Tanti Auguri
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lunedì 24 dicembre 2007
giovedì 20 dicembre 2007
TIR' E MMOLLA
Tir' e molla, molla e tira
viri u vientu comme ggira?
Mmolla e tira, tir' e mmolla
'sta munnezza a chi la mollu?
Oggi a tte, rimani a mme
chi 'a vò? 'Nze po' sapè!
Ma veremmu d' a fernì,
j' da cca me n'aggia ascì!
Casanova nun ze po',
Carauottuli n' 'a vo',
e Casale che sta a ffa?
nun ze sente annummenà!
Che ne facciu 'e cheste balle
ca m'abboffanu le palle?
Mo' sapete che facimmu?
Je so' propriu nu sfaccimmu!
'E purtammu in alti piani,
addo steunu i 'mericani,
tra Cascanu e Casanova,
e che Ddiu ci' a manni bbona!
Uè, uagliò, nun sai che ffa?
'nce penzà, vatte a curcà
e 'ste balle, si te 'mporta
schiaffatelle arret' a porta!
'Stu cunzigliu nun te piace?
Megliu ca te fai capace,
ca sinnò... lacrime 'e sale,
caccherunu se fa... male!
TALIA
mercoledì 19 dicembre 2007
18 dicembre 2007 : la storia continua !
C'erano le ruspe e tutto l'armamentario per la presa di possesso.
Ritornata la calma , il Sindaco di Francolise ed il Sindaco di Carinola sono andati in prefettura per fare il punto della situazione e per cercare di far desistere il Commissariato dalle sue intenzioni adducendo le ragioni di incompatibilità del suolo.
Dalle parole del sindaco di Francolise è emerso che probabilmente si è dovuto offrire un terzo sito alternativo ai primi due e che comunque deve stare nel tenimento di Carinola, un sito che in passato è già stato utilizzato come sito provvisorio di stoccaggio rifiuti dallo stesso comune.Non si sono fatti nomi ma sembrerebbe l'ultima scance per escludere i Carabottoli.
Sul posto si sono portate numerose persone ed il presidio è stato anche raggiunto da una folta delegazione di Pignataro che ha portato solidarietà e collaborazione, nentre Carinola era per gran parte assente , e considerato che l'azione si svolge su terreni di sua proprietà la cosa è estremamente preoccupante e non lascia presagire nulla di buono.
Il problema è che siamo tutti nella stessa melma e il potenziale che riserva Carabottoli è di una enormità inimmaginabile visto che la sua completa estensione è più del doppio di Taverna del Re, dove si parla di uno stoccaggio intorno ai 5.000.000 di eco?balle, sarebbe la morte totale dell'economia agricola in tutto il comprensorio.
Inoltre non tutto è deciso e si potrebbero avere anche decisioni diverse da oggi, ragion per cui bisogna essere vigili e non permettere insediamenti a Carinola ne a Pignataro e lottare fichè prevalga la ragione e si affronti politicamente la questione coinvogendo i Sindaci e le popolazioni unitamente alla Provincia per stilare un piano credibile e capace di dare una svolta a queto stato di emergenza temporanea che perdura da 13/14 anni almeno.
E un appello,a tutti i cittadini, a tutti i comitati di lotta a tutti i Sindaci e a tutti i partiti politici dall'area , a non mollare e non lasciare soli quelli che stamattina per difendere un nostro territorio hanno rischiato le botte , è un invito a riflettere e lasciare da parte i campanili perchè questa è una battaglia campale che se si perde è una sconfitta per i nostri figli. E' brutto restare soli in momenti così difficili ed è bruto restare a casa quando sai che li fuori c'è chi lotta per una giusta causa.
sabato 15 dicembre 2007
Domanda ai consiglieri aderenti al PD di Casanova
Mi auguro che Mannillo e soci non diano incarico a qualche altro avvocato di presentare qualche altra denuncia per aver pensato, spero questa volta con i soldi loro e non quelli del comune (cioè i nostri).
giovedì 13 dicembre 2007
La Vittima Sacrificale - Terzo e Ultimo Capitolo (?)
...Sacrificata?.... A CHI?!!! Aspetta tu!!!
La Figliastra arrotò gli artigli sulla pietra molare e li mise bene in vista. Prima di essere vittima sapeva essere carnefice. I primi ad essere tolti di mezzo sarebbero stati i suoi galli da combattimento che avrebbero subìto la sorte che meritavano: il collo avrebbe loro tirato e poi tutti al forno per il pranzo di Natale!
I suoi figli erano ben determinati a difendere personalmente la casa che i galli avevano trascurato e il loro spirito di sacrificio fu uno schiaffo sulla faccia di chi il culo lo sapeva tenere bene al caldo.
Notti e giorni interminabili al freddo, al gelo, alla pioggia o al vento non li smuovevano dall' accampamento che era stato allestito a difesa delle mura.
E finalmente, tra smentite e riconferme, il gran giorno arrivò. Il Gran Consiglio era pronto per la sofferta decisione. Nell' arena c' erano proprio tutti: il Barone Padre, il Primogenito e tutti gli animali da combattimento dei Figli e Figliastri, pronti a darsi battaglia.
La Figliastra fissò negli occhi il Padre e lo vide stanco, accorato. Forse neanche lui si aspettava che i maledetti gabbiani avrebbero proliferato a dismisura e sarebbero stati una vera calamità per tutto il Regno, ma ormai la Baronia era coinvolta e una decisione andava presa.
Ma... sorpresa delle sorprese!... Mai le Metamorfosi ovidiane trovarono interpreti migliori! Altro che campo di battaglia! ...l' arena divenne un teatro romano dove i rampolli della Figliastra, seduti in prima fila, assistevano, allibiti, alle trasformazioni più incredibili! Colombi che diventavano sparvieri, sparvieri che diventavano colombi. Ma quella che fece inorridire e rivoltare lo stomaco a tutti fu la trasformazione ipso facto del Dottor Jackill in Mister Hide!... E chi se l' aspettava che il caro e dolce dottorino potesse subire una metamorfosi che lo abbruttiva in quel modo! Irriconoscibile, assolutamente irriconoscibile!
Molti si chiesero da quanto tempo avesse scoperto la pozione che lo trasformava in quel modo, ma nessuno sapeva dare una risposta. I bene informati dicevano che era da tanto, ma l' antidoto che portava sempre con sè lo aiutava a mantenersi presentabile. Potere della scienza!
Tra toccate e stoccate, la decisione cadde, infine, come un macigno!... e la Sorte sacrificò la Diletta del Barone Padre... Ahi, che botta! I rampolli della Figliastra non poterono fare a meno di dare un urlo di esultanza per la vittoria....
Vittoria?... Su chi?!... Ma il bando ufficiale dello scampato pericolo tardava ad arrivare e non veniva mai letto. I messi dominici galoppavano come matti da una parte all' altra; dell' agognato bando... niente! Smobilitare l' accampamento?Rimanere ancora a custodia delle mura in attesa di un bando che forse non sarebbe mai arrivato? Mah!...Lunghi giorni di silenzio... silenzio... e silenzio...
un silenzio che faceva pensare, riflettere...
Guardando le sue montagne, la Figliastra meditava... Non se la sentiva di esultare per l' ancora incerto scampato pericolo. E la gioia non riusciva a coinvolgerla sapendo che, a poca distanza, una Sorella ora soffriva. Il Barone Padre, per salvarla, aveva attivato tutte le sue potenti alleanze, cosa che non aveva fatto con lei, ma si augurava che sarebbe riuscito a evitare il disastro. Una vena di malinconia la riprese. Eh, essere Figli e essere Figliastri!
No, non era necessario aspettare il sospirato bando per capire chi era la vittima sacrificale di tutta quell' assurda vicenda.
Osservava il cielo con tristezza e vide volare in lontananza... un gabbiano! Lo guardò a lungo nel suo placido volo.
Forse la prima vittima sei proprio tu, dolce e ignaro uccello, che non ispiri più fragranze di brezze marine ma solo fetori d' inferno. Di chi la colpa?... e sei tu Baronìa, che da paradiso terrestre sei stata declassata a deserto dove Caino insegue Abele per ucciderlo e Abele è costretto a difendersi. E sei tu, Barone Padre, che agguantato dall' ingranaggio di giochi più grandi di te, non riesci più a capire che ai tuoi Figli può dare sicurezza solo l' affetto vero e disinteressato di un Padre. E siete voi, servi dei servi, che per una scintilla di effimero potere, strumentalizzate i vostri fratelli più indifesi mettendoli gli uni contro gli altri, costringendoli a scelte che mai avrebbero voluto fare. E siete voi, figli indifesi, che strumentalizzati come siete, vi barcamenate tra mille voci e non sapete più quale bocca racconta la verità.
E vittime sono tutti quelli che, a testa china, come galline, si accontentano di razzolare nel fango e non sanno diventare aquile per volare liberi in alto, verso il sole.
TALIA
lunedì 10 dicembre 2007
PANSA PRIMA DI PARLARE PENSA
Certo non è facile il compito del commissario-prefetto Pansa, incaricato dallo scorso luglio di affrontare il disastro in cui culminano i quasi 14 anni della cosiddetta emergenza rifiuti in Campania. Però non lo aiuterà a risolvere il problema il metodo di proporre finte soluzioni magiche, prima con presuntuoso tono sorridente – durante una lunga estate che a Caserta e dintorni è stata un tormento di puzza da lui approvato e difeso – ora con toni stizziti e minacciosi contro questi incoscienti di cittadini campani che non vogliono essere avvelenati da finte ecoballe e da discariche sballate, in molti casi con la sola prospettiva di essere in futuro ulteriormente avvelenati dai fumi di un inceneritore.Ciò che Pansa ha proposto finora è in realtà uno slittamento di luoghi e di tempi del problema. Solo ipoteticamente poi risolto dalla scommessa sull’inceneritore di Acerra, che non si sa da chi, come e quando sarà completato, che è ferocemente avversato da molti, innanzitutto, e con buone ragioni, dai cittadini che dovrebbero vivere alla sua ombra.È un ragionamento ben strano quello di Pansa secondo il quale noi abitanti di Carinola dovremmo accettare di buon grado ciò che ha portato a una giustificata rivolta i cittadini intorno a Taverna del Re.Ma Pansa non sembra rendersene conto e in una serie di dichiarazioni rilasciate ai TG e all’ANSA, e riprese un po’ da tutti i giornali, afferma: «io andrò avanti anche con la forza». Per quanto riguarda il suo proposito di accettare le proteste a condizione che siano fondate, sanno già cosa pensarne a Caserta dove fino allo stremo Pansa ha contestato – ricorrendo contro una sentenza di tribunale – una marea di documenti che segnalavano l’avvelenamento dell’ambiente e gli effetti immediati evidentissimi della puzza schifosa e pericolosa che proviene da Lo Uttaro e che per mesi li ha torturati.Pansa, in varie dichiarazioni, ha tenuto a distinguere tra valore tecnico e politico delle proteste. Anche qui dimostra di non essersi reso conto di aspetti essenziali della questione rifiuti in Campania. In realtà ci vorrebbe un grande coraggio politico a dire chiaro – come sarebbe necessario per passare ad altre possibili soluzioni – che 14 anni di emergenza rifiuti sono l’effetto di scelte tecnologiche interessate e sconsiderate avallate colpevolmente dalla politica. E che finora si è a lungo andato avanti alla cieca cercando solo le soluzioni “tecniche” che potessero in qualche modo confermare quanto era stato già deciso per motivi certamente non tecnici. Quel che è successo con Lo Uttaro a Caserta ne è una prova, come ne e’ una prova il sito vaglie!!!Il coraggio di dire la verità, necessario per una vera svolta, Pansa non cè l’ha, il suo incarico di superfunzionario non lo prevede. Però se il suo compito è sostanzialmente quello di riempirci di altre ecoballe e di altri sversatoi a due passi da dove abita la gente, almeno non venga a raccontarci altre balle.Vi dico questo per farvi ragionare su quanti lati oscuri ha questa vicenda, e a tale proposito vi sottopongo alcune domande a cui io personalmente non so rispondere:1 Il sito di eco-balle doveva essere collocato in un posto distante dalle zone abitate, ed invece e’ stato scelto Vaglie. Perché?2 Il sito doveva essere scelto per risolvere il problema dei rifiuti in campania, ed e’ stato scelto un sito piccolo come vaglie. Perché?3 Il sito doveva essere scelto tra i 20 siti selezionati, è stata scelta Carinola che tutt’ora non c’è.Perchè?4 Il sito doveva essere individuato per legge in una discarica dismessa, ora invece si prende in considerazione Carabottoli che una cava non è. Perché?Caro Pansa:La soluzione sta in un grande atto di responsabilità.Se no:dimettiti.
ILPATINO
domenica 9 dicembre 2007
Quer pasticciaccio brutto de via Vaglie
1 - Il sindaco era a conoscenza dell’individuazione di Carinola come sito di stoccaggio già subito dopo l’incontro a palazzo Chigi il 5/11/2007
2 - Il Presidente della commissione Ragosta sembra affermare che il sindaco di Carinola ha dato disposizioni alternative rispetto alle indicazioni preliminari del commissariato. (testualmente: Sicuramente ho appreso che lei ha dato delle alternative sul suo Comune, mentre il Presidente della Provincia ha detto che in Provincia di Caserta non si deve entrare. Lei ha già venduto il suo territorio, se lo vuole sapere, se ne può pure andare adesso. Lei ha giò venduto il suo territorio).
Tali indicazioni potrebbero essere sulla cava di Vaglie?
Alcune pagine del verbale possono essere lette cliccando i seguenti link:
sabato 8 dicembre 2007
Quiquirì is out!
Il Quiquiri in versione cartacea verrà prodotto periodicamente. Potete stamparlo, fotocopiarlo diffonderlo, ma sopratutto farlo conoscere a chi non usa internet!
Per scaricarlo andate nella sezione download della barra laterale, cliccare su Dicembre 2007 , e poi selezionare Download. Vi verrà chiesto dove posizionare il file, dopodichè scegliete ok e scaricate il file.
Il Quiquirì
venerdì 7 dicembre 2007
La vittima sacrificale - Capitolo II
La Figliastra sfidò quello sguardo con decisione e avrebbe voluto urlare a sua volta "padre traditore! Come hai potuto?". Ma non lo fece. Era tutto fin troppo chiaro e bisognava giocare a carte scoperte. Senza esitazione, con durezza, gli disse che il suo sporco allevamento di gabbiani se lo poteva andare a fare da un' altra parte, non in casa sua!
Il Barone Padre uscì da quella casa a testa bassa, mormorando tra i denti un minaccioso 'ci rivedremo' che suonò come un incubo e si allontanò.
Appena fu uscito, la Figliastra si lasciò prendere dalla tristezza: lo conosceva bene il suo patrigno e sapeva che era capace di tutto pur di raggiungere gli scopi che si era prefisso, ma la sua brama di potere e ricchezze era ancora capace di sorprenderla.
Fu un attimo. Si riprese dalla malinconia e cominciò ad organizzare la difesa. Non c' era tempo da perdere! Chiamò a rapporto i suoi galli da combattimento e li rimproverò aspramente perchè non avevano saputo vigilare sulla casa. Come avevano potuto far entrare in casa il nemico?
Nemico?...E chi poteva immaginare che il Barone Padre potesse essere il nemico della sua Figliastra? Nessuno lo sapeva! si giustificò Gallo Cedrone. Non è possibile, non si sarebbe mai sospettata una cosa simile! si difese Galletto Amburghese. Alzando la sua bella coda, Gallo Fiammante passò all' attacco dicendo che lui lo aveva sempre detto che non c'era da fidarsi, ma nessuno lo era stato a sentire! Gli altri due, Gallo Silente e Cappone, annuivano con la testa senza dire una parola, come avevano sempre fatto.
La Figliastra non si lasciò commuovere da quelle giustificazioni puerili, li inchiodò alle loro responsabilità e pretese la convocazione del Gran Consiglio per scegliere un altro territorio dove allocare il maledetto allevamento di gabbiani che aveva fatto tanto gola al Padre. Perchè doveva essere lei a cedere parte del suo territorio, già così esiguo e tartassato, e mettere a repentaglio l' incolumità dei suoi numerosi figli? Visto che il Padre era stato così scellerato da dare il suo assenso per un progetto di cui non si prevedevano le conseguenze, si scegliesse un territorio tra quelli di tutti i figli e figliastri dove, possibilmente, i pestiferi gabbiani avrebbero fatto meno danno!
Ma non aveva fatto i conti con i suoi fratelli e sorelle! Cedere parte del proprio territorio? Non sia mai!... Scapparono ben lontano i suoi fratelli, mettendo subito in chiaro che la faccenda riguardava solo lei. D' altra parte, meglio a lei che a uno di loro, come aveva fatto capire il Primogenito, ben protetto dall' ala paterna. Eppure, proprio lui l' aiuto l' aveva avuto da lei, e tanto anche! Ah, i fratelli! Non ci sono mai quando servono!... Solo le Gemellastre, come le chiamava il Padre, spendevano una parola buona in suo favore, ma poverette, non avevano le forze adatte ad aiutarla. Tranne l' Amica del Cuore, sua vicina, nessuno era disposto ad allearsi con lei nella lotta. C'era proprio di che sconfortarsi se non fosse stato per la combattiva presenza di don Abbondio che continuava a ripeterle: questo allevamento non s'adda fare!.... E di fra' Dolcino che, senza sosta, distribuiva con generosità le sue ... noci.
Mai come in quei giorni, Uccellacci e Uccellini atterravano nel suo cortile gracchiando e cinguettando, seminando panico o allegria. Ma chi la infastiva di più erano i numerosi Avvoltoi che volteggiavano sulla sua casa aspettando di calare sulla sua carcassa non appena ella sarebbe stata sacrificata....
TALIA
lunedì 3 dicembre 2007
Lettera aperta a Gennaro Mannillo
Da un amico politico e personale.
La vicenda “ecoballe” a Carinola sta per concludersi, speriamo positivamente per Carinola o almeno per Casanova.
Nella contorta vicenda la tua azione non mi è sembrata sempre trasparente e gradirei dei tuoi chiarimenti su alcuni punti.
1. Ormai è chiaro che tu come il sindaco eri a conoscenza dal 20 ottobre della localizzazione delle ecoballe a Ca rinola. Perché non hai resa pubblica la notizia? Se non lo sapevi, perché non hai rimesso la delega di assessore all’ecologia?
2. Hai sostenuto, in privato, la necessità di un sito alternativo e poi in presenza del sindaco hai sposato la sua linea di opposizione senza alternative.
3. Hai votato, nel Consiglio del 25 novembre diversamente dal sindaco e non ti sei dimesso da vicesindaco né lui te lo ha chiesto, altri assessori li ha rimossi per molto meno.
4. Sei con la gente nel bocciare la linea del sindaco e in piena sintonia con lui (vedi Consiglio del 28 nov.) quando è presente.
5. Perché stai conducendo una incessante campagna diffamatoria nei confronti dell’alto dirigente del ministero degli interni che ha rivelato le responsabilità del sindaco? Hai forse paura che il sindaco a sua volta riveli qualcosa di sconveniente sul tuo operato nella vicenda?
Mi spieghi perché stai così attaccato al sindaco visto il disastro amministrativo di Casanova e visto che le opere le realizza a Nocelleto e la “monnezza” ce la manda a Casanova? Mi rifiuto di pensare che sia per gli emolumenti che ti procura con incarichi vari. Allora perché?
Sarei felice se anche attraverso questo sito, sul quale pure hai scritto diverse volte e dal quale sei da qualche tempo a questa parte stranamente scomparso, mi aiutassi a capire. Da parte mia non esiste alcuna riserva negativa nei tuoi confronti anzi… Se però continuerai col tuo atteggiamento ambiguo i dubbi e i sospetti aumenteranno e prossimamente la tua pur numerosa parentela potrebbe non bastarti per continuare a galleggiare.
domenica 2 dicembre 2007
Ritorno all' Ovile?
Non dovremmo più permetterci di considerare i nostri diritti completamente staccati dai doveri di chi ci amministra. Ma il condizionale in questi casi è d’obbligo.
Chi scrive è una persona che ama sognare; e che plasma ogni istante dentro di sé le fattezze di un mondo utopico, dove persino il più elementare diritto di ogni essere umano viene considerato un obiettivo primario da perseguire.
Nel mio mondo utopico le persone un bel mattino si svegliano e, non sentendosi più rappresentate da chi invece avrebbe dovuto garantire loro quantomeno una vita dignitosa, decidono di voltare pagina.
Nel mio mondo utopico, quelle stesse persone che fino al giorno prima non hanno condiviso nulla se non la terra - nel senso più materiale del termine - e che si ritrovano improvvisamente a dover fronteggiare una terribile minaccia alla loro salute e a quella dei loro figli, al loro risveglio si uniscono e si ribellano, lasciando a casa bandiere e ideologie, in nome di un obiettivo comune.
La mia utopia è il sentire la necessità del cambiamento come un fine irrinunciabile, un desiderio fondamentale, e non una “possibilità” tra tante altre.
Fin dalla sua nascita ad ogni uomo, unitamente al suo nome, viene affidato un “compito”: perseverare nella rivendicazione della propria libertà e di quella di chi gli sta intorno.
Che gioia poter sognare!!! Ma al risveglio, ecco materializzarsi l’agghiacciante realtà!
Inorridisco pensando che tra pochissimi mesi ci saranno nuovamente le elezioni, e molto probabilmente, come pecorelle smarrite, tutti insieme torneremo all’ovile: andremo ad affollare le urne disegnando graziose crocette sui nomi di quelle stesse persone che oggi ferocemente condanniamo. Costoro verranno da noi, a prometterci favori, sorrisi e prosperità. I re, che durante la lotta erano stati denudati, torneranno a vestire gli abiti migliori! E non saremo forse proprio noi a cucirli per loro?
Se così, allora meritatamente continueremo a pascolare, obbedendo a tutti questi buoni pastori.
E a testa bassa continueremo a mangiare l’erba. Ovviamente contaminata.
AliceNelPaeseDelleMeraviglie
sabato 1 dicembre 2007
La scomparsa dei fatti
Tutto ciò conferma quella che sembrava essere soltanto una supposizione dei più scettici: i fatti (e i documenti) scompaiono nel nulla. Mentre mi chiedevo perché, il giornalista Marco Travaglio mi ha risposto così:
C’è chi nasconde i fatti perché non li conosce, è ignorante, impreparato, sciatto e non ha voglia di studiare, di informarsi, di aggiornarsi.
C’è chi nasconde i fatti perché non vuole rogne e tira a campare galleggiando, barcamenandosi, slalomando.
C’è chi nasconde i fatti perché si sente embedded, fa il tifo per un partito o una coalizione, non vuole disturbare il manovratore.
C’è chi nasconde i fatti perché se no lo attaccano e lui vuole vivere in pace.
C’è chi nasconde i fatti perché fra poco ci sono le elezioni.
C’è chi nasconde i fatti anche a se stesso, perché ha paura di dover cambiare opinione.
C’è chi nasconde i fatti perché così poi qualcuno lo ringrazia.
C’è chi nasconde i fatti perché spesso sono tristi, spiacevoli, urticanti, e non bisogna spaventare troppo la gente che vuole ridere e divertirsi.
C’è chi nasconde i fatti perché così poi magari ci scappa una consulenza col governo o con la Rai o con la Regione o con il Comune o con la Provincia o con la Camera di commercio o col sindacato o con la banca dietro l’angolo.
C’è chi nasconde i fatti perché altrimenti è più difficile voltare gabbana quando gira il vento.
C’è chi nasconde i fatti perché è nato servo e, come diceva Hugo, “c’è gente che pagherebbe per vendersi”. (M. Travaglio, La scomparsa dei fatti, 2007)
La Vittima Sacrificale - Capitolo I
Ahi, quell' asso nella manica non se l' aspettava proprio! E com' è che la gatta Cenerentola si era trasformata in una tigre?.... Errori di valutazione. Stupidi, banali errori di valutazione. Ma tutto ciò era grave e non doveva succedere più. Qualcuno dei suoi nove figli e figliastri poteva convincersi che stava perdendo colpi e approfittarsene. Invece dovevano ancora temerlo e rispettarlo con la massima riverenza.
Anche se li amava tutti allo stesso modo, I giochi li doveva fare ancora lui o la baronìa non avrebbe fruttato più il massimo. E il massimo si poteva ottenere solo se si sapeva giocare d' azzardo, come faceva lui. A costo di sacrificare uno di loro e metterli uno contro l' altro.... Era successo già tante volte, ma il bene della famiglia giustificava ogni cosa e tutto il resto passava in second' ordine.
Guai se qualcuno di loro avesse preso il sopravvento....
Quando aveva deciso di sacrificare la figliastra, lo aveva fatto, è vero, tanto a malincuore, ma andava fatto.
La posta in gioco era molto alta e non si poteva correre il rischio di perderla. In fin dei conti lei, la figliastra, non gli aveva dato tutto quell' affetto che lui si aspettava ed era l' unica ad avere velleità ereditarie che andavano stroncate. Non erano in preventivo. Una decisione andava perciò presa. Una sofferta decisione.
Era ormai troppo vecchio per poter fare da solo, ma la baronìa andava comunque lasciata nelle mani di una persona fidata, di uno che egli poteva ancora manovrare con fermezza e che avrebbe soddisfatto le sue decisioni. E chi poteva essere se non il Primogenito che si era cresciuto con tanta dedizione al suo fianco, a cui aveva dato tanto e da cui si aspettava tutto? Gli altri figli e figliastri, sempre affettuosi, sarebbero stati comunque trattati molto bene, come sempre....
La figliastra invece andava eliminata. Era remissiva si, arrendevole si, ma quelle sue improvvise alzate di cresta potevano compromettere tutto. E poi non sarebbe mai stata capace di soddisfare appieno I suoi desideri! Gli avrebbe creato solo problemi.
Doveva solo riuscire a prenderla. Non sembrava poi tanto difficile! I cinque galli da combattimento che razzolavano nel suo cortile, messi lì a difesa della casa, non erano poi così ruspanti e non l' avrebbero beccato se lui sapeva come prenderli. Figurarsi se poteva aver paura di loro!... E lei sembrava così fiduciosa, così tranquilla. Non dubitava minimamente del suo affetto di padre.
L' avrebbe circuita con il suo sorriso, la sua presenza, le sue promesse.... tant' è! Era un esperto nel gioco delle tre carte e a lei piaceva molto guardarlo mentre giocava: l' avrebbe distratta, fatta divertire prima di sferrarle il colpo decisivo....
Come aveva potuto sbagliarsi? Come aveva potuto pensare che l' avrebbe eliminata così facilmente? Eppure...! Quando lei era già sull' altare del sacrificio, inerme, e lui stava per sferrarle la pugnalata nella schiena, lei si era voltata all' improvviso e - bum! - gli aveva sparato il colpo di pistola che lo aveva steso al suolo....
TALIA