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lunedì 9 agosto 2010

Il silenzio delle nuove generazioni


Caro Quiquirì,
avrei voluto iniziare scrivendo: ebbene si, mi sbagliavo, non è vero che le nuove generazioni sono mute, assenti e disinteressate. Avrei voluto poter proseguire, scrivendo: SONO QUI, parlano, scrivono, e hanno una gran voglia di cambiare le cose, di fare, di sbagliare!
E invece no, caro Quì. Invece, accidenti a loro, sono qui a darmi ragione. Sono qui a ripetermi  ancora una volta che i giovani non esistono più, e che se è vero che Li condizionano, Li reprimono, Li deludono, è altrettanto vero che essi SI FANNO condizionare, SI FANNO reprimere, SI FANNO deludere.  Parlo alla terza plurale perchè non sono giovane, non rientro nè voglio rientrare in questa categoria sociologica che non ha più maitres à penser cui riferirsi.
Quel che è peggio è che tali elugubrazioni mi fanno sentire un adulto inacidito che non ha nessun rispetto per la nuova generazione, che non prova  niente di niente per una generazione  che non ha nemmeno avuto l'onore di una sconfitta e che invece è innamorato della generazione precedente, quella di chi ha osato, ha provato, ha avuto il coraggio di sbagliare.
E allora?  Allora che fare, se non ci sono più giovani?
Se "ci troviamo  di fronte a una sedicente giovane  generazione che in tutti i suoi  moti e impulsi è intollerabilmente assente, che ha rinunciato prima di qualunque conflitto" ... che  fare?

Adulto deluso

venerdì 6 agosto 2010

Il Peggiore

fini


Tra le tre cariche della Repubblica, la Presidenza della Camera dei Deputati anche se considerata la terza sicuramente è stata sempre prestigiosa come le altre due, cioè la Presidenza della Repubblica e la Presidenza del Senato. I vari presidenti sono stati sempre personaggi politici di spessore che si sono sempre contraddistinti per il rispetto del ruolo istituzionale ricoperto e di quella carica. Ricodiamo nell'era repubblicana Gronchi, Leone, Ingrao, Pertini, Iotti, Napolitano, Violante, Casini, Bertinotti. Se si scorre la biografia di questi politici si comprenderà come quasi tutti erano di forte apparteneza al proprio partito, alcuni in modo viscerale come Ingrao, Bertinotti e lo stesso Pertini. Una volta eletti presidenti però si sono spogliati della loro fede, ovviamente senza abiurarla, e hanno adeguato il loro comportamento alla carica ponendosi in egual modo nei confronti di tutti i deputati di qualunque colore fossero. Alcuni di loro, eletti presidenti della repubblica come l'attuale presidente Napolitano, hanno continuato ad operare al di sopra delle parti come se non fossero stati iscritti mai ad alcun partito. Da ricordare anche la Pivetti, un personaggio del tutto diverso da quelli su citati in quanto proveniente dalla società civile, digiuna del concetto di istituzione oltre che giovanissima. Questa ragazza si immedesimò nella carica cercando di imitare i predecessori più autorevoli e forse riuscì anche a superarli. Sono memorabili i suoi tailleur che per lei che era una mezza soubrettina abituata a vestirsi in altro modo dovevano essere una tortura. Dall'abbigliamento al comportamento si sforzò, riuscendovi, ad adeguarsi al ruolo istituzionale ricoperto ricevendo le congratulazioni di tutti.

Come tutto anche le istituzioni si degradano o per essere buoni, si modernizzano, giustificando con questo termine lo scadimento etico di molte istituzioni e perfino della magistratura, perfino della magistratura. Dopo tanti nobili presidenti della camera abbiamo questo attuale che è l'unico che non ha congelato la propria storia e la propria provenienza. Si ha il sospetto che abbia chiesto lui di essere eletto a quella carica col progetto di sabotare da quel posto privilegiato l'azione del governo. Quotidianamente ha disturbato e rallentato i lavori della camera, facendo pendere le proprie decisioni quasi sempre da una parte. Se è vergognoso da presidente favorire una fazione politica lo è ancora di più se si favorisce quella avversa al proprio schieramento di appartenenza. La giusta reazione della parte danneggiata, anche se tardiva, è arrivata con tanto di sfiducia per l'operato del presidente ma senza effetto. Ormai il comportamento che dovrebbe essere la sua vergona è diventato il suo vanto anche perchè fortemente sostenuto dalla parte politica che lui ha sempre favorito nel suo mandato. Altra vergona nella vergogna, una parte politica che giustifica ed incoraggia un presidente che oltraggia una importante istituzione, anche questo fa parte del decadimento di cui si trattava prima. Non si confondano queste riflessioni come un attacco verso Fini ed a favore di Berlusconi ma semplicemente in difesa delle istituzioni che devono essere sempre rispettate da tutti, principalmente da chi le rappresenta. Non si può combattere le proprie battaglie, anche se giuste, avvalendosi della propria carica istituzionale perchè la si svilisce. Non si può da presidente della camera fare tutti i giorni comizi, collaborare alla destabilizzazione del quadro politico o addirittura sovvertire i regolamenti parlamentari per favorire la confusione. Partecipare a conventicole segrete o lavorare per creare bande di disturbatori col solo scopo di mettere in difficoltà i propri avversari con i quuali oltretutto ci si è alleati. Queste azioni sono legittime per qualunque politico ma non per il presidente di un organo istituzionale e l'esempio più fulgido è l'attuale presidente della repubblica che bacchetta chi sbaglia senza guadare la parte di appartenenza. Se si legge la cronistoria della presidenza della camera dei deputati mai si è assistito a comportamenti tanto riprovevoli e pertanto senza ombra di dubbio si può assegnare a Fini il titolo di Il Peggiore.

mercoledì 4 agosto 2010

Requiem per una Ciaramella

Due funerali, due brutte figure : una più clamorosa dell’ altra. Un duro colpo alla credibilità delle istituzioni, all’ immagine della  Prefettura in quanto ufficio fungibile e a quella di Caserta in quanto sede d’appartenenza  dell’ autrice delle due grossolane e maldestre uscite andate in scena entrambe in quel di Casanova di Carinola.
Come dire, ”Ciaramella” stonata, quantomeno. 
Inizi di luglio: da Roma arriva la notizia che il Prefetto Zannini Quirini Giuseppe, già Superpoliziotto di prima linea, carinolese doc, è passato a miglior vita dopo una breve ma straziante malattia. Il Paese è sgomento, triste, addolorato. Lo è anche la Nazione, senza esagerare.
La Magistratura, La POLIZIA di Stato, il Ministero dell’ Interno. Forse un po’ meno mafiosi efferati e “casalesi”, quelli del clan omonimo, di ogni ordine e grado! Si, perché  il Prefetto Zannini Quirini è stato un poliziotto tosto. Capace di assicurare alle patrie galere delinquenti ultrapericolosi.  
E’ stato lui a pescare con una spettacolare operazione Sandokan e Bidognetti. E’ stato lui a coordinare la storica operazione Spartakus. E’ stato lui a decapitare i clan Mariano e Misso di Napoli. E’ stato lui a  mettere in scacco i Sarno di Ponticelli. E’ stato lui ad aver inventato tecniche innovative nella lotta al crimine, come il riscontro dei  tabulati telefonici; diritti d’ autore anche  per il primigenio utilizzo delle intercettazioni telefoniche. 
Non è fantasia, ma  verità purissima. Valgano a maggiore conferma le parole del Vice capo vicario della Polizia di Stato, Francesco Crillo, presente al funerale alla stregua dei vertici nazionali del Corpo e del Ministero dell’ Interno: ”Peppino è stato un grande, un grandissimo investigatore. Ha fatto compiere all’ intera polizia di Stato dei passi giganteschi nella lotta alle mafie. L’ ho avuto come mio Capo alla Squadramobile di Napoli, era bravissimo, un vero e proprio patrimonio. Gli Stati Uniti d’ America ce lo hanno invidiato e richiesto per 20 anni!". 
Già, perché il Prefetto Zannini Quirini è stato  impegnato anche sul fronte del  narcotraffico con brillanti missioni svolte in Perù, in Colombia, ad Hong Kong, in Cile e in Bolivia! Meritava, a dir poco, un manifesto e una corona da parte del Comune di Carinola, la sua terra,il luogo che gli ha dato i natali. E invece così non è stato. 
La Ciaramella, Vice Prefetto presso l’ Ufficio territoriale di governo di Caserta, ha  toppato, stonato, emesso un distratto suono attestante una presenza financo disturbata. Insomma, quasi un fastidio, per il Commissario in gonnella indossare con quel caldo la fascia tricolore e aggregarsi. dopo una passerella da Kermesse di alta moda, al corteo funebre. Due anni addietro un altro grande concittadino ci ha lasciati:  Padre Michele Piccirillo. Le esequie si sono svolte a Roma, nella Chiesa di San Giovanni. 
L’ illustre archeologo, di immensa fama, era morto a Livorno dove era ricoverato. I carinolesi, il Sindaco Mannillo, gli Assessori  Di Lorenzo e  Russo, arrivarono a Roma in una Chiesa gremita fino all’ inverosimile. Erano presenti esponenti della famiglia Reale di Giordania, oltreché personalità di primissimo piano, italiane e straniere. La prima cosa che balzò agli occhi fu la presenza di due Vigili urbani del Comune di Roma, in alta uniforme, che reggevano una meravigliosa corona di fiori recante la dicitura : ”Il Sindaco di Roma”. E pensare che Padre Michele romano non era…..! Il messaggio però era chiaro: l’ istituzione, di fronte ad un  grande cittadino che ci abbandona, C’E'! E non dimentica! Lezione di stile! E invece la Ciaramella ha pensato che la sua suadente presenza potesse bastare. Niente manifesti, niente fiori, niente corona per il Prefetto! Piaccia o no, tant’è. 
Qualcuno pensa: gli errori esistono, fanno parte della giostra della vita, può capitare. Ma quando la Ciaramella ha fatto bis, beh… allora è sovvenuto alla mente l’ infallibile aforisma latino: ”Errare umanum est… PERSAVERARE E’ DIABOLICO! ”.  E così , ahimè, è stato!

Pesante come un macigno arriva questa volta dalla Sardegna la notizia tramortente dell’ improvvisa e prematura scomparsa di Nicola Laurenza, stroncato da un infarto nella sua casa al mare di Porto San Paolo. Nicola era l’ amico di tutti. Un  assiduo frequentatore della piazza. Conosceva bene i suoi i concittadini i quali a loro volta ne conoscevano l’ indiscutibile valore umano e l’ elevato spessore morale. Era stato per molti anni Segretario comunale del Comune di Carinola, prima di diventare Segretario Generale  per approdare dapprima a Sessa Aurunca e successivamente a Cisterna di Latina. 
Era bravo, cortese, preparato, impeccabile e onesto. Trasparente come un cristallo. Lo sapevano tutti coloro che vi hanno avuto a che fare. I funerali hanno fatto registrare il pienone. Anche qui personalità  illustri e uomini delle istituzioni si sono sprecati. Il Comune di Sessa Aurunca ha fatto affiggere dei manifesti, in segno di onoranza funebre. Idem il Comune di Falciano del Massico. A colpire però è stato l’ ex Sindaco del Comune di Cisterna. Mauro Carturan, questo il suo nome, ha voluto salutare Nicola con una stupenda corona di fiori, uno struggente manifesto e la sua personale presenza. Esattamente come ha fatto Elio Meschinelli, già Sindaco di Sessa Aurunca.
Il Comune di Carinola, impiegati a parte, si è dato alla macchia. Nè la Vice Prefetto Ciaramella, né i suoi vice Nero e Cupello  hanno avuto il tempo per presenziare né, tantomeno, quello per gettare di pugno due righe due per  un manifesto o ordinare una corona floreale. Nicola era umile e anche molto sfiduciato delle istituzioni. Chi lo conosceva sa bene che  da lassù perdonerà. Però se un giorno la Ciaramella sarà Prefetto… qualcuno ci faccia sapere chi sottoscriverà l’ atto di promozione. Gli invieremo delle ortiche nostrane!

Vincenzo L’ Amatriciano

martedì 3 agosto 2010

Tre giorni d' arte

Tre giorni dedicati all’arte (e non solo): parliamo del Festival “Free mind” organizzato dall’Arci Peppino Impastato di Falciano del Massico.
Si parte il 3 agosto con lo spettacolo teatrale “Sangue dal naso" (Scuola Diaz Genova 2001), di e con Andrea Maurizi, prodotto dal Teatro delle Condizioni Avverse di Poggio Mirteto (RI). 
“ Sangue dal naso” è un viaggio dettagliato, una narrazione serrata e documentata dei fatti del G8 svoltosi a Genova nel luglio 2001. Andrea Maurizi veste i panni di numerosi personaggi che sono stati protagonisti di quelle giornate.I  personaggi scelti sono soprattutto figure legate al potere, al mantenimento dell'ordine e alle perizie. Senza giudicarli mostra le loro idee e le loro convinzioni, mettendole a confronto e svelandone le contraddizioni e i misteri trovando sempre una giustificazione plausibile a tutto, fino al punto di essere comico agli occhi degli spettatori.
Le musiche usate sono di De Andrè, di Capossela e di De Gregori. Vengono utilizzate anche registrazioni di Radio GAP, Radio AUT, Radio Alice e Radio Popolare.

A seguire, sempre martedì 3 agosto, la proiezione del trailer del cortometraggio “Ho sentito”, prodotto da Peter Panoa e diretto da Giovanna Maddalena e del videoclip della band musicale Midean. Per concludere, DANCE HALL fino a fine serata.
Il 4 e il 5 agosto spazio alla musica popolare invece, con lo spettacolo di Emilio Verrillo e Amato De Ruosi (mercoledì 4) e del gruppo “A tamburo battente” di Napoli, con la partecipazione di Tommaso Vingione (giovedì 5).

Sud Express in concerto

 “SUD EXPRESS” in concerto, l’ 8 Agosto 2010 alle ore 21,30 Piazza della Pace - Sant’ Andrea del Pizzone (Ce), organizzato dall’ Agenzia Comunale per lo sviluppo socio-culturale  di Francolise in collaborazione con il Forum Giovanile e il patrocinio del Comune di Francolise  – Assessorato Sport-Turismo e Spettacolo-.

Non succede spesso di ascoltare qualche cosa le cui parole e frasi c’inchiodano,la cui melodia diviene parte della nostra memoria anche se è la prima volta che la ascoltiamo. Non accade spesso di provare una immediata commozione,di sentirsi colpiti,travolti,dai sentimenti,dai pensieri,dai ricordi,dal senso di perdita,in un istante d’ illuminazione.
Sud Express il nuovo progetto musicale di Franco Del Prete, figura centrale nella storia della musica napoletana che con gli Showmen, prima, e i Napoli Centrale insieme a James Senese, poi, ha fatto da battistrada al cosiddetto Neapolitan Power. Autore di brani cantati, tra gli altri, da Lucio Dalla e Gino Paoli, batterista dal drumming potente ed espressivo gia' al fianco di Pino Daniele, con rinnovata energia ed ispirazione Franco Del Prete ha messo in piedi una band che ne asseconda alla perfezione il suo talento di artigiano di periferia.
Hanno cantato le sue canzoni personaggi come Lucio Dalla, Pino Daniele, Raiz (Almamegretta), Zulù (99 Posse), Enzo Gragnaniello ecc. Hanno usufruito della sua collaborazione come strumentista, arrangiatore e produttore di Gino Paoli ed altri artisti italiani.
Tredici canzoni per tredici storie di vita vissuta raccontate con la sensibilità di chi ama vedere le cose dal basso, lasciando spazio all’anima ancor prima che alla mente.
C’è il treno “Sud Express”, pieno zeppo di gente onesta che da cento anni non arriva alla meta; c’è “L’ultimo apache”, indiano metropolitano che sfida addirittura S. Gennaro per un po’ di giustizia; c’è “Maria Maddalena”, con la sua scelta radicale di cambiare la propria esistenza per amore; c’è il contadino “Zi’ Nicola” che vuole essere ballerino spagnolo anziché emigrante; c’è “Veleno” che scorre nelle vene di chi ti vuole piu' bene.
Il gruppo: Franco Del Prete-batteria, Paola De Mass-voce, Piero Gallo-mandole e chitarra, Corrdado Ponessa-chitarre, Francesco Iadicicco-Basso, Gabriele Statuti- tromba- flicorno, Francesco Del Prete- Percussioni, Salvatore Lampitelli - chitarra ritmica.

http://www.youtube.com/watch?v=z6L9Xbz5suU

domenica 1 agosto 2010

Viva la modernità

Il parlamento regionale della Catalogna con sede a Barcellona ha votato per la soppressione delle corride sul proprio territorio a partire da 2012. Tutti i media  hanno trattato l'argomento riportando i commenti dei sostenitori del provvedimento e dei contrari. Tra i sostenitori i soliti gruppuscoli organizzati  che per essere presentabili si definiscono verdi o animalisti. La matrice è sempre quella comunista, se non la provenienza sicuramente la scuola. Si comprende dal fatto che sono minoranze che facendo leva sulla forza della  propria organizzazione riescono ad imporre il loro volere alla maggioranza come in questo caso.  

Stanno provando ad eliminare uno dei simboli storici della Spagna la corrida con tutto lo spettacolo focloristico connesso e l'indotto economico che in questi tempi di crisi fa molto comodo per arginare la forte disoccupazopne che attanaglia gli spagnoli. In ogni libro di scuola si è sempre affiancato il nome Spagna con questo bellissimo e nobilissimo spettacolo, anche per questo da eliminare ed anche perchè secolare quindi secondo loro vecchio.  Per loro non si può essere rappresentati da cavalieri, dame in gramaglie e toreri agghindati tutti insieme uniti in una festa grandiosa. A loro dà fastidio che la Spagna sia rappresentata dal toro che in varie forme campeggia in ogni dove mettendo in risalto gli attributi che lo distinguono dalla mucca. Loro non vogliono quei simboli preferiscono Almodovar con le sue rappresentazioni lascive della società spagnola o la rivoluzione gay che da qualche anno sta interessando tutto il paese. Questa è la modernità per loro: eliminare ogni ricordo e simbolo del passato e del machismo e con essi anche le persone che in essi si identificano o minimo metterle in secondo piano. Innalzare agli onori questi loro feticci della modernità secondo la loro interpretezione quali il vizio, la droga e la degenerazione cercando di imporli a tutti. Se poi, come in questo caso, i loro progetti si intrecciano con politici spregiudicati come i separatisti, il gioco è facilitato. In questa occasione i separatisti della Catalogna hanno appoggiato la richiesta dei verdi proprio per cancellare un simbolo dell'unità nazionale quale è il toro e la corrida. Cancellando i simboli storici che li accomunano e creandone di propri ed esclusivi, si sforzano di raggiugere il loro obiettivo che è quello della separazione. Quando la politica vuole raggiungere degli scopi cerca sempre di nobilitare i mezzi ed allora si parla di spettacolo cruento, di laghi di sangue , di torture e sofferenze per l'animale molte volte raccontate da persone che non hanno mai assistito ad una corrida. Quello è uno spettacolo in cui ci si cala nella storia nell'arte delle movenze leggere del toreador e nella poesia dell'atmosfera che si vive in quei momenti. Non a caso grandi scrittori e grandi poeti hanno tramandato attraverso le loro opere le loro  nobili sensazioni che adesso devono cadere nell'oblio. La modernità  vuole nuovi simboli e nuovi miti per cui quelli devono essere cancellati e dimenticati ed oltretutto demonizzati come il male assoluto.

DOMINGUIN

giovedì 29 luglio 2010

Sfogo di un Carinolese



un'immagine del sito istituzionale di Carinola - Asmenet



Cari amici del Quiqurì, sono sempre io, l’anonimo, dopo l’informazione ricevuta sulla storia del nostro Comune e della “FU” Diocesi di Carinola, da me approfondita, si scopre sempre tanta ma tanta cultura a Carinola. Dopo tanta nobil storia sembra che il tempo nel nostro carissimo e amatissimo Comune, frazioni comprese, il tempo si sia fermato.
Siamo in piena informatizzazione, prossimi allo studio della robotica nelle scuole come materia obbligatoria, e il nostro comune, dispiace dirlo, fa fatica a mettersi a passo con i tempi. Abbiamo un portale aperto, tanto per averlo, e che da anni non è mai stato aggiornato sta lì abbandonato a se stesso. Mentre se accedi a un qualunque portale di un “COMUNE” trovi di tutto: dai lavori della Giunta comunale, del Consiglio comunale e tante altre informazioni d’interesse pubblico in modo che i cittadini, chi lo vuole, siano sempre informati. Poiché siamo in un periodo di crisi, dove tutti siamo stati chiamati a fare dei sacrifici per il bene del paese ed evitare spese inutili, soprattutto con soldi pubblici, sicuramente tenere aperto, il sito ha un costo a questo punto o si aggiorna o si chiude.
Problematica peraltro fatta presente anche al nuovo Commissario Dott.ssa Ciaramella a oggi senza alcun risultato e risposta.
A mio modo di vedere anche la politica locale ha le sue colpe: non abbiamo avuto politici all’altezza della nostra storia, da me definiti “politicucci” tranne due o tre, gente che ha pensato solo ed esclusivamente ai propri interessi trascurando, a discapito della collettività, strutture, servizi, vigilanza, rispetto delle regole, cultura - basta farsi un giro per il comune e vedere in che condizioni siamo conciati. Fine altrimenti affrontiamo altri temi.
Concludo cari amici del quiqurì rivolgendovi a voi e agli amici di Casale perché siete solo voi attenti su tutto quello che succede nel nostro territorio, in modo da fare qualche passo avanti per il bene della comunità carinolese.
Buon lavoro.

PS: e gli amici delle altre frazioni non fanno cultura? Visto che se ne vantano così tanto.

"L'" Anonimo

lunedì 26 luglio 2010

Prodcui est?

Grangelsa: 25 luglio 2010
Gia, a chi giova?
Se giova a qualche pseudo cacciatore, perchè il cacciatore è ben altra cosa di chi a Casanova va a sparare agli uccelli piuttosto che ai cinghiali, perchè durante il periodo di apertura,  e non, della caccia non vengono intensificati i controlli da parte della polizia provinciale o dei guardiacaccia e non si attribuisce  a chi continua a sparare nei  luoghi incendiati, nonostante il divieto sia decennale, una sonora lezione? ci sarebbe la detenzione fino a quattro anni, ma a chi vuoi che importi se Tizio o Caio va "a ru 'mpuostu a' beccaccia 'nta ru 'ncuottu?" Se giova a qualche pseudo boscaiolo, perchè lo stesso controllo di cui per lo pseudo cacciatore non vierne applicato a questi facendogli togliere il vizio di speculare sulle foreste incendiate?
Se giova a qualche pseudo pastore, perchè anche il vero pastore di greggi è un'altra cosa rispetto a quelli che ci ritroviamo nei nostri paraggi, perchè non gli viene comminata la confisca e l'abbattimento delle greggi se viene colto in flagrante, giacchè la limitazione al pascolo in territori incendiati è simile a quella del divieto di caccia?
La domanda che viene spontanea a questi interrogativi è: FINO A QUANDO DOVREMO ASSISTERE IMPOTENTI A QUESTI SCEMPI E TOLLERARE PSEUDO CACCIATORI, PSEUDO BOSCAIOLI, PSEUDO PASTORI E SCELLERATI CHE NON SI SA IN VIRTU' DI CHE COSA  DANNO COSTANTEMENTE FUOCO A QUELLO CHE, COME TUTTI SAPPIAMO, E' IL POLMONE  DEI NOSTRI GIA' TANTO BISTRATTATI PICCOLI CENTRI CHE PERLOMENO CI CONSENTE DI VIVERE UNA VITA ALQUANTO SANA?  ALMENO QUELLA!
MEDITIAMO GENTE, MEDITIAMO!

Anonimo

sabato 24 luglio 2010

Carinola: da Universitas a Comune


I ruderi del Castello Normanno
Cari amici,  da un po’ di tempo vi seguo e trovo alquanto interessanti i vostri articoli. 
Mi  sapreste dire in che anno Carinola è diventato Comune? Grazie.

L’anonimo lettore o lettrice che via mail ci ha chiesto in che anno Carinola è stato fatto Comune, probabilmente non si rende conto della complessità della sua domanda. Si aspetta forse una risposta semplice, un particolare anno che stabilisca l’inizio dell’azione amministrativa del Comune. Mi dispiace dargli una delusione, ma non è così.
La storia di Carinola come Comune è molto lunga ed onorevole e meriterebbe, per i suoi trascorsi, molta più attenzione e valorizzazione da parte di tutti. Nondimeno, per soddisfare la stimolante curiosità del nostro lettore è necessario, per forza di cose, tracciare a grandi linee il cammino storico amministrativo di Carinola, evitando pesanti approfondimenti che potrebbero interessare solo gli studiosi del ramo.

La nascita di Carinola come Universitas, il comune dell’Italia meridionale, risale all’ VIII secolo d.C circa, durante il periodo longobardo, e  faceva parte di quell’estesissimo Ducato di Benevento che, insieme al Ducato di  Spoleto, costituiva la Longobardia Minor nell’Italia centro-meridionale in opposizione alla Longobardia Maior nell’Italia settentrionale.
Quando poi, intorno all’anno 1000, arrivarono i Normanni e instaurarono il Regno normanno di Sicilia, introducendo il sistema feudale, le Universitates furono concesse in feudo a persone di fiducia del re  e molte di esse, dopo il 1140, furono trasformate in contee, i nuovi organismi feudali voluti dal Re Ruggiero d’Altavilla.
Le contee erano governate da un conte che aveva carica e poteri squisitamente militari, mentre la giustizia era affidata a magistrati e giudici appositamente designati. Caratteristica delle contee era la solidarietà del lignaggio; tutti i conti del regno erano legati  alla stirpe degli Altavilla da un vincolo di sangue e venivano nominati  direttamente dal re.
Le mura del Castello
La Contea di Calenum o Carinula fu istituita dopo il 1143-45 e fu concessa a Gionata, figlio di Riccardo, la cui bisnonna era sorella di quel Roberto d’Altavilla, detto il Guiscardo, che fu il principale artefice dell’ ascesa normanna in Italia.
Con gli Angioini prima e gli Aragonesi poi, le Universitates indebolirono notevolmente  il loro potere a causa della crescita di quello dei feudatari (baroni), i quali influivano pesantemente sull’elezione dei magistrati. Le Universitates divennero quindi proprietà del feudatario e potevano essere vendute o comprate, insieme agli uomini e animali che le abitavano, come una qualsiasi merce. La stessa prassi continuò nei due secoli  di vicereame nel Regno di Napoli  e  poi con i Borbone. 
L’ultimo feudatario  di Carinola fu il Duca Gaetano Grillo di Mondragone, il quale ne fu proprietario fino al 1806, anno in cui il feudalesimo fu abolito da Giuseppe Bonaparte, re di Napoli  e fratello di Napoleone. Nel decennio francese, l’Universitas di Carinola divenne la Comune di Carinola, secondo il lessico portato dalla rivoluzione francese,  acquistando nuova autonomia e nuova dignità. Autonomia che mantenne anche quando la Storia riportò di nuovo i Borbone col loro Regno delle Due Sicilie, poi l’Unità d’Italia, e la Comune di Carinola era diventato definitivamente il Comune di Carinola.

Clio

Fonte: Archivi di Stato di Napoli e Caserta
           Errico Cuozzo – La monarchia bipolare: Il Regno normanno di Sicilia

martedì 20 luglio 2010

Ad ogni potere la sua P2

Vincenzo Conciatori - Il Potere
La fragile democrazia italiana  è soffocata da un’ infinità di interessi particolari: di singoli, di caste e castucce, di logge e loggette, di partiti e partitucci che si sovrappongono agli interessi generali della società. Dal Governo al più piccolo dei Comuni, quest’ andazzo determina una frenetica scalata al Potere che può garantire la salvaguardia dei propri interessi particolari, di quelli degli amici e quelli degli amici degli amici.
Il Potere, con la P maiuscola, sta all’illegalità come il cacio sta ai maccheroni: sono due parole inscindibili, legate da un doppio filo. Nel caso in cui se ne spezza uno, le tiene l’altro, di modo che la loro indissolubilità è sempre garantita.
Avere potere significa avere  la capacità di far valere sempre la propria volontà, anche di fronte all’opposizione più dura; significa dirigere persone, influenzandone le scelte e la vita; significa contare su risorse umane e materiali; significa prestigio, rispetto, ricchezza….
Signori DB e G vi dice niente tutto questo?
Il Potere, per esistere, deve appoggiarsi sull’obbedienza; ha perciò bisogno di consensi, tanti consensi, continui consensi e per ottenerli non basta il carisma o la bravura della persona: ci vuole ben altro. Ci vuole reciprocità di compromessi, alleanze, concessioni e,  dulcis in fundo,  un pizzico di corruzione. Senza questi ingredienti, il Potere non si mantiene più di tanto…. 
Dott. M e a lei cosa  dice tutto questo?
Il lato oscuro del Potere conquistato per fini particolari è tuttavia la ricattabilità da parte degli stessi soggetti che hanno sostenuto la scalata.
E’ in questa ottica che dobbiamo vedere la presenza di personaggi ambigui a Carinola, di allarmanti gestioni Sacom,  di inquietanti “rotazioni” d’appalti di cui si parla nelle intercettazioni? ... Ora molte cose sono chiare, a cominciare dalla scarsa frequentazione del parcheggio privato accanto al tribunale da parte degli avvocati che preferiscono parcheggiare in strada: chi lavora per la legge non può permettersi di parcheggiare da chi  dalla legge è fuori.

Che ci fanno questi personaggi a Carinola? Chi ha venduto il nostro territorio, permettendo loro di stanziarsi da noi?  Qualcuno è colpevole. Non solo chi ha permesso loro di  "impadronirsi” del carinolese, ma anche chi non si è opposto in tutti i modi a quest’appropriazione, denunciando pubblicamente la situazione, anteponendo così il proprio interesse particolare a quello generale della comunità carinolese.
Dico bene  signori politici?
Di tutto ciò se ne terrà conto alle prossime elezioni e si pretenderanno risposte chiarissime e documentabili a queste domande. Chi non saprà essere convincente è meglio non si metta in ballo perché si smonterà qualsiasi tentativo di strumentalizzazione del popolo carinolese.
Adesso basta veramente! Ne abbiamo le scatole  piene!
La cittadinanza pretende attenzione ai propri bisogni, ai propri vecchi, ai propri bambini, ai propri malati, al futuro dei propri giovani. La cittadinanza pretende onestà d’intenti e di gestione. Pretende aderenza alla propria storia fatta di lavoro, di sacrifici  e di onestà. Quest’indebita trasformazione dell’ integra e generosa indole carinolese in qualcosa di subdolo e di oscuro, in cui il popolo assolutamente non si riconosce, è un atto arbitrario da parte vostra che vi costerà molto caro.
Politici avvisati, mezzi salvati. 

N.R.

domenica 18 luglio 2010

Chiama il 1515


Venerdì 16 Giugno 2010 come si legge da Il giornale della Protezione Civile, l'assessore regionale della Campania Vito Amendolare e quello della protezione civile Edoardo Cosenza hanno presentato il piano anincendio boschivo 2010 della Regione Campania per contrastare gli incendi che come ogni anno distruggeranno migliaia di ettari di bosco e macchia mediterranea. In evidente contrasto con i tempi di crisi sono stati stanziati il 20 per cento in più di spese per la protezione civile e sette milioni di euro per l'acquisto di venti automezzi nuovi ed attrzzature varie per i vigili del fuoco. Il sistema sarà regolato da una sala operativa regionale e da sette provinciali che coordineranno diciotto centri territoriali. Parteciperanno alla lotta imminente contro i roghi, 330 addetti regionali, 600 forestali, 150 vigili del fuoco oltre a non meno di 350 volontari della protezione civile. Il sistema si avvarrà dell'ausilio di 39 telecamere di cui 34 già istallate. Con l'uso delle telecamere il sistema determinerà autonomamente la priorità di intervento sugli incendi anche se l'operatore della sala perativa potrà sempre intervenire manualmente in caso di necessità. L'assessore Amendolara ha dichiarato che la Regione Campania si è attrezzata al meglio per fronteggiare questo periodo di crisi anche se ci si augura che non ci sia. Per non esserci la crisi si deve sperare solo nella pioggia che normalmente a Luglio ed Agosto non arriva quindi a giorni se non a momenti inizierà la guerra come negli anni passati. Quando si è approntato un esercito così poderoso di quasi 1500 uomini attrezzati di tutto punto con tantissimi mezzi  a disposizione e con una flotta aerea alle spalle di Canadair ed elicotteri di vario carico sicuramente la guerra scoppierà. Restando nelle nostre zone si incomincerà dalle pendici del monte Massico come già è successo nei giorni scorsi poi nel tempo ci sarà un attacco più verso la vetta. Ci sarà il solito incendio nella Piantagione, tra Casanova e Falciano, poi sulle Vaglie, sicuramente qualche bel rogo nella Grangelsa ed a Corbellino e poi un grande fuoco sull'ex base Nato che provocherà l'intervento spettacolare degli aerei e degli elicotteri. Questo è il programma che con piccole modifiche  vedremo attuato nei prossimi giorni se non addirittura nelle prossime ore. Ogni anno è stato sempre così e siccome non ci sono stati interventi tesi ad evitare il fenomeno così sarà anche questo anno. Ogni giorno assisteremo ad una o più battaglie,  grandi o piccole contro le fiamme che sicuramente saranno tutte vinte dal nostro esercito antincendio ma alla fine della campagna la guerra sarà persa come gli atri anni. Sarà persa perchè conteggeremo la perdita di migliai di ettari di vegetazione incenerita che significheranno ossigeno in meno per tutti e la perdita della vita per tanti animali . L'unica consolazione  sarà di sapere che respireranno peggio anche coloro che vivono su questi disastri.
Si informa che il 1515 è il numero di pronto intervento del Corpo Forestale mentre il numero verde della sala operativa regionale è 800449911

Bertolaro

Intercettazioni

Queste intercettazioni (del periodo 2004-2007), estrapolate dall’ordinanza applicativa di misura cautelare, emessa dal Giudice Vincenzo Alabiso qualche giorno fa, hanno il solo scopo di informare come la criminalità organizzata che va sotto il nome del clan dei Casalesi, interessi anche il comune di Carinola. Non si vogliono peraltro insinuare sospetti, tanto meno indicare responsabili. L’obiettivo è quello di conoscere il gergo e l’arroganza con cui questi banditi manipolano denaro e opere pubbliche. Le indagini hanno consentito di scoprire una ramificata infiltrazione della camorra nel sistema degli appalti pubblici nel Casertano. Le accuse sono associazione mafiosa, riciclaggio, turbativa d’asta. Si vedrà quindi che sono boss, in particolare Nicola Schiavone, arrestato, sottoposto ad indagini per l’art. 416bis, classe ’78, a parlare di “lavori” e appalti a Carinola.

Nella prima intercettazione infatti lo Schiavone (figlio del boss Francesco Schiavone detto Sandokan) parlando con una tale Raffaela Fontana (donna che favoriva il clan) gli confida che:



NICOLA = ah.. brava, hai capito perchè poi i rischi sono i nostri...
RAFFAELA = eh...
NICOLA = hai capito non sono di nessuno più...
RAFFAELA = si...
NICOLA = questo è....
RAFFAELA = ho capito dai...
NICOLA = allora stiamo un poco giù... un poco più indaffarati... poi si deve chiarire con il padre di Raffaele quello che deve avere.... perchè qualcosa a quello lo devi dare.... hai capito?! perchè pure lui vengono e portano i lavori... poi gli facciamo prendere il lavoro a qua di parte insieme a noi, ti facciamo guadagnare i soldi... quello dopo non se ne escono tre lavori a Carinola?!...

Nella seconda intercettazione c’è sempre lo Schiavone ma stavolta l’interlocutore è Francesco Iovine (sottoposto ad indagini per 416bis) a cui spiega che:

FRANCESCO = inc.. chiaccheroni.. quello si è preso il lavoro.. inc.. hai capito.. inc..
NICOLA = però aspetta ragazzo.. tu lo sai con quali cristiani parlo per il telefono e...
FRANCESCO = inc.. se dobbiamo fare inc.. (per disturbi sulla linea)...
NICOLA = Io Francesco te l'ho detto no?!.. diciamo noi.. e uno... il fatto che noi abbiamo deciso... inc.. e uno... la seconda cosa oi Ci è che comunque quelli vengono a casa mia e portano sempre lavori e cose.... e allora tu in un certo senso.. ti disobblighi.. gli fai guadagnare qualcosa di soldi... mantieni l'amicizia e poi oi Ci... parliamoci chiaro.. quelli dopo che quando hanno fatto un lavoro di questo qua... del genere.. si presentano altre 3-4 lavori a Carinola.. se ci devono..
Quindi sempre lo Schiavone al telefono con Michele D’Aniello, anche quest’ultimo arrestato e sottoposto ad indagini per art. 416 bis. Particolarmente interessante questa telefonata. Infatti:

NICOLA = Michele io ti dico la sincera verità
MICHELE = mi sono spiegato o no?...
NICOLA = se io venivo da te
MICHELE = se io ti dicevo Miche... Nicola...
NICOLA = e tu dicevi a me ... Nicò non dire nulla io ho il problema a Casale non ci voglio partecipare
MICHELE = no... no... ma è esatto...
NICOLA = non ti preoccupare che io ti capivo... ogni volta che ti sono venuto a chiedere per Falciano e per Carinola tu me le hai fatte sempre...
MICHELE = ma perciò ti sto dicendo .

Infine l’ultima intercettazione è sempre tra Nicola Schiavone e Raffaele d’Alessio, da poco costituitosi,  sottoposto ad indagine per art. 416bis.

NICOLA = bel fratello cosi siamo rimasti.... tu da me cosa vuoi...
RAFFAELE = inc.. la rotazione..
NICOLA = a me lo ha detto lui....
RAFFAELE = inc..
NICOLA = no niente....
RAFFAELE =anche a Carinola e a Falciano ci sta la rotazione..