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mercoledì 16 gennaio 2008

Links e Controlinks

Da qualche giorno sul sito casaleweb e' possibile vedere questo piccolo appunto:

"in genere segnaliamo i siti che ci impressionano positivamente, questa volta facciamo un'eccezione per questo sito che onestamente non ci piace. Naturalmente non vogliamo entrare nel merito delle posizioni politiche o di pensiero dei curatori, che peraltro non conosciamo. Naturalmente ognuno può esprimere sul web ogni genere di idee e posizioni, fortunatamente non c'è censura, e tutte le opinioni, anche non condivise, sono da rispettare. Quello che non ci piace è lo stile degli autori (o dell'autore) dei pezzi, che si firmano sempre con fantasiosi pseudonimi, mi sembrerebbe invece più corretto, soprattutto quando si scrivono cose anche di un certo peso, firmare gli articoli. Non ci piacciono gli appellativi, i nomignoli anche offensivi, con cui vengono derisi vari personaggi e politici locali e non, e, attenzione, non perchè vogliamo fare i difensori o perchè siamo sostenitori dell'uno o dell'altro, ma perchè non ci piace che il confronto politico o sociale scada a sequela di battute, lazzi e ammiccamenti da bar dello sport, perchè non ci piace chi spara nel mucchio per affermare in fin dei conti il solito qualunquistico e improduttivo concetto della politica arte di ladri e delinquenti. Ci piace pensare che la politica sia anche altro."

Iniziando col dire che rispettiamo il pensiero dell'autore, peraltro firmatosi come "la redazione" dopo aver fatto una filippica su come sia scorretto stare nell'anonimato, ci sembra che questo appunto rappresenti se non altro del materiale su cui riflettere.
Sono tante le cose che puo' rappresentare....Rappresenta la barriera inesorabile di chi dopo che gli hai detto tutto in faccia si limita a dire che non capisce, di chi loda il web per la liberta' che puo' apportare ma che poi vorrebbe che ci si autocensurasse, arrivando a tenere sulla prima pagina del proprio sito la bellissima e decantatissima Festa della Vendemmia di Casale, mentre la stessa Casale letteralmente annega in un mare di rifiuti (che non sono una catastrofe naturale, ma politica!). Rappresenta l'offendersi di fronte all'apposizione di nomignoli ai cosiddetti rappresentanti politici, come se fossero dei semidei intoccabili dei quali bisogna apprendere le arti dialettali nonche' i metodi finto-burocratici. Rappresenta la falsita' di chi ci accusa di sparare nel mucchio quando i giornali locali e nazionali vivono in un' altro mondo e sono ormai in simbiosi con la politica..... e se si trova qualche piccola verita', qualche autentica voce di popolo, qualche anche se sgrammaticata briciola di realta', subito la si addita come volgarita', vocio di bar, frizzi e lazzi, senza voler capire capire che il "ci piace pensare che la politica sia anche altro", che fa decantare il proprio vino mentre la munnezza e il percolato nutrono le vigne, mentre il parlamento fa un'ovazione ad un ministro della giustizia coinvolto in un'indagine giudiziaria, sta portando alla distruzione e all'implosione della societa'.
Siamo il frutto di tutto questo e, se vuoi, anche della munnezza. Togli noi, e i prossimi saranno cento volte peggio, caro casalepoliticallycorrectweb. Perche', anche se a te non sembra, stiamo cercando di contenerci.

La arredazione

lunedì 14 gennaio 2008

Enigmi

Non è futile occupazione, come taluni pensano, l’indovinare o sciogliere gli enigmi, richiedendosi acume di vedere e una certa facoltà riflessiva per poter conseguire in mezzo agli altri quella certa gloria, della quale è retribuito colui che ne vede la loro vera interpretazione.

Cominciamo con il primo:

La madre non è ancora nata e il figlio sta sul tetto.

A voi la risposta!

Per chi ha risposto : La caldaia da riscaldamente e il comignolo del camino. Te la diamo per buona! la risposta e' la fiamma e il fumo sul comignolo!

Indovina quest'altro!

A mezzanotte il silenzio suona tutto barbuto e barba non tiene, corona in testa e re non è, sperone al piede e cavaliere non è indovinate chi è?

indizio: ha il cappello rosso, e non è cardinale, ha la barba e non è eremita, ha gli speroni e non è cavaliere, suona il mattutino e non è sagrestano.

sabato 12 gennaio 2008

Il più grande dei privilegi - l'irresposabilità

Leggendo il gettonatissimo bestseller LA CASTA si ha una ampia cognizione dei privilegi che si sono arrogati i nostri attuali governanti dal più piccolo assessore al la presidenza della repubblica. Si legge che il Quirinale costa sette volte l’Eliseo, senza averne però la stessa importanza, che il Parlamento italiano spende più dei parlamenti delle maggiori nazioni europee messe insieme. I nostri politici godono di stipendi elevatissimi oltre a viaggi gratis in Italia e all’estero, indennità ,taxi, albergo, portaborse e ultimamente hanno chiesto anche una indennità di compagnia per la notte. A queste quisquilie bisogna aggiungere qualche presidenza o consigliere di amministrazione in uno degli innumerevoli enti inutili, per noi, ma utilissimi per loro. Nel libro però non viene citato il privilegio più grande di cui godono tutti i politici italiani che è l’irresponsabilità per gli atti che adottano. Nessuno è responsabile delle cose negative, in verità poche perché una stampa prezzolata ci racconta che tutto funziona alla perfezione in una nazione ricca moderna e felice. Se succede che un ministro licenzia un membro del C.D.A. della RAI e questi viene reintegrato dal T.A.R. se un altro ministro rimuove un generale e anche questo viene reintegrato o il governo cita una direttiva sbagliata in un decreto legge nessuno è tenuto a dimettersi , nessuno viene licenziato o semplicemente redarguito. L’opposizione lancia flebili proteste perché pensano di fare peggio se andranno al governo. Ma il massimo del privilegio dell’irresponsabilità lo possiamo verificare in questi giorni che stiamo vivendo l’ennesima crisi dei rifiuti in Campania. LE immagini di uno scandalo mai visto in nessuna parte del mondo, che fanno vergognare l’Italia , che comportano anche perdite economiche incalcolabili, immagini che sono la foto della cattiva amministrazione, dell’incompetenza, del dispregio assoluto del decoro e della salute dei cittadini che conseguenze comportano sul quadro politico? Nessuna. Il presidente della regione ammette una piccola responsabilità ma subito si affretta a dire che non si dimette, la nonna sindaco dichiara che ha fatto il suo dovere informando il capo del governo , questi prima di intervenire deve ultimare la settimana bianca, intanto la gente annaspa nell’immondizia con scuole chiuse ,sommosse ,malattie in aumento , chi è responsabile? Nessuno. Chi deve pagare le conseguenze di scadimento di immagine dell’Italia nel mondo? Nessuno. Con la loro faccia tosta si presentano pure in tv senza contraddittorio, a dire quello che si deve fare per risolvere la crisi , si presenta pure il pseudo ministro dell’ambiente( sic) che ci illustra come raccogliere le carte di caramella mentre ci troviamo in un mare di monnezza. Il Pecoraro è il quadro più eloquente dell’irresponsabilità basta guardare la sua faccia ambigua e irriverente con il suo ghigno abbronzato al sole dei congressi spesati,che dice fate bla bla tanto a me nessuno mi smuove . Come è possibile, hanno sperperato un milione di milioni di euro tra amici e conoscenti e adesso dicono che non sanno niente ,che loro non c’entrano è colpa dei commissari,ma chi li ha nominati i commissari? Chi li doveva controllare? Le risposte sono semplici , sono loro i colpevoli, ma loro si avvalgono del loro più grande privilegio: l’irresponsabilità delle loro azioni. Perciò non possiamo far niente se non sperare che passi presto questa emergenza e aspettare la prossima.



BELFAGOR

martedì 8 gennaio 2008

Commissariamento del commissario e altre bizzarrie...


“..Si bè, o bè.. forse bè.. si, si avete ragione però io non so poi fino a che punto la politica abbia colpa...”questi ed altri mormorii simili si sono sentiti durante conversazioni durate anche più di dieci minuti, dialoghi poi piombati come un fazzoletto di carta lasciato cadere a terra, magari vicino ad un cassonetto affogato sotto centinaia di sacchetti di spazzatura. Intanto, la Campania affoga sotto la politica, la camorra e la spazzatura. Si legge sui più autorevoli quotidiani che l’opposizione chiede le dimissioni di Bassolino, che gli intellettuali sono divisi, che in passato serviva questo e quell’altro, ora non ricordo cosa, ah si, serviva più critica rispetto ai problemi collegati all’ambiente, al ciclo dei rifiuti che è chiaro che in Campania esiste solo nei finanziamenti, riaffiora durante le conferenze stampa ed ora il nuovo piano per uscire dall’emergenza sarà attuato per i primi 120 giorni dal super commissario straordinario De Gennaro ex capo della polizia, affiancato dal generale di divisione Franco Giannini. Si certo come no, un altro cambio. Ah dimenticavo affiancati dai prefetti Pansa e Cimmino (quest’ultimo sempre sorpreso a ridersela durante gli incontri pubblici, chissà perchè). Si andrà avanti, certo, con la forza della polizia e dell’esercito, perchè ora deve finire l’emergenza, perciò spremiamo tutto ben bene che dopo non si ruba più. Eh! scusate, che dopo finanziamenti straordinari non ne arriveranno più. Si decideranno ovviamente i siti (per le eco-balle quelli decisi da Pansa, secondo la legge 87 del 2007 nel piano estivo), senza tenere conto naturalmente di quello che pensa la società civile. Oh forse questa volta sarà interpellata attraverso le istituzioni locali, e dunque attraverso le amministrazioni interessate per i siti inseriti nel piano del commissariato? Consentita interrogazione, in quanto tra i punti del piano operativo decretato da Prodi, vi è la volontà di affidare in un prossimo futuro la gestione dei rifiuti ai comuni. Certo, Pansa non aveva pensato di dialogare con i rappresentati dei comuni dove erano stati individuati i siti. Nooo, quando mai, ha fin’ora raccontato Pasquale Di Biasio. Pansa invece ha detto proprio il contrario l’altro giorno in prefettura durante la conferenza stampa. Intanto, tra i progetti a medio termine vi sono due importanti punti: il superamento dei consorzi in particolare nelle province di Napoli e Caserta(chissà perché, la camorra qui è riuscita più che nelle altre province) e l’ordine ai comuni di presentare nei prossimi due mesi un piano per la raccolta differenziata e di realizzare lo stesso nei sessanta giorni successivi, altrimenti saranno sciolti i consigli comunali e si passerà al commissariamento. A questo punto dopo questo assurdo tam tam di cambi al vertice, di politici che si sputano veleno a vicenda, crediamo che bisognerà avviare da parte dei cittadini consulte rappresentative (capito? rappresentative, significa senza gente che a maggio sarà nelle liste) per seguire, e aiutare a gestire, la differenziata e le scelte in materia ambientale, dimostrando in questo modo di voler veramente risolvere il problema, e poi a crudo isolare i responsabili della gestione passata, senza dimenticare nulla.


Manfredi dei’ Galeotti

lunedì 7 gennaio 2008

Un altro motivo per odiare la politica

Tralasciando motivi come: corruzione, falso in bilancio, abuso d’ufficio, raccomandazioni, clientelismo (con debito servilismo) che, parola dopo parola, crollano nel più spicciolo moralismo gratuito, mi piacerebbe analizzare un altro viscido approccio del sistema politico. Una dinamica non sempre ben focalizzata, che allo stesso tempo ne evidenzia ancor di più lo squallore delle metodologie usate. Tutto ciò che la mano santa e profumata della politica tocca, ne assume le sue sembianze. Mi spiego meglio... Consideriamo le associazioni di varia matrice, comitati, squadre sportive ecc. Nella loro purezza, uno dei motivi trainanti è la socializzazione e al contempo il raggiungimento di un qualche traguardo di qualsiasi tipo: vincere un torneo, organizzare una festa riuscita e divertente, sensibilizzare la gente su qualche tema. Gruppi fatti di persone, dunque, persone = voti e fin qui ci siamo. Ma l’elemento più torbido si mostra nel momento in cui la politica, per perseguire i propri fini elettorali vi entra e ne detta automaticamente le proprie regole di organizzazione. Un direttivo di un comitato, sfiorato dalla politica, diventa un piccolo consiglio comunale nostrano, caratterizzato da inciuci, bugie, intrallazzi, secondi fini, doppi giochi ecc. eclissando i veri propositi e fini di organizzazioni di qualsiasi tipo. O meglio, lo scopo rimane, ma solo come atto autocelebrativo-politico in caso di successo, mentre, in caso di fallimento diviene una barriera protettiva: cioè una maschera. E su questo si può ancora sorvolare, del resto è noto che moltissime associazioni e cooperative nascono esplicitamente dalla politica. Ma la cosa che più mi fa vomitare, è che tali dinamiche sputate dalla politica, assorbite dai direttivi di associazioni, comitati ecc. che alla vigilia delle elezioni magicamente si colorano di individui dichiaratamente politici, insozzano, frantumano, avvelenano, appiattiscono lo spirito delle persone che, spontaneamente si riuniscono per passione o divertimento o per occupare il tempo in paesi come il nostro, si trovano dinnanzi a una scelta: andarsene, per palesare il rifiuto di squallide dinamiche politiche; strafottersene e continuare con le proprie passioni; o semplicemente adeguarsi e conformarsi. In tutte e tre le opzioni: l’inaridimento dell’azione culturale insita nei principi dell’associazionismo. Quindi un altro motivo in più per odiare la politica e i suoi mezzi, soprattutto.

PONZIO


Sorvegliati molto speciali: I Frati Francescani

Siamo ancora nel decennio francese. Gioacchino Murat, Re di Napoli dal 1806 al 1813, anno della sua morte, non era una persona tanto di Dio. Le sue idee ultra moderne e rivoluzionarie cozzavano di brutto con quelle del clero, conservatrici e antiquate, che influenzavano pesantemente la vita sociale e politica del Regno. I suoi rapporti con la Chiesa non erano perciò affatto idilliaci, ma chi gli stava proprio sullo stomaco erano gli ordini mendicanti.
A che servivano, in fondo, tutti quei religiosi? A niente. Non avevano nessuna utilità sociale se non quella di pesare sulla comunità che doveva mantenerli.
E un Governo come quello francese, votato a migliorare le sorti della gente, non poteva tollerare chi non era di pubblica utilità.
Con sommo piacere, Murat continuò gli interventi del suo Governo che già aveva decretato l' espulsione dei gesuiti nel 1806, degli Ordini delle regole di S. Bernardo e S. Benedetto nel 1807 e ora, nel 1809, era la volta dei francescani.
Mendicanti si, ma avevano dei conventi e dei monasteri che erano una meraviglia. Pronti all' uso. E il Governo francese sapeva come usarli. D'altra parte, dove poteva far alloggiare tutte le truppacce che si era portato dietro? E dove situare i municipi, i tribunali, gli orfanatrofi e tutto ciò che era necessario alle nuove riforme? E' facile immaginarlo: nei conventi. La soluzione era dunque semplice e la trasformazione dei conventi in caserme, o altro, ancora più semplice: bastava cacciare via i religiosi.
In attesa di applicare la Legge che avrebbe soppresso gli ordini mendicanti, i religiosi erano tenuti sotto stretta sorveglianza.
Anche i frati del vostro bellissimo Convento di S. Francesco, che oggi potete ammirare restaurato, non sfuggirono alla sorveglianza: eccoli tutti 'schedati', insieme ai loro confratelli di Mondragone.



clicca sull'immagine per ingrandirla


Con il Real Decreto del 7 Agosto 1809, anche gli ordini religiosi francescani degli Osservanti, dei Riformati, dei Cappuccini e degli Alcantarini furono soppressi. I frati presenti a Casanova, nel Convento di S. Francesco e nell' Ospizio, sparirono dalla vita del paese. Preferirono tutti essere accorpati ad altre famiglie religiose non toccate dalla Legge e andarono alle loro nuove destinazioni. Uno solo rimase per qualche anno a Casanova: fra' Alessandro.
Potete trovarlo nelle registrazioni dei vostri registri parrocchiali come aiutante del parroco, don Fortunato Verazza.
Poi, anche lui sparì dalla scena del paese volando verso altri lidi.
Per il Convento, abbandonato alla sua sorte e alle truppe francesi, ebbe inizio una lunga e dolorosa epopea che solo recentemente si è conclusa.
Ma questa è un' altra pagina.

CLIO

p.s. Per consultare la trascrizione della schedatura dei frati scaricare il file "frati.doc" dalla sezione download oppure cliccare qui.

domenica 6 gennaio 2008

Il Grande Imbroglio - Antefatto

Pubblichiamo qui l'antefatto di una commedia in fase di scrittura che sara', se saranno trovati gli attori adatti, interpretata fra qualche mese nell'ambito dell'Estate Carinolese, con il patrocinio della nuova amministrazione comunale. Ogni riferimento a fatti persone o cose e' puramente casuale.
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Il conte di Calenum, Biasox, illustre magistrato, quel giorno passeggiava nervoso nell’ampio salone del suo castello, da cui dominava la piazza e i suoi sudditi. Motivo delle sue preoccupazioni erano i bilanci economici stilati dal suo consulente finanziario, Abner da San Ruosi, il quale con un ghigno soddisfatto nel vederlo in difficoltà, gli aveva comunicato che le casse della contea erano state prosciugate per i prossimi dieci anni. Biasox, pensando e ripensando, si ricordò del suo amico Sandrino de Ricchioniis, vassallo del Re, che era alla ricerca disperata di un sito dove depositare lo sterco di cavallo prodotta in troppa abbondanza nel regno di Maradonia. Salì sulla sua carrozza argentata tirata da 20 poderosi cavalli e si recò da Sandrino, con cui si accordò di far portare il materiale nel suo contado in cambio di un alto incarico a corte per lui e due milioni di dobloni d’oro per la contea di Calenum, che avrebbe diviso con il proprietario dei terreni. Tornando verso casa pensava come impossessarsi dell’intera somma senza dare nulla all’eventuale proprietario del terreno, così si ricordò di un terreno di proprietà della contea, Carambottolis in Nocelletum, che lui conosceva benissimo per esserci nato. C’era pero’ un problema: i terreni in oggetto erano stati affidati in comodato d’uso gratuito ad un suo valvassino fedelissimo, tale Joan de Bufalaris, persona raffinatissima e coltissima, ma un po’ irascibile e che non avrebbe pensato due volte a tirargli il collo anche se difeso da mille soldati. Una persona normale non avrebbe saputo sciogliere il dilemma tra la borsa o la vita (ed avrebbe scelto la vita), ma Biasox, che era il più grande stratega politico mai nato, ebbe un lampo di genio e organizzò………………... Il Grande Imbroglio.
Intanto Sandrino de Ricchioniis aveva inviato un messaggero al console Panza de Ecobalarium, che era il responsabile del regno per lo smaltimento dello sterco con l’ordine verbale di portarla a Calenum.

mercoledì 2 gennaio 2008

Un effetto dell' abolizione del Feudalesimo e nascita del Territorio del Comune di Carinola

Io Clio, Musa della Storia, in questo nuovo anno ritengo che il popolo di Carinola, così duramente provato negli affetti e negli interessi, debba guardare un attimo indietro al suo passato per riscoprire la magia e la freschezza della semplicità, nonchè il rispetto reciproco che sembra aver perduto.
Vengo a ricordarvi, o carinolesi, che non perdere mai di vista le proprie radici è ciò che aiuta a ben crescere e a progredire pur conservando intatto il proprio carattere.
Vi regalo perciò una pagina della vostra Storia, e molte altre ve ne regalerò, affinchè possiate ritrovare in essa il giusto amore per la vostra terra e per voi stessi, e perchè possiate riappropriarvi di quella dignità che avete messo da parte. E poichè sembrate interessati in montagne, boschi e foreste.....A voi!

Buona lettura.

Provincia di Terra di Lavoro. Circondario di Carinola.
Verbale per il distacco di duemiladuecentoventuno moggia, tre passi e ventiquattro passitelli dei dieci canali dell' ex barone Sig. Duca Grillo per le due terze parti spettantino alla Comune di Carinola incluso in questo il compenso di 150 moggia di cese rilasciate al detto Sig. Duca e delle moggia 85, passi 19 e passitelli 6 dall' Uliveto piantato nel Canale delle Vaglie rilasciate all' istesso Sig. Duca.
Noi Giustino Conti, agente dipartitore demaniale del Circondario di Carinola, volendo mandare in effetti il distacco delle moggia 2221, passi 3 e passitelli 24 dei dieci canali dell' ex barone Sig. Duca Grillo nella Montagna di Montemarsico, cioè: Fossa Lupara, Cerchiello, Rivone Separa, la Pizza, Sant' Angelo, S. Maria, Le Mandre, Lo Ceraso e S. Martino, per le due terze parti spettantino in prezzo alla Comune per il compenso delle 150 moggia destinate a cese rilasciate al Sig. Duca, non men che delle moggia 85, passi 19 e passitelli 6 per l' uliveto piantato al Canale delle Vaglie di proprietà della Comune, rilasciati all' istesso Duca in virtù della sentenza dell' abolita Suprema Commissione Feudale, giusta la perizia fatta dall' agrimenzore sig. Paolo Vitolo, coll' intervento e presenza dell' arbitro del Sig. Duca, il Sig. Diego Leardi e l'antecedente verbale del dì 11 aprile 1812, essendo eccedenti oggi li 13 del mese medesimo, ci recammo al luogo col detto agrimenzore Sig. Vitolo e ancorchè coll' arbitro Sig. Leardi da noi invitato, il Sindaco Comunale Sig. Giacomo Rozera, i Decurioni Sig.ri Antonio Saraceni e Pietro Mazzucchi, con i testimoni fuori guardia Sig. Giacomo Apicerni di Casanova e il Sig. Giuseppe Broccoli di Falciano; quivi, essendo da detto Sig. Vitolo designato il confine dove giungono le giuste quantità di moggia 2221, passi 3 e passitelli 24, caduto dopo di sette canali che vengono inclusi nella suddetta quota e cioè: S. Martino, Ceraso, la Pizza, la Separa, S. Angelo, S. Maria e le Mandre, e propriamente nella linea che tira tra il suddetto ultimo settimo canale e parte dell' intervallo si frappone tra questo e l'altro denominato Olivone che spetta al Sig. Duca ed esce sotto l' arbusto che Nicola Prata di Falciano tiene di suo conto alle falde dei suddetti ultimi canali, quivi alla presenza del Sindaco, Decurioni e Testimoni ho proceduto e fatto procedere all' effettivo distacco della suddetta quantità di moggia 2221-3-19 facendo all' effetto scorciare un albero di quercia sistente in detto confine e scavare sotto di esso un fosso provvisorio per l'apposizione dei termini stabiliti, marmorei o di fabrica, nell' approvazione che si avrà dal Sig. Intendente della Provincia, facendo tirare su per il Monte l' istessa linea e scavar dei fossi provvisori per il medesimo effetto da mano in mano, alla dimostrazione dei confini indicati.
Avendo formato il presente verbale, ne ho dato lettura ai detti Sig. Vitolo, Sindaco Sig. Rozera, Decurioni e Testimoni che son passati perciò a sottoscrivere avendo trovato formata la verità.
Carinola lì tredici Aprile milleottocentododici. Seguono firme.

La pagina di Storia locale che vi ho appena dato risale al periodo napoleonico, a voi meglio noto come decennio francese poichè inizia nel 1806 e termina nel 1816 circa.
Quando i francesi occuparono il Regno di Napoli, prima con Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone e poi con suo cognato Gioacchino Murat, vigeva ancora il feudalesimo: estesissimi territori e città, i feudi, erano nelle mani di un solo padrone, il barone, che aveva enormi poteri sulle vite degli uomini e sulle cose.
Con l'arrivo dei francesi, arrivarono nel Regno molte idee nuove nate sulla scia della Rivoluzione Francese da cui Napoleone veniva. Nuove riforme furono perciò necessarie per rimodernare la pesante e caotica impalcatura su cui si reggeva il Regno di Napoli. Le riforme più impellenti riguardavano la giustizia, le imposte e l' amministrazione civile, ma per attuarle il feudalesimo, nemico acerrimo di ogni rinnovamento, doveva sparire. E sparì ufficialmente con la legge del 2 Agosto 1806.
A seguito di questa legge che abolì la feudalità, nacquero nuove circoscrizioni territoriali e amministrative: le Comuni. E per far funzionare in maniera agevole questi nuovi organismi, venne adottato il moderno Codice Napoleonico che già operava in Francia.
Ma la piccola storia locale non sempre cammina con lo stesso passo della Grande Storia, soprattutto nella mentalità e nei comportamenti delle persone.
Nel 1812, la Comune di Carinola stava ancora disegnando il proprio territorio contendendolo all' ex barone, il Sig. Duca di Mondragone Gaetano Grillo, come testimonia la pagina data. In essa, i grandi nomi della Grande Storia vengono sostituiti da nomi e cognomi a voi più familiari, tra cui sono sicuramente vostri antenati.
La Grande Storia continuò il suo corso, come ben sapete (o no?), e di conseguenza anche la piccola storia: i Borboni ritornarono ancora per molti anni, il Codice Napoleonico diventò, con qualche ritocco, il Codice Ferdinandeo e il Decurionato( l' amministrazione municipale) ritornò ad essere chiamato Senato, ma le basi erano state gettate e la Comune di Carinola diventò infine il Comune di Carinola.

CLIO

venerdì 28 dicembre 2007

Editto



UDITE UDITE!

Sudditi della contea, il conte Biasox ha parlato!
Stanco dei continui attacchi alla sua immacolata e illustrissima persona, infangato nel suo universalmente riconosciuto onore, minacciato nella sua santissima incolumità dai rozzi bifolchi ignoranti e pretestuosi della contrada di Kasanovia, ha deciso di dichiarare lo

STATO D’ASSEDIO!!!

A partire da questa mattina ogni parola, ogni discussione e ogni scritto che sia stato emesso nel territorio di Calenum sarà attentamente vagliato da un Comitato Della Salute Pubblica appositamente istituito dal Conte, i cui membri sono i più alti rappresentanti del Potere, sceso direttamente dalle mani di Dio in quelle dei nostri regnanti. Le pene saranno durissime!

A tutti i bifolchi si consiglia vivamente di restare nelle proprie case, di non discutere con le proprie mogli e figli di alcuna delle tematiche che hanno portato allo stato d’assedio. Il Conte ha detto infatti che non li dovreste nemmeno guardare più in faccia i vostri figli. Ciò vale per tutti: contadini, esattori, artigiani e perfino alti ufficiali del Regno.

Datevi ai lavori nel vostro giardino e alla preghiera solitaria, non bivaccate in più di tre persone nello stesso posto, e tenete presente fisso nella mente questa affermazione: quando il Conte diventa prepotente, è solo per difendere i suoi sudditi e non, come qualche rozzo pretestuoso ha pensato, perché ha la tremarella.

martedì 25 dicembre 2007

Buon Natale Carinola!

Tanti Auguri

P.S. Grazie a Beppe Grillo per aver dato una risposta alle nostre numerose lettere, scrivendo un post sulla situazione e citandoci come link di riferimento

lunedì 24 dicembre 2007


Coerenza o Sudditanza?


Il prossimo giovedì 27 dicembre si terrà un consiglio comunale straordinario con all’ordine del giorno la REVOCA della delibera consiliare che individuava la località Carabottoli come sito alternativo a quello di Vaglie. Evitando speculazioni sul perché di un tale odg e sulla sua eventuale opportunità e utilità, torniamo un attimo allo scorso 25 novembre, prima del quale i consiglieri di Casanova nella loro interezza (Sciaudone, Giorgio, Mannillo, Mazzucchi per la maggioranza e di Lorenzo per la minoranza) si erano impegnati per iscritto a dimettersi qualora la mozione sull’individuazione di un sito alternativo non fosse stata approvata.
Oggi si chiede la revoca di quella stessa ordinanza. Ai cittadini sbigottiti che chiedevano ai consiglieri di Casanova circa questa novità, i nostri rappresentanti hanno assicurato di non essere stati convocati per discutere in merito a questo ordine del giorno. Insomma, di non saperne niente!
Due sono le cose: o non sapevano, e allora è la prova che i nostri consiglieri non contano nulla nell’ambito della maggioranza; o sapevano, e allora hanno preferito mentire.

Ma di tutto questo non vogliamo fare una polemica. Vorremmo semplicemente porre loro una domanda: considerando che hanno preso un impegno per la delibera che individuava un sito alternativo, cosa faranno al prossimo consiglio, nel caso un cui tale delibera venga revocata? Manterranno gli impegni e si dimetteranno o preferiranno fare buon viso a cattivo gioco?



Mazz' e Pastanaca

HIC SUNT LEONES


“Non andate lì, che c’abbuscate!”. Quante volte questa frase è stata ripetuta alle persone che proponevano di recarsi al presidio. Qualcosa tuttavia non era chiaro, e questi avvertimenti ci sono sempre sembrati dettati dalla volontà di mantenere viva la “guerra tra poveri” per distogliere l’attenzione del popolo sui veri responsabili di questa sporca vicenda. E invece al quartier generale a Carabottoli si trova non una tribù di Unni, bensì un campo organizzato, strade d’accesso difese, tendoni per riparare donne, uomini e bambini dalla pioggia e dal freddo di giorno e notte, tutto questo in un silenzio che fa rabbia. E poi si chiacchiera riscaldati nei pressi di stufe o tizzoni che bruciano ormai da più di una settimana, cercando risposte tra le pieghe di una vicenda, complicata che, seppur ha rischiato di dividere popolazioni – sopratutto per colpa di qualcuno - ora comprende che l’obbiettivo comune è non piegarsi a delle scelte davvero assurde, siti che oltre a non risolvere il problema- e questo è chiaro a tutti - danneggiano sacrifici fatti fino a ieri, e la salute dei cittadini. E dunque vicino ai trattori, che ostacolano per centinaia di metri il passaggio, convivono a pochi metri terreni messi a coltura, tra frutta e verdura, tra bufale e mozzarella, settore già messo in crisi dalla brucellosi. Ma il fatto più importante è che da sette giorni non si lavora più nelle campagne: i trattori e gli uomini infatti stanno li per il momento e non intendono muoversi. Si tratta di un capitolo della nostra grave crisi, una crisi però solo per il popolo, la cui soluzione e’ stata per quattordici anni sistematicamente rimandata, creando addirittura nuovi problemi e alimentandosi degli stessi, divenendo una risorsa economico-politica per un certo tipo di consulenti, avvocati, medici, geologi, camorristi, imprenditori, portaborse e reggipanza, una risorsa chiaramente dosata abilmente dai cosiddetti “politici”. La domanda è una: come mai le dinamiche poste in essere per la risoluzione del ciclo dei rifiuti nelle regioni contigue alle nostre hanno alla fine portato a risultati grossomodo soddisfacenti, mentre in Campania il risultato è stato solo quello di prorogare un’emergenza? Perché l’interesse per la vita pubblica, per gli affari interni, per la ricerca di sviluppo e benessere, per la legalità appartiene ad altre epoche. A questo punto però quello che dovremmo imparare da tutta questa vicenda che, anche se non lo vogliamo capire, ci tange molto da vicino, è che l’era dei “dinosauri” dovrà al più presto tramontare. Con le buone o con le cattive.

Mazz’ & Pastanaca