Il 2008 è considerato dagli scaramantici un anno sfortunato, in quanto bisestile. Le loro previsioni negative si sono avverate per tutte le attività, tranne però che per quella enologica, che anzi non aveva mai visto un’annata migliore.
Quest’annata, eccezionale per tutti i vini, lo è stata ancora di più per il vino Falerno. Quando si parla di Falerno, i veri intenditori si riferiscono alla zona pedemontana a sud del monte Massico, nei tenimenti di Mondragone, Falciano e Casanova. La parte nord non viene esclusa per motivi campanilistici o altro, ma semplicemente proprio perché esposta a nord. L’uva, in quella zona, gode del calore dei raggi solari per molte meno ore dei terreni ubicati a sud, che sono più vocati anche perché non sono interessati dai venti freddi provenienti dal nord.
I vigneti di questa zona sono piccoli appezzamenti, quasi tutti per uso familiare, e il vino viene prodotto col metodo tradizionale . Il metodo è semplice: si pigia l’uva e si procede alla spremitura, dopo quattro o cinque giorni se primitivo, sette o otto giorni se Falerno rosso, senza fare nient’altro che aspettare qualche mese per il primitivo e un po’ di tempo in più per il Falerno rosso. Se si ha l’occasione di assaggiare qualche vino di quelli prodotti in casa seguendo regole non scritte tramandate dai tempi dei tempi, si saprà a cosa ci stiamo riferendo. Il risultato è sempre buono ma quest’anno sicuramente è ineguagliabile e chissà fra quanti anni si potrà godere della stessa meraviglia.
Se si assaggia il vino di Nicola sicuramente si sentiranno tutti profumi del castagneto unito a quello di violette , di prugne e di albicocco. Se si assaggia quello di Gennaro si sentirà il profumo delle querce unito a quello del mirto e delle ginestre. Se si beve quello di Gaetano ti manda in estasi e ti fa sognare. Quello di Pasquale, dopo il primo bicchiere senti l’impulso irrefrenabile di degustare il secondo. Sublime il vino di Concetto, non il Merlot, (una bestemmia per la zona del Falerno), ma quello dell’”arusto”. Assaggiandolo, per incanto ci si sente sdraiati accanto a Trimalcione nell’antica Roma davanti ad una tavola riccamente imbandita.
Un posto di rilievo per il vino di Franco: questo vino, col suo colore rubino e col suo effluvio di mille aromi ti trasporta in un’altra dimensione, ti fa sentire una piacevole sensazione di calore ed un impellente desiderio di amare. Tutti i Falerno prodotti col metodo tradizionale, assaggiandoli trasmettono un messaggio di gioia, di forza e amore, oltre ad un messaggio culturale che scaturisce dalle leggende che accompagnano da millenni questo vino celestiale se si ha la predisposizione per recepirlo.
Questo vino miracoloso, prodotto in questo modo, fra tanti pregi ha due grandi difetti: se ne produce poco e il suo impareggiabile bouquet dura solo pochi mesi. Il Falerno artigianale, infatti, con i primi caldi primaverili incomincia a cambiare, secondo gli esperti in meglio, ma comunque non è lo stesso nettare che si degusta di questo periodo.
Quindi bisogna affrettarsi a visitare coloro che, pur senza comprenderne a pieno il valore incommensurabile, posseggono tale tesoro. Bisogna affrettarsi per toccare con mano, anzi con il palato, questo miracolo del vino Falerno che ogni anno si ripete nelle nostre zone.
Sbrigatevi, la primavera è vicina.
Lucullo
che buono il vino falerno! Grazie!
RispondiEliminaCaro Lucullo è proprio vero:
RispondiElimina"ogni scarrafone è bell à mamma soie"....
Con tutto il rispetto per la tradizione, ma fare un buon vino è tutt'altra cosa.
Come tu stesso hai detto ogni produttore locale ha il proprio modus operandi, ma così facendo il Falerno resterà qualcosa di intangibile, nel senso che non si capirà mai qual'è il vero vino Falerno.
Per i Romani era il vino prodotto nell'area della Sinuessa e la particolarità dei vitigni era il fatto che venissero coltivati su terrazzamenti di sabbia e argilla a poche centinai di metri dal mare. Ciò dava al vino un sapore unico, inconfondibile.
Oggi non è così. Qualcuno fa del vino a Roccamonfina e lo chiama Falerno. Altri lo fanno a Casanova e lo chiamano Falerno.
Altri lo fanno a Falciano del M. e lo chiamano falerno del massico.
Potrei farti una lunga lista, ma spero che tu abbia comunque colto il senso del mio post.
Plinio
x Plinio. Non so su quali testi hai svolto le tue ricerche. A me le tue notizie non risultano, con questo non voglio dire che non siano vere, non ho letto tutti i testi sul vino Falerno. Se nella zona descritta nel post ci aggiungi anche la zona di Mondragone denominata dialettalmente "ngaurana"posso anche essere d'accordo con te. Dissento se indichi che solo quella era la zona del Falerno per i Romani. Secondo la leggenda Falerno, un grosso possidente, diede ospitalità a Bacco che gli donò le viti di questo vino meraviglioso per ringraziarlo . I terreni Falerno non li teneva sulla spiaggia di Mondragone bensì alle pendici del monte Massico, nella zona di Falciano del Massico. Se ti rechi nella zona di Casanova sono ancora visibili i resti delle fornaci in cui si cuocevano migliaia e migliaia di anfore . Queste venivano mandate a Roma e in tutto il Mediterraneo piene di Falerno e in parte di olio. Per concludere e non occupare tutto il blog sull'argomento basta che ti aggiorni su internet e ti renderai conto della giustezza delle mie tesi. Dal tono del tuo commento ho inteso che sei una persona garbata che vuole un confronto di notizie perciò ti ho risposto. Mi auguro di non trasformare un normale scambio di idee in un a disputa campanilistica senza alcun riferimento a testi storici ai quali, anche se non a tutti, io mi sono relazionato.
RispondiEliminaLUCULLO
Le aree di coltivazione da te citate sono nacquero in un secondo momento, ciè quando i romani aumentarono la "domanda" e quindi la produzione di vino Falerno, con annesse le fabbriche di anfore per un chiaro motivo logistico.
RispondiEliminaCon questo non voglio dire che il Falerno prodotto in aree circostanti non sia un buon vino.
Ho posto l'accento sulla differenti metodologie di produzione e sulla diveristà che c'è tra un Vino Falerno prodotto a Roccamonfina ed uno prodotto a Falciano del Massico.
Capisco che hai degli interessi nel promuovere il Vino Falerno....scherzo!
Plinio
Ho letto l'articolo del Corriere del Mezzogiorno a firma di un certo Gimmo Cuomo. Il nome mi fà pensare più ad un attore o ad altro che ad un sommelier o ad un enologo. Sicuramente è originario di Napoli, solo là può risiederere uno che scrive con tanta sciatteria. Stendo un velo pietoso sulla sua confusione tra Cales (Calvi Risorta) e Calenum (Carinola). La cosa grave che ha danneggiato il proprietario del vigneto ubidcandolo a Calvi Risorta mentre si trova a Carinola. Addirittura ha fatto intendere che questi compra le uve a Carinola,grave per un vino doc. Inoltre ha accennato all'amarognolo del vino come fosse un difetto, si è salvato aggiungendo che a lui non dispiace. L'amarognolo è una particolarità del vino Falerno. La consistenza e la persistenza di quel vago sapore di mandorla viene valutata dagli esperti per indicare la qualità del vino. Il vino Falerno non può essere giudicato da chiunque per la sua unicità. I grandi sommelier si accostano a questo vino con rispetto per non prendere delle cantonate. Loro sanno che solo se si degusta per anni questo vino lo si può giudicare e catalogare. Il loro palato è abituato a degustare Brunello,Amarone, Chianti e alrti vini blasonati i cui particoòari bouquet vengono costruiti negli anni. Può capitare che invece un Falerno ben trattato raggiuge lo stesso livello di qualità in metà tempo in quanto molte qualità le trae direttamente dal terreno. Anche questo fa parte della particolarità del Falerno, bisogna accostarvisi come ad una macchina fuoriserie.
RispondiEliminaxPlinio 15.48. Sono in piena sintonia con te. L'importante che la zona di cui parli non oltrepassi l'attuale hotel Sinuessa verso nord. Aggiungo una precisazione,il vino prodotto a Roccamonfina e Galluccio è denominato "Rosso di Roccamonfina". A loro fa piacere chiamarlo Falerno di Roccamonfina, si vende meglio.
RispondiEliminaCaro Lucullo,complimenti per la Tua estensione sul "nostro" FALERNO(era ora)specialmente per quello di FRANCO che-bevendolo-produce UN IMPELLENTE BISOGNO DI AMARE(il vino è il canto della terra verso il cielo scrive Veronelli che di vino se ne intende assai).Purtroppo,l'AMORE è una brutta bestia e il suo corollario non può essere relegato alle qualità del vino,benchè sia quello di Franco e,quantunque il conenuto di testosterone posseduto possa essere altissimo,poco può fare il Suo Falerno se non si possiedono altre referenze!Scherzi a parte caro Lucullo,invece bisogna miserevolmente ammettere il fallimento del nostro sistema politico locale che per lustri di amministrazione non ha fatto nulla per valorizzare un vino di valenza austera derivante anche da una cultura e tradizione millenaria(Leggasi DISSERTATIO de AGRO ET VINO FALERNO di C.F.WEBER).Un vino il nostro che se fosse trattato con le dovute modalità,nulla avrebbe da invidiare ai vari Barolo.barbaresco,Amarone ed anche a vini ottenuti da blasonate Cru francesi.Purtoppo,la nostra tecnica di produzione è rimasta quella tradizionale e, a fronte di un vino eccezionale che potremmo produrre laddove vennisse affinato per anni in botte di rovere,otteniamo un vino che dopo un anno"è già stanco".Un vero peccato,non crerdi?Sarebbe auspicabile che i nostri politici locali si facessero promotori(al di là delle pur simpatiche sagre)di un organico e razionale piano di recupero di tutto ciò che attiene il nostro vino Falerno facendolo diventare motivo di cultura del vino(per es.corsi di sommelier gratuiti per i giovani) che possa dare anche sbocchi di natura occupazionale.Mi permetto con umiltà di proporTi insieme ai lettori del Quiquiri di consumare un bellissimo piatto di PACCHERI DI GRAGANO TRAFILATI AL BRONZO CONDITI CON UN RAGU OTTENUTO COME FACEVANO LE NOSTRE MAMME DI CASANOVA(TIANO DI CRETA possibilmente gia usato, ALL'INTERNO DEL QUALE CI DEVI METTERE LE TRACCHIOLELLE DI MAIALE,LA CONSERVA DI POMODORI,LA PASSATA DI POMODORI,E POI METTI A CUOCERE A FUOCO LENTISSIMO PER ORE-deve pippiare- SOPRA IL TREPPETE CON LA BRACE DEL CAMINO).Come Falerno Ti consiglio il CAMPANTUONO(è un vigneto che sta tra Casanova e Falciano)di una cantina di Falciano(è veramente buono).In alternatva Ti consiglio Falerno Villa Camarano annata 97 (costa caro)ma può competere con uno chateau della Borgogna!Prosit a tutti e anche a me!ORCHIDEA
RispondiEliminaCara Orchidea e caro Lucullo, mi fa molto piacere scoprire che nel nostro territorio abbiamo persone valide sotto il profilo enologico.
RispondiEliminaNon volevo entrare in polemica nel senso che non volvevo stilare una classifica del vino falerno. Volevo andare oltre. E cioè mettere in discussione il nostro modo di fare vino confrontandolo con altre metodologie.
Abbiamo a disposizione questo blog, aspetto vostre iniziative, a presto
Plinio
Dalla raccolta alla mescita.
ah dmenticavo: proviamo a degustare differenti "falerno" alternando gli assaggi con pane cotto a legna.
RispondiEliminax Lucullo
RispondiEliminahai dimenticato il vino di "criscitegliu" prodotto dalle uve della località " Creta" a Casanova.Da degustare con un "tianiegliu" di soffritto di maiale. La ricetta è semplicissima. Tagliare a pezzetti regolari le frattaglie del maiale, fegato, polmone,cuore, milza,aggiungere una certa percentuale di carne. Far soffrigger per cinque minuti, aggiungere un mezzo bicchiere di Falerno, dopo aver aspettato che sia sfumato aggiungere lo "stratto" fatto in casa, e finire di cuocere come un classico ragù napoletano. Non dimenticare di aggiungere un rametto di alloro e abbondante peperocino. Dopo aver consumato un piatto di questo soffritto accompagnato dal vino su menzionato diventerai rosso come il produttore. Il problema è acquistare il vino, di solito il propietario lo consuma tutto lui, anche se ne produce una quantità consistente.
ru vinu se fa pure cu l'uva.....
RispondiEliminaa casale....
che vino è quello di criscitiegliu ( immagino sei di casanova!)?
RispondiEliminapiedirosso?
x anonimo 7/2/09 ore 12.03
RispondiEliminail tuo campanilismo ti acceca talmente tanto che non ti fa vedere le inesattezze che scrivi.
1) se credi di conoscere i piatti locali...bè da quello che scrivi deduco che ti devi far dare dei chiarimenti da chi cucina il soffritto ndà ru tianiegliu da anni se non da secoli. A Casanova, ovvio.
2)E' vero: il vino di Giuseppe è buono. Ma manchi di rispetto a tutti gli altri produttori di vino locale ( preferisco chiamarlo così) come ad esempio muschigliu,barbadigliu, ru vino da starza etc etc etc.
Uagliò open your mind.
x 14.30- Il tuo commento è fuori luogo(stasera mi sento buono). Ti traduco quello che ho scritto alle 12.03." Ho avuto il piacere di bere il vino che ho menzionato nel mio commento e l'ho trovato buonissimo, stop". Gli altri vini non li conosco perciò non li ho ricordati, non capisco dove sta la mancanza di rispetto da parte mia. Ad meliora.
RispondiEliminaRU VINU DE CRISCITIEGLIU é CHELLU CHE Fà NCOPPA A TERRA D'A BON'ANIMA DE PASCALINU RU IATTIGLIU.IO HO AVUTO IL PIACERE DI DEGUSTARLO E VI POSSO DIRE CHE NON HA NIENTE DA INVIDIARE AL NEBBIOLO ,AL BARBEREA, AL DOLCETTO DI ALBA E A NESSUN ALTRO VINO RINOMATO DEL PIEMONTE.IO VIVO IN PIEMONTE E I VINI SOPRA CITATI LI HO ASSAGGIATI E VI POSSO GARANTIRE CHE PREFERISCO DI GRAN LUNGA IL NOSTRO VINO PRODOTTO IN MODO GENUINO.
RispondiEliminaIL VINO DI CRISCITIEGLIU è PEREPALUMMU(PIEDE DI PALOMBO ,PENNUTO DAL PIEDE ROSSO.
RispondiEliminapiedirosso!
RispondiEliminasi,ok ma qual'è la tradizione?
RispondiEliminacome fanno il vino le persone a cui si fa riferimento?
lo tengono in botti oppure in quelle orrende cisterne di materiale che non si capisce se è plastica, fibra o quant'altro?
sono in acciaio? lo tengono nelle "damigiane" di vetro verde?
quando vendemmiano ? etc etc etc
come vedete le domande sono moltissime.
Cerchiamo di dare vita ad una sorta di "Biblioteca del vino nostro" in modo che certe TRADIZIONI non vadano perse.
Olè
Per anonimo delle 16.43.ho avuto il piacere di assaggiare il vino del mio caro amico Giuseppe Di Cresce che tu chiami Criscitieglu e ti posso assicurare che oltre ad essere buono è anche genuino.Purtroppo però, quando dici che tu vivi in Piemonte ed i vini di tale regione non hanno nulla da invidiare a quello di criscitieglu,presumo che il tuo campanile è talmente alto che quando sei caduto ti sei fatto male in modo irreparabile,ovvero hai avuto una notte piena di incubi,e, non hai potuto beneficiare delle amorevoli cure di morfeo.Ma lo sai che nel Piemonte vengono prodotti i migliori vini del mondo?Tu che dici di vivere in Piemonte hai idea che cosa significhi pronunciare parole tipo:BAROLO,GATTINARA,GHEMME,ROERO,CORTESE DI GAVI,DOGLIANI,BOCA,BARBARESCO....e mi fermo giusto per tua scienza,significando che il vino che hai bevuto tu in Piemonte non era nemmeno pargonabile col migliore Tavernello in commercio!!!Ma ti rendi conto di cosa dici?Ma lo sai che all'ultima asta dei vini un barolo di 25 anni è stato venduto a 700euro a bottiglia ed un barbaresco di 2o anni a 550euro a bottiglia?Ma hai idea di come si produce un Gattinara?è un vino che bisogna degustarlo in ginocchio e con il capo scoperto in profonda meditazione.è un vino che-come il barolo che ne condivide il vitigno nebbiolo-al solo nominarlo incute rispetto.ha un colore bellissimo rosso granato,intenso ed elegante come una BELLISSIMA DONNA vestita di lungo!Il bouquet è ampio e avvolgente con aromi floreali di rosa e viole secche,fruttati di fragoline di bosco poi di noce moscato che nel tempo si arrichiscono di sentori di funghi secchi,tartufo,liquirizia,e sentori balsamici.é un vino morbidissimo che unito ad una buona sapidità e tannicità,rendono questo vino robusto ed austero e meravigliosamente armonico ed equilibrato.Credimi è un vino mirabille che quando lo degusti(te lo consiglio col cinghiale e formaggi a pasta dura)hai la sensazione di caldo e di morbidezza allo stesso modo delle dinamiche emozionali che proveresti nel momento in cui ti troveresti a baciare quella bellissima donna vestita di lungo della quale te ne avevo parlato prima!!!Poi se sei capace di sedurla in modo totale potrai sentire l'armonia dei suoi seni di velluto nel momento in cui mescerai questo stupendo vino per la seconda volta nel suo ricettivo ballon....il resto te lo raccono la prossima volta,ma prima devi bere un balon di barolo!alla prossima
RispondiEliminail piedirosso non ha nulla da spartire col falerno anche se entra in uvaggio con l'aglianico al 40% in una delle 2 doc del falerno del massico.Ma il nostro vero falerno è quello che è sempre stato realizzato in purezza al 100% con solo vitigno primitivo monoclonale dalle nostre vigne autoctone impiantate prevalentemente su piede franco(Magliuoli)un sistema molto pratico ed economico rispetto al portainnesto americano ma non resistente all'attacco della fillossera.Per anonimo delle 22.10,purtoppo il modo di fare il vino secondo le nostre tradizioni è assolutamente carente e poco efficace in quanto durante tutto il protocollo della vendemmia vengono commessi una notevole quantità di errori che, oltre a pregiudicare qualitativamente questo prezioso liquido,ne ipotecano la durata e, così succede che ,nonostante partiamo da un ottimo prodotto di base(UVA PRIMITIVO)già dal momento della VENDEMMIA SI COMMETTONO DEGLI ERRORI CHE,SE ERANO AMMISSIBILI PER IL PASSATO,NON SONO PIù ACCETTABILI NEL PRESENTE.Tutto questo per dirti che il vino non si può fare solo con l'arte tradizionale ma,quest'ultima, deve essere supportata dalla scienza del vino significando che ci vuole tantissimo impegno e passione per fare il vino,ma, basta sbagliare anche una minuzia,e l'aceto già è pronto.magari la prossima volta diremo come sarebbe opportuno fare il vino.nel senso che ci proviamo.buonanotte.orchidea
RispondiEliminaCara Orchidea , se leggi il post con più attenzione ti renderai conto che dico le stesse cose, anche se velatamente. Perciò concludo con "sbrigatevi ad assaggiarlo", ai primi caldi non si sa più se è Falerno o sidro. La genuinità purtroppo non sempre fa rima con bontà. Lucullo
RispondiElimina( non sono quello delle 22.10)
x lo "Scorsone" del quiquiri. sei fuori post...
RispondiEliminastiamo cercando di discutere dei NOSTRI modi e metodi di fare il vino. E soprattutto di conservarli.
Se i vini piemontesi saranno ancora tra i migliori vini del mondo questo sarà da vedere.
Mi spiego: come tu ben saprai negli anni '80 chi spadroneggiava in campo enologico erano i piemontesi seguiti dai toscani e dai lumbard, con dietro tutte le regioni del centro nord.
E quelle del sud? erano relegate ad aree di produzione di vino da taglio, esclusione fatta per alcuni vini campani (lacryma christi in primis) e siciliani.
E non solo: alcuni vitigni sono stati negli anni impiantati anche in aree diverse da quelle originali, vedasi California, dando buoni risultati ed a detta degli "esperti americani e filoamericani" pare che il brunello prodotto in california sia addirittura migliore di quello italiano! quetso per dirti che come tutte le cose i più forti hanno sempre cercato di darci un ruolo di secondo piano. Anche per quanto riguarda la produzione e del vino e la qualità di questo.
Lo stesso hanno fatto i "franscesi" con i vini italiani in genere.
Ma....ma....
i migliori "chateau" italiani comprano uva dal sud per dare gusto e forza ai loro vini.
La Francia e gli Stati Uniti sono i primi importatori di vino made in italy.
Dunque: beviamo vino del sud.
E' cchiù bbuon
p.s. : Scorsone è il sommelier(!)che possiamo ammirare nella trasmissione La prova del cuoco
Orchidè te vogliu bene, ma sei prolissa.
RispondiEliminaLa vogliamo fare questo Manuale del vino nostro?
Buonanotte
credo sia ora di fare un pò di chiarezza:
RispondiEliminaI romani distinguevano i vini proveniente dalla "Sinuessa" ed i vini che provenivano dal "Massico".
Quindi di quel falerno stiamo parlando? e di quale tradizione? casanovese, falcianese, mondragonese, sessana, casalese?
Cara Orchidea, hai esplicitato quando detto velatamente nel post. Vi si afferma che un vino prodotto come si fa dalle nostre parti non ha futuro ma deperisce subito. L'autore ha tenuto a rimarcare i pregi del Falerno, diciamo locale, nei primi mesi, dopo....non si sa.
RispondiEliminacomplimenti all'autore del post e a tutti i commentatori per aver creato una bella discussione costruttiva.
RispondiEliminaX 22.27.Mi dispiace che Tu mi veda"prolissa" ma non so essere altrimenti.E a tale proposito, come puoi pensare di fare un manuale per realizzare il vino?Quasi come se fosse un vademecum?Le variabili per ottenerlo sono infinite e, la magia, sta proprio in questa alchimia che ci consente a livello locale, di ottenere vini diversi pur partendo dallo stesso vitigno primitivo.Per me, il vino è Filosofia e quindi ne ho fatto uno studio analitico e molto speculativo.Lo produco per la gioia di degustarlo con gli amici e mi piace trattarlo in tutte le sue declinazioni possibili:"CHE VITA E'QUELLA DI CHI NON HA VINO?QUESTO FU CREATO PER LA GIOA DEGLI UOMINI,ALLEGRIA DEL CUORE,E GIOIA DELL'ANIMA...BIBBIA libro del Siracide".Comunque,ne possiamo parlare ancora perchè credo di avere gli elementi per dirti(con dispiacere)i motivi per i quali il nostro Falerno,pur essendo un vino peculiarmente da invecchiamento(il disciplinare della Doc lo fà fregiare del titolo RISERVA dopo almeno 3anni di affinamento)dopo un anno è già "piatto e stanco"e non acidifica solamente perchè è notevolmente alcolico.In ogni caso,Ti anticipo:se non sei possessore di una di quelle magnifiche cantine di Casanova scavate nel"cemiento"non ci provare nemmeno a pensarlo di invecchiare il vino,bevilo come consiglia Lucullo nel Suo post.Alla prossima.PROSIT!ORCHIDEA P.S.Se a qualcuno dovesse capitare di trovare ancora qualche anfora romana all'inerno della quale siano presenti dei vinacciuoli(SEMI)d'uva,ne faccia notizia al quiquiri in modo che possano essere recapitati al Prof. MOIO di Mondragone che li userà per ricostruire la vera storia del vitigno Falerno romano.Mi è cosa gradita trasmettere a chi non lo sa, che il Prof.MOIO oltre ad essere produttore di Falerno,è anche Professore(udite,udite)della "SCIENZA DEI PROFUMI" relativa al vino,alla SORBONA DI PARIGI!!!ORCHIDEA
RispondiEliminaper anonimo delle 22,10.Nel mio post non ho paragonato il vino di Giseppe di Cresce nè al Barolo nè al barbaresco nè atutti gli altri prelibati vini da te menzionati.Il nebbiolo è il vino che dopo anni di invecchiamento in botti di rovere diventa barolo. Il mio fornitore di vini è un produttore dell'astigiano produce e vende tutti i vini da te menzionati quindi se vuoi potrei fartene avere un assaggio sappi però che non lo pagheresti come il vino di Casanova .Io ti ho fatto il paragone con il nebbiolo perchè a parirà di prezzo non è molto meglio di quello di Di cresce il quale sicuramente non lo pastorizza nè gli fà dei trattamenti particolari per affinarne il gusto.
RispondiEliminax la redazione del quiquiri:vedo che alcuni interessantissimi, argomenti trattati con le relative risposte,sono indirizzati ad altri estensori perchè dove non esiste lo pseudonimo di chi l'ha scritto,l'unico riferimento possibile è L'ORARIO d'invio.Verosimilmente,quest'ultimo è posto in una posizione tale che non si capisce in modo inequivocabile chi è l'estensore del post,nel senso che si fa confusione tra quello che precede e quello immediatamente successivo(vedasi per es.le risposte a quello delle 22.10 anziche l'1.17).Forse sarebbe meglio SPOSTARE L'ORARIO ALLA DESTRA DI CHI HA SCRITTO e rimanere "ANONIMO HA DETTO" dove tuttora si trova.Credo che così facendo le risposte ad personam siano inequivocabilmete dedicate all'estensore del post.Grazie!
RispondiEliminaPer 1.17 del 9 febbraio. Ho letto le sviolinate del tuo commento ai vini piemontesi. Mi associo al commento delle 22.25 che chiarisce esaustivamente perchè i vini piemontesi costino così tanto. Ti posso assicurare che se l'Italia fosse stata governata all'incontrario, cioè i Borboni al nord e i Savoia a sud, le cose sarebbero diverse. Il Falerno sarebbe il vino più costoso al mondo, come lo era quando il mondo era governato dai Romani. La pesca di Nocelleto sarebbe venduta col proprio marchio e non con quello IGP dell'EmiliaRomagna. Tutti conoscerebbero la ciliegia di Casale invece di quella di Vignola. Purtroppo è mancato il timoniere e siamo rimasti al medioevo. Ma non aver dubbi sulla qualità superiore dei nostri prodotti, sono ineguagliabili. Giustamente devi degustarli al momento giusto, vale per il vino ma anche per la frutta. Riguardo al prezzo ti racconto un aneddoto. Anni fa fu mio ospite un signore di Novara. Questo signore era un intenditore di vini, degustatore non bevitore. Gli servii il mio Falerno, che quell'anno era eccezionale, a settembre no a Gennaio. Appena lo ebbe assaggiato chiese il prezzo, dicendomi che lo avrebbe pagato qualunque somma. Io gli risposi che non costava niente. Alla sua perplessità gli feci notare che se lo avesse trovato in una enoteca a fianco di un Barolo sicuramente avrebbe optato per questo. Convenne con me, perchè confessò che non conosceva dell'esistenza di questo vino così meraviglioso.
RispondiEliminax 19.55.Finiamola con questi campanilismi che non fanno altro che arretrarci in un nichilismo azzerante.Il falerno è un vino eccellente nella misura che può competere anche con un barolo o un brunello nella misura che si rispettino le tradizioni corroborate dalla scienza del vino.Le uniche realtà in campo nazionale sono rappresentate da 2 produttori(MOIO e VILLA MATILDE)e da qualche nicchia di eccellente fattura(IL CAMPANTUONO PRIMITIVO MONOCLONALE AUTOCToNO DELLE CANTINe PAPA di Falciano del massico).Poi il nulla!!!!Se tu pensi che le uniche 3 DOCG della Campania si trovano tutte in provincia di Avellino(TAURASI,GRECO DI TUFO,FIANO DI AVELLINO)e il nostro Falerno è solo DOC ti viene da mangiarti qualcosa che è meglio farne un uso più gratificante.Ti renderai conto che è stata una grande occasione perduta e la responsabilità,non è dei piemontesi ma esclusivamente nostra.Significando che,se fosse stato valorizzato il nostro Falerno con un piano programmatico di sviluppo,i terreni che sono incolti sopra la creta o altrove,avrebbero avuto la destinazione sicuramente più vocata per le vigne di primitivo.E questo lo dovrebbe saper il tuo amico di Novara in quanto è proprio lì che viene prodotto il GHEMME DOCG che è un vino a base di nebbiolo da far continuiare la seduzione di quella DONNA BELLISSIMA di cui ti parlavo nell post precedente.E,concludo dicendoti:vai a vedere sulle colline novaresi dal tuo amico, se trovi un fazzoletto di terreno incolto?Sono solamente dei meravigliosi vigneti di Nebbiolo!Ed iinvece,gurdati intorno da noi e vedi quanti terreni sono incolti,laddove potrebbero essre impiantati tante vigne di primitivo!E di contro,vai a vedere in questo momento quante persone riempiono i bar?E' sempre colpa dei piemontesi?Ah per evitarti confusione, ti volevo dire affettuosamente(se me lo permetti)che a me piace il Falerno,ma,se devo continuare a sedurre quella famosa donna bellissima,stasera vicino al camin, userei dei dolci locali con un Piccolit friulano:TUTTO A BASE DI"dolcissimamente tuo".SPERO CHE MI SUCCEDA E LO AUGURO ANCHE A TE.Libiam nei lindi calici!!!!!
RispondiEliminaCaro amico delle 9,11 se vuoi sedurre veramente quella famosa donna bellissima ti consiglio una bella bottiglia di Sauvignon insieme ai dolci non sai che ti perdi.
RispondiEliminaMa sti 'mbriacuni e m....! Ma pensate sulu a' panza?!!
RispondiEliminaCaro Lucullo molto bello il Tuo post e molto ineressanti i commenti su questo straordinario vino falerno;Alcuni di notevole pregio e competenza altri molto simpatici(che fine ha fatto qella donna bellissima?Chi l'ha sedotta il Picolit o il Sauvignon?).Scherzi a parte le cose che sono state dette sono molto interessanti ma sarebbe ancora più interessante se qualcuno si facesse promotore di dare un protocolo per come realizzare il nostro falerno in modo che non diventi come ha detto qualcuno STANCO dopo un anno.Non è possibile che l'uva primitivo con grado zuccherino di 22/26 dia vini che non resistono all'invecchiamento.Dove sbagliamo?
RispondiEliminaHo bevuto una bottiglia di vino di Franco. invece di un impellente desiderio di amare ho sentito quello di dormire. La sera dopo ho bevuto una bottiglia di Barolo. Invece di sognare una bella donna ho sognato la mia dottoressa che mi prescriveva un analgesico per il mal di testa. Andateci piano con questi vini famosi.
RispondiEliminaQuella donna bellissima che,insieme al falerno,è diventata il lite motive di questo simpatico post la puoi sedurre(se lei lo permette)non certamente con il Picolit, il Sauvignon,il Falerno di Franco o altro vino da meditazione.Riuscirai a sedurla se,insieme ai sopracitati vini,attuerai tutti i riti e miti della seduzione.Solo in questo caso,la fragranza di quei dolci di Casanova unita alla morbidezza avvolgente di quei vini,produrranno un'alchimia indicibile e, le dinamiche emozionali che scaturiranno,saranno stupefacenti ed incontrollabili.Il fuoco del camino deve essere alimentato con legna di quercia meglio ancora se sono radici di ulivo,perchè la fiamma è bassa,silenziosa quanto basta ed il colore è glauco con sfumature cangianti che a volte virano verso il cobalto!a questo punto,il momento è cruciale perchè, se sei un tamarrone e quella donna bellissima è particolarmente sensibile ai richiami della seduzione,puoi fare solo una cosa:ARRECETTARE I FIERRI E TI VAI A FARE UNA...BIRRA DA Giovanni!!!Se invece non sei tamarrone ma il tuo cuore è in sincronismo con l' ANIMA puoi fare in modo che il Falerno da meditazione diventi il VINO VERITAS non di KIerkegaard,ma del Tuo modo unico e suggestivo di rappresentare come nel Simposio Platonico il tema dell'Amore! un convivio a due,con i telefoni staccati e con l'arte di saper interpretare il linguaggio del fuoco!!!da questo momento in poi,qualunque cosa farai,devi farla con immensa dolcezza creando intorno a voi due una situazione stupefacente che tu, e solo tu ,devi condurre a termine,significando che,Le devi far sentire che sono momenti di rapimento assoluto,perchè non sempre il corpo e l'anima riescono ad incarnarsi in un sola cosa.Ti auguro che tutto questo avvenga e,poco importa se avviene col Picolit,il sauvignon o un falerno da meditazione!!!l'importante che riuscirai a sedurla ed a carezzarle i suoi seni di velluto!!!Attento però:i vini da meditazione sono molto vasodilatativi e,se ne abusi,potresti fare una figura....Prosit!!VIVA IL FALERNO!!!ALLA PROSSIMA.
RispondiEliminaComplimenti 16.00 leggendoti mi hai quasi procurato un orgasmo.
RispondiEliminax 11/02 ore 09.11:
RispondiEliminae come lo spieghi il fatto che la nostra mozzarella contiene diossina oltre i limiti ed il latte che viene prodotto in lombardia ed aree circostanti no? dobbiamo dire che tutto lo smog prodotto dalle fabbriche del nord non inquina i terreni circostanti? e che cosa mangiano le mucche, la polenta?
Parma di dice qualche cosa?
Sai quanti miliardi girano in questa città solo per il settore alimentare?
Ho posto l'accento sul fatto che un buon vino non dipende da quanti produttori ci sono in una determinata area, ma dipende da altre cose, vedi il clima.
Dunque, non necessariamente un vino piemontese è buono solo perchè tale.
In Francia esistono più di 50 "Chateau" che producono Bordeaux, e viene venduto anche ad un euro la bottiglia.. credimi. Ma non il Bordeaux di "Chateau Margaux",
Chiaro il concetto no?
No, non è chiaro il concetto. Non ho capito un ca..o del commento delle 18.27.
RispondiEliminaX 18.27!Non ho alcuna intenzione di fare polemica,perchè la trattazione che si sta facendo del nostro Falerno, esula dalla mozzarela e da cose che non afferiscono al vino.Rimane il fatto che,mentre in altre regioni italiane vocate alla produzione del vino,gli ampelogafi hanno ottimizzato ogni fazzoletto di terreno, converrai con me, che da noi pur essendoci le condizioni pedoclimatiche per produrre ottimi vini,molti terreni sono incolti mentre i bar anche durante i giorni feriali non sono mai vuoti!!!C'è qualcosa che non torna ed il solito vezzo nostrano di addebitare la colpa sempre agli altri,è una cosa che fà parte della nostra cultura,e,l'autocommiserazione è il peggiore espediente per non fare nulla.Ci sono vigneti in liguria,trentino,e anche nella vicina ischia dove la coltivazione viene definita "eroica"per gli sforzi sovraumani che vengono attuati per portare l'uva a maturazione.Credimi:è solo questione di volontà, di cultura del vino,e della totale diserzione dei nostri politici,che,come sempre,nulla hanno fatto per il nostro falerno.Ti saluto affettuosamente.
RispondiEliminaX 23,26
RispondiEliminaCaro amico, la verità è una sola, senza usare troppi eufemismi: semmu sfaticati! oltre che molto poco ambiziosi!
minkia che post di successo.... 41 commenti col mio 42. complimenti
RispondiEliminax23.05 Perchè ti meravigli di tanti commenti? Il vino e l'enologia sono nati dalle nostre parti. Oltre al fatto che tu sicuamente saprai che il concetto di DOC è stato ideato per il Falerno millenni fa. Per quanto siamo regrediti qualcosa di quella cultura ci è rimasto. Basta sollecitare e molti scavano nel loro passato appisolato e rispondono. Anche se oggi siamo sotto il governatorato di Napoli ricordati che una volta siamo stati cittadini dell'impero romano e qualcosa nel nostro DNA è rimasto.
RispondiEliminaCaro Lucullo,quanto onore per il Tuo post!!!Mi associo all'estensore delle 23.05(molto sanguigno)e Ti partecipo il mio plauso per aver stimolato un argomento cosi suggestivo,pregno di storia, cultura,tradizioni e, perchè no,anche di emozioni,da quando insieme a questa summa di elememti che hanno caratterizzato il Tuo post,è venuto fuori anche questo personaggio fantastico di questa"DONNA BELLISSIMA",capace di generare-grazie al vino-emozioni indicibili così mirabilmente enfatizzate nel tuo interlocutore delle 16.00 ed ancora di più in quello delle 16.37 che ha quasi ORGASMATo per la felicità di cotanta seduzione.Sono sicuro che questo bellissimo post da Te prodotto,non sia giunto all'epilogo ma mi auguro e Ti auguro che possa avere ancora tanta energia in corpo(Come un buon Falerno da invecchiare)e che possa essere veicolatore di fantastiche storie da raccontare che appartengono alla parte migliore di noi Casanovesi, delle QUALI NE DOBBIAMO ESSERE FIERI ED ORGOGLIOSI.Continuiamo pure a scriverTi(ma senza fare polemica)invitando l'amico delle ore 16 ad EMOZIONARCI con la sua dissertatio sulla DONNA BELLISSIMA,ma, tenendo conto sempre che,il motivo principale DEVE ESSERE IL VINO!!!POSSIBILMENTE FALERNO,in quanto,solo il vino- nell'accezione più nobile che gli compete-è capace di generare grandi emozioni perchè:"A CAUSARE LE ANSIE PROVVEDE LA VITA,A INERROMPERLE PROVVEDE LA VITE.IL VINO ALLIETA IL CUORE DELL'UOMO,E LA GIOIA è LA MADRE DI TUTTE LE VIRTù".J.W.von Goethe!! Ancora comlimenti LUCULLO. ORCHIDEA.
RispondiEliminaNei giorni scorsi mi è toccata una grande fortuna e ve ne voglio far prendere atto. Salvatore mi ha regalato una bottiglia di Falerno prodotto in località "Greci"L'ho assaggiato con un pò di perplessità sapendo che il vigneto è stato impiantato da pochi anni. In virtù di questa considerazione al primo sorso lo stupore è stato grandissimo per l'ambrosia che ho assaggiato. Al primo abboccamento ho sentito il sapore antico del vino che si produceva nelle nostre zone anni fa, forte e delicato dolce e severo, profumato e aromatico, tutto insieme in un turbine di sensazioni che nessun esperto potrà mai riuscire a discernere. Erano anni che andavo alla ricerca del vino registato dal mio mio cervello quando ero giovanotto. Ne ho assaggiati tanti di vini, buoni, buonissimi, ottimi,mai nessuno che si avvicinasse al gusto memorizzato nel mio subcosciente,adesso l'ho trovato. Confesso che io che mi considero un degustatore sono stato preso da un raptus irrefrenabile che mi ha trsformato in bevitore. Quasi finita la bottiglia sono entrato in un mondo di sognoi dove tutti i suoni mi raggiugevano ovattati e trasformati in musica anche quelli forti. Nel mio dormiveglia ho rivisto tutte le colline di Casanova come erano ricoperte di vigneti, anzi di "arusti". Ho rivisto tutti, uomini, donne , ragazzi e ragazze intenti alla cura e alla raccolta dell'uva.Tutti felici, tutti a lavorare come schiavi ma sentendosi come il più facoltoso dei padroni in quanto la cantina piena faceva sentire uguali al re.Non riesco a descrivervi tutte le sensazioni provate in quanto non facilmente descrivibili posso solo assicurare che nessun allucinogeno nè altro vino può sortire lo stesso effetto di felicità.Prima o poi mi recherò da Salvatore ad elemosinare almeno un altro bicchiere per provare a raggiugere di nuovo quel mondo fantastico che ho avuto la fotruna di visitare grazie a quel liquido celestiale.
RispondiEliminawagliò statt' accuort' c'avesse messo nu trip 'nta ru vinu?
RispondiEliminaPerchè non riprendiamo subito quel discorso del vino Falerno iniziato da Lucullo " Nel piacere della tradizione " visto che è tempo di vendemmia?
RispondiEliminaTanto per cominciare consentitemi: non vendemmiate assolutamente in questo momento(a meno che non usiate lieviti selezionati)perchè se è pur vero che i grappoli sono belli e puliti,è anche vero che la pioggia ha lavato i lieviti contenuti nella "pruina" che sta sulla buccia degli acini.Significando che in tale condizione,la fermentazione tumultuosa fa fatica a partire per mancanza di saccaromiceti( Nu volle!!!).Per quelli che invece hanno già vendemmiato, umilmente mi permetto di dire loro, cercate di evitare che il mosto e le vinacce vengano a contatto con l'umidità della pioggia di questi giorni, in quanto l'alcol contenuto nel mosto, è altamente igroscopico( assorbe l'acqua )e quindi realizzeremo un vino stanco che nulla a che vedere col magico Falerno. Naturalmente questo vale anche per tutte le altre vinificazioni.
Allora cominciamo a riparlare del "PIACERE DELLA TRADIZIONE" E DI COME SEDURRE COL VINO QUELLA DONNA MERAVIGLIOSA DAI SENI DI VELLUTO?
ORCHIDEA
Perchè non riprendiamo subito quel discorso del vino Falerno iniziato da Lucullo " Nel piacere della tradizione " visto che è tempo di vendemmia?
RispondiEliminaTanto per cominciare consentitemi: non vendemmiate assolutamente in questo momento(a meno che non usiate lieviti selezionati)perchè se è pur vero che i grappoli sono belli e puliti,è anche vero che la pioggia ha lavato i lieviti contenuti nella "pruina" che sta sulla buccia degli acini.Significando che in tale condizione,la fermentazione tumultuosa fa fatica a partire per mancanza di saccaromiceti( Nu volle!!!).Per quelli che invece hanno già vendemmiato, umilmente mi permetto di dire loro, cercate di evitare che il mosto e le vinacce vengano a contatto con l'umidità della pioggia di questi giorni, in quanto l'alcol contenuto nel mosto, è altamente igroscopico( assorbe l'acqua )e quindi realizzeremo un vino stanco che nulla a che vedere col magico Falerno. Naturalmente questo vale anche per tutte le altre vinificazioni.
Allora cominciamo a riparlare del "PIACERE DELLA TRADIZIONE" E DI COME SEDURRE COL VINO QUELLA DONNA MERAVIGLIOSA DAI SENI DI VELLUTO?
ORCHIDEA