In quell’anno la primavera era molto in ritardo, le giornate fredde ed uggiose dell’inverno non volevano abbandonare il regno di Maradonia, quasi un segno premonitore di sventure che dovevano calare sul regno. Ed infatti così fu: l’amatissimo re don Antonio Afraulanum de Mondezzis, offeso perché messo sotto accusa dalla grande Inquisizione, si ritirò a vita privata. Dal suo ritiro si scatenò una furiosa guerra di successione tra i suoi baroni per subentrargli. I baroni ovviamente cercarono di arruolare quanti più vassalli possibile per occupare il trono rimasto vuoto.
Il conte Biasox fu informato da queste notizie mentre rileggeva la bozza di contratto della vendita delle acque che alcuni nemici invidiosi non gli avevano permesso di concludere. Già era abbastanza depresso per i mancati introiti di quella operazione, quando gli furono riferite queste ultime notizie che aggravarono le sue preoccupazioni. Le dimissioni del suo amato re lo costrinsero a scegliere tra i vari contendenti e lui cercò di mettersi al servizio del più forte, non per aiutarlo ovviamente, ma per averne ricompense. Per siglare l'alleanza, tuttavia, aveva bisogno di valvassini e servi della gleba in gran numero da offrire come sostenitori del nuovo re. Purtroppo la sua lontananza dalla contea di Calenum aveva indebolito il suo ascendente su gran parte dei suoi fidati sudditi, prima di tutti sul suo reggente Giano Trifronte. Questi si era defilato dalla lotta, alleandosi con un barone della vicina Suessola al quale aveva giurato solenne fedeltà e sottomissione. Approfittando che questi era un illetterato però, aveva scritto tra le righe del giuramento la parola “temporaneo”, senza che quegli se ne accorgesse. Il Duca Giano, forte di questa alleanza, si era ormai liberato del sodalizio col conte Biasox e stava cercando di imporre la propria dinastia sulla contea anche per gli anni futuri. Per rafforzare questo suo intento aveva intimato agli architetti della contea che tutte le costruzioni pubbliche dovevano essere costruite nello stile trifronte. La prima opera che fu realizzata in pochissimo tempo fu il campanile dell’orologio del contado di Kasanovia, dove risiedeva il duca. L’orologio fu realizzato trifronte, cioè con tre quadranti a ricordo imperituro del duca Giano Trifronte che lo aveva finanziato.
Queste notizie negative, provenienti sia dalla sua contea che dal regno in generale, turbavano il conte Biasox, che dopo alcuni giorni di meditazione passò all’azione. Incominciò col radunare tutti i valvassini rimastigli fedeli per farli combattere al suo fianco, ma grande fu la sua delusione quando molti di questi si ammutinarono negandogli il loro appoggio. La delusione del conte fu ancora più grande quando fu informato che a guidare la rivolta contro di lui era stato Antimus Mutus, il valvassore che riteneva quello a lui più fedele. La notizia pù sconvolgente fu che come conseguenza di quella defezione c’era stato un accordo con Antonio Il Russo, ferocissimo suo nemico, per inviarlo come rappresentante della contea presso il vicerè. Sentito questo, il conte ruppe gli indugi e si preparò ad una grossa battaglia con le truppe rimastigli fedeli. Nottetempo si recò nel suo contado di nascita, Nocellum, e in una riunione tormentata insieme a don Juan de Bufalirinis illustrò i suoi piani di guerra. Innanzitutto l'arruolamento di nuove truppe per rimpiazzare le defezioni degli ultimi giorni: così nominò console generale della contea una dama di Nocellum . Da tempo questa dama ambiva a quella nomina, che il conte aveva tuttavia sempre procrastinato sapendola di molte ambizioni ma di poco seguito. Fatto questo, fece scendere in campo anche il suo giovane figlio nominandolo capo dei cavalieri della contea, insieme ad un altro manipolo di giovani che lo affiancavano. La cerimonia di investitura avvenne in forma solenne per renderla nota a tutti, ma purtroppo non riuscì a trovare un locale adatto e dovette accontentarsi della bottega di un barbiere. Biasox, nonostante le fila dei suoi fedelissimi si assottigliassero sempre di più, comunque preparò nei minimi particolari quella che poteva essere l'ultima sua battaglia. Il suffragio per l'elezione del nuovo re di Maradonia doveva portare la sua impronta come sempre, assolutamente doveva determinare i delegati nel gran consiglio del regno e impedire a tutti i costi la nomina di Antonio il Russo nel consiglio del vicerè.
Il risultato positivo del gran suffragio era determinante per il suo futuro, sia per il suo incarico come responsabile delle acque e per il suo ritorno come conte di Calenum. Così fece presentare due sue delegati in contrapposizione al Russo, Franciscus de Giallibus e Grigorio il Rosso della contea dei Ciuchis, con due obiettivi: il primo di conquistare tanti suffragi a suo favore e e il secondo, per toglierne il più possibile all'odiato nemico Antonio il Russo e per impedirne l'elezione.
Nello stesso tempo mise in movimento le dame e i servitori della gleba rimastigli fedeli per sostenere il suo rappresentante presso il gran consiglio del regno, tale Fabozzius, proveniente dalle Terre dei Fuochi dove svolgeva gran parte dei suoi lucrosi affari. Il conte Biasox, dopo aver impartito le ultime disposizioni ai suoi fedeli sudditi, fece finta di addormentarsi profondamente come segno di fiducia nel risultato della sua battaglia, che in quanto decisiva poteva essere anche l'ultima.
Continua….forse
Il Conte del Grillo