tutta per non deludere le aspettative degli ascoltatori. Mattia è stato quanto mai travolgente nella sua performance, le sue doti dialettiche ineccepibili, persino migliori del misurato Fini a cui si ispira, e non ha risparmiato frecciatine all’altra lista, ma chi ha sorpreso è stato Gennaro.
Gennaro ha parlato ininterrottamente per più di un’ora, con una energia che non gli conoscevo e che non pensavo potesse avere. Be’, se uno vuole essere comprato, è giusto si venda bene!
Tra gli impegni che vuole assumersi, qualora diventerà sindaco, c’ è quello del piano regolatore che va affrontato assolutamente. Il Comune, ha detto, deve crescere e crescere bene, con criterio, fornendo ai cittadini i servizi primari necessari come fognature, illuminazione stradale ecc. Meno male che qualcuno se n’ è accorto! Speriamo che ci lasceranno in pace le montagne e andranno a far palazzoni in posti più consoni.
Un altro dei suoi impegni sarà quello di abolire la commessa dell’acqua di pozzi di privati cittadini e allacciare il pozzo di Vaglie alla conduttura comunale. Ahi, questo sicuramente non sarà gradito a una nostra concittadina, ma vuoi vedere che finalmente ci arriverà una bolletta dell’acqua meno cara?!
Dulcis in fundo: la gestione dei cimiteri. Gennaro è stato molto esauriente su questo argomento vincendo le resistenze dei più caparbi e ricevendo, per questo, tantissimi applausi. Ha detto esattamente ciò che la gente voleva sentire e cioè che porterà avanti la rescissione di questo infausto contratto deciso, non dal Consiglio Comunale, ma dal Sindaco e un ‘consulente professionista’ che ne ha dato parere favorevole. Ora io, ignorante in materia, mi chiedo: ma è possibile che un contratto così importante possa essere firmato senza il consenso del Consiglio? Ma che tipo di manovre si fanno al chiuso di quel Comune?.. Poveri noi!
Il nostro candidato sindaco ha sottolineato che, a suo tempo, lui aveva firmato sì un contratto, ma che questo riguardava solo l’ampliamento dei cimiteri e non altro. Non si è capito bene se questa ‘nuova’ gestione, alla fine, riguardava i cimiteri nel loro complesso o riguardava solo la parte nuova ancora da costruirsi. Peccato non aver potuto fare delle domande. Ora il dubbio ancora mi rimane e non ho le idee chiare in proposito. Quello che mi è molto chiaro è che questo ampliamento alla fine lo pagavamo noi, con i nostri soldi che mettevamo nelle mani della SACOM. Tutto questo mi sembra alquanto ridicolo. Non era meglio creare una nostra ditta carinolese, ampliarci da soli i nostri cimiteri e gestirceli noi? Almeno avremmo dato un po’ di lavoro a qualcuno del posto.
Ah, le incongruenze della politica! Genna’, che cosa posso dirti?... Auguri, e speriamo che Carinola ti resterà nel cuore anche se non dovessi riuscire a diventare sindaco.
Un casanovese molto perplesso

domenica 30 marzo 2008

SI COMINCIA!

Forza gente, tutti in piazza
lo spettacolo ha inizio!
Ci son tutti i burattini
per la gioia dei bambini
vecchi nuovi brutti e belli
niente cambia sempre quelli!
C’ è un Orlando, il furioso
E un Rinaldo, il baldanzoso
e guardate le sorprese
c’è un Crociato con Marrese!
Ma che è stato, come fu?
Il Cedrone non c’ è più!
Poffarbacco! E’ all’altra sponda!
Creerà una baraonda!
Vuoi vedere, che disdetta,
che ha sbagliato l’operetta?
Tra sorrisi, lazzi e sberle
ne vedremo delle belle.
Chi ha orecchie sopraffine
sentirà che suonatine!
E chi gli occhi bene attenti
si godrà dei movimenti!
Tra un sorriso dolce e amaro
chi sarà il Gran Puparo?
Sempre quello, che vergogna
ma mettiamolo alla gogna!
E voi tutti spettatori,
diventate primi attori:
a chi chiede un’ adesione
regalate un sospirone
e giammai soltanto quello
ma azionate anche il cervello.
State attenti con le falle:
ricordatevi le…balle!

Talìa

sabato 29 marzo 2008

Proposte...


Accettiamo di buon grado la proposta dell'ultimo commentatore di oggi, che ci fa notare come ultimamente sul Quiquirì ci sia poco più che un azzannarsi fra sostenitori delle diverse fazioni. Ciò potrebbe far sembrare la discussione "parallela" a quella da bar come una sterile continuazione della stessa.
Abbiamo per questo aperto questo post appositamente per accogliere le proposte che ognuno di voi vorrebbe fare ai futuri amministratori... non si sa mai, se per scopi propagandistici o magari in buona fede, qualcuno dei candidati potrebbe accoglierne qualcuna!

N.B. su questo post si accettano SOLO idee e proposte. Tutto il resto verrà rifiutato.

La Redazione

mercoledì 26 marzo 2008

Il Feudo


Dall’isola di Kassaigoos, Egeo orientale.Premesso che non dovranno piacere a nessuno questa specie di considerazioni, mezze avvelenate mezzo scontate, sul dovere, o forse sul mistero, del voto, che per il caso nostro inoltre è pure doppio e dovrebbe dunque avere un’incidenza positiva notevole sul futuro. Fatto sta che un senso di profonda disillusione attanaglia la precedente veduta. A Carinola le cose sono molto complicate, buie, spesso perché intrecciate con favori e segrete promesse di incarichi e massoniche alleanze familiari, piuttosto che con dimostrate capacità amministrative ed impegno di aver coraggio da vendere.

Il feudo insomma, come al tempo del duca Valentino, solo che qui i conti e i baroni non sono altro che politicanti espressionisti, menzogneri quanto ben abbigliati, e quei pochi dai buoni propositi vengono velati dalle code oscure dei primi. Certo è che a parte i familiari, i cosiddetti sponsorizzatori (un personaggio chiave in queste campagne elettorali di cui ne riparleremo ampiamente più avanti, non appena usciranno tutti finalmente allo scoperto) e gli amici stretti, tutti gli altri non è che andranno a votare con tutta questa gioia. Ed è giusto che sia così. Ed è superfluo parlare di quelli che hanno stabilito di non votare, perché se appunto sono tali, credo che su questo scoglio vi resteranno attaccati fino alla fine. Direte che questa è l’ennesima noiosa lettera di un giovane che non ha nulla da fare se non che “metter il naso nei fatti degli altri, di persone per bene, che lo fanno solo per Carinola e niente altro. Loro che si sono messi in mezzo e che ci mettono la faccia, mentre voi..voi che fate?”Facciamo i maghi di scrupoli!altro che fate! Scriviamo perché se è vero che ci sono uomini che compiono azioni(poi gli altri diranno se buone o meno) ci saranno anche quelli che le devono raccontare. E quindi si smetta di dire che appoggiamo candidature, noi assisteremo a questa tornata con la rabbia e l’antipatia per gli imbrogli che ci hanno partorito. Perchè quello che si presenta a Carinola mi sa tanto di “Il feudo”, quella nuova opera teatrale, tragi-comica, molto popolare tra altro, in onda a Carinola dalla mattina alla sera?Come non la conoscete, vuol dire che uscite davvero poco di casa! Però lo sapete come si stanno scannando in giro pur sotto sotto? Ne vero? Che schifo. Ogni frazioni ospita le due compagini, asserragliate su tutto. Per carità! Questa assurda guerra ha forse il nome di campagna elettorale? Pare proprio di si. E se da domani si dà inizio ufficialmente alla campagna elettorale, da domani iniziamo anche noi con una rubrica piccante, rispettosa della privacy e della par-condicio.
Il Quarto cavaliere perduto nel sonno.

sabato 22 marzo 2008

L’amore per Carinola


Mai come in questo periodo sento e leggo paroloni che mi strappano un sorriso di ironia e un brontolio di rabbia. I vari manifesti che le due parti politiche in campo fanno affiggere sui nostri muri sono pieni di promesse e di buoni sentimenti, all’infuori delle chiare o velate accuse dirette alla parte avversa. Ma tutto questo è accettabile in campagna elettorale; tanto accettabile che nessuno ci crede a ciò che legge.
Tra le tante parole altisonanti che campeggiano nei manifesti, due mi insultano come persona e come cittadina: Carinola e amore.

Quanto amore per Carinola da parte dei nostri vecchi e futuri amministratori in questo periodo! Mi sorge il dubbio che non conoscano bene il significato di queste parole o l’interpretino molto soggettivamente. E allora cerchiamo di capire insieme cosa significano.
Carinola: nome proprio di città; implica un territorio fatto di montagne, pianure, strade, case, monumenti storici, tradizioni, ma soprattutto PERSONE che hanno un nome, un volto, una storia personale, esigenze, necessità e dignità.
Amore: nome astratto che però porta dietro di sé degli effetti concreti come interessamento, impegno, sacrificio, servizio, disponibilità, tutela e chi più ne ha più ne metta.
L’equilibrio tra queste due parole sta in chi amministra e, come un più famoso amministratore del passato, dovrebbe essere l’ago che bilancia l’azione con il sentimento. L’amministratore serio e scrupoloso conosce la sua gente e dirige le sue azioni verso il bene di quella gente.
Carinola ha un’anima: buona e generosa, onesta e lavoratrice, ma chissà perchè si è cercato di insozzare quest’anima carinolese importando nel territorio dei meccanismi che sono ben lontani dalla nostra cultura e dal nostro modo di sentire. E’ vero, i tempi cambiano, ma ci sono varie strade per i cambiamenti, e quella che è stata intrapresa non è quella giusta per noi e non ci piace. RIVOGLIAMO LA NOSTRA CARINOLA! Quella sana, pulita, onesta!
Ora, dopo dieci anni di potere occulto, tipo loggia massonica, spero che quest’amore per Carinola, tanto declamato da entrambi le parti, si manifesti con chiarezza e trasparenza.
Per cominciare, gradirei sentire dai balconi, non i soliti insulti reciproci che fanno venire il voltastomaco e fanno decidere di non votare nessuno, ma gradirei sentire seriamente quali sono i PROGRAMMI per i prossimi cinque anni ed in che modo si intende attuarli.
Spero poi che, sia l’una che l’altra lista, in caso di vittoria, si adoperino per realizzare dei canali di informazione e collaborazione con il popolo coinvolgendo i vari comitati cittadini che sono sorti nelle varie frazioni, a loro specifica tutela, non fidandosi di quella istituzionale.
E’ inoltre fondamentale coinvolgere i giovani mediante l’istituzione di una CONSULTA GIOVANILE che faccia sentire la propria voce attraverso delle proposte concrete e attuabili. Non bisogna assolutamente isolare i giovani, come finora è stato fatto, ma coinvolgerli il più possibile nella vita del Comune. Saranno loro gli amministratori di domani ed è importante che comincino a partecipare attivamente, per quel che è possibile, alla gestione della cosa pubblica. Ma chissà perché, i giovani vengono sempre visti come dei nemici, forse perché il loro esuberante e a volte scomodo idealismo non si sposa con il realistico opportunismo di chi amministra.
E’ Pasqua, tempo di vero amore: cerchiamo di dare il giusto significato alla parola e soprattutto di fare in modo che essa si manifesti nella maniera più corretta.
BUONA PASQUA A TUTTI
Galatea

giovedì 20 marzo 2008

CHIARIMENTI DOVUTI

Salve, ci tenevamo a precisare un paio di cose che crediamo interessino tutti, nel rispetto della verità dei fatti e delle intenzioni. La petizione fatta firmare dai ragazzi casanovesi, quella che è stata sponsorizzata anche dagli altari del Convento e della Chiesa il giorno delle Palme, NON E’ LA STESSA petizione promossa dalla lista “Insieme per cambiare”.

Le due petizioni, oltre a promotori differenti (in realtà quella “casanovese” non ha dei veri promotori in quanto fatta, solo ed esclusivamente, a nome del popolo) hanno anche contenuto differente:



- la petizione in nome del popolo chiede la sospensione immediata del contratto, nonchè la modifica (in quanto non rientra nella forza del popolo chiederne la diretta risoluzione la quale presuppone delle inadempienze della società, che ancora non sta operando)

- quella della lista “Insieme per cambiare” chiede la rescissione dello stesso contratto.

Essendo noi stati parte attiva per la raccolta firme, alla visione del manifesto della lista suddetta, siamo stati i primi a pensare di essere stati strumentalizzati, o meglio che era stata utilizzata la stessa petizione dai politici candidati. Ci siamo rammaricati del fatto che anche Don Carlo e Padre Giovanni, a cui noi stessi avevamo chiesto di annunciare che all’uscita delle Chiese si procedeva per questa raccolta firme, potessero essere criticati di far politica o di ‘sponsorizzare’ una lista a favore di un’altra. Quindi, abbiamo ritenuto opportuno parlare direttamente con l’interessato Mannillo, il quale ha affermato che le due petizioni sono differenti e che ‘loro’ si sono mossi solo a Casale e Nocelleto perchè già erano a conoscenza della ‘nostra’ petizione.

Preghiamo caldamente tutti coloro che hanno offeso Don Carlo INGIUSTAMENTE, di avere la stessa scioltezza nello scrivere le loro DOVUTE scuse nei suoi confronti. Molta gente ancora si limita a guardare solo i propri pensieri perversi senza neanche chiedersi cosa in realtà succede; molti sono ancora coloro che credono di poter attribuire agli altri movimenti loschi o sbagliati, invece di avere il coraggio e la correttezza di parlare, di chiedere chiarimenti prima di SPRECARE FIATO nel modo più VIGLIACCO possibile!! Non è nostra intenzione essere seguaci di una lista, nè tantomeno ‘lavorare’ a favore di nessuna di esse, non ci interessa far bella figura ma, solo ed esclusivamente, ci interessa poter utilizzare quel potere (purtroppo poco) che il popolo ha, in nome anche dell’art.33 del nostro statuto comunale.

È nostra intenzione procedere con la raccolta delle firme, in quanto riteniamo che la finalità sia superiore a tutte le strumentalizzazioni fatte, stavolta, non dai politici ma da quelli a cui piace solo, sempre, distruggere le buone intenzioni di coloro che si mobilitano per l’interesse di tutti.

Da coloro che vogliono solo porre fine a commenti diffamatori