BUON ANNO
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sabato 31 dicembre 2011
giovedì 29 dicembre 2011
La Cantata di San Silvestro
Inizialmente ogni città, paese, contrada, aveva un testo ed una melodia più o meno propria, legata al proprio substrato culturale, e insieme aveva anche un nome preciso per definire la Cantata di San Silvestro: Buche-Buche per alcuni, per altri PutiPù, per altri ancora il Carro della ‘Nferta e così via. Ma alla fine queste “farse natalizie”, o “canti a suffragio”, dalla remotissima tradizione popolare del Meridione (ma che molti vogliono far provenire dal territorio santarpinese), sono semplicemente dei canti augurali, tramandati, con vari mutamenti linguistici e semantici, nel corso dei secoli. Così avviene che in questi giorni la Cantata di San Silvestro bussi ancora alle porte delle case e passi per le piazze, col suo seguito di musici, cantanti per risvegliare una cultura antica e una memoria che si rinnova anno dopo anno.
Come sia nato e quando soprattutto, sono domande di non facile soluzione. Tuttavia, appunto per le misteriose origini che si nascondono dietro di essa, è stata studiata da filosofi, musicologi e antropologi, da G.B. Basile ( che ne parlò per la prima volta nel 1600) a Pasolini, fino a Roberto de Simone che ne ha garantito certa divulgazione scritta.
Naturalmente datarla è quasi impossibile, a causa dei suoi riferimenti alle antiche farse avellane ( addirittura V secolo a.C.). Di sicuro sappiamo però che essa fu vietata varie volte nel corso dei secoli per le strade della Campania. Per ultimo, dal regime fascista, che impediva di andare cantando per le strade e forse pure per i suoi contenuti pagani.
Poi tutto rinasce nel dopoguerra, anche in quel di Casanova. La voglia di ricominciare, il benessere, spinsero Francesco Zuè (artigiano casanovese) a rimpiazzare in qualche modo la cantata locale, andata però perduta. Pensò, insieme ad alcuni, ad una rielaborazione del testo e della musica, integrando con quanto rimaneva delle strofe tramandate, con altre ascoltate nei comuni limitrofi ( Sessa, Casale, Lauro, Cascano, Corigliano, Piedimonte). Una sera di fine anno partì per i vicoli di Casanova, con il suo mandolino, qualche chitarra, alcuni cantanti, ed ovviamente con un suonatore di buche-buche, realizzato artigianalmente.
La tradizione ha resistito, si è rinnovata, con la partecipazione di nuovi componenti, che anche quest’anno porteranno in giro - per case, piazze, vicoli e cortili - la Cantata di San Silvestro, col suo seguito colorato, affascinato, carico di gioia e coperto da un mantello mitico.
micsorv
Naturalmente datarla è quasi impossibile, a causa dei suoi riferimenti alle antiche farse avellane ( addirittura V secolo a.C.). Di sicuro sappiamo però che essa fu vietata varie volte nel corso dei secoli per le strade della Campania. Per ultimo, dal regime fascista, che impediva di andare cantando per le strade e forse pure per i suoi contenuti pagani.
Poi tutto rinasce nel dopoguerra, anche in quel di Casanova. La voglia di ricominciare, il benessere, spinsero Francesco Zuè (artigiano casanovese) a rimpiazzare in qualche modo la cantata locale, andata però perduta. Pensò, insieme ad alcuni, ad una rielaborazione del testo e della musica, integrando con quanto rimaneva delle strofe tramandate, con altre ascoltate nei comuni limitrofi ( Sessa, Casale, Lauro, Cascano, Corigliano, Piedimonte). Una sera di fine anno partì per i vicoli di Casanova, con il suo mandolino, qualche chitarra, alcuni cantanti, ed ovviamente con un suonatore di buche-buche, realizzato artigianalmente.
La tradizione ha resistito, si è rinnovata, con la partecipazione di nuovi componenti, che anche quest’anno porteranno in giro - per case, piazze, vicoli e cortili - la Cantata di San Silvestro, col suo seguito colorato, affascinato, carico di gioia e coperto da un mantello mitico.
micsorv
martedì 27 dicembre 2011
Lettera al direttore
Esimio Direttore,
Le sottopongo un quesito a cui nessun tecnico è riuscito a rispondere.
Oltre la Tarsu il cittadino paga l’ex ECA, l’ex MECA ed il tributo di igiene ambientale, l’arrotondamento (0,30) complessivamente nella misura del 15%.
Mi chiedo e vi chiedo un cittadino paga il 15% in più perché così prevede la Legge, ed è dovuto.
Il 15% in più riscosso coattivamente dall’Equitalia non va al comune, l’Ente non lo prevede in bilancio, non lo riscuote, Equitalia non lo trasferisce al comune.
Girerei il quesito ad una trasmissione satirica, mi troverei in difficoltà per il mio ruolo professionale e politico, Direttore Lei potrà aprire una discussione sul sito e dare una risposta ad una domanda a cui mai nessuno ha risposto.
Lei mi chiederà, perché non ha affrontato la questione a suo tempo debito?
Non so se mi crederà, non ho avuto il tempo, almeno quando ho ricoperto la massima carica.
Tex
Oltre la Tarsu il cittadino paga l’ex ECA, l’ex MECA ed il tributo di igiene ambientale, l’arrotondamento (0,30) complessivamente nella misura del 15%.
Mi chiedo e vi chiedo un cittadino paga il 15% in più perché così prevede la Legge, ed è dovuto.
Il 15% in più riscosso coattivamente dall’Equitalia non va al comune, l’Ente non lo prevede in bilancio, non lo riscuote, Equitalia non lo trasferisce al comune.
Girerei il quesito ad una trasmissione satirica, mi troverei in difficoltà per il mio ruolo professionale e politico, Direttore Lei potrà aprire una discussione sul sito e dare una risposta ad una domanda a cui mai nessuno ha risposto.
Lei mi chiederà, perché non ha affrontato la questione a suo tempo debito?
Non so se mi crederà, non ho avuto il tempo, almeno quando ho ricoperto la massima carica.
Tex
lunedì 19 dicembre 2011
Cultura da bere e…… da mangiare
Quando si parla di cultura molti pensano a qualcosa di tedioso e di pesante. Se fossero intervenuti alla bellissima manifestazione organizzata dal Circuito socio-Culturale Caleno avrebbero avuto molti motivi per ricredersi. Questa associazione è nata da poco, senza aiuti pubblici, solo grazie all’entusiasmo di alcuni giovani che hanno concretizzato un loro progetto culturale. Questi hanno deciso di rendere fruibile la cultura nelle sue più alte e molteplici forme ad una platea di fruitori sempre più larga. Per fare ciò hanno ideato un modo innovativo di proporla, fatto di semplici iniziative di facile recepimento da parte di tutti. Innanzitutto hanno avuto la brillante idea di ubicare la sede dell’associazione in un palazzo antico che già di sé è un museo. Solo visitarlo compensa del piccolo sacrificio che si fa per recarvisi. Se poi si sceglie una occasione come quella di ieri sera, si raggiunge il massimo del piacere. Ho avuto la fortuna di essere ospitato per la serata dedicata al vino e sono tornato a casa veramente strabiliato da quello che ho avuto. Una meravigliosa serata possibile anche a Casanova quando si mette in moto la fantasia e la creatività dei giovani specialmente se capaci come Mario, Michele, Pasquale, Salvatore, Angelo, Giorgio, e l’Archimede Pitagorico della compagnia, l’infaticabile Quirino e tanti altri. Ho trovato la sede già pronta con le sedie già occupate in parte da un pubblico non numerosissimo ma di una certa levatura. Ha introdotto la serata il giovane archeologo Riccardo Laurenza che giocava in casa perché di Casanova. Completa e circostanziata la sua dotta dissertazione sui recipienti usati anticamente per il vino Falerno e sulla vita di questo nobile vino. Ha fatto tutta la storia di questo nettare degli dei partendo dalle sue origini fino ai giorni nostri. Ha riportato, tradotto e spiegato tantissime citazioni di scrittori romani, nelle quali si elogiavano le virtù del Falerno considerato nell’antichità il re dei vini. La sua conferenza è stata resa ancora più chiare brochure anche a colori che ha distribuito agli attenti ascoltatori. Dopo un primo assaggio dell’ottimo vino delle cantine Papa la serata è proseguita con l’intervento del titolare delle stesse, Antonio, come tema: la storia del vino. Interessante come la precedente la relazione svolta, ha captato l’attenzione del pubblico presente. Chiaro e completo, l’intervento ha percorso tutta la storia del vino dalla sua nascita ai giorni odierni. Ha iniziato dai Greci che per primi si dedicarono alla cultura di questa pianta magica, passando poi ai romani che ne allargarono la coltivazione ed il commercio. Ha continuato descrivendo l’opera della chiesa che determinò il lancio di questo prodotto a livello mondiale verso tutte le masse popolari. L’aver da sempre sostenuto la misticità del vino che durante la S. messa si trasforma nel sangue di Cristo fece sì che questo diventasse la bevanda più bevuta da tutti. Ha poi dissertato sulle capacità dei Francesi di aver capito per primi le potenzialità economiche di questo prodotto e di essersi dedicato per primi alla sua commercializzazione in tutte le sue forme. Ha tenuto a dire che le aziende vitivinicole italiane non sono da meno come qualità e quantità ma sono frenate da lacci e lacciuoli di un burocrazia asfissiante che ne frena la piena espansione. Ha concluso con l’augurio che qualcosa cambi e con l’auspicio di un intervento dello stato che almeno non ostacoli chi lavora in questo delicato settore. A conclusione ha fatto degustare i vini di punta della sua cantina apprezzati da tutti gli astanti come da chiunque abbia il piacere di assaggiare il fantastico primitivo Campantuono delle cantine Papa. A seguire c’è stato l’intervento musicale di Emilio il notissimo rocker locale che ha allietato la serata con la sua meravigliosa musica. Gli organizzatori hanno tenuto a far sapere a tutti gli intervenuti che nulla è stato pagato per i relatori ed i materiali distribuiti nonchè per il vino il cui costo non è poco. Neanche l’applaudito artista musicale ha voluto il suo solito cachet. Insieme al bere è stato servito anche il mangiare con la sorpresa della bontà e della genuinità delle pietanze offerte in perfetta simbiosi col il nettare degli dei. Si è iniziato con i “ciculariegli” di salsiccia accompagnati dai “friariegli” continuando con fagioni e” noglia” cotti vicino al camino in magnifici e capienti “pignati” di terracotta Si è concluso con un magnifico soffritto di maiale cucinato per l’occasione da Mimì che ha estasiato tutti quelli che lo hanno assaggiato. Da notare che nessun politico ha partecipato alla manifestazione, eppure l’assessore alla cultura di Carinola abita a Casanova e quello della provincia a Nocelleto. Bisogna abituarsi a questo loro modo di fare che li vuole protagonisti solo di manifestazioni vacue organizzate esclusivamente dai loro amici per le quali non lesinano i fondi. Questo non deve scoraggiare chi crede in questa iniziativa anzi deve essere di sprone e di orgoglio il riuscire a fare simili meravigliose iniziative senza aiuti. La riuscita di questa manifestazione come delle tantissime che l’hanno preceduta deve spingere questi giovani a continuare sulla strada intrapresa. L’auspicio più grande è che queste iniziative oltre che arricchire il loro già fornitissimo bagaglio culturale serviranno anche a far appassionare tanti altri che li sosterranno moralmente ed anche economicamente.
SPETTATORE ATTENTO
sabato 17 dicembre 2011
I professionisti della legalità
Dante e la bolgia degli ipocriti |
Un fatto di cronaca di questi giorni mi ha colpito profondamente. L'arresto del sindaco di Marsala che da sempre si dichiarava antimafia ed invece è sospettato di farne parte organicamente. Mi sono ricordato del grande giornalista e scrittore siciliano Leonardo Sciascia. Questi scrisse un articolo, rimasto memorabile, sui professionisti dell'antimafia. Sosteneva con prove inoppugnabili che il dichiararsi antimafia si fosse trasformato in un mezzo di potere. A tal proposito citava nomi di giudici che avevano avuto avanzamenti di carriera, rispetto ad altri più meritevoli, solo perchè dichiaratisi antimafia. Dopo tanti anni ho l'impressione che non siano avvenuti tanti cambiamenti. Allora avevamo i professionisti dell'antimafia, oggi quelli della legalità. Magistrati, poliziotti, preti, avvocati, politici, personaggi in cerca di notorietà, girano in lungo ed in largo inneggiando alla legalità. Questo fatuo inneggiare a qualcosa di ovvio è sempre tenuto sugli altari da certa stampa servile e prona a qualunque rappresentante del potere.
Anche a Carinola si sono tenuti diversi convegni sulla legalità con la sfilata dei soliti noti. Quasi sempre si servono di ragazzotti inesperti o addirittura di bambini come platea ai loro dicorsi inneggiando alla legalità. Oggi come tanti anni fa, meditando attentamente su questi convegni, si conviene sulla loro scarsa utilità per la comunità, ma che apportano piccoli o grandi vantaggi per i predicatori del momento. Una considerazione su tutte: la legalità è uguale per tutti, non l'illegalità. Questa non è la stessa per tutti i territori, non si può paragonare l'illegalità esistente a Carinola con quella dell'Agro aversano o di Scampìa. Perciò se si volesse essere costruttivi in ogni territorio si dovrebbero metere in risalto le illegalità esistenti, chi sono i responsabili, chi dovrebbe combatterle e le modalità per eliminarle. Restando a Carinola, quali sono le illegalità più diffuse? Incendi boschivi, parcheggio selvaggio, furti, smaltimento irregolare dei rifiuti e loro dispersione dell'ambiente, oltre alla sospetta regolarità dei pochi appalti pubblici.
Monitorare precisamente tutte le ilegalità ed eliminarle non sarebbe un lavoro tanto gravoso. Se si discutesse dei problemi della comunità e si proponessero soluzioni adeguate allora sì che si che farebbe un buon servizio. Ci sarebbe solo un piccolo problema - nella discussione si potrebbe dover arrivare a parlare di rsponsabili - e questo a Carinola, come in tutta Italia non si può fare. A chi può conviene quindi discutere astrattamente di legalità senza mai entrare in problematiche pratiche. Molti di questi predicatori potrebbero risolvere tante criticità con un minimo di impegno, ma per loro c'è più convenienza ad impegnarsi nei convegni. Loro parlano, i politici si mettono in mostra, i giornalisti scrivono, i ragazzi applaudono e l'illegalità prospera.
Movimento anti illegalità
Stazione Appaltante ed altro
Caro Michele, il pezzo che hai
proposto dimostra tutto il merito grazie al quale hai conseguito il tesserino
di giornalista/pubblicista. Hai ricostruito una vicenda emblematica con estrema
precisione e profondità di indagine. Come altri te ne sono grato e della tua
professionalità mi giovo a piene mani per sapere ed approfondire. Ovviamente
sta ora a noi lettori porre riflessioni ed esprimere opinioni e commenti.
Lo faccio immediatamente (il post è
appena uscito, e tra l’altro è in onda Servizio Pubblico con Vendola) anche
perché della circostanza sono stato forse il primo a scrivere sul Quiquirì nel Maggio del 2010 in un articolo che, non a
caso, si intitolava UN GIORNO IMPORTANTEPER LA LEGALITA’. In quell’occasione manifestai aperto giubilo per il fatto
che il Comune di Carinola avesse aderito, tra i primi, alla Stazione
Unica Appaltante della Provincia di Caserta. Sottolineai che la gara per
l’Auditorium (o meglio per il COMPLETAMENTO
DEI LAVORI DI ADEGUAMENTO STATICO E FUNZIONALE DI UN EDIFICIO COMUNALE PR
ATTIVITA’ CULTURALI SITO IN CARINOLA ALLA VIA PLATANI n. 8) che stava per aver
luogo il 10/06/2010 sarebbe stata la prima aggiudicata a Carinola con la nuova
procedura a titolarità prefettizia. Mi spinsi a dire che quella era l’alba
di un nuovo giorno. Un’alba ancor più luminosa se si considera che, qualche
mese prima, il Comune di Carinola sottoscrisse con la Prefettura di Caserta
anche il Protocollo di Legalità, un insieme di procedure atte a controllare le
ditte partecipanti alle gare di appalto (ed anche quelle aventi con queste
ultime rapporti di sub-appaltatori o di fornitori) anche dopo l’aggiudicazione
dei lavori, con l’impegno a bloccare il relativo contratto o ad invalidarlo se
già sottoscritto, nel caso di intervenuti elementi interdittivi antimafia o
anche di elementi considerabili discrezionalmente ostativi dal punto di vista
della notizia e dell’accertamento di eventuali rapporti o condotte non legali.
L’enfasi non fu fuori luogo, caro
Michele, in quanto da allora è cambiato molto. Come bene hai fatto notare, già
dalla prima applicazione l’accoppiata Stazione Unica Appaltante - Protocollo
della Legalità ha dimostrato di funzionare. Hai scritto, infatti, che ad
aggiudicarsi la gara in parola fu la ditta PEZZELLA RAFFAELE con sede in
CASERTA (CE) in VIA PATTURELLI, 141. Tale ditta risultò, in un primo momento e
forse (con il senno di poi) un po’ a sorpresa, in regola con i requisiti la cui
documentazione veniva richiesta dal bando di gara, requisiti come quelli
riguardanti l’assenza di interdittive o di sentenze passate in giudicato che
ponessero alla ditta cause ostative alla partecipazione. Tutte le notizie,
prima fornite in autodichiarazione, poi attraverso le certificazioni probanti
rese in originale, risultavano a posto. Anche il Certificato della Camera di
Commercio conteneva, evidentemente, la famosa “dicitura antimafia” che consente
alle stazioni appaltanti di conoscere eventuali divieti. Ciò si evince dai verbali di verifica
documentale, di apertura delle offerte, di aggiudicazione provvisoria e di aggiudicazione
definitiva (quest’ultimo firmato dall’ing. Lombardo, presidente della
Commissione in qualità di Dirigente del settore Tecnico dell’Ente
aggiudicatario – la gara fu infatti interamente espletata durante la gestione
di Vittoria Ciaramella). Tali verbali hanno data 15/06/2010, 22/10/2010,
02/08/2010, 06/08/2010 e 31/01/2011 (agg.def.). A fronte e all’analisi, anche
approfondita, delle carte presentate, le cose non potevano che andare in quel
modo e, se non ci fosse stata la nuova procedura della Stazione Unica
Appaltante, la ditta Petrella avrebbe cominciato subito i lavori. Lombardo,
insomma, firmò l’aggiudicazione definitiva e non poteva fare altrimenti e di lì
a poco l’appalto sarebbe stato contrattualizzato. Purtroppo per la ditta
vincitrice, tuttavia, la Stazione Unica Appaltante prevede un’ulteriore fase di
verifica, anche post-aggiudicazione, che invece prima non veniva contemplata.
Infatti gli art.12 e.13 delle “MODALITÀ' OPERATIVE PER IL FUNZIONAMENTO DELLA
STAZIONE APPALTANTE UNICA PROVINCIALE” approvate con deliberazione
commissariale n. 148 del 29/09/2009 (anche la Provincia era commissariata dopo
la fuga mistica di De Franciscis) hanno istituito il Nucleo Investigativo
interforze atto a verificare il grado di legalità dei soggetti concorrenti con
l’obiettivo che, qualora dalle indagini effettuate anche dopo le sedute di gara
“emergano elementi relativi a forme di
collegamenti, condizionamenti o infiltrazioni di tipo mafioso nei confronti di
un'impresa partecipante a gara d'appalto, la Stazione Appaltante, su
informativa del Nucleo predetto, comunicherà tale situazione al Presidente
della Commissione di gara” al fine di bloccare la stipula del contratto con
la ditta risultata vincitrice ma con problemi di vicinanza alla criminalità
organizzata. Per giunta la Stazione Unica Appaltante, onde ottemperare al
Protocollo di Legalità, usa inserire, nei disciplinari di sua titolarità, la
seguente clausola (nel caso del bando dell’Auditorium al TITOLO VIII
-DOCUMENTAZIONE DA PRESENTARSI DA PARTE DELL’ AGGIUDICATARIO E DISPOSIZIONI DA
ATTUARSI PRIMA DELLA STIPULA DELCONTRATTO): “L’ aggiudicatario deve trasmettere all’Ente
appaltante entro dieci giorni dall’aggiudicazione il Modulo GAP, prescritto
dalle istruzioni emanate dal Ministero dell’Interno, in attuazione della legge
10.12.1982 n. 726” . Il GAP è un documento in cui si elencano i dati più importanti della
ditta aggiudicatrice di un appalto, degli eventuali sub-appaltatori di cui ci
si vuole avvalere ed anche dei titolari delle forniture di cui l’appaltatore
avrà bisogno per completare l’opera. Questo per permettere alla Prefettura ed
al Nucleo Interforze di proseguire nelle indagini. E difatti, dopo l’obbligo di
consegna del Modulo Gap, la Stazione Unica Appaltante avverte, nel disciplinare,
che “nell’ipotesi in cui la Prefettura
rilevi la sussistenza di cause ostative all’affidamento dell’appalto, ai sensi
della legge 13.9.1982 n. 646, la stazione appaltante non ratifica l’esito della
gara”.
Ricapitoliamo. Pezzella presentò a suo tempo tutte le carte in
regola in sede di gara e, come si evince dal Verbale di aggiudicazione
definitiva firmato da Lombardo (presidente Commissione Stazione Unica) nel
Gennaio 2011, vinse l’appalto. Entro i canonici dieci giorni presentò il GAP ma
a quel punto, come bene ha fatto notare Michele, il Nucleo Interforze cominciò
a comunicare qualcosa. Quel qualcosa (citazione di alcuni episodi di versamenti
illeciti alla criminalità da parte dello stesso Raffaele Pezzella, di cui
l’ultimo il 25 Settembre 2010 – episodio comunque successivo alla data in cui
la ditta Pezzella presentò i documenti di gara validi) è contenuto nella nota
inviata all’ing. Lombardo e alla Prefettura. A seguito della nota Lombardo
bloccò (per Protocollo di Legalità) la stipula del contratto mentre la
Prefettura produsse addirittura l’interdittiva antimafia piena. Il ricorso al
TAR di Pezzella (ovviamente respinto) ha fatto perdere altri mesi, ma sono
stati mesi ben spesi.
In poche parole, se l’Amministrazione Comunale di Carinola non
avesse aderito alla Stazione Unica Appaltante della Provincia di Caserta e al
Protocollo di Legalità e non l’avesse fatto alla prima ora, oggi Raffaele
Pezzella, interdetto successivamente dalla Prefettura per questioni di camorra,
starebbe comunque lavorando a Carinola su di un appalto di oltre un milione e
mezzo di euro.
Fu l’alba di un nuovo giorno, non mi pento di quello che scrissi
nel Maggio del 2010. L’Amministrazione di Gennaro Mannillo cambiò le
consuetudini. Forse non vi era nemmeno la piena coscienza della ruscita in
termini concreti dell’adesione alla SAU della Provincia di Caserta. Ci si privò
della titolarità dell’affidamento degli appalti, in favore della legalità. Fu
un’adesione convinta ma quasi istintuale, congenita al mandato di discontinuità
che gli elettori avevano impresso a quella consiliatura. Oggi possiamo
apprezzare a fondo gli effetti e la forza di quel cambiamento procedurale.
Cambiamento epocale. Chiusi tutti i varchi: la criminalità, l’illegalità, non
passa.
A distanza di due anni vorrei che si comparasse quanto raccontato
da Michele con un altro episodio emblematico: l’affidamento, sia pur
momentaneo, all’Ecotransider srl del servizio di ricezione della frazione
organica proveniente dalla raccolta differenziata del Comune di Carinola.
L’Ecotransider, durante la gestione commissariale del nostro comune a seguito
della cacciata dell’Amministrazione Mannillo, partecipò alla gara di appalto
nel Maggio 2011, presso la SUA, classificandosi al secondo posto. Presentò le
carte secondo quanto richiesto da bando e risultò, verbali alla mano, in regola
con i requisiti, sia amministrativi, sia di salvaguardia dell’ambiente. A
vincere fu l’Esogest srl che offrì un prezzo migliore ma, dopo qualche mese,
per cause logistiche, dovette interrompere il servizio fornito. Il Comune di
Carinola, a quel punto, avrebbe dovuto rimettere velocemente la questione in
mano alla Stazione Unica, la quale avrebbe di certo interpellato l’Ecotransider
srl, seconda classificata alla gara, riaggiudigando in suo favore i lavori. Non
senza richiedere, tuttavia, la compilazione del GAP che avrebbe permesso al
Nucleo Interforze di fare le indagini, sia pur veloci. E le indagini avrebbero
sicuramente fatto venire alla luce che l’Ecotransider, nel Maggio del 2011 e
comunque dopo l’espletamento della gara di appalto, è stata oggetto di una
visita ispettiva da parte dei Commissari Prefettizi di Gricignano di Aversa e
dell’Arpac, che riscontrarono delle gravi irregolarità nella gestione del sito
di stoccaggio, addirittura in ordine alla natura (!) dei rifiuti ospitati a
giacenza. A seguito di quella ispezione i Commissari stilarono una durissima
ordinanza con cui chiedevano alla Regione Campania di revocare le
autorizzazioni. Ma la Giunta Comunale di Carinola, in questo caso, si comporta
in modo sconcertante. Snobba completamente la Stazione Unica Appaltante ed affida
direttamente (tra l’altro a prezzi maggiorati rispetto ai dettami del Codice
degli Appalti Pubblici di cui al Dlgs 163/2006) all’Ecotransider i lavori
sospesi dall’Esogest, non chiedendo alcuna documentazione a corredo (nemmeno le
autorizzazioni che, dopo sei mesi, non sarebbero più valide)e tantomeno facendo
compilare il GAP destinato al nucleo interforze. La procedura regolare si
sarebbe potuta avviare e concludere in un paio di giorni. Non c’era tempo hanno
risposto in Consiglio Comunale all’interrogazione in proposito mossa dal Gruppo
Coraggio e Libertà. Un passo indietro, anzi cento passi indietro. In questa
maniera si comunica che per l’illegalità il nostro comune offre di nuovo uno spiraglio d’entrata.
Ultima considerazione. Che bel progetto è quello dell’Auditorium.
E’ straordinario. Se la redazione del Quiquirì non l’avesse spedisco copia di
tutto (Documento 1 e Documento 2). Un’opera meravigliosa. Progettata dall’Arch.Fiorillo su incarico
dell’Amministrazione Comunale. Per la prima volta dopo tanti anni giovani
tecnici locali valorizzati. Da quanto tempo non si procedeva all’affidamento
della progettazione di un’opera così importante ad un tecnico di gran valore ma
col cognome meno abituale. Oggi l’arch.Fiorillo è meritatamente a capo dell’Ufficio
Tecnico di Carinola, dopo aver superato un percorso irto di insidie e dopo aver
dovuto ricorrere alla giustizia amministrativa.
Un abbraccio, caro Michele, che estendo a tutti.
L’Olandese
giovedì 15 dicembre 2011
Succede a Gomorra
Carinola. Auditorium, una ditta vicina al clan dei casalesi tenta, per due volte, di mettere le mani sui lavori. Il calcestruzzo del clan casertano prova ad infilarsi nel Comune. Ma la cosa strana è che fu la stessa Stazione unica appaltante ad aggiudicare i lavori nel 2009 dopo l’arrivo di un finanziamento regionale per il completamento dei lavori di adeguamento statico e funzionale di un edificio comunale per attività culturali. Parliamo dell’Auditorum in via Platani, costretto a restare all’ombra della decadenza per tutto quanto avviene negli uffici amministrativi e nei tribunali. Siamo nel 2009, amministrazione Mannillo, quando giunge dalla Regione un finanziamento di un milione e seicento mila euro destinato al rifacimento funzionale dell’ex carcere mandamentale. La gara sarà aggiudicata in Provincia, presso la Stazione unica appaltante, dopo l’adesione al nuovo ufficio della legalità. Raffaele Pezzella arriva primo. Passano un paio di anni e la Prefettura dopo alcuni accertamenti, si accorge che la ditta Pezzella ha qualcosa che non va sul suo curriculum penale.
Così scatta l’interdittiva antimafia, giunge il decreto all’Ufficio Tecnico. La patata bollente passò allora in mano ai commissari straordinari, precisamente finì sulla scrivania dell’allora responsabile Utc, Antonio Lombardo, il quale però senza indugi revocò la gara con un procedimento di annullamento. Tuttavia la ditta Pezzella non si arrende - dopo l’emissione di un’ interdittiva antimafia della Prefettura e la conseguente revoca dei lavori - decide di trascinare il ricorso davanti al Tar della Campania. Ma anche qui gli va male. Infatti, il nove dicembre scorso, è stata emessa la sentenza, nella quale si legge come “La società ricorrente (dunque la ditta Pezzella ndr) denuncia innanzitutto carenza di motivazione del decreto di revoca e della presupposta misura interdittiva. Il motivo è infondato”, assicurano i giudici del Tar. Infatti, “Vale premettere – si legge ancora nella sentenza -che il Pezzella è stato già destinatario di informative prefettizie (n. prot. n. 531/12b.16/ant/area 1^ del 20 marzo 2008 e prot. n. 531/12b.16/ant/area 1^ del 20 marzo 2008), nelle quali il giudizio di sussistenza di pericolo di condizionamento da parte della criminalità organizzata viene basato dal Prefetto di Caserta sul coinvolgimento dello stesso in un procedimento penale diretto contro esponenti del clan Farina”.
E ancora più avanti si legge come “L’attuale giudizio di pericolosità mafiosa, oltre a riprendere gli elementi già scrutinati in sede giurisdizionali, prende le mosse dalla nota dei Carabinieri di Caserta del 25 settembre 2010 che evidenzia un ulteriore episodio (oggetto di procedimento penale sfociato in un’ordinanza di custodia carceraria) in cui il Pezzella è accusato di aver pagato un’ulteriore tangente agli esponenti del medesimo clan, nell’ambito dell’esecuzione di lavori in sub-appalto nel Comune di Santa Maria a Vico. Tale episodio è stato ripreso nella relazione stilata in data 16 febbraio 2011 dal Nucleo Investigativo Interforze della Provincia di Caserta, istituito presso la locale Stazione Unica Appaltante, unitamente alla circostanza che il Pezzella è stato incriminato e sottoposto alla misura custodiale (ordinanza n. 53 del 21.1.2011 del G.i.p. presso il Tribunale di Napoli) per una serie di false fatturazioni in favore della società Beton Campania s.r.l., produttrice di calcestruzzo”.
MicSor
mercoledì 14 dicembre 2011
Fetida acqua stagnante
L'immobilismo dell'amministrazione non è cosa nuova, ma al di là dei soliti giudizi politici e non, ciò che mi infastidisce è la strafottenza di alcuni assessori rispetto alle responsabilità che hanno verso i propri cittadini. Gli assessori scelti e voluti da Grimaldi nulla stanno proponendo, nulla stanno facendo. Le giunte sono quasi ridotte a mere formalità. Gli specifici rami gestionali sono ormai secchi ancor prima di dare qualche bocciolo. Fallimentare la scelta di Passaretti, che si è semplicemente limitato a vedere i boschi bruciare e a piazzare qualche cestino. Politiche sociali inesistenti, idee nuove relative all'urbanistica: zero. Cultura uccisa. E forse chi più provoca delusione e fastidio è proprio l'assessore alla cultura Antonio Giorgio che, per volere di Grimaldi, ricopre un ruolo che non sa assolutamente ricoprire.
Si dice, che Grimaldi abbia volutamente scelto questa poltrona per Giorgio proprio per mostrare la sua incapacità e bruciarlo per sempre. Un gioco che, se vero, sicuramente non regala nulla di buono ad una comunità che nella cultura potrebbe ritrovare molte risorse. Purtroppo, Giorgio, tronfio di strafottenza, preferisce fare il fantasma anziché smentire la sua incapacità amministrativa.
Giorgio non ha mai partecipato ad una giunta, non ha mai proposto un piccolissimo progetto, non ha mai espresso una piccola idea. Buio assoluto. L'assessore alla cultura, diversamente da un giovane amministratore come Passaretti, ha una lunga esperienza politica che dovrebbe suggerirgli di fare un passo indietro per evitare ulteriori delusioni da parte di chi lo ha votato.
Poi, non si esclude che l'assessore in questione sia così preso a dare una mano a chi gli ha espresso fiducia che proprio non conviene mollare. Supposizioni, nulla di più, che non possono distrarci dal vuoto che l'assessore sta offrendo con il suo irresponsabile modo di "non" fare. L' assessore alla cultura dovrebbe rendersi conto che comportandosi così non fa del bene a nessuno. Non fa del bene alla comunità e neppure a se stesso in quanto uomo politico, quindi uomo pubblico con precisi doveri. Non ha mai presieduto un evento culturale, non conosce, se non per sentito dire, le associazioni presenti sul territorio e non ha mai chiesto aiuto e non ha mai dato aiuto.
Questo l'errore più grande, non allungare la mano verso i giovani e meno giovani che potrebbero proporre, consigliare, costruire in nome della cultura sotto il coordinamento dell'assessorato al ramo. Ma dall'assessore nessun segnale. A questo punto, non si comprende il motivo per cui non lasci la sedia e perchè il sindaco non dia una bella strigliata all'assesore Giorgio che, forse, sta assecondando i piani di Grimaldi. L'unico vero responsabile di questo nulla.
Facocerointellettuale
Si dice, che Grimaldi abbia volutamente scelto questa poltrona per Giorgio proprio per mostrare la sua incapacità e bruciarlo per sempre. Un gioco che, se vero, sicuramente non regala nulla di buono ad una comunità che nella cultura potrebbe ritrovare molte risorse. Purtroppo, Giorgio, tronfio di strafottenza, preferisce fare il fantasma anziché smentire la sua incapacità amministrativa.
Giorgio non ha mai partecipato ad una giunta, non ha mai proposto un piccolissimo progetto, non ha mai espresso una piccola idea. Buio assoluto. L'assessore alla cultura, diversamente da un giovane amministratore come Passaretti, ha una lunga esperienza politica che dovrebbe suggerirgli di fare un passo indietro per evitare ulteriori delusioni da parte di chi lo ha votato.
Poi, non si esclude che l'assessore in questione sia così preso a dare una mano a chi gli ha espresso fiducia che proprio non conviene mollare. Supposizioni, nulla di più, che non possono distrarci dal vuoto che l'assessore sta offrendo con il suo irresponsabile modo di "non" fare. L' assessore alla cultura dovrebbe rendersi conto che comportandosi così non fa del bene a nessuno. Non fa del bene alla comunità e neppure a se stesso in quanto uomo politico, quindi uomo pubblico con precisi doveri. Non ha mai presieduto un evento culturale, non conosce, se non per sentito dire, le associazioni presenti sul territorio e non ha mai chiesto aiuto e non ha mai dato aiuto.
Questo l'errore più grande, non allungare la mano verso i giovani e meno giovani che potrebbero proporre, consigliare, costruire in nome della cultura sotto il coordinamento dell'assessorato al ramo. Ma dall'assessore nessun segnale. A questo punto, non si comprende il motivo per cui non lasci la sedia e perchè il sindaco non dia una bella strigliata all'assesore Giorgio che, forse, sta assecondando i piani di Grimaldi. L'unico vero responsabile di questo nulla.
Facocerointellettuale
martedì 6 dicembre 2011
A Carinola perchè no?
La situazione politica amministrativa carinolese ricorda molto quella nazionale. E' sotto gli occhi di tutto lo stallo dell'amministrazione che non riesce a muoversi di un centimetro. L'opposizione di Russo e Marrese, inizialmente celata, si fa ogni giorno più evidente e più incisiva. Dall'iniziale astensione sono arrivati a votare con l'opposizione in diverse occasioni facendo traballare il sindaco, già tremolante di per sè. Come il governo Berlusconi così l'amministrazione De Risi tira a campare senza realizzazioni concrete nè progetti futuri. Continua a rappezzare le buche che si formano nell'amministrazione senza riuscire ad impedire che si formino delle altre. Un pò come le strade del comune che a causa delle tante buche sono diventate estremamente pericolose costringendo chi le percorre a guidare con estrema attenzione. Allo stesso modo, le falle nell'amministrazione costringono il sindaco ad esser guardingo per evitare agguati da parte dei suoi scaltri oppositori di maggioranza. Questa situazione comporta l'immobilismo della machina comunale che appare abbandonata a sè stessa.
Sintomo evidente di questo abbandono è l'assenza continua degli amministratori, anche fisica, dalle stanze del comune, La loro assenza contribuisce a rafforzare quel senso di abbandono e di crisi che si vive in tutto il comune di Carinola.
Da queste brevi considerazioni scaturisce la domanda - perchè no anche a Carinola un governo tecnico? Come si è fatto a Roma si può farlo anche qui. Il sindaco rinuncia alle sue preogative decisionali in favore di una giunta formata da tecnici capaci ai quali viene assegnato un compito da svolgere in un paio di anni. La nuova giunta verrebbe approvata da tutte le forze politiche di maggioranza ed opposizione insieme ad un programma di pochi punti. Alla fine del breve percorso si andrebbe di nuovo alle elezioni che dovrebbero portare chiarezza al problema. Il perchè della indispensabilità di questa soluzione è sotto gli occhi di tutti: l'inerzia assoluta sta comportando conseguenze gravi per i cittadini già pesantemente vessati dalla crisi economica nazionale. Sicuramente anche il sindaco, pur vivendo nel mondo dei sogni, si sarà reso conto di questa necessità, lo farà? A giudizio di chi lo conosce abbastanza bene, difficilmente proporrà una soluzione del genere, lesiva del suo orgoglio di sapiente teorico. Accettare una soluzione simile significherebbe sottoscrivere la sua incapacità o minimo la sua inefficienza.
Pertanto i cittadini devono rassegnarsi a vivacchiare come l'amministrazione senza futuro. Niente efficienza nei servizi, niente PUC, niente nuovi vigili nè comandante, niente riorganizzazione degli uffici, niente sviluppo economico e sociale, solo qualche tassa in più per mantenere in piedi un baraccone rattoppato. Carinola continuerà a vivere scialbamente regredendo ogni giorno di più insieme ai suoi grigi abitanti.
Montini
venerdì 2 dicembre 2011
Novantesimo Giggino
Dalla Trasmissione di Sky ATTENTI A QUEI DUE di Vialli, al sito di BOBBY.
Carinola, 30/11/2011 la partita di tutte le partite. Maggioranza contro opposizione. Fischio d’inizio alle ore 19.00. La squadra capitanata dal Capitano de Risi scende in campo con motivazione alle stelle, ma presto deve fare i conti con due pesanti assenze. Il cursore di fascia sinistra Antimus soprannominato PD (per via del suo magico Piede Destro) e l’immarcabile bomber di razza RUSSO , che nel suo score personale può vantare circa 300 goal all’attivo, bomber di numerose squadre(PDL –DC- UDC- ecc ecc) oscurato dopo la stagione da Capitano del Carinola da un fortissimo Biasiox che lo ha tenuto in panchina per ben 10 anni prima di restituirgli il testimone e prima di appendere le scarpette per dedicarsi al ruolo di PORTA ACQUA sponsorizzato dal CITL.
Inizia in attacco la formazione di Minoranza con l’inesauribile ZANNINI, coraggioso attaccante dell’opposizione che tira forte in porta e porta in vantaggio la formazione dell’opposizione, con il portiere della nazionale Passaretti che rimane immobile a guardare il pallone che si INSACCA alle sue spalle come se fosse in stato di trans(IDER). La formazione di Casa si difende a voce alta con il Capitano e il suo vice (o forse il vice è il capitano???) ma non riesce a capitalizzare. SENZA VOTO NARDELLI E DI SPIRITO che non toccano un solo pallone da maggio. Buona la prova di D’ANGELO che non si è presentata
Bisteccone Galeazzo
mercoledì 30 novembre 2011
I soliti ignoti devastano l'ambiente
Alla Cava di Vaglie, sversamenti illeciti di rifiuti inerti ed ingombranti con cadenza giornaliera. Cresce l’indignazione delle associazioni e della comunità per un fenomeno che non accenna a fermarsi. Nelle campagne poi i sacchetti abbandonati sono all’ordine del giorno, ma il nuovo fenomeno che sta attecchendo sulla Cava di Vaglie preoccupa in misura maggiore per svariati motivi. Il primo è che il sito dismesso è composto da vari spaziali anche abbastanza larghi, accessibili ad automobili e a mezzi pesanti: ai bordi tanti piccoli cumuli vanno crescendo sotto gli occhi di tutti. Di questo passo ci si avvia verso quella che comunemente si definisce una discarica a cielo aperto. Naturalmente illecita ed illegale. Bisogna bonificare e chiudere il sito, ma intanto dove sono i controlli? Chissà. Infuriati i proprietari terrieri che denunciano gli episodi di sversamenti, per la maggior parte proveniente da materiale inerte, ma a cui si aggiungono anche altri tipi di rifiuti: un cumulo di vecchie scarpe, materassi, vetro. In ogni caso per la maggior parte sono scarichi di inerti provenienti da piccoli lavori di rifacimento edilizio, consumati tra le mura domestiche.
La Cava di Vaglie fu oggetto di individuazione come sito provvisorio di ecoballe nel 2007, scongiurato da una vivace protesta a cui tutta la popolazione partecipò con blocchi ad oltranza fino all’indicazione di un sito alternativo in località Carabottoli. Ebbene a distanza di qualche anno gli stessi cittadini che si opponevano alla ecoballe, ora vi portano rifiuti domestici che è possibile smaltire altrove o che addirittura sono ritirati dalla Esogest (vetro, indumenti, materassi). Praticamente un controsenso.
Per quasi metà comunale, la Cava di Vaglie appartiene anche ad un privato, titolare tra l’altro di una ditta che opera nel campo delle attività estrattive. Questi nel 2008 provò a riprendere le attività di scavo, ma tutto il consiglio comunale si oppose alla riapertura delle attività estrattive. Ora però la comunità chiede all’amministrazione di mettere in sicurezza la Cava, provvedere ad un perimetrazione della parte comunale, ideare un progetto di tutela degli spazi, dove insiste anche un pozzo d’acqua.
Michele Sorvillo
martedì 29 novembre 2011
A.A.A. PUC cercasi...
Chi sta lavorando così alacremente sul Puc (Piano Urbanistico Comunale) che non trova nemmeno il tempo di parlarne e di dirlo in giro? GiGGi? L’Ingegnere Martullo? Chissà! Eppure nel programma di M’Impegno il Comune ( con tutti i filistei ) si parlava molto chiaro: approvazione del Puc entro il 2011. Cazzarola, ma allora l’hanno già approvato e nessuno se ne è accorto?
Siamo seri. Sui giornali il sindaco dice che si è in dirittura d’arrivo, in realtà le riunioni di maggioranza si sono interrotte a luglio. Qualcuno può rispondere che cinque o sei incontri sono bastati; benissimo, ma allora che cosa si sta aspettando?
In gioco c’è tantissimo. Per prima cosa la trasformazione del territorio a lungo termine e tutto questo passa per il recupero e la tutela degli spazi architettonici, la salvaguardia della natura, quindi dell’ambiente e della difesa del suolo dai rischi derivanti da calamità naturali.
Altro discorso per l’articolazione delle reti infrastrutturali e dei sistemi di mobilità. Infine, ma non in ordine d’importanza, l’individuazione delle aree di edificazione- urbane ed extraurbane - aree artigianali, commerciali e industriali. In tempi come questi un Puc che ascolta l’Europa, quindi che si predispone all’arrivo di investimenti e finanziamenti, sarebbe una porta aperta allo sviluppo del lavoro nel Comune o almeno che permetta di programmare ed avviare attività che nel giro di pochi anni possano trasformarsi in lavori veri e propri.
Intanto, tutto questo silenzio, ci spaventa. Che cosa state combinando? Sindaco, allora, che ne è del Nostro Puc? Dov’è nascosto? Giggi trovalo e fallo vedere a tutti!
E adesso, però, se siamo ancora in tempo vorremo lanciare un’idea. Avviare un censimento degli edifici e dei capannoni sfitti ed abbandonati in tutto il Comune. Per fare cosa? Mercati dei piccoli produttori che lavorano in bio, spazi per fiere-mercati coperti in caso di pioggia, eventi, teatri, cinema, ovviamente traendo fondi regionali ed europei. E’ vero Giggi che sei stato Bruxelles? Raccontaci qualcosa…
Penni Vendolo
In gioco c’è tantissimo. Per prima cosa la trasformazione del territorio a lungo termine e tutto questo passa per il recupero e la tutela degli spazi architettonici, la salvaguardia della natura, quindi dell’ambiente e della difesa del suolo dai rischi derivanti da calamità naturali.
Altro discorso per l’articolazione delle reti infrastrutturali e dei sistemi di mobilità. Infine, ma non in ordine d’importanza, l’individuazione delle aree di edificazione- urbane ed extraurbane - aree artigianali, commerciali e industriali. In tempi come questi un Puc che ascolta l’Europa, quindi che si predispone all’arrivo di investimenti e finanziamenti, sarebbe una porta aperta allo sviluppo del lavoro nel Comune o almeno che permetta di programmare ed avviare attività che nel giro di pochi anni possano trasformarsi in lavori veri e propri.
Intanto, tutto questo silenzio, ci spaventa. Che cosa state combinando? Sindaco, allora, che ne è del Nostro Puc? Dov’è nascosto? Giggi trovalo e fallo vedere a tutti!
E adesso, però, se siamo ancora in tempo vorremo lanciare un’idea. Avviare un censimento degli edifici e dei capannoni sfitti ed abbandonati in tutto il Comune. Per fare cosa? Mercati dei piccoli produttori che lavorano in bio, spazi per fiere-mercati coperti in caso di pioggia, eventi, teatri, cinema, ovviamente traendo fondi regionali ed europei. E’ vero Giggi che sei stato Bruxelles? Raccontaci qualcosa…
Penni Vendolo
sabato 26 novembre 2011
Requiem per un Comune
Carinola muore. E’ ormai ridotta all’agonia irreversibile e si aspetta solo il sacerdote che possa dargli l’estrema unzione per farlo morire in pace con Dio e con gli uomini. Ma il sacerdote non arriva perché, guarda caso, anche lui è ridotto maluccio e non ce la fa più a tenere il passo coi tempi. Allo stesso tempo, nel suo egoismo, non vuole cedere il suo posto ad prete più giovane che possa sollevare la sorte della comunità carinolese.
E’ un po’ la vicenda politica di questo Comune: nessuno vuole cedere il passo a chi potrebbe camminare più veloce, sentendosi migliore degli altri oppure indispensabile. Ma non esiste l’indispensabilità. Esiste solo la voglia di fare che in questa amministrazione è completamente defunta. Chi pensava che sarebbe cambiato qualcosa con l’amministrazione De Risi, è rimasto completamente deluso: è un’amministrazione completamente assente e priva di slanci.
E’ vero che tutto il Paese è in agonia, ma proprio in un momento come questo si dovrebbero vedere da parte delle amministrazioni più toste, azioni amministrative, anche piccole, volte a dare un minimo di speranza ai cittadini. Invece nulla. Si aspetta la morte come qualcosa di inevitabile.cicaleccio
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