In
questi giorni i media ci stanno bombardando con notizie e reportage
sul naufragio della nave da crociera Concordia. Tutto il mondo è
collegato con l'isola del Giglio dove è spiaggiata la più bella
nave della marineria italiana e forse del mondo. Meglio sorvolare sui
giudizi degli stranieri sul nostro paese che ricordano tanto i
sorrisini della Merkel e Sarkozy. Tutti ridono dell'Italia e
concordano con i giudizi delle agenzie di valutazione internazionali
che giudicano inaffidabile il nostro paese. La Concordia è un
esempio molto vistoso dell'anarchia in qui vive l'Italia senza regole
e senza alcun senso dello stato.
Confusione,
approssimazione, scarsa professionalità , arroganza e menefreghismo
condite da tanta furbizia: queste sono le virtù che imperano in
Italia. Tutto questo si è visto su quella nave, personale che non
conosceva la lingua dei passeggeri, stranieri ingaggiati a prezzi
minimi, scarsa professionalità, niente preparazione alle emergenze.
Senza
dimenticare l'organizzazione amministrativa da barzelletta che dopo
giorni dalla disgrazia non riesce a stabilire l numero preciso dei
dispersi, perché forse non sapevano il numero preciso di passeggeri
imbarcati. Si ha motivo di credere che il comandante della nave abbia
avuto quell'incarico perché la madre era amica della proprietaria
della società, nel più tradizionale stile italiano. Il merito e la
capacità non contano, serve solo essere amico di o figlio di - il
resto non conta.
E
alla prima occasione ecco i risultati. I disastri che comporta questo
sistema vigente in tutti gli ambiti, in particolare nella gestione
dello stato sono incalcolabili. Ormai si diventa ministro o assessore perché amica/o del premier o del sindaco.
Adesso
che abbiamo al governo tutto il reparto geriatrico del policlinico,
nessuno si è preoccupato di controllare in che modo questi vecchi
tromboni abbiano fatto carriera, sono bravi e basta. Se i politici se
la cavano semplicemente mettendosi momentaneamente in disparte,
nonostante i disastri fatti, non è lo stesso per questo comandante
fasullo. Anche se fatiscente la giustizia non potrà esimersi dal
comminargli il massimo della pena per le nefandezze commesse. Questi,
forte del suo presunto potere assoluto, non solo ha fracassato tale
bellezza ma si è disinteressato della salvezza dei passeggeri e
delle vittime della sua incapacità. Le marinerie di tutto il mondo
hanno sempre celebrato il comandante coraggioso che abbandona per
ultimo la nave o addirittura è andato a fondo con essa.
Adesso
assistiamo al comandante napoletano che ha pensato a filarsela
per
primo e anche davanti ad un ordine perentorio di un bravo ufficiale
di tornare sulla nave si è rifiutato. Sembra un oltraggio a tutti i
buoni principi ma non è altro che il normale modo di agire in
Italia.
Chiunque
abbia una responsabilità in Italia, ha diritto ai privilegi del
grado ma non agli obblighi se ce ne sono come in questo caso. Ormai
anche il bidello della scuola è convinto di poter fare quello che
vuole, tralasciamo il preside. Il reparto geriatrico che ci governa
in questo momento riuscirà a invertire questo modo di vivere?
Chissà,
difficilmente ci proveranno in quanto anche loro sono imbevuti di
questa nuova dottrina imperante in Italia e cioè chi può, può e
basta.
Naufrago
giapponese