Sembra che Il Conte del Grillo non sia stato l'unico a ritrovare, studiare e tradurre le gesta dell' Antica Calenum. Inizia qui la saga del Conte Biasox a cura di Goffredo il Merlo
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Pensava a Grimaldellis che ormai era re e che scorazzava per la sua città.
Una sola cosa lo rendeva felice: i suoi averi erano tutti in cassaforte.
Ma sapeva anche che per intraprendere una guerra con Grimaldellis e i traditori avrebbe dovuto sperperare buona parte dei possedimenti e senza la certezza di una vittoria sicura.
A questo punto pensava … e pensava a come provare a riprendere il regno senza sperperare fortune e magari pacificamente.
Ormai era vecchio e stanco, non più potente come una volta quando un suo grido faceva tremare tutta la contea.
Allora pensò ad un piano d’astuzia.
Convocò un nobile dei Giallibus che aveva raccolto ingenti fortune durante il suo regno con vari progetti riguardanti il territorio ma mai nessuno realizzato. Sapendo che il giovane ormai ricco bramava solo al titolo di Conte lo mandò a chiamare dal prode Giano e Mattia il gerarca di sinistra dicendogli che gli avrebbe rivelato il modo per fregare a Grimaldellis la contea.
Il giallibus subito corse alla presenza di Biasox, il quale in maniera super astuta gli spiegò che avrebbe mandato un messo a Grimaldellis con una proposta di giocarsi il regno in un grande gioco tra 2 squadre inventato da egli stesso per l’occasione.
Tale gioco avrebbe risolto la questione pacificamente e non ci sarebbero stati spargimenti di sangue.
Grimaldellis era un tipo orgoglioso e astuto e sicuramente si sarebbe accordato.
Il gioco consisteva in un grande tiro alla fune tra due squadre di mercenari e mentre alcuni tiravano, altri potevano lanciare frutti e ortaggi contro la squadra avversaria, per cui le difficoltà erano nel reperire il maggior numero di mercenari e di comprare il maggior numero di ortaggi e frutti da lanciare contro l’avversario.
Il Giallibus raggirato da Biasox, Giano e Mattia, mise a disposizione della coalizione ingenti fortune. Giano e Mattia radunarono tutti i propri uomini pagandoli profumatamente con i proventi del Giallibus.
E si dice che furono radunati oltre 2 mila uomini.
Purtroppo si dice anche che gli stessi uomini di Mattia, poco dediti alla fatica, al sudore e sempre alla ricerca di espedienti, essendo molto affamati dal fatto della mancanza di liquidità in un periodo cosi di crisi, nascondessero un carico ogni 5 carichi di frutta e ortaggi destinati al grande gioco nei palazzi di Kasanovia e nelle case dei poveri adepti affamati. Ma di questo non ne abbiamo notizia certa.
Nel frattempo, dall’altro lato della contea, il pastore forzuto e barbuto Franz il Grigio vide tra i cespugli una specie di sacco di iuta ... avvicinatosi vide che si trattava di un Giovane forse ferito e stordito.
Appena si avvicinò capì subito di chi si trattava.
Era il giovane Micheligno da San Donà, che era stato attirato dai sicari di Giano in un' imboscata e dalla quale non era più tornato vivo.
Probabilmente i sicari bramosi di ricevere la ricompensa da Giano lo avevano colpito frettolosamente e non si erano accorti che il giovane era ancora in vita.
Il pastore Franz lo caricò sulle spalle e lo portò nella sua capanna - con latte di capra, cosciotti di agnello e infusi d’erbe dopo una settimana riuscì a rimettere in forze il giovane ma ingenuo cacciatore di Volpi.
Micheligno era disperato per il tradimento di Giano fu cosi che prese la decisione .. lo avrebbe affrontato a viso aperto.
Il buon Franz lo prese con tutta la sua forza e lo legò ad un albero per non farlo muovere.
Subito dopo bevve un litro di vino e si addormentò.
Fu cosi che lo scaltro Micheligno riuscì a liberarsi e imbracciato un bastone si incamminò verso il palazzo di Giano.
Arrivato in città ragionò sul da farsi.
Da solo non sarebbe mai riuscito nemmeno ad avvicinarsi al castello di Giano e nemmeno i suoi amici capo ciucci di San Donà, contati su un palmo di una mano, sarebbero riusciti ad aiutarlo.
Fu cosi che si stava rassegnando … ma poi… udì i banditori che annunciavano che per partecipare al grande gioco indetto dal Conte bastavano 60 volontari più dodici cavalieri e un candidato al titolo di Conte.
Il ragazzo da buon cacciatore ebbe l’idea: parteciperò al gioco! Esclamò
E umilierò Giano!
A questo punto tornò da Franz che si era ripreso dalla sbornia, e gli raccontò il piano..
Franz, che odiava Giano più di Micheligno, accettò di seguirlo nella sfida.
Tanto lui era forte al tiro alla fune.
Intanto Grimaldellis si preparava al grande gioco riunendo tutte le tribù più numerose.
Non voleva perdere il titolo di Re: sarebbe stato deriso in tutto il gran consiglio del Regno di Maradonia, se avesse perso nuovamente Calenum.
A questo punto riunì il Cerusico con tutta la tribù dei gingerini, Donna Maria di pezze rotonde, Antonius la volpe, Antimus Mutus e i suoi passeri, e infine anche Luigi la flemma.
Per aumentare lo spirito di gruppo teneva grossi banchetti, sotto il simbolo di Maradonia, sperperando in lungo e in largo le sue ricchezze, ma la posta in gioco era alta per cui non avrebbe badato a spese.
Mise a capo della squadra il folle Cerusico Don Luis De Santa Cruz, recentemente nominato Baronetto dei Gingerini, (consapevole che se non fosse stato capitano avrebbe potuto tradire passando addirittura con Biasox. I suoi informatori lo avevano avvisato di più colloqui tra i due).
Il cerusico già sognava la sua Carinola e pensava con la sua megalomania strampalata a grandi progetti.
Aveva preparato un plastico con la torre di Pisa in piazza Osvaldo Mazza.
Ventaroli sarebbe dovuta diventare una piccola Anacapri creando un canale da S.Ruosi alla via Appia che gli girava tutto intorno.
A San Ruosi avrebbe creato un piccolo porticciolo, cosi da avere una strada diretta da San Bartolomeo.
Sognava di fare le case di Calenum di tanti colori diversi, in base alle stagioni.
Tutti tuttavia pensavano che avrebbe ridotto in schiavitù Kasanovia per ordine di Grimaldellis, invece proprio a Casanovam avrebbe tenuto la manifestazione che più gli stava a cuore: la fiera del Gingerino come dimostrazione della sua benevolenza.
Intanto Franz e Micheligno giravano per tutta la contea usando parole strane di Liberazione e Rinnovamento, e di avere coraggio contro Biasox e Grimaldellis.
Ma occorrevano mercenari e carichi di ortaggi e frutti per partecipare al grande gioco e tra lui e Franz potettero comprare solo una cassetta di patate e un grossa zucca.
Ma il sogno di Micheligno era affascinante nel regno: non tutti si erano venduti a Biasox e Grimaldellis e molti detestavano Giano.
Tra questi c'era un giovane alto ( e qualcuno dice bello, ma su questo non c'è notizia certa) di Nome Severino e di professione politologo che aveva avuto grossi screzi con Giano ( anch'esso politologo) dovuti ad alcune critiche proprio su trattati di politica (Non si è mai saputo se Giano fosse geloso della bellezza di Severino, oppure se Severino avesse mal sopportato le critiche ai suoi trattati).
Severino appena sentì il nome di Giano sposò la causa, si alleò con Micheligno e Franz e insieme radunarono altri giovani e giovinette, tra cui Maria la saggia da San Donà, Nella l'archeologa da Kasanovia, Fabio Rinoceros da Nocelleum e Rosa la lattaia.
Si riunivano segretamente e pensavano a chi altro aggiungere alla causa.
Intanto a Casalem c'era un giovane a di Nome Nicolae e di professione enigmista, che volle unirsi a Micheligno, asserendo che avrebbe distratto gli avversari con i suoi enigmi, ed essendovi tra i molti sostenitori di Biasox e Grimaldellis tanti... ma tanti… non proprio svegli… la cosa sembrò poter funzionare.
Fu cosi Che Nicolae si unì al gruppo.
Fra questi (non proprio svegli) spiccavano il giovane Spiritus e il giovane Nardellibus, paggi di corte che avevano problemi con la lettura per cui erano il tormento di Grimaldellis nei pubblici convegni.
Ma d'altro lato messi nel gran consiglio erano facilmente manipolabili a differenza dello scaltro Antonius delle volpi e Antimus Mutus, ma questo è un altro capitolo.
Micheligno sempre accompagnato dal prode Franz girava tutta Calenum e radunò 778 Giovani.
Erano pochi contro i 2700 di Grimaldellis e i 2000 di Biasox ma il rancore verso Giano era tanto che Micheligno li avrebbe affrontati anche da solo.
Il problema nacque quando si dovevano comprare gli ortaggi e frutti da lanciare contro i mercenari di Biasox e Grimaldellis.
Nessuno aveva un soldo erano tutti: giovani pastori, falegnani, muratori e scrivani con tanta arte e poca parte.
Ma non si diedero per vinti: la gente di tutti villaggi offrì qualcosa per far giocare al grande gioco la squadra di Micheligno: chi portava una patata, chi portava una zucchina e chi una melanzana.
Biasox rideva tutto il giorno, pensando ai carichi che de Giallibus comprava per lui, insieme a sciarpe, cappucci e cinte con lo stemma dei Biasox per distinguerli nel grande gioco.
Grimaldellis, più furbo e meno contento perché a differenza di Biasox pagava lui (con i soldi di Maradonia, ma erano pur sempre suoi), non capiva quale sentimento armasse questi giovani a privarsi anche della cena pur di partecipare.
Era ancora più depresso quando si voltava e vedeva Don Luis costruire le portaerei da ancorare a San Ruosi.
Antimus Mutus faceva conti per il futuro, Antonio delle volpi che progettava il puk, il pak e il punk, tutte opere pubbliche sue preferite (Non ne terminava alcuna ma era solito terminare i fondi per costruirle).
Ma Grimaldellis sapeva che tutti gli uomini hanno un prezzo a Calenum, e presto avrebbe comprato anche i giovani di Micheligno e, anche se non ci fosse riuscito, erano tanto pochi che non rappresentavano un problema.
Fu cosi che arrivò il giorno del grande Gioco: Biasox godeva e rideva da solo.... senza un soldo e senza stancarsi avrebbe ripreso Calenum.
Grimaldellis sudava freddo, spaventato dalle continue voci di tradimento ( anche donna Maria di pezze rotonde appena giunta a lui dalla corte di Biasox non gli ispirava fiducia).
Ma aveva una sola certezza: il denaro… comprare uomini, e comprare cibarie, lo avrebbe fatto vincere e fu cosi...
Infatti i 2700 di Grimaldellis sferrarono un attacco fortissimo contro i 2000 di Biasox che ad un certo punto finirono gli ortaggi da lanciare (Forse per colpa di Mattia il gerarca di Sinistra che aveva nascosto in vari palazzi carichi e carichi per i suoi fannulloni, sarebbero serviti in attesa di un altro espediente. Si doveva pur campare aveva giustamente pensato!).
Quasi subito i 778 di Micheligno potevano tirare solo la fune in quanto ad un certo punto erano finiti i pochi ortaggi da lanciare verso i Grimaldellis e la squadra di Biasox/Giallibus.
Il prode Franz si battè come un leone proteggendo sempre Micheligno, che da capitano era il primo in lista a prendere attacchi.
Dopo di lui in posizione subito dopo veniva Severino che spergiurava mentre tirava la fune contro Giano.
Nicolae distraeva di Spiritus e Nardellis con gli enigmi. ( Più che un enigma gli fece una domanda: dimmi chi sei ! Gli chiese Nicola! Nardellis non si aspettava una domanda cosi semplice e rispose sicuramente con un lapsus mentale dicendo: " Io sono Grimaldellis!
Mentre il giovane Spiritus preso dalla foga del grande gioco non rispose nulla. Qualcuno con cattiveria asserisce che ci stia ancora pensando).
Grimaldellis aveva vinto ormai.
Quasi tutti i giocatori di Biasox erano caduti oppure in fuga e i giovani di Micheligno erano tutti esausti ma non tutti erano caduti.
Buona parte dei giocatori di Grimaldellis pensavano solo al compenso e non giocando con passione avevano abbandonato il gioco correndo alle macchinette mangiasoldi in voga a Calenum nelle osterie in quell’epoca.
Ma ci fù un grosso colpo di scena: Micheligno prese la grossa zucca che aveva portato il prode Franz, saltando molti dei giocatori di Grimaldellis, riuscì al lanciarla ad uno dei più forti e amati giovani della contrada di Kasanovia: Enzus cuore Impavidum.
Enzus prese questa zucca e corse, corse verso Gingerino, e il suo plastico con tutte le opere d'arte costruite anche a Calenum.
Pensò alla sua Kasanovia, agli amici che lo avevano sostenuto, e saltò oltre 1000 uomini di Grimaldellis, ( Molti già bevevano gingerini e facevano pokerini), e correva verso il Cerusico Don Luis : obiettivo rompergli la zucca in testa.
Arrivato ad un passo da Don Luis, una patata lo colpì, lanciata da Donna Rosa della Baia Azzurra.
La zucca gli scappò dalle mani, e non riuscì nell'intento. Ma...cadendo la zucca cadde sul plastico di Don Luis frantumandolo a mille pezzi. Fece un gran boato che Grimaldellis penso ad un colpo basso addirittura...un'imboscata di Biasox. ( Per fortuna non era cosi).
Intanto Micheligno emozionato dal gesto di Enzo insieme con i 778 giovani ebbero a dare un ultimo forte strappo alla fune e fu così che caddero a terra in un grosso tonfo.
A terra erano anche De Imbecillibus, Tulipanus, donna Maria la zampa e Giorgius baffo da pazzo. Donna Ciaramellibus (funzionario che ogni tanto era costretta a prendere le sorti del comando di Calenum mentre questi faccendieri si azzuffavano), decise di far contare gli uomini che erano rimasti in piedi.
In base a quella proporzione dichiarò che il gran consiglio era cosi composto:
8 componenti per Grimaldellis ( con a Capo Don Luis il cerusico)
3 per Biasox ( Tra cui il giallibus)
1 Addirittura per Micheligno da San Donà!
Micheligno si abbracciava con il prode Franz ed era festeggiato da tutti i suoi giovani sostenitori.
Grimaldellis era contento di aver sconfitto per la seconda volta Biasox ma faceva i conti: tanti soldi spesi, e guardando Don Luis che ricostruiva un nuovo plastico, con la torre Eiffel a Calenum gli venne un forte senso di avvilimento.
Intanto Nardellibus continuava a dire : "sono Nardellibus o Grimaldellis"?!
Antimus Mutus con Antonius Delle Volpi pensavano ai compensi da dividere con il puk, pink e punk.
Gli sembrava una vittoria a metà.
Il Conte Biasox si ritrasse nel suo esilio, consapevole di non aver ripreso Calenum ma di non aver speso un soldo!
Inoltre aveva comunque 3 rappresentati nel gran consiglio.
Continua....
Goffredo Il Merlo