Chat

domenica 28 novembre 2010

Il riposo rende più efficienti


E' stata pubblicata l'ordinanza commissariale che fissa i nuovi orari per i dipendenti del comune di Carinola a partire da questa settimana. Leggendo gli orari alquanto ridotti siamo stati alquanto critici  finchè non abbiamo conosciuto le motivazioni che hanno rimosso i dubbi di molti. 
I commissari ormai da mesi a Carinola hanno potuto constatare dettagliatamente il lavoro dei dipendenti comunali.
Questi ogni giorno si sacrificano dando tutto sè stessi per assolvere le loro  tantissime mansioni senza un attimo di riposo.

Quando non fanno nulla pensano e quando parlano tra di loro discutono delle strategie innovative per migliorare il funzionamento della macchina comunale.
Particolare menzione per l'ufficio tecnico dove si progetta quotidinamente il futuro assetto urbanistico del comune. Hanno notato perfino una signora che riesce a telefonare sei ore di seguito senza mai riposarsi un attimo, ovviamente per esigenze del suo  ufficio e sembra che lo faccia a spese proprie. 
I commissari mai avevano diretto un comune con lavoratori così iper attivi. Hanno rilevato anche che mentre sudano immersi nei faldoni delle loro migliaia di pratiche sono disturbati molto spesso da cittadini nullafacenti. Hanno rilevato che  Carinola ha un alto numero di disoccupati che non sapendo come impiegare il tempo vanno a dar fastidio  ai lavoratori comunali con varie scuse. Chi si lamenta della bolletta dell'acqua , chi di quella dei rifiuti, chi  aspetta una concessione edilizia da un anno, senza dimenticare i creditori che vantano sempre crediti  inesigibili. 
Tutta questa pletora di sfaccendati si reca ogni giorno ad infastidire i dipendenti comunali  che nonostante i loro sforzi non riescono a portare avanti il loro lavoro nelle poche ore di  servizio per cui devono ricorrere frequentemente allo straordinario. 
Per ovviare a questi inconvenienti e per alleviare il peso lavorativo insopportabile il commissario ha modificato gli orari di accesso agli uffici da parte del pubblico. 
I giorni di apertura del comune per il pubblico sono stati ridotti a tre e gli  orari sono dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 17.30. Dalle otto alle nove i dipendenti avranno tempo di programmare l'attività giornaliera e le dipendenti di discutere  di come hanno passato la serata oltre che di rifarsi il trucco.
 Dalle 12.00 alle 14.00 riepilogo del lavoro svolto nella giornata e scambiarsi le ricette del pranzo. 
Stessa cosa il pomeriggio, non ci si può guastare la digestione con  l'incontro immediato con il pubblico pertanto si è ritardato l'ingresso di una mezz'ora. 
La mezz'ora di anticipo sull'orario di uscita serve per non attardarsi oltre l'orario di servizio vista la moltitudine di utenti che tutti i giorni si accalcano sul comune. 
I due giorni di riposo servono poi per discutere fra di loro sulle problematiche che attanagliano il comune di Carinola. 
Tutti devono rivolgere il loro plauso alla sollecitudine dei commissari nel preoccuparsi del benessere dei lavoratori così tartassati di incombenze.
Facendo loro incontrare il pubblico a giorni alterni saranno più freschi e riposati potendo così attenzionare meglio le esigenze dei cittadini.


Difensore dipendenti schiavizzati

sabato 27 novembre 2010

Historia magistra vitae

Leggendo un articolo interessante sulla storia amministrativa carinolese ho notato che tra i nomi dei padri della  moderna Carinola vi erano dei secolari latifondisti. Il latifondo, infatti, nel meridione italiano viene superato solo verso la metà del Novecento. Non dimentichiamo che, se la nostra realtà si è sviluppata accumulando enormi ritardi, è anche a causa di un sistema feudale che  è stato in parte congelato, ma non distrutto da Napoleone. 
La sua occupazione italiana, per fortuna o sfortuna, è stata di breve durata se confrontate con altre tristi dominazioni. I signorotti carinolesi, che certamente festeggiarono quando rimasero unici detentori del potere a seguito della soppressione della diocesi di Carinola, non sappiamo se accettarono di più il clima riformatore francese o il ritorno dei Borbone ai quali certamente non rifiutarono la ri-obbedienza. 
Diversamente, sui vasti territori di cui erano signorotti non avrebbero più avuto potere e ricco sostentamento. Comunque la storia è fatta anche di persone che hanno occupato ruoli solo perché erano più potenti  che lungimiranti, più astuti che riformatori. Questi erano sempre li a mostrare benevolenza e obbedienza a ogni signore. Se in qualche occasione hanno  palesato qualche sentimento liberale è stato solo perché il signore di turno esigeva troppo da loro e non perché la realtà in cui vivevano era triste, non per loro, ma per la massa di gente che viveva alla giornata. Triste per i braccianti che lavoravano instancabilmente per il signore, al quale dovevano il giusto tributo e la dovuta riconoscenza.
Erano li pronti ad ossequiare Carlo I di Borbone quando giunge Napoli dopo la fase austriaca, inneggiare Murat e le sue politiche riformiste (a patto che non avrebbe toccato i loro piccoli interessi), a re-inchinarsi di fronte a  Ferdinando I delle Due Sicilie dopo la cacciata dei francesi, a guardare con diffidenza  Garibaldi e plaudire all’Unità Nazionale sotto l’egida dei Savoia. 
Erano li, sempre con il loro potere e i loro beni, durante il periodo fascista… sempre li, intangibili, camaleontici.

La storia siano noi.

giovedì 25 novembre 2010

Viaggio a Kabul

Mi chiamo Mario Rossi e lavoro presso il Dipartimento Amministrazione Penitenziaria del Ministero di  Grazia   e Giustizia con sede in Roma. Sono laureato in medicina e la mia mansione è quella di controllare la gravità della malattia dei detenuti che chiedono di uscire dal carcere per motivi di salute. Giorni fa mi è arrivata una richiesta da parte del direttore del carcere di massima sicurezza di Carinola che chiedeva il mio intervento per uno degli internati nel carcere da lui diretto. 
Ho verificato se la località fosse  collegata con Roma via ferrovia e con mia soddisfazione ho trovato  un discreto numero di treni in varie ore della giornata. Scelto il treno più consono alle mie necessità sono partito approfittando del viaggio per rivedermi la pratica come faccio di solito. Assorto nel mio lavoro il viaggio di quasi due ore mi è sembrato così di pochi minuti. 
Arrivato a destinazione sono stato accolto da una pioggia battente per cui sono scappato nel sottopassaggio per ripararmi senza riuscirci in quanto pioveva anche là. Là sotto era peggio di fuori poiché l'acqua oltre che cadere dal cielo era anche per terra ed alta di alcuni centimetri. Uscito fuori ho cercato di entrare in stazione senza riuscirvi in quanto chiusa per ristrutturazione. Nella concitazione del momento non mi ero guardato intorno complice anche la scarsa visibilità a causa della pioggia e di una leggere nebbiolina. Guardando attentamente mi sono reso conto di trovarmi in una landa deserta fuori del mondo non in una stazione normale nei pressi di un centro abitato. La mia malasorte ha voluto che fossi anche l'unico viaggiatore a quell'ora a transitare in quella che mi sembrava una stazione di posta per diligenze. Subito ho preso il mio telefonino per chiamare il direttore del carcere o qualche amico a Roma che mi desse conforto ma come al solito nei momenti di necessità la batteria era scarica.
Mi sono visto perduto guardandomi intorno vedevo solo tante auto che a me sembravano tutte grigie e tutte ammaccate come se mi trovassi all'interno di un grande scasso con annessa rottamazione. Guardando attentamente ne ho viste alcune infilate sotto un grande cumulo di immondizia. Inutile descrivere il mio scoramento e la mia disperazione per sentirmi abbandonato in un posto sconosciuto e quasi ostile oltretutto sporco. Finalmente ecco giungere una vettura da cui è sceso un giovanotto al quale ho chiesto dove potevo trovare un taxi che mi portasse a Carinola. Questi alla parola taxi ha sgranato gli occhi come se di fronte avesse un pazzo e gli avessi chiesto un milione di euro.
Con la sua faccia meravigliata mi disse che là non esisteva alcun taxi, ma sentito che dovevo andare a Carinola chiamò l'amico che stava ripartendo dicendogli di darmi un passaggio. Salito in macchina mi è sembrato di viaggiare in una diligenza non perchè la macchina fosse vecchia, anzi era nuovissima, ma per le condizioni della strada. 
C'erano buche ad ogni metro anzi si poteva dire che era tutta una buca pertanto nonostante il mio autista cercasse di evitarle con gimcane varie non ci riusciva. Inoltre ogni buca era piena di fango che schizzava fino ai finestrini dell'auto, fango che si trasformò in altro dopo un centinaio di metri. Dalla puzza non riuscii a capire se erano deiezioni di animali o rifiuti concludendo che era un mix di entrambi.

Dopo poche centinaia di metri ho visto uno spettacolo da immortalare con una bella foto, due mucche immerse nel fango fino al collo che ruminavano tranquille come se si trovassero in una bella stalla. Il viaggio continuò ancora tra scossoni vari e scricchiolii dell'autovettura che mi fecero temere per la sua e la nostra incolumità. Quella strada mi fece tornare col pensiero a qualche anno prima, quando ero stato in Afghanistan per conto del Ministero. Lì ero costretto a viaggiare sulle strade bombardate e perciò piene di buche a causa degli eventi bellici. Per un momento mi abbandonai a quei ricordi incancellabili che tanto mi avevano toccato e senza volerlo, mi sfuggì, sono tornato a Kabul. Il mio occasionale e gentile autista mi sentì ed invece di offendersi annuì asserendo che avevo ragione che anzi qui era peggio di Kabul.  Al mio inizio di esternazioni e soluzioni del problema cortesemente ma fermamente mi interruppe dicendomi che quello che si dovrebbe fare tutti lo sanno, ma nessuno si muove.
Il problema di queste zone, mi disse, è che non esistono responsabili quindi non si sa nemmeno a chi o contro chi protestare. Stesso discorso per il gran numero di rifiuti che facevano capolino sui bordi della strada che fortunatamente era migliorata. Dopo aver guadato vari fiumicciattoli che allagavano la strada a causa  della mancanza di caditoie nei fossi laterali, sono giunto al carcere. Dopo essere riuscito a passare indenne tra le buche  il fango e le acque limacciose sono riuscito a raggiungere la meta. Pensavo di aver percorso cento chilometri invece erano meno di dieci. Viste le premesse, mi aspettavo di trovare una struttura  carceraria fatiscente sommersa di rifiuti. Grande fu la mia sorpresa di trovarmi davanti ad una struttura nuovissima  all'esterno e dopo ho potuto verificare lo stesso all'interno ed  anomalia nella zona, niente rifiuti nelle immediate adiacenze. Tra me mi sono detto che strano paese, trattano meglio i detenuti che le persone libere, che forse qui siano migliori i primi?

Mario Rossi

lunedì 22 novembre 2010

Fatti, non parole

Forse mi sbaglio, ma ho sempre creduto che Roberto Saviano, nella sua incosciente ambizione giovanile, avesse sottovalutato l’effetto boomerang del suo Gomorra e quindi non fosse preparato a subirne le conseguenze. Si è ritrovato ad essere, suo malgrado, l’eroe della lotta alla camorra, lo studioso del fenomeno, il portavoce della legalità senza esserne davvero pronto né abbastanza agguerrito. Nonostante questo, devo riconoscere che Roberto non si è scoraggiato ed ha affrontato la cosa con responsabilità.
E che altro poteva fare uno che probabilmente avrà una scorta per tutta la vita o fino a quando non riusciranno ad ammazzarlo?
L’ abito che gli è stato cucito addosso dai media non so quanto gli vada stretto, ma lo indossa dignitosamente e recita la parte che gli è stata affidata con grande nonchalance, come il più rotto degli attori. Si è calato nel personaggio che gli è stato approntato e cerca di non deludere.
La sua conoscenza della malavita organizzata e del fenomeno camorra in particolare è profonda, non solo perché ne studia gli atti giudiziari, ma perché avendo vissuto a lungo  a San Cipriano d’Aversa, da bambino,  viveva una situazione di full immersion  nella cultura camorristica e ne conosce tutti gli aspetti e i principi dinamici, anche quelli più insignificanti.
Quando nel programma Vieni via con me ha asserito che  la ‘ndrangheta è radicata soprattutto al Nord e che la Lega non ne è esente, non ha detto una bugia; ha detto una sacrosanta verità. Ai signori della Lega e a Maroni l’affermazione non è piaciuta; loro vogliono a tutti i costi apparire puliti agli occhi degli italiani, ma i loro comportamenti sono ben noti a tutti. E non sono certo comportamenti esemplari. Anche tra loro, partito di “onesti”, come dice Maroni, c’è chi non ha scrupoli a immischiarsi con la malavita organizzata e lo provano le inchieste dei magistrati Ilde Boccassini e Giuseppe Pignatone di cui Maroni vuole ignorare gli atti giudiziari.
In fondo, di che cosa ci si meraviglia? La malavita organizzata mette radice là dove c’è un profitto consistente, e quale terreno migliore del ricco nord-est della penisola si presta a questo trapianto? Ai tempi di oggi, pensiamo davvero che la camorra, la ‘ndrangheta e altri fenomeni locali di organizzazioni criminali, si accontenterebbero solo degli spiccioli che riescono a strappare ai nostri tartassati territori? La malavita segue il flusso dei soldi, e i soldi sono soprattutto al Nord.
Il Ministro degli Interni non faccia tanto il santarellino, perché anche tra i leghisti ci sono molte, ma molte mele marce… Per me lo sono quasi tutti, ma questo è un altro discorso.
A parte le simpatie o le antipatie personali verso il personaggio Saviano, ben venga uno come lui che finalmente riesce a scoperchiare il pentolone e ad informare il grande pubblico su un fenomeno a lungo tenuto nascosto e di cui appena si sussurrava sottovoce.
Forse ora, con gli occhi più aperti, potremo difenderci meglio da questo mostro che divora il Paese.

Invinoveritas

mercoledì 17 novembre 2010

La prima amministrazione comunale di Carinola



Qualche anno fa, l’allora sindaco dott. Antonio Matano, mio carissimo amico d’infanzia e di vita prematuramente scomparso, mi disse che gli sarebbe piaciuto avere una lista completa di tutti i sindaci del Comune di Carinola e, soprattutto, gli sarebbe piaciuto conoscere il nome del primo sindaco e dei primi assessori del nostro Comune. Allora, non fui in grado si soddisfare la sua curiosità, e di questo me ne dolgo tantissimo, perché le mie ricerche andavano in un’altra direzione. Ora, pur non avendo ancora elaborato la lista completa dei sindaci di Carinola, posso asserire  al 99,9%  chi fossero i componenti della prima amministrazione comunale di Carinola. E credo farà piacere anche ai lettori saperlo.

*****

Bisogna ritornare  al decennio  francese (1806-1816), a quegli anni di grandi cambiamenti politici,  sociali e amministrativi che investirono tutta l’Europa e che furono la vera propulsione verso la modernità. Fino al 1806, nel nostro territorio perdurava ancora il sistema feudale introdotto dai normanni, anche se esso aveva subìto, nel corso dei secoli, diverse modifiche man mano che i baroni riuscivano  a strappare al re prerogative e vantaggi che li avevano trasformati  in tanti despoti non più controllabili dal potere centrale. Essi, i baroni, forti del loro potere, immancabilmente trasgredivano alle regole di comportamento annotate negli Statuti che ogni feudatario avrebbe dovuto rispettare  ed opprimevano il popolo con pesi ed oneri insostenibili.
Come detto in un altro articolo, nel 1806 Carinola era una Universitas retta dal Duca Gaetano Grillo di Mondragone, marchese di Clarafuentes e ultimo proprietario del territorio carinolese. A lui andavano tutte le tasse: gli affitti delle terre, le tasse sul macinato, quelle sul sale e persino su certi usi civici, diritti essenziali e naturali della popolazione; ed era lui a nominare i giudici per l’esercizio della giustizia, che tanto giustizia non era. Chiaramente.
Con la venuta di Napoleone, il Regno fu investito da una raffica di novità, da parole nuove che suonavano come musica alle orecchie di molti: libertà, uguaglianza, fraternità, parole coniate in seno alla rivoluzione francese e che si diffusero con la velocità di un fulmine, perché erano ciò  a cui  il popolo oppresso aspirava.
Il Regno di Napoli era preso e Napoleone non lo risparmiò. Fu introdotto il Codice Napoleonico, la riforma Amministrativa e, soprattutto, fu abolito quel maledetto feudalesimo che tante ingiustizie  aveva partorito.
L’apparato amministrativo borbonico, così vecchio ed obsoleto per le nuove esigenze della nuova era, fu rivoluzionato in ogni sua parte, in ogni angolo più nascosto, in ogni  lembo di terra, piccolo e grande. Fu effettuata una nuova ripartizione più funzionale del Regno con l’istituzione delle Province, i Distretti e i Circondari. Nelle Universitates, l’ inconsistente Parlamento, la vecchia amministrazione comunale che faceva comunque capo al barone, fu sostituito con un nuovissimo organismo amministrativo: il Decurionato.
Il Decurionato era un organo decisionale abbastanza snello perché costituito da un numero ristretto di persone elette per sorteggio da tutti coloro che erano iscritti nella lista degli eleggibili, lista che veniva approvata in precedenza dagli Intendenti regi provinciali. Non tutti potevano far parte della lista degli eleggibili a decurione, ma solo coloro che avevano una rendita annua imponibile non inferiore a 24 ducati.  Il potenziale decurione poteva essere anche analfabeta ma, insieme ad altri decurioni, analfabeti anche loro, doveva costituire  1/3 dell’intero organo collegiale.
Con queste premesse, è chiaro che veniva esclusa dalle decisioni della Comune la maggior parte del popolo, analfabeta e povero. Spettava perciò al Decurionato farsi carico di tutte le esigenze della popolazione carinolese e soddisfare i suoi bisogni in tutte le fasce d’età.

La prima squadra di ‘gentiluomini’ che costituì la prima amministrazione comunale carinolese era così composta:


Giacomo Rozera, sindaco
Antonio Saraceni, decurione
Filippo De Simine, decurione
Antonio di Theo, decurione
Giuseppe La Provitola, decurione
Giacomo Spani, decurione
Antonio Dinella, decurione
Gaetano Martullo, decurione
Pietro Mazzucchi, decurione

Questi gli  uomini che dovettero far nascere ed organizzare la moderna Amministrazione Pubblica di Carinola  a cominciare dal 1809, ma che solo verso il 1813 divenne funzionale in ogni sua parte.
Possiamo solo immaginare con quanto impegno e quanta energia questi uomini affrontarono il loro oneroso ruolo di “padri” della nuova era. Grazie a loro, Carinola iniziò il suo cammino verso la modernità che, pur tra alti e bassi o rallentamenti, non ha mai conosciuto soste.
Attenzione però: non bisogna dimenticare che, malgrado i rivoluzionari cambiamenti, il periodo napoleonico fu pur sempre un periodo di monarchia assoluta. Anche l’Amministrazione Pubblica diventava quindi uno strumento, sicuramente più moderno e sciolto, per tenere sotto controllo l’intero Regno e ben saldo il potere. In questa ottica va quindi visto l’operato del Decurionato che, se da un lato liberò il popolo da tanti pesi nei confronti del feudatario, dall’altro segnò l’ascesa della borghesia che acquisì in maniera esclusiva il potere politico.
Ma questa è un’altra pagina.

Clio

Fonte: Archivio di Stato di Caserta – documenti del decennio francese



clicca per ingrandire

clicca per ingrandire


domenica 14 novembre 2010

Il difficile è asciugarsi


Fermo, dritto, rigido, sicuro.
Petto al sole e braccia al vento, con i piedi ben saldi. Chi prima chi dopo, tutti devono passare di qui. Almeno quelli che intendono inzozzarsi di nuovo, praticamente tutti.
Si perché lo zozzo piace, non passa mai di moda, piace a me piace a te piace a tutti. Piace ai giovani- adulti - vecch i- signore- signorine - preti - chierichetti- educati - silenziosi - perbenisti-malbenisti, odontoiatri - cani- parrucchieri - il terzino della s.p.a.l - l’avvocato della sinagoga -   Lo zozzo piace a tutti. Ma non ci si può inzozzare come si deve se non si è puliti o meglio se prima non ci si ripulisce. Ripulirsi non è difficile, inzozzarsi è un po’ più complicato ma ci si fa la mano diventa un gesto naturale. Decisamente più difficile è asciugarsi. Ci vuole pazienza. Tutti quelli che non vedono l’ora d’inzozzarsi devono passere di qui, c’è poco da fare. Belli puliti e profumati oh questo profuma di giglio….. Tutti con la faccia al sole allegramente insieme ma tutti per se in un rigoroso tribolante silenzio d’attesa. Una calma che vibra. Tutti umidi, tutti ad attendere l’ zozzo. Ma prima bisogna far evaporare il bagnato che appesantisce tutto e tutti. Calma e pazienza ci vuole per asciugare le proprie lacrime e quelle degli altri, il sangue che ti schizza addosso dopo qualche buono affare. Ma che importa una bella lavata e tutto va via. La cenere, la polvere delle case tirate su in un giorno e cadute giù in una notte, il sudore dei negri nei campi di pomodoro. Tutto va via. Il rossetto delle minorenni che sembrano esperte donne? Anche quello via. Pulire è semplice….
È asciugarsi che…… ci vuole pazienza altrimenti anche quando sembra che tutto è pulito rimane la puzza. O dio c’è sempre qualcuno smanioso di inzozzarsi che di pazienza non ne vuole proprio sapere e subito si tuffa a capofitto nello zozzo ancora tutto bagnato. Il risultato? Uno zozzo così zozzo che anche per chi dello zozzo ne ha fatto una religione è troppo una cosa zozza, precludendosi la possibilità di ripulirsi e continuare ad inzozzarsi. Bisogna sapere inzozzarsi; piano piano una macchia per volta, una fetore per volta. Ci vuole pazienza tanto chi prima o dopo tutti devono passare di qui. Fermo, dritto, rigido, sicuro.
Petto al sole e braccia al vento, con i piedi ben saldi. Chi prima chi dopo, tutti devono passare di qui. Almeno quelli che intendono inzozzarsi di nuovo, praticamente tutti. Fermo, dritto, rigido, sicuro.

 Calzino a righe

venerdì 12 novembre 2010

Indagini in corso….

L' impianto di Mondragone
La Procura della Repubblica di Santa Maria sta indagando da qualche giorno, affidandosi ai Noe e all’Arpac, su alcuni lavori pubblici relativi alla depurazione delle acque nel carinolese.
Per ora sono state messe sotto sequestro tre aree, due a Santa Croce ed una a Carinola, ma tutto fa intuire che le indagini siano appena iniziate. Per questo motivo sono scarse le voci venute fuori. Tuttavia si sa che il periodo dei fatti sotto inchiesta andrebbe dal 2006 in poi.
Che cosa stanno cercando non ancora è chiaro, poiché per adesso, oltre a mettere i sigilli hanno portati via quegli atti dall’Ufficio tecnico che interessano le indagini. Provando comunque  a collegare i pochi elementi a disposizione, è probabile che i tre lavori sulla depurazione - sulle cui rispettive aree sono scattati  i sigilli lunedì sera-  non convincano del tutto gli inquirenti per il modo in cui sono stati esegiti. Quindi hanno proceduto al sequestro. 

Un impianto funzionante
Qualcuno invece pensa che si tratta di impianti così vecchi, che necessitando di costante manutenzione, poco o  niente affatto fornita, siano finiti per risultare inefficaci. Per ora nulla si può scartare. E’ altrettanto possibile poi che si tratti di un piano, di un’azione investigativa, ben più ampia, di controlli che arriveranno o sono già arrivati in altri comuni  per assicurare che la situazione sulla depurazione delle acque, nei comuni litoranei, sia effettuata come si deve, visto che la Regione sta pensando di investire nei prossimi mesi sulla bonifica del litorale domitio, fogna per tanti anni di scarichi industriali e civili, compiuti, come sappiamo, in modo abusivo.
Negli ultimi anni poi, grazie ad importanti indagini sull’ecomafie e sulla mala amministrazione delle politiche ambientali locali, le questioni di risanamento sono diventate di stretta attualità,  ed anche a Carinola, come si vede, qualcosa si sta smuovendo. 
Per anni si è preferito rimandare, occuparsi d’altro, investire in altro, così ci ritroviamo ora nel 2010 a capire ancora se funzionano o meno i depuratori nel Comune, per le acque reflue e per quelle sporche. Nonostante la tassa che molti pagano sulla depurazione.
Infine, è triste, ma altrettanto probabile credere che, quando arrivano i sigilli, vuol dire di fatto rimandare a chissà quale tempo nuovi interventi sugli impianti. Ammesso che questi abbiano mai iniziato a funzionare.

Reporter

martedì 9 novembre 2010

Il Rottamatore di Carinola

Il termine rottamatore è da giorni diventato di moda perchè usato ed abusato da tutti i giornali ed i commentatori politici. Pronunciato per la prima volta dal sindaco di Firenze riferendosi ai suoi big di partito questo termine ha identificato il desiderio di molti di svecchiamento e di rinnovamento. I giovani da sempre aspirano a ricoprire i posti dei vecchi in tutti i campi ,non solo politici ma anche economici e perfino religiosi. Da sempre i giovani considerano le generazioni più anziane meno preparate di loro o addirittura degli incapaci. Realizzare questo sogno di molti giovani non è molto semplice, detronizzare chi si è piazzato su una poltrona è un’ impresa molto ardua anche perchè l'occupante si è creato delle leggi che lo difendono. Molto facile se scoppiasse una guerra ma difficilissimo in tempi di pace. Chi prima di affrontare una qualunque impresa fa calcoli e preparativi meticolosi sicuramente non è un giovane, almeno di spirito. Chi è giovane sogna o si prefigge un obiettivo ed agisce per raggiungerlo senza calcolare nè l'interesse né le conseguenze di un eventuale fallimento.

Chi è giovane dopo aver combattuto anche se sconfitto è felicissimo di averci provato. Questo è lo spirito che anima I giovani innovatori del PD che tentano di mandare in pensione i vari D'alema, Fassino, Bersani e capozona vari che da decenni detengono il potere. Loro sanno che l'impresa è quasi impossibile ma forti della giustezza delle loro idee, ci provano. Meglio essere sconfitti dopo aver combattuto che vivere da vinti senza averci nemmeno provato. Anche Carinola ha il suo Renzi anche se milita nel centrodestra anzichè nel centrosinistra. Questi è il dottore De Crescenzo che emulando i vari medici della zona si è schierato da qualche tempo nell'agone politico carinolese.

Meglio non tracciarne il profilo umano per evitare di scivolare nel pro o anti la persona. Basti dire che è una persona socievole ed a disposizione di tutti senza distinzione di censo o condizione economica, doti necessarie per fare politica. La dote principale resta quella di essere un giovane politico che per alcuni è un difetto per moltissimi una virtù. La sua idea è semplice quanto velleitaria: mandare in pensione i politici locali che da molto tempo calcano la scena amministrativa del comune. In verità consapevole della sua poca esperienza non desidera eliminarli tutti ma solo una parte, ovviamente quelli che sono amministratori da moltissimi anni come Russo, Di Biasio. Marrese, De Risi e qualche altro. Gli altri sarebbero invitati a fare un passo indietro ed entrare in lista con compiti meno visibili ma certamente molto importanti mettendo a disposizione la loro esperienza. Questo loro sacrificio servirebbe molto per il bene della comunità penalizzando un poco i loro interessi personali. L'idea è buona e lui ci crede: sarà realizzabile? Sicuramente non con l'accordo degli interessati ma costringendoli. Se continuerà a raccogliere consensi intorno al suo ambizioso progetto prosciugando il consenso dei vecchi boss alquanto decrepiti può darsi che si convincano di confluire in un discorso innovatore.

La sua convinzione è che solo con un progetto innovativo Carinola potrà uscire dal pantano in cui è arenata per colpa di tutta la vecchia classe politica tesa più a realizzare ambizioni personali che l'interesse comune. Vorrebbe convincerli che le due cose ovvero interesse pubblico e personale dovrebbero marciare insieme dando la precedenza al primo. Per adesso l'unico progetto di novità e ammodernamento della politica carinolese viene da questo giovane professionista che sicuramente sarà corroborato dall'entusiasmo di tanti altri giovani, se non di età sicuramente di pensiero. Anche se non ci riuscirà sicuramente sarà felicissimo di averci provato per dire a sè stesso “ho combattuto quindi sono giovane”.

Plinio il giovane

domenica 7 novembre 2010

Nostalgia canaglia…

Leggendo qualche lettera aperta e che a mio avviso sarebbe stata buona cosa lasciare chiusa e sigillata con la ceralacca mi viene spontaneo dire che se nel centro sinistra locale il nostalgico  letterario aperto non trova dei riferimenti, raggelo quando penso che i suoi possano essere Landolfi, che grazie alla politica ha trovato un lavoro e Coronella per il quale già parlarne è troppa concessione. Certo,  vedere l’evoluzione  anzi l’involuzione della politica locale carinolese  mi lascia veramente nauseato. C’è chi pensa ancora alla destra, alla sinistra e al centro come entità ideologicamente pure che possano trovare applicazione nella politica locale. E provate a smentire lo scrivente esaminando attentamente le persone che a livello locale si fregiano di queste pure appartenenze rispetto alla vita che conducono. Conservatori, cristiani, progressisti o opportunisti? Magari esistessero ancora quelle ideologie. Credo che oggi a  Carinola vi sia spazio solo per chi voglia fare politica  esclusivamente per il proprio tornaconto. Basta con queste nostalgie canaglie. Certo è che a votare Mannillo non è stato solo quella parte dei duri e puri di destra, ma anche molte persone che si riconoscono in altri schieramenti che forse, a differenza dei puri di destra, hanno accettato la cosa sperando nel progetto di quella coalizione.  Io ho votato Gennaro indipendentemente dalla sua appartenenza o coalizione e credo che molte colpe del suo crollo siano da attribuire anche a qualche viscido politico che bazzica nel centro-destra. Se questi destroidi sono così convinti di perseguire l’onestà o la legalità all’atto pratico si schierano con Fini o con quella destra che preferisce assecondare certa mala politica che oramai emerge sempre di più a livello nazionale? 

Anonimo via web

mercoledì 3 novembre 2010

ELOGIO DELL'INEFFICIENZA

Quando si parla di emergenze ed inefficienze tutti si affannano a cercare i colpevoli di tali catastrofi quasi tutte facilmente evitabili. Senza allontanarmi troppo verso la diga del Vajont ma restando ai nostri giorni mi sono sforzato di quardare da altra angolazione qualunque inefficienza analizzandone qualcuna in dettaglio. L'autostrada Salerno-Reggio Calabria per esempio fu progettata male ubicandola in un sito sbagliato e realizzata peggio da ditte improbabili per cui è stata ed è pericolosa. Quella che sembrava una grave inefficienza si è rilevata una grossa risorsa economica per una regione notoriamente svantaggiata economicamente. Quando fu realizzata si arrichirono i progettisti ed i costruttori altri, facilmente i figli, continuano ad arricchirsi oggi su quella tratta di autistrada. Non bisogna dimenticare l'effetto economico benefico che ha avuto quella inefficienza su tanti comuni della Calabria.Gran parte dei loro abitanti nei decenni  passati e ancora oggi sono vissuti bene grazie a quel lavoro. Personalmente ho sempre condannato il comportamento di chi aveva realizzato quell'opera e invocato per loro il carcere. Man mano che sono passati gli anni mi sono convinto che se l'avessero realizzata dei tecnici seri avremmo avuto un grosso discapito economico e sociale. Esaminando la crisi attuale dei rifiuti in Campania anche qui ho dovuto ricredermi. Quando fu bocciato il primo ciclo dei rifiuti stilato dalla giunta Rastrelli sono stato tra quelli che ha inveito contro coloro che chiaramente stavano creando i presupposti per un disastro. Anche su questo negli anni mi sono convinto che a parte l'immagine è stata una operazione che ha portato benessere economico a molti. Come tutti sanno il piano Rastrelli prevedeva la costruzione di sette inceneritori con due sole discariche in cui dovevano andare le ceneri di combustione e l'unido.Bocciato si passò alle discariche private, uno dei capitoli più neri per l'ambiente della Campania. In questa regione visto il basso costo di smaltimento fu portato di tutto da tutta Italia ed anche da altre nazioni europee. Mi hanno raccontato di camionisti che davano un assegno in bianco al gestore della discarica dopo di che si liberavano de loro carico velenoso. Di giorno si scaricavano i rifiuti urbani di notte quelli industriali che venivano nascosti sotto di essi. Questa attività ha portato tanti soldi a tanta gente che li hanno riciclati  in attività legali incrementando l'economia dei singoli e della comunità campana. Dopo è arrivato il maestro dei maestri Bassolino con i suoi esperti Ricordo uno in particolare un certo Facchi per la sua faccia particolarmente intelligente.In quindici anni sempre emergenza rifiuti e sempre dando alla gente l'impressione che la situazione era stata risolta.Fra squilli di trombe annunciò il nuovo piano di smaltimento che prevedeva la chiusura delle discariche private e la costruzione degli inceneritori con qualche discarica pubblica. In pratica si tornava al passato sostituendo gli inceneritori con i termovalorizzatori. Chiuse le discariche private non furono realizzate quelle pubbliche e per anni non si è saputo dove mettere i rifiuti. I consulenti di Bassolino ebbero la geniale idea di imballarli e stoccarli in vari siti dove ancora si trovano. Il risvolto economico dell'operazione è stato grandioso. Sette centri di vagliamento con centinaia di addetti, camion che portavano rifiuti da un capo all'altro della regione e l'affitto dei terreni, una manna per i proprietari. Dimenticavo i treni ed i camion che partivano per la Germania e per tutte le regioni italiane. Un giro di affari  immenso. soldi per tutti, per amici ed avversari, infatti tutti zitti tranne gruppi di cittadini che a turno hanno protestato. Arrivati al punto che si rischiava che mezza regione fosse occupata dalle balle di rifiuti e danche per far fronte alle crescenti proteste della popolazione arrivò lo specialista delle emergenze, Bertolaso. Questo anzianotto con vesti di giovanotto sempre in tuta e golfino per sprizzare giovinezza ed efficienza  in pochi giorni trovò la soluzione. Fece scavare un paio di buchi e fece buttare tutto dentro oltre a far completare la costruzione dell'unico inceneritore di cui era iniziata la costruzione. Ovviamente l'inceneritore come l'autostrada è stato costruito male in modo che non assolva in pieno al suo compito. Fra qualche anno produrrà anche emissioni velenose e dovremo risolvere un'altra emergenza ambientale. Ancora oggi lo specialista è tornato per risolvere l'ultima crisi con epicentro Terzigno con un borsa una ventina di milioni di euro da distribuire.. Un centinaio di camion di terra ed il problema è stato risolto.... per ora. Venticinquemila addetti, migliai di camion e rusope impegnate, milioni di euro di affitto annuali. erogati oltre alla grande miniera d'oro rappresentata dai depositi di balle da smaltire. Questo il grande giro economico creato dall'inefficienza di tutti questi anni. Un calo di immagini e qualche problema ambientale ma in compenso un grande ritorno economico per gran parte della popolazione che vive di rifiuti. Ovviamente non è finita il buco tra poco si riempirà e nessuno ne vuole altri quindi si ripeterà il teatrino. Si indicherà un altro sito , si costituiranno i comtiati civici, la polizia farà finta di essere sopraffatta . Nel frattempo non avendo dove sversare i rifiuti resteranno nelle strade e scoppierà un'altra emergenza finanziata da somme sempre molto cspicue. Spero  di aver fatto comprendere lo sdegno personale nei confronti dei comportamenti  che ho descritti. Comunque nonostante il mio biasimo e quello di tantissimi i fatti, anche se raccontati in minima parte, restano quelli senza tema di smentita.

IL CONSULENTE 

lunedì 1 novembre 2010

Ecologia e res pubblica

Ma che bravo il comandante, sempre ligio al dovere! Con la sua nota sensibilità, interviene con solerzia per premiare ogni buona azione di cittadini volenterosi. Anche questa volta non si è smentito. Appena ha saputo della bella iniziativa ecologica dei cittadini casanovesi, ha subito mandato due vigili, casanovesi anche loro, a prendere i nominativi di tutti i volontari che ripulivano la villa comunale dalla monnezza che ristagna là dentro da mesi.

Sono sicuro che ognuno di loro riceverà a casa il grazie ufficiale del Comune, con un piccolo regalino allegato: magari una scopa smaltata in oro di Bologna a ricordo dell’interessante giornata.

Non si può non premiare un’iniziativa cosi responsabile e civile, l’ennesima a dire la verità.
I cittadini di Casanova si dimostrano sempre molto coscienziosi verso la cosa pubblica cittadina; perché appartiene a tutti, nevvero? Altrimenti che senso avrebbe quella parola “pubblica”? E siccome in tutto ciò che è pubblico ci giocano i bambini, ci stazionano gli adolescenti, ci passeggiano i vecchi, allora è d’obbligo mantenere pulito l’ambiente, anche per offrire un minimo di sicurezza a chi lo usa, di giorno e di notte. E siccome i commissari prefettizi, gli operatori ecologici e quelli socialmente utili sono presi da ben altri problemi in questo periodo d’emergenza totale, ecco che i cittadini hanno voluto dare una mano all’amministrazione pulendosi da soli la villa. Che male c’è? E’ solo questione di collaborazione; non è così che si fa in tutte le famiglie?

Se noi riteniamo che il nostro Comune di Carinola è una grande famiglia, allora non deve sembrare strano che molti suoi figli sentano la responsabilità civile di pensare anche agli altri. Credo anzi che sia un’iniziativa da ammirare, anche se, certe volte, come tutti i figli molto buoni ma  impulsivi, ci si dimentica di dirlo al papà. E allora il buon papà che capisce e comprende fa solo una tiratina d’orecchi, ma lascia correre.
Bah, in fondo i problemi di Carinola sono ben altri. E si può dire quello che si vuole, ma un po’ di pulizia non fa certo male!

 Ecologista