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martedì 25 maggio 2010

Metodo pdl: Caserta come Carinola

E’ un pdl molto esigente e vendicativo quello che ci troviamo ad avere a Caserta dove, in più di cinquanta giorni, non si è riusciti a formare  un’ amministrazione provinciale. Grazie a chi? Ma al pdl naturalmente, nella persona di Nicola Casentino che della Campania  è il nuovo imperatore.
Allearsi col pdl, come è accaduto  al neo e ormai ex presidente provinciale Zinzi (UDC) per avere un successo sicuro, può rivelarsi una vittoria di Pirro. A chi non vuole sottostare ai voleri della dittatura pidiellina non resta che farsi la valigia e andarsene, tanto non esiste alcuna forma di dialogo o ragionamento che tenga con quella parte. 

Quello che è successo a Carinola al sindaco Mannillo, è quindi successo anche a Caserta, a Zinzi. E’ il nuovo metodo pdl che sta facendo scuola? O è una manovra quella di Zinzi? Può darsi; anzi sicuramente sarà una di quelle manovre che in politica sono tanto necessarie per arrivare ad uno scopo. Lo sa Zinzi, lo sa Mannillo. Tutto dipende dallo scopo che si intende raggiungere e dal come aggirare gli ostacoli.

Unica amministrazione provinciale ancora senza governo, Caserta ha dovuto affrontare da subito la guerra intestina e gli attacchi del Pdl che dettava legge nella composizione della giunta. Cosentino pretendeva nella giunta casertana alcuni sindaci di matrice pdl, mentre Zinzi non ha voluto sindaci nella sua giunta.  Non credo, comunque, che questo sia l’unico motivo. Come in tutte le cose, c’è sempre la goccia che fa traboccare il vaso. Appare comunque chiaro che il pdl vuole il monopolio della provincia di Caserta, mettendo nei posti che contano suoi uomini, mentre Zinzi non vuole  accettare il ruolo di secondo impostogli dagli alleati. E così si è andati avanti con i soliti balletti del tira e molla, senza giungere ad una conclusione accettabile. Nonostante il larghissimo consenso ottenuto  nella provincia di Caserta, il centro destra non riesce a rendersi  credibile agli occhi degli elettori, che assistono sdegnati alla solita lotta per le spartizioni delle poltrone, dando alla politica delle alleanze una connotazione fallimentare.

Il risanamento ambientale, la gestione dei rifiuti, dell’acqua e dell’energia, la lotta alla disoccupazione, il rilancio dell’agricoltura, la predisposizione delle infrastrutture sono solo alcuni dei grossi problemi che affliggono la Provincia e che aspettano di essere affrontati. Ma senza un’ amministrazione provinciale forte e coesa, non c’è possibilità di affrontarli e risolverli.

Ma c’è la volontà politica di  affrontarli seriamente? Uh, su questo ho i miei dubbi.

Siamo alle solite? Si siamo alle solite. Il tanto acclamato “governo del fare”, non è altro che il governo delle intimazioni, del potere imposto che non si interessa veramente  di  risolvere i problemi, quanto di  risolverli a modo suo.

Se per evitare ricatti ed imposizioni è opportuno dimettersi, ben vengano le dimissioni di Mannillo e di Zinzi che possono riuscire a riportare un po’ di democrazia in questa mascherata dittatura.

Osservatore 

domenica 23 maggio 2010

Federalismo alla napoletana

L'argomento più discusso da tempo è il federalismo. Tutti ne parlano e tutti lo vogliono, almeno a parole. Nei fatti gli unici che si sforzano seriamente di arrivare all'approvazione definitiva sono i leghisti. Sostengono con forza la tesi federalista per opportunità elettorali ed anche per convinti tornaconti economici. Acconsentono alle continue  richieste di solidarietà invocate da tutti i partiti per raggiungere i loro obbiettivi consapevoli che dopo poco tempo gli accordi saranno dimenticati. L'elemosina che inizialmente dovranno versare al sud, nel giro di qualche decennio sarà sempre più assottigliata e potranno tenersi tutte le tasse che versano come è nei loro progetti. Nel frattempo anche al sud hanno iniziato a masticare di federalismo affrontando la nuova situazione . Così hanno iniziato a stilare i rendiconti delle spese affrontate per la sanità all'avanguardia che viene offerta nel meridione. Sembra una sciocchezza che si incomincino a tirare le somme invece è un fatto serio in quanto da queste parti i conti nella sanità non si sono mai fatti. Tutt'ora in Calabria non si sa quali e quante siano le spese affrontate per il settore sanitario nella regione. In Campania invece subito si sono allineati alle nuove regole aumentando considerevolmente le tasse introitate dalla regione, quali, il bollo delle auto,  tasse sulla benzina ed altre. Oltre a queste è stata incrementata notevolmente anche l'aliquota della tassa regionale che grava sull'irpef degli sfortunati residenti. Tutto bene sembrerebbe, invece no, ad un incremento delle tasse gli ineffabili amministratori campani hanno fatto corrispondere un altissimo aumento della spesa. Pertanto alla resa dei conti i cittadini saranno costretti a subire un ulteriore aumento delle tasse. Questo giochino sarà continuato dai nuovi arrivati che quando andranno via faranno trovare sempre un notevole disavanzo che i cittadini dovranno cercare di ripianare senza riuscirci. Se le somme introitate fossero spese per curare i cittadini nulla di male invece vengono usate in gran parte per foraggiare politicanti e portaborse. Tra questi bisogna annoverare i manager delle ASL, i primari, i direttori sanitari, medici senza incarico serio, pseudo infermieri, pseudo assistenti per i meno abili ecc. ecc. L'altro fronte dove si sta sperimentando il federalismo alla napoletana è quello della raccolta dei rifiuti. Senza allontanarci nelle intricate vicende Bassoliniane  l'esperimento lo si può seguire anche a Carinola. L'amministrazione che doveva cambiare,come succede da queste parti , ha cambiato solo i nomi dei politici ed anche quelli molto poco. Hanno sbandierato raccolta porta a porta , pulizia di siti inquinati, pulizia delle strade mettendo in campo un numero illimitato di personale. Tutti apprezzavano ma nessuno si chiedeva chi paga, a giorni tutti avranno la risposta e che risposta. Ovviamente l'avranno i cittadini onesti regolarmente  rilevati nei tabulati non i furbi che non sono stati mai registrati. A Carinola il giochetto realizzato in campo regionale non è riuscito in quanto gli amministratori  si sono momentaneamente autosospesi.  Temporaneamente in quanto torneranno quasi tutti di nuovo ai loro posti  dopo opportuna rotazione. Se non avessero litigato avrebbero aumentato leggermente ogni anno la tassa  e aumentando sempre del doppio le spese restando sempre un grosso  passivo  per il futuro. La loro sfrenata ambizione li ha traditi e il buco è stato scoperto subito. Adesso bisogna riempirlo e per questo vengono chiamati a farlo i soliti noti e loro per niente turbati rispondono: "amici sono gli inconvenienti del federalismo" ... alla napoletana ovviamente.

Sloboda

sabato 22 maggio 2010

Cara monnezza....



Sta sempe llà
... E chi lo immaginava che ti avremmo pagato a peso d’oro? Anzi più dell’oro. E chi lo immaginava che saresti stata l’elemento più prezioso di questi ultimi due secoli?
Se avessi saputo che potevi essere così redditizia, non avrei speso sei anni della mia vita per prendermi una fetenta di laurea che fa di me un disoccupato, ma mi sarei dato alla monnezza: raccolta, smaltimento,  riciclaggio. Mi sarei messo in competizione con i clan camorristi più in voga, magari quello dei casalesi, e che sembrano avere una lungimiranza affaristica molto più sviluppata di quella dei comuni mortali. Persino degli specialisti di governo.

Che sbagli che si fanno nella vita! A non capire che la monnezza sarebbe stata l’economia che avrebbe fatto girare il mondo e il Comune di Carinola! Oltre tutto è più fruttuosa di quello che sembra perché non ci si deve spendere troppi soldi per smaltirla! La si può lasciare dovunque: sulle strade, nei fossi, nei laghi, nei fiumi, nel mare, sulle montagne; la si può persino sotterrare e nessuno la vede.
E chi 'a tocca!
Però qualcuno che paghi le spese che pur esistono ci deve essere… spese maggiorate all’ ottanta per cento, perché la vita aumenta e tutto costa di più.Qualche pollo che la paghi a peso d’oro lo si deve pur trovare altrimenti come si fa! E dove li troviamo questi polli da consorzio che pagano a testa china senza lamentarsi? … Ma è chiaro! Tra i cittadini di Carinola!

Sono buoni i carinolesi; troppo buoni. Fessi proprio! Fanno bu ba, ma poi accettano tutto.
Accettano il caro acqua, il caro tutto e ora accetteranno anche l’ aumento delle bollette della monnezza. Pensa che in una sola famiglia, divisa in tre bollette,  arriveranno a pagare una spesa monnezza di circa duemila euro e nessuno si lamenterà!
Sta ancora llà
Ai carinolesi si può fare tutto: parlano, parlano, ma poi non sono capaci di organizzarsi per fare del male a qualcuno. Non sono stati capaci di mettere su, in nessuna frazione,  un comitato cittadino che possa tutelare i diritti di tutti! Sono proprio i polli adatti da spennare! E pagheranno. pagheranno!
Chissà a chi dobbiamo questo bel regalo! Al governo? A Mannillo? O a De Risi? Mi piacerebbe proprio saperlo. E siccome sono un cittadino molto civile, correrei subito ad esprimergli la mia gratitudine, stringendo  in una mano il mio grazie…
…. e nell’altra una corda per impiccarlo!



Robin Hodd





giovedì 20 maggio 2010

Guerre

Le guerre a volte sono necessarie perché sprigionano una forza creativa che poche altre attività umane sono in grado di mettere in moto.
Guardiamo il TG di Minzolini e ogni giorno ci accorgiamo che ogni giorno ci viene detto qualcosa di meno.Gli onori della cronaca nazionale sono riservati sempre più spesso a notizie del tipo, per capirci, “Trovato coccodrillo nel lago di Falciano”. Ma se abbiamo tempo di guardarci intorno, vediamo una realtà ben diversa.
Ci sono tante guerre in atto in Italia, in Europa, nel mondo. Ci sono tante guerre che occupano e preoccupano anche la nostra piccola comunità. Droghe che costano sempre di meno stanno minando la nostra società e dilagano incontrastate in tutte le piazze dei nostri paesi.

Tra poco ritornerà in primo piano l’emergenza rifiuti e avrà le forme di un incubo già visto.

La povertà cresce rivelando un paese spaccato in due; da un lato c’è chi ha troppo (e non per questo può dirsi felice) e dall’altro chi non ha nulla e combatte ogni giorno per la sopravvivenza. Le classi medie che hanno creato il nostro povero paese sono state risucchiate nel baratro delle instabilità finanziarie, politiche, democratiche.

Le deboli economie che sostengono il reddito di molti vacillano e con esse le minime certezze che è possibile ancora trovare per restare e per non infilarsi nel primo treno per il nord o per l’estero (gli aerei di questi tempi li sconsiglierei). Ma le guerre contro la droga, per un ambiente migliore, per il diritto di vivere e lavorare in questa terra sono oggi le guerre dimenticate.

Con amarezza faccio questa piccola considerazione leggendo certi commenti che non si possono citare né commentare.

Ci raccontano di “una guerra di potere” che non è la mia guerra né quella della maggioranza dei cittadini di Carinola che ogni giorno faticano e annaspano schiacciati dal peso di una quotidianità sempre più difficile.

Io non ne farei mai una questione di parte. Non c’è, secondo me, chi va crocifisso e chi invece va santificato.

Per colpa di tutti “le nostre guerre possono attendere”.

by SAMA

martedì 18 maggio 2010

L’ Infiorata, infine!

Finalmente il tempo ha concesso una tregua  e si è potuto procedere alla realizzazione del tradizionale tappeto di fiori in onore della Madonna.
Certamente l’entusiasmo non è quello iniziale;  certamente i fiori e il mirto raccolti qualche giorno fa, hanno subito dei danni e non hanno concesso l’effetto freschezza, ma almeno è stato ancora possibile usarli e si è potuto dare il via a questa iniziativa aspettata con ansia da centinaia di persone.
Grazie al loro impegno e al loro spirito di sacrificio, nonché alla loro bravura, i maestri dell’Infiorata meritano tanta attenzione anche quando il risultato finale può essere compromesso per causa di forze maggiori.

A noi casanovesi fa molto, molto piacere che un’ iniziativa cominciata in sordina per semplice devozione alla Madonna si sia, col tempo, trasformata in qualcosa di così prezioso e bello da richiamare in paese una folla di persone sempre più cospicua e tanti operatori TV.
Anima dell’ iniziativa è, come sempre, l’amico Antonio Falso che riesce a trascinare giovani e meno giovani in questa annuale fatica che, ad eccezione di quest’anno,  inizia intorno alla mezzanotte del sabato e si conclude la domenica mattina verso le otto, prima dell’uscita della processione.

Stanchi, provati ma felici, i maestri dell’Infiorata per tutta la notte profondono le loro energie e la loro fantasia nell’esecuzione di un magnifico tappeto, intervallato da bellissimi disegni creati ed eseguiti da singoli, che man mano prende vita, colorandosi di tutto ciò che la natura offre: foglie di mirto, aghi di pino, capsule di romice, forasacchi, petali di rose, fiori di ginestra, fiordalisi.
A questi nobili prodotti della natura vengono affiancati  quelli della vita quotidiana, come farina,  farinaccio e fondi di caffè; questi ultimi messi da parte e forniti dai bar del paese. Il risultato dell’impegno dei maestri dell’Infiorata è lì sulla strada e può essere ammirato e fotografato da tutti. Questo li ripaga  dei quindici giorni di intensa attività sicuramente faticosi, ma anche di gioiosa aggregazione che unisce e accomuna nuove e vecchie generazioni.

Noi auguriamo a queste persone di continuare per tanti anni ancora, così come invitiamo sempre più giovani a impegnarsi, anno per anno,  nell’apprendimento di questa semplice  e felice arte che solo loro potranno tramandare.

per la galleria di foto clicca qui

lunedì 17 maggio 2010

La palude

Gli ultimi avvenimenti politico amministrativi del nostro comune ci spingono ad alcune riflessioni piuttosto scoraggianti.
È naturalmente possibile che un'amministrazione perda la maggioranza e si sfaldi, anche se è deprimente che questo abbia avuto come sbocco il commissariamento.

Ma c'è qualcosa che suona strano nell'atmosfera politica del nostro comune, sembra di stare in un teatro dove gira e rigira assistiamo sempre alla stessa rappresentazione, dove ci sono personaggi che entrano ed escono dalla stessa scena recitando monotonamente frasi stantie, intavolando dialoghi ora con l'uno e ora con l'altro senza costrutto apparente, che come Penelope infaticabilmente tessono e disfano la stessa logora tela.

E' questa stanca monotonia che spaventa.  L'immutabilità degli schemi, personaggi che sono sulla scena, primattori o comprimari, da tempo immemore, e da tempo immemore non sembra abbiano dato a questo comune forti segnali di cambiamento o comunque stimoli di miglioramento, anzi talvolta hanno bloccato questi segnali quando provenivano dall'esterno della scena . Qui negli ultimi cinquantanni gli avvenimenti, le istanze e i movimenti sociali che hanno segnato in bene o in male la storia del nostro Paese sono  passati invano, senza lasciare traccia, senza essere stati di stimolo a nessun cambiamento, sono sempre gli stessi che gestiscono nello stesso modo le stesse cose, i nuovi o hanno dovuto rinunciare o si sono adattati alla stessa sinfonia, ancor adesso il nuovo stenta a vedersi, spesso soffocato o cooptato dal vecchio, dalle stratificazioni di un passato politico che stenta a passare.   

Ma forse siamo noi a sbagliare, siamo noi ad essere quelli fuori dai tempi.  Gli ultimi avvenimenti nazionali forse dimostrano che non sbagliano, la corrente va in quel senso, la politica è oggi più che mai una libera prateria aperta alle scorrerie dei più lesti e spregiudicati avventurieri, dove l'amministrazione della cosa pubblica non è altro che il pretesto per curare e ampliare gli affari personali, il governo del Paese il mercato globale del malaffare.
Possibile che la politica si sia ridotta a questo?  Dove sono i De Gasperi, i Moro, i Berlinguer e gli altri grandi politici che hanno fatto grande questo Paese?  Sono rimasti solo ometti, guitti, ballerine e furbetti a guidare l'Italia?  Una volta c'erano le ideologie, che grande perversione, diranno gli ometti, c'erano i comunisti, i socialisti, che grandi malfattori ripeteranno gli ometti, adesso non c'è più niente, che bello, diranno gli ometti, ora tutti possono allearsi con tutti per fare affari ai danni di tutti; la vera democrazia, tutti equivalenti e interscambiabili, libero affare in libero stato, chi vuol esser lieto sia, chi ha avuto ha avuto ha avuto.... ecc ecc.   Le caste si autoperpetuano e autolegittimano, non occorre più che chi comanda dimostri di esserne in grado, o che renda conto di quello che fa, i potenti si autoreferenziano e non riconoscerne l'autorità è un attentato alla democrazia.

Un quadretto idilliaco.  C'è un problema però, tutto puzza ormai di marcio, una putredine che toglie il respiro, che soffoca ogni possibilità di sviluppo, ogni energia di progresso, ogni possibilità di espressione, una palude stagnante ed immobile che non promette niente di buono per il futuro nostro e delle generazioni future.


 casaleweb

domenica 16 maggio 2010

Infiorata impossibile

Chi aspettava l’ Infiorata per stamattina, domenica, rimarrà molto deluso. Come si può facilmente intuire, il tempo inclemente non ha permesso la realizzazione del tappeto di fiori che caratterizza la nostra festa e che richiama in paese una notevole affluenza di persone e operatori televisivi. Non si era mai visto una primavera così strana e capricciosa, e la nostra bella festa ha subito le conseguenze dei suoi capricci.
Le attività legate alla festa patronale hanno avuto un arresto che non si sa se andrà avanti per tutti e tre i giorni o potrà continuare appena il tempo accennerà ad un miglioramento, che speriamo venga nella giornata di oggi. La processione in montagna  è comunque saltata.
I primi a restare molto delusi sono chiaramente coloro che per l’ Infiorata hanno lavorato senza sosta negli ultimi quindici giorni raccogliendo mirto, fiori, infiorescenze varie e tutto ciò che occorre; se non verrà usato al più presto, tutto dovrà essere buttato   perché marcirà inesorabilmente.
E sono rimasti delusi i giovani di Casanova che hanno preparato i loro disegni da eseguire in nottata nello spirito di grande collaborazione e allegria che da anni anima questa iniziativa.


Non sappiamo se sarà possibile fare l' Infiorata stasera o  domani sera, ma si farà! Si vocifera che la processione in montagna si farà probabilmente martedi mattina. Tutto dipende dalle condizioni atmosferiche. Vi diamo comunque un assaggio del lavoro che si cela dietro l’Infiorata, lavoro che speriamo possa essere portato a termine al più presto. Tempo permettendo.

per le foto dei preparativi clicca qui

venerdì 14 maggio 2010

Il male minore

Congiura


Il “MALE MINORE” , che qualche “illustre” nocelletese auspicava si verificasse, si è di fatto concretizzato! Ricordo ancora i comizi…..quando da Nocelleto l’ ”illustre” chiosava : “con Carinola nel cuore ecc. ecc. “ .

Alla faccia !!!! E meno male che questi Carinola l’avevano nel cuore….!!! Se fosse stato il contrario cosa sarebbe successo?? Quello che più mi sconcerta è che signori baciati per la seconda volta dalla Dea bendata, anziché impiegare le loro doti da “deretani extra large” esclusivamente per l’ippica e il poker che pure praticano, si siano messi a giocare con le sorti del nostro Comune nel modo più meschino possibile, appoggiati da un manipolo di vigliacchetti venduti e traditori.

Tutto quanto, è risaputo, per pura sete di potere. Nulla più! Forse a qualcuno i lavori pubblici non bastavano…..(non siate maligni, intendevo l’assessorato!!!); ad altri invece gli sarà stato promesso, forse con l’aiuto di qualche signorina…., che non risponderà più alle telefonate che arrivano al 118 ma sarà bensì promosso primario!!! Qualcun’ altro, pur non essendo carinolese ma proveniente dalle “toraglie” del Matese spera di essere la prossima “prima donna” ricevendo l’investitura a candidato Sindaco . Se succederà (anche se siamo certi che lo silureranno), prometterà come minimo altre 50 guardie ecologiche , e , visto che fin’ora pure avendone l’intenzione non c’è mai riuscito, farà diventare Selleccola una discarica dopo che Mannillo l’ha ripulita.

A proposito di candidato Sindaco… pare ce ne siano almeno una ventina in lizza che sicuramente si “scocozzeranno” come bestie, con l’unico intento di appropriarsi della poltrona.

Ma veniamo ai papabili.

Pare ci sia una ROSA appassita, anzi (di) MAI(o) sbocciata, che per rapporti molto…. molto stretti con “illustri” della politica nocelletese….sia reputata la predestinata….

Lo stesso Marcantonius, protagonista dello scioglimento di questi giorni e del 1992……. pare voglia a tutti i costi diventare “l’imperatore” indiscusso di Carinola. Qualche “scafatello” poi, gli attribuisce l’intenzione di fare il tris…… di commissariamenti, è ovvio!!!

Anche l’ “illustre” nocelletese, che pare sia indaffaratissimo con Stefano [Stavarra??] (emblematica del “forte” legame tra i due, è la “pompa” o “bidone” che dir si voglia che Stefano Stavarra riservò all’ “illustre”, snobbando la festicciola organizzata a Nocelleto) potrebbe tentare il colpo grosso…… candidandosi a Sindaco in prima persona o proponendo suo fratello a pallini e strisce…… speriamo bene!!!!!!!!!

Poi ci sono gli EX OPPOSITORI VErrucheNGIA, MastammUllucci e Antimus Mutus i quali hanno certamente ambizioni…… ma non si sa mai che al primo piatto di lenticchie…………………… cambino idea!

Altra nomination quasi certa dovrebbe essere quella del signore occulto, quello che getta il sasso e vigliaccamente nasconde la mano….. ma lo PAGANO per questo evidentemente…….

C’è inoltre la storiella del PRETE senza palle, che col grillo parlante di nome Walterloo sempre nelle orecchie, puntualmente combina pasticci grandi come una casa…… salvo poi cadere nel cosiddetto pianto del coccodrillo (non quello del lago di falciano!). Questo PRETE però, non avendo gli attributi, si limiterà come sempre a fare il servo sciocco, portando l’acqua a chi gli ha messo la famigerata “coppula ncapo!!”.

Gli unici che sembrano non avere interessi per la sindacatura, dovrebbero essere MbECILLO , Indro Montanardelli e Tom ESP (che non è proprio il famoso sistema di stabilità usato per le automobili). A questi ultimi infatti, basta semplicemente il ruolo di inUtili idioti e servitori del padrone.

Sono certo però, che ancor prima che il popolo carinolese li “bastonerà” nelle urna elettorali per il loro tradimento, costoro imploderanno da soli…… causa la loro smisurata fame di potere che li farà scannare per lo scranno d’ “imperatore”.

Lucio Cornificio

mercoledì 12 maggio 2010

Un giorno importante per la legalità



Vorrei provare ad accendere e puntare l’occhio di bue su di un argomento che non ha trovato, secondo me a torto, alcuno spazio nella discussione politica degli ultimi giorni.
Il giorno 10 Giugno prossimo venturo sarà, e ciò non può passare inosservato, una giornata storica per il Comune di Carinola.
Verrà infatti espletata la gara per l’affidamento dell’appalto “COMPLETAMENTO DEI LAVORI DI ADEGUAMENTO STATICO E FUNZIONALE DI UN EDIFICIO COMUNALE PER ATTIVITA’ CULTURALI SITO IN CARINOLA ALLA VIA PLATANI n. 8” il cui progetto esecutivo è stato approvato dalla Giunta Mannillo con deliberazione n.87 del 22/07/2009 e il cui capitolato speciale è stato convalidato con determina n.89 del 12/04/2010.
La rilevanza che ritengo memorabile di questa circostanza non risiede tuttavia nella pur non trascurabile bontà dell’oggetto delle opere a farsi, ma piuttosto nel procedimento stesso dell’appalto.
Trattasi infatti del primo caso di gara la cui procedura di aggiudicazione è stata affidata dal nostro municipio alla Stazione Unica Appaltante.
La Stazione Unica Appaltante della Provincia di Caserta è stata istituita il 29 Settembre scorso attraverso la stipula di una convenzione costitutiva tra la Provincia e la Prefettura. La partecipazione a tale convenzione (art.6 della Convenzione stessa) non è obbligatoria per i comuni della provincia bensì soggetta ad una “manifestazione di volontà” (art.14 della medesima). Tuttavia, e questa volta va gridato un vivaddio, il Comune di Carinola è stato uno dei primi ad aderire.
La possibilità di dar vita alle stazioni uniche appaltanti è stata introdotta dal comma 3 dell’art.3 del Decreto Legislativo 163/2006 (Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE ) così come modificato dai successivi decreti legislativi n. 173/2006, n. 6/2007 e n. 152/2008.
Queste unità operative di committenza serviranno ad indire e ad espletare in modo centralizzato le delicate e complesse procedure delle gare di appalto riguardanti i lavori, le forniture ed i servizi che le autonomie locali aderenti intenderanno affidare. Ciò renderà possibile una spersonalizzazione dell’autonomia locale stessa, che non appalterà più direttamente le opere che avrà programmato, a vantaggio di una maggiore trasparenza e velocizzazione degli iter, nonché, e qui sta il punto più positivo, a vantaggio di una più potente opera di prevenzione riguardo ad eventuali ingerenze criminali.
In parole povere, a partire dai lavori di via Platani che ho citato in apertura, il Comune di Carinola non gestitrà più autonomamente le sue gare di appalto, ma le farà assolvere in toto alla Stazione Unica Appaltante della Provincia di Caserta. Una scelta di avanguardia, non c’è che dire, e di seria lotta alla delinquenza organizzata.
La Stazione Unica Appaltante di Caserta, che ha sede in Corso Trieste n.12, sarà tra l’altro dotata di un Nucleo Operativo Interforze nominato direttamente dal Prefetto con il compito, relativamente allo svolgimento di una gara, di stabilire l'ammissione con riserva di quei soggetti ed imprese in merito ai quali, dalle verifiche effettuate, emergessero elementi relativi a forme di collegamenti, condizionamenti o infiltrazioni di tipo mafioso.
Sino ad oggi, se non ho controllato male, le uniche provincie oltre Caserta che hanno attivato la stazione unica appaltante sono solo tre: Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia. I Comuni della Provincia di Caserta che hanno aderito sono arrivati a circa 40 su 105.
Per dovere di correttezza nei confronti di tutti i Carinolesi che rivestono un ruolo amministrativo sia dentro che fuori le mura comunali, devo segnalare che anche il Consorzio Idrico di Terra di Lavoro ha aderito alla stazione.
Unica nota che, mi permetto di segnalare, è un poco negativa: la Stazione Unica Appaltante di Caserta gestirà, almeno di cambiamenti per così dire statutari, gli appalti con un importo superiore ai 250.000 euro e le forniture di beni e servizi di valore superiore ai 50.000 euro. Tali limitazioni sembrano essere un po’ alte.
C’è, come sempre e come in tutto, molto da migliorare, ma un primo passo davvero importante è stato fatto indubitabilmente.

Olandese

martedì 11 maggio 2010

Manifesti in politichese

Altro manifesto. Altri chiarimenti pubblici in lingua politichese.
I dieci dimissionari non hanno avuto il coraggio di organizzare un incontro pubblico come veniva loro chiesto da più parti, ma hanno tappezzato il Comune con un bel manifesto, molto visibile e leggibile, dal titolo “cerchiamo di capire”.
Sono corso subito a leggere con la speranza ci venisse finalmente spiegato l’arcano, ma, nonostante il titolo e il mio sforzo interpretativo, non sono riuscito a capire un bel nulla. Vuoi vedere che la vecchiaia mi è caduta addosso all’improvviso e mi si è rincitrullito il cervello di colpo?
“L’ex sindaco dott Mannillo ha detto: l’esperienza di Insieme per cambiare è finita. Carinola necessita di un’altra amministrazione ed è giusto che al più presto si ritorni al voto. Personalmente non sono disponibile ad un’altra ricomposizione di questa maggioranza”… segue una serie di punti interrogativi. I signori dimissionari non sanno il perché di questa frase detta da Mannillo. Non hanno neanche cercato di trovare delle spiegazioni da dare ai cittadini o vogliono che siano i cittadini a trovarle. Che furbi! Ci posso provare….
Forse perché questa maggioranza ha cominciato a rompere le scatole da subito con pretese assurde ed opportunistiche impedendo a se stessa di amministrare il Comune come era giusto fare? Beh, se non è così ci si aspetta i chiarimenti dei signori dimissionari.
“ Il Pd di Pasquale Di Biasio dice che il dott. Mannillo è bravo e chi si è dimesso è cattivo”… Altra serie di punti interrogativi, a cui aggiungo il mio: non sapevo che il Pd appartenesse a Pasquale Di Biasio. Pensavo piuttosto che fosse Pasquale ad appartenere al Pd. Bah, ogni partito ha i propri boss e i propri affiliati. Comunque, cosa vorrebbero dire le parole di Pasquale? Che c’è un ritorno di fiamma tra lui e Gennaro e quindi ci dobbiamo aspettare una nuova alleanza, questa volta tutta a sinistra? O che il dott. Mannillo ha cercato di fare il suo dovere e i dimissionari no? Conoscendo Pasquale, opterei più per la prima ipotesi che per la seconda.
“Noi consiglieri di maggioranza sono due anni che diciamo al sindaco di cambiare, il sindaco non vuole cambiare, cambiamo il sindaco”…. Che valenza danno i dimissionari alla parola “cambiare”?
Cambiare le poltrone tra di loro o cambiare una linea politica fritta e rifritta e che non ha portato alcun beneficio al popolo carinolese? E chi vorreste mettere al posto di Mannillo? Antonio Russo? O il dott. De Risi? … Questo mi incuriosisce sul serio!

“ Tutto chiaro”…. Meno che mai! Tutto ambiguo. Come sempre.

Questi manifesti in politichese rivolti ai cittadini sembrano in realtà messaggi in codice che si scambiano le parti politiche per non far capire nulla a nessuno. E come i pizzini trovati nel covo di Bernardo Provenzano, hanno l'aspetto di ordini o comunicati da far pervenire agli affiliati.
Continuiamo a giocare sporco con i cittadini, miei cari politici. Se non ci mettete un po’ di buona volontà per farvi capire almeno un po’, come sperate di trovare di nuovo qualche ingenuo disposto a votarvi?


Spider Man

domenica 9 maggio 2010

La risata di Biasox

Una sera di fine Aprile, i villici che abitavano nel contado di Nocellum nel tenimento della contea di Calenum furono destati dal sonno da forti schiamazzi provenienti dalla casa di cittadella di don Juan de Bufalirinis. Le risate e gli schiamazzi durarono tutta la notte ma nessun servo della gleba osò protestare per paura di ritorsioni, poichè era ormai di pubblico dominio la notizia che il conte Biasox stava per tornare al governo della contea. Il giorno successivo comunque tutti furono informati su cosa fosse successo nella notte. Un  buttero di don Juan aveva origliato alla porta del salone delle feste e riferito quello che aveva sentito, motivo delle fragorose risate. L'ospite d'onore della serata ed anche animatore era stato il conte Biasox , venuto per festeggiare la defenestrazione del duca Giano Trifronte dal palazzo della contea. Il conte, per l'occasione, invece di bere il solito vino fragolino prodotto nelle sue vigne bevve, e abbondantemente, il falerno di Paganicus, il suo futuro contabile di corte. L'effetto del Falerno non si fece attendere ed il conte, di solito misurato e riservato, si sciolse e si diede a lazzi e risate sguaiate insieme a tutti i commensali. Incominciò col ricordare l'allontanamento dal palazzo del duca e del suo fidato alleato, don Mattia detto il Gerarca di Sinistra, entrambi dopo giorni di assedio da parte degli altri vassalli di Biasox  che erano rimasti  assediati per giorni difesi solo dai due  gemelli Ustascia, fedelissimi e sanguinari sicari del gerarca.  Quindi aveva ricordato la loro  fuga dal palazzo nottetempo, il tutto accompagnato da fragorose risate.
Biasox continuò dicendo che quella fuga era una sua grande vittoria ottenuta grazie alla sua abilità ed alla conoscenza profonda che aveva dei vassalli e valvassori  di Calenum che lui considerava suoi sottomessi. Era convinto che questi  mai avrebbero riconosciuto un altro capo all'infuori di lui. Ricordò che aveva designato come successore Antimus Mutus perchè appena trascorso l'anno sabbatico presso il ministero delle acque, quegli si sarebbe dimesso, favorendo il suo rientro incruento sul trono di Calenum. Le cose erano andate diversamente in quanto Giano Trifronte con l'aiuto di altri vassalli si era attribuito il titolo di reggente arbitrariamente e non solo non voleva dimettersi per favorire il ritorno del conte legittimo, ma addirittura tramava per tenersi la contea per tanti anni ancora e forse per sempre. Biasox disse che lui, prima di tutti, aveva intuito le mire di Giano pertanto con l'aiuto dei suoi fidi servitori lo aveva costretto all'abbandono. La prima occasione che servì ad avvelennare i rapporti fra i congiurati fu l’ arruolamento dei nuovi pretoriani, detti “pretorianini”, necessari per rigiovanire una guarnigione ormai diventata un lazzaretto. Raccontò come d'accordo con Tigellino, il comandante dei pretoriani, suo fedele servitore, avesse deciso i nomi degli arruolandi. Scelse tutti amici e parenti di Giano e Mattia il Gerarca oltre al proprio nipote in modo da far credere a tutti che li avesse scelti Giano e in accordo con Biasox stesso. Calmate le risate, rivelò anche un retroscena noto a pochi e cioè che avesse chiesto a Tigellino di far passeggiare ogni giorno il nipote in alta uniforme per le strade di Nocellum per sobillare gli abitanti a lui ostili contro Giano ed i suoi alleati. E così successe: Antonio il Russo, vassallo di Nocellum presso la contea, già da tempo era divorato dall'invidia per i successi di Giano e incominciò a tramare contro di lui. Contemporaneamente, il conte rivelò  di aver inviato un suo fidato servitore a promettere per l'ennesima volta il suo posto a don Luis de Santa Cruz, il suo ex cerusico di corte. Tra risate sempre più forti al pronunciare quel nome rassicurò tutti che quello ci aveva creduto ancora una volta e i risultati erano sotto gli occhi di tutti. Le risate arrivarono al culmine quando rivelò che don Luis si credeva furbo in quanto aveva acconsentito ad una analoga promessa di Maximus Grimaldellus Electoralis, altro vassallo emergente, che pure gli aveva promesso il trono di Calenum  pensando così di servire due padroni con un solo tradimento. Biasox ormai aveva perso ogni freno, beveva e rideva dei suoi vassalli  che a turno cercavano di  ergersi a suoi pari senza immaginare  che erano tutti delle marionette i cui fili erano manovrati  dalle sue mani.
Continuò col raccontare quello che era stato il massimo del suo piano ovvero la finta scissione con Antimus Mutus. Questo suo capolavoro, per raccontarlo Biasox ci mise molto tempo, perchè non riusciva  a trattenersi dalle risate e quasi si sentì male. Aveva costretto Antimus Mutus a dichiarare pubblicamente di non essere più un suo vassallo cosicchè Giano Trifronte lo blandisse con promesse  e lo considerasse un suo alleato. Biasox rivelò che questa era stata la mossa vincente, i pretoriani o i lavori di Kasanovia erano serviti solo per aizzare gli animi dei servi della gleba e dei valvassori e creare il clima di scontro ma quella era stata la mossa risolutiva. Giano Trifronte, sicuro di avere Antimus Mutus e gli altri due “cavalier Nessuno” dalla propria parte, si scontrò con Antonio il Russo e don Luis pur sapendo che questi erano spalleggiati dai servi di Maximus Grimaldellus, ma ignaro delle intenzioni di Antimus Mutus. Questo gli fu fatale in quanto fu costretto ad abbandonare il palazzo.
Gli schiamazzi svegliarono per l’ennesima volta i servi della gleba quando, nel cuore della notte, alla cena si presentò strisciando sulle ginocchia l’infido Abner, il quale depose ai piedi del conte una penna d’oca in segno di assoluta e perpetua fedeltà, nascondendogli però che la sera prima aveva fatto la stessa cosa con Maximus Grimaldellus.
Tutti gli astanti inneggiarono al genio strategico del conte e continuarono a brindare  e schiamazzare per tutta la notte ripromettendosi di ripetere la festa ancora più in grande, di lì a poco, quando il conte sarebbe rientrato in possesso del suo legittimo trono della contea di Calenum.

Il Conte del Grillo

sabato 8 maggio 2010

Andiamo a regolamento

A chi non sa darsi un regolamento capita, prima o poi, che qualcun altro glie ne impone uno. Ed è proprio il caso dell’antico palazzo Novelli, già palazzo Petrucci, con vividi esempi di architettura catalana. Ristrutturato sotto l’era di Di Biasio, il palazzo si trova proprio nella piazza centrale di Carinola ad un passo dalla casa municipale e in esso si volgono le sedute del Consiglio Comunale (quando c’è) e la maggior parte delle attività culturali che prevedono incontri dibattiti convegni ecc., per cui Palazzo Novelli è uno spazio importante, se non il cuore pulsante, della vita sociale,culturale e anche amministrativa del Comune di Carinola. Invero il palazzo è molto bello nei suoi tratti architettonici che sono stati curati discretamente in fase di restauro, inoltre, un ascensore consente la fruibilità di diversi livelli, il che non guasta. Il suo punto debole è rappresentato dall’essere vicino a due importanti uffici pubblici, il Comune e il giudice di Pace e dall’essere privo di autonoma area di parcheggio. Potrebbe, comunque, facilmente vivere tutto l’anno soprattutto nei fine settimana, quando non c’è il carico degli altri uffici, e diventare centro  ospitale e moderno di accoglienza di eventi di media importanza. Palazzo Novelli insomma è un’autentica risorsa del nostro Comune e potrebbe esserlo anche da un punto di vista economico. Ma oggi è solo una risorsa gestita al 20% delle sue potenzialità,  con metodi viziati da miopia agricola, il male primario della nostra terra. Grazie a tale approccio negli anni palazzo Novelli è diventato di volta in volta, sede di associazioni più o meno fantomatiche (la Pro Loco (chi l’ha vista?) il CIF, Lilladis) sede della biblioteca-scaffaloteca abortita qualche tempo fa, ecc. ecc. Rimane un palazzo antico, bellissimo, con elevati costi di gestione (credo) intorno al quale far ruotare una piccola economia che potrebbe essere volano di Carinola in Campania, in Italia, nel mondo. Ovvio che va razionalizzata e organizzata la sua gestione, cosa che sembra qualcuno stia già facendo per ottemperare ai propri compiti istituzionali: “la gestione dell’ordinaria amministrazione”. Fatto importante quest’ultimo che ci dice però che negli ultimi anni, almeno da quando palazzo Novelli è stato ristrutturato, gli amministratori cui abbiamo dato fiducia hanno trascurato(impegnati a far altro –evidentemente-) anche l’ordinaria amministrazione. E non è di sicuro l’unico caso di bene comunale trascurato perché nessuno ha voluto regolamentarne l’uso, ce ne sono anche altri.

SAMA

venerdì 7 maggio 2010

Minima et Moralia: una palla letteraria

Per la seconda volta nella mia vita ho avuto casualmente tra le mani la rivista trimestrale Minima et Moralia fondata dal prof. Mario Zannone di Falciano del Massico e a cui collaborano, di volta in volta, diverse persone. Anni fa, quando la lessi per la prima volta, pur trovando alcuni argomenti interessanti, la definii una vera palla letteraria, sia nei contenuti che nel modo di esporli.
Be’, dopo circa  otto anni, il mio giudizio non cambia: è una delle riviste più pallose che io abbia mai letto.
Pur apprezzando il tentativo del professor Zannone di impegnarsi in ricerche di approfondimento e diffondere cultura, non riesco ad apprezzarne il tipo e modo in cui essa viene diffusa. Mi domando a quale pubblico sia rivolta una rivista così. A chi possa interessare la fenomenologia del Volto di Levinas. Forse ad esimi studiosi che il nostro territorio non ha? O ne ha, ma in maniera molto limitata.
Gli argomenti trattati rasentano la scolasticità da cui si vuole fuggire; la lingua in essi usata è di un’artificiosità e pesantezza senza limiti e dopo i primi righi di lettura, ti si piazza sullo stomaco come un pasto mal digerito. Si ha l’impressione, che più che diffondere conoscenza, si voglia esibire conoscenza attraverso l’uso di una lingua morta e sepolta, molto lontana da quella realmente usata dai cittadini. Non dico popolo, dico cittadini. Il popolo non potrebbe mai avvicinarsi ad una rivista come questa. La userebbe per accendere il fuoco.
Dopo aver cercato di leggere per intero un articolo della rivista, apprezzo ancora di più uno come Indro Montanelli che della chiarezza e della semplicità ne fece lo scopo del suo scrivere e che gli ha fatto produrre opere impareggiabili come quella stupenda Storia d’Italia che si legge tutta d’un fiato. Anche se duramente accusato dagli storici di professione, Montanelli ha avuto il grande merito di avvicinare alla storia fasce diversissime di lettori e che magari la storia l’avevano sempre avuta in uggia; Montanelli diceva che scriveva per farsi capire anche dal suo lattaio, perché nessuno deve essere escluso dalla cultura.
Invece questa rivista perpetra il circolo chiuso, la casta intellettuale che esclude tutti quelli che non possono capire e di cui, forse, non ci frega un bel niente e  allontana dalla cultura anche quelli che possono capire.
Chiaramente, ognuno è libero di fare quello che vuole, anche di creare una rivista come Minima et Moralia letta solo da chi la scrive, ma mi permetto di dire la mia: non è questo il tipo di cultura che serve al territorio e non è così che si diffonde. Non è assolutamente così.

Anima critica