Sarebbe semplicemente assurdo pensare di trattare qui la crisi del mondo carnevalesco dei nostri miseri anni, i cui sintomi decadenti forse si possono già rintracciare subito dopo le visioni ribelli e meta-culturali degli anni settanta. Ma forse possiamo capire quei rapporti rovesciati e rovesciabili.
Pensiamo ora per un momento solo a quei rapporti grotteschi che il popolo del medioevo mistificava continuazione, re-inventava nei riti civili, le beffe alle istituzioni, ai re, ai conti e poi ai vari podestà. Certo, appartengono a qualcosa di così lontano e che ora noi potremo forse solo immaginare sfogliando storie letterarie, nelle leggende della civiltà occidentale, trovare i segni di questo tempo mitico.
E pensare che le azioni carnevalesche e i relativi riti avevano un ruolo così fondamentale per l’uomo del medioevo. Il riso e la beffa dominava riti civili e religiosi. Un profondo ed assurdo cerimoniale di motivi con impulsi primitivi, finiva per travolgere il popolo in festa, a cui nessuno poteva pensare di sfuggire. Al carnevale non si assiste, si vive, scrive Bachtin. Una tempesta onirica, in cui il mito viveva, in cui i folli erano tutti. Noi viviamo ora , ma di Tv e di notizie, di soap e talk. Lavoro-preparare la cena-lavarsi denti. Fare il letto.Scopare. Morire. Tutto qui?Dov’è il riso?Dov’è finita l’utopia, la libertà, l’eguaglianza di tutti?
Insomma dov’è il mondo alla rovescia? Veniamo brevemente al riso. Abbiamo smesso di ridere per svariate ragioni, ma la conseguenza peggiore è che il riso, frutto di una sottile espressività lucida e burlesca, ha una funzione molto importante nella vita sociale che noi abbiamo sottovalutato. Forse dimenticato. Facciamo un esempio. All’epoca alcuni pezzi firmati pseudonimi riconoscibili di questo Blog, facevano ridere, erano, diciamo satirici, ma sottendevano una verità lucida, smascheravano semplicemente comportamenti falsi e ipocriti della classe politica.Ora sono diventati rarissimi. Era semplicemente una visione critica.
Ebbene non vi è dubbio che la crisi del riso ha finito per contaminare anche il quiquiri. Fra tutti quelli che ne trovano maggiore giovamento è l’attuale maggioranza. Mannillo è più vispo che mai. Mattia è un grande appaltatore di feste e festarelle. De Risi c’è e non c’è, e Massimo s’incazza con questi. Bene nulla di nuovo, solita routine. Lo sapevamo dall’inizio e il bello forse deve ancora venire.Un tempo nel giorno di carnevale il popolo eleggeva re e regine per burle. Ebbene, sembra proprio che questi qui l’abbiamo eletti sul serio, ma provano gusto a farsi burle tra loro e quindi anche a noi. Nessuno osa nemmeno più ridere? Il mondo si è rovesciato di nuovo.
Lo sceicco Bianco.
Pensiamo ora per un momento solo a quei rapporti grotteschi che il popolo del medioevo mistificava continuazione, re-inventava nei riti civili, le beffe alle istituzioni, ai re, ai conti e poi ai vari podestà. Certo, appartengono a qualcosa di così lontano e che ora noi potremo forse solo immaginare sfogliando storie letterarie, nelle leggende della civiltà occidentale, trovare i segni di questo tempo mitico.
E pensare che le azioni carnevalesche e i relativi riti avevano un ruolo così fondamentale per l’uomo del medioevo. Il riso e la beffa dominava riti civili e religiosi. Un profondo ed assurdo cerimoniale di motivi con impulsi primitivi, finiva per travolgere il popolo in festa, a cui nessuno poteva pensare di sfuggire. Al carnevale non si assiste, si vive, scrive Bachtin. Una tempesta onirica, in cui il mito viveva, in cui i folli erano tutti. Noi viviamo ora , ma di Tv e di notizie, di soap e talk. Lavoro-preparare la cena-lavarsi denti. Fare il letto.Scopare. Morire. Tutto qui?Dov’è il riso?Dov’è finita l’utopia, la libertà, l’eguaglianza di tutti?
Insomma dov’è il mondo alla rovescia? Veniamo brevemente al riso. Abbiamo smesso di ridere per svariate ragioni, ma la conseguenza peggiore è che il riso, frutto di una sottile espressività lucida e burlesca, ha una funzione molto importante nella vita sociale che noi abbiamo sottovalutato. Forse dimenticato. Facciamo un esempio. All’epoca alcuni pezzi firmati pseudonimi riconoscibili di questo Blog, facevano ridere, erano, diciamo satirici, ma sottendevano una verità lucida, smascheravano semplicemente comportamenti falsi e ipocriti della classe politica.Ora sono diventati rarissimi. Era semplicemente una visione critica.
Ebbene non vi è dubbio che la crisi del riso ha finito per contaminare anche il quiquiri. Fra tutti quelli che ne trovano maggiore giovamento è l’attuale maggioranza. Mannillo è più vispo che mai. Mattia è un grande appaltatore di feste e festarelle. De Risi c’è e non c’è, e Massimo s’incazza con questi. Bene nulla di nuovo, solita routine. Lo sapevamo dall’inizio e il bello forse deve ancora venire.Un tempo nel giorno di carnevale il popolo eleggeva re e regine per burle. Ebbene, sembra proprio che questi qui l’abbiamo eletti sul serio, ma provano gusto a farsi burle tra loro e quindi anche a noi. Nessuno osa nemmeno più ridere? Il mondo si è rovesciato di nuovo.
Lo sceicco Bianco.
E' tutto vero
RispondiEliminaSemplicemente ridicolo!
RispondiEliminaLa pratica di bonifica del sito seleccola risale ad un anno fa, con di biasio sindaco, ed assessore all'ecologia mannillo, inoltrata subito dopo il dissequestro del sito, l'attuale amministrazione ha avuto il merito di portarla a termine, ma l'iniziativa è precedente.
n.b. mentre ti trovi inginocchiato avanti a lui, alza la testa e chiedi conferma!
Senti sceicco bianco, i tuoi contorcimenti mentali sono assolutamente illeggibili: non si capisce un c....!
RispondiEliminaDici una cosa e poi il suo contrario.
Sei seguace dell'ermetismo? O sei un politico? Ricorda che quello che arriva alla mente e la cuore dei lettori è la chiarezza.
Come vuoi che si abbia voglia di ridere con una crisi che tocca le tasche e la vita di tutti?
E se neanche sul quiquirì si ride più, è perchè molti....giullari sono latitanti ultimamente.
Forse la crisi ha travolto anche loro....O il menefreghismo?