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mercoledì 9 giugno 2010

Nuova sede PD a Carinola, ma quale PD?

L'annuncio tramite manifesto murale è conciso e perentorio, siete tutti invitati all'inaugurazione della sede PD di Carinola a Nocelleto. Se non fossero note le ultime diatribe interne al partito sarebbe la normale notizia dell'inaugurazione di una nuova sede di partito. Gli strascichi sono ancora vivi e laceranti e le conseguenze anche visto che quasi metà degli iscritti si è autoescluso dal partito non riconoscendosi nella linea imposta ad esso da chi lo vuole gestire con metodi padronali. 
L'imposizione del nome del coordinatore comunale e degli organi direttivi è stata considerata da molti iscritti contraria ai principi ed al nome stesso del partito. Il boss politico del partito democratico carinolese è sempre lo stesso e risponde al nome di Pasquale Di Biasio che difende con tutti mezzi a sua disposizione la sua leadership conquistata in anni di impegno politico. In questi ultimi due anni c'è stato un tentativo di scrollarsi dal giogo del suo potere da parte di Mannillo ma il risultato è stato disastroso ed ha finito per rafforzare colui che voleva ridimensionare. Queste discussioni e lotte per la conquista di posizioni negli organi dei partiti a molti sembrano questioni velleitarie in tempi non elettorali, senza comprendere che in questi periodi si preparano le future campagne elettorali. Molti si svegliano il giorno prima della scadenza della presentazione delle liste e vorrebbero incidere sul risultato finale solo perchè candidano la propria persona. Queste candidature non preparate e non coadiuvate dagli alleati giusti non comportano mai risultati positivi. Non è il caso di Pasquale che si prepara con molto anticipo e con la squadra adatta. Chi non condivide i suoi piani è sicuramente eliminato perchè difficilmente permette che ci sia un intralcio al suo pensiero anche perchè è sempre quello giusto. Così avendo piazzato tutti i suoi fedelissimi nei posti chiave nessuno si opporrà alla sua candidatura a sindaco ed ai nomi dei candidati che lui deciderà. il dilemma resta sul posixionamento dei fuoriusciti dal PD come Marrese ed Ullucci che dovranno pur trovare una collocazione. Sicuramente non abbandoneranno la vita politica come dovrebbero avendo contribuito ad un clamoroso fallimento poitico amministrativo. Dovrebbero ma non lo faranno in quanto non possono vivere senza politica e anche perchè hanno l'elezione scontata contando su tanti elettori fedelissimi che li seguono ovunque. Avendo diviso la loro strada da Di Biasio può darsi che creino un secondo PD che faccia riferimento a qualche altro big regionale così che si avranno due partiti quello di Di Biasio e quello di Marrese o Ullucci che potrà avere le mani libere di firmare accordi con qualunque lista. 
Al contrario di quello che molti pensano i due poli di attrazione non sono Grimaldi - Mannillo ma Marrese  - Di Biasio e questi alla fine saranno i nucleo delle future compagini che si contenderanno la direzione del comune. Gli altri si dovranno accodare se non vorranno combattere solo per il gol della bandiera come ha fatto più volte l'amico Ceraldi. Anche il povero Di Lorenzo, che non si capisce perchè sia discriminato da tutti, dovrà elemosinare un posto nell'unica lista che tenterà di opporsi al ciclone Grimaldi e cioè quella di Pasquale in quanto difficilmente il coordinatore comunale del PDL Nardelli gli concederà un posto in lista. Molti sotengono che non debba sudare molto per avere un posto nella lista Di Biasio in quanto sostengono che da anni sia un fedelissimo di Pasquale anche se militante in campo avverso. Tutto questi preparativi non promettono niemte di buono per la cittadinanza in quanto sono tutti in funzione di affermazioni personali di potere e non di programmi innovativi e migliorativi della vita della comunità calena.

Clemenceau

lunedì 7 giugno 2010

dannati della Striscia di Gaza

I dannati della Striscia di Gaza, dove il futuro è negato

Un milione e mezzo in 45 chilometri. Campi profughi infernali, l'unica speranza di sopravvivenza è il contrabbando


«Se fossi nato qui, sarei diventato anche io un “terrorista”», disse Giulio Andreotti visitando Gaza anni fa. La “striscia”, salvo dove la sabbia bianca diventa duna, è quasi piatta. Una terra arida. La poca acqua rimasta nelle falde sa di sale. E’ sempre più inquinata. Questo lembo di terra è una fetta di deserto lunga 45 chilometri, affacciata da una parte sul Mediterraneo, dall’altra su Israele. E’ largo appena 10 chilometri, con a Nord sempre Israele e a Sud l’Egitto.
Se uno percorre la strada dissestata che da Gaza porta a Rafah, non è facile rendersi conto che con il suo milione e mezzo di uomini, donne e tanti bambini e adolescenti, Gaza costituisce uno dei luoghi più densamente abitati del mondo. Basta, però, entrare in internet, cliccare su Google map e zoomare per comprendere ciò che spesso gli articoli dei giornali o le immagini trasmesse nei notiziari televisivi non spiegano a fondo. Intorno al piccolo centro di Gaza City, con il suo retaggio del periodo ottomano, rovine bizantine, resti di antiche sinagoghe e chiese e tracce della presenza della Roma dei Cesari, è cresciuta un ammasso spesso confuso di edifici di ogni genere da quando nel 1948 alle famiglie native del luogo si sono aggiunti centinaia di migliaia di profughi cacciati dalle loro terre in ciò che è oggi Israele. I “campi” dei rifugiati sono divenuti quartieri disordinati, meandri dove è difficile non perdersi. E dove, nel 1987, la rabbia innescò la prima Intifada, la rivolta contro l’occupazione.
Non si muore di fame, a Gaza, come uno potrebbe pensare quando si parla di aiuti umanitari. Ma la maggioranza della popolazione sopravvive con meno di due euro al giorno. Gaza, dal 1967, è occupata da Israele o assediata da Israele. E il blocco in vigore da tre anni, voluto dai governi israeliani e assecondato dall’Egitto per una serie di interessi convergenti e pressioni americane, ha un effetto ancora più deleterio della fame. Qui le nuove generazioni vengono bruciate, il progresso si ferma, il futuro è sempre più incerto. Mancano le scuole, mancano adeguate strutture ospedaliere, la situazione sanitaria - ammonisce l’Onu - è precaria. Manca l’industria perché l’embargo rende difficile importare materie prime ed esportare prodotti finiti. L’odore penetrante delle zagare è ovunque ma l’esportazione degli agrumi e degli altri prodotti della terra è sempre soggetto agli israeliani.
Attraverso i tunnel scavati sotto la frontiera con l’Egitto, spesso bombardati dagli israeliani per impedire il passaggio di armi, arrivano sul mercato generi di ogni sorta: benzina e sigarette, medicinali, abbigliamento e, secondo alcuni, persino automobili giapponesi smontate e da ricomporre. Beni indispensabili e altri meno ma tutti diretti a quella minima parte della popolazione che si può permettere di acquistarli. E’ un’economia di guerra e i contrabbandieri e i loro alleati diventano ricchi. Sono alcuni di loro ma soprattutto giornalisti di passaggio, stranieri delle organizzazioni internazionali, delegazioni varie che si possono permettere una buona cena in uno dei ristoranti in riva al Mediterraneo. I menù esaltano il “pesce fresco” del mare di fronte. Non dicono che non di rado le pattuglie della Marina israeliana e, talvolta, gli egiziani, sparano sui pescatori. La giustificazione: Potrebbero essere contrabbandieri.
La situazione di Gaza è peggiorata dal settembre 2005 ma il blocco, com’è oggi, ha tre anni di vita. Il suo scopo è di punire il movimento islamico ma la vera vittima è l’intera popolazione. E sulla situazione pesa ancora il devastante attacco militare israeliano di fine gennaio 2008. L’anno scorso c’è stata una conferenza per la ricostruzione, ma va tutto a rilento. Cemento, alluminio e altri materiali per l’edilizia e l’industria, sostiene Israele, possono servire a costruire i bunker di Hamas. E così entrano con il contagocce.

Eric Salerno (Il Mattino)

domenica 6 giugno 2010

Lettera del prof. Michele Raddi

Episcopio - facciata anteriore
Non si può comprendere come mai lo sforzo di un'amministrazione così lungimirante come quella guidata dal sindaco Mannillo,  e di tutti gli assessori e consiglieri di Carinola, debba essere messa in discussione da un intervento privo di senso, fazioso e pregiudiziale della dott.ssa Nava, che si è permessa di criticare il lavoro di professionisti seri quali quello del prof. Carlo Rescigno a Forum Popilii e quello modestamente portato avanti in Santa Maria in Foro Claudio dal sottoscritto. Specifico che i fondi sono stati messi a disposizione dal Comune attraverso il POR Campania. In tutto ciò va ricordata l'alta professionalità e serietà esercitata dal dott. Francesco Sirano, della Soprintendenza Archeologica di Caserta, che ha esercitato il controllo ed il coordinamento di ambedue i lavori con alto senso del dovere e  della  correttezza scientifica, applicata negli scavi archeologici.

Episcopio - facciata posteriore
Aggiungo l'attacco personale velato della dott.ssa Nava allo scrivente e l'ingiustificato, e poco consono al ruolo istituzionale da lei rivestito, suo allontanarsi nel momento del mio discorso.
Aggiungo di  mai  saputi  rapporti intercorsi tra l'Associazione P. Michele Piccirillo in passato o di attività di promozione culturale da parte della dott.ssa Nava svolta nell'ambito delle iniziative della stessa, né tanto meno mi risultano  anni di amicizia e collaborazione della dott.ssa con padre Michele Piccirillo.
Aggiungo polemiche sterili e prova di forza nei ruoli istituzionali messi in scena dalla dott.ssa Nava in un contesto ove di tutto avrebbe dovuto parlare tranne  che  puntare il dito contro persone che lavorano seriamente nell'ambito archeologico. Ha parlato di aggressioni esterne al territorio e di mancanza di rispetto delle regole istituzionali e burocratiche; avrebbe fatto meglio ad informarsi come sono stati dati gli incarichi e distribuite le attività di scavo in Forum Popilii e Santa Maria in Foro Claudio: gli scavi sono avvenuti esattamente  nel rispetto della legge e dei ruoli istituzionali.
Allora è da pensare: ma vuoi che la dott.ssa Nava sia stata spinta a venire al Convegno, a quanto mi risulta senza essere stata invitata, solo perchè pregiudizialmente intenzionata a fare una guerra contro persone e fatti che lei ha a cuore e che molti non conoscono, oppure vuole epurare l'archeologia da soggetti che non tollerano il suo modo di rapportarsi ad essa?  Oppure  perchè alcuni  archeologi sono amici di persone a lei non gradite?
Episcopio - interno

Per fortuna siamo in un paese democratico e ci sono ancora soggetti che reputano l'amicizia e il rispetto professionale un principio fondamentale della vita.
Per quanto mi riguarda, porto alla  conoscenza di tutti che io sono e sarò amico delle persone nella buona e nella cattiva sorte, ed il rapporto con loro è stato sempre regolato da un profondo senso di amicizia e rispetto. Non cavalco il cavallo vincente del momento e per questo ho pagato e pago, ma nulla mi fa paura perchè il dono della vita, la mia sensibilità spirituale, la mia cultura nessuno me la può togliere. E se un domani non potrò fare più quello per cui vivo, l'archeologo, potrò con molto piacere fare un qualsiasi altro lavoro, perchè quello che sei lo potrai essere sempre, in ogni luogo e condizione di vita.
Un cordiale saluto a tutti

Michele Raddi

sabato 5 giugno 2010

Comportamenti ridicoli

Mi sembra quanto mai ridicolo che i nostri ex amministratori continuino ad accusarsi a vicenda tramite i siti e i blog locali evitando, una parte di essi, un confronto pubblico che possa essere chiarificatore. Forse perché non c’è nulla da chiarire veramente?

Ancora una volta ribadisco la necessità di un dibattito pubblico a cui i consiglieri dimissionari sfuggono ad ogni costo e non si capisce perché. I motivi sicuramente possono essere molteplici: la paura, la mancanza di argomenti validi, il non voler rivelare cose che è bene rimangano nascoste, l’imbarazzo per un’azione affrettata ed inutile.

In tutto questo comportamento vedo comunque un forte senso di irresponsabilità degli ex consiglieri dimissionari che ora, dopo la loro azione, non sanno o non vogliono affrontare la cittadinanza. 

C’è qualcosa di spiacevole da rivelare dell’amministrazione Mannillo? Fatelo apertamente, abbiamo il diritto di sapere. Avete paura di affrontare la gente? Bè, armatevi di coraggio e assumetevi la responsabilità delle vostre azioni. Sapete che gli argomenti che porterete a vostra discolpa non sono abbastanza validi? Pazienza, vuol dire che vi prenderete in silenzio gli improperi della gente, visto che siete stati votati inutilmente da quella stessa gente che ora vuole conoscere i motivi veri delle vostre dimissioni.
Qualunque sia la verità, credo che i cittadini abbiano il diritto di sapere, altrimenti vi meritate la reputazione di irresponsabili menefreghisti.

Personalmente sono convinto che anche da un confronto pubblico non si caverebbe un ragno dal buco, perché tutto sarà improntato su accuse reciproche che non chiariranno un bel nulla, anzi creeranno più confusione nella mente dei cittadini. Eppure, nonostante questo, un confronto credo sia d’obbligo, e sapete perché? Perché dimostrerà l’inutilità di certi comportamenti basati su prese di posizione; dimostrerà ai cittadini e a voi stessi l’incapacità delle parti di dialogare; dimostrerà la vostra cattiva volontà di amministrare seriamente Carinola, sacrificando il dovere amministrativo all’interesse personale; dimostrerà che è stata persa una buona occasione per fare un passo avanti. Dimostrerà, ancora una volta, che ci si è messi in politica non per il bene dei cittadini e del territorio, ma per l’utile personale. Dimostrerà che non si fanno mai scelte obiettive, ma  c’è sempre sotto un piano programmatico a cui bisogna attenersi e un puparo che muove i fili.

Tutto questo noi lo sospettiamo e proprio il fatto di rifiutare un confronto pubblico, ce lo conferma.
Continuate pure a lanciarvi palline di carta dove scrivete i vostri messaggini d’accuse reciproche come bambini delle elementari, fino a quando non si stuferà la maestra e vi metterà definitivamente  nell’angolino.

Kit Carson

martedì 1 giugno 2010

Foro Popilio: soldi sprecati?

Il titolo è lo stesso di altri articoli di questi giorni riportanti dichiarazioni del soprintendente dei beni archeologici di Caserta, Benevento, Salerno ed Avellino, con la differenza di un punto interrogativo in più. 
Il soprintendente in una intervista ad un blog locale ha rilasciato alcune dichiarazioni che esplicitano in modo perentorio il proprio pensiero. 
La dott.ssa Maria Luisa  Nava è da pochi mesi a capo di questa soprintendenza immensa che abbraccia quasi tutto il territorio campano ed importantissima per la quantità di beni archeologici sottoposti alla sua tutela, contando ben ventuno musei. Le dichiarazioni hanno sucitato qualche perplessità fra quelli che conoscono il curricula del soprinterndente in oggetto.  La dott.ssa Nava non solo è una brillante dirigente del ministero dei beni culturali  ma è anche e soprattutto una studiosa ricercatrice di fama internazionale, autrice di innumerevoli pubblicazioni di grande pregio scientifico. Destano meraviglia le sue dichiarazioni che hanno annullato la ricercatrice per dare spazio assoluto al funzionario preoccupato solo di tutelare i beni esistenti a lei affidati. Dal  punto di vista del freddo funzionario il discorso di preoccuparsi delle fasi successive prima di iniziare uno scavo e quindi evitarne di nuovi è giustissimo ma non  da parte di una cittadinanza proprietaria di un tesoro di cui non può usufruire. Dall'intervista si ha la sensazione che non conosca perfettamente Foro Popilio, quasi fosse una delle tante ville romane dell'Ager Falernus e quindi  viene liquidato come uno spreco di soldi. 

Mai i soldi dei cittadini sono stati spesi così bene e per un fine tanto nobile. Poi forse non si è informata che si parla di meno di ventimila euro e non dei milioni spesi per il convento di San Francesco a Casanova e per il restauro infinito di Foro Claudio. Quei pochi spiccioli sono serviti a portare all'attenzione della comunità scientifica internazionale un tesoro nascosto e inutilizzato per l'incuria di tanti e per tanti anni. Sono serviti per un corso generale di aggiornamento culturale che milioni di ore di lezioni universitarie non sarebbero riuscite ad ottenere. Si ricorda l'interesse di tutta la popolazione per quel lavoro e l'entusiasmo di tutti i giovani della zona per la scoperta della storia inedita delle loro nobili origini. Stupisce che si condanni un' operazione tanto meritoria forse perchè non la si conosce o forse per giustificare il suo diniego alla richiesta  presentata dall'amministrazione comunale per ottenere fondi per il prosieguo degli scavi. Quei fondi sarebbero serviti anche alla sistemazione definitiva del sito con la creazione di un parco archeologico ed anche la sua messa in sicurezza. Evidentemente la limitata disponibilità di fondi l'hanno indotta ad utilizzarli in altri siti più sponsorizzati. Si comprende anche questo ma non si comprende l'attacco denigratorio dei lavori eseguiti  parlando di tombaroli fingendo di ignorare che da decenni questi scavano indisturbati in quell'area nel disinteresse delle autorità competenti, soprintendenza in primis. 
Il tono del nordico che pensa di essere arrivato nelle terre di Gomorra tra camorristi ignoranti volendo portare la voce della verità ha ricordato l'arrivo delle truppe piemontesi all'indomani dell'unità d'Italia. Non sono i lavori di Foro Popilio gli sprechi da combattere ma quelli milionari già citati o del castello ducale di Mondragone. Lavori di semplice muratura spacciati come restauro facendo lievitare i costi  dieci volte di più raggiungendo così cifre stratosferiche per ogni intervento . Questi sono i veri soldi sprecati , ne parlasse col suo ministro nordico e decidessero di separare in ogni progetto di restauro il lavoro di normale muratura dai lavori di restauro vero e proprio,  ed avrebbero la sorpresa di ritrovarsi con milioni di euro da impegnare anche a Foro Popilio.
Queste polemiche non devono scoraggiare quelli che credono nella bontà e nobiltà di quel progetto e devono  spronare i rappresentanti politici a continuare a chiedere i fondi nonostante i pareri contrari , convincendoli che si combatte per una buona causa  e per l'interesse generale della comunità carinolese anche contro le opinioni del soprintendente di turno.

POPILIO LENATE

lunedì 31 maggio 2010

Sionisti di merda!


I problemi interni del nostro Comune non ci devono distogliere da quello che succede intorno a noi
in questo pazzo mondo, che sembra aver perso il lume della ragione e dove va avanti solo chi riesce a schiacciare l’altro.
La notizia del feroce attacco israeliano alle navi dell’Ong internazionale che portavano aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, ha disgustato il mondo intero. Si parla di 19 o 20 morti tra i pacifisti.
I comunicati ufficiali e i suoi aggiornamenti possiamo sentirli al tg, ma alcune considerazioni si possono fare solo a livello personale, poiché certe notizie colpiscono il più profondo dell’animo umano, provocando un moto di rabbia e anche, perché no, una voglia di vendetta.
Per giustificare la propria azione, gli israeliani hanno affermato che è stato forzato il blocco, che alcuni attivisti hanno cercato di resistere all’abbordaggio con mazze e bastoni e che sulle navi si trovavano armi.
Nessuno ci crede. Tutti sanno che quello israeliano è un vero atto terroristico volto a fermare chiunque cerchi di aiutare i palestinesi di Gaza, situati da anni in una prigione a cielo aperto in cui vengono controllati a vista dai soldati israeliani. Tutti sanno che Israele vuole liberasi di loro affamandoli e costringendoli ad andarsene.
Con la scusa del diritto a difendersi, attacca. Attacca i civili, attacca i bambini, attacca gli operatori umanitari e attacca chiunque si oppone al suo imperialismo  nell’area. Si oppone a chiunque cerchi di munirsi di nucleare per fini energetici, come l’Iran, ma esso, pur possedendo un numero elevato di armi di distruzione di massa, non ha voluto firmare il Trattato di non proliferazione nucleare. Perché, in realtà, Israele vuole rimanere l’unica potenza nucleare in Medio Oriente per poter dettare le sue leggi come vuole e quando vuole. Anche agli Stati Uniti. Israele è fiera della sua egemonia e non vuole cederla a nessuno.
Ho sempre pensato che sia una vergogna che si lasci fare ad Israele quello che sta facendo ai palestinesi, ma dopo un’azione come quella di oggi, la comunità internazionale non può più permettersi di  stare zitta e accettare  le prepotenze israeliane. Credo che sia arrivato il momento di alzare seriamente un unico, fermo grido che possa arrivare anche alle orecchie più sorde: 


PALESTINA LIBERA!




Yeshuwha ben Fabi

Memento

caccia alle streghe
Elicotteri, ispettorato del lavoro, carabinieri, finanza, si da qualche giorno si è aperta nel nostro comune la caccia agli agricoltori.
Persone arrestate, multe di svariate migliaia di euro, paralisi dei raccolti, e purtroppo mazzate da morte ai nostri gia desolati territori.
Ma i nostri onorevoli politici ancora girano per strada?
Paradossalmente è in atto una spaventosa aggressione e nessuno a cui rivolgersi, i più arditi (tra i politici) azzardano analisi davanti al bar sorseggiando birra o caffè. Ma non c'era un assessore all'agricoltura. E invece di andare in giro non era il caso di tutelarci meglio?????
Tra un anno ci saranno altre elezioni, ricorderemo anche questo....
 
Il Breve

giovedì 27 maggio 2010

La fuga dei conigli

Le immagini e le vignette sopra riportate, sicuramente di qualità non eccelsa, esprimono  però con molta eloquenza l’attuale situazione politica a Carinola.Il blocco facente capo all’ex Sindaco Mannillo (costituito da Giacca, Di Lorenzo, Palmieri, La Vecchia ecc.) , è oramai da settimane che,  anche attraverso la carta stampata e i locali siti internet, CHIEDE UN PUBBLICO CONFRONTO  con i famigerati  “fantastici” (si fa per dire!!) 10 ex consiglieri (De Risi, Russo, Di Francesco, Micillo, Nardelli, Esposito, Del Prete, Verrengia, Ullucci, Marrese) , magari supportati pure dalla presenza del “puparo” Grimaldi. Macchè !!! Niente da fare !! La parola d’ordine è SCAPPARE…. 
Le argomentazioni oggetto  dell’eventuale dibattito  sarebbero diverse e molto interessanti. Si potrebbe spaziare infatti dalle motivazioni reali che hanno indotto i  “fantastici” 10 a far commissariare l’Ente, all’ultima notizia di questi giorni, cioè i clamorosi e vertiginosi rincari nella tassa sui rifiuti, in merito ai  quali, qualcuno…. facendo un nome NON a caso, De Risi, potrebbe (o forse no e perciò fugge…) darci delle spiegazioni….
Ma a quanto pare, con singolare dimostrazione di codardia, i “fantastici” 10 preferiscono darsela a gambe……negando però in questo modo, ai cittadini carinolesi in primis, la possibilità di assistere ad un confronto pubblico che potrebbe rivelarsi chiarificatore rispetto a vicende politiche ed amministrative  importanti.

 Bax Banny

martedì 25 maggio 2010

Metodo pdl: Caserta come Carinola

E’ un pdl molto esigente e vendicativo quello che ci troviamo ad avere a Caserta dove, in più di cinquanta giorni, non si è riusciti a formare  un’ amministrazione provinciale. Grazie a chi? Ma al pdl naturalmente, nella persona di Nicola Casentino che della Campania  è il nuovo imperatore.
Allearsi col pdl, come è accaduto  al neo e ormai ex presidente provinciale Zinzi (UDC) per avere un successo sicuro, può rivelarsi una vittoria di Pirro. A chi non vuole sottostare ai voleri della dittatura pidiellina non resta che farsi la valigia e andarsene, tanto non esiste alcuna forma di dialogo o ragionamento che tenga con quella parte. 

Quello che è successo a Carinola al sindaco Mannillo, è quindi successo anche a Caserta, a Zinzi. E’ il nuovo metodo pdl che sta facendo scuola? O è una manovra quella di Zinzi? Può darsi; anzi sicuramente sarà una di quelle manovre che in politica sono tanto necessarie per arrivare ad uno scopo. Lo sa Zinzi, lo sa Mannillo. Tutto dipende dallo scopo che si intende raggiungere e dal come aggirare gli ostacoli.

Unica amministrazione provinciale ancora senza governo, Caserta ha dovuto affrontare da subito la guerra intestina e gli attacchi del Pdl che dettava legge nella composizione della giunta. Cosentino pretendeva nella giunta casertana alcuni sindaci di matrice pdl, mentre Zinzi non ha voluto sindaci nella sua giunta.  Non credo, comunque, che questo sia l’unico motivo. Come in tutte le cose, c’è sempre la goccia che fa traboccare il vaso. Appare comunque chiaro che il pdl vuole il monopolio della provincia di Caserta, mettendo nei posti che contano suoi uomini, mentre Zinzi non vuole  accettare il ruolo di secondo impostogli dagli alleati. E così si è andati avanti con i soliti balletti del tira e molla, senza giungere ad una conclusione accettabile. Nonostante il larghissimo consenso ottenuto  nella provincia di Caserta, il centro destra non riesce a rendersi  credibile agli occhi degli elettori, che assistono sdegnati alla solita lotta per le spartizioni delle poltrone, dando alla politica delle alleanze una connotazione fallimentare.

Il risanamento ambientale, la gestione dei rifiuti, dell’acqua e dell’energia, la lotta alla disoccupazione, il rilancio dell’agricoltura, la predisposizione delle infrastrutture sono solo alcuni dei grossi problemi che affliggono la Provincia e che aspettano di essere affrontati. Ma senza un’ amministrazione provinciale forte e coesa, non c’è possibilità di affrontarli e risolverli.

Ma c’è la volontà politica di  affrontarli seriamente? Uh, su questo ho i miei dubbi.

Siamo alle solite? Si siamo alle solite. Il tanto acclamato “governo del fare”, non è altro che il governo delle intimazioni, del potere imposto che non si interessa veramente  di  risolvere i problemi, quanto di  risolverli a modo suo.

Se per evitare ricatti ed imposizioni è opportuno dimettersi, ben vengano le dimissioni di Mannillo e di Zinzi che possono riuscire a riportare un po’ di democrazia in questa mascherata dittatura.

Osservatore 

domenica 23 maggio 2010

Federalismo alla napoletana

L'argomento più discusso da tempo è il federalismo. Tutti ne parlano e tutti lo vogliono, almeno a parole. Nei fatti gli unici che si sforzano seriamente di arrivare all'approvazione definitiva sono i leghisti. Sostengono con forza la tesi federalista per opportunità elettorali ed anche per convinti tornaconti economici. Acconsentono alle continue  richieste di solidarietà invocate da tutti i partiti per raggiungere i loro obbiettivi consapevoli che dopo poco tempo gli accordi saranno dimenticati. L'elemosina che inizialmente dovranno versare al sud, nel giro di qualche decennio sarà sempre più assottigliata e potranno tenersi tutte le tasse che versano come è nei loro progetti. Nel frattempo anche al sud hanno iniziato a masticare di federalismo affrontando la nuova situazione . Così hanno iniziato a stilare i rendiconti delle spese affrontate per la sanità all'avanguardia che viene offerta nel meridione. Sembra una sciocchezza che si incomincino a tirare le somme invece è un fatto serio in quanto da queste parti i conti nella sanità non si sono mai fatti. Tutt'ora in Calabria non si sa quali e quante siano le spese affrontate per il settore sanitario nella regione. In Campania invece subito si sono allineati alle nuove regole aumentando considerevolmente le tasse introitate dalla regione, quali, il bollo delle auto,  tasse sulla benzina ed altre. Oltre a queste è stata incrementata notevolmente anche l'aliquota della tassa regionale che grava sull'irpef degli sfortunati residenti. Tutto bene sembrerebbe, invece no, ad un incremento delle tasse gli ineffabili amministratori campani hanno fatto corrispondere un altissimo aumento della spesa. Pertanto alla resa dei conti i cittadini saranno costretti a subire un ulteriore aumento delle tasse. Questo giochino sarà continuato dai nuovi arrivati che quando andranno via faranno trovare sempre un notevole disavanzo che i cittadini dovranno cercare di ripianare senza riuscirci. Se le somme introitate fossero spese per curare i cittadini nulla di male invece vengono usate in gran parte per foraggiare politicanti e portaborse. Tra questi bisogna annoverare i manager delle ASL, i primari, i direttori sanitari, medici senza incarico serio, pseudo infermieri, pseudo assistenti per i meno abili ecc. ecc. L'altro fronte dove si sta sperimentando il federalismo alla napoletana è quello della raccolta dei rifiuti. Senza allontanarci nelle intricate vicende Bassoliniane  l'esperimento lo si può seguire anche a Carinola. L'amministrazione che doveva cambiare,come succede da queste parti , ha cambiato solo i nomi dei politici ed anche quelli molto poco. Hanno sbandierato raccolta porta a porta , pulizia di siti inquinati, pulizia delle strade mettendo in campo un numero illimitato di personale. Tutti apprezzavano ma nessuno si chiedeva chi paga, a giorni tutti avranno la risposta e che risposta. Ovviamente l'avranno i cittadini onesti regolarmente  rilevati nei tabulati non i furbi che non sono stati mai registrati. A Carinola il giochetto realizzato in campo regionale non è riuscito in quanto gli amministratori  si sono momentaneamente autosospesi.  Temporaneamente in quanto torneranno quasi tutti di nuovo ai loro posti  dopo opportuna rotazione. Se non avessero litigato avrebbero aumentato leggermente ogni anno la tassa  e aumentando sempre del doppio le spese restando sempre un grosso  passivo  per il futuro. La loro sfrenata ambizione li ha traditi e il buco è stato scoperto subito. Adesso bisogna riempirlo e per questo vengono chiamati a farlo i soliti noti e loro per niente turbati rispondono: "amici sono gli inconvenienti del federalismo" ... alla napoletana ovviamente.

Sloboda

sabato 22 maggio 2010

Cara monnezza....



Sta sempe llà
... E chi lo immaginava che ti avremmo pagato a peso d’oro? Anzi più dell’oro. E chi lo immaginava che saresti stata l’elemento più prezioso di questi ultimi due secoli?
Se avessi saputo che potevi essere così redditizia, non avrei speso sei anni della mia vita per prendermi una fetenta di laurea che fa di me un disoccupato, ma mi sarei dato alla monnezza: raccolta, smaltimento,  riciclaggio. Mi sarei messo in competizione con i clan camorristi più in voga, magari quello dei casalesi, e che sembrano avere una lungimiranza affaristica molto più sviluppata di quella dei comuni mortali. Persino degli specialisti di governo.

Che sbagli che si fanno nella vita! A non capire che la monnezza sarebbe stata l’economia che avrebbe fatto girare il mondo e il Comune di Carinola! Oltre tutto è più fruttuosa di quello che sembra perché non ci si deve spendere troppi soldi per smaltirla! La si può lasciare dovunque: sulle strade, nei fossi, nei laghi, nei fiumi, nel mare, sulle montagne; la si può persino sotterrare e nessuno la vede.
E chi 'a tocca!
Però qualcuno che paghi le spese che pur esistono ci deve essere… spese maggiorate all’ ottanta per cento, perché la vita aumenta e tutto costa di più.Qualche pollo che la paghi a peso d’oro lo si deve pur trovare altrimenti come si fa! E dove li troviamo questi polli da consorzio che pagano a testa china senza lamentarsi? … Ma è chiaro! Tra i cittadini di Carinola!

Sono buoni i carinolesi; troppo buoni. Fessi proprio! Fanno bu ba, ma poi accettano tutto.
Accettano il caro acqua, il caro tutto e ora accetteranno anche l’ aumento delle bollette della monnezza. Pensa che in una sola famiglia, divisa in tre bollette,  arriveranno a pagare una spesa monnezza di circa duemila euro e nessuno si lamenterà!
Sta ancora llà
Ai carinolesi si può fare tutto: parlano, parlano, ma poi non sono capaci di organizzarsi per fare del male a qualcuno. Non sono stati capaci di mettere su, in nessuna frazione,  un comitato cittadino che possa tutelare i diritti di tutti! Sono proprio i polli adatti da spennare! E pagheranno. pagheranno!
Chissà a chi dobbiamo questo bel regalo! Al governo? A Mannillo? O a De Risi? Mi piacerebbe proprio saperlo. E siccome sono un cittadino molto civile, correrei subito ad esprimergli la mia gratitudine, stringendo  in una mano il mio grazie…
…. e nell’altra una corda per impiccarlo!



Robin Hodd





giovedì 20 maggio 2010

Guerre

Le guerre a volte sono necessarie perché sprigionano una forza creativa che poche altre attività umane sono in grado di mettere in moto.
Guardiamo il TG di Minzolini e ogni giorno ci accorgiamo che ogni giorno ci viene detto qualcosa di meno.Gli onori della cronaca nazionale sono riservati sempre più spesso a notizie del tipo, per capirci, “Trovato coccodrillo nel lago di Falciano”. Ma se abbiamo tempo di guardarci intorno, vediamo una realtà ben diversa.
Ci sono tante guerre in atto in Italia, in Europa, nel mondo. Ci sono tante guerre che occupano e preoccupano anche la nostra piccola comunità. Droghe che costano sempre di meno stanno minando la nostra società e dilagano incontrastate in tutte le piazze dei nostri paesi.

Tra poco ritornerà in primo piano l’emergenza rifiuti e avrà le forme di un incubo già visto.

La povertà cresce rivelando un paese spaccato in due; da un lato c’è chi ha troppo (e non per questo può dirsi felice) e dall’altro chi non ha nulla e combatte ogni giorno per la sopravvivenza. Le classi medie che hanno creato il nostro povero paese sono state risucchiate nel baratro delle instabilità finanziarie, politiche, democratiche.

Le deboli economie che sostengono il reddito di molti vacillano e con esse le minime certezze che è possibile ancora trovare per restare e per non infilarsi nel primo treno per il nord o per l’estero (gli aerei di questi tempi li sconsiglierei). Ma le guerre contro la droga, per un ambiente migliore, per il diritto di vivere e lavorare in questa terra sono oggi le guerre dimenticate.

Con amarezza faccio questa piccola considerazione leggendo certi commenti che non si possono citare né commentare.

Ci raccontano di “una guerra di potere” che non è la mia guerra né quella della maggioranza dei cittadini di Carinola che ogni giorno faticano e annaspano schiacciati dal peso di una quotidianità sempre più difficile.

Io non ne farei mai una questione di parte. Non c’è, secondo me, chi va crocifisso e chi invece va santificato.

Per colpa di tutti “le nostre guerre possono attendere”.

by SAMA

martedì 18 maggio 2010

L’ Infiorata, infine!

Finalmente il tempo ha concesso una tregua  e si è potuto procedere alla realizzazione del tradizionale tappeto di fiori in onore della Madonna.
Certamente l’entusiasmo non è quello iniziale;  certamente i fiori e il mirto raccolti qualche giorno fa, hanno subito dei danni e non hanno concesso l’effetto freschezza, ma almeno è stato ancora possibile usarli e si è potuto dare il via a questa iniziativa aspettata con ansia da centinaia di persone.
Grazie al loro impegno e al loro spirito di sacrificio, nonché alla loro bravura, i maestri dell’Infiorata meritano tanta attenzione anche quando il risultato finale può essere compromesso per causa di forze maggiori.

A noi casanovesi fa molto, molto piacere che un’ iniziativa cominciata in sordina per semplice devozione alla Madonna si sia, col tempo, trasformata in qualcosa di così prezioso e bello da richiamare in paese una folla di persone sempre più cospicua e tanti operatori TV.
Anima dell’ iniziativa è, come sempre, l’amico Antonio Falso che riesce a trascinare giovani e meno giovani in questa annuale fatica che, ad eccezione di quest’anno,  inizia intorno alla mezzanotte del sabato e si conclude la domenica mattina verso le otto, prima dell’uscita della processione.

Stanchi, provati ma felici, i maestri dell’Infiorata per tutta la notte profondono le loro energie e la loro fantasia nell’esecuzione di un magnifico tappeto, intervallato da bellissimi disegni creati ed eseguiti da singoli, che man mano prende vita, colorandosi di tutto ciò che la natura offre: foglie di mirto, aghi di pino, capsule di romice, forasacchi, petali di rose, fiori di ginestra, fiordalisi.
A questi nobili prodotti della natura vengono affiancati  quelli della vita quotidiana, come farina,  farinaccio e fondi di caffè; questi ultimi messi da parte e forniti dai bar del paese. Il risultato dell’impegno dei maestri dell’Infiorata è lì sulla strada e può essere ammirato e fotografato da tutti. Questo li ripaga  dei quindici giorni di intensa attività sicuramente faticosi, ma anche di gioiosa aggregazione che unisce e accomuna nuove e vecchie generazioni.

Noi auguriamo a queste persone di continuare per tanti anni ancora, così come invitiamo sempre più giovani a impegnarsi, anno per anno,  nell’apprendimento di questa semplice  e felice arte che solo loro potranno tramandare.

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