Ho passato 3 giorni a zonzo per Napoli alloggiato in un hotel nei pressi della stazione. Ho allungato la permanenza in città mio malgrado, perché nonostante a Napoli ci sia andato decine di volte per seguire i processi in tribunale, non ho mai avuto il tempo di assorbirne a pieno i ritmi.
In questi giorni Napoli brulica di turisti francesi inglesi e cinesi, ma la città è in ferie. Si fatica a trovare una lavanderia, un parrucchiere e persino un negozio di alimentari aperto. Tanto poi arriva la regione Campania a dar retta ai sindacati del turismo che piangono crisi e battono cassa.
Per ora a Napoli hanno chiuso i battenti pure i disoccupati e i mendicanti di strada. Niente proteste, niente tamburi e niente elemosine lungo i marciapiedi. Dagli incroci sono scomparsi anche i lavavetri, assieme ai carrettini dove acquistare le granite al limone.
Nella Napoli ferragostana i napoletani sono una minoranza. Quei pochi rimasti alzano il volume della radio e della voce. Rivendicano il loro potere sul territorio ma gli africani col loro silenzio li battono. La città è un bazar di cianfrusaglie: borse pellami bigiotteria vestiti kebab e tanta sporcizia mescolata a qualche napoletano, che se ti vede passeggiare 2 volte lungo lo stesso tratto ti ferma per offritri l’Iphone che nasconde sotto l’ascella. Se rispondi che già ce l’hai opta per droga, donne o pistole. Un tale dall’aspetto insospettabile sulla cinquantina davanti a un Mc Donald mi ha offerto P38 e revolver a buon prezzo. Bastava che pagassi.
Napoli è cara anche per questo. Perché lungo le sue strade non sei padrone di osservarla nella tua beata solitudine. Il napoletano è una sorta di giornalista inconsapevole: ti cerca, vuole sapere di te per renderti cliente se sei uomo e merce se sei donna. E’ stupefacente come una gonna appena sopra il ginocchio o un decolleté abbronzato suscitino gli sfottò accompagnati pure da qualche pacca sinistra. Per carità, a Napoli sarà pure un lusinghiero segno di apprezzamento nei confronti delle donne, ma in più di un’occasione ho sentito urla di spavento con codazzo di risate del napoletano di turno virilmente divertito. Fiero di vivere dove la deregulation è regola.
Il centro di Napoli, assieme alla provincia, brulicano pure di prostitute. Agli angoli dei marciapiedi sostano matrone russofone ma anche napoletane prosperose e assai stagionate. Le più giovani avranno 50 anni. Costa poco servirsene: 20 euro il coito e altri 10 per la camera in cui ti conducono nel volgere di pochi passi. Topaie senza finestre di 15 metri quadrati al lume fioco di candela, che lascia intravedere un letto a piazza e mezza rivestito di lenzuolo rosso cosparso di chiazze e sul pavimento pezzi di carta igienica usata. La location di questi nidi di sesso è il classico vicolo cieco lungo il quale va e viene l’albergatore, solitamente un vecchio che ingoiati nella tasca i 10 euro ti indica quale porta varcare fra le tante. Niente ricevuta fiscale e niente chiasso. Qui la legalità è utopia nonostante si stia a un chilometro in linea d’aria dai palazzi del potere e pure dal tribunale del capoluogo campano.
Napoli è la città del sole. Quando non tira vento il suo calore trasforma l’aria in afa appicicaticcia come quella di Milano. L’asfalto rovente lascia poco spazio alla fantasia. Urge trovarsi l’ombra e spesso per starci devi camminare raso muro oppure infilarti in qualche stradina laterale, dove quasi sempre ti imbatti in banchetti abusivi che emanano profumi invitanti. Non solo di pizza e zagara ma anche di piscio e vomito che rilasciano gli angoli dei marciapiedi, talmente fetido da non riuscirci a stare.
Insomma, quando anche i napoletani bene vanno in ferie città e provincia trasudano tutto il loro desolante stato di abbandono. Con le discariche disseminate dappertutto sembra di stare in un campo rom senza soluzione di continuità. Peccato perché di fronte a cotanta grazia l’impressione che il turista si fa di una città non è proprio ottimale. Qualcuno obietterà: “Be’ ma che cosa pretendi da una zona malfamata come la stazione?” Rispondo che la stazione è la porta sul mondo che circonda la città, ed è anche il suo biglietto da visita.
Infatti, per farmene un’idea, ho girato l’entroterra fino a Caserta evitando di andare sul solito lungomare partenopeo. Troppo semplice e riduttivo renderlo simbolo di benessere di una vasta area metropolitana che oltrepassa il milione di abitanti.
Io a Napoli ci sono passato in macchina. L’ho parcheggiata fra le striscie blu e sono stato l’unico ad aver pagato la sosta perché gli altri automobilisti dicevano che in questi giorni di ferie nessun vigile sarebbe passato ad appioppare le multe. Avevano ragione.
Prima di salirci, il mattino successivo, l’auto l’ho trovata ricoperta di lampadari con l’invito del negoziante a spostarla “dal posto del suo furgone“. Ho preferito evitare discussioni perché ho capito che certi approcci, a Napoli, sono frutto di una prepotenza che è sistema.
Ci sono un milione di motivi per rendere Napoli notizia. In ogni suo scorcio. Un labirinto di illegalità consolidata e accettata che coesiste con carabinieri e Polizia, succubi per la banale legge dei numeri che vanifica regole e normative, svuotate di sacralità istituzionale visto che qui, a differenza di altre aree d’Italia, nessuno le fa rispettare.
La stampa potrebbe andare a tambur battente su questi temi. Giornali e televisioni anziché sbatterci in primo piano il facciotto insopportabile di Gigi D’Alessio e imbottirci di balle su Kabul e Bagdad potrebbero dare visibilità ad una realtà così unica e federata. Il quotidiano “Il Mattino“ ha di recente pubblicato la foto di un tale che getta in una discarica abusiva uno pneumatico, che è stato arrestato. Si trattava di un serbo, non di un napoletano.
Sia chiaro! Il mio breve soggiorno partenopeo è servito per arricchirmi di dettagli che sapevo solo per sentito dire. Non mi si dica che ho disprezzo per i napoletani e la Campania. Anzi, Napoli italiana la osservo da italiano per amor di patria e per amor dei figli di quella terra, oltre che per la stima di quei pochi napoletani che finora ho conosciuto tramite la rete. Pochi, appunto.
Domani pubblicherò un video su ciò che ho documentato girando Napoli e provincia tranne le topaie, intraviste solo dopo essermi rivolto a un albergatore di strada simulando finto interesse per una prostituta. Le immagini che proporrò serviranno tanto per non dimenticare il corruttore che annovera: “Ciò che ho fatto è ripulire Napoli”. Ripulita da che cosa?
A te! Brava redazione!
RispondiEliminamolti politici dovrebbero andare in giro quando hanno tempo (!)... le cose le vedono troppo dai loro punti di vista.
RispondiEliminaNon essere ingenuo S. I politici vanno in giro abbastanza e le cose le conoscono, solo che a loro conviene far credere che non ne sono a conoscenza e quindi non intervengono.Hai mai sentito parlare di connivenza? Ecco, la Campania si appoggia sulla connivenza, con la camorra e non solo. E' il popolo campano che deve smettere di fare la vittima o di aver paura e cominciare a pretendere le cose. Ma cominciarle a pretendere sul serio. Se un popolo intero vuole, può. Basta con questo atteggiamento di accetazione passiva di ogni cosa che ci viene dalla politica e pretendiamo. Ne va della nostra dignità.
RispondiEliminaPer avere una idea del degrado in cui vive Napoli invece di andare alla stazione consiglio di recarsi nei quartieri cosiddetti bene di Napoli. Via dei Mille, via Chiaia o il Vomero sono lo specchio dela arretratezza in cui vive quella città. Il culto della monnezza che viene esportato in ogni luogo dove mettono piede. Quello che manca ai napoletani e simili è il senso della vergogna ed un minimo di orgoglio, non per niente i loro idoli sono Totò, Edoardo Defilippo e Maradona. Questi tre incarnano i loro ideali più alti,la furbizia per fregare il prossimo e il vizio. Ma guai a dire queste cose ad un napoletano subito incominciano con la solita solfa, che la papera che fa finta di fare il sindaco recita benissimo. A Napoli è nata la cultura è stata capitale di un regno e puttanate simili. Nella loro somma ignoranza non sanno che cultura vuol dire anche senso della pulizia e dell'educazione, vocaboli sconosciuti ai napoletani. Ogni volta che qualcuno del nord li critica per qualche schifezza che oltrepassa il limite, tipo la monnezza nella grotta azzurra, rispondono indignati con questa litania. Come se uno dice zoccola ad una prostituata e quella risponde, " zoccola a me, sciaquati la bocca prima di parlare di me e della mia famiglia". Alla papera che gode a far finta di fare il sindaco seguono gli anatroccoli. Questi sono pseudo giornali, tipo Il Mattino, che in coro ripetono il ritornello della cultura ecc. ecc. e che al nord sono ignoranti. Quelli stanno zitti perchè, essendo furbi veri, comprendono che a loro fa comodo questa situazione. Se a Napoli e dintorni c'è la merda per loro è una fortuna i turisti non ci vengono e vanno da loro. Basti guardare le spiagge vuote di questi giorni per capire come al nord possa dispiacere che questi sono così orgogliosi nel difendere la loro merda. Di chi è la colpa di questo merdaio? Di Bassolino? Di Iervolino? Della procura di Napoli con tutto lo sterminato esercito di poliziotti e carabinieri ai suoi ordini? La risposta è no. Non sono questi i colpevoli per il comunistello che ha scritto l'articolo ma Berlusconi. Questi ha tolto le montagne di monnezza che ricoprivano la Campania ma c'è n'è ancora in molti posti come si vede dal video. Secondo questo sinistro Berlusconi è una carogna perchè dovrebbe prendere gli spazzini di Milano e mandarli a pulire Napoli. Nel frattempo i netturbini di Napoli, tutti amici di Bassolino, se ne stanno a mare, lui gli ha dato il posto mica ha detto loro di lavorare. Giornalismo da comunisti,sparlare di chi fa per coprire i disonesti di partito, quello che mi avvilisce che c'è pure chi li crede. Finchè si continuerà a cercare falsi colpevoli noi continueremo a nuotare nella melma e Bassolino giudici e camorristi alle Maldive.
RispondiEliminae ti pareva che uscivano i comunisti pure qua ....
RispondiEliminahai rovinato un altrimenti ottimo commento con la solita storia dei comunisti... che ormai sono rimasti solo nella tua testa, un pò retrograda
X 10,26
RispondiEliminaHo letto con piacere il tuo commento fino a un certo punto. Fino a quando non hai cominciato la solita solfa dei comunistelli e ti sei rivelato una persona piena di luoghi comuni e di pregiudizi. Per gente come te, tutti quelli che non osannano Berlusconi e il sistema che ruota intorno a lui sono comunisti. Mah! Non meriteresti una risposta, ma te la do semplicemente per farti sapere che Daniele Martinelli è un giornalista obiettivo e serio che non conosce alcun tipo di piaggeria, non a destra e non a sinistra. Si occupa semplicemente di INFORMAZIONE, quella vera, quella che piace a quei pochi che non hanno interessi personali da proteggere se non l'obiettività di conoscere la realtà delle cose per la VERA difesa dei cittadini e del popolo italiano. Ma tu queste cose non sai neanche dove stanno di casa. Continua a chiamare comunisti tutti quelli che sanno usare la testa, tanto non gliene può fregare di meno. Anche quelli come te hanno un nome: capponi, che fa rima con .....
Sarò anche retrogrado ma quello che scrivo è verità. Uno che scrive un articolo sulle schifezze di Napoli e conclude incolpando Berlusconi è per forza un comunista, altri non avrebbero la stessa faccia tosta. Sono pseudo giornalisti pagati per questo, per far credere che i disonesti stanno tutti da una parte e così si rivelano loro dei grandi disonesti almeno per me che lo capisco.
RispondiEliminaper 14:27 confermi ancora di più di non avere più la bussola della realtà. Per me puoi smettere di replicare è ovvio che non ti si farà ragionare... solo per tua informazione, Martinelli non è al servizio di alcun giornale ed è un giornalista indipendente. Il suo unico mezzo di informazione è il suo blog.
RispondiEliminaPreferisco Feltri a te, lui almeno viene pagato per chiamare la gente comunista ecc... tu ci credi davvero....
Per 14,27
RispondiEliminaSei solo una persona piena di pregiudizi che oltre tutto non capisce neanche quello che legge perchè l'unico suo scopo è quello di incolpare gli altri di essere comunisti e legittimare quello che fa Berlusconi. Nell'articolo, Martinelli non da la colpa a Berlusconi delle schifezze di Napoli, sottolinea solo le BUGIE che dice. Se ben ricordi, il premier dall'alto delle sue televisioni si è sempre vantato di aver liberato Napoli e la Campania dalla monnezza: ebbene Martinelli ti sta dimostrando che non è vero. La Campania è ancora adesso piena di monnezza, così come lo era due anni fa, quindi Berlusconi è un BUGIARDO che racconta frottole agli italiani. E quest'è.
Cari amici del blog, purtroppo la fisica ha le sue leggi.
RispondiEliminaLa fisica? E che c’azzecca, direte voi.
Aspettate un momento, e cazzo come siete impazienti.
Allora, procediamo con ordine, e partiamo dal primo principio della dinamica, il principio di inerzia.
Lasciando perdere i riferimenti inerziali e i cacchi vari lo possiamo enunciare dicendo che un corpo non soggetto a forze si muove di moto rettilineo uniforme: cioe’, se si muove con una certa velocita’ in una certa direzione continua a muoversi con la stessa velocita’ nella stessa direzione, in particolare se e’ fermo rimane fermo.
C’e’ poi il secondo principio, che dice che per accelerare un corpo in una direzione gli devi applicare una forza (precisini, non arrivate con la variazione della quantita’ di moto e quant’altro, e’ una esposizione divulgativa, state fermi e zitti).
Premesso questo arriviamo subito a Napule: senza voler qui analizzarne le cause Napule da secoli e’ nello schifo totale, e quindi per inerzia ivi si mantiene (primo principio) nonostante sia una citta’ con un alto tasso di persone di grande valore, umano e culturale, che non riescono pero’ a fare massa critica.
Ci vorrebbe, per il secondo principio, una forza che le imprimesse (a Napule) un’accelerazione nella direzione del civismo e della legalita’: dovrebbe necessariamente essere un’occupazione manu militari del territorio, che sola potrebbe stroncare la delinquenza camorristica armata, e, a seguire, un commissariamento politico che eliminasse tutto il fecciume clientelare che infetta Bassuline e co. ma che vede una faccia ancora peggiore nella marmaglia della casa del letame.
Questa forza, per la potenza richiesta, dovrebbe e potrebbe soltanto essere esterna, provenire per esempio da un governo nazionale onesto e capace.
Senonche’, per limitarci all’oggi, ci ritroviamo con lo sgoverno Berluscone, e con ceffi come Bossi, Maroni, e compagnia brutta, anzi orrenda.
E qua cade ‘o ciuccio.
Che delusione. Leggere in continuazione che Napoli, la Campania e il Sud Italia si trovano in questo stato di abbandono civico, morale, politico e istituzionale sempre per colpa degli altri. Oggi la colpa è di Berlusconi e del suo Governo... e ieri...? e ieri l'altro...? Nessuno che dice a gran voce che la colpa è del popolo meridionale. Il comune denominatore al Sud è il sopravvivere, il fregare il prossimo, il vivere senza regole, senza moralità e senza dignità.Il posto di lavoro fisso o in alternativa impegnarsi in politica o per qualche politico...oppure in alternativa fare il delinquente...o tirare a campare. Per fortuna ci sono tante intelligenze del Sud che per emergere... emigrano al Nord.
RispondiEliminaADD
bigotti, leccaculo, sodomiti, politicanti, sgualdrine, comunisti, tricchebballacche.... solo definizione per il nulla assoluto.
RispondiEliminaNon avete capito nulla.
Leggetevi Platone. E' di facile comprensione e vi dà molte più informazioni della merda che leggete ogni giorno per "informarvi", Feltri, Travaglio, Martinelli e compagnia bella compresi
Caro Martinelli,
RispondiEliminalei ha centrato il problema di Napoli che è proprio in quella legge dei numeri che lei usa a giustificazione delle forze dell'ordine. Attenzione non voglio dire che è giusta questa sua ultima deduzione. La legge dei numeri per me non giustifica le forze dell'ordine ma giustifica "l'andazzo" generale e quindi alla fine anche loro. Invero il rapporto tra la popolazione e i poliziotti fotografa una regione militarizzata oltre il lecito senza che ciò comporti alcun beneficio alla legalità. La lontananza dello stato è in ogni angolo e la credibilità e la forza dello stato viene fuori solo in momenti di repressione di fenomeni che hanno oltrepassato la soglia. La soglia non è mai quella dettata dalle leggi ma quella definita nella prassi ordinaria da anni di abbandono. Per carità, i tutori dell'ordine fanno quello che riescono con i pochi mezzi a loro disposizione in un territorio ostile con problematiche storicizzate e nuove frontiere. Quello che andrebbe cambiato è la gestione delle risorse disponibili. Le parate non servono. Serve attivare un processo culturale di "convenienza della legalità" che, mi consenta, non è mai stato messo in luce da nessuno perchè obiettivamente non c'è. Chi fa la scelta della legalità è vittima dello svantaggio di rispettare le leggi e di subire il contesto illegale. E'doppiamente vittima alla fine. Ci sono troppe persone sulla fascia costiera ed è impossibile pensare di organizzare un minimo di rispetto della legge. Le carceri scoppiano e l'emergenza è "costruirne di nuove". Sempre la legge dei numeri dice che non servirà a nulla. La repressione arriva sempre tardiva (vedi l'arresto di Setola ecc.) e arriva dopo che ci sono stati danni incalcolabili e dopo che la situazione si è incancrenita. La legge dei numeri condanna sempre. Non si può eliminare economie , anche illegali senza farsi carico delle persone che vivono di quella economia.
Sempre la legge dei numeri ci porterà un nuovo governatore ma dire oggi che sarà migliore di quello che oggi abbiamo è mera utopia. Lo ha capito anche Berlusconi tanto che ha frenato il ricambio.