Dopo le ultime elezioni amministrative si può affermare con certezza che la politica, quella vera a Carinola è morta. Spariti dalla scena quasi tutti gli interpreti della vera politica, in primis, Di Biasio, Mannillo, Di Lorenzo, sono sparite anche le idee e la progettazione del futuro.
Oltre a questi sono stati emarginati anche Marrese e Russo, che con tutti i loro difetti, come gli altri almeno sono capaci di pensare. Sono rimasti padroni del campo ragionieri, medici e personaggi incolori, tutti insieme abbracciati alla loro sedia, piccola o grande che sia. Si è sempre sostenuto che Carinola rispecchi la politica nazionale, in questo caso la sta addirittura anticipando con l'amministrazione dei mediocri.
Può sembrare un atto di accusa rivolto esclusivamente contro i tremebondi politici carinolesi, invece è una constatazione su tutta la popolazione carinolese. Non ci si indigna per l'attività amorfa dell'amministrazione né si propone qualche progetto atto a smuovere questa calma piatta. Tutti hanno delegato una decina di persone a rappresentarli, in che modo sembra non interessare a nessuno.Anche il Quiquirì che per anni ha rappresentato la voce di chi voleva esternare il proprio disagio langue. Anche chi attraverso questo blog lanciava idee e progetti, anche non condivisibili, tace. Si può pensare che sia colpa del tramontismo imperante sul Comune ma può anche addebitarsi all'apatia generale verso la politica.
Ennesima riprova, l'invito alla cittadinanza rivolto dal sindaco firmato con il titolo di dottore invece che di sindaco. Se fosse accaduto qualche anno fa, oltretutto a nome del suo partito, Impegno il Comune, si sarebbe scatenato un putiferio su tutti i blog e anche sulla carta stampata. A parte la contestazione di Polia, un altro politico vero emarginato, nessuno ha protestato, o almeno fatto notare, che il comune di Carinola non è governato da un sindaco ma da un cardiologo. Chi ha ammazzato la politica a Carinola, al contrario di quanto affermato in una nota canzone, si sa benissimo, siamo stati tutti noi, perchè come dice il Presidente della Repubblica: la politica siamo noi.
Giuliano Ferraro
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