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martedì 24 gennaio 2012

Volere, fortemente volere


Un occhio all’Europa e una mano al nostro territorio: l’essenziale è darci da fare. Molto in alto si preannunciano una serie di misure dettate dalla presidenza danese, che ha fissato il calendario per una crescita verde, attraverso una riforma fiscale ambientale che proverà ad approvare durante i sei mesi che gli spettano. E questi i dieci punti programmatici che Ida Auken, Ministro dell’Ambiente danese cercherà di sviluppare entro il 30 giugno prossimo. Vediamo. “Uscita sostenibile dalla crisi, prospettive finanziarie, clima, energie, salute e inquinamento, prodotti chimici, agricoltura e pesca sostenibile, risorse, spreco e tutela dell’ambiente”.

Insomma, sei mesi di politiche verdi come non si sono mai viste prima? Vedremo. Intanto aspettando Godot, bisogna comunque rimboccarci le maniche e fare ognuno la propria parte. Per primi a dare un esempio dovrebbero essere coloro che amministrano, troppo impegnati forse con la formazione dello Staff, con la Esogest, con la scrittura di un Puc misterioso. Che dire di un’unione dei comuni per farsi trovare pronti alle misure della green-economy, o si preferisce quella grey? Ma anche la minoranza potrebbe fare tanto, produrre proposte, segnalare, mettere in campo iniziative simboliche. Macchè! Signore e signori il quadro è triste.

Se facessimo una fotografia dello stato di salute del territorio comunale, di certo non sarebbe per niente facile fare un bel sorriso, al contrario verrebbe da indignarci. Scarichi di eternit ( denunciati da cinque associazioni - Coraggio e Libertà, Circuito socio-Culturale Caleno, Nessun Dorma, Associazione La Grangelsa e Compagnia Teatrale 'A Scarpasciota - lunedì a Carabinieri, Sindaco, Vigili e Asl), sversamenti continui di sacchetti di rifiuti solidi urbani, materiale di risulta; scarichi bianchi senza depurazione. E ancora, salendo in collina e spingendoci fino in montagna, bossoli dappertutto lasciati dai cacciatori, per non parlare di quel che resta degli incendi estivi. Credere che questa sia la normalità è il più grande inganno in cui potessimo cadere. No, questa non è normalità, queste sono barbarie che dobbiamo assolutamente contrastare. Dov’è finita la Civiltà? Si è persa dentro le parole della politica, nell’indifferenza, nella fretta di consumare, buttare e di spendere ancora. Nel frazionismo esasperato, che invece di essere un valore, diventa ostacolo. Quali sono le soluzioni? Tantissime, basta solo volerle veramente.

Penny Vendolo


martedì 17 gennaio 2012

Concordia, disastro all'italiana



In questi giorni i media ci stanno bombardando con notizie e reportage sul naufragio della nave da crociera Concordia. Tutto il mondo è collegato con l'isola del Giglio dove è spiaggiata la più bella nave della marineria italiana e forse del mondo. Meglio sorvolare sui giudizi degli stranieri sul nostro paese che ricordano tanto i sorrisini della Merkel e Sarkozy. Tutti ridono dell'Italia e concordano con i giudizi delle agenzie di valutazione internazionali che giudicano inaffidabile il nostro paese. La Concordia è un esempio molto vistoso dell'anarchia in qui vive l'Italia senza regole e senza alcun senso dello stato.

Confusione, approssimazione, scarsa professionalità , arroganza e menefreghismo condite da tanta furbizia: queste sono le virtù che imperano in Italia. Tutto questo si è visto su quella nave, personale che non conosceva la lingua dei passeggeri, stranieri ingaggiati a prezzi minimi, scarsa professionalità, niente preparazione alle emergenze.

Senza dimenticare l'organizzazione amministrativa da barzelletta che dopo giorni dalla disgrazia non riesce a stabilire l numero preciso dei dispersi, perché forse non sapevano il numero preciso di passeggeri imbarcati. Si ha motivo di credere che il comandante della nave abbia avuto quell'incarico perché la madre era amica della proprietaria della società, nel più tradizionale stile italiano. Il merito e la capacità non contano, serve solo essere amico di o figlio di - il resto non conta.

E alla prima occasione ecco i risultati. I disastri che comporta questo sistema vigente in tutti gli ambiti, in particolare nella gestione dello stato sono incalcolabili. Ormai si diventa ministro o assessore perché amica/o del premier o del sindaco.

Adesso che abbiamo al governo tutto il reparto geriatrico del policlinico, nessuno si è preoccupato di controllare in che modo questi vecchi tromboni abbiano fatto carriera, sono bravi e basta. Se i politici se la cavano semplicemente mettendosi momentaneamente in disparte, nonostante i disastri fatti, non è lo stesso per questo comandante fasullo. Anche se fatiscente la giustizia non potrà esimersi dal comminargli il massimo della pena per le nefandezze commesse. Questi, forte del suo presunto potere assoluto, non solo ha fracassato tale bellezza ma si è disinteressato della salvezza dei passeggeri e delle vittime della sua incapacità. Le marinerie di tutto il mondo hanno sempre celebrato il comandante coraggioso che abbandona per ultimo la nave o addirittura è andato a fondo con essa.
Adesso assistiamo al comandante napoletano che ha pensato a filarsela
per primo e anche davanti ad un ordine perentorio di un bravo ufficiale di tornare sulla nave si è rifiutato. Sembra un oltraggio a tutti i buoni principi ma non è altro che il normale modo di agire in Italia.
Chiunque abbia una responsabilità in Italia, ha diritto ai privilegi del grado ma non agli obblighi se ce ne sono come in questo caso. Ormai anche il bidello della scuola è convinto di poter fare quello che vuole, tralasciamo il preside. Il reparto geriatrico che ci governa in questo momento riuscirà a invertire questo modo di vivere?
Chissà, difficilmente ci proveranno in quanto anche loro sono imbevuti di questa nuova dottrina imperante in Italia e cioè chi può, può e
basta.

Naufrago giapponese

giovedì 12 gennaio 2012

Di Lorenzo cercasi

Il coordinatore campano del PDL Cosentino dovrebbe andare in galera; dovrebbe, in quanto in Italia se sei un ladro di polli ti danno venti anni, se invece sei una persona con oggettivi interessi camorristici e sei parte della casta, il "dovrebbe" scatta automatico. Non voglio spendere parole sui chiari e provati legami di Cosentino con il clan di Setola e tutti i ladrocini fatti dal coordinatore campano, il quale, ad oggi, potrebbe (speriamo di no) scamparsela nuovamente in quanto l’amico Berlusconi, con i suoi soliti mezzi, magicamente, nell’arco di una giornata, ha convinto i leghisti pappisti di attuare “voto libero e di coscienza”. [Notare come le parole abbiano significati diversi per i nostri politici, dove libertà significa libertà di salvare un camorrista e coscienza significa comprensione per i camorristi].

Ad ogni modo, vorrei spostare l’attenzione sui mattoncini che reggono la posizione dominante di Cosentino in Campania, ovvero Landolfi e il suo fido (nostro concittadino) Di Lorenzo. Lungi da me di identificare Di Lorenzo come un Cosentino nostrano ( ci vuole decisamente più talento), ma piuttosto mi piacerebbe capire la posizione del nostro compaesano, pienamente integrato nei meccanismi gestionali del PDL, verso questa vicenda. Non vuole essere una provocazione la mia, ma visto che il nostro Di Lorenzo dai balconi si è sempre mostrato candido come un giglio, puro come un fanciullo che per il bene del nostro territorio avrebbe fatto di tutto, vorrei sapere cosa pensa dei chiari e oggettivi coinvolgimenti del suo capo con la melma camorrista della nostra regione.

Un giglio sicuramente si dissocerebbe da una persona che non va in galera, non perché sia estraneo ai fatti, ma perché la casta romana, alzando un muro di fango secco, gli evita le sbarre. Io mi auguro che Cosentino sia arrestato e mi auguro che Landolfi insieme al suo fido Di Lorenzo “scomunichino” il loro capo.
Chiaramente questo non succederà in quanto la colpa, come al solito, è dei giudici quindi della polizia che hanno attuato “forzature” e che Cosentino è l’ennesimo perseguitato di questi farabutti che non hanno nulla da fare e si accaniscono contro i nostri “onesti” politici. AAA Di Lorenzo cercasi.

odiolacamorra

mercoledì 11 gennaio 2012

Rubinetti a secco


Carissimi amici redattori e lettori del Quiquirì volevo semplicemente denunciare, attraverso qualche domanda, un fatto gravissimo che oramai dura da mesi. E' mai possibile che a Casanova di Carinola, da diversi mesi appunto, all'incirca dopo le ore 21,30, manca quasi del tutto l'acqua???

In pratica, scusatemi la volgarità, se si vuole andare a cagare dopo le 21,00 bisogna premunirsi di bacinelle o secchi d'acqua (precedentemente riempiti) perchè se no non si può nemmeno scaricare.

E il nostro "zelante" Sindaco De Risi che ci dice in merito? E il nostro Consigliere Regionale non si può scomodare a muovere i fili del burattino De Risi e cercare di risolvere questo disservizio?? Capisco che non si tratta di una cosa redditizia per loro come la Sacom-cimitero o l'affare dell'orto-frutta a Francolise.... ma almeno l'acqua per il cesso, a noi poveri cittadini di Casanova, ce la potrebbero dare! Grazie.

Cittadino Casanovese

martedì 10 gennaio 2012

Risorse in saldo

La nota scritta da Roberto sulla sua Tribuna politica riguardo alla “desertificazione” del territorio non è certamente una cosa nuova. E’ da tempo che da questo blog si sottolinea l’emigrazione dei giovani e delle menti migliori verso l’Italia settentrionale o verso altri paesi europei. La conseguenza di tutto questo la vediamo bene: paesi vuoti, economia ferma, vita sociale e culturale al minimo e grazie ai soliti noti che incontrano non poche difficoltà di attuazione dei loro progetti. Non è solo questione della crisi che ha investito l’Europa; non è solo il lavoro che non c’è; è la “desertificazione” della vita politica carinolese.

Qualcuno potrebbe darmi torto, e lo farà sicuramente, ma io credo che se avessimo avuto amministrazioni più dinamiche, più pronte, più lungimiranti qualcosa sarebbe cambiato. Forse non avremmo fermato il fenomeno dell’emigrazione, ma lo avremmo almeno contenuto e qualcuno sarebbe rimasto, cercando di tentare qua la sua avventura esistenziale.

Cosa da questo Comune ai giovani? Nulla. Cosa da ai bambini? La chiusura mentale. Cosa da ai vecchi? La pace eterna. In cimiteri umani prima e in quelli di mattoni poi.
Il dinamismo sociale, economico e culturale non è una prerogativa di questo Comune. Mancano le spinte, mancano le motivazioni e mancano anche le capacità laddove invece dovrebbero esserci. Le menti no, quelle non mancano, a dire il vero. Ma si chiudono in se stesse, nel loro mondo, perché non hanno voglia di scontrarsi contro i mulini a vento locali: assessori inetti e incompetenti; un sindaco che non c’è. Come l’isola di Peter Pan.

Ok, arriveranno i soliti commenti: ma perché non ti metti in gioco tu, se credi di capire e di poter fare più degli altri? A cui rispondo con una domanda
semilsimile: ma perchè vi mettete in gioco se non avete voglia di fare un cavolo, neanche di provarci?... Forse se i politici carinolesi andassero tutti a zappare le patate, sarebbero di maggior utilità alla comunità.

La realtà è una sola: che bisogna smetterla con la retorica e con i “te l’avevo detto” e cercare di recuperare in qualche modo questo territorio, prima che muoia definitivamente. O è già morto?... Aiuto!

Sisalvichipuò

sabato 31 dicembre 2011

Onore al merito



Con la giornata di oggi termina la collaborazione col comune di Carinola del comandante dei vigili urbani Mario Tuozzi. Andare in pensione non è una bella esperienza per molti, esservi costretto non lo è per nessuno. Questa seconda ipotesi sembrerebbe interessare il nostro comandante.  In questa circostanza è consuetudine augurare al pensionando di godersi lungamente la pensione. Parimenti si esprime il rammarico per non vederlo più al suo posto. Questi pronunciamenti molte volte sono di routine ma mai come in questo caso saranno sentiti anche da chi non lo vuole più al suo posto. il comandante Tuozzi è stato il cardine di tutte le amministrazioni che si sono susseguite sul comune di Carinola nella sua carriera. La sua capacità operativa basata sulla sua preparazione ed esperienza sul campo ne ha fatto il punto di riferimento anche per i comuni viciniori. 
A qualcuno non piaceva la sua aria di consapevolezza di capacità ma non era certo colpa sua se altri non erano all'altezza dei loro compiti. Mai nessuno in questo comune ha potuto dire di aver subito un torto da lui, anche chi ha avuto qualche sanzione. Chiunque abbia avuto una contravvenzione, anche se pesante, ha dovuto riconoscere che era stata fatta per esclusivo rispetto della legge non per altri fini, tantomeno politici. La sua serietà e serenità di valutazione ed il suo senso del dovere non gli è stato mai confutato da nessuno e per questo ha subito parecchi attacchi anche nella carne. Inutile dilungarsi sulle qualità della persona, anche se non ricordate restano tutte. Ormai il dado è tratto, compreso di non aver la fiducia dell'amministrazione in carica ha deciso di lasciare il suo posto. Ufficialmente dal suo pensionamento si vantano presunti risparmi per le casse comunali ma si comprende benissimo che è una pezza. Se si volesse risparmiare basterebbe ridurre le posizioni dirigenziali da sei a due massimo tre che per Carinola sarebbero anche troppe. Mai sentito che si spinge il personale al pensionamento per risparmiare specialmente col governo attuale che sta studiando un normativa che permette a chi vuole di restare fino a settant'anni. Se fossero tutti capaci come il comandante Tuozzi potrebbe anche andare bene ma.... ....questo sarà un 'altro articolo. Se lui, come ormai sembra certo, è stato costretto e quindi falso che sia per risparmiare, la spiegazione più ovvia è una sola, non era allineato ala maggioranza. Lui non si è allineato e loro non hanno agevolato il suo cambio di marcia, il risultato è l'addio apparentemente consensuale. Così sembra perchè mancano grida o pugni sul tavolo, un addio da ottimi amici all'apparenza. Tutti sanno che le grandi persone non fanno trapelare i loro veri sentimenti nè li esternano solo per fare confusione. Prossimamente sapremo se questo combattente veterano si ritirerà a coltivare qualche orticello o lo ritrotroveremo nei panni di un attore della politica. Per lui che di politici ne ha conosciuti tanti e che conosce bene anche quelli attuali, debolezze comprese , sarà difficile tirarsi indietro dall'agone politico. Se succedesse per i cittadini carinolesi sarebbe positivo avere una voce in più che li aiuterebbe a conoscere tutti i volti nascosti dell'ammiinistrazione. Queste considerazioni lasciamole per il domani, oggi auguriamo al nosto comandante una  lunga e felice vita da pensionato insieme a tutta la sua famiglia.
Cittadino carinolese 

Bbuche bbuche - le foto















BUON ANNO


giovedì 29 dicembre 2011

La Cantata di San Silvestro

Inizialmente ogni città, paese, contrada, aveva un testo ed una melodia più o meno propria, legata al proprio substrato culturale, e insieme aveva anche un nome preciso per definire la Cantata di San Silvestro: Buche-Buche per alcuni, per altri PutiPù, per altri ancora il Carro della ‘Nferta e così via. Ma alla fine queste “farse natalizie”, o “canti a suffragio”, dalla remotissima tradizione popolare del Meridione (ma che molti vogliono far provenire dal territorio santarpinese), sono semplicemente dei canti augurali, tramandati, con vari mutamenti linguistici e semantici, nel corso dei secoli. Così avviene che in questi giorni la Cantata di San Silvestro bussi ancora alle porte delle case e passi per le piazze, col suo seguito di musici, cantanti per risvegliare una cultura antica e una memoria che si rinnova anno dopo anno.
Come sia nato e quando soprattutto, sono domande di non facile soluzione. Tuttavia, appunto per le misteriose origini che si nascondono dietro di essa, è stata studiata da filosofi, musicologi e antropologi, da G.B. Basile ( che ne parlò per la prima volta nel 1600) a Pasolini, fino a Roberto de Simone che ne ha garantito certa divulgazione scritta.
Naturalmente datarla è quasi impossibile, a causa dei suoi riferimenti alle antiche farse avellane ( addirittura V secolo a.C.). Di sicuro sappiamo però che essa fu vietata varie volte nel corso dei secoli per le strade della Campania. Per ultimo, dal regime fascista, che impediva di andare cantando per le strade e forse pure per i suoi contenuti pagani.
Poi tutto rinasce nel dopoguerra, anche in quel di Casanova. La voglia di ricominciare, il benessere, spinsero Francesco Zuè (artigiano casanovese) a rimpiazzare in qualche modo la cantata locale, andata però perduta. Pensò, insieme ad alcuni, ad una rielaborazione del testo e della musica, integrando con quanto rimaneva delle strofe tramandate, con altre ascoltate nei comuni limitrofi ( Sessa, Casale, Lauro, Cascano, Corigliano, Piedimonte). Una sera di fine anno partì per i vicoli di Casanova, con il suo mandolino, qualche chitarra, alcuni cantanti, ed ovviamente con un suonatore di buche-buche, realizzato artigianalmente.
La tradizione ha resistito, si è rinnovata, con la partecipazione di nuovi componenti, che anche quest’anno porteranno in giro - per case, piazze, vicoli e cortili - la Cantata di San Silvestro, col suo seguito colorato, affascinato, carico di gioia e coperto da un mantello mitico.

micsorv

martedì 27 dicembre 2011

Lettera al direttore

Esimio Direttore,
Le sottopongo un quesito a cui nessun tecnico è riuscito a rispondere.
Oltre la Tarsu il cittadino paga l’ex ECA, l’ex MECA ed il tributo di igiene ambientale, l’arrotondamento (0,30) complessivamente nella misura del 15%.
Mi chiedo e vi chiedo un cittadino paga il 15% in più perché così prevede la Legge, ed è dovuto.
Il 15% in più riscosso coattivamente dall’Equitalia non va al comune, l’Ente non lo prevede in bilancio, non lo riscuote, Equitalia non lo trasferisce al comune.

Girerei il quesito ad una trasmissione satirica, mi troverei in difficoltà per il mio ruolo professionale e politico, Direttore Lei potrà aprire una discussione sul sito e dare una risposta ad una domanda a cui mai nessuno ha risposto.
Lei mi chiederà, perché non ha affrontato la questione a suo tempo debito?
Non so se mi crederà, non ho avuto il tempo, almeno quando ho ricoperto la massima carica.

Tex

lunedì 19 dicembre 2011

Cultura da bere e…… da mangiare


Quando si parla di cultura molti pensano a qualcosa di tedioso e di pesante. Se fossero intervenuti alla bellissima manifestazione organizzata dal Circuito socio-Culturale Caleno avrebbero avuto molti motivi per ricredersi. Questa associazione è nata da poco, senza aiuti pubblici, solo grazie all’entusiasmo di alcuni giovani che hanno concretizzato un loro progetto culturale. Questi hanno deciso di rendere fruibile la cultura nelle sue più alte e molteplici forme ad una platea di fruitori sempre più larga. Per fare ciò hanno ideato un modo innovativo di proporla, fatto di semplici iniziative di facile recepimento da parte di tutti. Innanzitutto hanno avuto la brillante idea di ubicare la sede dell’associazione in un palazzo antico che già di sé è un museo. Solo visitarlo compensa del piccolo sacrificio che si fa per recarvisi. Se poi si sceglie una occasione come quella di ieri sera, si raggiunge il massimo del piacere. Ho avuto la fortuna di essere ospitato per la serata dedicata al vino e sono tornato a casa veramente strabiliato da quello che ho avuto. Una meravigliosa serata possibile anche a Casanova quando si mette in moto la fantasia e la creatività dei giovani specialmente se capaci come Mario, Michele, Pasquale, Salvatore, Angelo, Giorgio, e l’Archimede Pitagorico della compagnia, l’infaticabile Quirino e tanti altri. Ho trovato la sede già pronta con le sedie già occupate in parte da un pubblico non numerosissimo ma di una certa levatura. Ha introdotto la serata il giovane archeologo Riccardo Laurenza che giocava in casa perché di Casanova. Completa e circostanziata la sua dotta dissertazione sui recipienti usati anticamente per il vino Falerno e sulla vita di questo nobile vino. Ha fatto tutta la storia di questo nettare degli dei partendo dalle sue origini fino ai giorni nostri. Ha riportato, tradotto e spiegato tantissime citazioni di scrittori romani, nelle quali si elogiavano le virtù del Falerno considerato nell’antichità il re dei vini. La sua conferenza è stata resa ancora più chiare brochure anche a colori che ha distribuito agli attenti ascoltatori. Dopo un primo assaggio dell’ottimo vino delle cantine Papa la serata è proseguita con l’intervento del titolare delle stesse, Antonio, come tema: la storia del vino. Interessante come la precedente la relazione svolta, ha captato l’attenzione del pubblico presente. Chiaro e completo, l’intervento ha percorso tutta la storia del vino dalla sua nascita ai giorni odierni. Ha iniziato dai Greci che per primi si dedicarono alla cultura di questa pianta magica, passando poi ai romani che ne allargarono la coltivazione ed il commercio. Ha continuato descrivendo l’opera della chiesa che determinò il lancio di questo prodotto a livello mondiale verso tutte le masse popolari. L’aver da sempre sostenuto la misticità del vino che durante la S. messa si trasforma nel sangue di Cristo fece sì che questo diventasse la bevanda più bevuta da tutti. Ha poi dissertato sulle capacità dei Francesi di aver capito per primi le potenzialità economiche di questo prodotto e di essersi dedicato per primi alla sua commercializzazione in tutte le sue forme. Ha tenuto a dire che le aziende vitivinicole italiane non sono da meno come qualità e quantità ma sono frenate da lacci e lacciuoli di un burocrazia asfissiante che ne frena la piena espansione. Ha concluso con l’augurio che qualcosa cambi e con l’auspicio di un intervento dello stato che almeno non ostacoli chi lavora in questo delicato settore. A conclusione ha fatto degustare i vini di punta della sua cantina apprezzati da tutti gli astanti come da chiunque abbia il piacere di assaggiare il fantastico primitivo Campantuono delle cantine Papa. A seguire c’è stato l’intervento musicale di Emilio il notissimo rocker locale che ha allietato la serata con la sua meravigliosa musica. Gli organizzatori hanno tenuto a far sapere a tutti gli intervenuti che nulla è stato pagato per i relatori ed i materiali distribuiti nonchè per il vino il cui costo non è poco. Neanche l’applaudito artista musicale ha voluto il suo solito cachet. Insieme al bere è stato servito anche il mangiare con la sorpresa della bontà e della genuinità delle pietanze offerte in perfetta simbiosi col il nettare degli dei. Si è iniziato con i “ciculariegli” di salsiccia accompagnati dai “friariegli” continuando con fagioni e” noglia” cotti vicino al camino in magnifici e capienti “pignati” di terracotta Si è concluso con un magnifico soffritto di maiale cucinato per l’occasione da Mimì che ha estasiato tutti quelli che lo hanno assaggiato. Da notare che nessun politico ha partecipato alla manifestazione, eppure l’assessore alla cultura di Carinola abita a Casanova e quello della provincia a Nocelleto. Bisogna abituarsi a questo loro modo di fare che li vuole protagonisti solo di manifestazioni vacue organizzate esclusivamente dai loro amici per le quali non lesinano i fondi. Questo non deve scoraggiare chi crede in questa iniziativa anzi deve essere di sprone e di orgoglio il riuscire a fare simili meravigliose iniziative senza aiuti. La riuscita di questa manifestazione come delle tantissime che l’hanno preceduta deve spingere questi giovani a continuare sulla strada intrapresa. L’auspicio più grande è che queste iniziative oltre che arricchire il loro già fornitissimo bagaglio culturale serviranno anche a far appassionare tanti altri che li sosterranno moralmente ed anche economicamente.

SPETTATORE ATTENTO

sabato 17 dicembre 2011

I professionisti della legalità



Dante e la bolgia degli ipocriti
Un fatto di cronaca di questi giorni mi ha colpito profondamente. L'arresto del sindaco di Marsala che da sempre si dichiarava antimafia ed invece è sospettato di farne parte organicamente.  Mi sono ricordato del grande giornalista e scrittore siciliano Leonardo Sciascia. Questi scrisse un articolo, rimasto memorabile, sui professionisti dell'antimafia. Sosteneva con prove inoppugnabili che il dichiararsi antimafia si fosse trasformato in un mezzo di potere. A tal proposito citava nomi di giudici che avevano avuto avanzamenti di carriera, rispetto ad altri più meritevoli, solo perchè dichiaratisi antimafia. Dopo tanti anni ho l'impressione che non siano avvenuti tanti cambiamenti. Allora avevamo i professionisti dell'antimafia, oggi quelli della legalità. Magistrati, poliziotti, preti, avvocati, politici,  personaggi in cerca di notorietà, girano in lungo ed in largo inneggiando alla legalità. Questo fatuo inneggiare a qualcosa di ovvio è sempre tenuto sugli altari da certa stampa servile e prona a qualunque rappresentante del potere. 
Anche a Carinola si sono tenuti  diversi convegni sulla legalità con la sfilata dei soliti noti. Quasi sempre si servono di ragazzotti inesperti o addirittura di bambini come platea ai loro dicorsi inneggiando alla legalità. Oggi come tanti anni fa, meditando attentamente su questi convegni, si conviene sulla loro scarsa utilità per la comunità, ma che apportano piccoli o grandi vantaggi per i predicatori del momento. Una considerazione su tutte: la legalità è uguale per tutti, non l'illegalità. Questa non è la stessa per tutti i territori, non si può paragonare l'illegalità esistente a Carinola con quella dell'Agro aversano o di Scampìa. Perciò se si volesse essere costruttivi in ogni territorio si dovrebbero metere in risalto le illegalità esistenti, chi sono i responsabili, chi dovrebbe combatterle e le modalità per eliminarle. Restando a Carinola, quali sono le illegalità più diffuse? Incendi boschivi, parcheggio selvaggio, furti, smaltimento irregolare dei rifiuti e loro dispersione dell'ambiente, oltre alla sospetta regolarità dei pochi appalti pubblici. 
Monitorare precisamente tutte le ilegalità ed eliminarle non sarebbe un lavoro tanto gravoso. Se si discutesse dei problemi della comunità e si proponessero soluzioni adeguate allora sì che si che farebbe un buon servizio. Ci sarebbe solo un piccolo problema - nella discussione si potrebbe dover arrivare a parlare di rsponsabili - e questo a Carinola, come in tutta Italia non si può fare. A chi può conviene quindi discutere astrattamente di legalità senza mai entrare in problematiche pratiche.  Molti di questi predicatori  potrebbero risolvere tante criticità  con un minimo di impegno, ma per loro c'è più convenienza ad impegnarsi nei convegni. Loro parlano, i politici si mettono in mostra, i giornalisti scrivono, i ragazzi applaudono e l'illegalità prospera.

 Movimento anti illegalità

Stazione Appaltante ed altro

Caro Michele, il pezzo che hai proposto dimostra tutto il merito grazie al quale hai conseguito il tesserino di giornalista/pubblicista. Hai ricostruito una vicenda emblematica con estrema precisione e profondità di indagine. Come altri te ne sono grato e della tua professionalità mi giovo a piene mani per sapere ed approfondire. Ovviamente sta ora a noi lettori porre riflessioni ed esprimere opinioni e commenti.

Lo faccio immediatamente (il post è appena uscito, e tra l’altro è in onda Servizio Pubblico con Vendola) anche perché della circostanza sono stato forse il primo a scrivere sul Quiquirì nel Maggio del 2010  in un articolo che, non a caso, si intitolava UN GIORNO IMPORTANTEPER LA LEGALITA’. In quell’occasione manifestai aperto giubilo per il fatto che il Comune di Carinola avesse aderito, tra i primi,  alla Stazione Unica Appaltante della Provincia di Caserta. Sottolineai che la gara per l’Auditorium (o meglio per il COMPLETAMENTO DEI LAVORI DI ADEGUAMENTO STATICO E FUNZIONALE DI UN EDIFICIO COMUNALE PR ATTIVITA’ CULTURALI SITO IN CARINOLA ALLA VIA PLATANI n. 8) che stava per aver luogo il 10/06/2010 sarebbe stata la prima aggiudicata a Carinola con la nuova procedura a titolarità prefettizia. Mi spinsi a dire che quella era l’alba di un nuovo giorno. Un’alba ancor più luminosa se si considera che, qualche mese prima, il Comune di Carinola sottoscrisse con la Prefettura di Caserta anche il Protocollo di Legalità, un insieme di procedure atte a controllare le ditte partecipanti alle gare di appalto (ed anche quelle aventi con queste ultime rapporti di sub-appaltatori o di fornitori) anche dopo l’aggiudicazione dei lavori, con l’impegno a bloccare il relativo contratto o ad invalidarlo se già sottoscritto, nel caso di intervenuti elementi interdittivi antimafia o anche di elementi considerabili discrezionalmente ostativi dal punto di vista della notizia e dell’accertamento di eventuali rapporti o condotte non legali.

L’enfasi non fu fuori luogo, caro Michele, in quanto da allora è cambiato molto. Come bene hai fatto notare, già dalla prima applicazione l’accoppiata Stazione Unica Appaltante - Protocollo della Legalità ha dimostrato di funzionare. Hai scritto, infatti, che ad aggiudicarsi la gara in parola fu la ditta PEZZELLA RAFFAELE con sede in CASERTA (CE) in VIA PATTURELLI, 141. Tale ditta risultò, in un primo momento e forse (con il senno di poi) un po’ a sorpresa, in regola con i requisiti la cui documentazione veniva richiesta dal bando di gara, requisiti come quelli riguardanti l’assenza di interdittive o di sentenze passate in giudicato che ponessero alla ditta cause ostative alla partecipazione. Tutte le notizie, prima fornite in autodichiarazione, poi attraverso le certificazioni probanti rese in originale, risultavano a posto. Anche il Certificato della Camera di Commercio conteneva, evidentemente, la famosa “dicitura antimafia” che consente alle stazioni appaltanti di conoscere eventuali divieti.  Ciò si evince dai verbali di verifica documentale, di apertura delle offerte, di aggiudicazione provvisoria e di aggiudicazione definitiva (quest’ultimo firmato dall’ing. Lombardo, presidente della Commissione in qualità di Dirigente del settore Tecnico dell’Ente aggiudicatario – la gara fu infatti interamente espletata durante la gestione di Vittoria Ciaramella). Tali verbali hanno data 15/06/2010, 22/10/2010, 02/08/2010, 06/08/2010 e 31/01/2011 (agg.def.). A fronte e all’analisi, anche approfondita, delle carte presentate, le cose non potevano che andare in quel modo e, se non ci fosse stata la nuova procedura della Stazione Unica Appaltante, la ditta Petrella avrebbe cominciato subito i lavori. Lombardo, insomma, firmò l’aggiudicazione definitiva e non poteva fare altrimenti e di lì a poco l’appalto sarebbe stato contrattualizzato. Purtroppo per la ditta vincitrice, tuttavia, la Stazione Unica Appaltante prevede un’ulteriore fase di verifica, anche post-aggiudicazione, che invece prima non veniva contemplata. Infatti gli art.12 e.13 delle “MODALITÀ' OPERATIVE PER IL FUNZIONAMENTO DELLA STAZIONE APPALTANTE UNICA PROVINCIALE” approvate con deliberazione commissariale n. 148 del 29/09/2009 (anche la Provincia era commissariata dopo la fuga mistica di De Franciscis) hanno istituito il Nucleo Investigativo interforze atto a verificare il grado di legalità dei soggetti concorrenti con l’obiettivo che, qualora dalle indagini effettuate anche dopo le sedute di gara “emergano elementi relativi a forme di collegamenti, condizionamenti o infiltrazioni di tipo mafioso nei confronti di un'impresa partecipante a gara d'appalto, la Stazione Appaltante, su informativa del Nucleo predetto, comunicherà tale situazione al Presidente della Commissione di gara” al fine di bloccare la stipula del contratto con la ditta risultata vincitrice ma con problemi di vicinanza alla criminalità organizzata. Per giunta la Stazione Unica Appaltante, onde ottemperare al Protocollo di Legalità, usa inserire, nei disciplinari di sua titolarità, la seguente clausola (nel caso del bando dell’Auditorium al TITOLO VIII -DOCUMENTAZIONE DA PRESENTARSI DA PARTE DELL’ AGGIUDICATARIO E DISPOSIZIONI DA ATTUARSI PRIMA DELLA STIPULA DELCONTRATTO): “L’ aggiudicatario deve trasmettere all’Ente appaltante entro dieci giorni dall’aggiudicazione il Modulo GAP, prescritto dalle istruzioni emanate dal Ministero dell’Interno, in attuazione della legge 10.12.1982 n. 726” . Il GAP è un documento in cui si elencano i dati più importanti della ditta aggiudicatrice di un appalto, degli eventuali sub-appaltatori di cui ci si vuole avvalere ed anche dei titolari delle forniture di cui l’appaltatore avrà bisogno per completare l’opera. Questo per permettere alla Prefettura ed al Nucleo Interforze di proseguire nelle indagini. E difatti, dopo l’obbligo di consegna del Modulo Gap, la Stazione Unica Appaltante avverte, nel disciplinare, che “nell’ipotesi in cui la Prefettura rilevi la sussistenza di cause ostative all’affidamento dell’appalto, ai sensi della legge 13.9.1982 n. 646, la stazione appaltante non ratifica l’esito della gara”.
Ricapitoliamo. Pezzella presentò a suo tempo tutte le carte in regola in sede di gara e, come si evince dal Verbale di aggiudicazione definitiva firmato da Lombardo (presidente Commissione Stazione Unica) nel Gennaio 2011, vinse l’appalto. Entro i canonici dieci giorni presentò il GAP ma a quel punto, come bene ha fatto notare Michele, il Nucleo Interforze cominciò a comunicare qualcosa. Quel qualcosa (citazione di alcuni episodi di versamenti illeciti alla criminalità da parte dello stesso Raffaele Pezzella, di cui l’ultimo il 25 Settembre 2010 – episodio comunque successivo alla data in cui la ditta Pezzella presentò i documenti di gara validi) è contenuto nella nota inviata all’ing. Lombardo e alla Prefettura. A seguito della nota Lombardo bloccò (per Protocollo di Legalità) la stipula del contratto mentre la Prefettura produsse addirittura l’interdittiva antimafia piena. Il ricorso al TAR di Pezzella (ovviamente respinto) ha fatto perdere altri mesi, ma sono stati mesi ben spesi.

In poche parole, se l’Amministrazione Comunale di Carinola non avesse aderito alla Stazione Unica Appaltante della Provincia di Caserta e al Protocollo di Legalità e non l’avesse fatto alla prima ora, oggi Raffaele Pezzella, interdetto successivamente dalla Prefettura per questioni di camorra, starebbe comunque lavorando a Carinola su di un appalto di oltre un milione e mezzo di euro.

Fu l’alba di un nuovo giorno, non mi pento di quello che scrissi nel Maggio del 2010. L’Amministrazione di Gennaro Mannillo cambiò le consuetudini. Forse non vi era nemmeno la piena coscienza della ruscita in termini concreti dell’adesione alla SAU della Provincia di Caserta. Ci si privò della titolarità dell’affidamento degli appalti, in favore della legalità. Fu un’adesione convinta ma quasi istintuale, congenita al mandato di discontinuità che gli elettori avevano impresso a quella consiliatura. Oggi possiamo apprezzare a fondo gli effetti e la forza di quel cambiamento procedurale. Cambiamento epocale. Chiusi tutti i varchi: la criminalità, l’illegalità, non passa.

A distanza di due anni vorrei che si comparasse quanto raccontato da Michele con un altro episodio emblematico: l’affidamento, sia pur momentaneo, all’Ecotransider srl del servizio di ricezione della frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata del Comune di Carinola. L’Ecotransider, durante la gestione commissariale del nostro comune a seguito della cacciata dell’Amministrazione Mannillo, partecipò alla gara di appalto nel Maggio 2011, presso la SUA, classificandosi al secondo posto. Presentò le carte secondo quanto richiesto da bando e risultò, verbali alla mano, in regola con i requisiti, sia amministrativi, sia di salvaguardia dell’ambiente. A vincere fu l’Esogest srl che offrì un prezzo migliore ma, dopo qualche mese, per cause logistiche, dovette interrompere il servizio fornito. Il Comune di Carinola, a quel punto, avrebbe dovuto rimettere velocemente la questione in mano alla Stazione Unica, la quale avrebbe di certo interpellato l’Ecotransider srl, seconda classificata alla gara, riaggiudigando in suo favore i lavori. Non senza richiedere, tuttavia, la compilazione del GAP che avrebbe permesso al Nucleo Interforze di fare le indagini, sia pur veloci. E le indagini avrebbero sicuramente fatto venire alla luce che l’Ecotransider, nel Maggio del 2011 e comunque dopo l’espletamento della gara di appalto, è stata oggetto di una visita ispettiva da parte dei Commissari Prefettizi di Gricignano di Aversa e dell’Arpac, che riscontrarono delle gravi irregolarità nella gestione del sito di stoccaggio, addirittura in ordine alla natura (!) dei rifiuti ospitati a giacenza. A seguito di quella ispezione i Commissari stilarono una durissima ordinanza con cui chiedevano alla Regione Campania di revocare le autorizzazioni. Ma la Giunta Comunale di Carinola, in questo caso, si comporta in modo sconcertante. Snobba completamente la Stazione Unica Appaltante ed affida direttamente (tra l’altro a prezzi maggiorati rispetto ai dettami del Codice degli Appalti Pubblici di cui al Dlgs 163/2006) all’Ecotransider i lavori sospesi dall’Esogest, non chiedendo alcuna documentazione a corredo (nemmeno le autorizzazioni che, dopo sei mesi, non sarebbero più valide)e tantomeno facendo compilare il GAP destinato al nucleo interforze. La procedura regolare si sarebbe potuta avviare e concludere in un paio di giorni. Non c’era tempo hanno risposto in Consiglio Comunale all’interrogazione in proposito mossa dal Gruppo Coraggio e Libertà. Un passo indietro, anzi cento passi indietro. In questa maniera si comunica che per l’illegalità il nostro comune  offre di nuovo uno spiraglio d’entrata.

Ultima considerazione. Che bel progetto è quello dell’Auditorium. E’ straordinario. Se la redazione del Quiquirì non l’avesse spedisco copia di tutto (Documento 1 e Documento 2). Un’opera meravigliosa. Progettata dall’Arch.Fiorillo su incarico dell’Amministrazione Comunale. Per la prima volta dopo tanti anni giovani tecnici locali valorizzati. Da quanto tempo non si procedeva all’affidamento della progettazione di un’opera così importante ad un tecnico di gran valore ma col cognome meno abituale. Oggi l’arch.Fiorillo è meritatamente a capo dell’Ufficio Tecnico di Carinola, dopo aver superato un percorso irto di insidie e dopo aver dovuto ricorrere alla giustizia amministrativa.

Un abbraccio, caro Michele, che estendo a tutti.

                                                                                                                                    L’Olandese

giovedì 15 dicembre 2011

Succede a Gomorra


Carinola. Auditorium, una ditta vicina al clan dei casalesi tenta, per due volte, di mettere le mani sui lavori. Il calcestruzzo del clan casertano prova ad infilarsi nel Comune. Ma la cosa strana è che fu la stessa Stazione unica appaltante ad aggiudicare i lavori nel 2009 dopo l’arrivo di un finanziamento regionale per il completamento dei lavori di adeguamento statico e funzionale di un edificio comunale per attività culturali. Parliamo dell’Auditorum in via Platani, costretto a restare all’ombra della decadenza per tutto quanto avviene negli uffici amministrativi e nei tribunali. Siamo nel 2009, amministrazione Mannillo, quando giunge dalla Regione un finanziamento di un milione e seicento mila euro destinato al rifacimento funzionale dell’ex carcere mandamentale. La gara sarà aggiudicata in Provincia, presso la Stazione unica appaltante, dopo l’adesione al nuovo ufficio della legalità. Raffaele Pezzella arriva primo. Passano un paio di anni e la Prefettura dopo alcuni accertamenti, si accorge che la ditta Pezzella ha qualcosa che non va sul suo curriculum penale.
Così scatta l’interdittiva antimafia, giunge il decreto all’Ufficio Tecnico. La patata bollente passò allora in mano ai commissari straordinari, precisamente finì sulla scrivania dell’allora responsabile Utc, Antonio Lombardo, il quale però senza indugi revocò la gara con un procedimento di annullamento. Tuttavia la ditta Pezzella non si arrende - dopo l’emissione di un’ interdittiva antimafia della Prefettura e la conseguente revoca dei lavori - decide di trascinare il ricorso davanti al Tar della Campania. Ma anche qui gli va male. Infatti, il nove dicembre scorso, è stata emessa la sentenza, nella quale si legge come “La società ricorrente (dunque la ditta Pezzella ndr) denuncia innanzitutto carenza di motivazione del decreto di revoca e della presupposta misura interdittiva. Il motivo è infondato”, assicurano i giudici del Tar. Infatti, “Vale premettere – si legge ancora nella sentenza -che il Pezzella è stato già destinatario di informative prefettizie (n. prot. n. 531/12b.16/ant/area 1^ del 20 marzo 2008 e prot. n. 531/12b.16/ant/area 1^ del 20 marzo 2008), nelle quali il giudizio di sussistenza di pericolo di condizionamento da parte della criminalità organizzata viene basato dal Prefetto di Caserta sul coinvolgimento dello stesso in un procedimento penale diretto contro esponenti del clan Farina”.

E ancora più avanti si legge come “L’attuale giudizio di pericolosità mafiosa, oltre a riprendere gli elementi già scrutinati in sede giurisdizionali, prende le mosse dalla nota dei Carabinieri di Caserta del 25 settembre 2010 che evidenzia un ulteriore episodio (oggetto di procedimento penale sfociato in un’ordinanza di custodia carceraria) in cui il Pezzella è accusato di aver pagato un’ulteriore tangente agli esponenti del medesimo clan, nell’ambito dell’esecuzione di lavori in sub-appalto nel Comune di Santa Maria a Vico. Tale episodio è stato ripreso nella relazione stilata in data 16 febbraio 2011 dal Nucleo Investigativo Interforze della Provincia di Caserta, istituito presso la locale Stazione Unica Appaltante, unitamente alla circostanza che il Pezzella è stato incriminato e sottoposto alla misura custodiale (ordinanza n. 53 del 21.1.2011 del G.i.p. presso il Tribunale di Napoli) per una serie di false fatturazioni in favore della società Beton Campania s.r.l., produttrice di calcestruzzo”.
MicSor