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sabato 11 aprile 2009

Piccola storia del Convento di S. Francesco – parte III

 

La Chiesa italiana e in particolare quella carinolese, non aveva certo l’animo di festeggiare la tanto desiderata e attesa Unità d’Italia.
L’Unità costò alla Chiesa la perdita di un ingente patrimonio immobiliare e terriero che fu espropriato dal nuovo Stato Unificato e messo in vendita, mediante aste pubbliche, per risanare le casse dello Stato prosciugate dalle Guerre d’Indipendenza.
Neppure il nostro Convento aveva granché da festeggiare. L’ulteriore soppressione di molti ordini religiosi, in seguito alle due leggi di Eversione e Liquidazione dell’Asse Ecclesiastico, determinarono, nel 1866, il definitivo abbandono del Convento da parte dei frati.
Il destino che sembrava delinearsi all’orizzonte per l’antico monumento francescano era quanto mai incerto e cupo, se qualcuno non prendeva a cuore la sua sorte.
Fu il Comune di Carinola, nelle persone degli allora sindaci, sig. Telemaco Trabucco prima e sig. Leopoldo Zampi poi, a prendere a cuore la sorte del Convento.
L’11 Settembre 1873, per effetto dell’art. 20 della Legge del 1866 che permetteva ai comuni di comprare edifici monastici per pubblica utilità, il Comune comprò il Convento per la somma di 4.200  lire.
Il Comune di Carinola fece anche di più: per metterlo al sicuro dagli effetti dell’art. 33 della stessa Legge, ossia per evitarne la chiusura e l’acquisizione al Demanio, fece sì che il Convento fosse riconosciuto come “Monumento” con un decreto speciale del Ministero della Pubblica Istruzione.
Da allora il Convento si pregia del titolo di “monumentale”.
Un passo falso fu comunque fatto: invece di essere risistemato e restaurato dopo anni di incuria, il Convento fu destinato a stazione di monta equina!
L’antico Refettorio fu adibito alla funzione molto poco edificante di ‘camera nuziale’ per la fecondazione equina e un custode ne curava l’ attività.
Fu probabilmente in questo periodo che  davanti al bellissimo affresco “Salita al Calvario” fu eretto un muro di protezione.
L’affresco è rimasto nascosto e dimenticato per circa un secolo; scomparse le generazioni di allora, la sua esistenza cadde nell’oblìo e solo gli studi e le ricerche di p. Cristofaro Bovenzi hanno permesso di recuperarlo negli anni ’70.
Tuttavia, anche la funzione di stazione di monta equina  si esaurì e il Convento rimase inutilizzato per tanti anni, di nuovo abbandonato a se stesso.
Il Comune non sapeva cosa farsene della casa monastica: le spese superavano le entrate e il Convento si trasformò in un peso economico di cui era meglio disfarsi. Restaurarlo o intervenire per  adibirlo ad altro uso, quello di carcere, sarebbe stato troppo oneroso per le casse comunali: le condizioni statiche del Convento non erano affatto buone e richiedevano spese enormi.
In un tristissimo Consiglio Comunale del 9 ottobre 1900 si decise di liberarsi del Convento “come di cosa inutile e dannosa” perché ormai era un peso troppo gravoso, sia per il contributo fondiario da pagarsi, sia per lo stipendio di 120 lire annue da corrispondere al custode. Si decise così per la vendita dell’immobile a privati e il 31 ottobre 1900 fu firmata la delibera per l’alienazione dell’ex Convento di S. Francesco dal sindaco, cav. Ferdinando Budetti, e 14 consiglieri presenti su 20.
Ma quella vendita non trovò acquirenti…. Tristemente, il Convento fu lasciato morire.
Rimanendo di nuovo chiuso e abbandonato a se stesso per lunghissimi anni, continuò a rovinarsi diventando un rudere penoso. I bellissimi affreschi del chiostro continuavano inesorabilmente a deteriorarsi e quello che non fece il passar del tempo e gli agenti atmosferici, lo fece il secondo conflitto mondiale.
Parte del chiostro fu distrutto dalle bombe e molte colonne quattrocentesche andarono irrimediabilmente perdute.
Dopo il conflitto bellico, il provvidenziale interessamento di padre Michele Manica, frate conventuale di Falciano, insieme a quello di altri cittadini del Comune, fece sì che il Convento fosse infine riaperto nel 1948 come casa filiale di Roccamonfina.
Dal 1948 vari frati si sono avvicendati alla custodia e alla cura del Convento e ognuno di loro ha cercato di contribuire alla rinascita spirituale e materiale del Monumento, con molto impegno e pochissimi mezzi, ma solo con la venuta di p. Cristofaro Bovenzi, nel 1966, il Convento ha avuto l’input verso la definitiva salvezza.
Da mane a sera, l’instancabile frate girava tutta la regione con la sua vecchia Renault: presso Enti, privati, Sovraintendenza; per cercare fondi, trovare consensi, risvegliare interesse e coscienze che potessero aiutarlo nella sua difficilissima opera di ricostruzione.
Da valente pittore qual era, mise la sua arte al servizio della salvezza del Monumento. Ogni quadro che riusciva a vendere era un piccolo capitale che gli permetteva di continuare l’opera di recupero iniziata, andando avanti così finché le forze glielo hanno permesso. Quando poi sono arrivati p. Antonio Siciliano nel 1984 e p. Giovanni Siciliano nel 1987, il cammino di  recupero era già inoltrato ed essi hanno ereditato non un ammasso di macerie, ma un Convento degno di quel nome.
La meritoria opera di p. Cristofaro  non è stata solo quella di ricostruire delle mura fatiscenti, ma quella di ricostruire il carisma francescano che sembrava inesorabilmente spento.
Sulla scia di questo risveglio spirituale ed artistico in tutto il popolo carinolese, sono intervenute l’Amministrazione Di Biasio, che ha provveduto, infine, al restauro del Monumento, e l’Amministrazione Mannillo, che continua con impegno l’opera intrapresa dal suo predecessore.
Se oggi possiamo essere orgogliosi dello splendido Convento che Carinola vanta, lo dobbiamo all’amore e all’interessamento di tante persone che per esso si sono impegnate e si impegnano, ma lo dobbiamo soprattutto alla forza d’animo di un umile frate che ha effuso, senza risparmio, tutte le sue energie per il recupero e la valorizzazione di questo straordinario Monumento.

Clio



 
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35 commenti:

  1. Molto interessante questa storia del Convento. Mi ricordo bene padre Cristofaro e sì, credo che se non fosse stato per lui, non saremmo arrivati al recupero di questo Convento.

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  2. Sei stata brava Clio, p.Cristofaro si comportava proprio così!
    Buona Pasqua a tutti.

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  3. Dal numero di commenti vedo che l'argomento, anche se trattato in modo mirabile ed inedito non attrae molto i lettori. Mi auguro che Clio non si scoraggi per questo e continui nella sua alta e impagabile ricerca. Gesù ci ha insegnato che le cose buone bisogna seminarle in abbondanza per aspettarsi che qualcuna germogli e attecchisca nell'animo di qualcuno. Comunque un grande grazie a Clio.

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  4. Carinola è terreno arido; pochi semi germoglieranno.

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  5. Mi scuso io con Clio per l'ignoranza incoscia che abbiamo tutti, ma ti prego di continuare con lo stesso impegno di sempre.
    Un amico molto vicino

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  6. Ehi, calma ragazzi. Non ho nessuna intenzione di mollare le mie ricerche. Prima di tutto le faccio per me stessa e per il mio piacere di conoscere le cose, poi le condivido. Agli amici che le leggono e le apprezzano, va il mio grazie, a chi non le legge...beh, hanno perduto una buona occasione per sapere qualcosa in più della nostra storia. Pazienza; non tutti hanno gli stessi interessi.

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  7. Brava Clio. non sono daccordo con chi sentenziz che Casanova è terreno arido. Penso piuttosto che l'argoento non dia molto spazio a commenti di qualsiasi tipo. Nella fttispecie, io ricordo che fanciullo mi recavo spesso insieme a mia madre che era devotissima del "poverello" e all'epoca oltre ad un frate Fedele, se ricordo bene. nel chiostro viveva, a mò di clochard, una vcchietta, "zi Giuseppella", che, contornata da gatti, allietava quanti al convento si recavano con motti semplici ma profondi. G

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  8. Io non credo che sia una mancanza di interesse nei confronti degli articoli storici, è solo che non producono una discussione, allora si leggono soltanto e non si commentano. Saluto tutti gli amici quiquirini. Spero abbiate passata una buona Pasqua.

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  9. qualcuno è in grado di farmi acquistare un moggio di terra?????

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  10. io mi ricordo.. anni '70.. che era in disuso.. e aveva un certo fascino così abbandonato... c'era qualcuno, non ricordo se era un frate, che allevava porcellini d'india al suo interno.. e c'erano anche parecchi alberi da frutta.. forse ci sono ancora.. specialmente pappagoni.. subito dietro il convento.. è molto tempo che non vengo a casanova... oltretutto sono nato anche lo stesso giorno di san francesco proprio a casanova... infatti dovevo chiamarmi francesco ma poi è intervenuto mio zio.... vabbè.. non sono credente però i francescani mi sono simpatici.. il vaticano dovrebbe prendere l'esempio dal loro stile di vita religioso... ciao clio ;)

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  11. x 13 aprile h 19,59
    Basta che ti rivolgi a qualche geometra che opera sul territorio e sicuramente saprà come e a chi indirizzarti.

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  12. 19.59
    Acquistare terreno per farci una "baita" metterci le telecamere e giocare al grande fratello???

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  13. per 10.23
    EEHHH ma ora è tutta un'altra cosa...devi da pensà che mò ci trovi pure i masi alpini nonchè le vacche.
    Qualche mese fa è venuta giù una parte del convento, ma non per i lavori malfatti,ma perchè il poverello d'Assisi s'è proprio stancato de vedè tanta crapuloneria li attorno.

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  14. x19.59 se hai voglia di lavorare te lo dò in uso gratuito a vita.

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  15. per l'anonimo delle19,59
    se hai amore ed il gusto per le cose belle acquista pure tu e costruisci un'altra baita, cosi' la collina sarà un rifiorire, piacevole da vedersi e non un ammasso di spine rovi e incolture varie.Ma l'invidia come l'imbecillagine hanno una madre sempre incinta.

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  16. per 8.41.
    Potrei dirti che tra te, il bello delle cose e il buon gusto,c'è un mare d'ignoranza e di altro che non stò qui a dirti.
    Acquistare e costruire io una "baita"? Non potrei mai.
    Sei convinto che le persone t'invidino per quello che possiedi? Ma nooo...
    Sai cos'è che si può invidiare ? La consapevolezza del saper assaporare la bellezza e la leggerezza della vita...e buon per me io la posseggo!!

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  17. X 8,41
    La collina di Sant'Arcangelo è bella proprio perchè è selvaggiamente naturale. Baite e costruzioni varie la renderebbero solo un obbrobrio, per non parlare del mistico fascino emanato da Convento che verrebbe a spezzarsi. Non scherzate con queste cose, distruttori dell'ambiente, e le vostre villette andatevele a costruire altrove.Lasciateci stare le nostre montagne e le nostre colline.

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  18. Ok 8.41,vai così,approvo...
    Acquistiamo tutti una baita,mettiamoci tutti una panna sul cappello e gemelliamoci col Tirolo.
    Ma scusa ,il bello 'ndovè?

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  19. per 9.55
    Per tua informazione sappi che di professione faccio lo scultore ed il pittore quindi ho il gusto del bello e del raffinato.Lungida da me essere invidiato e ti assicuro che la mia cultura non è inferiore alla TUA.SALUTI

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  20. 11.15
    Credo ci sia stato un errore di comprensione o meglio di post. Mi devi consentire cmq di affermare che la tua professione di pittore e scultore non ti garantisce certo il gusto del bello e del raffinato. Anche io imbratto e non ho certo la pretesa di riconoscere il bello in tutto quello che faccio,anzi...,converrai con me che esiste anche un gusto dell'orrido,giusto?.
    Dunque,il punto è il voler affermare che la naturale selvaticità di un posto sia cosa deplorevole e preferibile a questa costruzioni di dubbio gusto.
    Ora ti chiedo di chiudere gli occhi... immagina la collina di Sant'Arcangelo invasa da quelle che qualcuno chiama baite e poi descrivimi le tue sensazioni.Aspetto un tuo commento.Saliut

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  21. per 8.41 e affini
    ma le conoscete le montagne del Tirolo, del Trentino o del versante occidentale delle Dolomiti? Se parlate di scempio o di obbobri credo di no, ci sono anche da noi castelli ,monasteri,monumenti di arte raffinatissima ,ma vi assicura tutto è costruito nel ripetto di ciò che esiste . Abito in val D'Aosta da sempre ed è bellissimo

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  22. Per 16 aprile h 16,00
    Francamente non ho capito bene quello che vuoi dire.Sei per lo sfruttamento edilizio delle colline o no?
    Spero di no. Beato te che vivi in Val d’Aosta. Qui purtroppo siamo a Gomorra e sai cosa significa questo? Che comanda il più forte e chi al più forte si appoggia. Sai che scempio se
    si cominciasse a costruire su montagne e colline! Perderemmo l’unica cosa bella che ancora abbiamo: la natura.

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  23. 8.09
    E che ne diresti di una piramide egizia sulla cima del Monte Rosa? Ogni cosa al suo posto,caro abitante valdostano.
    I poveri fraticelli avevano scelto quel posto per la pace e la quiete probabilmente,un posto dove potevano ritirarsi a meditare e a pregare lontani dai rumorosi affanni della gente del volgo, mentre ora il posto sembra destinato ad una feroce lottizzazione. Da noi,non si capisce il perchè, la sacralità dei posti viene continuamente violata,è probabile si pensi che più vicini si è al Santo e più forte potrebbe essere la sua protezione.E'inevitabile,
    si passerà alla storia per quelli che hanno fatto scempio di luoghi votati alla religiosità.

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  24. Per 8.09 Ma e mai possibile che bisogna sempre estremizzare e non sperare ad avere miglioramenti ma smettetela guardiamo avanti con una maggior positivita e soprattutto abbiate fiducia nelle nuove generazioni che sicuramente hanno grandi vedute e poca grettezza viva sicuramente la natura ma perche no viva i nuovi paesaggi con splendide costruzioni immerse nel verde e nel pieno rispetto dell ambiente circostante.

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  25. Dovremmo pensarla tutti cosi.

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  26. Per 18.00
    Hummm,il gusto pieno della vita.
    Il solito ottimismo alla berluska condito da gusto dell'orrido!
    San francè, penzace tu....

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  27. Gloria a Babele
    rida la sfinge ancora per millenni
    si fabbrichi nel cielo fino a Sirio
    schiumino i cavalli sulla Via Lattea.
    Ma ,quanta vita ha ancora il tuo intelletto
    se dietro a te scompare la tua razza?

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  28. immaginate san francesco... il convento... secondo me le vacche ci stanno bene.. le baite o altro del genere non ci azzeccano... la parte crollata può anche aggiustarsi.. l'importante è che chi li fà non pretenda di avere le panche nominative o targhette a memoria.. sà tanto di camorrista e.. oltretutto.. non è per niente francescano.. lasciategli se potete la poesia a quel luogo.. perchè di quello si tratta.. poesia

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  29. Non poesia, amico, ma misticismo.

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  30. panche nominative, targhette a memoria....camorrista..... ma che senso ha tutto cio'? Ma veramente credete che si possa togliere la sacralità a certi luoghi o la poesia che da essi emana con queste sciocchezze che davvero dimostrano quanto siate arretrati rispetto ai tempi che viviamo che presentano ben altri problemi. Ma non avete da fare altro che preoccuparvi di queste inezie?Che tristezza...............

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  31. Si, bellezza, non ci vuole molto a togliere la sacralità a certi luoghi. Basta costruire un po' di casette, villette, e cose varie e la fisionomia geografica del luogo cambia radicalmente e con essa la sacralità. Forse tu hai un concetto molto personale e opportunistico dell'aggettivo, ma voglio farti notare che i luoghi francescani più mistici e sacrali sono quelli immersi lontano da qualsiasi forma di civiltà, in una natura quasi selvaggia, vedi La Verna, Fonte Colombo,Greccio.
    Ricorda che la sacralità viene data, non dalle pietre di un convento, ma dal rapporto di intimo incontro di quest'ultimo con la natura circostante in cui regna ed impera il silenzio, unico strumento che possa far parlare lo spirito.

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  32. per 9.36
    Un problema non esclude l'altro e mille "inezie"
    fanno un problema enorme.
    Stai sereno,la sacralità del luogo è già andata ai rovi,favorito da atteggiamenti simili ai tuoi.

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  33. Sono molto d'accordo con 11,14.La sacralità la si può trovare solo dove è possibile stabilire con l'ambiente circostante un rapporto basato sul silenzio che possa favorire la riflessione personale e l'incontro con il divino.
    Credo che bisogna fare di tutto affinchè questo Convento francescano non sia aggredito dall'invasione edilizia circostante e dalla modernità. E spero che chi è tenuto a sorvegliare lo faccia con grande responsabilità, facendo in modo che si mantenga intatta l'atmosfera di grande pace che ora caratterizza il luogo.

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  34. manca un commento .Boicottate tutto ciò che parla della Grancelsa,come mai?

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