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giovedì 14 aprile 2011

Ciao Giuseppe...


 L’ uccellino se ne sta muto
col suo becco giallo

Una palma di freddo
gli profuma le ali
e il lago di neve lo specchia
insieme alle sue cento stelline

Povero uccellino
ha perso i denti e l’arcobaleno
e non chiede pane per
il suo dolore
né sciarpe per il suo cuore infreddolito

Batte il becco l’uccellino
e guarda il cielo.




Ascolta  La Lola - di Giuseppe Di Donato

mercoledì 13 aprile 2011

Fine di una lunga attesa: dalla Noia al Nuovo

Michele Zannini HopeLa lunga attesa, morbosa, vuota, sta quasi per concludersi. Dunque, proviamo a riempire queste ore con  alcuni pensieri per rompere la noia. I mostruosi antenati* della politica, che più parlano e più si spaccano, più si concentrano e più si arruffano, hanno tempo fino a sabato pomeriggio per presentarsi all’ufficio elettorale con scartoffie, simboli e le loro facce stanche. Due, tre, quattro, dieci liste. Chissà! Tutto è possibile. Poi inizieranno una nuova fase, scervellandosi con la preparazione dei programmi e ovviamente dei comizi! Quante idee, quante cose da fare, (che potevano fare prima), mettere nero su bianco, così si fa, così pensano i grandi politici. Carte in mano, santoiddio! La gente capirà, non è mica stupida!Intanto, il popolo attende senza annoiarsi, tanto ci sono loro, quasi come saltimbanchi ad intrattenere.  Proprio ieri leggevo che ci sono studiosi, secondo cui la noia può essere anche creativa. In sintesi si diceva che annoiarsi un poco aiuta a liberare la mente, quindi a cercare idee nuove, sane. Chi non sa o non vuole annoiarsi probabilmente ha solo paura della noia. Paura di stare solo. Sono delle semplice ipotesi, certo, ma su cui potrebbe essere interessante riflettere. Forse tutto questa noia produce qualcosa di nuovo. Chissà.  Di certo in questi ultimi giorni c’è qualcuno che non si sta annoiando e che non annoia. Michele Zannini è pronto a condurre una lista di giovani, offrendosi al popolo annoiato dalla politica degli antenati. Ha creduto di far bene dando un nome nuovo al movimento Coraggio e Libertà, ma prima smarcandosi dall’ex sindaco M. e dal suo ultimo movimento popolare carinolese. Questi i fatti in sintesi, tanto per non annoiarci più di tanto. 

Ma il Popolo si desterà? Avrà smesso di annoiarsi? Innanzitutto però, Michele e il suo gruppo dovranno convincere il Popolo che si tratta di qualcosa di concretamente Nuovo, riuscendo ad assortire un gruppo di lavoro, onesto, preparato, creativo, aperto alla differenze e alla sfide. Quindi cominciando a liberarsi da quel linguaggio noioso [quali “condivido in pieno però, mi permetto di replicare, lancio un monito, per senso di responsabilità,  nelle more ( e nelle ciliegie!),  cordoglio unanime, o ancora, auspico un clima sereno, senza le istituzioni non si va da nessuna parte!] e roba del genere che ascoltiamo in Tv e leggiamo sui giornali. Comunicazione nuova, semplice, diretta, vogliamo. Infine il programma, ascoltando e osservando tanto ed elaborandolo di conseguenza. Basta, altrimenti annoieremo troppo. Così aspettiamo, annoiandoci quanto basta, che il Popolo cominci a ricacciare gli antenati nelle spelonche.

*Con questa etichetta s’intendono naturalmente tutti quegli esponenti politici, ex amministratori, sponsorizzatori che,  negli ultimi vent’anni, a vario titolo e con diverse responsabilità, hanno dettato provvedimenti, scelte, affari, nomine e quant’altro con cui  hanno di fatto depresso il territorio e la comunità del Comune di Carinola.

Aurora Balenare

lunedì 11 aprile 2011

Biasox in meditazione

Saint_Augustine_35
Era ormai vicina la Pasqua. Il conte Biasox, da persona devota quale doveva apparire, incominciò a prepararsi spiritualmente. Quell'anno decise addirittura di partecipare ad un' intera giornata di meditazione. Si recò nel convento di San Francesco di Casanova, appena finito di costruire, ma che lui aveva voluto restaurare lo stesso. Le malelingue sparsero voce che quel restauro inutile del convento fosse stato realizzato per dividersi, con tecnici ed amici, un pò di soldi della contea Fu accolto con tutti gli onori dal padre guardiano, che gli mise a disposizione tutto il convento.

Il conte Biasox fingeva di meditare sulla vita di Gesù Cristo, ma in verità meditava solo sulla propria. Ricordò i bei tempi, quando tutti i nobili della contea, insieme ai servi della gleba, facevano a gara per baciargli la mano. Ricordò tutte le dame che si accapigliavano per restare sole con lui, causando l'ira della consorte. Pensò a tutto quello che aveva realizzato nei suoi tanti anni di buon governo. La privatizzazione dell'illuminazione pubblica, della raccolta della monnezza, ed infine la privatizzazione dei cimiteri. Con questa opera aveva espresso il massimo del suo genio politico. Col servizio cimiteriale aveva proiettato la contea di Calenum, all'avanguardia del vivere civile di tutto il regno di Maradonia.

Adesso gli restava solo un'altra opera altamente innovativa e di grande civiltà: la privatizzazione dell'acqua pubblica. Tutti sapevano che le sue iniziative erano tese all'introito di forti percentuali, ma tutti concordavano che gli spettassero di diritto. Nonostante fosse immerso nei suoi pensieri, ebbe la prontezza di far finta di biascicare una Ave Maria, avendo notato il frate nei paraggi. Continuando nella sua meditazione si intristì, nel pensare che molti dei suoi beneficiati quasi lo evitassero pensando di tradirlo. Eppure aveva realizzato un palazzo sportivo, una chiesa nuova, due tre campi sportivi, rifatti quattro cinque volte, oltre alla sua opera più gloriosa: piazza Navona in Nocellum. Per festeggiare i suoi dieci anni di regno, aveva voluto una grande piazza con una fontana al centro, che ricordasse quella dell'omonima piazza romana. Vero che molte di quelle opere erano incompiute, un altro paio di lustri di governo e sarebbero state completate... doveva pur pensare ai guadagni per la vecchiaia.

Un turbine di ricordi e di pensieri gli correvano nella mente, bloccandogli la sua dote più spiccata, quella di stratega. Ebbe un attimo di rimorso, nel ricordare il giovane Micheligno de San Donà. Nel libro c'è un intero capitolo dedicato allo sfortunato giovane, ma per motivi di spazio ne citerò solo un breve sunto. Questi era un giovane paggio, il quale per i servigi resi a corte era stato nominato cavaliere. Durante la congiura dei nobili, Biasox avendo subdorato una sua alleanza con Don Luis,  decise di eliminarlo. Lo fece invitare alla caccia alla volpe, arte in cui era il migliore della contea, dal visconte Giano Trifronte. Il giovane, ignaro delle trame dei due, si recò con loro a caccia, ma non fece ritorno, e mai ne fu trovato il corpo. Il ricordo di Micheligno è stato tramandato nei secoli come simbolo dell'ingenuità e della buona fede giovanile.

Biasox, liberatosi da quel fastidioso ricordo, si concentrò sulla lega dei nobili che si erano alleati contro di lui, capeggiati dal suo ex cerusico... Invano aveva mandato ambascerie al marchese De Grimaldellis, protettore di don Luis, vane erano state le offerte che gli aveva prospettate per indurlo a tornare al suo servizio. Tra i suoi fedelissimi aveva notato un certo scollamento, foriero di scarso impegno combattivo. Solo il visconte Giano Trifronte era tornato umilmente ai suoi piedi, in quanto come alternativa aveva solo l'esilio. Dopo una giornata di meditazione, durante la quale si concesse solo un bicchiere d'acqua, riscuotendo l'ammirazione del guardiano per la sua penitenza, decise la sua strategia. Nominò a capo della sua coalizione un giovane cavaliere, appartenente alla nobile casta dei De Giallibus. In caso di vittoria, non avrebbe conservato il trono, ma almeno gli introiti, ciò che più gli interessava. Fiducioso sull'esito positivo della sua strategìa, lasciò il convento più sereno di quando vi era entrato. Il guardiano, nel salutarlo guardandolo in viso, si convinse che la giornata di meditazione lo avesse beatificato.

IL CONTE DEL GRILLO



Nota dell'autore:

Informo gli affezionati lettori delle gesta del conte Biasox che il libro ormai è alla fine, e con esso il mio faticoso compito. Come sapete, questo antico testo ritrovato nella cattedrale di Carinola, è scritto in latino arcaico e in un frammisto tra la lingua napoletana a quella scarpitta. Volutamente non ho letto come finisce, ma da queste ultime pagine che ho tradotto, mi sorge il dubbio che abbia una fine tragica.


giovedì 7 aprile 2011

Come ti distruggo il centro storico


I nostri paesini sono abbastanza antichi e per, certi versi, molto belli. Anche se non appartengono a un “antico” ricco, come possono essere i paesi della Toscana, perché prevalentemente agricoli, conservano ancora il fascino del tempo andato, riscontrabile soprattutto nei portali, nella disposizione dei cortili, nelle finestre e in tanti piccoli elementi architettonici disseminati qua e là.
Se questi centri storici venissero valorizzati al meglio mediante un piano urbanistico a  cui tutti i cittadini devono attenersi, avremmo dei paesini-gioiello capaci di richiamare in loco una notevole schiera di turisti alla ricerca del fascino del passato. Invece, non esistendo un piano urbanistico che tuteli la ricchezza storica ed architettonica che ancora possediamo, continuiamo a distruggerla con interventi fai da te, in nome della modernità e della comodità, anche con la complicità delle amministrazioni comunali che si sono susseguite. E così ci ritroviamo con finestre del ‘500 che diventano moderni balconi; con portali stretti sempre del ‘500 che diventano larghi come garage, con portoncino metallico per giunta, per permettere l’entrata di una macchina; caratteristici cornicioni che scompaiono dal tetto; rotondità che vengono squadrate; moderne aggiunte strutturali a facciate antiche, senza che nessuno dica nulla! E così le caratteristiche del centro storico vanno a farsi benedire, trasformando il luogo in un’accozzaglia di stili informi ed insignificanti.

A Casanova, i Carani e i Lorenzi, che sono i due nuclei storici più antichi, hanno subito molti di questi interventi senza che nessuno abbia fermato la mano del “violentatore”. Non so negli altri paesi, ma credo sia la stessa cosa.
Mi dispiace dirlo, ma abbiamo avuto sempre amministrazioni che non hanno saputo valorizzare ciò che di buono c’era nei nostri paesi, non approntando un piano urbanistico a tutela dei beni architettonici, anzi le amministrazioni hanno contribuito a farlo distruggere, permettendo che si perpetrassero simili scempi. Forse un piano urbanistico c’è, non so, ma sicuramente non viene fatto rispettare, altrimenti non ci sarebbero simili obbrobri sparsi nei nostri nuclei più antichi. 

Quale cittadina di questo Comune, chiedo ai prossimi amministratori di affrontare con determinazione anche questo delicato argomento, tutelando quello che ancora ci rimane della nostra storia. Sicuramente non tutti  se ne rendono conto, ma per ogni pietra che scompare o che viene arbitrariamente trasformata, scompare un pezzo di noi stessi.

Clio

lunedì 4 aprile 2011

E' fatta....o quasi


Scegli la tua casacca!
Dalle notizie, in verità poche, che trapelano, sembra che ormai i giochi per le candidature siano chiusi. Delle tre o quattro liste paventate, sembra si sia ritornati a due. Una dovrebbe essere capeggiata da De Risi, dinosauro della politica carinolese, l'altra da Galdieri, forse. Se non ci saranno clamorosi stravolgimenti, questi saranno i due candidati sindaco. Anche se cambiasse il candidato sindaco della lista Galdieri comunque resterebbero solo due. La svolta è venuta dalla mossa di De Risi, che quale uomo libero, si è offerto ad entrambi gli schieramenti. Questo ha fatto decidere Grimaldi, il patron della lista, ad investirlo della candidatura a sindaco. Di fronte alla corazzata grimaldiana, gli altri sono stati costretti a stringersi a coorte per tentare di arginarla. Quindi avremo da un lato i dieci dimissionari dell'altra, Mannillo insieme a coloro che non firmarono la sfiducia, oltre a Galdieri ed altre forze secondarie. Forse il caso ha voluto che si fronteggiassero gli artefici della dolorosa esperienza del commissariamento del comune di Carinola. Da un lato, coloro che hanno favorito lo scoglimento, dall'altro, il sindaco con i lealisti. Gli uni sostenevano le dimissioni del sindaco per cattiva amministrazione, gli altri, sostenevano che erano volute da Grimaldi per insediare un suo uomo fidato. Con la votazione del prossimo Maggio i cittadini potranno decidere anche chi delle due fazioni aveva ragione. Derisi non ha nascosto a nessuno, che le sue dimissioni furono dovute alla promessa di Grimaldi di presentarlo come sindaco. Grimaldi ha tentato in tutti modi ,di preferirgli qualche volto nuovo, come Rosa Di Maio, ottima scelta, o Verrengia, giovane casalese. Ma la mossa di De Risi, e la vergognosa accondiscendenza alle sue richieste da parte di Di Biasio, ha forzato la mano a Grimaldi, ora aspettiamo e speriamo. Aspettiamo che si parli anche di programma, speriamo di sapere il vero motivo del defenestramento di Mannillo. Quella sfiducia senza motivazioni plausibili, è una macchia oscura che come un fantasma, aleggia tra i cittadini di Carinola. Può darsi che qualche insoddisfatto vuoti il sacco, informando il popolo, di ciò che era doveroso esporre in consiglio comunale, prima di firmare le dimissioni. E' poco probabile ma può accadere, se fosse indispensabile per raccogliere voti necessari per la vittoria della lista.

Anonimo via web - fonte (speriamo vivamente) inattendibile.

Un uomo che ha capito

Che non si vive di solo pane, lo sappiamo e lo accettiamo tutti, ma il cibo che nutre l’altra parte di noi, quella spirituale, non sempre è di prima scelta. A volte ci si accontenta di scarti che non soddisfano affatto il nostro io superiore, ma lo accogliamo tranquillamente perché non ne conosciamo altri o nessuno ce li propone nel modo giusto. Ed ecco che i giovani di oggi trovano sollazzo in tante attività che possono diventare anche pericolose: le discoteche, le uscite notturne con gli amici verso le quali non ci sarebbe nulla di male se non fossero accompagnate da  ingestioni di droghe pericolosissime o di alcool che spesso portano ai disastri stradali che  angosciano i nostri fine settimana. Molti giovani di oggi non conoscono altra strada che lo “sballo” per stare bene con se stessi e con gli altri.

C’è però chi sa che c’è un’altra strada per stare bene con se stessi e con gli altri e non ha avuto paura di proporla alle nuove e alle vecchie generazioni.
Don Paolo Marotta, parroco di San Donato e Ventaroli, è ciò che io definirei un prete di frontiera, costretto com’è a dividersi tra due parrocchie non senza difficoltà, perché i problemi pratici e logistici di queste due piccole comunità sono tanti. Quello che però caratterizza don Paolo è la forza d’animo, il non avvilirsi o piangersi addosso e da ogni situazione, per quanto problematica possa essere, cerca di tirarne fuori il meglio. E’ un uomo che fa perchè ha capito.  

Ha capito che i giovani vanno presi per mano e condotti verso strade più sicure, ma ha anche capito che i ragazzi di questi luoghi sono troppo abbandonati e lasciati a se stessi da tutte le istituzioni.
Quando allora si è presentata l’occasione, ha dato subito la sua disponibilità per affrontare una nuova esperienza formativa: aiutarli a crescere, offrendo loro la possibilità di vivere la fede con gioia, cantando e ballando, secondo il sentire delle nuove generazioni, ma che piace tanto anche alle vecchie.
 Più di un anno fa, un seme è stato gettato nel silenzio della chiesa di San Donato. Oggi quel seme è  germogliato ed è diventato albero rigoglioso, tanto che la chiesa di San Donato non è bastata più a contenere tutte le persone che ogni mercoledì sera si ritrovavano insieme. Così sono state le suore di Carinola ad offrire la propria cappella, abbastanza grande per accogliere le 300 e passa persone che si riversano a Carinola da ogni parte del Comune e dei dintorni.
Stupenda esperienza che tutti dovrebbero fare, soprattutto i più giovani che pensano che vivere la fede sia un’esperienza inutile e ammosciante! E’ un abbracciarsi, un sorridersi, un cantare e ballare insieme, ma anche un raccogliersi nel silenzio e nella meditazione. E’ soprattutto un elevarsi insieme.
Credo che tutti noi dovremmo essere grati a don Paolo per l’opportunità di crescita che offre a noi tutti  e all’attenzione che ha  verso i nostri ragazzi, visto che le altre agenzie educative sono latitanti.
Fotinai

venerdì 1 aprile 2011

Appello a tutti i candidati



I lutti, le malattie, i danni all'ambiente determinati nella valle del Garigliano ( e non solo) dalla radioattività prodotta dalla omonima centrale nucleare; il disastro umano e ambientale verificatosi a Cernobyl il 26 aprile 1986; la drammatica situazione che si sta verificando in Giappone con i reattori di Fukushima, ci hanno dato un messaggio chiaro e terribile:

L'ENERGIA NUCLEARE METTE A RISCHIO L'INTERA UMANITA' !

Contrari da sempre a questa scelta, già espressa dal popolo italiano con il referendum del 1987,

LANCIAMO UN APPELLO A TUTTI I PARTITI E LE LISTE

che intendono chiedere, nella prossima tornata elettorale, il consenso dell'elettorato

AFFINCHE' ESPRIMANO CON ESTREMA CHIAREZZA IL LORO ORIENTAMENTO SULLA SCELTA DELL'ENERGIA NUCLEARE

e si impegnino per la campagna referendaria per l'acqua pubblica e contro il nucleare.

Nel contempo, dato il parere favorevole all'atomo espresso dal Governatore della Campania Caldoro, nonostante la disastrosa situazione idrogeologica di tutto il territorio regionale disseminato, come non bastasse, di rifiuti tossici e nocivi, chiediamo che gli stessi partiti si facciano promotori, verso i rispettivi referenti politici che siedono nella giunta e nel Consiglio regionale, di iniziative che scongiurino questa scelta,

ORIENTANDOSI VERSO LE ENERGIE RINNOVABILI.


Comitato Referendario Aurunco '' Garigliano''

mercoledì 30 marzo 2011

Biasox la volpe



Quella mattina di primavera, Il volto del conte Biasox era radioso, come il sole primaverile che lo accarezzava nel suo giardino. Era di ottimo umore per la bella giornata, ma soprattutto per la notizia, che gli aveva appena consegnato il messo del regno. Su sua richiesta, Giano Trifronte era stato privato del titolo di duca, sostituito con quello di visconte. Come tutti sanno il visconte è il vice del conte, più precisamente, l'aiutante del conte. Con questo atto, aveva definitivamente ridimensionato la figura dell'ex duca, ormai relegato in funzioni secondarie. La furia che lo aveva pervaso alcune sere prima, a causa di Lorenzo il Savonarola, era ormai dimenticata. Quella sera, (vedi puntata precedente) a bordo della sua potente carozza, era transitato, a forte velocità, sulla strada che collega Nocellum al villaggio di Santa Cruz. Non fu casuale che lui percorresse quella strada, per lui inusitata.Era stato informato, che nei sotterranei della fazenda di Don Luis di Santa Cruz, suo ex cerusico, erano riuniti i vassalli che complottavano contro di lui. Questi riconobbero dal fragore della carrozza, chi era il conduttore, e si abbracciarono tremanti. Il giorno dopo, partì l'offensiva del conte, per farlo, mise mano a tutte le minacce e blandizie che il suo cervello volpino potesse partorire.

Il giorno dopo incominciò offrì il posto di conte a tutti, incomiciò con don Luis e finì con l'ultimo vassallo della contea. Tutti credettero alle sue promesse, tutti si sentirono investiti della candidatura oltre a donna Antonia che già si sentiva contessa, perfino Michele, discepolo prediletto di Biasox, pensò per un momento di poterlo sostituire. Ovviamente, incominciarono a combattersi tutti aspramente, come l'arguto Biasox aveva previsto.Il suo obietivo principale era quello di dividerli tra di loro, ma principalmente dal marchese Maximus de Grimaldellis. Questi era componente del gran consiglio del regno di Maradonia e tramava, da tempo, per sostituirlo con qualche suo protetto. Proprio questo era lo scopo delle ripetute riunioni notturne, nella cantina di don Luis. Biasox con la sua mossa lo aveva spiazzato, ormai i vassalli erano tutti divisi, perfino la dama bianca, Rosa di Maggio, favorita del marchese, aveva comunicato di non essere interessata al trono della contea.

Questi erano i pensieri che il conte Biasox rimuginava nel suo super cervello, il sorriso beffardo, che incorniciava il suo bel viso, era del tutto giustificato. Ormai, il suo furbesco progetto doveva solo concludersi con la più ragionevole delle soluzioni e aspettava solo che la stragrande maggioranza dei vassalli, stufi di farsi la guerra, lo implorasse di riprendere il suo legittimo posto acclamandolo conte di Calenum.



IL CONTE DEL GRILLO


lunedì 28 marzo 2011

Chi paga?







In questi giorni stiamo assistendo all'arrivo ininterrotto di migliaia di extracomunitari. Tutti cercano di raggiungere Lampedusa con qualunque mezzo, per loro l'Italia è l'Eldorado, o così credono che sia. Stiamo assistendo ad una gara di  di solidarietà da parte di tutti i nostri governanti. Chi offre 2000 euro, chi offre vitto ed alloggi gratuiti, chi la cittadinanza a tutti. Una gara di bontà a spese degli italiani. Non solo con l'aumento delle tasse e dei carburanti, ma soprattutto con il blocco del futuro del paese. Infatti l'Italia ha la più grande percentuale di giovani disoccupati di tutta Europa. Ci si preoccupa e si sperperano ingenti risorse per i tunisini, gli iracheni,  per i libici e niente per chi rappresenta il futuro della nazione. Questa massa di incoscienti, con le tasche piene, sono insensibili alla esigenza  primaria dei propri comnnazionali, cioè il lavoro. Con gli extraxcomunitari tanta indulgenza e generosità, con i propri cittadini: tasse e polizia se protestano.
Gli unici che si distinguono, sono gli esponenti della Lega Nord, che difendono i loro territori da questa invasione ed invocano l'espulsione di tutti questi irregolari. A loro risponde Vendola, che subito ha offerto ospitalità a chiunque, per rimarcare la sua diversità e la sua super generosità. Come presidente di una regione che, grazie a lui, non ha più disoccupazione, niente criminalità e tutti i servizi funzionano benissimo, può offrire asilo a tutti. I  pugliesi possono pagare, vivono tutti benissimo da quando c'è lui. Le altre regioni meridionali chi li difenderà ? Già sono in forte difficoltà a causa della crisi economica che qui è perenne. Adesso, le poche risorse disponibili le devolvono in beneficenza, per il semplice gusto di passare per buoni. Non comprendono che con loro comportamento irresponsabile,possono favorire l'arrivo di milioni di disperati col conseguente collasso del nostro sistema. A loro, poco importa delle conseguenze, tanto non saranno loro a pagare, ma la parte più debole della cittadinanza.


Pantalone


domenica 27 marzo 2011

Raccolta differenziata: cittadini coscienziosi


I dati della raccolta differenziata  a Carinola apparsi su un giornale locale sono molto confortanti e rivelano due cose:
-  i cittadini carinolesi sono molto coscienziosi e, se vogliono, sanno fare le cose per bene. Un po’ meno la ditta appaltatrice che non li aiuta per niente nella raccolta. I carinolesi non meritano il caro bolletta che è stato loro propinato proprio perché, quando i rifiuti differenziati vengono trovati mischiati con altri nelle piattaforme rivelandosi di fatto rifiuti indifferenziati, la colpa di ulteriori  spese di smaltimento ricade principalmente sulla ditta e poi sull’Amministrazione. Ossia su noi.
-  se informati meglio, quel 56,653% potrebbe salire ancora, con un notevole risparmio per loro stessi e per il Comune.
Quello che effettivamente è mancato è stata proprio una campagna informativa che potesse aiutare il cittadino a selezionare meglio i propri rifiuti. Tranne un piccolo foglietto volante, datoci all’inizio della raccolta e dove sono scritte le modalità di raccolta, niente più è stato fatto per aiutare il cittadino in quest’impresa. E per alcuni può essere proprio un’ impresa!
Nell’affrontare una buona raccolta differenziata, bisogna essere molto realisti ed obiettivi: tra le casalinghe, che poi sono quelle che differenziano, ci sono tantissime persone anziane che poco sanno leggere o non sanno leggere affatto e devono ricordare a memoria che cosa va dove e quando. Ci sono tantissime badanti che non conoscono la lingua italiana e sicuramente non hanno a portata di mano un foglietto che, dopo tre anni, chissà dov’è finito. Ci sono tante persone sole che non hanno neanche chi le aiuti a mettere fuori la busta dell’immondizia e si arrangiano come possono.
Una buona campagna informativa e formativa  è d’obbligo se si vogliono raggiungere risultati soddisfacenti, ma a tutt’oggi niente di tutto questo è stato fatto.
Allora, di chi è la colpa del caro bolletta che, volendo, potrebbe diminuire? Del cittadino che non sa, o della ditta che non fa?....
In questo contesto, le passate amministrazioni hanno fatto concretamente poco, lasciando che la ditta raccogliesse quotidianamente i rifiuti senza mai rendersi presenti, come se fosse una faccenda esclusivamente fra essa e i cittadini.
Infine, siamo assai curiosi di sapere che cosa stanno pensando i prossimi candidati per risolvere i problemi dei cittadini, tra cui quello della raccolta rifiuti; a tre mesi dal voto li ritroviamo piuttosto impegnati a cospirare fra di loro invece che a parlare di cose che interesserebbero più da vicino i carinolesi…. Che cosa stanno studiando per quanto riguarda progetti ed iniziative tese a migliorare la raccolta e permettere un risparmio nel tempo della bolletta? Come vogliono tutelare e valorizzare il patrimonio ambientale? Non sarebbe ora di parlare di queste cose?

mimì e cocò


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giovedì 24 marzo 2011

i piccoli uomini liberi

gli assistenti del nuovo sindaco




Lavorano per noi, con la differenza che lo fanno sempre in gran segreto. L’ultima – ma forse è solo la terzultima coi ritmi diabolici che sono in grado di sopportare - è che vogliono Giggino sindaco, ops scusate candidato sindaco per il centro-sinistra. Un dolce ritorno, se si dovesse chiudere l’accordo. Una stupenda storia da raccontare ai nostri nipoti. Gennaro, Biasox e Giggino di nuovo insieme! Attempatamente felici. Eppure c’è chi dice che è tutta una bufala messa in giro per infiacchire Massimo e che a cascarci saranno stati solo i giornali e Ceraldi. Chissà. 

Intanto c’è chi comincia a credere davvero che la proposta sia stata effettivamente fatta: di sicuro noi che ormai siamo abituati a tutto non ci stupiremmo certo se fosse vera e se alla fine il jolly della politica carinolese accettasse. Del resto una proposta del genere poteva arrivare solo ad un uomo. L’Uomo Più Libero Di Tutti. Lui che poi in effetti è ricco di tante buone idee, di fantastici progetti, che salverebbe il mondo da qualsiasi minaccia e che riuscirebbe a cambiare tutto nel comune, se solo ci provasse. 
Ma non dovevamo già stupirci di un altro ritorno? Gennaro Mannillo, appena sfiduciato, e scaricato da Psi e da Pdl, è rientrato con la voce grossa nel centrosinistra. Voleva le Primarie, che gentile. Ma le voleva solo lui. Almeno però la società civile avrebbe potuto dire la sua. Qualcuno si sarebbe fatto avanti, qualcuno di veramente nuovo e motivato (non lui!). Ma Biasox ed altri la pensavano diversamente. Troppo diversamente. Meglio decidere fra noi! In segreto.

Ma intanto gli altri che fanno?

Gli altri, comodamente, aspettano e tramano. Infatti chi è così fesso da scoprire le carte quando si è così vicini dal chiudere una partita?

Nei dimissionari la situazione è tesa. Troppo tesa. I triasici Marrese e Marcantonio ripassano la palla a Massimo e questi che cosa fà? Aspetta ancora. Chissà, forse Massimo è anche un buon prestigiatore e alla fine tirerà un coniglio dal cilindro  che salterà per il comune, di balcone in balcone. 

Restano Pdl, Udc, Psi ed Indipendenti. Questi sono i più spassosi. Galdieri crede di fare il sindaco, ma i numeri li ha Mattia. Quindi? Anche loro aspettano, meglio tardi che mai. 

La cosa triste invece è che anche il popolo di Carinola aspetta che fra questi la spunti qualcuno e vada ai balconi a sparare cazzate. Poi tutto passerà. I segreti rimarranno tali, le cazzate al massimo ci faranno sorridere.

Aurora Balenare

mercoledì 23 marzo 2011

Buon compleanno Quiquiri!



quiquicompleNel marzo del 2007 un gruppo di giovani cazzuti e intellettualmente maneschi con lungimiranza (modestia a  parte) trasportano il Quiquirì dalla carta al web. Fu  una necessità determinata dalle continue minacce e denunce fatte dai vari politiciucci nei confronti di un giornale che, autofinanziandosi, dal 2003 “invadeva” periodicamente i vari esercizi pubblici casanovesi con i suoi contenuti. 
Era un semplice foglio A4 diviso in due, fitto di denunce, idee, critiche, obiezioni, satira. Un semplice foglio pieno di passione  e verità che chiaramente infastidiva  tutti coloro che fino a quel momento si sentivano sicuri e intoccabili. Il Quiquirì in carta continuò a dire la sua  nonostante i metodi camorristici dei nostri “rappresentanti” che, infastiditi dal pensiero libero, non hanno mai perso tempo nel minacciare e diffamare i presunti quiquiristi, presentandoli all’opinione pubblica come delinquenti, drogati, gentaglia poco raccomandabile. Ovviamente i cittadini, meno stupidi di quello che i politici credono, hanno subito capito chi fossero i poco raccomandabili e con  sincera partecipazione ci hanno seguito fino ad oggi. 
I primi passi del Quiquirì  furono molto divertenti, la Di Biasio team’s, con il Gennaro bifacce al seguito, amministrava il comune e, senza perdere tempo, era sempre a fare esposti dai carabinieri, al commissariato di polizia ecc. ecc. ogni qualvolta usciva un numero del Quiquirì. Sempre nello stesso periodo, invece, i vari fascistelli locali, ancora fedelissimi a Fini, cercavano di comprarci e ci mandavano tanti baci d’amore che ovviamente venivano spediti al mittente, dopo essere passati dal cesso di casa. 
Sono passati diversi anni, anche se sinceramente sembrano pochi mesi, e dopo essere stati costretti ad archiviare la carta, in quanto troppo esposti alle facili denunce/minacce dei soliti noti, ecco la svolta: il web. Può sembrare strano ma l’evoluzione della rete è stata cosi repentina che, in pochi anni, le serate che spesso diventavano nottate trascorse ad organizzare l’edizione cartacea, sembrano davvero lontane. Problemi di incolonnamento, foto da ottimizzare, scollettamento per pagarci le stampe, la distribuzione al limite del comico. Momenti che rimarranno sempre in noi. 
Dal 2007 tutti questi problemi sono andati in pensione, ciò che invece non è andato e non andrà mai all’ospizio è il coinvolgimento, il confronto, l’indipendenza, la libertà di non essere schiavi. Concetti che grazie al web, si sono amplificati oltre le nostre aspettative, determinando una cosa che mai ci saremmo aspettati, ovvero la totale apertura attiva verso tutti coloro che hanno la necessità di esprimere un pensiero, un punto di vista, una critica, una risata. 
Il Quiquirì, da quando è approdato sul web, è un mezzo di dominio pubblico, una finestra sul nostro territorio da dove i nostri concittadini lontani possono affacciarsi, un luogo dove ogni cittadino può dire la sua. Il Quiquirì, ormai, non è più di coloro che lo hanno fondato, ma di tutti i carinolesi e non solo.
Grazie a tutti. Grazie a tutti coloro che ci apprezzano, che ci disprezzano,  a quelli che credono nelle nostre parole, a quelli che invece ci considerano dei maldicenti, a quelli che alimentano le discussioni in modo sensato e a quelli che cercano la rissa o la diffamazione; grazie a chi ci ha minacciato verbalmente e fisicamente; grazie a chi continuamente ci appoggia. Grazie.