Originariamente il termine ‘cortigiano’ indicava semplicemente un gentiluomo di corte. Idem per il suo femminile, che indicava una dama di corte. Man mano, attraverso i secoli, il termine è diventato sinonimo di ‘adulatore’ per l’uomo e di ‘prostituta’ per le donne. Lo slittamento di un comune termine d’uso quotidiano verso un significato così negativo è facilmente comprensibile.
Chi viveva alla corte di un re o signore godeva di vantaggi e privilegi di cui non godeva la gente comune e quindi il minimo che potesse fare era ossequiare la causa del suo benessere. Per la donna il discorso cambiava leggermente. I privilegi e i favori che riceveva dal signorotto di turno avevano un prezzo che era quasi sempre un letto. Sia gli uomini che le donne sceglievano consapevolmente la condizione cortigiana, sapendo che in cambio ottenevano uno status sociale e un utile economico di non poco conto. “Parigi val bene una messa” diceva Enrico IV di Borbone il quale, per ottenere il trono di Francia, si convertì al cattolicesimo, lui che era un convinto ugonotto e un gran puttaniere.
Cos’è cambiato dal Rinascimento ad oggi? Niente. Semplicemente il sostantivo. Oggi per gli uomini usiamo il termine “leccaculo” mentre per le donne usiamo il più chic “escort”. Le motivazioni sono le stesse, le conseguenze anche. Sia in termini di utili personali, sia in termini di ricaduta sui comuni mortali. Questi ultimi niente contavano allora, niente contano ora. Oggi però c’è qualcosa che fa una differenza molto grande: il voto. Qualche secolo fa, i comuni mortali non votavano e quindi venivano semplicemente ignorati, oggi votano e perciò vengono usati e manipolati in maniera subdola ed ambigua per permettere ai padroni di soddisfare le loro ambizioni, padroni che possono collocarsi sia a destra che a sinistra, non c’è differenza.
E’ qui che entrano in gioco i più potenti cortigiani di oggi, ossia coloro che riescono a influenzare masse, a spostare migliaia di voti da destra a sinistra, da sinistra a destra. Chiamiamoli giornalisti, chiamiamoli reporter, cronisti, redattori, articolisti o che altro, sono loro che possono mettere in moto i fulcri dell’informazione e sbilanciare il voto popolare ora da una parte ora dall’altra.
Consapevoli di questa loro forza, i cortigiani di oggi offrono a caro prezzo i loro servizi al padrone di turno nella più meschina ottica del tu dai una cosa a me io do una cosa a te che penalizza il servizio informativo pubblico, che manipola la verità ad uso e consumo di pochi.
Chiamiamoli utilizzatori finali.
Ma non esistono solo cortigiani d’alto bordo che possono influenzare il voto di un’intera nazione, esistono anche quelli di piccolo calibro, le mezze tacche, che possono muovere qualche voto comunale e pretendere un piatto prelibato in cambio. Carinola è pieno di queste mezze tacche che vogliono, pretendono, aspettano e come sanguisughe si attaccano agli eletti per ottenere il loro pasto. Tutto fa brodo, il costo di una gita o due o trecento euro al mese, purché venga loro dato qualcosa. Per riconoscenza. Ed ecco che nascono i segretari particolari, i sottosegretari, i segretari dei segretari, i capi, i sottocapi, i consulenti tecnici, i sottoconsulenti, gli ultra consulenti che per il loro slinguazzare devono essere ricompensati. Chi sta al potere sa bene che per restarci deve essere riconoscente con i propri cortigiani, fa parte del gioco. In fondo siamo tutti un po’ cortigiani, chi più e chi meno. Ma gli altri, quelli che non sanno leccare sfacciatamente, che considerazione trovano da parte dei poteri in carica? Gli altri o imparano l’arte della cortigianeria o possono aspettare. Magari a tempo indeterminato.
Anche certe slinguazzate giornalistiche locali fanno parte del gioco.... ma, su quelle stendiamo un velo pietoso.
Selfish buddy