50.000 euro per il premio Matilde Serao. Questa è la somma destinata al premio grazie al’impegno di Massimo Grimaldi.
Questo apprendiamo da Carinola punto net. Questo mi lascia sbigottito. 50.000 euro per un premio che, diversamente da come dice il gestore del sito, non coinvolge la comunità ma quella parte che definirei i “signori dalle unghie spezzate”. Ovviamente non tutti, ma è chiaro che questi premi, così come il premio Moscati, si presentano come un semplice momento autocelebrativo degli organizzatori e della politica. I momenti più interessanti, ovvero le letture degli scritti della Serao, le vicende di vita vissuta della scrittrice nel nostro comune, vengono percepiti dai presenti come una parentesi noiosissima, prima dell’atteso buffè.
Certo che con 50.000 euro il buffè si trasformerà in una opulenta cena di gala dove tutti, mettendo da parte cravatte e pellicce di pessimo gusto, piomberanno come libici affamati sulle pietanze, con consequenziale sacchetto da portare a casa e riscaldare, come si fa in ogni matrimonio paesano che si rispetti. Non voglio assolutamente sparare sulla figura di Matilde Serao che forse lo stesso Grimaldi non conosce (anzi lo invito a leggere Le virtù di Checchina in modo da capire che la scrittrice non sarebbe tanto in linea con gli “ideali” del partito del massimone), ma non posso assolutamente concepire una mercificazione gratuita della cultura che, alla fine, non si rivela tale ma semplice ostentazione, proprio come il concerto della Ricciarelli (mamma mia che brutta immagine vedere tutti i cafonacci a sentire l’opera). E’ chiaro che i premi non mi piacciono in quanto, come ho già detto, non coinvolgono la cittadinanza se non per il cibo gratuito e credo che 50.000 euro potrebbero essere usati per fare iniziative collaterali e formative, come ad esempio un seminario di giornalismo, un concorso letterario per gli alunni delle scuole di Carinola e molte altre cose.
Con 50.000 euro comprerei la casa della scrittrice, oggi disabitata se non sbaglio, e ne farei un museo a lei dedicato. Con 50.000 euro si potrebbero fare tantissime cose di forte valenza culturale che sul serio coinvolgerebbero la cittadinanza e non solo gli appassionati del buffè. Al di là di tutto, che arrivino soldi per la cultura è sempre buono, ma è degradante vedere (mi auguro che non sia così) come i fondi vengano sperperati per l’autocelebrazione di pochi, e la qual cosa offende ciò che ha scritto e detto Matilde Serao nella sua fortunata carriera.
Anima Perplessa
Questo apprendiamo da Carinola punto net. Questo mi lascia sbigottito. 50.000 euro per un premio che, diversamente da come dice il gestore del sito, non coinvolge la comunità ma quella parte che definirei i “signori dalle unghie spezzate”. Ovviamente non tutti, ma è chiaro che questi premi, così come il premio Moscati, si presentano come un semplice momento autocelebrativo degli organizzatori e della politica. I momenti più interessanti, ovvero le letture degli scritti della Serao, le vicende di vita vissuta della scrittrice nel nostro comune, vengono percepiti dai presenti come una parentesi noiosissima, prima dell’atteso buffè.
Certo che con 50.000 euro il buffè si trasformerà in una opulenta cena di gala dove tutti, mettendo da parte cravatte e pellicce di pessimo gusto, piomberanno come libici affamati sulle pietanze, con consequenziale sacchetto da portare a casa e riscaldare, come si fa in ogni matrimonio paesano che si rispetti. Non voglio assolutamente sparare sulla figura di Matilde Serao che forse lo stesso Grimaldi non conosce (anzi lo invito a leggere Le virtù di Checchina in modo da capire che la scrittrice non sarebbe tanto in linea con gli “ideali” del partito del massimone), ma non posso assolutamente concepire una mercificazione gratuita della cultura che, alla fine, non si rivela tale ma semplice ostentazione, proprio come il concerto della Ricciarelli (mamma mia che brutta immagine vedere tutti i cafonacci a sentire l’opera). E’ chiaro che i premi non mi piacciono in quanto, come ho già detto, non coinvolgono la cittadinanza se non per il cibo gratuito e credo che 50.000 euro potrebbero essere usati per fare iniziative collaterali e formative, come ad esempio un seminario di giornalismo, un concorso letterario per gli alunni delle scuole di Carinola e molte altre cose.
Con 50.000 euro comprerei la casa della scrittrice, oggi disabitata se non sbaglio, e ne farei un museo a lei dedicato. Con 50.000 euro si potrebbero fare tantissime cose di forte valenza culturale che sul serio coinvolgerebbero la cittadinanza e non solo gli appassionati del buffè. Al di là di tutto, che arrivino soldi per la cultura è sempre buono, ma è degradante vedere (mi auguro che non sia così) come i fondi vengano sperperati per l’autocelebrazione di pochi, e la qual cosa offende ciò che ha scritto e detto Matilde Serao nella sua fortunata carriera.
Anima Perplessa