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domenica 20 maggio 2012

Trent’anni e li dimostra tutti!

Un disegno dell'Infiorata 2012
Si è appena conclusa la fatica della squadra dell’Infiorata che quest’anno festeggia il 30mo anno dall’inizio di questa tradizione legata alla festa  della Madonna Grande ed Eccelsa. Sono proprio trent’anni che va avanti la fatica di preparare un tappeto di fiori su cui la Madonna può camminare per essere portata alla chiesetta che ha voluto  in montagna, nel luogo dove apparve secoli fa ad un pastore.  Nuova tradizione, se vogliamo, ma che si inserisce egregiamente in quella secolare di portare la statua della Madonna nel luogo originario del ritrovamento della sua immagine. 
Questa tradizione, iniziata in sordina, è andata sempre più arricchendosi  e perfezionandosi  di disegni stupendi, fatti con fiori e con tutto ciò che la natura offre. 
 
Schiere di giovani la notte del sabato sera si presentano a dare il loro aiuto per portare avanti questa tradizione. Ma l’entusiasmo di una solo notte non basta. L’infiorata richiede una preparazione metodica che inizia una decina di giorni prima con la raccolta del mirto e di tutto ciò che occorre per srotolare questo stupendo tappeto. E’ soprattutto in questo periodo che occorrerebbe  il valido aiuto  dei giovani che potrebbero partecipare con le loro forze ed il loro entusiasmo. Così come occorrerebbe che più giovani si facessero carico  di realizzare qualche disegno in più. Pur nella sua bellezza, quest’anno i disegni realizzati erano solo quattro. Questo denota una mancanza di forza lavoro  sconcertante. 
 
Dalle pagine di questo blog voglio ringraziare pubblicamente tutte le persone che lavorano all' Infiorata da anni, ma  in particolare  due fratelli rumeni: Mariano e Giovanni, che da anni partecipano a tutte le fasi di preparazione dell’Infiorata. Mariano è veramente da ammirare perché, pur non essendo di Casanova e non avendo assimilato fin da piccolo l’amore per questa festa, è quello che più aiuta per questa manifestazione e lo fa dopo le sue giornate di lavoro niente affatto leggere. 
Tanti giovani casanovesi non fanno quello che fa Mariano; si limitano a dare una mano solo la notte del sabato, a disturbare con chitarra e canti  chi ha lavorato tutto il santo giorno e vorrebbe riposare (anche questo!) o a fotografare il tappeto la mattina, prima che esca la processione.  Questo non è edificante per i giovani casanovesi che rischiano di far finire una manifestazione  stupenda per la loro mala volontà. 
 
Tra i tanti devo salvare Ilaria, che ogni anno ci regala un bellissimo disegno, fatto con minuzia di particolari e con maestria, preoccupandosi di raccogliere personalmente tutto ciò che le occorre.  
 
Il mio è si un rimprovero alle nuove generazioni che non riescono a capire l’importanza del ricambio in certe cose, ma è anche uno stimolo a rendersi disponibili negli anni futuri, altrimenti questa tradizione finirà per stanchezza e per vecchiezza.  In tal caso, sarebbe inutile stare a rimproverare qualcosa o qualcuno, ma semplicemente noi stessi che non sappiamo offrire alla comunità un piccolo sacrificio.



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mercoledì 9 maggio 2012

Fuori un altro




Oggi un altro giovane ha abbandonato Carinola in cerca di lavoro. Anche lui dopo tanti abbandona questo comune forse per non tornarvi che per sporadiche ferie. Ormai è nella normalità delle cose andare a trovare un lavoro lontano da casa. Il problema che questi cometantissimi altri è uno che ha studiato ed ha conseguito un titolo universitario.Quello che doveva essere un traguardo che gli avrebbe aperto le porte del futuro, a Carinola si rivela un passaporto per l'esilio. A Carinola infatti ci sono pochissime prospettive lavorative per gli operai ma per chi studia assolutamente nessuna. Questo era l'ultimo dei giovani rimasti che si interessava della vita culturale del comune e del suo ambiente bistrattato. Tante le iniziative ascritte a questo gruppo di giovani che uno alla volta sono stati costretti a partire. Nessuno si dispiace per questo anzi si ha l'impressione che ad ogni partenza qualcuno tiri un sospiro di sollievo.Per i potenti gli uomini di cultura sono sempre stato un ostacolo da abbattere perchè  considerati di intralcio alla loro egemonìa ed un pericolo per il loro futuro. Come  moderni Erode gioiscono della morte dei giovanetti favorendola invece di tentare di evitarla.Non sanno però che queste partenze rafforzano il loro potere nella stessa misura che impoveriscono il territorio. Ormai queste terre sono destinate ad essere abitate solo da persone ignoranti e maleducate, per adesso in gran numero, in futuro dalla quasi totalità. Tra gli effetti ci sarà il declino totale del territorio e chi ha favorito questo un giorno dovrà fare i conti con questi errori. Quando il degrado avrà raggiunto il massimo livello, anche per loro la vita in questi luoghi sarà molto difficile, ed allora ,forse, qualche rimorso lo avranno, ma sarà troppo tardi.


venerdì 4 maggio 2012

Chiacchierata con un tombarolo



Uno scavo fatto dai tombaroli

 

Ho conosciuto G.T. quasi per caso, tramite amici comuni. Chiacchierando davanti  ad un caffè,  non so come siamo finiti a parlare di Foro Popilio. Non ho potuto non notare il lampo di compiacimento che gli attraversò gli occhi e il sorriso un po’ sornione che gli apparve sul viso, anche se cercava di essere molto naturale ed equilibrato. Ho cominciato a sospettare di lui quando mi ha mostrato delle monete ritrovate a Foro Popilio in ottimo stato, come se fossero appena uscite dalla zecca: una del’imperatore Adriano e l’altra di Antonio Pio. Mi disse che era un cultore delle monete romane e che ne aveva una bella collezione. Gli chiesi dove le prendesse e mi rispose semplicemente che le “comprava”. A questo punto cominciai a ridere di gusto, ma non dissi una parola. L’incontro finì li e  il mio sospetto rimase sospetto. Fu qualche tempo dopo che cominciò ad aprirsi e a parlare, quando in un successivo incontro io gli chiesi se avesse “comprato” altre monete. Calcai molto la parola e allora lui cominciò a sorridere. Fu così che iniziò a parlare senza più remore.

Aveva cominciato a fare il tombarolo verso i trent’anni, coinvolto da un suo amico che già era nel giro. Ogni notte, caricati in macchina il metal detector, le pale i picconi e qualche cassetta, andavano direttamente a Foro Popilio.  Quando il metal detector iniziava a suonare, allora iniziavano a scavare. A volte le monete saltavano fuori subito perché erano molto in superficie,  altre volte  bisognava scavare più in profondità. Ma non erano solo monete quelle che saltavano fuori; anche statuette e altri oggetti in metallo. La sua casa cominciò ad essere frequentata da “strani personaggi”: professori universitari, archeologi e  cultori d’arte che venivano, per lo più da Napoli,  a comprare i reperti. Era ancora un dilettante, ma il fatto che pagassero senza discutere troppo, lo rese sospettoso. Lo fregavano sul prezzo e lui non ne era consapevole. Stava svendendo a poco prezzo tesori d’arte che valevano molto di più! Allora si rese conto che doveva studiare il mestiere, capire quanto potessero valere certi reperti prima di piazzarli sul mercato. E così fece, per mesi. Quando infine ebbe una conoscenza maggiore del mestiere, si rese conto di quanti milioni si era fatto fregare. Ma si sarebbe rifatto!

Foro Popilio era lì che aspettava e sicuramente avrebbe regalato ancora tesori, come faceva tutte le volte.
Il colpaccio lo fecero una notte di primavera. E come sempre, quando il metal detector iniziò a suonare, loro iniziarono a scavare. Il terreno era umido perché aveva piovuto fino a due giorni prima e la terra si lasciava prendere con facilità. Ma successe che, mentre scavavano, il terreno franò e si formò una grande buca. Alla luce della torcia videro che, sotto di loro, c'era una stanza abbastanza ampia. La buca non  era molto profonda e uno di loro saltò giù. L’urlo di stupore che diede fece saltare giù anche l’altro: la stanza era completamente affrescata e per terra giacevano una diecina di reperti tra statuine e altre cose. Il sogno di un tombarolo era diventato realtà! Con quei reperti guadagnò 50 milioni di lire  con cui si comprò la casa e non smise più di visitare Foro Popilio.

Qualcuno potrebbe domandarmi: se lo conosci, perché non lo denunci?... Non posso denunciare una persona per cose che ha fatto trent’anni fa, né senza averne prove tangibili. Il problema vero è che di tombaroli  che visitano Foro Popilio ce ne sono ancora tanti, anche se i metal detector non suonano più da un bel po'. Credo che tutto quello che c’era da trafugare sia stato trafugato. E il Comune di Carinola rimarrà per sempre a bocca asciutta!

Cosa è rimasto a Foro Popilio? Forse niente, forse ben poco. Ma  lasciare che questo luogo sia stato saccheggiato e continui ad essere saccheggiato in questo modo, senza prendere seri provvedimenti,  è una delle più grandi mancanze  delle amministrazioni di  Carinola, che lascia che il popolo venga per sempre depredato delle proprie ricchezze e della propria storia.

O si reperiscono i fondi necessari per avviare una seria campagna di scavi o si mette almeno un custode a protezione del sito. Se gli amministratori non riescono ad essere i custodi delle ricchezze  e della storia del loro territorio, mi dispiace dirlo, ma non hanno il diritto di stare al posto che occupano.

 

sabato 28 aprile 2012

An american hobo: Woody Guthrie



Nella lingua inglese, con la parola hobo si intende semplicemente un “vagabondo”, un senza fissa dimora che passa la sua vita girovagando tra gli stati americani, mangiando quando può, dormendo dove può, di solito nei vagoni dei lunghissimi treni americani. Qualcuno la traduce semplicemente con il termine “barbone”, ma non è assolutamente esatto, perché a questa parola è collegata tutta un’etica che abbraccia vari aspetti della cultura americana, dalla musica alla letteratura, alla filosofia. Un hobo infatti non è necessariamente un mortodifame, un disoccupato o uno sfaticato, non è neppure un testa calda o un criminale; è semplicemente una persona libera che volontariamente sceglie quel tipo di vita perché rifiuta l’ imposizione della cultura ufficiale americana e soprattutto rifiuta un tipo di schiavismo legato al mondo del lavoro. Se vogliamo, possiamo considerare l’hobo  un paladino di una libertà personale e intellettuale, che non si piega agli schemi di una cultura e di una società di asservimento. La cultura hobo si affermò in America già dalla seconda metà del 1800, ma nella prima metà del novecento, anni ’50, venne conosciuta in tutto il mondo grazie a scrittori  della beat generation come Jack Kerouac

Uno dei rappresentanti più importanti della cultura hobo fu senza dubbio il cantante e musicista folk Woodrow Wilson Guthrie, meglio conosciuto come Woody Guthrie. Dopo una serie di tragedie familiari in cui perse madre, padre e sorella, Woody cominciò a girare gli Stati Uniti con la sua chitarra, forse per scappare alla  depressione, al seguito di lavoratori stagionali che si spostavano dall’Oklahoma, dove era nato nel 1912, alla California. Imparò da loro le canzoni tradizionali folk e blues che sono ora protette e conservate nella Library of Congress di Washington. Quella più conosciuta è certamente This land is your land (Questa terra è la tua terra) da cui fu tratto il film Bound for glory (questa terra è la mia terra). Spirito ribelle e poeta di grande talento, diventò l’ispiratore principale  di tanti intellettuali americani che stavano riscoprendo il valore della musica  popolare e a lui attinsero artisti come Bob Dylan, Joan Baez, Judy Collins, il più contemporaneo Bruce Springsteen e tanti altri, anche italiani. Fu tacciato di essere “comunista” per il suo schierarsi al fianco dei lavoratori più oppressi, anche perchè sulla sua chitarra portava scritto this machine kills fascists (questo arnese ammazza i fascisti), ma fu soprattutto un uomo libero che il crescente capitalismo americano non riuscì a piegare.

 QUESTA TERRA È LA TUA TERRA

Questa terra è la tua terra questa terra è la mia terra

dalla California all’isola di New York
dalle foreste di sequoie alle acque del Golfo del Messico
questa terra è fatta per te e per me

Mentre camminavo su quel nastro di asfalto

vidi sopra di me il cielo infinito
vidi sotto di me la valle dorata
questa terra è fatta per te e per me

Ho girato e vagato e inseguito i miei passi

attraverso le sabbie scintillanti dei deserti di diamante
e tutto intorno a me una voce risuonava
questa terra è stata creata per te e per me

Il sole usciva splendente e io camminavo

nei campi di grano che ondeggiavano e la nube di polvere si alzava
mentre la nebbia saliva una voce cantava
questa terra è stata fatta per te e per me

Mentre camminavo vidi un cartello

e sul cartello c’era scritto “Non oltrepassare”
ma dall’altra parte non c’era scritto niente
questa parte è stata fatta per te e per me

All’ombra del campanile ho visto la mia gente

vicino all’Ufficio Assistenza ho visto la mia gente
loro stavano lì affamati ed io stavo lì a chiedermi
questa terra è stata fatta per te e per me?

Nessuno potrà mai fermarmi

mentre percorro quella grande strada della libertà
nessuno potrà mai farmi tornare indietro
questa terra è stata fatta per te e per me

Vi consiglio di ascoltarla. Nella versione originale, naturalmente.

Calamity Jane

venerdì 27 aprile 2012

Giggi

Che sia il momento di dire qualcosina?
Sembra proprio di si
Ogni ulteriore silenzio suona come complicita' in cio' che ancora chiaro non e', ma che poco sara'.
Meglio vuotare il sacco subito oggi che dopo in altre situazioni...

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martedì 24 aprile 2012

Atto di Amicizia



Di fronte al più limpido dei sentimenti si liquefa ogni severità di spirito. Che bella l’amicizia, in tutte le sue espressioni. La solidarietà, la considerazione, la complicità si consumano tra umani anche negli ambienti apparentemente più crudi e formali dei rapporti commerciali ed istituzionali, ed assistere ad abbracci colmi di premura e benevolenza reciproca tra soggetti che ufficialmente si trovano in aspro contenzioso riscalda sempre il cuore. E riscalda il cuore vedere come, al cospetto di esempi nitidi di fratellanza, anche il più inflessibile ed austero dei ragionieri abbandona per un attimo il suo rigore inclemente.

Ma sì, ma cosa sono 700.000 euro in fondo. Si transa tutto in questo mondo, ed anche le relazioni fraterne si pagano a rate. Il Comune di Carinola pagherà a porzioni mensili, da oggi fino al 2015, la sua vicinanza a Luciano Sorbo ed alla sua Esogest Ambente srl. Così è stato deciso tra le due parti (parti? ma ci facciano il piacere….), alla fine di una controversia che Antonio Pagano ci descriveva come tenzone da sfinimento, durata in realtà solo qualche giorno e senza spargimenti di sangue ma nemmeno menar di urla. C’era, evidentemente, una certa urgenza di definire il tutto e procedere alla monetizzazione delle economie di guerra che nel frattempo si erano create tra combattenti divenuti alleati e confidenti, cosicchè il ring in cui tutti abbiamo immaginato il Comune di Carinola contestare ogni virgola dei titoli di pagamento ad una pretenziosa (e forse pretestuosa) ditta di servizi ecologici, si è trasformato in un splendido giardino dove vecchi lord con il culto dell’amicizia tra maschi adulti della stessa specie hanno concordato reciproche compiacenze con fare da gentlemen.

Stiamo parlando, si è capito, della delibera numero 23/2012 della Giunta Comunale di Carinola con cui si è approvata una transazione con l’Esogest Ambiente srl, impresa specializzata che cura l’igiene urbana e la raccolta dei rifiuti nel nostro comune, la quale accampa crediti insoddisfatti per oltre 800 mila euro. Transare vuol dire giungere ad un accordo bonario tra soggetti che inizialmente si trovano in contenzioso economico. Un patteggiamento, per chi si ritiene debitore.

Ma che vi sia stato mai vero contenzioso tra Amministrazione Comunale di Carinola e dirigenti Esogest è fortemente dubitabile. E’ stata sempre una finta, una messa in scena ben resa, e mi prendo la responsabilità di questa affermazione. O perlomeno posso sostenere in piena coscienza che, in questo caso, la conoscenza diretta tra le parti, o meglio tra “autorevolezze” che ne costituiscono l’espressione ed anche la rappresentanza (legale o informale), abbia in qualche modo impedito il dipanarsi di un confronto serrato su cifre e verifiche, a cui lo stesso Antonio Pagano avrebbe avuto in cuor suo intenzione di dar vita. L’intesa, in poche parole, è avvenuta su altre basi e non è difficile notare le tracce di ciò.

Non serve, all’uopo, andare molto a fondo nell’analisi dei documenti. E’ tutto chiaro anche in superficie. Si legga la delibera: il Comune di Carinola, a fine Gennaio, affida all’avvocato Iannettone il compito di legale di parte, poichè l’Esogest srl reclama pagamenti che probabilmente non convincono del tutto o presentano lati oscuri (“assistere l’Ente per la definizione di tutta la posizione di dare ed avere…..”). Vi è qualcosa di complicato nella ricostruzione del debito maturato che rende necessario il ricorso a tale assistenza, altrimenti, evidentemente, non sarebbe stata richiesta. Oppure, ed è la cosa più probabile, il ricorso all’assistenza legale è modo per mallevarsi dalle responsabilità al cospetto di sicuri dubbi che chiunque nel futuro contesterà, ad esempio elettori o addirittura magistratura contabile: beh cari miei, io ci ho messo l’avvocato, dirà il Sindaco De Risi, mica sono stato lì a concedere tutto!

In quel momento, 24/01/2011 giorno dell’incarico a Iannettone, l’Esogest Ambiente srl ha in mano solo due decreti ingiuntivi, resi esecutivi dal giudice non perché questi ritenga fondato il credito, ma semplicemente (così si legge sul testo di essi) per mancanza di opposizione da parte del Comune di Carinola (tra amici, figurati, che vuoi opporti…..). Uno di € 380.000, uno di 23.586,20 e l’ultimo di 10,768,00. In tutto (le tre ingiunzioni decretate) per circa 415.000 euro di titoli esecutivi, su cui avrei chiamato Iannettone a soddisfare curiosità varie – es.: ma a che attività si riferiscono?. Non è, e si vede lontano un miglio, il solito Iannettone quello che si prende cura del Comune in questo caso. Non è quel cagnaccio che, ingaggiato dal Comune di Carinola in altra occasione, ha messo alla porta nientedimeno che l’Enel spa ed il Commissario ad acta del Consorzio Idrico Terra di Lavoro, respingendo (o sospendendo), grazie ad un cavillo accordato dal TAR, il pagamento di una fornitura di energia chiesta con decreto ingiuntivo e probabilmente anche dovuta. Stavolta appare morbido, come gli è stato indicato.

Infatti l’avvocato incaricato va per grazia e trova giustizia. Ma quale 415.000 euro, i debiti con l’Esogest, come si legge nella relazione allegata alla delibera, sono addirittura di più! E ti pare…Ci sono altre fatture non corrisposte, di cui il buon Sorbo chiede l’immediato riconoscimento e pagamento nonostante non abbia ancora provveduto ad ingiungere il suo amico debitore. Infatti, riconosce Iannettone (e quindi la Giunta Comunale), dei 4.042.012,72 euro costituenti il fatturato complessivo emesso dall’Esogest verso il Comune di Carinola dal 2008 al 2012, ne sono stati pagati “appena” 3.241.746,86, come risulta dalla somma dei mandati di pagamento spiccati dalla tesoreria comunale. Differenza? € 800.265,90. Ecco in cosa è consistito, quindi, il lavoro di “verifica” svolto dal legale del Comune: due addizioni (quella delle fatture emesse e quella dei mandati di pagamento) ed una sottrazione tra i due risultati parziali. Nessuna verifica più approfondita, magari sulla natura, sul contenuto e sulla corrispondenza reale a servizi resi delle fatturazioni, almeno quelle non oggetto di decretazione ingiuntiva (dando insomma quelle decretate per buone). Niente, il Comune evidentemente non glielo chiedeva, e l’avvocato giustamente non l’ha fatto.

Si noti infatti una cosa che ci racconta lo stesso bravissimo Iannettone nella sua relazione: il 15/03/2012, e cioè ben oltre il giorno dell’incarico e probabilmente nel pieno delle attività investigative e legali, il Comune di Carinola comunica ufficialmente con il suo avvocato e, attraverso il caposettore ecologia, gli specifica che, sia chiaro, anche il Comune di Carinola ritiene a buona ragione di dovere del danaro all’Esogest. Ci difenda caro Avvocato, ma non insista troppo, non si affanni più del richiesto! Vogliamo che Lei ci assista ma la preghiamo: non si sbatta più di tanto, non sia eccessivamente cavilloso, riponga il microscopio e non si sacrifichi ad oltranza, perché € 709.985,50 a Luciano Sorbo glieli dobbiamo senz’altro (abbiamo già verificato noi, grazie) e glieli vogliamo dare……..anzi, non abbiamo atteso nemmeno l’ultimazione del suo lavoro: abbiamo cominciato già a pagare inviando l’8 marzo un primo bonifico di euro 50.000 (così, tanto per gradire, senza il parere di nessuno, cominciati a prendere questo…..). L’avvocato, nella relazione, ci tiene molto a sottolineare tale nota, per non incorrere lui stesso nel sospetto di scarsa combattività: ragazzi, se me lo dite voi che gli dovete 700mila euro e che su quelli non volete che faccia questione, io lascio stare e mi occupo solo di quel poco che invece contestate….

Insomma, si paghino questi 700.000 euro (e zitto) al fine transare, siano questi danari ingiunti o non ingiunti (ce ne ingiungevano in effetti solo 415.000, sul resto quasi non insistevano), anche se otteniamo una comoda rateizzazione a sedicimila euro al mese (!). Nel testo della delibera non si fa cenno alla sostanza dei decreti ed all’oggetto delle fatture, di cui si dice solo l’ammontare complessivo: (ripetiamo) 4.042.012,72.

Perché 700.000 e non 800.000 mila? Un primo sconto che otteniamo è quello dovuto all’azione di Pagano che lamenta alcuni disservizi.  Sono quelle famose mancanze di cui l’Assessore ci parlava qualche tempo fa, e sembrava, dai suoi proclami, veramente intenzionato a fargliela pagare cara a quegli impuniti dell’Esogest! E poi sai, Antonio pagano è Antonio Pagano, quando tuona sono cazzi…..c’è da aver paura! Iannettone, da professionista valido qual è, questi disservizi contestati se li fa riconoscere tutti quanti, a norma dell’articolo 21 del contratto di appalto della raccolta: corrispondono, secondo una stima dello stesso Comune di Carinola, ad una cifra di 9850,00 euro. Sì caro amico che mi stai leggendo, hai letto bene! ecco il valore delle ostinate contestazioni del Super Assessore Moralizzatore: 9 mila euro! Loro ci chiedono e ottengono (a semplice esibizione di stampati) 4 milioni di euro e Antonio Pagano contesta disservizi per 9 mila. Ma pigliateli sti 9 mila euro e vaffanculo, gli risponde Sorbo. E lascia perdere pure i 27.000 euro e rotti dell’Estate Carinolese del 2009, che so benissimo che non ti dovevo fatturare in quanto nel frattempo, un mese prima, avevo vinto una gara di appalto con la Giunta Mannillo in cui le pulizie post-manifestazioni di piazza risultavano e risultano comprese nel corrispettivo totale mensile (mi  farei pagare, ora, una clamorosa doppia fatturazione, troppo spudorato sarebbe e ci beccherebbero sicuramente, per quattro soldi). E facciamo una cosa, non mi dare nemmeno i 41.879 euro che ti ho messo in più in alcune fatture di scarico della frazione organica differenziata da maggio 2011, in quanto ti sarai accorto che ho vinto anche la gara di appalto per l’impianto di stoccaggio dell’umido ad un prezzo e ti ho applicato (per mero errore materiale) un prezzo più alto a tonnellata. Ma sì, lascia stare, stai tranquillo, transiamo da buoni fratelli! dammi solo il resto dei miei schifosissimi 4 milioni di euro che ti ho fatturato in modo minimamente decente…...

Qualcuno, giorni fa, sul Quiquirì manifestò incredulità: 

QUATTROMILIONIQUARANTADUEMILADODICIVIRGOLASETTANTADUE? Dal 2008 già ampiamente inoltrato a inizio 2012 più di quattromilioni? Un milione e duecentomila all’anno? Per far cosa? Vediamo: il rapporto tra Esogest Ambiente srl e Comune di Carinola inizia nel Marzo 2008 quando, in seguito allo scioglimento di fatto dell’Eco 4 – Ce4, l’allora Sindaco Pasquale Di Biasio emise ordinanza urgente di affidamento del cantiere “Raccolta RSU differenziata e trasporto a discarica” alla società di Sorbo con sede a Pastorano. Il canone mensile stabilito in ordinanza è di € 50.000 + IVA (55.000 IVA inclusa). Il rapporto prosegue per alcuni mesi con tale modalità provvisoria (brevi proroghe assegnate dal Sindaco Gennaro Mannillo e dall’allora assessore all’Ambiente Luigi Angelo De Risi) fino a quando l’Amministrazione in carica non emana bando di evidenza pubblica per affidare il servizio con gara di appalto. A vincere la gara, espletata i primi di Luglio 2009 è la stessa Esogest srl, con un ribasso minimo sulla base d’asta che era di 1.800.000 euro per tre anni di cantiere, ossia 600.000 euro l’anno con pagamenti mensili di euro 50.000 + Iva al 10% (stessa quota del rapporto pregresso). Considerando il piccolo ribasso applicato in sede di gara, la società Esogest ambiente si impegnò a garantire, per € 49.167,834, le seguenti prestazioni (estratto dal CAPITOLATO della Gara di Appalto) : 1) Raccolta porta a porta e/o condominiale, in tutto il territorio comunale interessato al servizio, trasporto in forma differenziata e conferimento dei rifiuti riferiti alle seguenti merceologie: carta e cartoni, lattine ed altri contenitori metallici di prodotti non etichettati pericolosi ai sensi della normativa per le materie pericolose, materiali metallici ferrosi e non ferrosi di impiego domestico e di uso comune, contenitori di plastica, negli impianti di smaltimento finale regolarmente autorizzati, provenienti da utenze domestiche, commerciali, artigianali ed industriali, uffici privati, Istituzioni o Enti Pubblici ed in genere da ogni edificio o locale a qualunque uso adibiti, nessuno escluso ed eccettuato, sia di facile che di difficile accesso; 2) Raccolta porta a porta e/o condominiale, trasporto e conferimento dei rifiuti della frazione residuale secca non riciclabile presso gli impianti che saranno indicati dall‘Amministrazione Comunale, provenienti da utenze domestiche, commerciali, artigianali ed industriali, uffici privati, Istituzioni o Enti Pubblici ed in genere da ogni edificio o locale a qualunque uso adibiti; 3) Raccolta dalle campane e dai contenitori stradali installati su tutto il territorio cittadino del vetro, delle pile esauste e dei farmaci scaduti con trasporto agli impianti di  smaltimento finale regolarmente autorizzati, 4) Raccolta a domicilio (su prenotazione ed in forma differenziata) dei rifiuti ingombranti e di beni durevoli presso insediamenti civili, uffici, artigianali ed industriali, commerciali, istituzioni ed il loro trasporto agli impianti di trattamento e smaltimento; 5) Rimozione e trasporto dei rifiuti in genere, degli ingombranti e degli inerti depositati, da ignoti, su aree pubbliche e private soggette ad uso pubblico; 6) Messa in opera degli elementi forniti dall‘A.C. (cassonetti, campane, cestini gettacarte, raccoglitori per rifiuti differenziati); 7) Spazzamento, manuale e meccanico (settimanale), come da calendario indicato di seguito all‘art. 33, del territorio comunale, compreso lo svuotamento dei cestini gettacarte stradali, l‘estirpazione e la pulizia delle erbacce dai marciapiedi e dalla sede stradale, anche con il ricorso ad operazioni di diserbamento chimico quando richiesto dall‘Amministrazione, l‘asportazione di foglie, frutti e quant‘altro, di strade, piazze, marciapiedi, viali e giardini pubblici, o comunque delle aree pubbliche dell‘intero territorio comunale, nonché delle strade ed aree private soggette aad uso pubblico, compreso le aree di stazionamento dei contenitori; 8) Rimozione delle deiezioni di animali, carcasse di animali di piccolo taglio e delle siringhe abbandonate in aree e luoghi pubblici; 9) Distribuzione presso l‘utenza di avvisi e/o materiale inerenti i vari aspetti della raccolta dei rifiuti, forniti dall‘A.C.
Tutto ciò con l’impiego di dieci unità lavorative (3 autisti e 7 operatori), due camion (art.10 del capitolato) e 5 giorni alla settimana di raccolta. Inoltre la ditta appaltatrice è tenuta “possedere” ulteriori due mezzi auto compattatori da 100 quintali, per esigenze straordinarie, che verrebbe pagato in forma extra per euro 350,00 al giorno.

Il rapporto così determinato dall’espletata gara di appalto, tra varie fasi di assegnazione (provvisoria e definitiva) inizia il 28 novembre 2009. Fino al novembre 2012, ripetiamo, spettano alla Esogest, qualora espletasse bene il servizio, circa euro 1.800.000 + IVA meno il piccolo e trascurabile ribasso. A febbraio del 2012, di fatto e a norma del contratto in essere, Esogest dovrebbe aver maturato al massimo 1.278.863,68 + IVA (26 mesi dal dicembre 2009 compreso). Dal Marzo 2008 sino al novembre 2009 vi è un rapporto regolato dall’ordinanza di Pasquale Di Biasio e dal rinnovo del Sindaco Mannillo: stesso servizio, più o meno, della gara di appalto, e stesso prezzo, più o meno (circa 55.000 euro iva inclusa). Totale del rapporto pre-appalto tra Esogest e Comune (22 mesi dal Maggio 2008 al Novembre 2009): circa 1100.000 euro + IVA. In totale, solo per il servizio di raccolta, dal 2008 al 2012 l’Esogest avrebbe dovuto quindi fatturare circa 2.378.863,68 euro + IVA.

In effetti l’Esogest non gestisce, a Carinola, solo l’appalto per la raccolta. Il giorno 5 Maggio 2011 vince anche l’appalto per la messa a disposizione un impianto per lo sversamento dell’umido. Appalto annuale, che sta per terminare in quanto comincia subito dopo l’assegnazione (07/05/2011) da parte della Stazione Unica Appaltante della Provincia di Caserta, che vede l’Esogest battere la famosa Ecotransider srl di Gricignano di Aversa con un ribasso del 16,5% rispetto al 15% su un clamoroso importo a base d’asta di 150 €/tonn + IVA (clamoroso e molto sospetto, dopo dirò). Insomma, dal 6 maggio 2011 si sversa l’umido (o meglio la frazione CER CER 20:01:08 proveniente dalla raccolta differenziata) all’impianto di Pastorano dell’Esogest, e paghiamo € 137,77. Si memorizzi tale cifra, che è il risultato  di questo calcolo: (base d’asta € 150 + 10% IVA) - 16,5% di ribasso applicato. In tutto, la gara di appalto, prevedendo essa uno sversamento di 900 tonnellate di umido in tutti i 12 mesi, dovrebbe fruttare all’Esogest un fatturato di 135.000 euro + IVA Maggio 2011 – Aprile 2012. Maggio 2011-Gennaio 2012 circa 100.000 + IVA. Siccome sappiamo che a Pastorano sversiamo sempre un po’ di più del previsto (e figurati, misurano loro…..), ecco che possiamo stabilire che per questo secondo appalto di servizio, fino a Gennaio 2011, l’Esogest avrebbe dovuto fatturare circa € 130.000 + IVA. Togliamo il ribasso offerto del 16,5% ed ecco che otteniamo la cifra di 108.550 che essendo indicativa arrotondiamo, per eccesso e favorevolmente all’Esogest, a € 110.000. Ancora: siccome prima della vittoria nella gara di appalto l’impianto di Pastorano era stato già precettato dalla Commissaria Prefettizia Vittoria Ciaramella nel febbraio 2011 ad euro 150+IVA la tonnellata, possiamo calcolare: tre mesi, circa 40.000 euro più IVA, giù di li’. Con la stessa ordinanza Vittoria Ciaramella comandò all’Esogest anche il deposito di multi materiale da imballaggio (plastica/vetro ecc.), per un valore di ulteriori 40.000 euro l’anno, circa 30.000 euro in dieci mesi (Marzo 2011-Gennaio 2012). In tutto, per la messa a disposizione dell’impianto di stoccaggio dell’umido e per quello multimateriale, l’Esogest da Aprile 2011 a Gennaio 2012 avrebbe dovuto fatturare al massimo 180.000 + IVA.

Ricapitoliamo: dal 2008 fino al Gennaio 2012 l’Esogest avrebbe dovuto fatturare € 1100.000+ IVA durante il primo periodo di raccolta pre-assegnazione della gara di appalto, 1.278.863,68 per il servizio di raccolta in forza della gara di appalto del Luglio 2009, € 180.000 + IVA per la messa a disposizione dell’impianto per l’umido e per il multimateriale. In tutto, 2.558.863 + IVA. 2.814.750,04 IVA inclusa.

Perché allora ne ha fatturati 4 milioni e rotti? E perché gliene abbiamo già dati 3 milioni e 250mila con mandati di pagamento già effettuati, circa 450mila in più del previsto??? E perché ancora ne esigono altri 415.000 (e noi transiamo generosamente per 700mila) più spese varie? Questo avrebbe dovuto chiedersi l’Amministrazione Comunale di Carinola, questo avrebbe dovuto indagare l’avvocato di parte.

Fatture fuori mazzo, chiaro. Fatture fuori delle prestazioni minime che l’Esogest avrebbe dovuto garantire sotto ordinanza o perché titolare dei servizi di cui al capitolato di appalto delle gare che ha vinto. Non c’è scampo, sono fatture per attività straordinarie. Né nella delibera, né nella relazione di Iannettone, né nell’atto di transazione, abbiamo detto, c’è la descrizione delle attività cui fanno riferimento tali titoli. Titoli che determinano un aumento abnorme del corrispettivo totale. Sappiamo solo che non si tratta della questione Selleccola, come troviamo scritto in maniera ossessiva. Traspare un grande imbarazzo da parte dello stesso avvocato, che proprio non ne vuol parlare nella relazione, proprio non vuol parlare dell’oggetto di quelle fatture extra che abbiamo pagato o che ci accingiamo a pagare transando, mentre invece sulle poche su cui si riesce ad ottenere lo sconto (le abbiamo già indicate) vi è quasi un gusto esibito per il dettaglio descrittivo…..lo stesso imbarazzo è confermato sul sito internet istituzionale del Comune di Carinola, dove, “affissa” all’albo pretorio on line, obbligatorio per legge, appare la delibera 23/2012 con tutti gli allegati, tranne quelli relativi all’elenco fatture ed all’elenco pagamenti effettuati, che pure vengono dichiarati, sul testo del provvedimento, “parte integrante” della delibera stessa e dell’atto di trasnsazione.

Considerazione: nelle gare di appalto e nei relativi contratti che impegnano l’Esogest, si fa esplicito riferimento (es. art.12 del capitolato) alle attività di natura “straordinaria” o che superino in qualche maniera lo standard minimo di prestazione. Tali attività devono, sta scritto, essere richieste dal committente via fax o via incarico in forma scritta e devono essere supportate da una relazione tecnica illustrativa approvata dall’Amministrazione Comunale. Inoltre le attività extra non possono superare il 20% del valore del contratto in essere, altrimenti il Comune dovrebbe, sta scritto anche questo, ricorrere per quella prestazione ad altra apposita gara. Ci si è accertati di questo? Ci si è accertati che a fronte di ogni fattura “straordinaria” ci fosse relativo ordine di servizio in forma scritta? Ci si è accertati che non si sia superato il 20% di sovrafatturazione? E se la procedura corretta non fosse stata seguita, sarebbe stato possibile invalidare i titoli di pagamento o almeno contestarli (una sovrafatturazione che superi il 20% che non abbia seguito procedure idonee può portare addirittura, così vedo scritto in modo solenne nel capitolato e nel contratto, alla risoluzione unilaterale del rapporto)? Niente di tutto questo. Addizione delle fatture, verifica del risultato aritmetico e basta…questa è l’attività che si è inteso portare avanti…eppure parliamo di un milione e 200mila euro solo di extra… Se ci aggiungiamo i 320.000 euro già pagati (da mandato) per Selleccola (nulla dovremmo più su quella questione) parliamo di oltre un milione e 600mila di servizi agguntivi che, ammesso che siano stati effettivamente resi nella loro pienezza, superano il 60% del totale del valore dei contratti in essere (1.600.000 su 2.800.000)!….ovviamente dovremmo, per essere precisi, considerare solo il contratto di raccolta e le fatture extra che sono intervenute dopo la stipula di esso, ma risparmio a chi legge tale percorso matematico che comunque da, assicuro, lo stesso risultato….ma possibile che nessuno, nell’Amministrazione, si sia accorto di ciò, nemmeno in questa ultima fase in cui l’attenzione sarebbe dovuta essere massima? Molti di questi extra risalgono alla seconda parte del 2011, a “controversia” già aperta!!!!

Chiarisco concetto importante: non intendo dire che i titoli di credito presentati dall’Esogest siano riferibili ad attività non svolte o siano falsi. Ciò che meraviglia e preoccupa è tuttavia la manifesta docilità con cui si comporta l’Amministrazione. L’altro giorno un assistente informatico mi ha presentato fattura, e pur riconoscendogli il merito di aver rianimato il mio vecchio hardware, ho discusso voce per voce quel pezzo di carta, fino a fargli rimuovere una chiamata, che lui stesso ha poi ammesso non dovuta. Ci è concesso sapere se uno spulcio del genere è stato intentato con i foglietti che giornalmente ci recapitavano quelli della nostra amica ditta?

Io l’elenco delle fatture emesse ce l’ho, ed ho l’elenco dei mandati fin qui spiccati. Nonostante siano occultati all’albo pretorio, me li sono procurati. Anche nell’elenco delle fatture, tuttavia, manca l’oggetto di esse, non essendoci proprio l’apposita colonna della tabella. E’, per così dire, un elenco omertoso. Allora ho dovuto rimediare un paio di fatturazioni campione, copia dell’originale. Su di uno di questi titoli che si aggiungono misteriosamente a quelli relativi al contratto di raccolta omnicomprensivo (che vengono generalmente indicati con la dicitura IGIENE URBANA), ad esempio, vi è la dicitura “INGOMBRANTI”, ma sul contratto c’è esplicitamente scritto, come abbiamo visto, che il servizio ingombranti è a chiamata ed il pagamento della prestazione e ricompresa nel canone mensile di appalto (compresa la messa a disposizione dell’Ecocentro di deposito). Perché allora Esogest fattura in maniera diversificata? E vi è tracciabilità delle chiamate? Su di un’altra fattura,all’oggetto della controprestazione, c’è scritto “RIFIUTI INERTI ECCEZIONALI”, ma l’impressione che ho è che spesso si equivochi ad arte la prestazione di “Servizi straordinari e urgenti comprendenti la bonifica dei siti inquinati presenti sul territorio comunale”, di cui il capitolato di appalto della raccolta prevede un compenso straordinario a parte, con quelle di “SERVIZIO DI RIFIUTI INERTI DEPOSITATI SU SUOLO PUBBLICO con utilizzo di automezzo scoperto e di pale meccaniche piccole (bob-cat), rimozione entro 24 ore dalla segnalazione dei competenti uffici comunali e trasporto dei medesimi presso idonei centri di smaltimento indicati dall’Amministrazione Comunale” oppure con quelle di “rifiuti eccezionali (cartoni, materiale di risulta proveniente da lavori edili, manutenzioni,etc.), in genere di elevata volumetria con produzione sporadica non prevedibile” che invece sono ricomprese, come gli ingombranti, nel compenso omnicomprensivo di 49.167,834+ IVA senza costi aggiuntivi. Per non parlare della voce “diserbo” spesso ad oggetto di fatture che abbiamo chiamato “eccezionali” ma che invece dovrebbe essere ricompreso nelle prestazioni standard da appalto come si legge nel capitolato di raccolta: “Pulizia delle cordolature di delimitazione strade, marciapiedi, aiuole spartitraffico dalla vegetazione spontanea (diserbo)”. Molti dei titoli extracontrattuali sottintendono che, per svolgere quella prestazione apparentemente ordinaria, in quei giorni è stato necessario, causa eccezionalità di qualsiasi tipo, l’impiego di più mezzi (ad esempio dei due auto compattatori a 350 euro al giorno di cui si è detto) e più uomini, ma dubito che vi siano a supporto relazioni e perizie tecnico-descrittive (almeno nessuno ha notizia della loro stesura) da parte del caposettore o di chi ha competenza. Tutto assolutamente contestabile quindi, tutte le fatture portabili in cassazione, se solo si fosse voluto….il miglior Iannettone, ingaggiato per boxare e non per abbracciare l’avversario, li avrebbe messi ko alla prima ripresa…..

In definitiva: Esogest agisce a Carinola dal 2008 e al 2011 e lo fa pressoché in regime di monopolio avendo il Comune assegnato loro anche la messa a disposizione dei vari impianti di stoccaggio multimateriale. Per gestire l’intero ciclo avrebbe dovuto percepire, fino al 2011 tutto, circa 2.800.000 iva inclusa. Stiamo parlando di prezzi già assai generosi. Ma di euro l’Esogest ne fattura nientedimeno che  1.200.000 di più, attraverso un centinaio (!) di fatturazioni extra, di imprecisata natura. Di quelle fatture (ripeto, circa cento) l’Amministrazione Comunale di Carinola ne contesta solo due o forse tre, di piccolo importo e palesemente sbagliate.

Abbiamo già detto dei decreti ingiuntivi a cui (fatto assai singolare) né la Ciaramella, né De Risi (da Sindaco) si sono opposti. Il primo (380.000 euro) fa riferimento ad una batteria di fatturazioni extra recapitate all’Assessorato all’Ambiente del Comune di Carinola dal Maggio 2009 all’Aprile 2010. L’Assessore di allora non le contesta e ne dispone il pagamento di alcune. Poi, dimettendosi, lascia al Sindaco Mannillo la gestione del debito. Questi, con atto monocratico, propone il 21/04/2010 il riconoscimento delle fatture che trova in assessorato e la loro transazione, ma cogliendo che qualcosa non quadra, dispone nello steso atto che venga fatta chiarezza attraverso un’investigazione legale (di cui ordina la convocazione) che terminasse con un atto di giunta, vincolante per il perfezionamento del riconoscimento del debito. Ma la Giunta, come si è detto, già non è operativa per le note dimissioni e dopo pochi giorni Gennaro Mannillo non è più Sindaco, cosicchè quell’indagine e quella chiarezza sulle fatture viene dimenticata.

Come mai, a partire dalla gestione commissariale, non vi è stata alcuna resistenza al pagamento dei titoli, come mai non ci si è opposti alle ingiunzioni, come mai si sia evitato di dar seguito ai dubbi di Mannillo e non si sia soddisfatta alcuna curiosità sulla sostanza dei mandati di pagamento e sulle relative bolle, come mai non si sia contestata alcuna richiesta di corrispettivo (tranne i simpatici novemila euro di Pagano) ed anzi si sia transatta (gli avvocati dicono “transatto” il participio passato  di “transare”, ma sarebbe sbagliato: “transatto” dovrebbe essere voce del verbo “transigere”, mentre di “transare”, termine nato dall’ignoranza, dovrebbe essere “transato”..ma la Microsoft mi segnala errore) una cifra molto vicina al massimo del presunto debito (quando la media delle transazioni, anche quelle con l’Equitalia, è del 50-60%) ve lo lascio immaginare. Ho premesso una piccola apologia dell’amicizia. Mi fermo. Tutto potrebbe essere effetto di tale premessa, ma tutto potrebbe essere anche illazione e congettura affrettata. Lascio a chi ha letto tale esercizio…..

Nel divertirsi a trarre conclusioni sbrigative (così verranno tacciate, qualsiasi siano quelle che verranno fuori), si consideri che il mondo del lavoro, soprattutto quello negli enti pubblici, è governato, anche in maniera connaturata ed inevitabile, dai “rapporti”. Mantenere buoni rapporti con una rete di agenti influenti è spesso vitale, sicuramente proficuo. Si veda un aspetto non secondario della vicenda: l’Esogest Ambiente srl è titolare, come si è detto, anche dell’appalto per la messa a disposizione dell’impianto di stoccaggio dell’umido proveniente dalla raccolta differenziata applicata a Carinola. Non so se si è colta, leggendo la relazione dell’avv. Iannettone e lo stesso atto di transazione, l’incredibile incertezza con cui si indica il prezzo del servizio di questo appalto: prima si dice che l’Esogest per qualche mese ha emesso per errore fattura per un prezzo maggiorato (per circa 41.000 euro), poi si dice che la stessa Esogest si è accordata (!) grazie alla transazione per il prezzo vero che offerse in sede di gara, poi si dice (in relazione) che tale prezzo è € 124,00 a tonnellata. In ultimo, al punto 5 dell’atto di transazione schematizato, si rileva e ci si accorda di nuovo (!!) che il prezzo da applicare venuto fuori dalla gara è 125,00 alla tonnellata sversata. Come dire: tra amici non si fa caso all’euro in più e l’euro in meno. Infatti la cifra è sbagliata anche nell’atto di transazione, perchè l’offerta dell’Esogest fu di € 125,25 + IVA/tonn (come abbiamo detto 137,77 Iva inclusa). L’appalto per lo stoccaggio dell’umido dovrebbe terminare a fine Aprile, come lo stesso atto di transazione ricorda. Ma ad oggi una nuova gara di appalto non è stata indetta e, quindi, anche dopo la fine dei termini, si continuerà a sversare a Pastorano da Luciano Sorbo. Rinnovi taciti, in qualche modo legali perché previsti da legge e da capitolato (“Il servizio continuerà fino ad espletamento definitivo di nuova gara di evidenza pubblica…”) ma che rendono chiare le indecisioni di questa amministrazione nel resistere e gestire i rapporti con una ditta veramente amica…o amica degli amici…

Rapporti che consentono, d’altro canto, di mantenere il “controllo” di alcuni dati. Il mio alter ego con nome e cognome registrato all’anagrafe denunciò qualche tempo fa che, consentendo il Comune di Carinola l’anomalia in ordine alla quale una ditta abbia sia il compito di raccogliere i rifiuti, misurare il loro peso in partenza e trasportarli in discarica sia il compito di ricevere i rifiuti trasportati e misurare il loro peso in arrivo (Esogest è titolare di entrambi gli appalti), favorisce che la stessa ditta possa in qualche modo “istintivamente” pesare in modo a lei favorevole, senza che alcuno si lamenti di qualche pesata allegra. Il camion carico di umido viene pesato, per conto del committente, da un omino quando parte da Carinola (ma viene veramente pesato, come c’è scritto sul capitolato?) per poi trovare in discarica un altro omino che riconosce ed accetta il tipo di rifiuto conferito, pesando di nuovo. Si dovrebbero controllare a vicenda i due omini, ma ovviamente essendo entrambi al soldo di Luciano Sorbo…..o essendo addirittura lo stesso omino…..Non è automatico né sicuro che avvengano sviste o manipolazioni ma, come dire, il Comune di Carinola non si è reso immune da tale evenienza….e controllando i FIR (Formulario Identificazione Rifiuti) delle pesate dal momento che Esogest ha cominciato a mettere a disposizione l’impianto di destinazione dell’umido che raccoglie ci si potrebbe accorgere che la quantità di frazione organica prodotta dai cittadini carinolesi è improvvisamente aumentata, o per lo meno è aumentata rispetto alle previsioni che la stessa gara di appalto pronosticava. L’Esogest viene pagata a peso ed il vantaggio di una pesata imprecisa per eccesso è evidente, ma anche l’Amministrazione Comunale, da una situazione del genere, ha qualcosa da guadagnare: il peso dell’umido sversato sta infatti alla base della formula per il calcolo della percentuale della raccolta differenziata (allegato 3 al Decreto Ministeriale n° 5723 del 14/11/2008 “Modalità di monitoraggio sulla produzione dei rifiuti e sulla raccolta differenziata”, emanato in attuazione della 123/2008 dal Sottosegretario di Stato per l’Emergenza Rifiuti -figura oggi soppressa- Guido Bertolaso). Proporzionalità marcatamente diretta: più aumenta l’umido trasportato ad impianto di stoccaggio più tale percentuale cresce. Ed infatti, come per incanto, dal Maggio dell’anno scorso è aumentata iperbolicamente, sino a raggiungere vette inaspettate e sbandierate del 56-57 %....

Insomma, se si tutelano bene i rapporti con una ditta che gestisce “intelligentemente” il ciclo dei rifiuti, o perlomeno il segmento di ciclo di competenza comunale, un’amministrazione può trarre vantaggi. O perlomeno tale dominio dei meccanismi, permette a molti sindaci di difendersi da quella “legge cravatta” (la 123/2008 appunto) che invece di intimare loro di ridurre la quantità assoluta di rifiuti prodotti nel territorio di competenza, li costringe ad aumentare, con pene severe, la percentuale di rifiuti differenziati. Basta a quel punto “padroneggiare” il sistema di rilevamento del peso in arrivo ed il gioco è fatto…contento tu che guadagni un po’ di più, contento io che ho la percentuale di differenziata giusta……

Le amministrazioni, penso sia chiaro, sono quasi costrette a scendere a patti (espliciti o silenziosi) con i gestori privati del ciclo rifiuti, che quindi governano i processi. Si faccia caso, a proposito ed in ultimo, ad un altro dato. Abbiamo detto che la base d’asta della gara di appalto per l’individuazione dell’impianto di stoccaggio della frazione organica della nostra raccolta differenziata era assurdo. Perché? Ma perché era di 150 euro a tonnellata + IVA quando sversare l’indifferenziato nelle discariche tenute dalla Provincia di Caserta costava una tariffa di € 118 iva inclusa. Considerato il ribasso in sede di gara, l’Esogest riceve, abbiamo detto, circa 137,77 euro Iva inclusa. Non solo trattasi di un prezzo oltremodo caro, considerando che trattasi di una semplice giacenza, ma ciò che da più da pensare è che si vive a Carinola il seguente paradosso: ci si affatica tanto e con impiego di mezzi portentoso e costosissimo (due camion tre volte a settimana per l’umido, due volte a settimana per il secco, 10 persone impiegate ecc.) per differenziare i rifiuti, per poi portarli ad un impianto che ci costa di più, a tonnellata, rispetto a quanto avremmo pagato se quei rifiuti non li avessimo differenziati. E vabbè, ma intanto preserviamo i rapporti ……….. rapporti importanti, amicizie fondamentali……..
Rapporti ed amicizie diffusi, che fanno la fortuna degli imprenditori, dei “contractors”. Anche Marcianise ha individuato il sito di stoccaggio dell’umido mediante gara di appalto ad evidenza pubblica, anche San Prisco, anche altri comuni. A parte che vincono sempre o l’Esogest o l’Ecotransider (si scambiano anche loro molti “favori”, altrimenti non si capisce perché l’Esogest offre un ribasso del 16,5 % per ospitare l’umido carinolese e poi non va oltre il 15% per quello di altri enti locali, perdendo la gara con i colleghi di Gricignano che a loro volta, cambiando misteriosamente l’offerta, pare abbiano “deciso” di perdere a Carinola ed in altre parti). Quello che colpisce più è invero la base d’asta: 150 euro a tonnellata + IVA!. Ma guarda un po’. Si dirà: forse c’è un prezzario regionale, da dove questa cifra viene estratta. No non c’è, ma anche se ci fosse sarebbe un prezzario assurdo e troppo favorevole alle ditte di raccolta e smaltimento.

Come dire: c’è un disegno superiore…….ed alla base ci sono quelle che una volta si chiamavano reti di amicizie ed oggi si chiamano network di poteri forti. Sono sistemi che si pongono al di sopra di tutto e trasversalmente permeano ogni cosa….è il mondo degli affari del ventunesimo secolo, un turbocapitalismo che tutto governa, che si autoalimenta con meccanismi anticoncorrenziali dove le amministrazioni pubbliche non sono più distributrici di servizi essenziali, ma fonte inesauribile di enorme profitto….profitto, ovviamente, solo per pochi, sempre per gli stessi….un sistema consolidatissimo e potentissimo che mette sotto chiunque, figuriamoci chi debole lo è nelle fondamenta come l’Amministrazione De Risi…..

Firmo, sul Quiquiri, con il mio solito pseudonimo per rispetto dello spirito di questo storico spazio libero. Tuttavia non scarico la responsabilità di quello che ho affermato…….gli amministratori del sito, a cui non mi stancherò mai di dire grazie per il risveglio delle coscienze che hanno contribuito a determinare da qualche anno a questa parte, sanno bene chi sono e forse anche qualche lettore…..a richiesta di chiunque, rivelate pure la mia identità….. Augh!

                                                                                                                             L’Olandese







venerdì 13 aprile 2012

Congiure di palazzo: il gioco più bello in Comune


Per un pelo il nostro Giggi si salvò. Comincia così la storia di questi giorni, o settimane che siano, appese ad un filo, ad un capriccio, ad una minaccia. La maggioranza è sana e salva ripete qualcuno, ma nè da dentro nè da fuori si direbbe che sia così.
Musi lunghi, sindaco solo, Tonino Pagano tuttofare; alcuni cospirano. Intanto 700.000 euro alla Esogest - di buona uscita verrebbe da dire, ammesso che a novembre facciano definitivamente le valigie - per debiti dal 2008 al 2012.
Madonna che fortuna! La minoranza si sfrega le mani. Ed ecco la politica delle nostre parti!
Il povero Massimo sparito da Carinola (si farà vedere tre mesi prima delle prossime amministrative, provinciali o politiche che siano); uomo lontano da Caldoro (diversamente da quanto faceva credere) pensa che i problemi si possano risolvere con contributi piuttosto che con infrastrutture o piuttosto che attirare investimenti per creare occupazione. E poi deve fare i conti con le congiure, lui che ne ha ordita una due anni fa. Per la serie chi la fa, l'aspetti.
Così questi giorni si parlava spesso di sfiducia, di trame, di beghe, di sopra e di sotto, ma per chi conosce bene i suoi polli, sa che sono solo minacce per ottenere chissà cosa. Proprio così. Tant'è vero che il sindaco ha convocato due verifiche per saperne di più.
Figuratevi se glielo avrebbero detto in faccia: " si è vero, ti vogliamo far cadere, ci dispiace. Anzi, se troviamo il settimo, andiamo dal notaio". Ma queste sono cose che si dicono alle spalle dell'interessato. Come direbbe il grande Troisi: pensavo fosse amore, invece era un calesse.
Intanto chi ci pensa al territorio, alle famiglie, ai problemi, alla depurazione, all'agricoltura, al turismo, ai beni culturali?
Proviamo a ragionare un attimo. La minoranza deve controllare l'operato della maggioranza, ma non solo. Deve anche proporre, fare segnalazioni di cose che non vanno. Bene, da noi è così? L'amministrazione, a cui la maggioranza della popolazione ha dato fiducia per cambiare le cose, fidando nelle parole del povero Massimo, litiga per le poltrone dal secondo giorno della nomina della Giunta. Ebbene, come fa a pensare e a concretizzare il programma amministrativo ogni santo giorno se ha altro per la testa?
Amministratori, datevi un pizzicotto e svegliatevi dai vostri incubi di potere. O deve pensarci qualcun altro a svegliarvi con un bel calcio nel culo? Non meritate di meglio!

Gavroche

domenica 8 aprile 2012

Buona Pasqua quiquirina


Buona Pasqua proprio a tutti,
secchi, grassi, belli e brutti
al bel Monti che con tutti i suoi coglioni
fa rimpiangere persino Berlusconi.
Alla Fornero, faccia da strega
che sa frignar, ma se ne frega
A Bossi che in fatto di ladrona
la sua Lega ha la corona
Auguroni anche ad Enzo
che di "lodi" ce ne fa una panza
.
Pace, pace a tutto il mondo
a chi ingrassa e a chi va a fondo.


martedì 3 aprile 2012

Ti amo, popolo mio


Popolo l'unico pregio che hai è che non sei niente. Meno di niente, devi solo aspettare. Perchè tu, popolo, questo solo puoi fare. Sei capace solo di attendere che tutto vada per il meglio. Le bugie sono pane per te. Se non mangi bugie, popolo, tu sei spacciato. E per questo motivo che ti voglio bene mio caro popolo.
Tu sei candido e devi vivere di sogni, sei un bambino che aspetta la festa e quando il regalo non è bello come lo desideravi diventi un pò triste, ma poi ti tiri su e continui a mangiare bugie. Ti amo popolo mio perchè ti lamenti sempre ma al primo sguardo di superiorità, al primo tono di prepotenza giri la faccia e torni a casa da tua moglie/marito. Perchè popolo tu non sei nulla, tu sei solo l'illusione di te stesso. Io ti amo e tu mi ami. Siamo fatti l'uno per l'altro; tu timido io espansivo, tu volgare io peggio, tu straccione io elegante, tu schiavo io potente, tu forte io precario, io potere tu popolo.
Popolo mi piaci perchè dici sempre di si anche quando dici di no. Sei simpatico quando credi di essere importante, necessario. Anche tuo figlio, il popolo giovane è simpatico come te quando crede di cambiare le cose, urla, chiede, gioca, propone ma alla fine è proprio come te: un niente. Si sa, i giovani sono giovani, ma presto diventano tutto e per tutto suo padre, un niente totale.
Tu non conti popolo devi solo stare zitto e fermo, devi solo illuderti, gonfiarti di promesse e di bugie. Popolo sei schiavo perchè accetti solo e non rifiuti mai e per questo motivo che tu sei popolo e io no, che tu sei schiavo e io no. Popolo ma chi credi di essere? Tu non sei niente e quindi torna al tuo posto e stai composto e in silezio. E se provi a disubbidirmi.................


Il tuo padrone

domenica 1 aprile 2012

Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi



Ero presente mercoledì scorso alla preghiera della gioia che si tiene ogni settimana dalle suore di Carinola, quando, alla fine di una sobria celebrazione in cui si era venerata la Croce, don Paolo Marotta ha comunicato a tutti i presenti la sua decisione di non celebrare più la preghiera.
E’ inutile dire che le persone presenti sono rimaste senza parole, poi hanno cominciato a protestare, qualcuno a piangere. Don Paolo ha dovuto calmare l’assemblea chiedendo silenzio e riflessione a tutti, a cominciare da se stesso.
Proprio per acconsentire alla volontà di don Paolo di usare questo periodo come momento di riflessione, rifletto. E mi faccio anche delle domande, a cui cerco di trovare una risposta.
La preghiera della gioia non è nata dalla volontà di don Paolo; è nata dal desiderio di alcuni giovani di riunirsi insieme per pregare e cantare; per vivere la loro fede nel modo a loro più congeniale. Solo più tardi, quando già si riunivano da qualche tempo, il sacerdote si è offerto di guidarli, sicuramente per due motivi specifici: primo, per accoglierli e farli sentire parte di un tutto che si chiama Chiesa; secondo perché anche a lui piace cantare, giovane con i giovani.
Ho partecipato spesso alla preghiera della gioia ed ho sempre visto una cappella piena di gente, ma soprattutto piena di tantissimi giovani e tanti uomini. Molte conversioni ha operato lo Spirito tramite questa preghiera; e questo è un dato di fatto. Don Paolo è stato sempre una guida straordinaria, che sapeva incitare al canto, ma anche al raccoglimento e al silenzio. E silenzio e raccoglimento si facevano.
Ora questo sacerdote viene accusato di allontanare le persone dalle loro parrocchie…. e lui, molto umilmente, si fa da parte per non creare malumori tra i suoi confratelli.

Quest’accusa così puerile mi fa venire da ridere. Beh, se le persone si allontanano dalle loro parrocchie, non è certo per causa di don Paolo o di quell’incontro settimanale, che può essere benissimo considerato un approfondimento della vita parrocchiale. Per conto mio, le ragioni vanno ricercate altrove: nell’incapacità di molti sacerdoti di mettersi sulla stessa lunghezza d’onda dei loro fedeli e soprattutto dei giovani; nella loro incapacità di accettare il carisma di un altro sacerdote.
E’ inutile negarlo, l’invidia e la gelosia hanno sempre trovato la porta ben aperta nella santa romana chiesa, che da madre si trasforma spesso in matrigna. Se poi aggiungiamo anche un pizzico di superbia da parte di chi non vuole sentirsi secondo a nessuno, ecco allora che la luciferite afferra e schiavizza il malcapitato. Mettiamoci ancora l’indolenza di un Pastore che, dopo aver partecipato lui stesso alla preghiera ed averla molto apprezzata, non riesce a valorizzare quest’ iniziativa di primo annuncio ai lontani, beh allora la pentola è bella e pronta!
Tutti nel calderone per essere cotti a fuoco lento? No!...

Quegli stessi giovani che avevano iniziato la preghiera tre anni fa e a cui si aggiungono ora molti altri, hanno deciso che non rinunceranno a quell’incontro settimanale così importante per loro.
L’incontro ci sarà lo stesso, anche senza don Paolo, perché don Paolo non era il fine della preghiera, era solo lo strumento, la guida che aiutava a pregare meglio. Quei sacerdoti che hanno protestato contro un’ iniziativa così positiva, possono gioire perché la loro malvagità ha ottenuto il risultato che volevano: quella di togliere un valido aiuto a chi aveva comunque voglia di incontrarsi per pregare insieme e a coloro che, grazie alla preghiera della gioia, hanno riscoperto il valore della spiritualità.
Credo che questi ragazzi saranno comunque aiutati perché, come dice Gesù, “dove sono riuniti due in mio nome, là sono io”.

Anima critica

venerdì 30 marzo 2012

L’ Annunziata bistrattata



All’inizio di questo marzo, una giovane studiosa della Sapienza di Roma, Eleonora, è venuta con il marito a Carinola a visitare e fotografare le nostre chiese, per uno studio sulle strutture religiose del XII, XIII e XIV secolo dell’alto casertano.
Mi aveva cortesemente contattato sul sito dell’Associazione Piccirillo, chiedendomi se fossi stata disposta ad accompagnarla. Beh, certo che si!
Siamo stati prima al Convento di san Francesco a Casanova e poi alla Cattedrale, dove ha fatto molte foto. E fin qui nulla da dire. Poi siamo stati all’Annunziata…
E allora ho avuto vergogna di essere di Carinola e di vivere in questo posto, per l' imbarazzo che ho provato a causa dell’incuria e l’indifferenza in cui versa quella stupenda chiesa.
Nonostante i responsabili fossero stati avvertiti di quella visita, non c’è stata l’ accortezza e la sensibilità di far trovare almeno tutto pulito.
L’Annunziata, questo piccolo gioiello del 1400, che se si trovasse altrove sfolgorerebbe d’ orgoglio per la cura e l’attenzione dedicatagli, qui se ne sta afflitta e sofferente, tra le erbacce che l‘ umiliano e la sporcizia che l’infesta da ogni lato, dandogli quel senso di degrado e di abbandono che rende patetica qualsiasi cosa.

Il povero Cristo della cappellina esterna, solo a guardarlo, fa stringere il cuore: appeso con un solo braccio alla croce, tra piante secche e vasi rovesciati e uno strato di polvere alto un dito, sembra morire una seconda volta nella desolazione e nello scoramento più nero.
L’interno della chiesa non era da meno. L’immagine dell’abbandono e dell’indifferenza era davanti ai nostri occhi: l’abside piena di immondizia varia; pavimenti sporchi, banchi polverosi, e su tutto, una spaventosa umidità alle pareti che avanza inesorabilmente e che distruggerà anche gli affreschi, se non si interviene velocemente.

Eleonora e suo marito restarono molto amareggiati e me lo disse bello chiaro e tondo: come si può lasciare un gioiello così in simili condizioni? E’ questa insensibilità generale verso i beni culturali che fa del sud un posto molto criticabile. Mi disse che avrebbe scritto qualcosa da pubblicarsi sui giornali locali per svegliarla questa sensibilità, ma finora non l’ha fatto, forse per un senso di rispetto nei miei confronti.

Cercai di giustificare la cosa dicendo che la chiesa viene aperta solo una volta all’anno, ma chiaramente non la convinsi, perché Eleonora mi rispose che proprio perchè è una chiesa chiusa per la maggior parte dell’anno, ci si dovrebbe avere più cura, altrimenti degrada più facilmente.
Che dire?...
Nonostante i continui appelli all'attenzione verso i nostri beni, nonostante la continua campagna formativa e informativa che si fa attraverso la Rete per cercare di suscitare interesse e sensibilità, ancora non abbiamo raggiunto, non dico la sufficienza, ma la mediocrità.
Gli animi sono ancora chiusi a queste problematiche; quelli di tutti.
Mi dispiace dirlo, ma comincerò a dare molto fastidio. Fino a quando non avrò risvegliato un minimo d’interesse nei miei concittadini, anche nei più istruiti, che sembrano non averne alcuno, se non quello immediatamente personale e spicciolo.


Clio

lunedì 26 marzo 2012

Terre di vino


Terre di Vino, nuovo appuntamento del Circuito socio-Culturale Caleno, in programmazione per sabato trentuno marzo a partire dalle diciannove. Così mentre i colossi del Falerno – Cantine Papa, Fattoria Pagano, e tanti altri ancora- si sono precipitati nello scorso weekend al Vinitaly di Verona - i ragazzi del Circuito continuano un percorso di ricerca di vini dei vitigni autoctoni, in occasione di una serata didattico-degustativa presso la sede operativa - sita in Borgo Laurenzi, Via Grangelsa n° 87 – Casanova di Carinola per sabato prossimo. Diverse le adesioni fino a questo momento così come buona è la dose di entusiasmo che si registra nella comunità per questa seconda edizione. A spiegare bene l’evento ci pensa Antonio Papa, produttore di vino Falerno, dottore in lettere classiche che collabora con l’associazione. Infatti, “Ritengo queste occasioni, utili per ristabilire un rapporto sano e genuino con il nostro territorio. Ho deciso di appoggiare i progetti (didattici) del circolo caleno già da qualche tempo, offrendo la mia esperienza, con la speranza di contribuire ad alimentare la fame di conoscenza e l'ambizione, e tutelare le nostre tipicità e la nostra storia”. In effetti, sembra di capire che Terre di Vino cerca di stimolare i piccoli e medi produttori che si affacciano per la prime volta alla produzione di nicchia del mitico vino Falerno, un’occasione didattica per stabilire la creazione di contatti fra studiosi, appassionati e produttori così da stimolare la crescita e il miglioramento di una produzione vitivinicola tutta da valorizzare. Terre di Vino comincerà con un seminario sulle tecniche di produzione del falerno: una viticoltura eroica in chiave moderna a cura di Antonio Papa, tecnico sommelier AIS. Dopodiché saranno trattati i principi della tecnica di degustazione dei vini, a cura di Guido Di Cresce sommelier AIS. A seguire una degustazione e piatti tipici di stagione. Per i produttori è possibile comunicare le loro adesioni fino a sabato pomeriggio.

Circuito Caleno


martedì 20 marzo 2012

Il cavallo e l'asino


C'era un uomo che aveva un asino e un cavallo. Un giorno che stavano viaggiando per la strada, l'asino si rivolse al cavallo: << Prendi un pò del mio carico, se non vuoi vedermi morto >>. Ma l'altro non volle saperne. E l'asino stramazzò e morì. Allora il padrone passò sul dorso del cavallo tutto il carico e in più la pelle dell'asino; e il cavallo, piangendo, esclamava:
<< Ahimè disgraziato! Che cosa mi è mai successo, povero infelice! Per aver rifiutato un poco di quel peso, eccomi costretto a portarlo tutto, ed in più anche la pelle>>.

La favola mostra che nella vita grandi e piccoli devono far causa comune, se vogliono salvarsi gli uni e gli altri.

Dalle favole di Esopo
E dove se non qui, nella classicità, si posson trovare queste illuminazioni, capaci di scuotere anche se per un solo momento, la nostra coscienza affannata e subito dopo liberar l'immaginazione. Ricercar la concordia, buon senso, educazione e senso civico, da noi spesso è come cercare metalli preziosi. Non solo, a volte mettere in pratica buone azioni fa rivoltar le orbite degli occhi a taluni. Così spaventoso è l'aiutarsi in una piccola comunità, difendere insieme la propria terra vergine, verde, profumata e carica di frutti, alberi e animali?Nessuno può credere ad una cosa del genere. Eppure, non viviamo come una comunità forte, onesta ed unita. Semmai è vero il contrario.

Caspita, ora che ci penso, non ho mai sentito parlar bene di qualcuno da un altro carinolese! Tutti si sparlano con lingue biforcute, peggio di aspidi! Hai visto quello? Hai sentito quell'altro? E così dallo scherzo si passa a qualcosa di peggio. Ma ciò sarebbe poco se quando collaborando per una causa comune - pubblica o privata - ci si aiutasse l'uno con l'altro senza risparmio...

Forse sarebbe il caso di cominciare a pensare al cavallo!

Popolo, caspita e come dormi (e come russi)! Destati, sto parlando con te! Non star sempre ad impicciarti di politica da bar e da marciapiedi, inciuci e di balle profumate scritte su questi poveri blog. Pensa a te stesso! Lascia che questi caproni si scornino fra loro, ad intromettersi con questi rischi di perdere - come a lavar la testa all'asino- tempo, acqua e sapone. E forse pure i sordi!

(Ora che l'effetto classico è già svanito, sento che forse non ho perso tempo a parlare ad asini e a cavalli)

Gavroche