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martedì 11 maggio 2010

Manifesti in politichese

Altro manifesto. Altri chiarimenti pubblici in lingua politichese.
I dieci dimissionari non hanno avuto il coraggio di organizzare un incontro pubblico come veniva loro chiesto da più parti, ma hanno tappezzato il Comune con un bel manifesto, molto visibile e leggibile, dal titolo “cerchiamo di capire”.
Sono corso subito a leggere con la speranza ci venisse finalmente spiegato l’arcano, ma, nonostante il titolo e il mio sforzo interpretativo, non sono riuscito a capire un bel nulla. Vuoi vedere che la vecchiaia mi è caduta addosso all’improvviso e mi si è rincitrullito il cervello di colpo?
“L’ex sindaco dott Mannillo ha detto: l’esperienza di Insieme per cambiare è finita. Carinola necessita di un’altra amministrazione ed è giusto che al più presto si ritorni al voto. Personalmente non sono disponibile ad un’altra ricomposizione di questa maggioranza”… segue una serie di punti interrogativi. I signori dimissionari non sanno il perché di questa frase detta da Mannillo. Non hanno neanche cercato di trovare delle spiegazioni da dare ai cittadini o vogliono che siano i cittadini a trovarle. Che furbi! Ci posso provare….
Forse perché questa maggioranza ha cominciato a rompere le scatole da subito con pretese assurde ed opportunistiche impedendo a se stessa di amministrare il Comune come era giusto fare? Beh, se non è così ci si aspetta i chiarimenti dei signori dimissionari.
“ Il Pd di Pasquale Di Biasio dice che il dott. Mannillo è bravo e chi si è dimesso è cattivo”… Altra serie di punti interrogativi, a cui aggiungo il mio: non sapevo che il Pd appartenesse a Pasquale Di Biasio. Pensavo piuttosto che fosse Pasquale ad appartenere al Pd. Bah, ogni partito ha i propri boss e i propri affiliati. Comunque, cosa vorrebbero dire le parole di Pasquale? Che c’è un ritorno di fiamma tra lui e Gennaro e quindi ci dobbiamo aspettare una nuova alleanza, questa volta tutta a sinistra? O che il dott. Mannillo ha cercato di fare il suo dovere e i dimissionari no? Conoscendo Pasquale, opterei più per la prima ipotesi che per la seconda.
“Noi consiglieri di maggioranza sono due anni che diciamo al sindaco di cambiare, il sindaco non vuole cambiare, cambiamo il sindaco”…. Che valenza danno i dimissionari alla parola “cambiare”?
Cambiare le poltrone tra di loro o cambiare una linea politica fritta e rifritta e che non ha portato alcun beneficio al popolo carinolese? E chi vorreste mettere al posto di Mannillo? Antonio Russo? O il dott. De Risi? … Questo mi incuriosisce sul serio!

“ Tutto chiaro”…. Meno che mai! Tutto ambiguo. Come sempre.

Questi manifesti in politichese rivolti ai cittadini sembrano in realtà messaggi in codice che si scambiano le parti politiche per non far capire nulla a nessuno. E come i pizzini trovati nel covo di Bernardo Provenzano, hanno l'aspetto di ordini o comunicati da far pervenire agli affiliati.
Continuiamo a giocare sporco con i cittadini, miei cari politici. Se non ci mettete un po’ di buona volontà per farvi capire almeno un po’, come sperate di trovare di nuovo qualche ingenuo disposto a votarvi?


Spider Man

domenica 9 maggio 2010

La risata di Biasox

Una sera di fine Aprile, i villici che abitavano nel contado di Nocellum nel tenimento della contea di Calenum furono destati dal sonno da forti schiamazzi provenienti dalla casa di cittadella di don Juan de Bufalirinis. Le risate e gli schiamazzi durarono tutta la notte ma nessun servo della gleba osò protestare per paura di ritorsioni, poichè era ormai di pubblico dominio la notizia che il conte Biasox stava per tornare al governo della contea. Il giorno successivo comunque tutti furono informati su cosa fosse successo nella notte. Un  buttero di don Juan aveva origliato alla porta del salone delle feste e riferito quello che aveva sentito, motivo delle fragorose risate. L'ospite d'onore della serata ed anche animatore era stato il conte Biasox , venuto per festeggiare la defenestrazione del duca Giano Trifronte dal palazzo della contea. Il conte, per l'occasione, invece di bere il solito vino fragolino prodotto nelle sue vigne bevve, e abbondantemente, il falerno di Paganicus, il suo futuro contabile di corte. L'effetto del Falerno non si fece attendere ed il conte, di solito misurato e riservato, si sciolse e si diede a lazzi e risate sguaiate insieme a tutti i commensali. Incominciò col ricordare l'allontanamento dal palazzo del duca e del suo fidato alleato, don Mattia detto il Gerarca di Sinistra, entrambi dopo giorni di assedio da parte degli altri vassalli di Biasox  che erano rimasti  assediati per giorni difesi solo dai due  gemelli Ustascia, fedelissimi e sanguinari sicari del gerarca.  Quindi aveva ricordato la loro  fuga dal palazzo nottetempo, il tutto accompagnato da fragorose risate.
Biasox continuò dicendo che quella fuga era una sua grande vittoria ottenuta grazie alla sua abilità ed alla conoscenza profonda che aveva dei vassalli e valvassori  di Calenum che lui considerava suoi sottomessi. Era convinto che questi  mai avrebbero riconosciuto un altro capo all'infuori di lui. Ricordò che aveva designato come successore Antimus Mutus perchè appena trascorso l'anno sabbatico presso il ministero delle acque, quegli si sarebbe dimesso, favorendo il suo rientro incruento sul trono di Calenum. Le cose erano andate diversamente in quanto Giano Trifronte con l'aiuto di altri vassalli si era attribuito il titolo di reggente arbitrariamente e non solo non voleva dimettersi per favorire il ritorno del conte legittimo, ma addirittura tramava per tenersi la contea per tanti anni ancora e forse per sempre. Biasox disse che lui, prima di tutti, aveva intuito le mire di Giano pertanto con l'aiuto dei suoi fidi servitori lo aveva costretto all'abbandono. La prima occasione che servì ad avvelennare i rapporti fra i congiurati fu l’ arruolamento dei nuovi pretoriani, detti “pretorianini”, necessari per rigiovanire una guarnigione ormai diventata un lazzaretto. Raccontò come d'accordo con Tigellino, il comandante dei pretoriani, suo fedele servitore, avesse deciso i nomi degli arruolandi. Scelse tutti amici e parenti di Giano e Mattia il Gerarca oltre al proprio nipote in modo da far credere a tutti che li avesse scelti Giano e in accordo con Biasox stesso. Calmate le risate, rivelò anche un retroscena noto a pochi e cioè che avesse chiesto a Tigellino di far passeggiare ogni giorno il nipote in alta uniforme per le strade di Nocellum per sobillare gli abitanti a lui ostili contro Giano ed i suoi alleati. E così successe: Antonio il Russo, vassallo di Nocellum presso la contea, già da tempo era divorato dall'invidia per i successi di Giano e incominciò a tramare contro di lui. Contemporaneamente, il conte rivelò  di aver inviato un suo fidato servitore a promettere per l'ennesima volta il suo posto a don Luis de Santa Cruz, il suo ex cerusico di corte. Tra risate sempre più forti al pronunciare quel nome rassicurò tutti che quello ci aveva creduto ancora una volta e i risultati erano sotto gli occhi di tutti. Le risate arrivarono al culmine quando rivelò che don Luis si credeva furbo in quanto aveva acconsentito ad una analoga promessa di Maximus Grimaldellus Electoralis, altro vassallo emergente, che pure gli aveva promesso il trono di Calenum  pensando così di servire due padroni con un solo tradimento. Biasox ormai aveva perso ogni freno, beveva e rideva dei suoi vassalli  che a turno cercavano di  ergersi a suoi pari senza immaginare  che erano tutti delle marionette i cui fili erano manovrati  dalle sue mani.
Continuò col raccontare quello che era stato il massimo del suo piano ovvero la finta scissione con Antimus Mutus. Questo suo capolavoro, per raccontarlo Biasox ci mise molto tempo, perchè non riusciva  a trattenersi dalle risate e quasi si sentì male. Aveva costretto Antimus Mutus a dichiarare pubblicamente di non essere più un suo vassallo cosicchè Giano Trifronte lo blandisse con promesse  e lo considerasse un suo alleato. Biasox rivelò che questa era stata la mossa vincente, i pretoriani o i lavori di Kasanovia erano serviti solo per aizzare gli animi dei servi della gleba e dei valvassori e creare il clima di scontro ma quella era stata la mossa risolutiva. Giano Trifronte, sicuro di avere Antimus Mutus e gli altri due “cavalier Nessuno” dalla propria parte, si scontrò con Antonio il Russo e don Luis pur sapendo che questi erano spalleggiati dai servi di Maximus Grimaldellus, ma ignaro delle intenzioni di Antimus Mutus. Questo gli fu fatale in quanto fu costretto ad abbandonare il palazzo.
Gli schiamazzi svegliarono per l’ennesima volta i servi della gleba quando, nel cuore della notte, alla cena si presentò strisciando sulle ginocchia l’infido Abner, il quale depose ai piedi del conte una penna d’oca in segno di assoluta e perpetua fedeltà, nascondendogli però che la sera prima aveva fatto la stessa cosa con Maximus Grimaldellus.
Tutti gli astanti inneggiarono al genio strategico del conte e continuarono a brindare  e schiamazzare per tutta la notte ripromettendosi di ripetere la festa ancora più in grande, di lì a poco, quando il conte sarebbe rientrato in possesso del suo legittimo trono della contea di Calenum.

Il Conte del Grillo

sabato 8 maggio 2010

Andiamo a regolamento

A chi non sa darsi un regolamento capita, prima o poi, che qualcun altro glie ne impone uno. Ed è proprio il caso dell’antico palazzo Novelli, già palazzo Petrucci, con vividi esempi di architettura catalana. Ristrutturato sotto l’era di Di Biasio, il palazzo si trova proprio nella piazza centrale di Carinola ad un passo dalla casa municipale e in esso si volgono le sedute del Consiglio Comunale (quando c’è) e la maggior parte delle attività culturali che prevedono incontri dibattiti convegni ecc., per cui Palazzo Novelli è uno spazio importante, se non il cuore pulsante, della vita sociale,culturale e anche amministrativa del Comune di Carinola. Invero il palazzo è molto bello nei suoi tratti architettonici che sono stati curati discretamente in fase di restauro, inoltre, un ascensore consente la fruibilità di diversi livelli, il che non guasta. Il suo punto debole è rappresentato dall’essere vicino a due importanti uffici pubblici, il Comune e il giudice di Pace e dall’essere privo di autonoma area di parcheggio. Potrebbe, comunque, facilmente vivere tutto l’anno soprattutto nei fine settimana, quando non c’è il carico degli altri uffici, e diventare centro  ospitale e moderno di accoglienza di eventi di media importanza. Palazzo Novelli insomma è un’autentica risorsa del nostro Comune e potrebbe esserlo anche da un punto di vista economico. Ma oggi è solo una risorsa gestita al 20% delle sue potenzialità,  con metodi viziati da miopia agricola, il male primario della nostra terra. Grazie a tale approccio negli anni palazzo Novelli è diventato di volta in volta, sede di associazioni più o meno fantomatiche (la Pro Loco (chi l’ha vista?) il CIF, Lilladis) sede della biblioteca-scaffaloteca abortita qualche tempo fa, ecc. ecc. Rimane un palazzo antico, bellissimo, con elevati costi di gestione (credo) intorno al quale far ruotare una piccola economia che potrebbe essere volano di Carinola in Campania, in Italia, nel mondo. Ovvio che va razionalizzata e organizzata la sua gestione, cosa che sembra qualcuno stia già facendo per ottemperare ai propri compiti istituzionali: “la gestione dell’ordinaria amministrazione”. Fatto importante quest’ultimo che ci dice però che negli ultimi anni, almeno da quando palazzo Novelli è stato ristrutturato, gli amministratori cui abbiamo dato fiducia hanno trascurato(impegnati a far altro –evidentemente-) anche l’ordinaria amministrazione. E non è di sicuro l’unico caso di bene comunale trascurato perché nessuno ha voluto regolamentarne l’uso, ce ne sono anche altri.

SAMA

venerdì 7 maggio 2010

Minima et Moralia: una palla letteraria

Per la seconda volta nella mia vita ho avuto casualmente tra le mani la rivista trimestrale Minima et Moralia fondata dal prof. Mario Zannone di Falciano del Massico e a cui collaborano, di volta in volta, diverse persone. Anni fa, quando la lessi per la prima volta, pur trovando alcuni argomenti interessanti, la definii una vera palla letteraria, sia nei contenuti che nel modo di esporli.
Be’, dopo circa  otto anni, il mio giudizio non cambia: è una delle riviste più pallose che io abbia mai letto.
Pur apprezzando il tentativo del professor Zannone di impegnarsi in ricerche di approfondimento e diffondere cultura, non riesco ad apprezzarne il tipo e modo in cui essa viene diffusa. Mi domando a quale pubblico sia rivolta una rivista così. A chi possa interessare la fenomenologia del Volto di Levinas. Forse ad esimi studiosi che il nostro territorio non ha? O ne ha, ma in maniera molto limitata.
Gli argomenti trattati rasentano la scolasticità da cui si vuole fuggire; la lingua in essi usata è di un’artificiosità e pesantezza senza limiti e dopo i primi righi di lettura, ti si piazza sullo stomaco come un pasto mal digerito. Si ha l’impressione, che più che diffondere conoscenza, si voglia esibire conoscenza attraverso l’uso di una lingua morta e sepolta, molto lontana da quella realmente usata dai cittadini. Non dico popolo, dico cittadini. Il popolo non potrebbe mai avvicinarsi ad una rivista come questa. La userebbe per accendere il fuoco.
Dopo aver cercato di leggere per intero un articolo della rivista, apprezzo ancora di più uno come Indro Montanelli che della chiarezza e della semplicità ne fece lo scopo del suo scrivere e che gli ha fatto produrre opere impareggiabili come quella stupenda Storia d’Italia che si legge tutta d’un fiato. Anche se duramente accusato dagli storici di professione, Montanelli ha avuto il grande merito di avvicinare alla storia fasce diversissime di lettori e che magari la storia l’avevano sempre avuta in uggia; Montanelli diceva che scriveva per farsi capire anche dal suo lattaio, perché nessuno deve essere escluso dalla cultura.
Invece questa rivista perpetra il circolo chiuso, la casta intellettuale che esclude tutti quelli che non possono capire e di cui, forse, non ci frega un bel niente e  allontana dalla cultura anche quelli che possono capire.
Chiaramente, ognuno è libero di fare quello che vuole, anche di creare una rivista come Minima et Moralia letta solo da chi la scrive, ma mi permetto di dire la mia: non è questo il tipo di cultura che serve al territorio e non è così che si diffonde. Non è assolutamente così.

Anima critica

giovedì 6 maggio 2010

Questione di correttezza


Non avrei mai voluto scrivere un post simile, ma non sono riuscito a farne a meno, vista l’ingiustizia e soprattutto la scorrettezza che pervade un sito locale. Parlo di Carinola.net.

Ho sempre pensato che ogni cittadino abbia il diritto ad essere informato correttamente e che i blog e i siti sulla Rete fossero proprio al servizio dei lettori a cui fornire una schietta, obiettiva informazione che non si ritrova più in altri canali.

Invece non è così, o almeno, non per tutti è così.

Dalle ultime mie esperienze personali col sito dell’avv. Ceraldi, devo purtroppo constatare che Carinola. net tutto è tranne un sito obiettivo d’ informazione corretta.

Ho scritto ben tre mie opinioni a commento delle dichiarazioni dell’avv. Verrengia e delle dichiarazioni di Marrese e del dott. Ullucci, e nessuno dei miei commenti, scritti peraltro in maniera molto corretta, è stato pubblicato.

Esempio: cito a memoria, ma più o meno avevo scritto:

(rivolto a Verrengia): caro avv. Verrengia, è chiaro che Carinola non finirà con Mannillo, ma pensa di essere lei a far girare la ruota ora? Lei parla di grande dignità e reponsabilità che francamente io non vedo. Vedo piuttosto un grande senso di irresponsabilità nei confronti del popolo carinolese. Se ci fosse stata dignità e responsabilità, non si sarebbe arrivato a tanto, ma si sarebbe affronata la crisi in altro modo. Perciò non mi venga a raccontare fandonie. La dignità non è parte di questa amministrazione.

(rivolto a Ceraldi): rivendico per tutti i siti del carinolese, il diritto di pubblicare le dichiarazioni dei politici visto che Carinola.net non pubblica commenti che non seguono la sua linea polica. Prego i signori ex amministratori di mandare le loro dichiarazioni anche a Casalewe,Casaledicarinola.net, Sandonatoce, Il Quiquiri, Stazione di Servizio, in modo che tutti i lettori abbiano la possibilità di esprimere la propria opinione senza che il commento venga gratuitamente cestinato.

(rivolto a Marrese): Sig. Marrese, sono trentacinque anni che lei percepisce uno stipendio comunale da consigliere senza che abbia mai lavorato. Non le sembra che sia ora di andarse in pensione e dare a qualcun altro la possibilità di farsi avanti. Largo, largo ai giovani che non sono mai stati curati da questa classe politica perchè non le faceva comodo.

Ritrovo invece lo stesso tipo di commenti sotto le dichiarazioni del dott. Mannillo! Esempi:

katia ricciarelli :pippa ops pippo x questo ti ho lasciato;pe quant si scemo!l'italiano non è per tutti e mi spiace che ti hanno pubblicatoanche il commento sai che figura se qualcuno lo leggesse?comunque stai attento perchè l'orso è di per sè un animale docile ma quando si arrabbia so bip!

polis - dubbio :Ma Mannillo ci è o ci fa? Continuare a sostenere che l'amministrazione è caduta perchè 10 persone sono impazzite o hanno rinunciato alle poltrone per ordine di qualcuno ci pone davanti ad un unico bivio: Stupidità o Malafede? Un laureato pluriabilitato, capace di diventare sindaco non dovrebbe essere stupido quindi rimane la Malafede. Aggiungo, tutti lo conoscono come colto e gentile, l'orso non gli si addice per cui le cause le dovrenbbe ricercare negli atti non nel carattere. Ha scritto Lui che Russo era sull'Aventino per cambiare all'ufficio tecnico, ma non dovevano cambiare tutti? E perchè il concorso viglili l'ha fatto gestire al "Terzo piede dello sgabello"? Può garantire che ilconcorso è stato trasparenre? Perchè un terzo consulente di Di Biasio è stato addirittura assunto a tempo indeterminato? Perchè la raccolta dei rifiuti è rimasta alla ditta nominata da Di Biasio? Questa ditta ha mai ricevuto affidamenti diretti? Il personale assunto dalla stessa può far sorgere qualche sospetto? Dov'è la promessa trasparenza? le delibere e determine sono ben nascoste. Cosa è cambiato dall'amministrazione precedente?

Pippo Baudo: !!!!non si vede!!!!! Ma CapoFortuna non è stato il primo a dimettersi scusate??? Ah che fortuna! Grazie alla luna! Caaapooofoortuuunaaa stasera è con noi! Ha una gran testa! Come uomo è una bestia! Sembra immortale ma è come noi! Lui è stato sempre puro! Come l'alito di chi! Non beve e non fuma! Lava i denti tutti i dììììì!

CarinolaNUova: ....E CHI TE VOTA CHIU'!!!!andate a casa tutti senza esclusione di nessuno.maggioranza e opposizionericciarelli

A che gioco sta giocando avvocato Ceraldi? Come mai pubblica commenti, anche anonimi, volti a screditare il dott. Mannillo e non pubblica quelli volti a screditare le dichiarazioni di Verrengia e soci? Come mai ci tiene a far passare il dott. Mannillo come l’unico colpevole della crisi amministrativa e a presentare gli altri come innocenti angioletti vittime di chissà quali prepotenze?
Che cosa cerca di nascondere? Non crede che dovrebbe pubblicare tutti i commenti rivolti ad entrambi le parti?
Lei non è un blogger corretto, avvocato, e il suo sito è uno specchietto per le allodole, che sembra emettere luce ma in realtà nasconde la trappola. Da che parte sta avvocato? Chi le conviene di più tenersi amico?
Non degnerò nemmeno di uno sguardo il suo sito che abbandono definitivamente, e spero lo facciano anche molti altri, politici e non, che nella brodaglia da lei proposta sembra ci sguazzino. Mi permetto però di dare ai politici un avvertimento: attenzione; la cosiddetta “imparzialità” dell’avvocato potrebbe presto trasformarsi nella lama che si conficcherà alle spalle!

Saluti.

Federico Neri
a.janara@yahoo.it

mercoledì 5 maggio 2010

150 anni e non li dimostra

Tra un anno cadranno i 150 anni dell’Unità d’Italia e sembra si preparino grandi festeggiamenti. A dire la verità, non tutti sembrano così felici di festeggiare un’unità che esiste solo sulla carta, meno di tutti i leghisti che quanto abbiano di italiano non si sa.
Neanche io sono tanto contento di festeggiare. Cosa dovrei festeggiare? 150 anni di menzogne, di offese, di sfruttamento, di manipolazioni, di umiliazioni al popolo meridionale?
Chi studia la storia, non sui libri di testo scolastici, ma mediante ricerche di documentazioni archivistiche, sa perfettamente che l’Unità non poggia sulla base storica idealizzata che ci viene raccontata. La verità è molto più terra-terra e subdola e la si trova nelle mire alle enormi ricchezze del Regno delle Due Sicilie da parte del Regno di Sardegna oberato dai debiti a causa delle numerose guerre intraprese. Chi meglio delle Regno delle Due Sicilie poteva servire allo scopo?
Un Regno che non era affatto povero e arretrato come si racconta, ma ricco e florido; un Regno veramente all’avanguardia, rispetto ai molti regni che costituivano l’Europa di quel tempo.
Molti furono i protagonisti, consapevoli o inconsapevoli, di questa colonizzazione a cui viene dato il nome di “unificazione”, protagonisti spesso celebrati come eroi, mentre in realtà non furono altro che fantocci nelle mani di più esperti politicanti, a cominciare dal caro Garibaldi, che se fosse rimasto a casa sua a coltivar fagioli sarebbe stato meglio. Perché quell’Unità è fondata sul sangue dei meridionali. Letteralmente, non figurativamente; nel senso che i piemontesi ci ammazzavano come cani.
Una volta ottenuto lo scopo, il meridione fu abbandonato a se stesso con le ben note conseguenze che conosciamo: brigantaggio, emigrazione, disoccupazione; conseguenze mai del tutto risolte.
Ma non è di questo che mi voglio occupare oggi. Voglio piuttosto puntare il dito sull’ipocrisia che oggi si cela sotto la parola “unità”e che non meriterebbe alcun festeggiamento.
Vi sembra che l’Italia sia oggi una nazione unita, se mai lo è stata? Vi sembra che esista un forte sentimento nazionale che si snoda da nord a sud? O esista piuttosto un diffuso sentimento di chiusura verso ogni realtà che non sia la propria, soprattutto nelle ricche regioni del nord che non vogliono concedere nulla a nessuno?A soffiare sul fuoco è sempre la solita Lega, partito che avrebbe dovuto essere stroncato alla nascita, se i politici italiani del tempo avessero avuto gli attributi. Invece, sempre per quella smania di racimolare voti da qualsiasi parte vengano, si è permesso che un partito xenofobo, antimeridionalista e opportunista crescesse a dismisura e governasse la Nazione.
Oggi, forte dei suoi voti, la Lega esige le sue assurde richieste pretendendo un federalismo fiscale che potrebbe diventare poi costituzionale, e la tanto celebrata Unità d’Italia andrà a farsi friggere. Come i gamberi, camminiamo all’indietro. Quello che oggi caratterizza la nazione è un frazionismo che la divide in venti realtà diverse che non sanno più comunicare tra loro, oltre a tante altre cose. L’Italia sta mostrando al mondo intero il peggio di sé grazie alla Lega e al Governo, che è costretto a scenderci a patti. E il meridione viene tradito per la seconda volta. Dopo aver arricchito il nord col proprio lavoro, viene di nuovo abbandonato a se stesso.
E mentre il presidente Napolitano esorta gli italiani ad avere più sentimento nazionale, c’è chi della bandiera italiana ne ha fatto carta igienica per pulircisi il culo.

Indovinate chi?

Duosiciliano





lunedì 3 maggio 2010

Il Pd carinolese affila gli artigli

Carcasse in putrefazione invitano da sempre iene, sciacalli e avvoltoi a far piazza pulita di ciò che resta. Aggiungiamoci pure un coccodrillo e avremo una visione completa della fauna carinolese.
Dopo un lungo sonno tormentato, ecco che, sulla carcassa di Insieme per cambiare, piomba il Pd con un manifesto pubblico che sembra una barzelletta.
Dopo quasi due anni di inesistenza locale e nazionale, il Pd si rende visibile con un po’ di carta attaccata ai muri chiedendo all’ex amministrazione di chiedere scusa al popolo.
Questa delle scuse al popolo, poi, è una frase divenuta ricorrente sulle bocche dei nostri ministrucoli nazionali tanto da diventare ridicola, ancor più quando pronunciata dai nostri amministratorucoli locali, piccole copie in carta carbone dei gaglioffi nazionali.
Peccato ci si ricordi del popolo, che pure è fondamento morale di una Democrazia, nel trecentosessantaseiesimo giorno di un anno bisestile, quando lo si ritiene creditore di scuse per essere stato inculato durante tutti i trecentosessantacinque dei rimanenti tre anni.
Nelle amministrazioni locali, gli intrallazzi e gli illeciti hanno il brutto difetto di essere alquanto più visibili, se non altro perché ci conosciamo tutti, e ci si rimette ancor più la faccia (ammesso se ne abbia una).
Che Insieme per cambiare fosse un aborto, più che un parto, era abbastanza chiaro a chiunque avesse un minimo di discernimento, visti i tanti coccodrilli (tanto per restare in tema) presenti nella coalizione. Alla fine dovevano pure incominciare a mangiarsi tra di loro.
Detto questo, io penso che le scuse al popolo carinolese, almeno a quello che ha votato per convinzione, dovrebbero farle tutti. A cominciare proprio dal Pd, soprattutto nei confronti del popolo casanovese.
Tutto sommato, non siete stati voi ed i vostri esponenti uscenti a manovrare con i neo-Pdl, nemmeno sottobanco, per arrivare a questo epilogo? Che accordi hanno stipulato fra di loro i signori Russo e De Risi, quest’ultimo dichiaratosi di volta in volta uomo-di-sinistra, uomo-libero, oggi Pdl, domani non-si-sa-che? Quali accordi ha stipulato Di Biasio con questi signori e quali l’on. Grimaldi per garantire la sua carriera politica?
Giova ricordare che, per le regionali, l’on. ha chiesto l’appoggio ai casanovesi ricordando i fatti di Vaglie. Quali sono stati i suoi meriti in questa vicenda? Forse quello di aver partorito, all’epoca, un documento carta straccia firmato in consiglio regionale? O forse quello di aver fornito qualche gazebo?
In quanto a Di Biasio: non fu lui a barattare la cava di Vaglie con Carabottoli e Cese? Nocelleto e Casale non hanno beneficiato di continui interventi in opere pubbliche durante la passate amministrazione? E perché?
Quindi il Pd carinolese non venga a mostrare, adesso, tutto questo rispetto e considerazione verso il popolo. E’ da stupidi.
Sappiamo tutti come funziona la politica a livello amministrativo e vi conosciamo tutti; sappiamo che è questione di numeri, non di partiti.
Tutti, a destra come a sinistra o centro, andate e andrete a caccia di medici, avvocati o professionisti vari perché portano numeri; perché conquistarsi i voti sul campo è difficile e controproducente.
Non riempitevi troppo la bocca di “popolo” solo quando avete bisogno di essere legittimati ad occupare le vostre poltrone e a perseguire i vostri interessi.
Può succedere che il boccone vi resti di traverso!

Jack lo squartatore

domenica 2 maggio 2010

Web e realtà locale: una riflessione

Nel 1999 partiva l'avventura in rete di Casaleweb, iniziativa allora forse pionieristica, pochi erano ancora i frequentatori del web, soprattutto nelle piccole realtà locali, e  l'informazione era ancora fortemente concentrata nelle mani di pochi editori (stampa, reti televisive). Era comunque una forma di comunicazione gerarchica, centralizzata, che partiva dall'alto e andava verso il basso, i lettori erano solo fruitori passivi della notizia e dell'informazione in genere.

In quell'anno, nella presentazione del sito scrivevamo:

riteniamo che il futuro sviluppo dell'informazione sarà sempre più legato alla Rete, e in modo particolare questo tipo di informazione, che non possedendo risorse, mezzi ed apparati che consentano di utilizzare mezzi di comunicazione di altro tipo (stampa, radiotelevisione ecc.) può veramente trovare solo in questo modo uno spazio per una diffusione in altri modi impensabile. Pensiamo che effettivamente lo sviluppo e l'utilizzo di Internet favorisca la democrazia, la diffusione delle idee, delle conoscenze e dell'informazione in modo completamente trasparente e aperto a tutti . '

Il tempo ci ha dato ragione, ed oggi la Rete, al di la dei suoi innegabili difetti, è veramente uno strumento insostituibile per la libera diffusione delle idee, adesso l'informazione non è più centralizzata, parte anche dal basso, dal singolo cittadino del paese più sperduto del mondo.

All'epoca ci proponemmo anche di diventare una sorta di piazza virtuale che mettesse in contatto la nostra realtà con i nostri concittadini che vivono in altre parti d'Italia o del mondo e che sentono ancora vivi i legami con le loro radici familiari e culturali. Molti si sono ri-conosciuti ritrovando persone, luoghi, memorie; anche su questo aspetto abbiamo ottenuto buoni risultati.

Abbiamo cercato di registrare, documentare, ritrovare, per quello che i nostri limiti ci hanno consentito, alcuni tasselli della storia, del colore, della vita, della nostra comunità

In anni molto più recenti abbiamo visto il nascere nella nostra realtà di un cospicuo numero di siti web, tutti, benchè assolutamente no-profit, curati con grande passione ed attenzione. Questo è per tutti noi motivo di grande soddisfazione, anche perchè conforta la nostra visione della Rete come importantissimo strumento di democrazia e di diffusione delle idee.

Ma, affinchè questo intervento non appaia soltanto un puro esercizio di celebrazione ed autocelebrazione, vorrei sottolineare, precisando che la mie osservazioni sono anzitutto un' autocritica, un aspetto che mi appare fortemente negativo, qualcosa che non siamo riusciti a realizzare.
Una grande opportunità ci sta sfuggendo. Tranne qualche lodevole eccezione, quasi tutti noi siti locali stiamo dando una informazione, anche molto ricca, di vario tipo, culturale, storico, religioso, ecc. e questo è assolutamente encomiabile, ma quello che forse ci è mancato, ci manca, è la capacità di incidere sulla nostra realtà, di riflettere sulla nostra realtà, quello che obiettivamente sapevano fare meglio alcuni nostri predecessori che avevano il coraggio di produrre informazione, idee, critiche, con le riviste e i giornalini ciclostilati. Cito, uno per tutti, l'amico Michele Lepore, che ha prodotto in tante occasioni articoli e opere di grande spessore e di grande valore culturale e civile.
Noi dovremmo, credo, riuscire a fare anche questo, diventare laboratorio di idee, di discussioni, di analisi della realtà, di manifestazioni libere ed originali del pensiero, se vogliamo dare una valenza più alta alla nostra presenza sul web e se vogliamo utilizzare più compiutamente questo importante strumento di comunicazione.
Se riuscissimo ad andare oltre le manifestazioni, le feste, il folclore, le fotografie e i video dei concertini, non sarebbe una cattiva cosa. La realtà in cui viviamo non è certo la migliore possibile, tutt'altro; se riuscissimo a parlarne onestamente, senza timori e senza prevenzioni, non sarebbe una cattiva cosa. 

Antonio Cerbarano - CasaleWeb

Risposta (e domande) all' ex assessore Russo

Qualche ora fa, sbirciando in quella “Jungla” che è il sito Carinola.net, curato peraltro da quel bontempone dell’Avv. Ceraldi un po’ come Santoro conduce Annozero e vale a dire facendo passare solo ed esclusivamente ciò che risponde alla sua linea politico-editoriale, mi sono imbattuto in un articolo dell’ex assessore Russo. Avendomi quest’ultimo suscitato qualche perplessità, oltre al desiderio di ricevere alcuni chiarimenti rispetto a determinate questioni importanti, ho pensato di scrivere un commento all’articolo (per niente offensivo o calunnioso) che però il nostro Sant’Oro carinolese non ha voluto pubblicare giudicandolo allusivo, ingiurioso e pieno di imbecillità. Da qui la decisione di riportare il commento , o meglio le mie domande e le mie incertezze, nel sito del Quiquirì, per verificare, ove fosse possibile, se qualche anima buona possa riusci re a darmi delucidazioni.
Ringraziando sin d’ora gli amministratori del Blog per l’ospitalità e lo spazio che vorranno concedermi, qui di seguito propongo il mio intervento-commento all’articolo a firma dell’ex Assessore Russo apparso sul sito Carinola.net e inspiegabilmente censurato dal suo responsabile Avv. Ceraldi.

L' ex Assessore Russo, abituato a ribaltoni e scioglimenti, non fosse altro per averli vissuti in prima persona, deve spiegarci alcune cose che omette di riferire e non so quanto casualmente. Vengo ai punti. Chi potrebbe credere che il Caposettore Marrese, nei cui confronti il Nostro ribadisce stima e fiducia (solo per questo meriterebbe pesanti invettive) sia stato scelto dal Sindaco Mannillo e non da lui, come invece è stato? Tutti sanno che la nomina del geom Pietro Marrese è servita per creare un ponte di collegamento con settori dell' opposizione che, guarda caso, sono gli stessi che hanno con lui, succesivamente, sottoscritto il più ignobile atto della vita politica della comunità carinolese : le dimissioni cumulative innanzi al Notaio ! Per ciò che riguarda la rimozione dei rifiuti dalla base militare della Selleccola va ricordato che, a quanto mi consta, l' Assessore all' ecologia, Luigi De Risi, prossimo candidato Sindaco in quota Grimaldi, non ha mosso un solo dito per arrivare al raggiungimento dell' obiettivo. Del resto non avrebbe potuto essendosi pronunciato favorevolmente, a suo tempo, per l' allocazione delle ecoballe in quel sito. Mi risulta invece che il Sindaco e rappresentanti in Giunta e Consiglio della frazione Casanova, abbiano lavorato non poco per mantenere un preciso impegno elettorale, quale appunto la rimozione dei rifiuti dall' area in questione. Quanto alla ditta che ha realizzato il lavoro, su cui il Russo si sofferma con odiosa malizia, posso solo dire di aver notato, non unico, il titolare del la stessa in prima fila alla festa dell' on. Grimaldi a Nocelleto, segno inequivocabile di un reciproco rapporto di stima (detto senza ironia). Per quanto attiene invece le professionalità locali mi piacerebbe sapere dal Russo se considera locale e quali vantaggi abbia portato a Carinola l' ing. Perillo, forse suggerito da ex impiegati del Comune di Sessa Aurunca di cui l' ex Assessore sembra fidarsi molto, ovviamente per la conoscenza da parte di questi del diritto amministrativo. Infine il vecchio Russo dovrebbe dire ancora alla comunità carinolese se risponde al vero che, per sua precisa responsabilita, il Comune di Carinola dovrà pagare ingenti parcelle ad Avvocati penalisti i quali, difensori di soggetti da lui denunciati (tra questi De Risi), hanno vinto cause importanti smontando uno dei tanti teoremi creati dal Nostro senza sapere poi dimostrarlo. Chiudo chiedendo all' Assessore e ai suoi amici socialisti (geneticamente incli ni a ribaltini e scioglimenti) di fare un pò di luce sulla 167..che non è propriamente l'ultimo modello sfornato dall' Alfa Romeo. Su questo punto, credetemi, non basterebbero tutte le lampade della SAcom e forse nemmeno quelle che fanno di Parigi la "Ville Lumiere"!!!!!!

Un caro saluto.

Vincenzo Di Donato

per comodità, riportiamo l'articolo a cui il post fa riferimento, a firma di Antonio Russo - diritti riservati di Carinola.net 

UNA LANTERNA PER MANNILLO
Mi sono abituato alle cadute di stile dell'ex Sindaco Mannillo. Sono preparato e quindi sorvolerò sulle calunnie e sulle offese gratuite del sig Mannillo, al quale , però,  impedirò di alimentare la cultura dell’inganno e del sospetto, non foss’ altro per impedire che i miei concittadini siano presi in giro.
Con riferimento, pertanto, alle affermazioni fatte in conferenza stampa e riportate da carinola.net dico che IO NON HO MAI MENTITO, perciò rispedisco al mittente le accuse punto per punto accendendo la lanterna su alcuni episodi :
1- Le gare d’appalto sono espletate dal dirigente dell’ufficio al quale io non ho mai segnalato ditte o tecnici. Al responsabile dell’ufficio, tra l’altro nominato dal sindaco Mannillo e non dal sottoscritto, va la mia incondizionata stima e fiducia per il lavoro svolto. Le gare d’appalto non sono state mai un mio pallino, tant’è vero che in ossequio agli impegni assunti in campagna elettorale (parlavamo di discontinuità e di cambiamento) ho dovuto sudare le proverbiali sette camicie per avere la discontinuità nel settore lavori pubblici senza pormi l'obiettivo di scegliere i sostituti. Inoltre tu sai che la mia azione è stata determinante per la sottoscrizione del protocollo di legalità e per l’adesione alla stazione unica appaltante, rinunciando così di fatto alla gestione degli appalti per importi superiori ai 250.000,00 euro e  agli affidamenti delle forniture e servizi per importi superiori ai 50.000,00 euro.
2- Terremoto, altre bugie. Il geometra De Francesco non è stato revocato, aveva un incarico quinquennale scaduto ad agosto 2009. In questi 5 anni sono state liquidate solo tre pratiche, oltre alle spettanze del tecnico stesso. Invito il sig Mannillo a smentirmi ed eventualmente fare i nomi dei fortunati, nomi che io non farò, se non sarò costretto, perché non vanno mai confusi i rapporti personali con quelli politici. In data 27/11/2009 il dirigente conferiva lo stesso  incarico allo studio Martullo, visto l’elenco dei professionisti di fiducia. Pure questa scelta non da me suggerita, ma da apprezzare e da condividere perché in sintonia con gli impegni assunti in campagna elettorale con la cittadinanza (Parlavamo di professionalità e territorialità te ne ricordi?). Quindi, come vede, sig Mannillo, nessun capriccio ma, mi consenta, lealtà nei confronti degli elettori, imparzialità e trasparenza nei confronti dei nostri concittadini danneggiati dagli eventi sismici.
3- Il PUC, altre bugie. Che c’entra con i ritardi l’ing. Martullo? Ma del resto cosa c’era da aspettarsi da coloro che circa 15 anni fa affossarono le varianti al PRG e non sono andati mai al di là delle promesse fatte in campagna elettorale di definire la vicenda PUC? Adesso ho capito il perchè non si riusciva mai a riunirsi, nonostante l'impegno da me profuso. Il problema lo risolveremo nel prossimo futuro senza di te grazie al contributo che certamente ci daranno i nostri concittadini.
4- Il cimitero, altre bugie. Come avrei potuto rallentare l’iter di annullamento del contratto senza competenze specifiche?  Il sig Mannillo dimentica che circa un anno fa ha scorporato la delega al cimitero dai lavori pubblici sottraendomela e  conferendola ad altri. Come si può parlare di revoca del contratto per il cimitero e proporre un affidamento diretto alla stessa ditta di lavori per 377.000,00 euro per l’ampliamento dell’impianto della pubblica illuminazione, invocando il diritto di privativa contemplato in un vecchio contratto di finanza di progetto? Altro che invitare più ditte alle gare.
5- Sulla piazza parcheggio a Nocelleto, il sig. Mannillo farebbe meglio a stare zitto. Io non parlerò, sarei ingeneroso nei confronti di tutti quanti quelli che hanno contribuito alla realizzazione mancando di rispetto a coloro tra essi che non ci sono più. A me interessa solo che sia fruibile al più presto da miei concittadini ai quali andrebbe chiesto scusa per il ritardo.
6- Dove il sig Mannillo si è superato è quando ha parlato dei commissariamenti del comune di Carinola. Sul primo, il tempo, i fatti, i provvedimenti della magistratura  e gli elettori hanno dimostrato che si è trattato di un atto di grande ingiustizia. Sul secondo,invece, farebbe bene a chiedersi come mai sette consiglieri su undici della sua maggioranza, di cui quattro assessori rassegnano le dimissioni. Se ci riflettesse un po’ chiederebbe scusa a noi e a tutti i cittadini.
Infine, non per ritornare alle accuse rivoltemi circa le ditte invitate alle gare ma mi piacerebbe sapere dal sig. Mannillo il procedimento (procedura di gara, ditte invitate etc.) adottato per la bonifica del sito di stoccaggio in località Selleccola e, ovviamente, quanto è costato all’ente.

sabato 1 maggio 2010

Vergognatevi!

Vergognatevi.
Carinola è  ormai il peggiore Comune della provincia di Caserta e mi sbaglio di poco e dico uno dei peggiori d’Italia. Non funziona niente; chi lavora al Comune pensa di essere un privilegiato.
C’è una massa di persone che non fanno niente o non sanno fare niente e spesso si danno alla politica. Lo scopo è solo quello di avere una visibilità che non avrebbero altrimenti. 
Purtroppo fanno una politica vecchia, di stile mafioso-camorristico!
A nulla serve dire che la camorra è qualcosa di esterno, poiché la camorra è il modo di comportarsi di tutti i giorni, e noi nella nostra terra l’abbiamo nel sangue.
E’ camorra (per esempio):
chiedere un documento o un servizio al Comune e riceverlo come se fosse un favore;
chiedere i voti con la promessa di chissà quali posti di lavoro;
credere in un posto di lavoro in cambio di un voto;
muoversi in politica per favorire le proprie proprietà, i terreni e le aziende personali;
è quello che fa la maggiore parte dei politici nocelletesi, quasi tutti senza arte né parte, poco istruiti, e tipicamente poco affidabili.
Questi politici hanno come unico obiettivo meschino della loro vita essere i baronetti della zona, supportati da persone a loro volta mediocri e parassite.
Rendetevi conto di essere dei potenti di bassissimo livello, in quanto comandate in un pollaio piccolo, con dei polli drogati dall’illusione del posto fisso/sicuro e dello stare davanti al mangime scaduto ma sicuro, senza fare niente per guadagnarselo.
Dott. Mannillo grazie per quello che ha fatto; si rilassi, torni al suo lavoro e lasci al popolino carinolese i peggiori feudatari che merita. Sicuramente avrà tante possibilità di emergere, mentre loro non ne hanno delle altre.
Guardi solo la faccia degli altri nelle immagini della campagna elettorale!
Le ho fatte vedere a dei miei colleghi di lavoro. Mi hanno detto: "Sembrano dei m… !"

Un sempre meno carinolese che vive in Emilia-Romagna.

venerdì 30 aprile 2010

Lettera aperta a Gennaro Mannillo.

Caro Gennaro,

Ti do del tu anche se non abbiamo mai avuto tanta confidenza in privato. Lo faccio perchè mi aiuta a parlare amichevolmente.
Riuscire a diventare Sindaco, anche in un piccolo comune, è cosa estremamente difficile. Non basta essere in gamba e preparati. Lo sanno bene Brunetta e Castelli, bocciati rispettivamente a Venezia e Lecco. Ma lo sanno bene anche Antimo Marrese, Di Stasio, Grimaldi Giovanni e tanti altri che neanche sono riusciti a candidarsi perchè la scelta del candidato Sindaco avviene secondo lo schema che i teorici chiamano "garbage can" ovvero cestino della spazzatura. Per chi non lo conoscesse riporto la definizione di Wikipedia: "In questo contenitore vengono inseriti i problemi a cui dare una soluzione, le possibili soluzioni, e infine le persone che devono fare la scelta. L'idea è che il processo decisionale è confuso, poiché problemi e soluzioni vengono estratti dal contenitore in maniera del tutto casuale: c'è mancanza di razionalità tra l'azione dei singoli e l'output complessivo che da quelle azioni si ricava. Una decisione sarà perciò, il risultato di diverse correnti relativamente indipendenti, all'interno della stessa organizzazione."
Diventare Sindaco richiede, quindi, anche fortuna. Questa fortuna si accompagna ad un grande onere: amministrare per un mandato con la coalizione che ti ha sostenuto.
Tenere insieme la squadra sugli obiettivi concordati E' il compito del Sindaco.
E i fatti dicono che hai fallito la missione affidatati e, purtroppo, nel peggiore dei modi. Sei stato cacciato.
Ma anche chi ti ha sfiduciato ha perso. Ha perso il posto da consigliere o da assessore che pure si era costruito ed ha perso credibilità. Anche loro non sono riusciti nella missione che noi elettori gli abbiamo affidato.
Ma se ne stanno in religioso silenzio, forse ad aspettare che il dolore passi. Il dolore viene prima dello sfogo.
Non credi anche tu che la morte meriti il silenzio?
Accettare le sconfitte è da grandi così come rispettare gli avversari.
Guardiola, con la squadra migliore al mondo ha perso contro l'Inter e quando gli hanno chiesto cosa aveva da rimproverare alla sua squadra ha risposto: NIENTE. Se avrò qualcosa da dire a qualche giocatore lo dirò negli spogliatoi.
Dire che solo tu e Di Lorenzo siete buoni e gli altri incapaci (o peggio) non ti fa onore, non fa onore all'intelligenza di noi cittadini e non aiuta a guardare oltre la sconfitta.
Se hai, come tutti crediamo, ancora tanto da dire in politica fermati, rifletti e costruisci.

con simpatia,

un tuo elettore da qualche parte nel mondo.

giovedì 29 aprile 2010

Lettera aperta al dott. De Risi

Egregio dottore,
Da quando ho cominciato a capire Lei era già in politica in questo comune. E' stato consigliere, assessore e vicesindaco, ma cercando e domandando in giro, non un'opera, non un atto, non dico importante ma almeno significativo, è sopravvisutto alle Sue legislature. Sarà la giovane (rispetto a Lei) età o l'ignoranza ma non sono riuscito a trovare niente ascrivibile a Suo merito.
Ora Le chiedo, se avesse avuto qualcosa da dire a questa terra ed a questa gente, cosa Le ha impedito di dirlo/farlo in oltre un ventennio?
Perchè continua imperterrito a voler giocare al gioco della poltica?
Non risponda, per favore, come l'attuale Bruno Vespa carinolese, che disse alla presentazione dell'ultima lista nella quale si è candidato, che solo gli elettori possono decretare la fine di un politico. Per Lui è stato fatale. Lei, invece, faccia un esame di coscienza: la votano per le sue qualità politiche o perchè è medico?
Da sempre da noi i medici raccolgono facilmente il consenso politico troppo spesso speso male.
Se la risposta dovesse essere la seconda, allora serva la comunità come medico, dicono sia bravo e lo fa con amore.
Se, poi, non avesse altri hobby per riempire il tempo libero, come il nostro Bruno si è riscoperto giornalista, informandoci sulle zeppole e sulle beghe dei politicanti, Lei potrebbe scrivere un libro di memorie sulla politica dell'ultimo ventennio carinolese. Magari da pubblicare postumo, perchè, come disse il grande Andreotti, alcune cose si possono rivelare solo postume!

Un amico.

mercoledì 28 aprile 2010

Dichiarazione ex Ass. De Risi

“La fine dell’amministrazione Mannillo è un passaggio difficile per tutti, ma non è con le offese gratuite e spesso di bassa lega che si fanno capire ai cittadini le ragioni di una scelta che rappresenta soprattutto il fallimento dell’ormai ex primo cittadino”. A parlare è l’ex assessore, Luigi De Risi. “E’ facile pensare, come fa Mannillo, di essere vittime dell’ingiustizia e della cattiveria altrui. La verità è che l’ex sindaco dovrebbe assumersi la responsabilità di aver disgregato la propria maggioranza. Se siamo arrivati alle dimissioni è perché Mannillo non voleva fare gioco di squadra, anzi preferiva giocare con una squadra diversa. Infatti, con il tempo è diventato sempre più chiaro che il suo obiettivo era quello di servirsi della posizione di rilievo, ottenuta principalmente con i voti del centrodestra, per diventare il leader di un nuovo centrosinistra. Per questo- sottolinea De Risi- non ha mai interrotto il dialogo con i rappresentanti del centrosinistra che lo hanno preceduto.

Inutile dire-conclude l’ex assessore- che, quando un sindaco si dimette, sarebbe opportuno il silenzio amministrativo. Mannillo, invece, anche dopo le sue dimissioni, ha continuato a produrre atti, deleghe, nomine, segno inequivocabile di un attaccamento smodato alla poltrona”.

(Inviato dall' Ufficio Stampa di Massimo Grimaldi)