All’inizio di questo marzo, una giovane studiosa della Sapienza di Roma, Eleonora, è venuta con il marito a Carinola a visitare e fotografare le nostre chiese, per uno studio sulle strutture religiose del XII, XIII e XIV secolo dell’alto casertano.
Mi aveva cortesemente contattato sul sito dell’Associazione Piccirillo, chiedendomi se fossi stata disposta ad accompagnarla. Beh, certo che si!
Siamo stati prima al Convento di san Francesco a Casanova e poi alla Cattedrale, dove ha fatto molte foto. E fin qui nulla da dire. Poi siamo stati all’Annunziata…
E allora ho avuto vergogna di essere di Carinola e di vivere in questo posto, per l' imbarazzo che ho provato a causa dell’incuria e l’indifferenza in cui versa quella stupenda chiesa.
Nonostante i responsabili fossero stati avvertiti di quella visita, non c’è stata l’ accortezza e la sensibilità di far trovare almeno tutto pulito.
L’Annunziata, questo piccolo gioiello del 1400, che se si trovasse altrove sfolgorerebbe d’ orgoglio per la cura e l’attenzione dedicatagli, qui se ne sta afflitta e sofferente, tra le erbacce che l‘ umiliano e la sporcizia che l’infesta da ogni lato, dandogli quel senso di degrado e di abbandono che rende patetica qualsiasi cosa.
Il povero Cristo della cappellina esterna, solo a guardarlo, fa stringere il cuore: appeso con un solo braccio alla croce, tra piante secche e vasi rovesciati e uno strato di polvere alto un dito, sembra morire una seconda volta nella desolazione e nello scoramento più nero.
L’interno della chiesa non era da meno. L’immagine dell’abbandono e dell’indifferenza era davanti ai nostri occhi: l’abside piena di immondizia varia; pavimenti sporchi, banchi polverosi, e su tutto, una spaventosa umidità alle pareti che avanza inesorabilmente e che distruggerà anche gli affreschi, se non si interviene velocemente.
Eleonora e suo marito restarono molto amareggiati e me lo disse bello chiaro e tondo: come si può lasciare un gioiello così in simili condizioni? E’ questa insensibilità generale verso i beni culturali che fa del sud un posto molto criticabile. Mi disse che avrebbe scritto qualcosa da pubblicarsi sui giornali locali per svegliarla questa sensibilità, ma finora non l’ha fatto, forse per un senso di rispetto nei miei confronti.
Cercai di giustificare la cosa dicendo che la chiesa viene aperta solo una volta all’anno, ma chiaramente non la convinsi, perché Eleonora mi rispose che proprio perchè è una chiesa chiusa per la maggior parte dell’anno, ci si dovrebbe avere più cura, altrimenti degrada più facilmente.
Che dire?...
Nonostante i continui appelli all'attenzione verso i nostri beni, nonostante la continua campagna formativa e informativa che si fa attraverso la Rete per cercare di suscitare interesse e sensibilità, ancora non abbiamo raggiunto, non dico la sufficienza, ma la mediocrità.
Gli animi sono ancora chiusi a queste problematiche; quelli di tutti.
Mi dispiace dirlo, ma comincerò a dare molto fastidio. Fino a quando non avrò risvegliato un minimo d’interesse nei miei concittadini, anche nei più istruiti, che sembrano non averne alcuno, se non quello immediatamente personale e spicciolo.
Mi aveva cortesemente contattato sul sito dell’Associazione Piccirillo, chiedendomi se fossi stata disposta ad accompagnarla. Beh, certo che si!
Siamo stati prima al Convento di san Francesco a Casanova e poi alla Cattedrale, dove ha fatto molte foto. E fin qui nulla da dire. Poi siamo stati all’Annunziata…
E allora ho avuto vergogna di essere di Carinola e di vivere in questo posto, per l' imbarazzo che ho provato a causa dell’incuria e l’indifferenza in cui versa quella stupenda chiesa.
Nonostante i responsabili fossero stati avvertiti di quella visita, non c’è stata l’ accortezza e la sensibilità di far trovare almeno tutto pulito.
L’Annunziata, questo piccolo gioiello del 1400, che se si trovasse altrove sfolgorerebbe d’ orgoglio per la cura e l’attenzione dedicatagli, qui se ne sta afflitta e sofferente, tra le erbacce che l‘ umiliano e la sporcizia che l’infesta da ogni lato, dandogli quel senso di degrado e di abbandono che rende patetica qualsiasi cosa.
Il povero Cristo della cappellina esterna, solo a guardarlo, fa stringere il cuore: appeso con un solo braccio alla croce, tra piante secche e vasi rovesciati e uno strato di polvere alto un dito, sembra morire una seconda volta nella desolazione e nello scoramento più nero.
L’interno della chiesa non era da meno. L’immagine dell’abbandono e dell’indifferenza era davanti ai nostri occhi: l’abside piena di immondizia varia; pavimenti sporchi, banchi polverosi, e su tutto, una spaventosa umidità alle pareti che avanza inesorabilmente e che distruggerà anche gli affreschi, se non si interviene velocemente.
Eleonora e suo marito restarono molto amareggiati e me lo disse bello chiaro e tondo: come si può lasciare un gioiello così in simili condizioni? E’ questa insensibilità generale verso i beni culturali che fa del sud un posto molto criticabile. Mi disse che avrebbe scritto qualcosa da pubblicarsi sui giornali locali per svegliarla questa sensibilità, ma finora non l’ha fatto, forse per un senso di rispetto nei miei confronti.
Cercai di giustificare la cosa dicendo che la chiesa viene aperta solo una volta all’anno, ma chiaramente non la convinsi, perché Eleonora mi rispose che proprio perchè è una chiesa chiusa per la maggior parte dell’anno, ci si dovrebbe avere più cura, altrimenti degrada più facilmente.
Che dire?...
Nonostante i continui appelli all'attenzione verso i nostri beni, nonostante la continua campagna formativa e informativa che si fa attraverso la Rete per cercare di suscitare interesse e sensibilità, ancora non abbiamo raggiunto, non dico la sufficienza, ma la mediocrità.
Gli animi sono ancora chiusi a queste problematiche; quelli di tutti.
Mi dispiace dirlo, ma comincerò a dare molto fastidio. Fino a quando non avrò risvegliato un minimo d’interesse nei miei concittadini, anche nei più istruiti, che sembrano non averne alcuno, se non quello immediatamente personale e spicciolo.
Clio
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