Dalla celebre saga di biasiox.
Erano giorni tormentati nella contea di Calenum. L'ex cerusico ed ora Conte Don Luis da Santa Cruz si vedeva sempre più solo ed aspettava inquieto l’arrivo dei suoi due più validi soldati.
Intanto Antimus Mutus e Antonio il Rosso, cavalcavano da ore senza treegua. Scendeva la notte. La vista necessitò di qualche attimo per abituarsi a sopportare il contrasto tra il rossore accecante dell’ultimo sole e il buio alle loro spalle. Stagliandosi sul valico, i due uomini a cavallo contemplavano il congedo del giorno. Nel caldo torrido, il vapore dalle narici e il movimento pigro delle code degli animali erano l’unica animazione di quel palco sospeso nel cielo. Tutto era fermo. Le mani impugnavano giunte l’elsa delle spade mentre respiravano l’odore di sottobosco. La croce rossa sulla veste bianca copriva le loro cotte in maglia di ferro accomunandone i destini. Il profumo di cucina nelle vicinanze anticipava che dopo una giornata intera di cavalcata avrebbero trovato un rifugio coperto.
La via per Calenum era stata lunga. Non avevano mai abbassato la guardia. Fino a quel punto non avevano fatto soste se non per i brevi riposi notturni. Era la domenica della grande investitura. Anticiparono tutti e si portarono a Ventaroli all’episcopio. C’erano tutti. Il grande re della Campania, Calle d’oro, ed il sommo sacerdote S.S. Pepe. Loro in grande uniforme in prima fila per il saluto al Conte de Grimaldellis che di li a poco avrebbe loro offerto la chances di governare un esercito non piu saldo, ma che con loro avrebbe trovato stabilità e si sarebbe sbarazzato dal Tribuno dei Tributi pagani.
Eran anni che i due cavalieri crociati, preparavano tranelli. Tra i due il più silenzioso, detto Mutus, perché di poche parole e molti fatti, si dice che abbia sempre preso parte attiva a tutte le giunte della storia di Calenum, con perfetti cambi di armature e divise. Era un affronto troppo grande essere messi fuori gioco per lo sfizio di potere di qualcuno che furbo quanto loro non era mai stato. Allora i due architettarono tutto alla perfezione. Serviva qualcuno che li mettesse in gioco. Dove potevano trovare appiglio se non nei condottieri che loro stessi avevano combattuto? Partirono con il petto in fuori, adunarono i loro vecchi avversari e pronunciarono queste parole: Nemici…un giorno ci vide contrapposti per la conquista di Calenum: oggi ci pentiamo, e ci doniamo alla vostra compagnia. Come segno di pace, portarono loro un Bel giglio. Tutti erano in attesa di questo momento. Gradirono l’omaggio floreale, accettarono l’amicizia e tutti insieme si avviarono per architettare il piano di sconfitta di Don Luis da Santa Cruz. Disquisirono per ore intere ed alla fine coinvolsero tutti nel loro ambizioso progetto. Arrivarono le ore del gran consiglio del senato di Calenum, e quando si presentò loro la scheda del voto, cacciarono il Bel giglio che avevano anzitempo regalato ai nuovo compagni, e questo emanò un odore così forte e cosi aromatico che fece cadere Don Luis in stato di semicoscienza.
Lo portarono nelle segrete del palazzo e tentarono di rianimarlo in tutti i modi. Ma le uniche parole che diceva erano: "datemi la fascia e la bandiera!! Voglio la fascia e la bandieraaaaaaaaaaaaa!!!". Poi chiamo i suoi soldati tutti ed esclamò: cacciate fuori il Tribuno dei tributi, il Passero solitario, ed il sommo Giorgius, insieme al suo vice don Luis II. Così fu fatto.
I giorni che si susseguirono furono duri e contorti. La pozione magica per la stregoneria del Bel giglio era tutta nelle mani dei due. Nel penetrante silenzio Mutus entrò nella stanza e gli fece annusare un antidoto. Per qualche minuto Don Luis torno ad essere quello di prima e disse: "Mutus mi stai salvando dalla fine, e per questo ti nomino mio braccio destro. Porta un tuo amico e partecipiamo insieme al banchetto della pace". Mutus non aspettava altro. Salì sul cavallo da corsa dal Rosso e gli disse: finalmente c’è gloria per gli audaci. Dall’alto della finestra del grande palazzo si affaccio Don Luis e disse: "il mio esercito da oggi ha nuovi capi: Antimus Mutus, Antonio il Rosso , Lo Spirito (leggenda narra che fosse solo un ombra) e con Il Bel giglio fecero una composizione con una rosa.
Antonius non credeva ai propri occhi, Salì sul cavallo e fuggi. Nella prossima puntata racconteremo il viaggio solitario di Antonius.
Amanuense Anonimo