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martedì 15 giugno 2010

Da parte di casaledicarinola.net

 
CASALEDICARINOLA.NET pur tenendo fede al suo compito primigenio di conservare ogni aspetto delle antiche tradizioni locali (dal dialetto ai proverbi e modi di dire, alle ricette, ecc.), compito cui tiene sempre in modo primario, ha comunque l’obiettivo puntato sulla realtà Carinolese e siccome essere portatori di opinioni - le più diverse sia ben chiaro! - è un modo come un altro di impegnarsi nel sociale, desidera sempre di più trasformarsi in un’agorà, la piazza centrale della pòlis greca in cui tutti, ma proprio tutti, avevano la possibilità di salire su un pulpito e dire la propria su qualsiasi argomento. Ecco casaledicarinola.net vuole fare proprio questo: mettere a disposizione di chiunque un “pulpito virtuale” dal quale far sentire la propria voce. Senza urlare possibilmente, ma facendo propri quei modi urbani e pacati che definiscono ogni persona garbata e gentile, e facendosi forti soprattutto delle proprie idee.

Non possiamo fare a meno di notare che qualcosa nella “politica” carinolese sta cambiando: speriamo che sia più di una sensazione, ma in realtà ci sono anche dei fatti concreti che ce lo fanno credere. L’avanzarsi di giovani è un qualcosa da salutare con piacere, ma comunque va da sé che “essere giovani” non deve significare avere solo meno anni d’età anagraficamente parlando: determinante è la M-E-N-T-A-L-I-T-À! Già all’indomani delle ultime amministrative si avvertiva l’esigenza di creare gruppi giovanili di veri e propri “controllori” che un domani sarebbero venuti allo scoperto per creare una propria lista, senza sventolare bandiere di destra o di sinistra: l'unico elemento unificatore avrebbe dovuto essere l'interesse del Comune di Carinola. Ecco, quel “domani” è già presente: abbiamo tutti visto che la vittoria di quella lista che pomposamente si chiamava “Carinola per cambiare” in realtà ha cambiato poco, ma comunque non dobbiamo illuderci che un ritorno al “vecchio” possa far migliorare le cose; non illudiamoci che il miglioramento diventi così automatico trapiantando, sic et simpliciter, “nuove idee” e “nuovi modi di fare” in vecchi protagonisti.

Veniamo dunque al succo della proposta di casaledicarinola.net: quando dicevamo «tutti» intendevamo proprio “chiunque”: l’esponente politico, di Destra, Sinistra o Centro, che vorrà illustrare le proprie posizioni e confrontarsi con il parere altrui; il simpatizzante di questa o quella idea, non necessariamente politica, che vuole verificare se sia o meno l’unico a pensarla in un determinato modo. Insomma chiunque (e sottolineiamo C-H-I-U-N-Q-U-E!): anzi sarà proprio dai lettori che trarremo linfa necessaria per tenere in vita questa fucina di opinioni, del resto quando ci presentammo scrivemmo che «il sito si alimenterà della passione di altre persone anche della tua che leggi […] potrai a tua volta proporre la pubblicazione di notizie, curiosità, informazioni […] se vuoi collabora alla sua crescita, poiché … quello che possono vedere i tuoi occhi non è quello che hanno visto i nostri…». Insomma è nostra intenzione creare un Blog “in cui esprimere concetti, presentare pareri e consigli, critiche si spera costruttive, che siano di stimolo ai presenti e futuri rappresentanti politici della comunità carinolese”. In effetti ci rendiamo conto che esistono altri luoghi virtuali che ospitano le convinzioni dei cittadini, ma sappiamo anche che da qualche parte i commenti dei lettori vengono filtrati, forse manipolati, spesso addirittura nascosti; e questo non solo per i commenti, ma anche, a giudicare dalle proteste degli autori, per gli interventi. Non sappiamo in base a quale principio succeda ciò, certo un “corretto” filtro per i commenti a carattere troppo personale, o più esagitati e volgari è più che giusto, è anzi doveroso, ma ci auguriamo che non sia una sorta di malcelata partigianeria a muovere tutto ciò: IN OGNI CASO QUESTI EVENTUALI MODI DI AGIRE NON APPARTENGONO A CASALEDICARINOLA.NET. Qui non verrà filtrato mai un intervento o un commento: a costo di riportare anche i normali errori di battitura verrà evitata ogni modifica o alterazione!

Periodicamente in home page nella finestra [Editoriale] ci sarà un intervento che sarà tema di discussione, proposto dalla Redazione o da qualunque lettore che vorrà rendere partecipi tutti di eventi di interesse comune riguardanti o meno l’aspetto amministrativo, oppure le dichiarazioni di qualche politico nostrano che vorrà usare un canale alternativo ai soliti, ma anche soltanto una frase, un pensiero, una riflessione, che possa dar inizio ad una discussione: per  farlo basterà scrivere al nostro indirizzo e-mail redazione@casaledicarinola.net, mentre per postare un commento non ci sarà bisogno nemmeno dell’iscrizione (sempre benvenuta, ma non certo obbligatoria). Ripetiamo: NON CI SARANNO FILTRI! LE UNICHE LIMITAZIONI SARANNO DETTATE DAL BUONSENSO, DALLA BUONA EDUCAZIONE E DALLA CONSAPEVOLEZZA CHE LA LIBERTÀ DI OGNUNO FINISCE LÀ DOVE INIZIA QUELLA DELL’ALTRO.

Cominciamo a FARE EFFETTIVAMENTE qualcosa, non abbandoniamoci soltanto alle proteste contro ogni tipo di soluzione.

La redazione di www.casaledicarinola.net

lunedì 14 giugno 2010

Marinaleda - dove un mondo diverso e migliore è possibile

Il sindaco Juan Manuel Sanchez Gordillo 
di Douglas Hamilton - Counterpunch

A circa 100 Km a est da Siviglia si trova una cittadina di 2.700 persone chiamata Marinaleda. È una delle numerose città e paesi agricoli nella provincia di Siviglia, circondata da miglia e miglia di distese pianeggianti e agricole. Ciò che contraddistingue Marinaleda da qualunque altro posto in Spagna e, se possibile, anche in Europa è che per gli ultimi trent’anni è stata il centro di continue lotte per il lavoro e un luogo dove è emersa un’attuale forma operante e in evoluzione di socialismo reale. Ho avuto la fortuna di visitare la città la scorsa settimana e, in un momento di profonda crisi economica e di cinismo politico, non sarei potuto rimanere più colpito davanti alle sue irripetibili imprese socialiste.

Negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, nel corso di una lotta per il lavoro e per una forma di agricoltura più giusta, i lavoratori di Marinaleda furono coinvolti in varie occupazioni ed espropriazioni di terre agricole in mano ai proprietari terrieri locali e delle loro vaste tenute, tipiche della regione. Le occupazioni erano guidate da un giovane, carismatico, radical-socialista di nome Juan Manuel Sánchez Gordillo, che guidava il Sindicato de Obreros del Campo (SOT) (Unione dei lavoratori agricoli).

Nel 1979 gli attivisti del SOT istituirono il Colectivo de Unidad de los Trabajadores – Bloque Andaluz de Izquierdas (CUT) (Collettivo per l’Unità dei Lavoratori – Blocco andaluso di Sinistra) per poter partecipare alle elezioni locali del 1979. Muovendo da una piattaforma di radical-socialismo che aspirava a una riforma agraria, i rappresentanti del CUT furono subito eletti, e Sánchez Gordillo divenne alcalde (sindaco). Da quel giorno il partito ha avuto la maggioranza nel Comune locale per più di trent’anni. Nel 1986 il CUT divenne parte dell’Izquierda Unida (IU) (Sinistra Unita), il principale raggruppamento politico dei partiti socialisti/comunisti/verdi in Spagna. Il Consiglio comunale di Marinaleda ad oggi ha sette consiglieri della IU e quattro del riformista Partido Socialista Obrero Español (PSOE) (Partito spagnolo dei lavoratori socialisti). Juan Manuel Sánchez Gordillo, che di solito indossa una keffiyeh (sciarpa) palestinese donatagli nel suo viaggio in Palestina, è un insegnante di storia nella città e, oltre a essere alcalde, è un membro della IU nel Parlamento andaluso, il portavoce nazionale del CUT e ministro dell’Edilizia Abitativa presso il comitato esecutivo federale della IU.  

Marinaleda fece notizia quando i suoi lavoratori espropriarono con successo una tenuta di 3.000 acri al Duca di Infantado nel 1991. El Humoso, nome con cui la tenuta è nota, fu affidata alla gente del posto e ora include otto cooperative agricole all’interno della quali lavora la maggior parte della popolazione locale. Le cooperative sono dedite alla coltivazione intensiva di carciofi, peperoni, fagioli e anche grano e uliveti. Ogni lavoratore riceve lo stesso compenso: 47 euro per un giorno lavorativo di sei ore e mezzo. Tutto ciò in controtendenza con gran parte dell’agricoltura di quella zona che è basata sulla massiccia produzione intensiva di girasoli e grano. Secondo le statistiche ufficiali ci sono 130 disoccupati registrati nella città, numero che, in un periodo di profonda crisi economica e di disoccupazione in Spagna, è con ogni probabilità il più basso del paese e testimonia, in effetti, una situazione di piena occupazione. Marinaleda è un meraviglioso esempio di come proprietà sociale e creazione d’impiego possano andare di pari passo.

Oltre alla radicale riforma agraria, Marinaleda ha anche sviluppato una forma del tutto unica di distribuzione davvero socialista delle abitazioni. In contrasto con la dilagante speculazione e follia finanziaria che caratterizzano e hanno rovinato il mercato edilizio spagnolo, gran parte dell’edilizia d’alta qualità di Marinaleda è stata costruita dalle stesse persone del luogo che sono diventate di conseguenza proprietarie delle case a costi minimi. Le case sono costruite sul terreno comunale, con materiali forniti dal governo locale e regionale. Le persone del luogo pagano 15 euro al mese oltre a contribuire con un numero convenuto di ore lavorative al mese alla costruzione delle case. C’è un chiaro accordo che vieta loro di vendere le case in qualunque momento, in futuro. Il sistema fa sì che i proprietari delle case non siano vincolati da ipoteche e che non ci sia nessuna possibilità di speculazione finanziaria. Il lavoro di costruzione compiuto dalla gente è convertito in compensi che vengono sottratti dal costo di costruzione della casa. Il Consiglio promuove una serie di laboratori rivolti all’insegnamento delle tecniche di muratura, di impiantistica elettrica, idraulica, di carpenteria, di agricoltura ecologica, di tutto ciò che può essere usato a beneficio del programma sociale sull’edilizia.

A emblema dell’ideologia socialista di Marinaleda e della credenza che il potere debba essere messo nelle mani della gente del luogo, il Consiglio comunale ha creato delle Assemblee Generali dove si incontrano dalle 400 alle 600 persone del luogo 25 o 30 volte all’anno per dar voce alle loro preoccupazioni e votare sulle questioni all’ordine del giorno. Le Assemblee Locali hanno inoltre luogo, all’interno della città, proprio nelle strade o nei posti dove i problemi in questione si sono sollevati. In più, ci sono Gruppi d’Azione che si occupano di problemi specifici come la cultura, i festival, la pianificazione urbanistica, lo sport, l’ecologia e la pace. Un ulteriore esempio della particolare forma di democrazia locale del Consiglio è l’uso del “bilancio partecipativo” attraverso il quale ogni anno gli investimenti e le spese proposte dal Consiglio sono presentati negli spazi della comunità per essere discussi. Nelle “Red Sundays” [“Domeniche rosse”, ndt] la gente del posto presta servizio volontario per migliorare le strade, i giardini, le case, e fa altri lavori utili, migliorando così lo spazio pubblico ma costruendo anche la coscienza collettiva di chi abita quello spazio.

Un altro esempio delle politiche radical-socialiste della città è il fatto che alcuni anni fa il Consiglio decise di non avere una corpo di polizia locale, proponendosi così di risparmiare quantità significative del denaro delle risorse finanziarie (intorno ai 260.000 euro all’anno) che possono essere utilizzate per altre forme più benefiche di fondi sociali. Questa è con tutta probabilità una posizione politica unica in Spagna, se non nel resto d’Europa, e una posizione che sembra aver avuto successo.

Nel corso della mia breve e approssimativa visita a Marinaleda, i fondi sociali e quelli per l’istruzione della città mi hanno impressionato. Ci sono scuole moderne, un comprensorio sanitario attrezzato di modo che la gente non debba spostarsi per usufruire di trattamenti standard, un attivo ayuntamiento (Edificio Comunale), un centro sportivo moderno e ben equipaggiato, servizi a domicilio per gli anziani, un centro per i pensionati, un ampio centro culturale, una piscina, un campo sportivo da calcio, e un parco con giardini nel pieno rispetto della natura. Forse la cosa che desta più impressione in città è l’asilo, che è aperto dalle 7 alle 16 e costa appena 12 euro per bambino al mese, prezzo che include colazione e pranzo per i bambini: un supporto enorme per i genitori che lavorano. L’ampiezza dei fondi sociali è di gran lunga al di sopra di quel che ci si aspetterebbe in una città di appena 2.700 abitanti.

La città ha anche un proprio servizio di radio e televisione, dal momento che avverte l’esigenza di opporsi ai media mainstream e tradizionali. Oltre a offrire una vasta gamma di musica, dibattiti, notizie e programmi culturali, Radio/TV Marinaleda promuove un’ideologia alternativa basata sulla solidarietà, sulla generosità e sullo spirito collettivo. Radio e televisione sono aspetti importanti della politica del Consiglio per la diffusione di filosofie politiche alternative basate sul pensiero radical-socialista e su una serie di attività solidali, in particolare a supporto delle lotte in Palestina, nel Sahara occidentale e nelle zone dell’America Latina. Mentre girovagavo per la città ho visto strade che portano il nome di Che Guevara e Salvador Allende, e altre chiamate Solidarietà, Fraternità e Speranza. Insieme a molti murales e graffiti a sfondo politico, tutto questo gioca la sua parte nella crescita di una coscienza politica e nell’apporto di valori alternativi a quelli promossi dal capitalismo.
Sullo scudo araldico ufficiale della città si legge: “Marinaleda – Una Utopia Hacia La Paz” (Un’Utopia verso la Pace). Enfatizzando la natura repubblicana della città, lo stemma non ha corona ed è colorato di verde, rosso e bianco. Il verde a rappresentare l’utopia collettiva, il bianco la pace e il rosso la lotta sociale attiva e continua. Lo scudo araldico presenta anche una colomba, un disegno della città che sottolinea la sua natura collettiva, e il sole e i campi le sue priorità ambientali. 

Un aspetto affascinante della città che mi ha colpito molto è stato che non ci sono quasi cartelli pubblicitari lungo le strade. I negozietti locali non avevano insegne all’esterno o alle vetrine e perfino i bar non avevano le pubblicità della birra fuori. Non so se è una politica intenzionale, ma posso solo supporre che ciò è dovuto al predominio della pubblicità che sfigura il resto della Spagna. Se così fosse, è davvero confortante vedere una città priva di oppressivo mercantilismo.

In un’era di neo-liberalismo globale dilagante e di crisi economica, Marinaleda e il suo percorso di radicalismo politico sono un esempio meraviglioso di ciò che può essere fatto quando la gente si unisce nella lotta per l’attuazione di politiche radical-socialiste. Per qualcuno come me che ancora crede nella speranza di una società basata sull’uguaglianza socialista, sulla giustizia e sullo sviluppo, gli abitanti di Marinaleda meritano la più grande approvazione e supporto per quello che hanno realizzato nel corso degli ultimi trent’anni. Possiamo solo sperare che continuino su questa strada anche in futuro. In un periodo in cui il cinismo è così endemico in politica, Marinaleda offre un esempio meraviglioso e confortante di ciò che si può ancora fare. Un mondo diverso e migliore è ancora possibile.

Titolo originale: "A Town Called Marinaleda"

Fonte: http://www.counterpunch.org
Link
30.04.2010

dal sito: www.comedonchisciotte.org 

venerdì 11 giugno 2010

No alla legge bavaglio

Come cittadino e articolista di questo blog, mi oppongo categoricamente alla legge bavaglio approvata dal Senato perchè toglie, a coloro che scrivono, la possibilità di informare e ai cittadino italiani la possibilità di sapere.
La legge sulle intercettazioni non è una difesa della privacy, come si vuol far credere, ma è chiaramente un provvedimento emanato a protezione della casta e contro lo stato di diritto costituzionale. E' semplicemente assurdo che chiunque vedrà un politico con un mafioso o camorrista e lo renderà noto, rischierà una pena fino a quattro anni di reclusione e multe salatissime, a discapito della legalità e del dovere di informare.
Mi impegno, nel mio piccolo, alla disobbedienza civile, attaccando e denunciando chiunque usi questa legge vergogna per i propri utili e calpesti i diritti democratici dei cittadini.

Non è possibile dimenticare l' importanza del rispetto della Costituzione italiana e la tutela del diritto degli italiani ad essere informati, diritto che deve essere salvaguardato con qualsiasi pacifico mezzo di protesta. Soprattutto, non voglio dimenticare che la democrazia sta subendo dei pericolosi attacchi da parte di una casta malsana e potente, manipolando l'opinione pubblica attraverso un uso improprio dei mezzi dei comunicazione  e leggi ingiuste. Da parte mia, cercherò di assicurare sempre ai nostri lettori la verità e la trasparenza.

Nuvola Rossa
 

mercoledì 9 giugno 2010

Nuova sede PD a Carinola, ma quale PD?

L'annuncio tramite manifesto murale è conciso e perentorio, siete tutti invitati all'inaugurazione della sede PD di Carinola a Nocelleto. Se non fossero note le ultime diatribe interne al partito sarebbe la normale notizia dell'inaugurazione di una nuova sede di partito. Gli strascichi sono ancora vivi e laceranti e le conseguenze anche visto che quasi metà degli iscritti si è autoescluso dal partito non riconoscendosi nella linea imposta ad esso da chi lo vuole gestire con metodi padronali. 
L'imposizione del nome del coordinatore comunale e degli organi direttivi è stata considerata da molti iscritti contraria ai principi ed al nome stesso del partito. Il boss politico del partito democratico carinolese è sempre lo stesso e risponde al nome di Pasquale Di Biasio che difende con tutti mezzi a sua disposizione la sua leadership conquistata in anni di impegno politico. In questi ultimi due anni c'è stato un tentativo di scrollarsi dal giogo del suo potere da parte di Mannillo ma il risultato è stato disastroso ed ha finito per rafforzare colui che voleva ridimensionare. Queste discussioni e lotte per la conquista di posizioni negli organi dei partiti a molti sembrano questioni velleitarie in tempi non elettorali, senza comprendere che in questi periodi si preparano le future campagne elettorali. Molti si svegliano il giorno prima della scadenza della presentazione delle liste e vorrebbero incidere sul risultato finale solo perchè candidano la propria persona. Queste candidature non preparate e non coadiuvate dagli alleati giusti non comportano mai risultati positivi. Non è il caso di Pasquale che si prepara con molto anticipo e con la squadra adatta. Chi non condivide i suoi piani è sicuramente eliminato perchè difficilmente permette che ci sia un intralcio al suo pensiero anche perchè è sempre quello giusto. Così avendo piazzato tutti i suoi fedelissimi nei posti chiave nessuno si opporrà alla sua candidatura a sindaco ed ai nomi dei candidati che lui deciderà. il dilemma resta sul posixionamento dei fuoriusciti dal PD come Marrese ed Ullucci che dovranno pur trovare una collocazione. Sicuramente non abbandoneranno la vita politica come dovrebbero avendo contribuito ad un clamoroso fallimento poitico amministrativo. Dovrebbero ma non lo faranno in quanto non possono vivere senza politica e anche perchè hanno l'elezione scontata contando su tanti elettori fedelissimi che li seguono ovunque. Avendo diviso la loro strada da Di Biasio può darsi che creino un secondo PD che faccia riferimento a qualche altro big regionale così che si avranno due partiti quello di Di Biasio e quello di Marrese o Ullucci che potrà avere le mani libere di firmare accordi con qualunque lista. 
Al contrario di quello che molti pensano i due poli di attrazione non sono Grimaldi - Mannillo ma Marrese  - Di Biasio e questi alla fine saranno i nucleo delle future compagini che si contenderanno la direzione del comune. Gli altri si dovranno accodare se non vorranno combattere solo per il gol della bandiera come ha fatto più volte l'amico Ceraldi. Anche il povero Di Lorenzo, che non si capisce perchè sia discriminato da tutti, dovrà elemosinare un posto nell'unica lista che tenterà di opporsi al ciclone Grimaldi e cioè quella di Pasquale in quanto difficilmente il coordinatore comunale del PDL Nardelli gli concederà un posto in lista. Molti sotengono che non debba sudare molto per avere un posto nella lista Di Biasio in quanto sostengono che da anni sia un fedelissimo di Pasquale anche se militante in campo avverso. Tutto questi preparativi non promettono niemte di buono per la cittadinanza in quanto sono tutti in funzione di affermazioni personali di potere e non di programmi innovativi e migliorativi della vita della comunità calena.

Clemenceau

lunedì 7 giugno 2010

dannati della Striscia di Gaza

I dannati della Striscia di Gaza, dove il futuro è negato

Un milione e mezzo in 45 chilometri. Campi profughi infernali, l'unica speranza di sopravvivenza è il contrabbando


«Se fossi nato qui, sarei diventato anche io un “terrorista”», disse Giulio Andreotti visitando Gaza anni fa. La “striscia”, salvo dove la sabbia bianca diventa duna, è quasi piatta. Una terra arida. La poca acqua rimasta nelle falde sa di sale. E’ sempre più inquinata. Questo lembo di terra è una fetta di deserto lunga 45 chilometri, affacciata da una parte sul Mediterraneo, dall’altra su Israele. E’ largo appena 10 chilometri, con a Nord sempre Israele e a Sud l’Egitto.
Se uno percorre la strada dissestata che da Gaza porta a Rafah, non è facile rendersi conto che con il suo milione e mezzo di uomini, donne e tanti bambini e adolescenti, Gaza costituisce uno dei luoghi più densamente abitati del mondo. Basta, però, entrare in internet, cliccare su Google map e zoomare per comprendere ciò che spesso gli articoli dei giornali o le immagini trasmesse nei notiziari televisivi non spiegano a fondo. Intorno al piccolo centro di Gaza City, con il suo retaggio del periodo ottomano, rovine bizantine, resti di antiche sinagoghe e chiese e tracce della presenza della Roma dei Cesari, è cresciuta un ammasso spesso confuso di edifici di ogni genere da quando nel 1948 alle famiglie native del luogo si sono aggiunti centinaia di migliaia di profughi cacciati dalle loro terre in ciò che è oggi Israele. I “campi” dei rifugiati sono divenuti quartieri disordinati, meandri dove è difficile non perdersi. E dove, nel 1987, la rabbia innescò la prima Intifada, la rivolta contro l’occupazione.
Non si muore di fame, a Gaza, come uno potrebbe pensare quando si parla di aiuti umanitari. Ma la maggioranza della popolazione sopravvive con meno di due euro al giorno. Gaza, dal 1967, è occupata da Israele o assediata da Israele. E il blocco in vigore da tre anni, voluto dai governi israeliani e assecondato dall’Egitto per una serie di interessi convergenti e pressioni americane, ha un effetto ancora più deleterio della fame. Qui le nuove generazioni vengono bruciate, il progresso si ferma, il futuro è sempre più incerto. Mancano le scuole, mancano adeguate strutture ospedaliere, la situazione sanitaria - ammonisce l’Onu - è precaria. Manca l’industria perché l’embargo rende difficile importare materie prime ed esportare prodotti finiti. L’odore penetrante delle zagare è ovunque ma l’esportazione degli agrumi e degli altri prodotti della terra è sempre soggetto agli israeliani.
Attraverso i tunnel scavati sotto la frontiera con l’Egitto, spesso bombardati dagli israeliani per impedire il passaggio di armi, arrivano sul mercato generi di ogni sorta: benzina e sigarette, medicinali, abbigliamento e, secondo alcuni, persino automobili giapponesi smontate e da ricomporre. Beni indispensabili e altri meno ma tutti diretti a quella minima parte della popolazione che si può permettere di acquistarli. E’ un’economia di guerra e i contrabbandieri e i loro alleati diventano ricchi. Sono alcuni di loro ma soprattutto giornalisti di passaggio, stranieri delle organizzazioni internazionali, delegazioni varie che si possono permettere una buona cena in uno dei ristoranti in riva al Mediterraneo. I menù esaltano il “pesce fresco” del mare di fronte. Non dicono che non di rado le pattuglie della Marina israeliana e, talvolta, gli egiziani, sparano sui pescatori. La giustificazione: Potrebbero essere contrabbandieri.
La situazione di Gaza è peggiorata dal settembre 2005 ma il blocco, com’è oggi, ha tre anni di vita. Il suo scopo è di punire il movimento islamico ma la vera vittima è l’intera popolazione. E sulla situazione pesa ancora il devastante attacco militare israeliano di fine gennaio 2008. L’anno scorso c’è stata una conferenza per la ricostruzione, ma va tutto a rilento. Cemento, alluminio e altri materiali per l’edilizia e l’industria, sostiene Israele, possono servire a costruire i bunker di Hamas. E così entrano con il contagocce.

Eric Salerno (Il Mattino)

domenica 6 giugno 2010

Lettera del prof. Michele Raddi

Episcopio - facciata anteriore
Non si può comprendere come mai lo sforzo di un'amministrazione così lungimirante come quella guidata dal sindaco Mannillo,  e di tutti gli assessori e consiglieri di Carinola, debba essere messa in discussione da un intervento privo di senso, fazioso e pregiudiziale della dott.ssa Nava, che si è permessa di criticare il lavoro di professionisti seri quali quello del prof. Carlo Rescigno a Forum Popilii e quello modestamente portato avanti in Santa Maria in Foro Claudio dal sottoscritto. Specifico che i fondi sono stati messi a disposizione dal Comune attraverso il POR Campania. In tutto ciò va ricordata l'alta professionalità e serietà esercitata dal dott. Francesco Sirano, della Soprintendenza Archeologica di Caserta, che ha esercitato il controllo ed il coordinamento di ambedue i lavori con alto senso del dovere e  della  correttezza scientifica, applicata negli scavi archeologici.

Episcopio - facciata posteriore
Aggiungo l'attacco personale velato della dott.ssa Nava allo scrivente e l'ingiustificato, e poco consono al ruolo istituzionale da lei rivestito, suo allontanarsi nel momento del mio discorso.
Aggiungo di  mai  saputi  rapporti intercorsi tra l'Associazione P. Michele Piccirillo in passato o di attività di promozione culturale da parte della dott.ssa Nava svolta nell'ambito delle iniziative della stessa, né tanto meno mi risultano  anni di amicizia e collaborazione della dott.ssa con padre Michele Piccirillo.
Aggiungo polemiche sterili e prova di forza nei ruoli istituzionali messi in scena dalla dott.ssa Nava in un contesto ove di tutto avrebbe dovuto parlare tranne  che  puntare il dito contro persone che lavorano seriamente nell'ambito archeologico. Ha parlato di aggressioni esterne al territorio e di mancanza di rispetto delle regole istituzionali e burocratiche; avrebbe fatto meglio ad informarsi come sono stati dati gli incarichi e distribuite le attività di scavo in Forum Popilii e Santa Maria in Foro Claudio: gli scavi sono avvenuti esattamente  nel rispetto della legge e dei ruoli istituzionali.
Allora è da pensare: ma vuoi che la dott.ssa Nava sia stata spinta a venire al Convegno, a quanto mi risulta senza essere stata invitata, solo perchè pregiudizialmente intenzionata a fare una guerra contro persone e fatti che lei ha a cuore e che molti non conoscono, oppure vuole epurare l'archeologia da soggetti che non tollerano il suo modo di rapportarsi ad essa?  Oppure  perchè alcuni  archeologi sono amici di persone a lei non gradite?
Episcopio - interno

Per fortuna siamo in un paese democratico e ci sono ancora soggetti che reputano l'amicizia e il rispetto professionale un principio fondamentale della vita.
Per quanto mi riguarda, porto alla  conoscenza di tutti che io sono e sarò amico delle persone nella buona e nella cattiva sorte, ed il rapporto con loro è stato sempre regolato da un profondo senso di amicizia e rispetto. Non cavalco il cavallo vincente del momento e per questo ho pagato e pago, ma nulla mi fa paura perchè il dono della vita, la mia sensibilità spirituale, la mia cultura nessuno me la può togliere. E se un domani non potrò fare più quello per cui vivo, l'archeologo, potrò con molto piacere fare un qualsiasi altro lavoro, perchè quello che sei lo potrai essere sempre, in ogni luogo e condizione di vita.
Un cordiale saluto a tutti

Michele Raddi

sabato 5 giugno 2010

Comportamenti ridicoli

Mi sembra quanto mai ridicolo che i nostri ex amministratori continuino ad accusarsi a vicenda tramite i siti e i blog locali evitando, una parte di essi, un confronto pubblico che possa essere chiarificatore. Forse perché non c’è nulla da chiarire veramente?

Ancora una volta ribadisco la necessità di un dibattito pubblico a cui i consiglieri dimissionari sfuggono ad ogni costo e non si capisce perché. I motivi sicuramente possono essere molteplici: la paura, la mancanza di argomenti validi, il non voler rivelare cose che è bene rimangano nascoste, l’imbarazzo per un’azione affrettata ed inutile.

In tutto questo comportamento vedo comunque un forte senso di irresponsabilità degli ex consiglieri dimissionari che ora, dopo la loro azione, non sanno o non vogliono affrontare la cittadinanza. 

C’è qualcosa di spiacevole da rivelare dell’amministrazione Mannillo? Fatelo apertamente, abbiamo il diritto di sapere. Avete paura di affrontare la gente? Bè, armatevi di coraggio e assumetevi la responsabilità delle vostre azioni. Sapete che gli argomenti che porterete a vostra discolpa non sono abbastanza validi? Pazienza, vuol dire che vi prenderete in silenzio gli improperi della gente, visto che siete stati votati inutilmente da quella stessa gente che ora vuole conoscere i motivi veri delle vostre dimissioni.
Qualunque sia la verità, credo che i cittadini abbiano il diritto di sapere, altrimenti vi meritate la reputazione di irresponsabili menefreghisti.

Personalmente sono convinto che anche da un confronto pubblico non si caverebbe un ragno dal buco, perché tutto sarà improntato su accuse reciproche che non chiariranno un bel nulla, anzi creeranno più confusione nella mente dei cittadini. Eppure, nonostante questo, un confronto credo sia d’obbligo, e sapete perché? Perché dimostrerà l’inutilità di certi comportamenti basati su prese di posizione; dimostrerà ai cittadini e a voi stessi l’incapacità delle parti di dialogare; dimostrerà la vostra cattiva volontà di amministrare seriamente Carinola, sacrificando il dovere amministrativo all’interesse personale; dimostrerà che è stata persa una buona occasione per fare un passo avanti. Dimostrerà, ancora una volta, che ci si è messi in politica non per il bene dei cittadini e del territorio, ma per l’utile personale. Dimostrerà che non si fanno mai scelte obiettive, ma  c’è sempre sotto un piano programmatico a cui bisogna attenersi e un puparo che muove i fili.

Tutto questo noi lo sospettiamo e proprio il fatto di rifiutare un confronto pubblico, ce lo conferma.
Continuate pure a lanciarvi palline di carta dove scrivete i vostri messaggini d’accuse reciproche come bambini delle elementari, fino a quando non si stuferà la maestra e vi metterà definitivamente  nell’angolino.

Kit Carson

martedì 1 giugno 2010

Foro Popilio: soldi sprecati?

Il titolo è lo stesso di altri articoli di questi giorni riportanti dichiarazioni del soprintendente dei beni archeologici di Caserta, Benevento, Salerno ed Avellino, con la differenza di un punto interrogativo in più. 
Il soprintendente in una intervista ad un blog locale ha rilasciato alcune dichiarazioni che esplicitano in modo perentorio il proprio pensiero. 
La dott.ssa Maria Luisa  Nava è da pochi mesi a capo di questa soprintendenza immensa che abbraccia quasi tutto il territorio campano ed importantissima per la quantità di beni archeologici sottoposti alla sua tutela, contando ben ventuno musei. Le dichiarazioni hanno sucitato qualche perplessità fra quelli che conoscono il curricula del soprinterndente in oggetto.  La dott.ssa Nava non solo è una brillante dirigente del ministero dei beni culturali  ma è anche e soprattutto una studiosa ricercatrice di fama internazionale, autrice di innumerevoli pubblicazioni di grande pregio scientifico. Destano meraviglia le sue dichiarazioni che hanno annullato la ricercatrice per dare spazio assoluto al funzionario preoccupato solo di tutelare i beni esistenti a lei affidati. Dal  punto di vista del freddo funzionario il discorso di preoccuparsi delle fasi successive prima di iniziare uno scavo e quindi evitarne di nuovi è giustissimo ma non  da parte di una cittadinanza proprietaria di un tesoro di cui non può usufruire. Dall'intervista si ha la sensazione che non conosca perfettamente Foro Popilio, quasi fosse una delle tante ville romane dell'Ager Falernus e quindi  viene liquidato come uno spreco di soldi. 

Mai i soldi dei cittadini sono stati spesi così bene e per un fine tanto nobile. Poi forse non si è informata che si parla di meno di ventimila euro e non dei milioni spesi per il convento di San Francesco a Casanova e per il restauro infinito di Foro Claudio. Quei pochi spiccioli sono serviti a portare all'attenzione della comunità scientifica internazionale un tesoro nascosto e inutilizzato per l'incuria di tanti e per tanti anni. Sono serviti per un corso generale di aggiornamento culturale che milioni di ore di lezioni universitarie non sarebbero riuscite ad ottenere. Si ricorda l'interesse di tutta la popolazione per quel lavoro e l'entusiasmo di tutti i giovani della zona per la scoperta della storia inedita delle loro nobili origini. Stupisce che si condanni un' operazione tanto meritoria forse perchè non la si conosce o forse per giustificare il suo diniego alla richiesta  presentata dall'amministrazione comunale per ottenere fondi per il prosieguo degli scavi. Quei fondi sarebbero serviti anche alla sistemazione definitiva del sito con la creazione di un parco archeologico ed anche la sua messa in sicurezza. Evidentemente la limitata disponibilità di fondi l'hanno indotta ad utilizzarli in altri siti più sponsorizzati. Si comprende anche questo ma non si comprende l'attacco denigratorio dei lavori eseguiti  parlando di tombaroli fingendo di ignorare che da decenni questi scavano indisturbati in quell'area nel disinteresse delle autorità competenti, soprintendenza in primis. 
Il tono del nordico che pensa di essere arrivato nelle terre di Gomorra tra camorristi ignoranti volendo portare la voce della verità ha ricordato l'arrivo delle truppe piemontesi all'indomani dell'unità d'Italia. Non sono i lavori di Foro Popilio gli sprechi da combattere ma quelli milionari già citati o del castello ducale di Mondragone. Lavori di semplice muratura spacciati come restauro facendo lievitare i costi  dieci volte di più raggiungendo così cifre stratosferiche per ogni intervento . Questi sono i veri soldi sprecati , ne parlasse col suo ministro nordico e decidessero di separare in ogni progetto di restauro il lavoro di normale muratura dai lavori di restauro vero e proprio,  ed avrebbero la sorpresa di ritrovarsi con milioni di euro da impegnare anche a Foro Popilio.
Queste polemiche non devono scoraggiare quelli che credono nella bontà e nobiltà di quel progetto e devono  spronare i rappresentanti politici a continuare a chiedere i fondi nonostante i pareri contrari , convincendoli che si combatte per una buona causa  e per l'interesse generale della comunità carinolese anche contro le opinioni del soprintendente di turno.

POPILIO LENATE

lunedì 31 maggio 2010

Sionisti di merda!


I problemi interni del nostro Comune non ci devono distogliere da quello che succede intorno a noi
in questo pazzo mondo, che sembra aver perso il lume della ragione e dove va avanti solo chi riesce a schiacciare l’altro.
La notizia del feroce attacco israeliano alle navi dell’Ong internazionale che portavano aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, ha disgustato il mondo intero. Si parla di 19 o 20 morti tra i pacifisti.
I comunicati ufficiali e i suoi aggiornamenti possiamo sentirli al tg, ma alcune considerazioni si possono fare solo a livello personale, poiché certe notizie colpiscono il più profondo dell’animo umano, provocando un moto di rabbia e anche, perché no, una voglia di vendetta.
Per giustificare la propria azione, gli israeliani hanno affermato che è stato forzato il blocco, che alcuni attivisti hanno cercato di resistere all’abbordaggio con mazze e bastoni e che sulle navi si trovavano armi.
Nessuno ci crede. Tutti sanno che quello israeliano è un vero atto terroristico volto a fermare chiunque cerchi di aiutare i palestinesi di Gaza, situati da anni in una prigione a cielo aperto in cui vengono controllati a vista dai soldati israeliani. Tutti sanno che Israele vuole liberasi di loro affamandoli e costringendoli ad andarsene.
Con la scusa del diritto a difendersi, attacca. Attacca i civili, attacca i bambini, attacca gli operatori umanitari e attacca chiunque si oppone al suo imperialismo  nell’area. Si oppone a chiunque cerchi di munirsi di nucleare per fini energetici, come l’Iran, ma esso, pur possedendo un numero elevato di armi di distruzione di massa, non ha voluto firmare il Trattato di non proliferazione nucleare. Perché, in realtà, Israele vuole rimanere l’unica potenza nucleare in Medio Oriente per poter dettare le sue leggi come vuole e quando vuole. Anche agli Stati Uniti. Israele è fiera della sua egemonia e non vuole cederla a nessuno.
Ho sempre pensato che sia una vergogna che si lasci fare ad Israele quello che sta facendo ai palestinesi, ma dopo un’azione come quella di oggi, la comunità internazionale non può più permettersi di  stare zitta e accettare  le prepotenze israeliane. Credo che sia arrivato il momento di alzare seriamente un unico, fermo grido che possa arrivare anche alle orecchie più sorde: 


PALESTINA LIBERA!




Yeshuwha ben Fabi

Memento

caccia alle streghe
Elicotteri, ispettorato del lavoro, carabinieri, finanza, si da qualche giorno si è aperta nel nostro comune la caccia agli agricoltori.
Persone arrestate, multe di svariate migliaia di euro, paralisi dei raccolti, e purtroppo mazzate da morte ai nostri gia desolati territori.
Ma i nostri onorevoli politici ancora girano per strada?
Paradossalmente è in atto una spaventosa aggressione e nessuno a cui rivolgersi, i più arditi (tra i politici) azzardano analisi davanti al bar sorseggiando birra o caffè. Ma non c'era un assessore all'agricoltura. E invece di andare in giro non era il caso di tutelarci meglio?????
Tra un anno ci saranno altre elezioni, ricorderemo anche questo....
 
Il Breve

giovedì 27 maggio 2010

La fuga dei conigli

Le immagini e le vignette sopra riportate, sicuramente di qualità non eccelsa, esprimono  però con molta eloquenza l’attuale situazione politica a Carinola.Il blocco facente capo all’ex Sindaco Mannillo (costituito da Giacca, Di Lorenzo, Palmieri, La Vecchia ecc.) , è oramai da settimane che,  anche attraverso la carta stampata e i locali siti internet, CHIEDE UN PUBBLICO CONFRONTO  con i famigerati  “fantastici” (si fa per dire!!) 10 ex consiglieri (De Risi, Russo, Di Francesco, Micillo, Nardelli, Esposito, Del Prete, Verrengia, Ullucci, Marrese) , magari supportati pure dalla presenza del “puparo” Grimaldi. Macchè !!! Niente da fare !! La parola d’ordine è SCAPPARE…. 
Le argomentazioni oggetto  dell’eventuale dibattito  sarebbero diverse e molto interessanti. Si potrebbe spaziare infatti dalle motivazioni reali che hanno indotto i  “fantastici” 10 a far commissariare l’Ente, all’ultima notizia di questi giorni, cioè i clamorosi e vertiginosi rincari nella tassa sui rifiuti, in merito ai  quali, qualcuno…. facendo un nome NON a caso, De Risi, potrebbe (o forse no e perciò fugge…) darci delle spiegazioni….
Ma a quanto pare, con singolare dimostrazione di codardia, i “fantastici” 10 preferiscono darsela a gambe……negando però in questo modo, ai cittadini carinolesi in primis, la possibilità di assistere ad un confronto pubblico che potrebbe rivelarsi chiarificatore rispetto a vicende politiche ed amministrative  importanti.

 Bax Banny

martedì 25 maggio 2010

Metodo pdl: Caserta come Carinola

E’ un pdl molto esigente e vendicativo quello che ci troviamo ad avere a Caserta dove, in più di cinquanta giorni, non si è riusciti a formare  un’ amministrazione provinciale. Grazie a chi? Ma al pdl naturalmente, nella persona di Nicola Casentino che della Campania  è il nuovo imperatore.
Allearsi col pdl, come è accaduto  al neo e ormai ex presidente provinciale Zinzi (UDC) per avere un successo sicuro, può rivelarsi una vittoria di Pirro. A chi non vuole sottostare ai voleri della dittatura pidiellina non resta che farsi la valigia e andarsene, tanto non esiste alcuna forma di dialogo o ragionamento che tenga con quella parte. 

Quello che è successo a Carinola al sindaco Mannillo, è quindi successo anche a Caserta, a Zinzi. E’ il nuovo metodo pdl che sta facendo scuola? O è una manovra quella di Zinzi? Può darsi; anzi sicuramente sarà una di quelle manovre che in politica sono tanto necessarie per arrivare ad uno scopo. Lo sa Zinzi, lo sa Mannillo. Tutto dipende dallo scopo che si intende raggiungere e dal come aggirare gli ostacoli.

Unica amministrazione provinciale ancora senza governo, Caserta ha dovuto affrontare da subito la guerra intestina e gli attacchi del Pdl che dettava legge nella composizione della giunta. Cosentino pretendeva nella giunta casertana alcuni sindaci di matrice pdl, mentre Zinzi non ha voluto sindaci nella sua giunta.  Non credo, comunque, che questo sia l’unico motivo. Come in tutte le cose, c’è sempre la goccia che fa traboccare il vaso. Appare comunque chiaro che il pdl vuole il monopolio della provincia di Caserta, mettendo nei posti che contano suoi uomini, mentre Zinzi non vuole  accettare il ruolo di secondo impostogli dagli alleati. E così si è andati avanti con i soliti balletti del tira e molla, senza giungere ad una conclusione accettabile. Nonostante il larghissimo consenso ottenuto  nella provincia di Caserta, il centro destra non riesce a rendersi  credibile agli occhi degli elettori, che assistono sdegnati alla solita lotta per le spartizioni delle poltrone, dando alla politica delle alleanze una connotazione fallimentare.

Il risanamento ambientale, la gestione dei rifiuti, dell’acqua e dell’energia, la lotta alla disoccupazione, il rilancio dell’agricoltura, la predisposizione delle infrastrutture sono solo alcuni dei grossi problemi che affliggono la Provincia e che aspettano di essere affrontati. Ma senza un’ amministrazione provinciale forte e coesa, non c’è possibilità di affrontarli e risolverli.

Ma c’è la volontà politica di  affrontarli seriamente? Uh, su questo ho i miei dubbi.

Siamo alle solite? Si siamo alle solite. Il tanto acclamato “governo del fare”, non è altro che il governo delle intimazioni, del potere imposto che non si interessa veramente  di  risolvere i problemi, quanto di  risolverli a modo suo.

Se per evitare ricatti ed imposizioni è opportuno dimettersi, ben vengano le dimissioni di Mannillo e di Zinzi che possono riuscire a riportare un po’ di democrazia in questa mascherata dittatura.

Osservatore 

domenica 23 maggio 2010

Federalismo alla napoletana

L'argomento più discusso da tempo è il federalismo. Tutti ne parlano e tutti lo vogliono, almeno a parole. Nei fatti gli unici che si sforzano seriamente di arrivare all'approvazione definitiva sono i leghisti. Sostengono con forza la tesi federalista per opportunità elettorali ed anche per convinti tornaconti economici. Acconsentono alle continue  richieste di solidarietà invocate da tutti i partiti per raggiungere i loro obbiettivi consapevoli che dopo poco tempo gli accordi saranno dimenticati. L'elemosina che inizialmente dovranno versare al sud, nel giro di qualche decennio sarà sempre più assottigliata e potranno tenersi tutte le tasse che versano come è nei loro progetti. Nel frattempo anche al sud hanno iniziato a masticare di federalismo affrontando la nuova situazione . Così hanno iniziato a stilare i rendiconti delle spese affrontate per la sanità all'avanguardia che viene offerta nel meridione. Sembra una sciocchezza che si incomincino a tirare le somme invece è un fatto serio in quanto da queste parti i conti nella sanità non si sono mai fatti. Tutt'ora in Calabria non si sa quali e quante siano le spese affrontate per il settore sanitario nella regione. In Campania invece subito si sono allineati alle nuove regole aumentando considerevolmente le tasse introitate dalla regione, quali, il bollo delle auto,  tasse sulla benzina ed altre. Oltre a queste è stata incrementata notevolmente anche l'aliquota della tassa regionale che grava sull'irpef degli sfortunati residenti. Tutto bene sembrerebbe, invece no, ad un incremento delle tasse gli ineffabili amministratori campani hanno fatto corrispondere un altissimo aumento della spesa. Pertanto alla resa dei conti i cittadini saranno costretti a subire un ulteriore aumento delle tasse. Questo giochino sarà continuato dai nuovi arrivati che quando andranno via faranno trovare sempre un notevole disavanzo che i cittadini dovranno cercare di ripianare senza riuscirci. Se le somme introitate fossero spese per curare i cittadini nulla di male invece vengono usate in gran parte per foraggiare politicanti e portaborse. Tra questi bisogna annoverare i manager delle ASL, i primari, i direttori sanitari, medici senza incarico serio, pseudo infermieri, pseudo assistenti per i meno abili ecc. ecc. L'altro fronte dove si sta sperimentando il federalismo alla napoletana è quello della raccolta dei rifiuti. Senza allontanarci nelle intricate vicende Bassoliniane  l'esperimento lo si può seguire anche a Carinola. L'amministrazione che doveva cambiare,come succede da queste parti , ha cambiato solo i nomi dei politici ed anche quelli molto poco. Hanno sbandierato raccolta porta a porta , pulizia di siti inquinati, pulizia delle strade mettendo in campo un numero illimitato di personale. Tutti apprezzavano ma nessuno si chiedeva chi paga, a giorni tutti avranno la risposta e che risposta. Ovviamente l'avranno i cittadini onesti regolarmente  rilevati nei tabulati non i furbi che non sono stati mai registrati. A Carinola il giochetto realizzato in campo regionale non è riuscito in quanto gli amministratori  si sono momentaneamente autosospesi.  Temporaneamente in quanto torneranno quasi tutti di nuovo ai loro posti  dopo opportuna rotazione. Se non avessero litigato avrebbero aumentato leggermente ogni anno la tassa  e aumentando sempre del doppio le spese restando sempre un grosso  passivo  per il futuro. La loro sfrenata ambizione li ha traditi e il buco è stato scoperto subito. Adesso bisogna riempirlo e per questo vengono chiamati a farlo i soliti noti e loro per niente turbati rispondono: "amici sono gli inconvenienti del federalismo" ... alla napoletana ovviamente.

Sloboda