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venerdì 23 gennaio 2009
Carinola radiosamente cambiata
Dalla parte dell’uomo
mercoledì 21 gennaio 2009
Per Roberto
Caro Roberto,
ho letto il tuo articolo “Costumi e società” e il tuo pensiero mi ha dato numerosi spunti di riflessione. Tuttavia, visto che in onore delle nuove tecnologie il tuo sito non mi dà la possibilità di commentare, lo faccio da questo.
E’ vero, è davvero impressionante lo sviluppo dell’informazione locale su internet, specialmente nelle nostre zone, dove i giornali locali non parlano d’altro che di morti ammazzati e di serrande di negozi divelte dalle bombe: tutte cose dalle quali noi fortunatamente ci sentiamo lontani anni luce pur essendo fatti veri che succedono a pochi chilometri da noi. Ed è vero che è abbastanza scoraggiante dover spendere un euro e passa solo per leggere del tale politico che dichiara tale cosa e il giorno dopo l’altro politico che gli risponde, creando la consueta, sterile, trita e ritrita polemica politicantesca tipica del modo di condurre i fatti amministrativi dalle nostre parti. Da qui l’aumento dei “clic” sui siti che, in modi e forme diverse, si occupano delle questioni locali.
Non riesco però ad essere soddisfatto dalla presente situazione come tu dici di essere, usando un “noi” che non capisco se si tratti di un pluralia maiestatis o se sia riferito ad un non ben precisato gruppo di pionieri carinolesi della rete.
Il problema di fondo è che l’accesso alle nuove tecnologie non ci ha cambiato di una virgola: la nostra mentalità è rimasta uguale ed identica. Poter mandare affanculo questo o quel politico su un blog, o darsi l’aria da intellettuale su un sito, prendersi meriti, dare colpe e segnalare problematiche non ha cambiato il nostro modo di pensare e soprattutto non ha cambiato la nostra visione egoista e a breve termine. Una visione che abbiamo forse ereditato dai Borboni, qualcuno dirà.... non lo so, ma so che la possibilità, che è già di per sè remota, di vedere lo sviluppo del nostro paese e di smettere di salutare gente che parte e non torna più, scompare sempre di più, ogni giorno, nonostante siti e blog.
Il terzo millennio parte da noi e dalle prospettive che ci vogliamo dare come collettività. Se manca un progetto, se quando ci sono le elezioni chi si mette in mezzo sa già che deve contribuire a far funzionare un “sistema” già ben avviato e collaudato, e chi lo vota sa già quello che deve avere in ritorno, se ognuno pensa solo esclusivamente ai cazzi propri, noi andiamo verso il Medioevo, altro che terzo millennio.
E’, la nostra, la tipica mentalità del “furbo” che alla fine si trova ad affogare nella sua stessa melma.
Ma ora smetto di assilarti con queste “chiacchiere” e ti lascio con l’ augurio che il sito del quale fai parte possa crescere e prosperare proprio come quelle radio locali di cui racconti (quali sono?) e che possa essere anch’esso assorbito da un Network nazionale. Credo non si tratti di una vana speranza in quanto la formula che adotta è proprio quella di un grande giornale come il Corriere della Sera: 80% di elogio dei potenti di turno, speziando qua e là con l’intervento critico, ma sempre “moderato”, di qualcuno che sembri antagonista e alternativo (quel ruolo lo fai tu), e soprattutto senza dimenticare la pancia... con tante feste, sagre, allegria e strizzando l’occhio alla “cultura” (sempre con sbafata finale, però).
Con il potere possiamo essere spesso complici inconsapevoli, e questo mio intervento lungi dal voler essere un attacco personale, vuole metterti in guardia da questo.
Infine, visto che parli di libri, sarei molto lieto che me ne consigliassi qualcuno e colgo l’ occasione per raccomandarti vivamente la lettura di La democrazia e la legge ferrea dell'oligarchia : saggio sociologico, di Robert Michels.
Saluti
FuoriTempo
lunedì 19 gennaio 2009
In arrivo il Vitello d’Oro
sabato 17 gennaio 2009
Grazie Michele
Nell’ultima trasmissione Santoro ha mostrato il volto eroico della coerenza, sfidando il novanta per cento dei capobastone d’Italia, chiaramente indifferenti al dramma del Medioriente o addirittura complici di stragi di innocenti. La trasmissione ha voluto dimostrare la realtà di una operazione sconsiderata e criminale perché condotta contro civili inermi, affamati e infreddoliti. Nello stesso studio ho visto l’eroina del giorno, una stronza per sua ammissione, recatasi lì per farsi bella agli occhi di chi conta, e sono rimasto arcicontento che Santoro glielo abbia detto davanti a milioni di spettatori. Pochi sanno che quella scrive sul giornale La Stampa, notoriamente a capitale ebraico, e inoltre aspira ad incarichi in Rai di competenza dei presidenti della Camera e del Senato, incarichi che sono in scadenza.
Sono ormai ventuno giorni che l’esercito più attrezzato del mondo, anche se non il migliore (i “terroristi” libanesi qualche hanno fa ne misero a nudo la fragilità), bombarda senza tregua quel campo di concentramento. Sì ho detto bene, campo di concentramento, come quelli nazisti. L'intera zona della Striscia di Gaza è infatti recintata e circondata dagli Israeliani su tre lati e dai loro amici egiziani dal restante lato. Nessuno dice questo, altrimenti dovrebbero spiegare come è possibile ricevere armi in queste condizioni, e lasciarsi sfuggire che sicuramente uno dei due stati lo permette. Spiegando questo, si farebbe comprendere anche che sono obbligati ad essere scudi umani, non potendo allontanarsi dalla zona dei combattimenti come hanno fatto in Libano o in qualunque altra zona di guerra dove si ha la possibilità di farlo. Riguardo ai famosi missili di Hamas, posso garantire che una qualunque ditta di fuochi artificiali ne possiede di più potenti: la dimostrazione sono i risultati distruttivi che l’inviato RAI si affanna a mostrare, piccoli buchi e qualche persona intronata. Lo stesso inviato parla quotidianamente di guerra, di diritto di Israele a difendersi, di armi che possono distruggere Israele. Alcuni fanno notare notare che questo Pagliara è lì da anni perché gradito agli israeliani, dei quali legge volenterosamente i servizi che gli scrivono (in questi giorni l’esercito), e si pensa che addirittura sia sul libro paga dei servizi segreti israeliani. Il suo predecessore, Paolo Longo , che non si prestava a queste schifezze, lo hanno spedito in Cina, il posto più lontano da quei luoghi. La coerenza non paga.
In questi giorni di “guerra” ho assistito, oltre che a alla vergogna del corrispondente che non si è mai avvicinato ai luoghi dei massacri parlando però come se li vedesse, a tavole rotonde di giornalisti ricattati o in vendita come la suddetta stronza, esperti militari e tuttologi vari, tutti schierati sulla stessa linea: giustificare qualunque azione dell’esercito israeliano. Resto inorridito nel sentirli, parlano di distruzioni di edifici e di massacri di bambini con la stessa sensibilità con cui si parla della distruzione delle arance in sovrapproduzione. A questi soldati dell’informazione deviata si sono uniti i generali, cioè i politici capeggiati da Fini e Gasparri e tutti gli altri colonnelli. E’ mancato Ferrara, assente forse perché non poteva fare la primadonna.
Per me è uno scandalo: come si fa a solidarizzare con chi sta perpetrando dei massacri di donne e bambini? E' come incitarli ad eliminarne il più possibile e diventarne complici. Se comprendo Fini, detesto Veltroni, Fassino e quelli di sinistra che si sono accodati a lui. Fini lo comprendo perché lui è un fascista, quindi razzista, specialmente con quelli di pelle scura, quindi si possono ammazzare. Ma Veltroni che porta la sua pensione ai bambini africani, è deprecabile che giustifichi il massacro dei bimbi palestinesi. Grazie Michele che glielo hai detto, non ti preoccupare, ti ha capito, anche se fa finta di no.
Con quanto ho scritto non voglio essere tacciato di essere filo palestinese da qualche "nero" che mi legge: io sono italiano, e l' Italia è una nazione che tradizionalmente e costituzionalmente ripudia la guerra come mezzo per dirimere le questioni tra i popoli e non ne considera nessuno come nemico. Per fare questo, la prima condizione deve essere la corretta informazione dei fatti, e chi sbaglia deve essere biasimato e se necessario condannato. Per una corretta informazione si deve mostrare il bombardamento delle sedi della croce rossa, ospedali compresi, i bombardamenti delle sedi ONU sotto gli occhi del suo segretario generale, il massacro per settimane di donne e bambini, oltre alla costrizione di milioni di persone in campi di concentramento. Non vogliono che vediamo queste cose per non suscitare il nostro sdegno contro gli esecutori materiali e contro chi li spalleggia divenendone complici.
Perciò grazie Michele per averci provato a dare una informazione più corretta. Nascondere i crimini non serve, la storia insegna che prima o poi si pagano. Grazie anche a nome degli italiani che lavorano in quei posti e che rischiano la vita sotto le bombe israeliane e grazie a questi nostri politici irresponsabili anche per mano di qualche palestinese.
TeleVisionista
venerdì 16 gennaio 2009
Pugnali nei fumi lunari
Nella triste storia che si avvia alla conclusione, forse abbiamo dimenticato di dire la cosa più importante. Come avviene per ogni grossa metropoli dai ritmi febbrili, violenti e allucinati, dagli immensi viali, anche in questa, vivevano due persone che si stavano cercando da diverso tempo.
L’unica cosa che desideravano davvero era di amare nella più totale esplosione dei sensi, in modo assoluto. Ed è importante questo perché in una epoca sconfitta come la nostra, dove Amore è spesso ubriaco di languore in qualche isola sperduta nel Mediterraneo, è sempre più raro trovare due giovani che dopo il primo e unico sguardo incrociatosi per puro caso e per un solo attimo abbiano poi compreso che dovevano cercasi irrimediabilmente. Anche nei sogni. Ma dove si sono incontrati? Sono belli forse?Questo non c’interessa, quello che ora è importante è che Daniel dopo esser sfuggito a quel agguato demoniaco, perchè ormai di demoni pensava si trattasse, triste e combattuto come non mai, decise di telefonare a l’unica persona che in questo momento avrebbe potuto capirlo. Sua madre.
Entrò allora in un bar dove i network stavano parlando della pioggia, della situazione di emergenza proclamata dal sindaco e di quale scenario i metereologi andavano profilando nella città per le prossime ore. Subito dopo parlavano dei morti di Gaza. Naturalmente non vi portò la minima attenzione a nessuna delle cose che quel pagliaccio urlò per tutta la diretta. Anche il barista era col naso all’insù quando Daniel gli chiese di poter usare il telefono per una chiamata extraurbana, e una sambuca. La mamma non ebbe alcun dubbio: suo figlio aveva incrociato un dannato d’Amore, molto pericoloso e che sapeva trovarlo. E quindi, che cosa poteva fare? La risposta di quella megera mezza-turca fu esattamente questa: doveva seguire il fumo lunare. E riagganciò augurando al figlio di avere fortuna. Daniel sapeva benissimo che quelle parole che non significavano niente, dovevano avere un seguito, per forza. Si, doveva seguire qualcosa, ma cosa? Che cazzo è ora il fumo lunare, se la luna non c’è neanche in cielo!
Eppure..Uscì, dimenticò di pagare come sempre, salì sulla metro in direzione di Gare de Lyon, voleva vedere il fiume e poi chissà magari anche lei ripassava ogni tanto in quella strada..Ma doveva muoversi, si stava facendo tardi. Passò davanti Notre-Dame e nel cielo le nuvole erano sempre viola. Poi in una strada sul retro della piazza il suo cuore si fermò. Un pugnale di rose. Sotto un balcone di un vecchio palazzo si stava riparando la ragazza dagli occhi neri. Decise di andargli vicino, le avrebbe detto qualcosa, ma di tutto quello che poi si dissero non ne sapemmo più nulla. Sappiamo solo che si persero tra i matti e tra i borghesi di Parigi, tra scultori e bancari e politici radicalmente corrotti.Tra puttane e mariti fedeli. Tra cagne e fogne. Sfumarono nella notte e poi d’improvviso la luna nel cielo piegò le nuvole e le nascose dietro al mare per molti giorni ancora…Poco dopo un bambino che aspettava la metro con suo padre vide un uomo sui cinquant’anni elegantemente vestito di nero che camminava di spalle, perdendosi nel buio dei binari della metropolitana.
Lo Sceicco Bianco
giovedì 15 gennaio 2009
...il giorno dopo
Dalla parte sinistra della parete del salotto l’umido stava partorendo qualcosa di velenoso che avrebbe certamente ammazzato un elefante se lo avesse inalato, pensò in quel momento Daniel, steso sul divano mentre aspettava di potersi fare una doccia calda. La pioggia continuava a cadere minacciando di strisciare in casa sua. Di tutta quella notte finita solo all’alba gli vennero in mente gli occhi stanchi e quasi assenti di Suzanne, la cameriera del caffè Torrente, dove aveva passato quasi tutta la serata, per poi finire a letto con Lucilla, ora sotto la doccia. Insieme a due pittori conosciuti nella metropolitana aveva cenato con appetito in una tranquilla trattoria appena fuori il Quartiere Latino, scolato un paio di bottiglie di vino rosso e quindi si erano recati, per ripararsi dalla pioggia, al caffè, dove in attesa che il locale si riempisse avevano preso le carte da scala e naturalmente si erano messi d’accordo, in segreto, di giocare d’azzardo. Grappe carte e sigarette, tutto questo era durato senza che i tre se ne accorgessero per quasi due ore fino a quando al tavolo si avvicinarono, quasi per caso due giovani morette, ballando sulle note della fisarmonica che da qualche minuto aveva preso a suonare ballate gitane, in fondo al caffè.
Possiamo? Fece, dolcemente, la più alta, sedendosi a fianco di Marcello- ormai- disse-fin quando non smetterà di piovere dovremmo imparare a morire nei locali..
Perché morire?domandò Daniel alle due arrivate.
Ma non ribatterono e di tutta risposta decisero di ordinare da bere. Voi che prendete? chiese l’altra ragazza, che intanto si era tolta il cappello, mostrando dei foltissimi capelli neri. Una bottiglia di vino..E così avevano stregato la notte tra i fumi dell’alcool per finire poi sotto un ponte a fumare oppio. Erano in quattro ora, l’altro l’avevano perso nel caffè. Marcello accompagnava la moretta ad un motel, mentre Daniel e Lucilla avevano deciso di aspettare l’alba.
Ho finito sono pronta-fece Lucilla in quel momento- ma devo scappare comincia il turno fra dieci minuti, ti lascio il numero, che svolazzando si fermò sul mobiletto accanto al divano dove Daniel contava i soldi vinti a carte. Decise allora di chiamare qualcuno per farsi pulire casa. Dall’altra parte della cornetta gli avevano assicurato che entro dieci minuti avrebbero mandato un ragazzo filippino. Quando questi bussò Daniel ebbe un sussulto, si ricordò dell’incubo, poi degli occhi, di quella risata tuonante venuta dal fondo dei pozzi infernali, e infine di quella fanciulla che aveva intravisto nell’incubo e che doveva assolutamente trovare. Andò ad aprire e di fronte si trovò un ragazzo filippino che prese subito a lavorare. Dopo dieci minuti bussarono di nuovo. Il ragazzo andò ad aprire e di fronte si trovò, indovinate un po’, quello strano tipo, che si diresse verso la camera da letto, dicendo, seraficamente, buonasera signor Daniel, disturbo forse? …. Solo che ora nessuno di noi sta sognando. Dammi i tuoi occhi, mi occorrono: lei deve trovare me…Daniel sbarrò gli occhi e indietreggiò di qualche passo. Quel sinistro personaggio gli si fiondò addosso con le mani, pronto a strangolarlo. Il filippino scappò. Ma Daniel si liberò con una ginocchiata nello stomaco, e uscì di casa prendendo il cappotto. Dove vado?Non posso certo andare alla polizia mi crederebbero pazzo… Mi serve un’arma, una pistola devo trovarla a tutti i costi…..
continua......
Lo sceicco Bianco
martedì 13 gennaio 2009
dreams in the rain...
tutto questo sara' dimenticato,
come lacrime nella pioggia..
e' tempo... di fuggire
Che cosa desidera?-gli chiese Daniel senza troppa convinzione.
-Mi servirebbe una cosa..sono venuto apposto da molto lontano e..
Mi scusi – lo interruppe senza paura quel giovane dal crine fulvo- ma io non la conosco e non so proprio chi lei sia. Ma proprio mentre stava per chiudere la porta in faccia allo sconosciuto, una lacrima cominciò a rigare il viso di quell’uomo misterioso.
I due rimasero qualche attimo uno di fronte all’altro senza parlare. Poi lo sconosciuto prese a parlare di nuovo, stavolta però arretrando di un passo agitò dei guanti neri, assai consumati. E disse placidamente: - Se mi permetterete di entrare un minuto vi spiegherò in poche parole quello di cui ho bisogno.
-Prego entrate pure.
Il vecchio poté notare quanto quel giovane aveva in quel periodo in odio la cura della casa. Tutto era in un disordine quasi insano. Il divano somigliava ad un grosso pezzo di formaggio mangiucchiato. Un odore di muschio e di tana copriva tutti gli altri odori mentre pile di libri circondavano come un’ alcova il suo letto. Quadri e disegni davano un qualche segno di distrazione e poesia a quelle tre stanzette umide, mentre il resto era coperto o da sporco o da polvere che sarebbe poi diventata altro.
I due intanto si erano seduti in cucina al piccolo tavolo e Daniel preparava una tisana all’arancio.
Dopo che ebbe fatto il primo sorso il vecchio disse di chiamarsi Osvaldo, raccontò che veniva da un paesino della Germania e che era cieco da alcuni giorni.
-Ah- fece Daniel- così lei è tedesco e parla così bene l’italiano.
-Mia madre era italiana di origine siciliana precisamente. Ora a me servirebbero i suoi occhi. Il motivo non posso rivelarglielo ma può immaginare perché mi son permesso di chiederli proprio a lei..
-A dir la verità non l’ho compreso. Ma comunque i miei occhi mi occorrono, devo finire di leggere tutti quei libri che vede laggiù.
-Ah, ma se è per questo li potrà leggere con tutta tranquillità. A me servono per qualche ora giusto il tempo che smetta di piovere e poi glieli riporterò.
-Non le credo e comunque no.
A questo punto i due si alzarono e Daniel andò verso la porta, la aprì e fece cenno al vecchio di uscire.
-Bene, mi dispiace- fece il vecchio, ma lei con quegli occhi non amerà mai nessuno. La sua anima è cieca e vede io pur essendo cieco vedo meglio di lei. Volevo solo provare i suoi occhi e far carezzare le labbra di una fanciulla, dai capelli neri come gli occhi. La sua pelle..
-Davvero?ecco li prenda.. la prego io aspetterò qui..Il vecchio scappò con una risata mefistofelica quando Daniel di colpo si svegliò e capì che s’era di nuovo addormentato di pomeriggio. Si tocco il volto e vide le sue mani. Dopo essere passato sotto la doccia si vestì con cura, prese l’ombrello e uscì di casa, dopo due settimane di pioggia, in cerca di quella fanciulla. La notte lo rapì come un sogno alato.
continua.....
Lo Sceicco bianco.
sabato 10 gennaio 2009
Questione di stile
Si parla con soddisfazione della giornata del 7 Gennaio a Carinola e si tessono le lodi di ogni aspetto che l’ha contraddistinta, pur con l’inclemenza del tempo.
Gli ottimi prodotti tipici locali, il Gruppo Folk di Casanova, i vigili urbani in alta uniforme, il coro dei bambini, la straordinaria pulizia del capoluogo, le stupende voci del tenore e della Ricciarelli hanno attirato nel capoluogo una folla enorme … Tutto bello, tutto perfetto.
In tutta questa perfezione, c’è stato però un neo di cui non si parla: il comportamento dei cittadini carinolesi.
Credo, invece, sia proprio opportuno parlarne. Se è vero che i panni sporchi si lavano in famiglia, è anche vero che parlare di un problema è già un po’ come risolverlo.
Ho assistito con sgomento ad un episodio molto avvilente, paragonabile solo ad un’invasione di cavallette o alla calata dei vandali: il momento del buffet!....
Mai visto qualcosa di così umiliante!... Persone che si avventavano sul cibo con voracità, come non avessero mai visto tanto ben di Dio o come non fossero appena passate le feste natalizie che ci hanno tenuti tutti a stomaco ben pieno. Una ressa incredibile!
I bambini del terzo mondo avrebbero avuto sicuramente un comportamento più corretto. La fame, quella vera, rende discreti e timidi.
Episodi sconcertanti si sono verificati: torte rubate dal tavolo per la paura di non averne una fetta o per portarsele a casa, mozzarella che veniva nascosta, capoccioni che prenotavano alimenti da portare via come fossero al ristorante, vino ed olio sparito nel nulla, come per magia, gente che riempiva piatti capaci di sfamare dodici persone….
Le signore che erano dietro il tavolo e che hanno preparato tanta buona roba, sono rimaste letteralmente sconvolte e hanno asserito che mai più parteciperanno a qualcosa di simile!
Nonostante l’Amministrazione ce la stia mettendo tutta per dare a Carinola un volto signorile e all’altezza dei tempi, certe cadute di stile dei cittadini ci riportano indietro di anni, anzi secoli. Non ai tempi della guerra, quando pur si soffriva la fame con dignità, ma ai tempi delle caverne, quando l’animalità la faceva da padrone sull’uomo. E questo non è affatto edificante.
La manifestazione è senz’altro riuscita, ma quella stonatura ha rovinato un po’ la serata. Se dovessi fare un esempio, direi che è stato come far indossare un vestito di Armani ad un selvaggio.
Il vestito è perfetto nel taglio e nella forma, ma il selvaggio rimane quello che è.
Non è la prima volta che si verificano episodi simili. Questo mi fa pensare a tre cose: o Carinola non ha raggiunto un sufficiente livello di civiltà ed in tal caso bisogna provvedere; o è un Comune che soffre la fame ed anche in questo caso bisogna provvedere; oppure nel dna del carinolese si annida il gene della strafottenza e della maleducazione. E questo è più allarmante.
C’è anche un quarto pensiero che mi sfiora la mente: tutto ciò che viene pagato da altri è più buono e va sicuramente assaggiato, ad ogni costo. Ma c’è modo e modo di farlo!
Tra le tante cose a cui pensare, l’Amministrazione ha anche questa su cui riflettere: prima di rifare il look al Comune e prima di inserirlo in un circuito competitivo, credo sia opportuno dare a molti cittadini carinolesi delle belle lezioni di stile.
Un cittadino molto disgustato
venerdì 9 gennaio 2009
Loro, gli Altri..... e noi.
Oltre ai manifesti pubblicitari e a quelli augurali dell’amministrazione comunale, ve ne erano molti affissi da “Loro”, cioè la vecchia amministrazione, defenestrata nell’ultima tornata elettorale, che hanno pensato bene di lanciare il proprio messaggio il giorno di Natale. A Capodanno hanno invece risposto gli “Altri”, cioè gli amministratori in carica. “Loro” contestavano la nomina del nuovo consulente dell’ufficio tecnico comunale: oltre a confutare la legittimità del provvedimento, contestavano anche il nome del prescelto, in quanto, a loro dire, reo di una grave mancanza nei riguardi dei Carinolesi. Il nuovo consulente infatti qualche anno fa ebbe dal commissariato per i rifiuti un incarico per uno studio di fattibilità sull’uso della cava di Casanova come discarica.
Gli “Altri” hanno risposto, con lo stesso mezzo, che il consulente non serve per la monnezza, capitolo ormai chiuso, ma per implementare il procedimento dei lavori pubblici che va a rilento. Oltre a queste risposte, diciamo così di ordine tecnico, hanno contestato anche la data scelta per l’affissione, il giorno di Natale. Con un giro di parole hanno rimproverato a “Loro” di essere poco cristiani nonostante appartengano a partiti di quella ispirazione.
Queste le ragioni di “Loro” e di quegli “Altri” - ma chi rappresenta NOI? NOI intesi come cittadini, che dovrebbero essere guidati e difesi sia da Loro che dagli Altri. Si ha l’impressione che parlare di rifiuti dopo tanto tempo si voglia solo creare un polverone per non aprire gli occhi ai gattini, che saremmo noi. E’ per lo meno sospetto che non si discuta pubblicamente del licenziamento dell’ing. Montanari, che sembra sia stato costretto alle dimissioni dal nuovo assessore ai lavori pubblici Russo, addirittura contro il volere del sindaco. Il peccato di Montanari, per gli Altri , sarebbe quello di aver collaborato per anni col sindaco uscente. Dico io: visto che e’ un tecnico, non si comprende il motivo per cui avrebbe dovuto ostacolarlo invece di concorrere alla realizzazione dei progetti proposti. Per noi se un tecnico è bravo nel risolvere i problemi tecnici che si presentano ed è capace di procurare finanziamenti necessari per le opere pubbliche, dovrebbe essere inamovibile. Le voci su questo ingegnere in tal senso sono state sempre positive.
Comunque, al meglio come al peggio non c’è mai fine, pertanto se il nuovo tecnico, Perillo, è più capace, è un bene che sia chiamato a sostituire il dimissionario forzato. Se sarà capace di migliorare il funzionamento della macchina comunale ben venga.
TUMM ACC