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domenica 12 dicembre 2010

Noi, popolo tartassato ed oppresso

Ditemi una cosa voi governanti, amministratori e rispettivi portaborse e leccaculo, che vi riempite la bocca   della parola “popolo” come se fosse una caramella al miele, e che tutto giustificate in nome di questa parola: vi sembra giusto che il popolo debba pagare bollette esorbitanti di monnezza per mancanze ed illeciti che VOI avete commesso? Vi sembra giusto che debba sborsare simili somme indecenti per un servizio che gli viene fornito male o non gli viene fornito affatto? Vi sembra giusto che i nostri striminziti stipendi e tredicesime (per chi ce l’ha) debbano essere penalizzati dalla politica della strafottenza, della prepotenza e della sopraffazione, mentre i vostri lauti stipendi e tredicesime rimangano ben custoditi nelle vostre banche? Vi sembra giusto che il popolo debba arrabattarsi giorno per giorno per tirare a campare, mentre voi riuscite a farvi ville e villette in montagna o al mare?  Vi sembra giusto che voi riusciate ad avere un  posto di lavoro subito pronto per i vostri rampolli, mentre i rampolli dei povericristi diventano vecchi cercando uno straccio di lavoro?
E vi sembra giusto che chi difende il proprio diritto alla salute, all’ istruzione, all’ informazione debba essere manganellato dalla polizia come il peggiore dei delinquenti, mentre i delinquenti veri che siedono tra le sedie del Parlamento e dei Consigli Regionali, Provinciali e Comunali siano riveriti come salvatori della patria?
NO CHE NON E' GIUSTO! Anzi dico di più: è indecente; è disgustoso; è immorale.
Voi che avete tanto caro il “popolo” solo perché esso è lo strumento che vi permette di arricchirvi, sistemarvi, farvi sentire padreterni, siete in realtà i veri criminali perché favorite l’ illegalità e l' ingiustizia per vostro vantaggio e a discapito del popolo. Quello vero. Siete i nuovi Farisei, quelli che uccidono la Verità e la Giustizia per proprio subdolo tornaconto.

In tutto questo vostro vergognoso bailamme amministrativo, una delle cose più ingiuste è che la quota Tarsu si paghi in base alla grandezza della casa e non al numero delle persone che la abitano. Secondo logica, sono le persone a produrre monnezza e non la casa. Ma non a Carinola. dove la logica è molto soggettiva.  L' assurdità per eccellenza, poi, è il fatto che  una sola persona che vive in una casa grande paghi circa 1000 euro, mentre otto persone che vivono in una casa piccola ne paghino 200... Quanta monnezza produce annualmente una sola persona e quanta ne producono invece otto?... Mistero della logica carinolese!
Dal momento che in questo Comune è tutto sui generis, il popolo ha dunque il DIRITTO di sapere che cosa va esattamente a pagare con queste bollette vergognosamente alte. Una raccolta differenziata all' acqua di rosa? Un sistema di depurazione che non ha mai funzionato? Lo smaltimento della monnezza di Napoli? Una tangente camorristica?...  Il minimo che si possa pretendere è una bolletta molto dettagliata per capire, centesimo per centesimo, dove vanno a finire i soldi che paghiamo  perchè quei soldi noi ce li guadagniamo onestamente,  col nostro  lavoro,  e buttarli via a causa  della mala amministrazione è semplicemente oltraggioso.
Come se non bastasse, oltre al danno aggiungete anche la beffa:  due rate si accavallano il 30 e 31 dicembre, giusto per festeggiare la fine dell’anno in armonia! 
Ecco, cari amministratori passati e futuri,  il popolo che voi tanto amate e di cui tanto vi preoccupate per vedere chi lo deve spremere meglio, si è rotto un bel po’ di essere oggetto di tanta  premurosa attenzione. Preferirebbe essere ignorato, in tutto, e non solo in ciò che gli spetta in servizi e diritti.
Ma attenti! Questo stesso popolo che voi sfruttate, umiliate e tartassate impunemente, prima o poi vi stritolerà!

  N.R. 

La monnezza degli esattori

Da giorni gli abitanti del comune di Carinola stanno ricevendo le cartelle della tassa sui rifiuti solidi urbani. Il comune ha affidato con molta eleganza il debito a una società di riscossione, veri vampiri, che non guarderanno in faccia ad alcuno pur di riscuotere quanto dovuto. È come affidare a uno strozzino  il recupero di una somma, solo che in questo caso i creditori sono i cittadini. Berlusconi ha sempre detto che il governo non avrebbe mai messo le mani nelle tasche dei cittadini. Certo non direttamente, ma tagliando fondi agli enti locali questo è il risultato. Il maestro dell’inganno la spunta sempre! Certo è che risulta assurdo per un cittadino  che opera anche la raccolta differenziata, vedersi recapitare delle bollette in cui la somma rateizzata deve essere pagata entro il mese di giugno. Ma l’anno non è composto da 12 mesi? Perché i vampiri a cui si è rivolto il comune impongono un pagamento da concludersi entro giugno? A cosa sono dovute quelle somme così esose se in questo comune si effettua la raccolta differenziata? Affidarsi alle società di riscossione o alla camorra è la stessa cosa, con l’unica differenza che le società di riscossione ti tolgono in un modo o nell’altro quello che le spetta a norma di legge e non vengono con la pistola, ma ti tolgono la vita pignorando le tue cose. Ringraziamo il Commissario prefettizio per voler impinguare le casse del comune con questo sistema. Speriamo che l’ici e altri balzelli non vengano affidati alla stessa società. È  una vergogna! Queste  bollette mandiamole a Villa san Martino ad Arcore, man diamole al nostro presidente del consiglio che continua a dire di non aver messo le mani nelle tasche degli italiani! Vergogna! Vergogna e sempre più vergogna.  Dove sono i vari politicanti locali…. Quando si parla di cose serie scompaiono dalla circolazione… Cittadini ribellatevi. L’unione fa la forza!

DA: Puliamo dalla monnezza umana il nostro territorio

giovedì 9 dicembre 2010

La sottile linea grigia

Viviamo nel tempo della legalità, tutti la predicano istituendo addirittura assessorati ad hoc.  A fianco della legalità si sbandiera la trasparenza sancita addirittura con una legge dello stato alquanto farraginosa. Tra legalità e trasparenza e l'opposto cioè illegalità e burocratese c'è una sottile linea grigia che non permette di capire in quale parte si opera. Per esempio un animale macellato è sano o meno a secondo che sia timbrato dal veterinario o meno. La sua legalità dipende da un timbro che è qualcosa di molto labile. Una vendita  è legale se accompagnata da una fattura se questa viene sostituita con una bolletta di accompagnamento a cui non segue fattura siamo nella zona grigia. L'acqua è potabile o meno, quindi legale se supera una percentuale di purezza stabilita per legge. Se si varia i valore di un elemento da inquinata diventa potabilissima. Un rifiuto urbano che non si può smaltire tale e quale se si approva una deroga da illegale diventa ultra legale. Se una amministrazione comunale paga un sito web ufficiale come simbolo di trasparenza ma non incarica nessun funzionario di curarlo siamo nella zona grigia. Se una amministrazione aumenta le tariffe comunali a dismisura senza pubblicare le motivazioni ci troviamo nella zona grigia che divide la legalità dalla illegalità.  Allo stesso modo se si incarica una ditta privata di depotenziare l'illuminazione publica con la scusa che le luci troppo appariscenti rovinano l'ambiente.

La sottile linea grigia diventa doppia quando in cambio di un servizio ridotto come quello della raccolta dei rifiuti si raddoppia la tariffa. La sottile linea diventa più ampia quando in presenza di tante problematiche si limita l'accesso agli uffici ai cittadini forse per scoraggiarli a protestare.

L'inconcepibile è che questa sottile linea grigia che divide la legalità della politica dall'affarismo politico invece di essere eliminata a Carinola negli ultimi mesi è stata ampliata. L'arrivo dei commissari sul comune di Carinola era stato salutato da molti come un momento di pulizia ed incremento della legalità e della trasparenza.Si aspettavano che avessero esaminato i vari contratti stipulati dagli amministratori uscenti pure per capire se la crisi fosse scatuirita da questi. Ci si aspettava che avessero portato a conoscenza tutti i loro provvedimenti amministrativi e le relative motivazioni. Si ha l'impressione che invece si sia peggiorato e di molto, zero informazioni zero motivazioni. L'unico contatto con la popolazione l'invio quasi settimanale di bollettini sempre più esosi in cambio di un peggioramento quotidiano dei servizi. Si ha quasi l'impressione dell'imposizione di una tangente che si deve versare dietro minaccia,  non il pagamento dovuto di un servizio. Se un delinquente chiedesse mensilmente una tangente sicuramente incorrerebbe nei rigori della legge a Carinola amministratori e funzionari invece le impongono in nome della legge. Chi  giudica e controlla i controllori? E' la domanda senza risposta che aleggia da decenni in Italia.

Carinolese taglieggiato

martedì 7 dicembre 2010

La flora, la fauna e la monnezza

Il ritrovamento a Casale, accanto ad un cumulo di immondizia, del piccolo ghiro poi morto durante la notte, riporta  all’attenzione dei cittadini il mai risolto problema della scarsissima tutela ambientale e dell’inquinamento del suolo carinolese. Centinaia e centinaia di piccole e medie discariche stazionano dovunque: nei fossi, negli anfratti, agli angoli delle stradine di campagna, nei canali, nei burroni e dovunque vi sia uno spazio utile da poter usare. Oltre ad essere deturpanti, non sono affatto discariche innocue perché rilasciano nel terreno, con la pioggia, metalli dannosi che saranno a loro volta assorbiti dalle erbe e dalle piante, e andranno a finire nell’alimentazione umana e faunistica determinando un alto grado di mortalità della fauna selvatica. Un habitat naturale già compromesso dall’uso di prodotti chimici in agricoltura viene così ulteriormente aggravato  dalla presenza di centinaia di micro-discariche.

L’inciviltà dei cittadini, che continuamente sversano di nascosto i loro rifiuti nei posti più impensati, è un comportamento inaccettabile, ma ancora più inaccettabile è quello di coloro che dovrebbero sorvegliare e non sorvegliano, denunciare e non denunciano, far pagare e non fanno pagare, predisporre iniziative per lo smaltimento e misure di sicurezza per la tutela dell’ambiente e non lo fanno. Da che mi ricordi, nessun assessore all’ambiente ha mai preso veramente a cuore il problema e ha mai adottato delle serie misure per il risanamento e la tutela del territorio. Nessun assessore si è mai degnato di girare nei posti più impensati, indagare, osservare, valutare, prendere appunti per mettersi a studiare un piano per il funzionamento dello smaltimento rifiuti. Il loro ruolo di paladini dell’ambiente si è risolto solo al riscaldamento di una comoda sedia nella casa comunale. Non è così che si svolge un assessorato tanto importante.
Il ritrovamento del grazioso animaletto ha portato nella comunità un sapore di fiaba e di magia condiviso però solo dai pochi che comprendono e apprezzano l’importanza di una fauna sanamente selvatica, di una flora curata e non abusata.

E mentre si continua a vedere lo scempio dei nostri boschi mediante continui tagli abusivi, mentre si continua ad assistere all’indifferenza pubblica verso l’inquinamento del suolo e verso la distruzione della fauna, nel silenzio di case private si continua a tessere trame e a discutere su chi saranno i prossimi candidati a sindaco e a consiglieri.
Il fatto che saranno sempre le stesse persone a riproporsi mi preoccupa non poco.
Se non hanno avuto prima la sensibilità e l’ interesse necessari verso il problema, perché dovrebbero averlo adesso? Se non hanno fatto nulla prima per il risanamento del suolo e la cura dei boschi e della fauna selvatica, perché dovrebbero farlo adesso?
Non credo nella sensibilità ambientalistica di coloro che si propongono di nuovo come nostri amministratori proprio perché so di che pasta sono fatti. E proprio perché non ci credo, sorveglierò affinché chi avrà l’assessorato all’ambiente svolga il proprio dovere.

Gala

domenica 5 dicembre 2010

Lettera aperta a Massimo Grimaldi

Caro Massimo,


Hai dimostrato grande abilità politica arrivando a ricroprire incarichi regionali che a Carinola nessuno ha mai neanche sognato.
Questo tuo successo ha avuto ed avrà grande influenza a Carinola ma non necessariamente positiva!
Finora hai dato un grande contributo a sconfiggere il sistema Di Biasio ma l'hai fatto mettendo un suo uomo al vertice del comune, salvo poi accorgerti di aver sbagliato tanto da defenestrarlo.
Sì, lo so che non sei stato solo tu, ma senza di te nessuno poteva portare i 10 a dimettersi.
Adesso hai uncora una possibilità e chi ci vuoi propinare?
Ancora De Risi che governa da oltre ven't'anni insieme a Di Biasio, e non capisce perchè altri vorrebbero gestire il comune dato che lui ha lasciato finanze disastrate? Oppure, da fuori, il meglio che ci sai proporre è Rosa Di Maio? Niente da dire sulla persona, ma non era Lei che ha presentato la lista di Di Biasio alle scorse elezioni?
C'è qualcosa di TUO che puoi mettere in campo o hai comunque bisogno di Di Biasio per fare tutto?
Tanto vale che fai, come si vocifera, l'alleanza con lui, così potrai disporre di tutti i suoi senza violentare noi, altrimenti lascia che sia il centrodestra ad esprimere un candidato, un  centrodestra unito cui Di Lorenzo non potrà dire no, specialmente se si accorperanno le politiche con le amministrative.
Non vorrai chiedere un voto diverso per ogni elezione?

In attesa delle tue prossime mosse,

Uno che spera nel futuro di Carinola.

sabato 4 dicembre 2010

Osservazioni sul pre-partita

Sullo sfondo del valzer di nomi che fioccano come neve per l’ agognata investitura della candidatura alla carica di Sindaco, nell’ ambito del gruppo dei cosiddetti “dimissionari”, si gioca un ‘ altra partita ben più difficile e, per molti versi, anche assai più entusiasmante. Non è un mistero infatti che il gruppone di coloro che hanno decretato prematuramente la fine della consiliatura Mannillo sia diviso in almeno due correnti di pensiero, escluso per brevità quelle, per cosi dire, “minori”. Il primo gruppo è senza dubbio quello riconducibile all’ attuale Consigliere regionale Massimo Grimaldi. L’ altro è diretta emanazione del già Vice Sindaco Gigino De Risi. Una prima e asettica considerazione potrebbe offrire questa lettura, anche se, come verosimilmente gli addetti ai lavori, quelli che contano, sanno fin troppo bene, non sono i signori prima citati ad avere le leve del controllo dei rispettivi sostenitori loro assegnati dalla vulgata galoppante. E’ fin troppo chiaro, infatti, come a dirigere il gioco o, se si preferisce, a tirare le fila dei “Pupi” siano i due Ragionieri : Tonino Pagano e Giovanni Grimaldi. Il primo, ovviamente, è tutto votato a sostenere la scalata allo scranno massimo del suo fidato amico Gigino De Risi e l’ altro, Giovanni Grimaldi appunto, si spreca e prodiga in consigli utili per il rampollo di famiglia nonché suo germano , Massimo. La partita è sottile, fatta di colpi ad effetto e di argute trovate, ricca di sortite estemporanee e imprevedibili in attesa, c’è da giurarci, del botto finale. Una singolar tenzone tra due menti provviste di sale in zucca e corredate della dovuta esperienza. Giovanni Grimaldi può vantare un passato da Consigliere comunale e una militanza primordiale e pioniera in Forza Italia, Tonino Pagano è forte di innumerevoli galloni guadagnati sul campo con incarichi di assoluto rilievo e cariche di prestigio indiscutibile. Gli attenti osservatori lo ricorderanno Revisore dei conti e successivamente membro del nucleo di valutazione del nostro Comune. Entrambi, inoltre, sono titolari di accorsati studi professionali e affidatari di una clientela vasta, qualificata e qualificante. E’ tra costoro che si sta combattendo lo scontro più duro per la designazione del prossimo candidato Sindaco della componente dei “Fab Ten”. Al momento sembra vi sia una fase di stallo anche se il barometro lascia intravedere un futuro sereno e roseo più per Giovanni che per Tonino. Resta da capire se Tonino accetterà supino una schiacciante volontà che sembra prendere corpo con sempre maggiore forza, viaggiando a velocità supersonica, nella direzione della candidatura di Rosa Di Maio gradita, anzi graditissima, all’ On. Massimo Grimaldi. Indubbiamente un volto nuovo, l’ Avv/Commercialista in gonnella, potrebbe agevolmente rappresentare il tanto insistentemente ricercato fattore di novità nello stantio agone politico della terra calena. Senza contare le sicure garanzie di “gestibilità”, pratica indisponibile per ciò che afferisce al dott. De Risi, che per i fratelli Grimaldi sono musica per le orecchie. Con Rosa Di Maio, non v’è dubbio, Giovanni Grimaldi sarebbe di fatto e di diritto il gran Consigliere dell’ Amministrazione, insomma il “Gianni Letta” di turno. Un siffatto assetto renderebbe Massimo strafelice e spalancherebbe le porte per una nuova e duratura dinasty, come quella dei Di Biasio, anche se più colta, aristocratica e largamente autorevole. Tutto questo, ovviamente, determinerebbe la marginalizzazione dell’ altro Ragioniere, Pagano, e il consequenziale tramonto del suo “cavallo pazzo” Gigino. Sarà cosi? Qualche mese e lo sapremo.

Osservatore

mercoledì 1 dicembre 2010

Depurazioni e affari

Sotto la lente della procura di Santa Maria è finito, come abbiamo visto, il nostro comune, in particolare la finta depurazione delle acque, il sistema fognario, quindi i fossi e i rivoli di tutte le frazioni. Inoltre gli atti di mezzo Ufficio tecnico, riconsegnati lunedì, arrivati insieme all’ordine di dissequestro delle tre aree, dove opere pubbliche avevano insospettito non poco. E poi il fiume Savone, carico di veleni, che arriva sazio nel mare di Mondragone. Questo, è stato prima di tutto i lresto analizzato, forse il principio della indagini. Ma gli uomini dell’Arpac e dei Noe sono stati visti nei giorni scorsi, anche nelle zone periferiche dei paesi, nei pressi dei corsi d’acqua, dove nella migliore delle ipotesi, gli scarichi urbani vi si immettono. Ovviamente senza nessun tipo di depurazione. Ma questo lo sapevamo tutti, non doveva certo venire il Messia. Ma i nostri amministratori, non si sono mai concentrati su questi tipi di lavori? Non sembra. Anzi, tracce di lavori in questo senso sembra siano state trovate. Infatti, proprio in quelle tre aree (una a Carinola, due a Santa Croce) sequestrate prima e dissequestrate dopo, ci sarebbero dovuti essere almeno due impianti funzionanti. E invece no. Ma anche dagli atti pare siano emerse delle procedure per far partire d’urgenza i lavori di depurazione, almeno in due casi, per impianti poi mai completati e quindi mai funzionali al territorio. Ma ora una domanda deve bruciare anche tutti noi, che così indolenti quanto ciarlieri, non abbiamo nemmeno mai voluto che queste cose venissero fatte per bene. Perché? Forse perchè continuiamo a delegare, senza poi fottercene più di quello che accade, dal giorno dopo che s’insedia una nuova maggioranza. Per molti la partecipazione attiva alla vita amministrativa del proprio comune non significa nulla, o altro.  In ogni modo il quesito che tutti si pongono è questa, dopo l’arrivo dell’ordine di dissequestro, ossia se le indagini siano concluse, oppure no. Questo non è dato saperlo, ma almeno cominciare a chiedere ai commissari se i risultati delle analisi fatte da Arpac e Noe, saranno rese pubbliche sarebbe un buon inizio. Per cosa? Per sapere.

Reporter

domenica 28 novembre 2010

Il riposo rende più efficienti


E' stata pubblicata l'ordinanza commissariale che fissa i nuovi orari per i dipendenti del comune di Carinola a partire da questa settimana. Leggendo gli orari alquanto ridotti siamo stati alquanto critici  finchè non abbiamo conosciuto le motivazioni che hanno rimosso i dubbi di molti. 
I commissari ormai da mesi a Carinola hanno potuto constatare dettagliatamente il lavoro dei dipendenti comunali.
Questi ogni giorno si sacrificano dando tutto sè stessi per assolvere le loro  tantissime mansioni senza un attimo di riposo.

Quando non fanno nulla pensano e quando parlano tra di loro discutono delle strategie innovative per migliorare il funzionamento della macchina comunale.
Particolare menzione per l'ufficio tecnico dove si progetta quotidinamente il futuro assetto urbanistico del comune. Hanno notato perfino una signora che riesce a telefonare sei ore di seguito senza mai riposarsi un attimo, ovviamente per esigenze del suo  ufficio e sembra che lo faccia a spese proprie. 
I commissari mai avevano diretto un comune con lavoratori così iper attivi. Hanno rilevato anche che mentre sudano immersi nei faldoni delle loro migliaia di pratiche sono disturbati molto spesso da cittadini nullafacenti. Hanno rilevato che  Carinola ha un alto numero di disoccupati che non sapendo come impiegare il tempo vanno a dar fastidio  ai lavoratori comunali con varie scuse. Chi si lamenta della bolletta dell'acqua , chi di quella dei rifiuti, chi  aspetta una concessione edilizia da un anno, senza dimenticare i creditori che vantano sempre crediti  inesigibili. 
Tutta questa pletora di sfaccendati si reca ogni giorno ad infastidire i dipendenti comunali  che nonostante i loro sforzi non riescono a portare avanti il loro lavoro nelle poche ore di  servizio per cui devono ricorrere frequentemente allo straordinario. 
Per ovviare a questi inconvenienti e per alleviare il peso lavorativo insopportabile il commissario ha modificato gli orari di accesso agli uffici da parte del pubblico. 
I giorni di apertura del comune per il pubblico sono stati ridotti a tre e gli  orari sono dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 17.30. Dalle otto alle nove i dipendenti avranno tempo di programmare l'attività giornaliera e le dipendenti di discutere  di come hanno passato la serata oltre che di rifarsi il trucco.
 Dalle 12.00 alle 14.00 riepilogo del lavoro svolto nella giornata e scambiarsi le ricette del pranzo. 
Stessa cosa il pomeriggio, non ci si può guastare la digestione con  l'incontro immediato con il pubblico pertanto si è ritardato l'ingresso di una mezz'ora. 
La mezz'ora di anticipo sull'orario di uscita serve per non attardarsi oltre l'orario di servizio vista la moltitudine di utenti che tutti i giorni si accalcano sul comune. 
I due giorni di riposo servono poi per discutere fra di loro sulle problematiche che attanagliano il comune di Carinola. 
Tutti devono rivolgere il loro plauso alla sollecitudine dei commissari nel preoccuparsi del benessere dei lavoratori così tartassati di incombenze.
Facendo loro incontrare il pubblico a giorni alterni saranno più freschi e riposati potendo così attenzionare meglio le esigenze dei cittadini.


Difensore dipendenti schiavizzati

sabato 27 novembre 2010

Historia magistra vitae

Leggendo un articolo interessante sulla storia amministrativa carinolese ho notato che tra i nomi dei padri della  moderna Carinola vi erano dei secolari latifondisti. Il latifondo, infatti, nel meridione italiano viene superato solo verso la metà del Novecento. Non dimentichiamo che, se la nostra realtà si è sviluppata accumulando enormi ritardi, è anche a causa di un sistema feudale che  è stato in parte congelato, ma non distrutto da Napoleone. 
La sua occupazione italiana, per fortuna o sfortuna, è stata di breve durata se confrontate con altre tristi dominazioni. I signorotti carinolesi, che certamente festeggiarono quando rimasero unici detentori del potere a seguito della soppressione della diocesi di Carinola, non sappiamo se accettarono di più il clima riformatore francese o il ritorno dei Borbone ai quali certamente non rifiutarono la ri-obbedienza. 
Diversamente, sui vasti territori di cui erano signorotti non avrebbero più avuto potere e ricco sostentamento. Comunque la storia è fatta anche di persone che hanno occupato ruoli solo perché erano più potenti  che lungimiranti, più astuti che riformatori. Questi erano sempre li a mostrare benevolenza e obbedienza a ogni signore. Se in qualche occasione hanno  palesato qualche sentimento liberale è stato solo perché il signore di turno esigeva troppo da loro e non perché la realtà in cui vivevano era triste, non per loro, ma per la massa di gente che viveva alla giornata. Triste per i braccianti che lavoravano instancabilmente per il signore, al quale dovevano il giusto tributo e la dovuta riconoscenza.
Erano li pronti ad ossequiare Carlo I di Borbone quando giunge Napoli dopo la fase austriaca, inneggiare Murat e le sue politiche riformiste (a patto che non avrebbe toccato i loro piccoli interessi), a re-inchinarsi di fronte a  Ferdinando I delle Due Sicilie dopo la cacciata dei francesi, a guardare con diffidenza  Garibaldi e plaudire all’Unità Nazionale sotto l’egida dei Savoia. 
Erano li, sempre con il loro potere e i loro beni, durante il periodo fascista… sempre li, intangibili, camaleontici.

La storia siano noi.

giovedì 25 novembre 2010

Viaggio a Kabul

Mi chiamo Mario Rossi e lavoro presso il Dipartimento Amministrazione Penitenziaria del Ministero di  Grazia   e Giustizia con sede in Roma. Sono laureato in medicina e la mia mansione è quella di controllare la gravità della malattia dei detenuti che chiedono di uscire dal carcere per motivi di salute. Giorni fa mi è arrivata una richiesta da parte del direttore del carcere di massima sicurezza di Carinola che chiedeva il mio intervento per uno degli internati nel carcere da lui diretto. 
Ho verificato se la località fosse  collegata con Roma via ferrovia e con mia soddisfazione ho trovato  un discreto numero di treni in varie ore della giornata. Scelto il treno più consono alle mie necessità sono partito approfittando del viaggio per rivedermi la pratica come faccio di solito. Assorto nel mio lavoro il viaggio di quasi due ore mi è sembrato così di pochi minuti. 
Arrivato a destinazione sono stato accolto da una pioggia battente per cui sono scappato nel sottopassaggio per ripararmi senza riuscirci in quanto pioveva anche là. Là sotto era peggio di fuori poiché l'acqua oltre che cadere dal cielo era anche per terra ed alta di alcuni centimetri. Uscito fuori ho cercato di entrare in stazione senza riuscirvi in quanto chiusa per ristrutturazione. Nella concitazione del momento non mi ero guardato intorno complice anche la scarsa visibilità a causa della pioggia e di una leggere nebbiolina. Guardando attentamente mi sono reso conto di trovarmi in una landa deserta fuori del mondo non in una stazione normale nei pressi di un centro abitato. La mia malasorte ha voluto che fossi anche l'unico viaggiatore a quell'ora a transitare in quella che mi sembrava una stazione di posta per diligenze. Subito ho preso il mio telefonino per chiamare il direttore del carcere o qualche amico a Roma che mi desse conforto ma come al solito nei momenti di necessità la batteria era scarica.
Mi sono visto perduto guardandomi intorno vedevo solo tante auto che a me sembravano tutte grigie e tutte ammaccate come se mi trovassi all'interno di un grande scasso con annessa rottamazione. Guardando attentamente ne ho viste alcune infilate sotto un grande cumulo di immondizia. Inutile descrivere il mio scoramento e la mia disperazione per sentirmi abbandonato in un posto sconosciuto e quasi ostile oltretutto sporco. Finalmente ecco giungere una vettura da cui è sceso un giovanotto al quale ho chiesto dove potevo trovare un taxi che mi portasse a Carinola. Questi alla parola taxi ha sgranato gli occhi come se di fronte avesse un pazzo e gli avessi chiesto un milione di euro.
Con la sua faccia meravigliata mi disse che là non esisteva alcun taxi, ma sentito che dovevo andare a Carinola chiamò l'amico che stava ripartendo dicendogli di darmi un passaggio. Salito in macchina mi è sembrato di viaggiare in una diligenza non perchè la macchina fosse vecchia, anzi era nuovissima, ma per le condizioni della strada. 
C'erano buche ad ogni metro anzi si poteva dire che era tutta una buca pertanto nonostante il mio autista cercasse di evitarle con gimcane varie non ci riusciva. Inoltre ogni buca era piena di fango che schizzava fino ai finestrini dell'auto, fango che si trasformò in altro dopo un centinaio di metri. Dalla puzza non riuscii a capire se erano deiezioni di animali o rifiuti concludendo che era un mix di entrambi.

Dopo poche centinaia di metri ho visto uno spettacolo da immortalare con una bella foto, due mucche immerse nel fango fino al collo che ruminavano tranquille come se si trovassero in una bella stalla. Il viaggio continuò ancora tra scossoni vari e scricchiolii dell'autovettura che mi fecero temere per la sua e la nostra incolumità. Quella strada mi fece tornare col pensiero a qualche anno prima, quando ero stato in Afghanistan per conto del Ministero. Lì ero costretto a viaggiare sulle strade bombardate e perciò piene di buche a causa degli eventi bellici. Per un momento mi abbandonai a quei ricordi incancellabili che tanto mi avevano toccato e senza volerlo, mi sfuggì, sono tornato a Kabul. Il mio occasionale e gentile autista mi sentì ed invece di offendersi annuì asserendo che avevo ragione che anzi qui era peggio di Kabul.  Al mio inizio di esternazioni e soluzioni del problema cortesemente ma fermamente mi interruppe dicendomi che quello che si dovrebbe fare tutti lo sanno, ma nessuno si muove.
Il problema di queste zone, mi disse, è che non esistono responsabili quindi non si sa nemmeno a chi o contro chi protestare. Stesso discorso per il gran numero di rifiuti che facevano capolino sui bordi della strada che fortunatamente era migliorata. Dopo aver guadato vari fiumicciattoli che allagavano la strada a causa  della mancanza di caditoie nei fossi laterali, sono giunto al carcere. Dopo essere riuscito a passare indenne tra le buche  il fango e le acque limacciose sono riuscito a raggiungere la meta. Pensavo di aver percorso cento chilometri invece erano meno di dieci. Viste le premesse, mi aspettavo di trovare una struttura  carceraria fatiscente sommersa di rifiuti. Grande fu la mia sorpresa di trovarmi davanti ad una struttura nuovissima  all'esterno e dopo ho potuto verificare lo stesso all'interno ed  anomalia nella zona, niente rifiuti nelle immediate adiacenze. Tra me mi sono detto che strano paese, trattano meglio i detenuti che le persone libere, che forse qui siano migliori i primi?

Mario Rossi

lunedì 22 novembre 2010

Fatti, non parole

Forse mi sbaglio, ma ho sempre creduto che Roberto Saviano, nella sua incosciente ambizione giovanile, avesse sottovalutato l’effetto boomerang del suo Gomorra e quindi non fosse preparato a subirne le conseguenze. Si è ritrovato ad essere, suo malgrado, l’eroe della lotta alla camorra, lo studioso del fenomeno, il portavoce della legalità senza esserne davvero pronto né abbastanza agguerrito. Nonostante questo, devo riconoscere che Roberto non si è scoraggiato ed ha affrontato la cosa con responsabilità.
E che altro poteva fare uno che probabilmente avrà una scorta per tutta la vita o fino a quando non riusciranno ad ammazzarlo?
L’ abito che gli è stato cucito addosso dai media non so quanto gli vada stretto, ma lo indossa dignitosamente e recita la parte che gli è stata affidata con grande nonchalance, come il più rotto degli attori. Si è calato nel personaggio che gli è stato approntato e cerca di non deludere.
La sua conoscenza della malavita organizzata e del fenomeno camorra in particolare è profonda, non solo perché ne studia gli atti giudiziari, ma perché avendo vissuto a lungo  a San Cipriano d’Aversa, da bambino,  viveva una situazione di full immersion  nella cultura camorristica e ne conosce tutti gli aspetti e i principi dinamici, anche quelli più insignificanti.
Quando nel programma Vieni via con me ha asserito che  la ‘ndrangheta è radicata soprattutto al Nord e che la Lega non ne è esente, non ha detto una bugia; ha detto una sacrosanta verità. Ai signori della Lega e a Maroni l’affermazione non è piaciuta; loro vogliono a tutti i costi apparire puliti agli occhi degli italiani, ma i loro comportamenti sono ben noti a tutti. E non sono certo comportamenti esemplari. Anche tra loro, partito di “onesti”, come dice Maroni, c’è chi non ha scrupoli a immischiarsi con la malavita organizzata e lo provano le inchieste dei magistrati Ilde Boccassini e Giuseppe Pignatone di cui Maroni vuole ignorare gli atti giudiziari.
In fondo, di che cosa ci si meraviglia? La malavita organizzata mette radice là dove c’è un profitto consistente, e quale terreno migliore del ricco nord-est della penisola si presta a questo trapianto? Ai tempi di oggi, pensiamo davvero che la camorra, la ‘ndrangheta e altri fenomeni locali di organizzazioni criminali, si accontenterebbero solo degli spiccioli che riescono a strappare ai nostri tartassati territori? La malavita segue il flusso dei soldi, e i soldi sono soprattutto al Nord.
Il Ministro degli Interni non faccia tanto il santarellino, perché anche tra i leghisti ci sono molte, ma molte mele marce… Per me lo sono quasi tutti, ma questo è un altro discorso.
A parte le simpatie o le antipatie personali verso il personaggio Saviano, ben venga uno come lui che finalmente riesce a scoperchiare il pentolone e ad informare il grande pubblico su un fenomeno a lungo tenuto nascosto e di cui appena si sussurrava sottovoce.
Forse ora, con gli occhi più aperti, potremo difenderci meglio da questo mostro che divora il Paese.

Invinoveritas

mercoledì 17 novembre 2010

La prima amministrazione comunale di Carinola



Qualche anno fa, l’allora sindaco dott. Antonio Matano, mio carissimo amico d’infanzia e di vita prematuramente scomparso, mi disse che gli sarebbe piaciuto avere una lista completa di tutti i sindaci del Comune di Carinola e, soprattutto, gli sarebbe piaciuto conoscere il nome del primo sindaco e dei primi assessori del nostro Comune. Allora, non fui in grado si soddisfare la sua curiosità, e di questo me ne dolgo tantissimo, perché le mie ricerche andavano in un’altra direzione. Ora, pur non avendo ancora elaborato la lista completa dei sindaci di Carinola, posso asserire  al 99,9%  chi fossero i componenti della prima amministrazione comunale di Carinola. E credo farà piacere anche ai lettori saperlo.

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Bisogna ritornare  al decennio  francese (1806-1816), a quegli anni di grandi cambiamenti politici,  sociali e amministrativi che investirono tutta l’Europa e che furono la vera propulsione verso la modernità. Fino al 1806, nel nostro territorio perdurava ancora il sistema feudale introdotto dai normanni, anche se esso aveva subìto, nel corso dei secoli, diverse modifiche man mano che i baroni riuscivano  a strappare al re prerogative e vantaggi che li avevano trasformati  in tanti despoti non più controllabili dal potere centrale. Essi, i baroni, forti del loro potere, immancabilmente trasgredivano alle regole di comportamento annotate negli Statuti che ogni feudatario avrebbe dovuto rispettare  ed opprimevano il popolo con pesi ed oneri insostenibili.
Come detto in un altro articolo, nel 1806 Carinola era una Universitas retta dal Duca Gaetano Grillo di Mondragone, marchese di Clarafuentes e ultimo proprietario del territorio carinolese. A lui andavano tutte le tasse: gli affitti delle terre, le tasse sul macinato, quelle sul sale e persino su certi usi civici, diritti essenziali e naturali della popolazione; ed era lui a nominare i giudici per l’esercizio della giustizia, che tanto giustizia non era. Chiaramente.
Con la venuta di Napoleone, il Regno fu investito da una raffica di novità, da parole nuove che suonavano come musica alle orecchie di molti: libertà, uguaglianza, fraternità, parole coniate in seno alla rivoluzione francese e che si diffusero con la velocità di un fulmine, perché erano ciò  a cui  il popolo oppresso aspirava.
Il Regno di Napoli era preso e Napoleone non lo risparmiò. Fu introdotto il Codice Napoleonico, la riforma Amministrativa e, soprattutto, fu abolito quel maledetto feudalesimo che tante ingiustizie  aveva partorito.
L’apparato amministrativo borbonico, così vecchio ed obsoleto per le nuove esigenze della nuova era, fu rivoluzionato in ogni sua parte, in ogni angolo più nascosto, in ogni  lembo di terra, piccolo e grande. Fu effettuata una nuova ripartizione più funzionale del Regno con l’istituzione delle Province, i Distretti e i Circondari. Nelle Universitates, l’ inconsistente Parlamento, la vecchia amministrazione comunale che faceva comunque capo al barone, fu sostituito con un nuovissimo organismo amministrativo: il Decurionato.
Il Decurionato era un organo decisionale abbastanza snello perché costituito da un numero ristretto di persone elette per sorteggio da tutti coloro che erano iscritti nella lista degli eleggibili, lista che veniva approvata in precedenza dagli Intendenti regi provinciali. Non tutti potevano far parte della lista degli eleggibili a decurione, ma solo coloro che avevano una rendita annua imponibile non inferiore a 24 ducati.  Il potenziale decurione poteva essere anche analfabeta ma, insieme ad altri decurioni, analfabeti anche loro, doveva costituire  1/3 dell’intero organo collegiale.
Con queste premesse, è chiaro che veniva esclusa dalle decisioni della Comune la maggior parte del popolo, analfabeta e povero. Spettava perciò al Decurionato farsi carico di tutte le esigenze della popolazione carinolese e soddisfare i suoi bisogni in tutte le fasce d’età.

La prima squadra di ‘gentiluomini’ che costituì la prima amministrazione comunale carinolese era così composta:


Giacomo Rozera, sindaco
Antonio Saraceni, decurione
Filippo De Simine, decurione
Antonio di Theo, decurione
Giuseppe La Provitola, decurione
Giacomo Spani, decurione
Antonio Dinella, decurione
Gaetano Martullo, decurione
Pietro Mazzucchi, decurione

Questi gli  uomini che dovettero far nascere ed organizzare la moderna Amministrazione Pubblica di Carinola  a cominciare dal 1809, ma che solo verso il 1813 divenne funzionale in ogni sua parte.
Possiamo solo immaginare con quanto impegno e quanta energia questi uomini affrontarono il loro oneroso ruolo di “padri” della nuova era. Grazie a loro, Carinola iniziò il suo cammino verso la modernità che, pur tra alti e bassi o rallentamenti, non ha mai conosciuto soste.
Attenzione però: non bisogna dimenticare che, malgrado i rivoluzionari cambiamenti, il periodo napoleonico fu pur sempre un periodo di monarchia assoluta. Anche l’Amministrazione Pubblica diventava quindi uno strumento, sicuramente più moderno e sciolto, per tenere sotto controllo l’intero Regno e ben saldo il potere. In questa ottica va quindi visto l’operato del Decurionato che, se da un lato liberò il popolo da tanti pesi nei confronti del feudatario, dall’altro segnò l’ascesa della borghesia che acquisì in maniera esclusiva il potere politico.
Ma questa è un’altra pagina.

Clio

Fonte: Archivio di Stato di Caserta – documenti del decennio francese



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domenica 14 novembre 2010

Il difficile è asciugarsi


Fermo, dritto, rigido, sicuro.
Petto al sole e braccia al vento, con i piedi ben saldi. Chi prima chi dopo, tutti devono passare di qui. Almeno quelli che intendono inzozzarsi di nuovo, praticamente tutti.
Si perché lo zozzo piace, non passa mai di moda, piace a me piace a te piace a tutti. Piace ai giovani- adulti - vecch i- signore- signorine - preti - chierichetti- educati - silenziosi - perbenisti-malbenisti, odontoiatri - cani- parrucchieri - il terzino della s.p.a.l - l’avvocato della sinagoga -   Lo zozzo piace a tutti. Ma non ci si può inzozzare come si deve se non si è puliti o meglio se prima non ci si ripulisce. Ripulirsi non è difficile, inzozzarsi è un po’ più complicato ma ci si fa la mano diventa un gesto naturale. Decisamente più difficile è asciugarsi. Ci vuole pazienza. Tutti quelli che non vedono l’ora d’inzozzarsi devono passere di qui, c’è poco da fare. Belli puliti e profumati oh questo profuma di giglio….. Tutti con la faccia al sole allegramente insieme ma tutti per se in un rigoroso tribolante silenzio d’attesa. Una calma che vibra. Tutti umidi, tutti ad attendere l’ zozzo. Ma prima bisogna far evaporare il bagnato che appesantisce tutto e tutti. Calma e pazienza ci vuole per asciugare le proprie lacrime e quelle degli altri, il sangue che ti schizza addosso dopo qualche buono affare. Ma che importa una bella lavata e tutto va via. La cenere, la polvere delle case tirate su in un giorno e cadute giù in una notte, il sudore dei negri nei campi di pomodoro. Tutto va via. Il rossetto delle minorenni che sembrano esperte donne? Anche quello via. Pulire è semplice….
È asciugarsi che…… ci vuole pazienza altrimenti anche quando sembra che tutto è pulito rimane la puzza. O dio c’è sempre qualcuno smanioso di inzozzarsi che di pazienza non ne vuole proprio sapere e subito si tuffa a capofitto nello zozzo ancora tutto bagnato. Il risultato? Uno zozzo così zozzo che anche per chi dello zozzo ne ha fatto una religione è troppo una cosa zozza, precludendosi la possibilità di ripulirsi e continuare ad inzozzarsi. Bisogna sapere inzozzarsi; piano piano una macchia per volta, una fetore per volta. Ci vuole pazienza tanto chi prima o dopo tutti devono passare di qui. Fermo, dritto, rigido, sicuro.
Petto al sole e braccia al vento, con i piedi ben saldi. Chi prima chi dopo, tutti devono passare di qui. Almeno quelli che intendono inzozzarsi di nuovo, praticamente tutti. Fermo, dritto, rigido, sicuro.

 Calzino a righe