A chi non sa darsi un regolamento capita, prima o poi, che qualcun altro glie ne impone uno. Ed è proprio il caso dell’antico palazzo Novelli, già palazzo Petrucci, con vividi esempi di architettura catalana. Ristrutturato sotto l’era di Di Biasio, il palazzo si trova proprio nella piazza centrale di Carinola ad un passo dalla casa municipale e in esso si volgono le sedute del Consiglio Comunale (quando c’è) e la maggior parte delle attività culturali che prevedono incontri dibattiti convegni ecc., per cui Palazzo Novelli è uno spazio importante, se non il cuore pulsante, della vita sociale,culturale e anche amministrativa del Comune di Carinola. Invero il palazzo è molto bello nei suoi tratti architettonici che sono stati curati discretamente in fase di restauro, inoltre, un ascensore consente la fruibilità di diversi livelli, il che non guasta. Il suo punto debole è rappresentato dall’essere vicino a due importanti uffici pubblici, il Comune e il giudice di Pace e dall’essere privo di autonoma area di parcheggio. Potrebbe, comunque, facilmente vivere tutto l’anno soprattutto nei fine settimana, quando non c’è il carico degli altri uffici, e diventare centro ospitale e moderno di accoglienza di eventi di media importanza. Palazzo Novelli insomma è un’autentica risorsa del nostro Comune e potrebbe esserlo anche da un punto di vista economico. Ma oggi è solo una risorsa gestita al 20% delle sue potenzialità, con metodi viziati da miopia agricola, il male primario della nostra terra. Grazie a tale approccio negli anni palazzo Novelli è diventato di volta in volta, sede di associazioni più o meno fantomatiche (la Pro Loco (chi l’ha vista?) il CIF, Lilladis) sede della biblioteca-scaffaloteca abortita qualche tempo fa, ecc. ecc. Rimane un palazzo antico, bellissimo, con elevati costi di gestione (credo) intorno al quale far ruotare una piccola economia che potrebbe essere volano di Carinola in Campania, in Italia, nel mondo. Ovvio che va razionalizzata e organizzata la sua gestione, cosa che sembra qualcuno stia già facendo per ottemperare ai propri compiti istituzionali: “la gestione dell’ordinaria amministrazione”. Fatto importante quest’ultimo che ci dice però che negli ultimi anni, almeno da quando palazzo Novelli è stato ristrutturato, gli amministratori cui abbiamo dato fiducia hanno trascurato(impegnati a far altro –evidentemente-) anche l’ordinaria amministrazione. E non è di sicuro l’unico caso di bene comunale trascurato perché nessuno ha voluto regolamentarne l’uso, ce ne sono anche altri.
SAMA
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