Siamo ancora nel decennio francese. Gioacchino Murat, Re di Napoli dal 1806 al 1813, anno della sua morte, non era una persona tanto di Dio. Le sue idee ultra moderne e rivoluzionarie cozzavano di brutto con quelle del clero, conservatrici e antiquate, che influenzavano pesantemente la vita sociale e politica del Regno. I suoi rapporti con la Chiesa non erano perciò affatto idilliaci, ma chi gli stava proprio sullo stomaco erano gli ordini mendicanti.
A che servivano, in fondo, tutti quei religiosi? A niente. Non avevano nessuna utilità sociale se non quella di pesare sulla comunità che doveva mantenerli.
E un Governo come quello francese, votato a migliorare le sorti della gente, non poteva tollerare chi non era di pubblica utilità.
Con sommo piacere, Murat continuò gli interventi del suo Governo che già aveva decretato l' espulsione dei gesuiti nel 1806, degli Ordini delle regole di S. Bernardo e S. Benedetto nel 1807 e ora, nel 1809, era la volta dei francescani.
Mendicanti si, ma avevano dei conventi e dei monasteri che erano una meraviglia. Pronti all' uso. E il Governo francese sapeva come usarli. D'altra parte, dove poteva far alloggiare tutte le truppacce che si era portato dietro? E dove situare i municipi, i tribunali, gli orfanatrofi e tutto ciò che era necessario alle nuove riforme? E' facile immaginarlo: nei conventi. La soluzione era dunque semplice e la trasformazione dei conventi in caserme, o altro, ancora più semplice: bastava cacciare via i religiosi.
In attesa di applicare la Legge che avrebbe soppresso gli ordini mendicanti, i religiosi erano tenuti sotto stretta sorveglianza.
Anche i frati del vostro bellissimo Convento di S. Francesco, che oggi potete ammirare restaurato, non sfuggirono alla sorveglianza: eccoli tutti 'schedati', insieme ai loro confratelli di Mondragone.
clicca sull'immagine per ingrandirla
Con il Real Decreto del 7 Agosto 1809, anche gli ordini religiosi francescani degli Osservanti, dei Riformati, dei Cappuccini e degli Alcantarini furono soppressi. I frati presenti a Casanova, nel Convento di S. Francesco e nell' Ospizio, sparirono dalla vita del paese. Preferirono tutti essere accorpati ad altre famiglie religiose non toccate dalla Legge e andarono alle loro nuove destinazioni. Uno solo rimase per qualche anno a Casanova: fra' Alessandro.
Potete trovarlo nelle registrazioni dei vostri registri parrocchiali come aiutante del parroco, don Fortunato Verazza.
Poi, anche lui sparì dalla scena del paese volando verso altri lidi.
Per il Convento, abbandonato alla sua sorte e alle truppe francesi, ebbe inizio una lunga e dolorosa epopea che solo recentemente si è conclusa.
Ma questa è un' altra pagina.
CLIO
p.s. Per consultare la trascrizione della schedatura dei frati scaricare il file "frati.doc" dalla sezione download oppure cliccare qui.
Interessante. Mi piace questa storia carinolese. Ci fa conoscere tante cose che ignoriamo. Spero avremo molte pagine così.
RispondiEliminaVioletta Triste
Grazie per queste belle pagine.
RispondiEliminaIn mezzo a tanta monnezza qualche fiore.
Finalmente qualcosa di buono su questo blog, invece delle solite cattiverie. Invito tutti i lettori che apprezzano questi articoli, a inviare messaggi di sostegno affinchè l'iniziativa possa andare
RispondiEliminaavanti speditamente.
Grazie a chi ci offre queste pagine.
Sono pienamente d'accordo con te, amico delle 16,06. Ecco il mio messaggio:
RispondiEliminasi, mi piace che si parli di storia carinolese; è interessante, edificante ed istruttivo. Però vedo pochi commenti a questo tipo di articoli mentre ne vedo molti in altri, soprattutto quelli politici. E' vero che stiamo attraversando un brutto momento ma è anche bene occuparsi di cultura e non solo di monnezza. Alla gente invece piace criticare con cattiveria, fare bla bla bla senza senso e si attacca ad articoli che glielo permettono. Poi ce la prendiamo con i ragazzi del quiquirì!Loro cose buone ce le propongono,siamo noi che non le recepiamo e alimentiamo la cattiveria sfogando i nostri bassi sentimenti. Ebbene, occupiamoci e interessiamoci anche ad altro, che sicuramente non ci farà male.
Prima di attaccare a lavorare ho letto con piacere questo articolo. Carino! Interessante!
RispondiEliminaNe arriveranno altri cosi? Spero proprio di si.
Una carinolese lontana.
SAN GIACOMO DELLA MARCA.
RispondiEliminaI LUOGHI NELL'ITALIA dove il Santo ha predicato:
CARINOLA (CE)
" Presso questo luogo, in località Casanova c'era un Convento di Francescani dove risiedette San Giacomo e da cui andò al paese per assistere il Re Ferdinando I.
Il Re Ferdinando I si ammalò gravemente nel novembre del 1475 e si aspettava ormai la morte da un momento all'altro. Andarano a chiamare San Giacomo che contrariamente al parere dei medici disse che non sarebbe morto, qualche giorno dopo, ritornò presso il Re e lo assicurò della sua salute e lo invitò alla conversione. Poi se ne ritornò a Napoli e il 21 dicembre, vi ritornò anche il Re Ferdinando scampato alla morte. Manoscritto che trovasi presso il Santuario San Giacomo della Marca.
I Ragazzi del quiquiri dico sempre ci propongono temi seri, poi se qualchuno lascia qualche commento che a volte contengono delle "cattiverie" bisogna anche capirli mica siamo nel paese delle meraviglie? Non mi pare proprio.
RispondiEliminaUn pezzo di storia della nostra amata Casanova.
RispondiEliminaMons. Giuseppe Menditto (1844-1850) Primo Vescovo di Noto:
Nacque il 21 giugno 1794 a Casanova di Carinola, Diocesi di Capua. Il 22 luglio 1844 fu destinato da Papa Gregorio XVI a primo Vescovo di Noto. Fece il suo ingresso in città il 24 dicembre "in carrozza pomposamente ornata e tirata da 4 cavalli bianchi e prende dimora nei luoghi dell'ex monanestero cistercense dell'Arco", adattando anche a sede del Seminario. Pastore esperiente e colto volle creare nella provincia e Diocesi di Noto una comunità compatta. Intraprese la prima visita pastorale ed icrementò il catechismo nelle chiese della Diocesi. Impossibilitato a svolgere il suo ministero per una grave malattia agli occhi, il 21 ottobre 1849 chiese le dimissioni da Vescovo di Noto che gli furono accettate il 14 novembre dello stesso anno e si ritirò a Capua, ove morì il 2 marzo 1850.
Grazie di cuore a tutti voi e soprattutto ai due amici o amiche che hanno contribuito a far conoscere pezzi della storia di Carinola. Invito tutti i lettori, che hanno materiale storico, a farlo conoscere e a citarne le fonti. Contribuiranno grandemente all' opera di ricostruzione storica del Comune di Carinola.
RispondiEliminaClio
Nel 1794 Casanova era diocesi di Carinola non di Capua....vorrei sapere la fonte! oppure essere più precisi. Grazie.
RispondiEliminahttp://www2.chiesacattolica.it/pls/ceidocs/bd_diocesi.cronotassi?id_dioc=131&p_cronotassi=1
RispondiEliminaQUESTA è LA FONTE MA IMPRECISA!!!
all'anonimo delle 20,59 la fonte è :
RispondiEliminaCuria di Noto tel. 0931/835286
Forse nel documento che l'amico/a ha citato si vuole intendere Arcidiocesi di Capua. Comunque nei registri anagrafici a disposizione non risulta una famiglia Menditto. Verificheremo meglio.
RispondiEliminaClio
Con grande gioia ogni giorno leggo ilQuiquiri di carinola qui in terra
RispondiEliminad'America.E`come un soffio d'aria
nativa che viene a rinfrancarci e a tenerci vicini, a mantener saldi quei legami che mai si sono stacca-ti, specialmente quando si leggono informazioni storiche ed i vari
commenti dei lettori che rendono il tutto molto piu` interessante.
Bravissimi,continuate e noi vi seguiremo.
Comunque Casanova è stata sempre diocesi di Carinola(questo mi rende orgogliosa). Forse bisogna controllare meglio le trascrizione antiche, telefoni a parte. Questa è la nostra storia scritta, visto che sono in possesso di documenti originali del XVI-XVII-XVIII e XIX secolo, che affermano ciò che dico! Però, certo, se ci dovessero essere altre fonti che testimoniano il contrario, sono disponibile a recepirle. grazie
RispondiEliminaBasta ne stai facendo una questione di stato. L'importante e che sono stati lasciati due pezzi di storia CHE IO NON CONOSCEVO POI SE CASANOVA ERA DIOCESI DI CARINOLA DACCI UNA MANO CONCRETA? GRAZIE.
RispondiEliminaPer storia ha detto, penso che sia stato un errore della Diocesi di Noto (comunque va verificata)sulla storia di Mons. Giuseppe Menditto nel riportare la notizia "Casanova Diocesi di Capua" però non blocchiamomo queste inziative così importanti?
RispondiEliminaFonte Menna "saggio istorico della città di Carinola"
1087 mons. Giovanni
1087-1109 S.Bernardo Raimondi
1109-1120 mons. Giroldo
1133 mons. Bertragmo
1170 mons. Nicolò o Nazario
mons. Guglielmo
mons. Pandulfo
mons. Raul
mons. Pietro
mons. Deodino
1221 mons. Roffredo
1233-1248 mons. Nicola
1248-1250 mons. Pietro o Paolo trasferito a Sorrento
1251 mons. Stefano di Mastroriccardo
1290 mons.Paolo
1291-1316 mons. Roberto
1317-1325 mons. Giovanni
1326-1330 mons. F.Pietro dell'ordine dei minori osservanti
1330-1333 mons. Nicolò
13331343 mons. Bonagiunta di Perugia canonico dell'ordine di S. Agostino
1343-1353 mons. Bernardo Agerio dell'ordine eremitico di S. Agostino
1353-1357 mons. Giovanni
1357-1363 mons. F. Riccardo Theobaldis nobile fiorentino dell'ordine dei predicatori
1363-1365 mons. Marino
1365-1387 mons.F. Giuliano, o Giubino ordine Certusiano
1387-1420 mons.Giovanni
1420-1446 mons. Giacomo de Quillesmo
1446-1476 mons. Carlo Sforzati primicerio della chiesa di Capua
1476-1481 mons. Francesco Grassullo
1481-1486 mons. Stabile Zurillo canonico di Capua
1486-1502 mons. Giovanni era vescovo di strongoli Calabria. Scelta dal papa Alessandro VI Assistette all'incoronazione di Federico II
1502-1510 mons. Pietro
1510-1518 mons. Giovanni Antonio Orfeo
1518-1521 mons. Giovanni Francesco d'Anna Napolitano
1521-1530 mons. Ferdinando d'Anna nipote del predecessore, trasferito ad Amalfi dopo 9 anni
1530-1535 mons. Giovanni Canuto trasferito, per discordie interne alla diocesi, alla diocesi di Cariati in Calabria
1535-1549 mons.Taddeo Pepulo, di Bologna monaco Olivetano
1549-1572 mons. Capranico Bartolomeo Romano canonico del Vaticano
1572-1583 mons. Sisto Divitilio di Cremona, canonico regolare del Laterano
1583-1594 Nicola Antonio Vitellio Capuano
1610-1611 mons. Giovanni Vitellio il vescovo che apri la cassa di marmo di S. Martino
1611-1618 mons. Arcangelo De Rubris
1619-1622 mons. Alessandro Bosco di Bologna dopo 3 anni trasferito a Squillace
1623-1623 mons. Antonio Buonfiglio di Bologna
1624-1638 mons. Onorio Sersale nobile sorrentino. Da questo venerando pastore
fu eretta la chiesa parrocchiale di Casanova verso l'anno 1637 in onore dei Ss. Pietro e Paolo
1638-1662 mons. Vincenzo Cavaselice nobile salernitano
1662-1702 mons. Paolo Ayrola nobile genovese de' chierici regolari. Miracolo della vergine Madonna delle Cave
1703-1706 mons. Alfonso del Balzo de' Duchi di Presenzano
1706-1717 mons. Antonio della Marra di Barletta (morì il 13 maggio 1717) costru' la chiesa di Ventaroli
1718-1724 mons. Domenicoantonio Cirillo di Torre del Greco trasferito a Teano per le discordie con il Conte di Carinola.
Vittima di un attentato commissionato da un religioso per un torto subito ma senza successo.
1724-1732 mons. Nicola Michele Abbate Barlettano, trasferito alla diocesi di Squillace. Asportò la testa di S. Martino in Squillace e subì un attentato
1733-1747 mons.Giacinto Verdesca di Conversano
1747-1747 mons. Giovanni Bufalini di Maddaloni
1748-1759 mons. Antonio del Plato di Calabritto, trasferito alla diocesi di Matera
1759-1766 mons. Francesco Antonio Salomone
1766-1791 mons. Tommaso Zarone ofm di Aversano di Teano
1791-1796 mons. Giovan Gaetano del Mascio di Foggia dell'ordine scolopio e generale del medesimo ordine tarsferito a S. Severo e poi a Manfredonia
1797-1813 mons. Salvatore De Lucia di Mugnano
per cinque anni vacante sotto la cura del capitolo,guidato dal vicario Germano Stellato e poi da mons. Varrone.
Fu aggregata definitivamente con decreto del 27 giugno 1818 alla diocesi di Sessa Aurunca
1818-1832 mons Bartolomeo Varrone di Caserta vescovo di Sessa Aurunca
1832-1845 mons. Paolo Garzili di Zelofra vescovo di Sessa Aurunca
1845-1848 mons. Giuseppe Maria D' Alessandro di Ascoli vescovo di Sessa Aurunca
Segue commento delle ore 15,35 sono tutti vescovi delle Diocesi di carinola Secondo il Menna.
RispondiEliminaun'appassionato di archeologia.
RispondiEliminaLo sapete che a Casanova a pochi passi dal centro abitato tutt'ora insiste un ponte di Epoca Etrusca. Almeno fino a pochi anni fa (circa 30 anni) ci si passava a piedi e con il solo asino. Al momento non si nota più perchè interamente ricoperto da rovi. Però la struttura rimane ancora oggi solida! Vorrei sapere da qualche esperto se è meglio lasciarlo così o ripulirlo dai rovi per consevarlo?
Avete mai visitato a Casanova la grotta dei Briganti? E' bellissima io ci sono stato quest'estate ed è stata una bellima esperienza.
RispondiEliminaBrava Clio, hai capito che la cosa migliore da fare adesso é tuffarsi nel passato per dimenticare(almeno per un po') questo avvilente presente.
RispondiEliminaPer anonimi delle 16.47 e 16.52
RispondiEliminaposso sapere dove si trovano questi luoghi di cui parlate.
Per anomimi delle 16.47 e 16.52
RispondiEliminapotete indicare con precisione dove si trovano questi luoghi?
Stannu sott'a via vecchia. Passa 'nnanzi a casa e 'onn' Antoniu Sciaudone e, propri 'nd a' curva, sagli p' 'a terra 'ncoppa.
RispondiEliminaCammina fiancu fiancu a' terra, a destra. Scigni 'nda nu cauniegliu.
Sagli ru cauniegliu. Cammina fiancu fiancu a 'st auta terra, sempe a destra. Roppu trenta metri eccu ru ponte (si se vere cchiù!) Sta 'ncopp' a nu caone. 'Nda ru caone, pocu prima de ru ponte, ce sta a 'rotta de ri Briganti. Ma abbara, che te può fa male pecchè ce stannu assai frasche!
Ne, uagliu', ma ce sete o no, de Casanova!? Stateve bbuoni.
Ho letto le indicazioni che sono state date per trovare il ponte etrusco e la Grotta dei Briganti e sono andato in cerca del posto. Ma non sono riuscito a trovarli. Vorrei vederli. Chi mi accompagna?
RispondiEliminaAppuntamento domenica alle 15,00 davanti la posta. Portare digitale.
Ciao.
Se vuoi trovare la grotta dei briganti e il ponte di fronte alla casa del Prof. Daniele c'è l'accesso mi riferisco dal restro cioè "la via vecchia". Dai datti una mossa non fate sempre i bambocci chi cerca trova!
RispondiElimina