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mercoledì 27 aprile 2011
martedì 26 aprile 2011
Frazionismo mentale
Qualche giorno fa sui giornali locali si leggeva che i candidati sindaci delle varie liste avessero concordato di iniziare la campagna elettorale solo dopo le festività pasquali.
Oggi, domenica di Pasqua, (l'altroieri nds) decido di fare una passeggiata per Casanova e trovo un manifesto che afferma che un buon casanovese non potrà mai votare a favore della lista “Impegno in Comune” dato che il candidato sindaco di tale lista, un certo De Risi, si sia macchiato di gravi colpe nei confronti del popolo di Casanova.
Questo manifesto non solo è un insulto per noi cittadini ma ci consente anche di indagare sulla filosofia di pensiero dei nostri politicucci.
Facciamo parte di un comune, il comune di Carinola, e dobbiamo essere uniti, perché ci sono ancora queste lotte intestine che hanno tanto un sapore medioevale? Viviamo in un'era in cui la civiltà umana diventa sempre più omogenea e la globalizzazione si fa sempre più emancipata, nonostante ciò vi è ancora qualcuno che fa distinzioni tra popolo casanovese e popoli di altre frazioni comunali...
Pensano forse che una discarica sulle vaglie non possa nuocere anche a frazioni e comuni limitrofi a Casanova?
Fare una campagna elettorale giocando a “smerdatutti” non conviene a nessuno. Chi non ha peccato scagli la prima pietra (cit.)
Anziché elogiare i propri meriti ci si diverte a elencare i demeriti degli avversari. Noi cittadini siamo chiamati quindi a decidere quale sia il peggiore per non votarlo...
Dobbiamo avere la capacità di passare al vaglio critico ciò che ci viene detto, dobbiamo ragionare con la nostra testa. Le persone che si sono candidate le conosciamo bene, c'è davvero bisogno di una campagna elettorale? Se la risposta è sì pensate che la stiano facendo bene?
Noname
sabato 23 aprile 2011
La maledizione di Biasox
Il conte Biasox passeggiava nervoso nel suo giardino fingendo di leggere un libro, preso a caso dalla sua fornitissima biblioteca. Nonostante fosse primavera inoltrata e nonostante la giornata soleggiata, la temperatura era alquanto rigida. Quel vento di tramontana, inusitato per quella stagione, era per il conte un segno premonitore di sventura. I suoi capelli argentei, in pochi giorni, erano diventati quasi tutti bianchi, la sua immagine di tombeur de femmes era diventata quella di uno sbiadito pensionato. Tutte le sue strategie per riconquistare il trono della contea di Calenum erano fallite. Anche la sua finta abdicazione in favore di un estraneo alla famiglia non aveva sortito l'effetto sperato. Tutti avevano compreso che se avessero appogiato Degiallibus, suo designato, una volta eletto, sarebbe stato facilmente controllato, tramite il suo germano, Biasox II.
I suoi messaggeri gli riferivano solo notizie spiacevoli: l'ultima era stata che anche il cavaliere Garofanus, scudiero del visconte Giano Trifronte, si era alleato con i congiurati. Già aveva avuto la brutta notizia del passaggio, con la fazione avversa, di don Juan de Bufalirinis e della sua gentile signora donna Antonia. Così quasi tutti i suoi vassalli erano passati con il cerusico don Luis de Santa Cruz alle dipendenze del marchese De Grimaldellis. Questi, per la soddisfazione, ingrassava a vista d'occhio, pur restando digiuno per intere settimane. Gli avevano riferito che anche una banda di giovanotti scalmanati, spalleggiati dal teribile Franz Lo Sterminatore Grigio, si erano organizzati per occupare il trono. Questi giovinastri si servivano per comunicare di una diavoleria ultramoderna, che permetteva di tenerli perennemente in contatto tra di loro.
Le notizie che le poche spie rimastegli gli riportavano lo avevano convinto che ormai la soluzione migliore fosse la fuga. Oltretutto, la campagna denigratoria nei suoi confronti aveva sortito i suoi effetti. Tutti i servi della gleba erano stati convinti che si fosse aricchito alle loro spalle. Ormai non poteva più passeggiare per le strade di Calenum, nemmeno nel suo casale natìo, senza essere contestato anche dai villani. Inoltre, conoscendo bene tutti i suoi sudditi, si era reso conto che ormai erano tutti passati con i suoi nemici. A niente sarebbe servito il suo grande coraggio e le sue doti innate di grande condottiero, e si convinse che la sua fine fosse segnata. I grandi uomini si vedono anche nel saper contenere gli effetti delle sconfitte, pensò, pertanto decise una ritirata strategica in attesa di tempi migliori. Lui conosceva bene i suoi ex vassalli, era certo che dopo qualche anno avrebbero cambiato di nuovo bandiera, e poteva darsi che sarebbero tornati a servirlo.
Diede ordine alla servitù di portare solo l'indispensabile, pertanto furono preparate solo una cinquantina di carrozze. Mentre la servitù caricava suppellettili varie, lui personalmente si incaricò di riempire dieci carrozze con i suoi modesti risparmi, guadagnati col suo sudato lavoro di governo. Mentre seguiva le operazioni di carico davanti ai suoi occhi passarono tutti i suoi ex vassalli. Vide il sussequioso Antimus Mutus, il preoccupato don Luis, il suo amico d'infanzia don Juan e tutti gli altri, perfino Mbicillus, il giullare di corte.
Fu pervaso da una gran rabbia nei confronti degli ingrati, erano pronti a mordere la sua mano da cui avevano ricevuto tanto pane ed anche tanto companatico. Prima di partire, si recò sulla montagna detta di Sant'Arcangelo, sulla cui cima era stato costruito un monumento all'avanguardia per quei tempi, perchè rispettoso dell'ambiente circostante, in ricordo della sua amministrazione delle acque. Salito sulla cima in modo che potesse vedere quasi tutta Calenum, lanciò la sua maledizione: "Ti maledico ingrata Calenum insieme a tutti i tuoi abitanti. Dopo di me, nessuno sarà mio pari. Tutti i miei successori non avranno mai pace e con loro Calenum che sarà male amministrata nei secoli dei secoli". Fece seguire dei segni e delle parole magiche che gli erano state insegnate da un suo zio stregone.
Finito il rito magico, salì sulla sua carrozza e si avviò verso una meta segreta. Quella sera era il venerdì santo e tutte le donne, mentre seguivano la tradizionale processione, piangevano lacrimando copiosamente. Molti si meravigliarono per la loro forte partecipazione al rito religioso, senza sospettare che in realtà stavano piangendo per il loro amore segreto, che forse non avrebbero più rivisto. Per secoli il ricordo del conte Biasox restò nel cuore dei suoi sudditi come simbolo della bontà, della generosità e sinonimo di buon governo. Fu ricordato come il miglior politico che la contea avesse mai avuto e infatti, dopo di lui, a causa della sua maledizione, la contea di Calenum non fu mai più ben amministrata.
FINE DELLA STORIA
IL CONTE DEL GRILLO
giovedì 21 aprile 2011
Programmi ambiziosi
Ho avuto modo di leggere i programmi presentati dalle tre liste in corsa. Programmi bellissimi, ambiziosi, che abbracciano tutta la sfera del nostro vivere: servizi sociali, tutela e valorizzazione dell’ambiente, tutela e valorizzazione dei beni artistici, rilancio dell’agricoltura, progetti lavorativi e così via.
Ma chissà perché, invece di essere contento e soddisfatto, mi è venuta in mente quel vecchio detto: chi troppo vuole nulla stringe. A scrivere tante belle cose non ci vuole niente: basta fare un bel copia e incolla ed il gioco è fatto. Più difficile è attuare tutto il programma, o almeno una parte di esso, e soprattutto predisporre le metodologie per attuarlo. Quelle non ci vengono dette? Perché si vogliono celare agli avversari o perché non esistono ancora?
Credo che accanto a tanti bei propositi, bisognerebbe anche scrivere come si intende realizzarli, così tutto potrebbe risultare più realistico e credibile. E potrebbe strappare qualche voto in più ai miscredenti come me.
I programmi degli schieramenti sono molto simili e, a mio avviso, tutti hanno un punto in comune: bisogna partire da zero; perché Carinola manca talmente di tutto che lo 0 è il numero più accettabile.
Non sono però disposto a credere alla coalizione di De Risi, semplicemente perché non mi fido di lui. Troppo volpone, troppo ambizioso per se stesso e troppo menefreghista nei confronti del popolo: quale uomo libero, se ne fregherà degli altri e farà solo quello che dice lui. (clicca per il programma di Impegno In Comune)
Il programma di Galdieri non era ancora visibile, ma credo sia più o meno lo stesso. So che ha dei bei progetti in mente, ma finché non verrà reso pubblico quali sono e come vuole realizzarli, devo pensare che anche il suo programma è un po’ campato in aria.
Tanta simpatia mi suscitano invece i giovani carinolesi di Coraggio e Libertà: un programma lunghissimo. Leggendolo mi è venuto un sorriso spontaneo: oh anima! Che rivoluzione per Carinola! Ma quando riuscirebbero a realizzare tutti quei bei propositi! (clicca per il programma di Coraggio e Libertà)
Forse ci hanno dato dentro perché sanno che hanno di fronte degli avversari tenaci, agguerriti, e quindi è meglio abundare quam deficere per convincere gli elettori. Sicuramente non ce la faranno ma, più che il loro coraggio, ammiro il loro entusiasmo, la loro voglia di fare che sicuramente sarà enorme. E chissà che gli elettori non ci faranno una sorpresa.
Ehi, ragazzi, forse correte il rischio di vincere! E se così fosse, come la mettereste?....
In bocca al lupo!
Miscredente
martedì 19 aprile 2011
Al voto! Al voto!
"I candidati della lista civica “Impegno in comune” rimandano l’apertura della campagna elettorale alla prossima settimana, rispettando i riti della Settimana Santa", leggiamo su casaledicarinola.net. Dichiarazione a firma De Risi, che, come per rivendicare la già assicurata predominanza della sua lista, detta i tempi dell'inizio della campagna elettorale, invitando le altre liste a presentare i candidati lunedi (si è però dimenticato di dare gli ordini su l'ora esatta in cui gli altri dovranno presentare i candidati).
Ma ad oggi la campagna elettorale è in effetti già iniziata... sul web. Ed è molto interessante mettere a confronto le varie pagine facebook, le quali sin da un paio di tornate elettorali sono d'obbligo per chiunque si presenti alle elezioni. La lista di Coraggio e Libertà ha pensato bene di sfruttare la nuova funzionalità di facebook: "gruppi", completamente aperta a tutti, anche ai non membri, con visibilità sulle discussioni pressocchè totale e che dà la possibilità a chiunque lo desideri di scambiare le proprie idee, le proprie battute, di postare una foto, un video o altro. Impegno in Comune dal canto suo deve avere un blogger purosangue nelle sue fila, infatti ha creato un profilo facebook con nome : "Impegno" e cognome: "Incomune", un profilo personale falso insomma. Accortisi poi che il gruppo di Coraggio e Libertà aumenta di circa 100 membri al giorno (oggi siamo quasi a 500), ha deciso di copiare l'idea creando un gruppo aperto. Interessante la frase che ti dà il benvenuto su questo nuovo gruppo: "impegno in comune è un sentimento nuovo". Mi sono quasi commosso. Tralasciamo la pagina di Progetto per Carinola che oltre alla fantasia nella scelta del nome della lista, non si è nemmeno disturbata di copiare l'idea di creare un gruppo come i colleghi grimaldiani ma, si sa, il conte Biasox è un tradizionalista...
I "giovani" da parte loro, rampanti come sono, sembrano anch'essi condizionati dal mezzo: ieri e oggi tutta la discussione era sull'aggiungere i propri amici al gruppo, per farlo diventare prima di 200, poi 300, poi 500 - come se un "mi piace" su facebook si potesse tramutare come per magia in un voto. Ragazzi, il programma dov'è? Quel genio di De Risi lo ha già pubblicato, fa schifo ovviamente, ed è un esempio di paraculismo degno del personaggio, ma il vostro dov'è? le bozze che girano in giro sanno tanto di copia incolla... e sarebbe davvero una delusione. L'essere giovane non dà automaticamente il diritto al posto in comune, sono le idee a dover essere giovani: le aspettiamo con ansia.
Tornando ai vecchi, è la solita solfa: voto di scambio, o meglio in questa fase dovrei parlare di candidature di scambio in quanto i voti di scambio sono in arrivo fra pochi giorni. Con il risultato per esempio, che Casanova non esprimerà nemmeno un consigliere, ma siamo sicuri che i portatori d'acqua ne trarranno qualche beneficio per sè o per i proprio familiari. Chi compra al mercato dei socialisti, che li i prezzi sono pure bassi, chi si vende a tutti pur di farsi candidare, sono questi gli "uomini liberi" di Carinola. E' questa la politica d'accatto e senza dignità che va combattuta senza se e senza ma. A giudicare dal tifo che si è già scatenato nei commenti al post precedente, emblematici della mentalità media dei votanti carinolesi, sembra che abbiamo ancora molta ma molta strada da fare. Mi sbaglio? Lo spero proprio.
Votante non convinto dell'ultima ora
domenica 17 aprile 2011
Le Liste
Lista n. 1 CORAGGIO E LIBERTA'
candidati a Consigliere Comunale:
1 BERTONE VINCENZO CARINOLA 28.02.1975
2 CANALE ROSA FORMIA (LT) 28.02.1968
3 DI CRESCE SEVERINO CAPUA 18.02.1980
4 AURILIO NICOLA CARINOLA 20.03.1947
5 NUVOLONE FULVIO FORMIA (LT) 15.08.1985
6 MONFREDA FABIO TEANO 24.05.1983
7 MANCINI ALESSANDRO CAPUA 01.09.1963
8 ROTUNNO GENNARO TRENTO (TN) 20.02.1986
9 TOMMASIELLO GIONATA CAPUA 28.06.1984
10 TRABUCCO GIANLUCA CARINOLA 30.06.1980
11 PROVITOLA NELLA CASERTA 12.04.1977
12 ZAMPI MARIA CAPUA 01.03.1987
(pagina facebook della lista)
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Lista n. 2 IMPEGNO IN... COMUNE
Sindaco, Luigi Salvatore Angelo DE RISI nato a Sant’Angelo d’Alife (CE) il 06.02.1951
candidati a Consigliere Comunale:
1:DI MAIO ROSA CARINOLA 03.12.1973
2 D’ANGELO MARIA TERESA S. MARIA C.V. 10.08.1976
3 DEL PRETE GIUSEPPE CARINOLA 14.11.1955
4 DI SPIRITO FRANCESCO CASERTA 31.12.1988
5 GIORGIO ANTONIO CARINOLA 14.02.1958
6 MARRESE ANTIMO CARINOLA 03.04.1950
7 MICILLO GIOVANNI CARINOLA 15.01.1966
8 NARDELLI ANTONIO HAMBURG (D) 12.12.1977
9 RUSSO ANTONIO CARINOLA 18.03.1953
10 TULIPANO VINCENZO CARINOLA 10.06.1969
11 VERRENGIA LUIGI MARIA ROMA 03.07.1973
12 ZAMPI PIA FORMIA (LT) 04.06.1979
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Lista n. 3 PROGETTO PER CARINOLA
Sindaco, Pasquale Francesco GALDIERI nato a Carinola il 04.10.1965
candidati a Consigliere Comunale:
1 BOTTIGLIERO ANGELA TEANO 21.02.1992
2 COREA EMILIO CARINOLA 26.07.1965
3 D’AUSILIO VINCENZO FORMIA 28.08.1976
4 DI BIASIO FRANCESCO CARINOLA 27.07.1958
5 DI CRESCE ANTONELLA CASERTA 18.11.1976
6 DI LORENZO CARMINE CARINOLA 19.04.1955
7 GIACCA FRANCESCO CARINOLA 07.06.1951
8 LA VECCHIA SERGIO CARINOLA 03.09.1960
9 MANNILLO MARIA TERESA CARINOLA 27.07.1960
10 PALMESE ASSUNTA CAPUA 01.08.1979
11 PASSARETTI LAURA CARINOLA 06.11.1960
12 ROSSI ALFANO CARINOLA 03.07.1956
sabato 16 aprile 2011
giovedì 14 aprile 2011
Ciao Giuseppe...
L’ uccellino se ne sta muto
col suo becco giallo
Una palma di freddo
gli profuma le ali
e il lago di neve lo specchia
insieme alle sue cento stelline
Povero uccellino
ha perso i denti e l’arcobaleno
e non chiede pane per
il suo dolore
né sciarpe per il suo cuore infreddolito
Batte il becco l’uccellino
e guarda il cielo.
col suo becco giallo
Una palma di freddo
gli profuma le ali
e il lago di neve lo specchia
insieme alle sue cento stelline
Povero uccellino
ha perso i denti e l’arcobaleno
e non chiede pane per
il suo dolore
né sciarpe per il suo cuore infreddolito
Batte il becco l’uccellino
e guarda il cielo.
Ascolta La Lola - di Giuseppe Di Donato
mercoledì 13 aprile 2011
Fine di una lunga attesa: dalla Noia al Nuovo
La lunga attesa, morbosa, vuota, sta quasi per concludersi. Dunque, proviamo a riempire queste ore con alcuni pensieri per rompere la noia. I mostruosi antenati* della politica, che più parlano e più si spaccano, più si concentrano e più si arruffano, hanno tempo fino a sabato pomeriggio per presentarsi all’ufficio elettorale con scartoffie, simboli e le loro facce stanche. Due, tre, quattro, dieci liste. Chissà! Tutto è possibile. Poi inizieranno una nuova fase, scervellandosi con la preparazione dei programmi e ovviamente dei comizi! Quante idee, quante cose da fare, (che potevano fare prima), mettere nero su bianco, così si fa, così pensano i grandi politici. Carte in mano, santoiddio! La gente capirà, non è mica stupida!Intanto, il popolo attende senza annoiarsi, tanto ci sono loro, quasi come saltimbanchi ad intrattenere. Proprio ieri leggevo che ci sono studiosi, secondo cui la noia può essere anche creativa. In sintesi si diceva che annoiarsi un poco aiuta a liberare la mente, quindi a cercare idee nuove, sane. Chi non sa o non vuole annoiarsi probabilmente ha solo paura della noia. Paura di stare solo. Sono delle semplice ipotesi, certo, ma su cui potrebbe essere interessante riflettere. Forse tutto questa noia produce qualcosa di nuovo. Chissà. Di certo in questi ultimi giorni c’è qualcuno che non si sta annoiando e che non annoia. Michele Zannini è pronto a condurre una lista di giovani, offrendosi al popolo annoiato dalla politica degli antenati. Ha creduto di far bene dando un nome nuovo al movimento Coraggio e Libertà, ma prima smarcandosi dall’ex sindaco M. e dal suo ultimo movimento popolare carinolese. Questi i fatti in sintesi, tanto per non annoiarci più di tanto.
Ma il Popolo si desterà? Avrà smesso di annoiarsi? Innanzitutto però, Michele e il suo gruppo dovranno convincere il Popolo che si tratta di qualcosa di concretamente Nuovo, riuscendo ad assortire un gruppo di lavoro, onesto, preparato, creativo, aperto alla differenze e alla sfide. Quindi cominciando a liberarsi da quel linguaggio noioso [quali “condivido in pieno però, mi permetto di replicare, lancio un monito, per senso di responsabilità, nelle more ( e nelle ciliegie!), cordoglio unanime, o ancora, auspico un clima sereno, senza le istituzioni non si va da nessuna parte!] e roba del genere che ascoltiamo in Tv e leggiamo sui giornali. Comunicazione nuova, semplice, diretta, vogliamo. Infine il programma, ascoltando e osservando tanto ed elaborandolo di conseguenza. Basta, altrimenti annoieremo troppo. Così aspettiamo, annoiandoci quanto basta, che il Popolo cominci a ricacciare gli antenati nelle spelonche.
*Con questa etichetta s’intendono naturalmente tutti quegli esponenti politici, ex amministratori, sponsorizzatori che, negli ultimi vent’anni, a vario titolo e con diverse responsabilità, hanno dettato provvedimenti, scelte, affari, nomine e quant’altro con cui hanno di fatto depresso il territorio e la comunità del Comune di Carinola.
Aurora Balenare
lunedì 11 aprile 2011
Biasox in meditazione
Era ormai vicina la Pasqua. Il conte Biasox, da persona devota quale doveva apparire, incominciò a prepararsi spiritualmente. Quell'anno decise addirittura di partecipare ad un' intera giornata di meditazione. Si recò nel convento di San Francesco di Casanova, appena finito di costruire, ma che lui aveva voluto restaurare lo stesso. Le malelingue sparsero voce che quel restauro inutile del convento fosse stato realizzato per dividersi, con tecnici ed amici, un pò di soldi della contea Fu accolto con tutti gli onori dal padre guardiano, che gli mise a disposizione tutto il convento.
Il conte Biasox fingeva di meditare sulla vita di Gesù Cristo, ma in verità meditava solo sulla propria. Ricordò i bei tempi, quando tutti i nobili della contea, insieme ai servi della gleba, facevano a gara per baciargli la mano. Ricordò tutte le dame che si accapigliavano per restare sole con lui, causando l'ira della consorte. Pensò a tutto quello che aveva realizzato nei suoi tanti anni di buon governo. La privatizzazione dell'illuminazione pubblica, della raccolta della monnezza, ed infine la privatizzazione dei cimiteri. Con questa opera aveva espresso il massimo del suo genio politico. Col servizio cimiteriale aveva proiettato la contea di Calenum, all'avanguardia del vivere civile di tutto il regno di Maradonia.
Adesso gli restava solo un'altra opera altamente innovativa e di grande civiltà: la privatizzazione dell'acqua pubblica. Tutti sapevano che le sue iniziative erano tese all'introito di forti percentuali, ma tutti concordavano che gli spettassero di diritto. Nonostante fosse immerso nei suoi pensieri, ebbe la prontezza di far finta di biascicare una Ave Maria, avendo notato il frate nei paraggi. Continuando nella sua meditazione si intristì, nel pensare che molti dei suoi beneficiati quasi lo evitassero pensando di tradirlo. Eppure aveva realizzato un palazzo sportivo, una chiesa nuova, due tre campi sportivi, rifatti quattro cinque volte, oltre alla sua opera più gloriosa: piazza Navona in Nocellum. Per festeggiare i suoi dieci anni di regno, aveva voluto una grande piazza con una fontana al centro, che ricordasse quella dell'omonima piazza romana. Vero che molte di quelle opere erano incompiute, un altro paio di lustri di governo e sarebbero state completate... doveva pur pensare ai guadagni per la vecchiaia.
Un turbine di ricordi e di pensieri gli correvano nella mente, bloccandogli la sua dote più spiccata, quella di stratega. Ebbe un attimo di rimorso, nel ricordare il giovane Micheligno de San Donà. Nel libro c'è un intero capitolo dedicato allo sfortunato giovane, ma per motivi di spazio ne citerò solo un breve sunto. Questi era un giovane paggio, il quale per i servigi resi a corte era stato nominato cavaliere. Durante la congiura dei nobili, Biasox avendo subdorato una sua alleanza con Don Luis, decise di eliminarlo. Lo fece invitare alla caccia alla volpe, arte in cui era il migliore della contea, dal visconte Giano Trifronte. Il giovane, ignaro delle trame dei due, si recò con loro a caccia, ma non fece ritorno, e mai ne fu trovato il corpo. Il ricordo di Micheligno è stato tramandato nei secoli come simbolo dell'ingenuità e della buona fede giovanile.
Biasox, liberatosi da quel fastidioso ricordo, si concentrò sulla lega dei nobili che si erano alleati contro di lui, capeggiati dal suo ex cerusico... Invano aveva mandato ambascerie al marchese De Grimaldellis, protettore di don Luis, vane erano state le offerte che gli aveva prospettate per indurlo a tornare al suo servizio. Tra i suoi fedelissimi aveva notato un certo scollamento, foriero di scarso impegno combattivo. Solo il visconte Giano Trifronte era tornato umilmente ai suoi piedi, in quanto come alternativa aveva solo l'esilio. Dopo una giornata di meditazione, durante la quale si concesse solo un bicchiere d'acqua, riscuotendo l'ammirazione del guardiano per la sua penitenza, decise la sua strategia. Nominò a capo della sua coalizione un giovane cavaliere, appartenente alla nobile casta dei De Giallibus. In caso di vittoria, non avrebbe conservato il trono, ma almeno gli introiti, ciò che più gli interessava. Fiducioso sull'esito positivo della sua strategìa, lasciò il convento più sereno di quando vi era entrato. Il guardiano, nel salutarlo guardandolo in viso, si convinse che la giornata di meditazione lo avesse beatificato.
IL CONTE DEL GRILLO
Nota dell'autore:
Informo gli affezionati lettori delle gesta del conte Biasox che il libro ormai è alla fine, e con esso il mio faticoso compito. Come sapete, questo antico testo ritrovato nella cattedrale di Carinola, è scritto in latino arcaico e in un frammisto tra la lingua napoletana a quella scarpitta. Volutamente non ho letto come finisce, ma da queste ultime pagine che ho tradotto, mi sorge il dubbio che abbia una fine tragica.
giovedì 7 aprile 2011
Come ti distruggo il centro storico
I nostri paesini sono abbastanza antichi e per, certi versi, molto belli. Anche se non appartengono a un “antico” ricco, come possono essere i paesi della Toscana, perché prevalentemente agricoli, conservano ancora il fascino del tempo andato, riscontrabile soprattutto nei portali, nella disposizione dei cortili, nelle finestre e in tanti piccoli elementi architettonici disseminati qua e là.
Se questi centri storici venissero valorizzati al meglio mediante un piano urbanistico a cui tutti i cittadini devono attenersi, avremmo dei paesini-gioiello capaci di richiamare in loco una notevole schiera di turisti alla ricerca del fascino del passato. Invece, non esistendo un piano urbanistico che tuteli la ricchezza storica ed architettonica che ancora possediamo, continuiamo a distruggerla con interventi fai da te, in nome della modernità e della comodità, anche con la complicità delle amministrazioni comunali che si sono susseguite. E così ci ritroviamo con finestre del ‘500 che diventano moderni balconi; con portali stretti sempre del ‘500 che diventano larghi come garage, con portoncino metallico per giunta, per permettere l’entrata di una macchina; caratteristici cornicioni che scompaiono dal tetto; rotondità che vengono squadrate; moderne aggiunte strutturali a facciate antiche, senza che nessuno dica nulla! E così le caratteristiche del centro storico vanno a farsi benedire, trasformando il luogo in un’accozzaglia di stili informi ed insignificanti.
A Casanova, i Carani e i Lorenzi, che sono i due nuclei storici più antichi, hanno subito molti di questi interventi senza che nessuno abbia fermato la mano del “violentatore”. Non so negli altri paesi, ma credo sia la stessa cosa.
Mi dispiace dirlo, ma abbiamo avuto sempre amministrazioni che non hanno saputo valorizzare ciò che di buono c’era nei nostri paesi, non approntando un piano urbanistico a tutela dei beni architettonici, anzi le amministrazioni hanno contribuito a farlo distruggere, permettendo che si perpetrassero simili scempi. Forse un piano urbanistico c’è, non so, ma sicuramente non viene fatto rispettare, altrimenti non ci sarebbero simili obbrobri sparsi nei nostri nuclei più antichi.
Quale cittadina di questo Comune, chiedo ai prossimi amministratori di affrontare con determinazione anche questo delicato argomento, tutelando quello che ancora ci rimane della nostra storia. Sicuramente non tutti se ne rendono conto, ma per ogni pietra che scompare o che viene arbitrariamente trasformata, scompare un pezzo di noi stessi.
Clio
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