Quando ero bambina, l’acqua corrente nelle case non c’era ancora. C’erano solo le fontane pubbliche lungo la strada le quali avevano, in parte, sostituito i pozzi. File di donne con ceceni, ancelle e secchi di zinco alla mano, aspettavano il loro turno per portarsi a casa l’acqua che occorreva alle loro faccende domestiche. Quelli erano anche momenti di grande socializzazione: le donne ciarlavano, si scambiavano confidenze, spettegolavano e a volte litigavano, contribuendo a tenere ben sveglia la vitalità del paese. Quando però si faceva il bucato, la cosiddetta ‘colata’, di acqua ce ne voleva proprio tanta e allora non bastava il secchio, ma bisognava usare altri espedienti.
Ricordo che mia nonna mi portava al risciacquo sotto gli Spinaruccoli, dove scorreva il ruscello. Con un cesto pieno di panni da risciacquare ben ritto sulla testa, scendevamo giù per il sentiero, ci fermavamo a dire una preghiera davanti all’edicola della Madonna della Spina (o delle Erbe) e poi via al ruscello.
Sul posto, c’erano sempre altre donne con i loro figli o nipoti e così, mentre esse risciacquavano e sbattevano lenzuola e asciugamani sulle lisce pietre bianche messe lungo l’argine, noi bambini giocavamo saltellando di qua e di là sulle pietre che emergevano dall’acqua, rincorrevamo ranocchie, scoprivamo angoli nascosti per noi pieni di fascino.
Chi aveva la fortuna di abitare più vicino alla Fontana Vecchia, poteva recarsi regolarmente al lavatoio e lavare là i panni di famiglia, evitando la fatica di stare a tirar secchi d’acqua dal pozzo o fare lunghe file alla fontana.
Spesso anche mia nonna si recava al lavatoio e anch’io potevo godere di quell’ambiente incontaminato dove regnava sempre un’atmosfera di festa. Era una gioia per gli occhi e per le orecchie stare là, tra donne che lavavano panni ridendo e scherzando; tra bambini che si rincorrevano e si bagnavano suscitando le urla delle mamme o delle nonne; tra schizzi d’acqua che inevitabilmente venivano lanciati contro qualcuna e le cui rumorose rimostranze suscitavano le risa di tutte; tra panni che immancabilmente si perdevano nella grande vasca e non si sapeva più a chi appartenessero; tra il gracidare delle rane e il frinire delle cicale… Era vita.
Stupendi momenti della mia infanzia che mi hanno regalato equilibrio e tranquillità interiore e che vorrei riuscire a far vivere anche alle nuove generazioni che non hanno avuto la fortuna di nascere allora.
E’ vero, ora abbiamo l’acqua corrente, calda e fredda, ma troppo è stato sacrificato alla modernità.
Oggi non esiste più né il luogo né l’atmosfera di una volta. Il ruscello non c’è più; interrato da chi pensava che modernizzando e cementificando il luogo, sarebbe stato più bello. Il lavatoio non c’è più; distrutto da chi non capiva e non sapeva apprezzare il valore della storia.
La Fontana Vecchia non è altro che un postaccio abbandonato dove qualcuno ha sbizzarrito la propria pacchiana fantasia non rispettando né l’ambiente naturale né un periodo storico. E’ solo un obbrobrio che non ispira alcun tipo di emozione se non una triste sensazione di abbandono… E’ morte.
Ebbene, rivogliamo la parte della nostra storia che ci è stata indebitamente sottratta.
Rivogliamo il lavatoio e rivogliamo l’ambiente il più possibile uguale a come era prima. E, perché no, rivogliamo anche il ruscello. Basta con l’artificiosità, con il cemento dovunque, con i progetti fai da te che deturpano e rendono insignificante l’ambiente invece di lasciarlo semplice e pieno di fascino come era.
La caratteristica della nostra cultura è proprio la semplicità e la naturalità delle cose: questo è ciò che dobbiamo ripristinare per rimetterci in sintonia con tutto ciò che ci appartiene.
Spero che la nuova amministrazione raccolga il mio appello, a cui vorrei si unissero tante altre voci, e sappia restituirci quella parte della nostra storia e della nostra cultura che ci è stata così brutalmente tolta.
Galatea
Ricordo che mia nonna mi portava al risciacquo sotto gli Spinaruccoli, dove scorreva il ruscello. Con un cesto pieno di panni da risciacquare ben ritto sulla testa, scendevamo giù per il sentiero, ci fermavamo a dire una preghiera davanti all’edicola della Madonna della Spina (o delle Erbe) e poi via al ruscello.
Sul posto, c’erano sempre altre donne con i loro figli o nipoti e così, mentre esse risciacquavano e sbattevano lenzuola e asciugamani sulle lisce pietre bianche messe lungo l’argine, noi bambini giocavamo saltellando di qua e di là sulle pietre che emergevano dall’acqua, rincorrevamo ranocchie, scoprivamo angoli nascosti per noi pieni di fascino.
Chi aveva la fortuna di abitare più vicino alla Fontana Vecchia, poteva recarsi regolarmente al lavatoio e lavare là i panni di famiglia, evitando la fatica di stare a tirar secchi d’acqua dal pozzo o fare lunghe file alla fontana.
Spesso anche mia nonna si recava al lavatoio e anch’io potevo godere di quell’ambiente incontaminato dove regnava sempre un’atmosfera di festa. Era una gioia per gli occhi e per le orecchie stare là, tra donne che lavavano panni ridendo e scherzando; tra bambini che si rincorrevano e si bagnavano suscitando le urla delle mamme o delle nonne; tra schizzi d’acqua che inevitabilmente venivano lanciati contro qualcuna e le cui rumorose rimostranze suscitavano le risa di tutte; tra panni che immancabilmente si perdevano nella grande vasca e non si sapeva più a chi appartenessero; tra il gracidare delle rane e il frinire delle cicale… Era vita.
Stupendi momenti della mia infanzia che mi hanno regalato equilibrio e tranquillità interiore e che vorrei riuscire a far vivere anche alle nuove generazioni che non hanno avuto la fortuna di nascere allora.
E’ vero, ora abbiamo l’acqua corrente, calda e fredda, ma troppo è stato sacrificato alla modernità.
Oggi non esiste più né il luogo né l’atmosfera di una volta. Il ruscello non c’è più; interrato da chi pensava che modernizzando e cementificando il luogo, sarebbe stato più bello. Il lavatoio non c’è più; distrutto da chi non capiva e non sapeva apprezzare il valore della storia.
La Fontana Vecchia non è altro che un postaccio abbandonato dove qualcuno ha sbizzarrito la propria pacchiana fantasia non rispettando né l’ambiente naturale né un periodo storico. E’ solo un obbrobrio che non ispira alcun tipo di emozione se non una triste sensazione di abbandono… E’ morte.
Ebbene, rivogliamo la parte della nostra storia che ci è stata indebitamente sottratta.
Rivogliamo il lavatoio e rivogliamo l’ambiente il più possibile uguale a come era prima. E, perché no, rivogliamo anche il ruscello. Basta con l’artificiosità, con il cemento dovunque, con i progetti fai da te che deturpano e rendono insignificante l’ambiente invece di lasciarlo semplice e pieno di fascino come era.
La caratteristica della nostra cultura è proprio la semplicità e la naturalità delle cose: questo è ciò che dobbiamo ripristinare per rimetterci in sintonia con tutto ciò che ci appartiene.
Spero che la nuova amministrazione raccolga il mio appello, a cui vorrei si unissero tante altre voci, e sappia restituirci quella parte della nostra storia e della nostra cultura che ci è stata così brutalmente tolta.
Galatea
la cosa piu' assurda sono i nani da giardino che hanno messo li... pazzesco
RispondiEliminano no, la cosa più assurda è che abbiano permesso che qualcuno ce li mettesse i nani da giardino lì...mi viene il voltastomaco!
RispondiEliminacosa vuoi dire con i nani da giardino????
RispondiEliminamai sentito parlare di
RispondiEliminamammolo
cucciolo
brontolo
eolo
dotto
gongolo
pisolo
bene, alcuni di loro sono ospiti (o forse qualcuno li avra' distrutti gia') del bellissimo parco della fontanavecchia, fatto di scarti di tubi dei pozzi e di fondamenta e di altri lavori comunali, e panchine ricavate da mattoni dall'altezza adatta ai nani.... poverini, che vuoi lasciarli sempre in piedi, certo stavano piu' comodi nel giardino dove erano prima e da dove il proprietario ha deciso di toglierli per "donarli" al comune....
Per tatano
RispondiEliminaLe conosci quelle statuine colorate di Biancaneve e i sette nani che di solito le persone mettono tra le aiuole dei propri giardini?... Ecco quelle!
Va a farti una passeggiata e ti renderai conto.
Grazie Galatea per questo articolo scritto così semplicemente bene e così pieno di nostalgico affetto che riesco a vedere davanti ai miei occhi le scene che descrivi: il ruscello, il lavatoio, le donne che lavano i bambini che giocano. Tutto riesco a vedere. Forse perchè anch'io appartengo a quel periodo stupendo dove regnava semplicità e genuinità, in tutti i sensi. Si, hai ragione; era vita. Certamente quel modo di vivere non lo potremo più ripristinare, ma il lavatoio sì. Anch'io rivoglio il lavatoio e la Fontana Vecchia più o meno a come era prima. Grazie per darci questa possibiltà di esprimere un nostro desiderio.
RispondiEliminaPropongo una petizione on line.
RispondiEliminaElettra
quel posto è diventato uno skifo
RispondiEliminapittura fluo
pezzi di tubo
cemento,mattoni di scarto di kisà quali lavori pubblici
e nn parliamo del campo di bocce
mi ricordo ankora quando mio nonno andava a giokarci
e io a scrocargli i soldi
Incompetenti, questo siete, voi che non comprendete la vera arte. L'architettura retropostmoderna della fontana vecchia è il frutto della sinergia delle menti più eccelse di Casanova in architettura dei giardini. I geni sono Mimì de Carani ed Enzo Gagliardon che si sono avvalsi della consulenza saltuaria di Luiss de Spreccia. Hanno espresso e messo in pratica il meglio delle loro folcloristiche intelligenze donandovi una delle opere più pittoresche del comune e della regione, espressione tangibile del loro alto talento.Voi siete dei critconi non in grado di godere di cotanto estro artistico. Secondo me, voi zotici di paese, avreste preferito il vehhio lavatoio in pietra lavica, dove si notavano le pietre levigate dalle lenzuola strofinate dalle nostre nonne.Vi sarebbe piaciuto veder scorrere il ruscello, che là è ancora pulito, in mezzo ad un prato ben curato su cui i bambini avrebbero giocato senza scorticarsi sul cemento, puah. Siete degli zotici villanzoni se preferite queste cose all'espressione artistica che mostra appieno la cultura della classe dirigente del nostro comune.
RispondiEliminaps mi farebbe piacere sapere che fine ha fatto il vecchio lavatoio della foto. Grazie.
Fronte di liberazione dei nani da giardino (Flng)è una organizzazione molto attiva in Europa. Gli attivisti continuano a lottare per poter liberare tutti i nani imprigionati nei vari giardini. Quindi, accogliete l’appello del fronte di liberazione e liberate i vostri nanetti. Una vita migliore per tutti.
RispondiEliminaLeggendo l'articolo di Galatea a cui mi coplimento per un linguaggio semplice di chi ha vissuto realtà di cui ora non se ne vede neanche l'ombra. "Si stava meglio quando si stava peggio" ma con questo non mi riferisco al tenore di vita ma bensì ai rapporti interpersonali che ormai stanno quasi svanendo e con essi anche le tradizioni locali gli "scenari chiave" (Carani, S. Lucia, i Laurienzi ecc). Se non fosse per quelle solite poche persone che cercano con il loro impegno di mantenere vivo il ricordo di un'epoca che con le sue persone, i suoi luoghi, i suoi usi, i suoi costumi ecc... ha fatto la differenza nel comune di Carinola. Io ricordo a malapena per la verità il lavatoio e il cantro sotto la fontana vecchia, ma a mio parere toglierlo per creare all'indomani una sorta di "ABBROBBIO" e' stato un vero sacrilegio e come se avessimo perso una nostra parte d'identità! Personalmente sarei molto felice se la popolazione di Casanova si battesse per far reinstallare il famoso lavatoio, il cantro e tutto cio' che possa riportare quel luogo alle condizioni originali o per lo meno che rispecchi l'originale, in modo da far assaporare alle generazioni moderne anche un pizzico di storia passata. Grazie Galatea che hai riportato alla mente di tutti noi un grosso "problema" creato in passato da persone che a mio avviso non hanno mai capito nulla nel valorizzare quello che abbiamo.
RispondiEliminache nostalgici pensieri ispira Galatea con quest'ultimo articolo. ricordiamo il rincorrere le migliaia di lucciole nelle tiepide serate del finire della primavera e le gare a chi ne catturava il numero maggiore da inserire nelle prime bottigline di vetro trasparente per poter illuminare, pura illusione, gli antroni spesso,o quasi sempre, bui dei portoni in cui, a frotte si giocava a nascondino. Allora i "cannutti" della fontana erano solo due e scorrevano in un "cantariegliu" che altro non era che un piccolo sarcofago proveniente presumibilmente da Civitarotta. da questi l'acqua, per caduta, nella parte posteriore e passando sotto di esso entrava nel lavatoio(ru Canteru) e da qui, attraverso un foro di troppo pieno defluiva a cielo aperto nel ruscello che scorreva vicino.Il lavatoio non aveva un gran valore ne artistico ne storico però aveva il suo "stato" che lo rendeva prezioso e fu abbattuto quando venne effettuata la cementificazione del ruscelletto che lo era rimasto solo di nome mentre di fatto era diventato una fogna a cielo aperto.Ru cantariegliu invece dopo aver subito varie trasformazioni fu trafugato da chissachi e starà abbellendo qualche tavernetta chissaddove.G
RispondiEliminaIo a quell'epoca non c'ero ma un po' capisco ciò che intende dire Galatea,forse perchè da allora tutto è cambiato e poi ricambiato ancora. Mi mancano tanto i bei tempi strapieni di socializzazione. Quando penso a quei momenti associo ogni cosa a una bella giornata di sole primaverile o estiva. Ovviamente credo,però,che riavere indietro quei ruscelli (ecc. ecc.) sia quasi inutile: per quanto possa essere bello,dubito che la gente lo utilizzi e abbandoni le comodità.
RispondiEliminacisà chi si è rubato la vasca??
RispondiEliminastarà ancora a casanova???
Caro S i ruscelli non ci stanno solo per essere utilizzati in un certo modo dall'uomo; ci stanno soprattutto perchè fanno parte della natura e in natura non c'è niente di inutile. Sei giovane e non puoi capire quello di cui parla Galatea, ma ti assicuro che Casanova ha perso qualcosa di veramente straordinario perdendo il ruscello e il lavatoio. E capisco anche i suoi sentimenti di rivalsa nei confronti di chi ha violentato l'ambiente, perchè di violenza si è trattato. Anch'io rivoglio il lavatoio; forse il ruscello non lo si potrà più avere perchè non c'è più acqua che scorre dalla montagna come una volta, ma se ci fosse solo un filo d'acqua che ancora scorresse, rivorrei anche il ruscello!!! Qualsiasi violenza gratuita all'ambiente naturale va condannata e dobbiamo essere grati a chi certe cose ce le fa ancora notare.
RispondiEliminaAnonimo delle 13.00,ringrazio per avermi schiarito le idee,ora direi tranquillamente che la natura andrebbe salvaguardata un po' di più.
RispondiEliminagrazie a Galstea per avermi riportata con il suo articolo piacevolmente indietro nel bel tempo passato.Abitavo in via Grancelsa molto vicino alla fontana vecchia e per noi bambini i giochi si svolgevano per gran parte proprio intorno alle acque del ruscello.Chi di noi non è andato almeno una volta a prendere girini,a scovare le sanguisughe,a fare tarzan appendendosi ai rami di un albero ricurvoche molto spesso si spezzava facendo cadere al suolo e spesso in acqua i temerari.Penso che invece di cementificare indiscriminatamente tutto,sarebbe bastato dare una bella ripulita rendendo il posto accogliente e con qualche mattone e una griglia in un angolino poteva essere usato anche come luogo da pic nic in cui i giovani e non solo avrebbero potuto passare qualche bel pomeriggio in allegria.Io da anni vivo al nord sul lago maggiore e vedo che quì dove ogni paesino Ha il suo lavatoio, questi posti sono stati valorizzati e sono oggi attrattive per i turisti.
RispondiEliminami permetto di segnalarvi un ulteriore scempio, fatto a Carinola nella piazza della chiesa.
RispondiEliminaDove una mente malata ha partorito delle orribili fioriere in cemento grezzo lungo tutto il perimetro della piazza, il tutto incorniciato da una fontana (ovviamente non più funzionante), sempre sullo stesso stile.
Come si dice a Roma...."quello che non fecero i barbari fecero i barberini"
Certo che devi permetterti di segnalare gli scempi fatti dalle varie amministrazioni comunali, amico delle 8,44! Un blog serve proprio a questo, a dare voce alla gente che altrimenti non avrebbe voce, e che può esprimere il proprio disappunto per tutto ciò che viene fatto contro la volontà popolare. E la piazza della Chiesa a Carinola è un altro scempio fatto all'insaputa dei carinolesi che non hanno avuto nessuna voce nelle decisioni prese dall'ammistrazione.Siamo cittadini o siamo servi? Abbiamo dei diritti o non li abbiamo? Il comune è di tutti, il paese è di chi lo abita; perchè solo pochi devono decidere come trasformarlo e modificarlo senza chiedere il parere di tutti i cittadini? Io propongo che venga reso pubblico un piano urbanistico completo in modo che tutti possiamo prendere conoscenza di ciò che ci aspetta e non avere ulteriori spiacevoli sorprese in futuro.
RispondiEliminaRicordo che quando cementificarono tutto, coprendo il ruscello e chiudendo l'arcata del ponte, io avevo circa 16/17 anni. Per quelli della mia età, ma anche per quelli delle generazioni precedenti, fu come se una parte di noi fosse stata strappata via; era il posto della nostra infanzia, dei nostri giochi delle nostre battaglie con archi e fionde, dei prigionieri torturati con le ortiche sulle gambe, insomma il posto dove ci ritrovavamo tutti. Ricordo anche che le passeggiate serali chissà perchè terminavano tutte con la classica bevuta alla Fontana Vecchia. Adesso non succede più perchè "la Fontana vecchia non c'è più". Ridateci quello che altri ci hanno tolto, spero che Gennaro che è della mia generazione e che abitava lì vicino prenda a cuore anche questa faccenda che di solito le amministrazioni tendono a classificare non prioritaria. Per Galatea: sei impagabile; se trovi altre foto di quei posti faccele vedere.
RispondiEliminaCara Galatea mi auguro, per la tua salute, che la nostalgia dei tempi passati non ti porti sotto gli spinaruccoli. Provo a descriverti la situazione attuale. Il sentiero è rimasto quasi lo stesso, L'edicola della Madonna delle erbaie anche, col problema che nel caso di piogge copiose rishia di franare. Apprfitto per laciare un appello al nuovo assessore alla cultura che intervenga per ristrutturarlo, occorrono meno di cento euro, pensom che li valga. A questo punto se non si è forniti di una buona maschera antigas si rischia la vita.Si viene avvolti da una nube di aria pesante e fetida di fogna.Inoltre non si comprende come hanno fatto per riversarvi rifiuti di ogni genere, alcuni bidoni anche sospetti. Camminando qualche decina di metri dietro l'edicola si ha l'impressione di trovarsi alle sorgenti del Nilo di Napoli non d'Egitto. Nel senso che invece di acqua qui sorge liquido puzzolente e fetido da ogni lato, da sotto, da sopra ,di lato, un ambiente terribile e venefico. Tutto confluisce nel rivolo di m.... che proviene dalla fontana vecchia.Si incontrano proprio nel punto che ricordavi dove le nostre nonne lavavano. Le pietre ci sono ancora ma sono ricoperte da uno spesso strato di melma grassa e putrefatta , se ci appoggi il piede finirai affogata nella melma. Ti assicuro che sono stato troppo benevolo e superficiale nelladescrizione dei luoghi, pertanto ti rinnovo l'invito a non recarti in quel girone dell'inferno della monnezza, ne va della tua vita.
RispondiEliminax10.37 per tua conoscenza ti faccio sapere che il sarcofago a cui accenni, proveniva dal rivolo sotto il convento di San Francesco. Inoltre umilmente mi permetto di corrggerti, dal "cantariegliu" l'acqua delfluiva nel "lavaturo". Il "cantaru" era quello dove bevevano gli animali o dove si preparava il verderame per irrorare le viti. Il cantaro più illustre è quello che si trovava "'goppa cappella "vicino la casa di Franco Caldarone buonanima. Non a caso ho scritto si trovava in quanto non esiste più al suo posto c'è un obbrobrio realizzato dagli stessi architetti dell'attuale fontana vecchia. Quello di prima era in pietra lavica scalpellata come quella del lavatoio. Anche quello fu distrutto dallo stesso assessore cantero che ha distrutto il lavatoio. Questi fatti devono essere tramandati ai posteri in ricordo di un periodo buio d'ignoranza del nostro paese in modo che non ritorni più.
RispondiEliminaCaro amico delle 15,45 che ti preoccupi della mia salute,
RispondiEliminasotto gli Spinaruccoli ci sono stata già diverse volte, da parecchio tempo! E lasciamo perdere...
Sugli Spinaruccoli mi riservavo di fare un articolo, diciamo, tra un mesetto, perchè non voglio appesantire e angosciare i cittadini in una sola volta, ma anche questo va detto. Se gente come te mi accompagna in questa lotta al recupero del nostro ambiente naturale, anche usando questo blog nel modo più corretto e giusto, forse riusciremo ad ottenere qualcosa. Tutto dipende dalla sensibilità dei nostri amministratori e dalla pressione popolare. Ciao