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venerdì 19 marzo 2010

Quanto amore per gli italiani

Domani il Popolo della Libertà scenderà in piazza per una festa di gioia e d’amore al Circo Massimo di Roma, per dimostrare al mondo intero che loro non sono contestatori come il popolo viola, non creano problemi. Loro sono il Popolo della Libertà, capace di grandi slanci affettivi, di comprensione e misericordia. E per rendere tutti partecipi di questa grande festa dell’amore, Silvio ha mandato milioni di sms dicendo che li aspetta tutti a Roma domani, per renderli partecipi di tanto amore. Che tenero.
Domani La Russa perderà quel ciglio fascistoide che aveva mentre scuoteva il giornalista Carlomagno e sarà tutto amore e dolcezza. Maroni, Bossi e Calderoni stringeranno al cuore tutti gli extra-comunitari che abbiano un regolare permesso di soggiorno. Saranno tutti lì a dire stronz… pardon, a dire tante cose belle, ad ascoltare e raccogliere a bocca aperta tutti i fiori di verità che usciranno dalle labbra del Premier.
Si abbracceranno, si sorrideranno, si ameranno come pargoli.
I politici dimostreranno alla nazione intera quanto amore, quanta tenerezza, quanto interesse, quanta comprensione hanno per gli italiani. Quelli che votano Pdl.
Forse, di fronte a tanta tenerezza, qualcuno che aveva deciso di votare contro sarà talmente coinvolto in quella spirale d’amore che ci ripenserà e voterà Pdl.
Gli altri italiani, quelli che pensano e fanno domande indiscrete, quelli che vogliono sapere perché tantissime persone si trovano oggi senza lavoro e perché tantissimi giovani non intravedono un futuro, quelli che lottano per la pluralità dell’informazione e per una giustizia che sia giustizia, quelli a cui piace ascoltare Santoro, quelli no, non sono italiani. Sono semplicemente dei “comunisti”. Il peggio degli uomini, il peggio di tutta la società e che vanno schiacciati, zittiti, annullati. In ogni società che si rispetti, c’è sempre una categoria di “cattivi” responsabili per tutto il male del mondo. In Italia abbiamo i “comunisti”, che come dinosauri, sono stati riscoperti da Silvio, visto che erano scomparsi da decenni. Sono loro che attentano all’incolumità di questo governo, tramando e ordendo continue congiure in ogni luogo. Persino ai piani alti della Rai.
Proprio perché così cattivi, non può esserci amore per loro. Quello va rivolto solo ai buoni. A Bonaiuti, Feltri, Minzolini, Vespa, Bondi e compagnia.
Com’è facile amare quelli che ci amano! Peccato che una delle tante verità evangeliche dice di amare i propri nemici e porgere la guancia destra a chi ci percuote la sinistra.
La sinistra… che parola orribile!
Tutti di sinistra, persino i giudici. Quelle maledette toghe rosse che anche quando vanno a cagare, cagano rosso. Che vanno ad indagare dove non dovrebbero e intercettano ciò che non dovrebbero. E così tutta la merda che per mesi, per anni è stata nascosta, viene a galla per sommergere le povere vittime della sinistra: il povero Berlusconi e i suoi stipendiati che si lamentano continuamente di come certe azioni siano venute fuori. Non delle azioni stesse. Non sia mai.
Che bella festa sarà quella di domani. Andrei volentieri pure io. Anch’io ho tanto amore dentro di me da manifestare. Non per il Popolo della Libertà, ma per la Libertà del Popolo
Penso sia la stessa cosa. O no?....
 
Pimpa

giovedì 18 marzo 2010

Di Stato si muore, in silenzio

Sono trascorsi all’incirca 146 giorni dalla morte del giovane Stefano Cucchi ammazzato dalle mani dello stato e come succede in Italia non c’è nessun responsabile e sempre come succede in Italia non se ne parla più. Il pestaggio di Stefano, da parte delle guardie carcerarie, è doloroso quanto il silenzio di questi 146 giorni che “risolve” una storia scomoda, una storia che in un paese civile si concluderebbe con dei responsabili e con delle condanne esemplari ma siamo in Italia, dove la dignità, la libertà, la vivacità mentale cede il posto ad un ammorbante, anestetizzante silenzio. Le cose in questo paese non si risolvono: si dimenticano, vengono messe a tacere e se proprio il cerotto messo sulle bocche non basta allora si dissimula, si ridicolizza per poi, dunque, chiudere tutto nel solito e funzionale fagotto del silenzio.
Stefano, morto a ammazzato dallo Stato, viene ancor di più umiliato con questo silenzio maligno che offende i familiari della vittima e offende coloro che, nonostante tutto, ci credono ancora in quella cosa che si chiama Italia, ormai solo una parola, solo una vecchia idea. Nessun responsabile, nessuna condanna, seppur minima per coloro che follemente hanno massacrato nell’umido di una cella un nostro coetaneo descritto all’indomani dei fatti come un malato, un drogato e che dopo tutto se l’è cercata. Giorno dopo giorno i cari di Stefano cercano giustizia o più semplicemente una piccola verità tra le menzogne dichiarate dai vertici statali che pur sapendo stanno zitti. Una piccola verità che proprio il carnefice, cioè lo stato, dovrebbe dare ai genitori di Stefano che silenzio dopo silenzio non vogliono dimenticare e far dimenticare come è morto il proprio figlio.
 
St. e F.

lunedì 15 marzo 2010

Chi lavora aspetta premio

Questo asciutto proverbio antico sintetizza un principio semplice che chi svolge una qualunque attività avrà una ricompensa. 
Carinola in questi giorni è ricoperta di manifesti insoliti che ricordano l'emergenza rifiuti. In essi si ricorda la vicenda che vide protagonista il popolo di Casanova che unanime, o quasi, si oppose ad un oscuro piano per trasformare la cava adiacente il paese in discarica. Sembra un secolo fa invece sono fatti  di pochi anni fa quando l'emergenza  rifiuti stava per sommergere Carinola togliendole  l'unica  sua risorsa ovvero l'aria pulita. La minaccia velata si trasformò in incubo per tutti quando la stampa riportò la notizia che ormai la cava era indispensabile per risolvere la crisi ed i tecnici del commissariato l'avevano dichiarata  idonea allo scopo. Ci furono le pantomime dei vari politici che facevano accordi a Napoli per portare i rifiuti e lo negavano in piazza. Figure ambigue che giustificavano le scelte che calavano dall'alto nei palazzi e le contestavano insieme alla persone comuni. E' doveroso ricordare anche politici che diedero la loro solideriatà senza nulla chiedere  come Razzino, Russo, e Grimaldi. Il primo seguì tutta la vicenda anche in campo regionale svelando le magagne dell'allora sindaco procurando un verbale di una riunione riservata che servì a squarciare il velo di omertà che era stato steso sulla vicenda. Il secondo arrivò a votare insieme a parte della maggioranza per spostare l'ubicazione della discarica nel proprio paese creandosi dei nemici a vita. Il terzo, cioè Grimaldi ,fu onnipresente ad ogni manifestazione e ogni sera non andava a dormire se non passava prima a salutare i coraggiosi che presidiavano l'ingresso della cava sfidando la pioggia ed il freddo.  Inoltre sembra che abbia contribuito anche alle spese del presidio, atto da ricordare in tempi in cui molti predicano ma pochi mettono mano al portafogli.Ora che ci sono le elezioni  sembra giusto ricordare  queste persone che hanno lavorato per noi. Da noi il politico preferisce interessarsi al singolo procurandogli un lavoro o una promozione o un trasferimento, perchè è più facile avere un ritorno elettorale. Invece in questo caso si è lavorato per la collettività  come sempre si  dovrebbe fare. Il voto dovrebbe andare a quei politici che hanno lavorato per la comunità senza pensare chi si avvantaggia o chi viene penalizzato dal loro operato.  Dovrebbero essere valutati e votati su fatti concreti,  non sulle chiacchiere con cui  ammorbano l'aria  in questo periodo su cosa faranno senza spiegare invece cosa hanno fatto. Da parte di tutti gli schieramenti si prova a parlare di progetti astrusi o buonisti per dividere gli ascoltatori sul piano del destra e sinistra, una volta riusciti a farlo il gioco è fatto. Questo è il periodo che si sente dire, voto tizio perchè di destra o caio perchè di sinistra. Niente di più sbagliato, invece la domanda dovrebbe essere: cosa ha fatto nei cinque anni trascorsi quel candidato e  la sua coalizione che è stata al potere? Se la risposta è positiva lo si vota, se negativa si vota l'altro. Se si vota per appartenenza è normale che il politico invece di governare regni, tanto vive di rendita, sapendo che il suo suffragio è assicurato. Se si esamina invece l'attività  che ha svolto saranno spronati a fare, e bene. Se lavoreranno spetterà loro il premio del voto che non sarà un regalo.

Pericle

Non si fa niente per niente


SelleccolaEcco. Quello che era molto prevedibile è successo. Credete che tutti i politici che erano accanto al popolo casanovese quando viveva l’incubo delle ecoballe, erano lì per pura solidarietà?
Sbagliate di grosso. Erano lì per prepararsi il futuro.
Dietro alla loro assidua presenza accanto ai cittadini casanovesi, c’erano già pianificazioni e programmazioni future. C’era già la consapevolezza di star mettendo da parte quella buona azione per il proprio tornaconto. Una sorta di salvadanaio, o conto bancario, in cui conservare buone azioni che, come interessi, avrebbero dato più voti.
Un buon politico sa sempre come muoversi. E’ sempre accanto al popolo nelle sue battaglie per dimostrare che condivide i suoi problemi, le sue paure, le sue preoccupazioni.
Tutto questo, in fondo, è molto legittimo. Ogni politico si prepara la piazza come meglio crede, in base alla propria sensibilità o scaltrezza. Nessuno avrebbe nulla da eccepire se non si avesse, ancora una volta, quella sgradevole sensazione di essere stati usati.
E’ quello che mi è successo stamattina, vedendo i manifesti fatti affiggere dall’on. Grimaldi. Manifesti rivolti esplicitamente al popolo casanovese su cui domina una foto della Selleccola con sopra e sotto la scritta: Abbiamo avuto tutti lo stesso incubo. Io ero con voi!
E si, Grimaldi era con noi. Ma come? Come cittadino preoccupato della devastazione del proprio territorio o come politico che vede in un tale evento una possibilità di accumulo voti?
Onestamente, questi manifesti mi hanno fatto lo stesso effetto di un pugno nell’occhio. Be’, non so se l’on. Grimaldi ha effettivamente avuto il nostro stesso incubo. Noi sicuramente l’abbiamo avuto. Un incubo interminabile.
E’ vero, Massimo ha trascorso molto tempo accanto ai casanovesi che protestavano all’ingresso della strada per Vaglie; sembra che abbia anche pagato l’affitto dei tendoni, e di questo lo ringrazio pubblicamente. Tuttavia, proprio perché era là e ha fatto tutto questo, ora vedo nelle sue azioni, non una schietta e disinteressata solidarietà, ma una sua ben orchestrata pianificazione.
Che te ne frega, potrebbe obiettare qualcuno, i politici sono tutti uguali. Non fanno nulla per nulla.
Me ne frega invece, perché quei manifesti sono un po’ un’offesa al popolo casanovese, una specie di ricatto che dice velatamente: io ho fatto questo per voi, ora aspetto che voi facciate qualcosa per me. La solita, spicciola politica dell’io do una cosa a te e tu dai una cosa a me che fa presa sui sentimenti di gratuita riconoscenza delle persone semplici.
Politicamente, la sua è forse una buona mossa, ma umanamente parlando mi sembra un po’ un miserabile atto di velata coercizione. Di sicuro non avrà il mio voto.
Ora vedremo cosa faranno gli altri candidati, Lorenzo Razzino e Antonio Russo, che pure erano a sostegno della battaglia dei casanovesi.
Mah! alla fine, ogni elettore si regola come vuole. Io ho soltanto detto la mia.

Fighter

sabato 13 marzo 2010

Che bello: i rintocchi dell’orologio…

Pensavo di sognare quando, verso le tre del pomeriggio, ho sentito i rintocchi dell’orologio della piazza. Mi sono alzato di colpo dal lettino su cui stavo pennicando e ho ascoltato con più attenzione.
Azz! Erano proprio i rintocchi del campanile! Chiari, dolci, per niente fastidiosi, di un orologio nuovo di zecca! 
E bravo Gennaro che, dopo trent’anni e forse più, è riuscito a far suonare l’orologio della piazza fatto zittire da chi non riusciva a dormire a causa di quei rintocchi notturni!
Persone che, purtroppo,  non sanno sognare al  tocco leggero di una campana metallica.
Invece, a me,  quei rintocchi notturni conciliavano il sonno; mi trasportavano in un mondo passato fatto di semplicità e sicurezza; mi regalavano rasserenanti sogni di bambino.
L’ex sindaco Di Biasio, anni prima, aveva promesso ai casanovesi che avrebbe fatto risuonare l’orologio, ma quella promessa non è mai stata mantenuta, forse per questione di tempo o perché i sonni di certe persone erano più importanti, non so. Ben venga ora il risveglio dell’orologio che ci porta indietro di qualche decennio, a quando gli animi erano più semplici e si poteva scandire la giornata con i suoi rintocchi.
Ricordo che essi erano di riferimento a chi lavorava in campagna e non aveva orologio.
Durante la raccolta delle ulive, a cui anch’io ero costretto a partecipare, ai rintocchi delle tre mio nonno ci diceva:
“Sta a sunà vintin’ore. Cominciammuce a preparà  ca ce n’iammu” .
Non potete immaginare con quanta ansia aspettavo quei rintocchi per tornare a casa! Dopo una giornata passata a testa in giù, come si faceva prima, a raccogliere ulive, il rintocco della campana che scandiva le tre era una vera e propria liberazione. Solo chi ha vissuto quel periodo in quel modo, può capirlo.
Oggi, la modernità ci ha regalato precisissimi orologi elettrici o al quarzo, ma credo niente possa sostituire i bei rintocchi di una vecchia torre campanaria che sembra essere la sentinella di  un paese.

Il pulcino ballerino

mercoledì 10 marzo 2010

Tutti figli di Socrate

Periodicamente, circa ogni cinque anni, la nostra bella regione può usufruire di un esercito di uomini che fanno carte false per diventare moderni crociati sotto la guida di un impavido condottiero. Grazie a questi cavalieri senza macchia e senza paura che per anni si sono avvicendati alla conduzione della regione, la Campania è diventata quello splendido territorio che è, vero giardino d’Italia, come l’Italia lo è d’Europa.
La Provincia di Caserta poi, tra tutte le province campane, è il vero fiore all’occhiello della regione, sempre grazie a questi uomini che, con un impegno e un’abnegazione unica, sono riusciti a trasformarla in un gioiello d’arte e di turismo: coste incontaminate e spiagge pulitissime che puoi trovare solo a Castelvolturno; terreni fertili e produttivi, concimati col costoso fertilizzante delle fabbriche del nord, che punteggiano tutto l’agro aversano e che ci regalano prodotti genuini e sani; ottima integrazione degli extra-comunitari con la popolazione locale a Villa Literno; i casalesi che, dopo l’azzeramento del loro clan, sono diventati tutti angioletti.
Cosa si può pretendere di più dai nostri politici?
La classe politica campana è una delle più presenti e impegnate per il benessere della propria regione, non per niente ci ha partorito un Clemente Mastella.
Anche questa volta, tantissimi volti ci sorridono rassicuranti dalle locandine ricche di frasi altisonanti per dirci che sono pronti a continuare l’opera dei loro predecessori, a lottare con le unghie e con i denti pur di spartirsi il sacrificio che richiede la salvezza della Campania.
Nel nostro collegio elettorale ce ne sono talmente tanti che si ha solo l’imbarazzo della scelta. Tra Carinola e Falciano ce ne sono ben quattro o cinque e il tuo misero voto non sai a chi darlo, col rischio che nessuno sarà eletto cavaliere provinciale o regionale perché, come dice un nostro saggio detto popolare, “sparti palazzu e diventa cantone”… e la nostra zona resterà scoperta nella difesa.
Ma guardiamo più da vicino i cavalieri senza macchia e senza paura desiderosi di lanciarsi nella lotta per le investiture a vantaggio del popolo carinolese e falcianese.

di donato
Bonifacio Di Donato
Chi chiama Bonifacio Di Donato vecchio dinosauro non ha capito proprio niente. Bonino non ha assolutamente voglia di mollare l’aspra lotta e, con un’esperienza trentennale alle spalle, ha deciso di portare la sua traffichina e pur rassicurante politica sociale, alla sprecciasepe (o pummaruliegliu se preferite), anche sul piano provinciale. Ce la farà? Dipende dalla lunghezza di vita dei suoi assistiti. Sicuramente raccoglierà tutti i voti dei vecchietti che, grazie a lui, hanno ottenuto pensione e accompagnamento. Se sono ancora in vita…


di gregorio]
Peppe Di Gregorio
Altro discorso per Giuseppe Di Gregorio, giovane cavaliere che ha capito perfettamente che il futuro dei giovani è nella politica. Anche se ha bisogno ancora di farsi le ossa, un’intrigante forza d'animo non gli manca e col retaggio democristiano ereditato dai suoi avi, saprà sicuramente farsi strada. E poi, produce un ottimo Falerno con cui sedurre l’elettorato.


Passiamo in quel di Carinola. E qui casca l’asino! Nocelleto ci regala ben tre ardimentosi cavalieri.

galdieri
Pasquale Galdieri
Il dott. Pasquale Galdieri …. Dov’è ? Si è candidato o no? Comunque, se imposterà la sua politica provinciale sul modello di quella comunale, offensiva e becera, sicuramente farà molti proseliti. Oggigiorno è così che vanno le cose. L’altro più esperto Pasquale sicuramente gli farà da maestro.

grimaldi
Massimo Grimaldi
Il bel Massimo Grimaldi, dall’invitante faccia da schiaffi, ormai è un navigatore esperto della politica così come lo è della vita. Da abile giocatore qual è, ha capito perfettamente che la gente la devi trattare diplomaticamente a pesci i faccia se vuoi essere rispettato e temuto. Più sai farlo, più acquisti valore. Un vincente deve saper sempre scegliere il partito giusto, e quale partito poteva scegliere se non il PDL? Il garofano sta molto bene con il nastro tricolore. L’uno è padre dell’altro e, insieme, hanno fatto grandi cose. Grandi cose. Cose nostre.

Poi abbiamo Giovanni Ruoppo (o Delle Donne, non si capisce qual è il suo cognome). Vero esempio del giovane (è del 1985) carinolese rampante. Guardare per credere.

ruoppo
Giovanni Ruoppo.... o Delle Donne? Boh
ruoppo3
...durante un momento di relax

mottola
Enza Mottola
Unica nota stonata: sfortunatamente anche quei rompiscatole dell' Italia dei Valori hanno deciso di investire su Carinola e hanno candidato la giovane Enza Mottola. Non c'è da preoccuparsi, comunque: sembra che la voteranno solo quelli che hanno a cuore la giustizia e la legalità, quindi pochissimi.




La scelta per noi elettori si presenta difficile, molto difficile. Ce la faremo a investire da cavalieri le persone giuste? Mah! Se l’intelletto non ci falla, sapremo scegliere come abbiamo sempre fatto, con generosità, dividendo le nostre preferenze tra l’amico e il parente per non far torto a nessuno. E come sempre, non avremo santi in paradiso.





Goffredo di Buglione


P.S. I commentatori ci fanno notare che è stato dimenticato il nome di Antonio Russo. Avete ragione e ce ne scusiamo, ma qui si tratta di un vero esemplare di dinosauro per il quale siamo ancora nella fase di ricerca dei reperti archeologici. Di sue foto non se ne trovano sul web in quanto egli si muove nell'ombra. Le uniche foto disponibili non possono essere copiate in quanto, a causa del loro alto valore artistico e storico, sono severamente protette dalla legge sul copyright di cui è detentore l'addetto stampa ufficiale del comune. Se tra voi c'è qualche fortunato detentore di una sua foto, vi invitiamo a mandarcela.

martedì 9 marzo 2010

Investiture fasulle in chiesa?

Domenica 21 febbraio nella Chiesa Madre di Francolise, i fedeli che si erano recati alla messa delle ore 18 come ogni domenica, si sono ritrovati a presenziare, ad un inaspettato rito dal sapore medioevale: l'investitura di 3 Cavalieri e di un Commendatore da parte del Sovrano Ordine di Sant'Uberto di Lorena e di Barrois, durante il rito della Santa Messa. 
Tra i Cavalieri investiti c'era anche il Presidente del Consiglio del Comune di Francolise, Stefano D'Alterio, e ad essere nominato commendatore era il parroco della comunità don. Raimono Pasquariello. Tale rituale però desta non pochi sospetti in merito alla sua liceità e opportunità dal punto di vista religioso. Il “Gran Maestro” del suddetto Ordine di Sant'Uberto nominava «in nome di Dio della Beata Vergine Maria, di San Michele Arcangelo, di San Giorgio e di Sant'Uberto» i Cavalieri e il Commendatore durante il rito della Santa Messa. Tutto ciò e molto strano però, visto che la Santa Sede riconosce attualmente due soli Ordini Cavallereschi tra cui non compare quello di Sant'Uberto di Lorena e di Barrois, mentre ad essere riconosciuti sono: l'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e il Sovrano Militare Ordine di Malta.
Come affermato anche più volte dall'Osservatore Romano tutti gli Ordini all'infuori dei due sopra citati,  ricordiamo gli unici ad essere riconosciuti, non hanno nessuna approvazione da parte della Santa Sede e a tal proprosito stila una lista di Ordini fasulli tra cui compare anche il suddetto Ordine di Sant'Uberto di Lorena. Inoltre sul tema si può consultare anche l'autorevole opinione del 2005 del Vicariato di Roma guidato dal Cardinale Camillo Ruini, che come si sa vale per tutte le chiese del mondo, nel quale il Segretario Generale Mons. Mauro Parmeggiani precisa che «i parroci, rettori di chiese e cappelle pubbliche o anche di istituti religiosi, sono invitati a lasciar cadere le richieste d’uso delle chiese e cappelle presentate da Ordini non riconosciuti, in particolar modo quelle concernenti celebrazioni eucaristiche finalizzate alle cosiddette investiture di nuovi cavalieri. Qualora davanti a richieste che vi pongano nel dubbio di concedere o meno l’uso delle chiese delle quali siete responsabili, vi invito a sottoporre previamente le domande a voi pervenute alla Segreteria Generale del Vicariato». 
Su questo tema inoltre si sprecano anche inchieste giornalistiche che hanno smascherato sedicenti “Gran Maestri” che facendo leva sulla ingenuità e prosopopea di chi a tutti i costi voleva fregiarsi del titolo di Cavaliere o di altri titoli nobiliari, che ricordiamolo non sono riconosciuti dalla Repubblica Italiana, era pronto a spillare fior di quattrini a poveri sprovveduti, lasciandogli come regalo un mantello e una medaglietta come ornamento della propria vanità. Inoltre in materia si è espresso anche il Legislatore con la legge 178/51, dove all'art. 8 si legge che «è vietato il conferimento di onorificenze, decorazioni e distinzioni cavalleresche, con qualsiasi forma e denominazione, da parte di enti, associazioni o privati».
Nonostante questo, a presenziare a tale rituale partecipava ufficialmente anche il Sindaco di Francolise, Nicola Lanna, facendosi accompagnare dal gonfalone del Comune, impegnando, quindi, in tale cerimonia il nome di tutta la comunità francolisana.
A questo punto sorgono spontanee alcune domande e quanto meno alcuni dubbi che vorremo dissipare con l'aiuto dei diretti interessati. Vista lo spessore culturale e umano di don Raimondo Pasquariello, riconosciutogli da tutta la comunità, ci chiediamo: sapeva quanto detto in materia dal Vicariato di Roma? E se si, ha  sottoposto la domanda d'uso della chiesa di Francolise da parte di un Ordine non Riconosciuto dalla Santa Sede quanto meno al Vescovo?
Al Presidente del Consiglio del Comune di Francolise, Stefano D'Alterio, chiediamo se ha versato soldi per farsi riconoscere Cavaliere del Sovrano Ordine di Sant'Uberto di Lorena e di Barrois? Se si, e visto quanto affermato sia dalla Santa Sede che dal Legislatore, non è il caso di domandarsi se è stato truffato?
Infine, al Sindaco Nicola Lanna: prima di presenziare, con Gonfalone comunale al seguito, a cerimonie e riti non meglio identificati, e da quanto appreso osteggiati sia dalla Santa Sede che dalla Legge Italiana non sarebbe meglio informarsi, prima di andare a rappresentare tutti i cittadini di Francolise in manifestazioni di dubbia legittimità? Non è meglio onorare il nome di tutti i cittadini di Francolise in manifestazioni di ben altro spessore culturale? 
Certi che una spegazione a tutto quanto accaduto esiste, speriamo vivamente in una risposta dei diretti interessati.
Speriamo, inoltre, di aver chiarito un po' di dubbi a tutte quelle persone che recandosi quel giorno a messa è tornata a casa chiedendosi se una cosa del genere fosse lecita o meno.

un passante

lunedì 8 marzo 2010

Il buon servizio si paga

Stamattina la giornata era bellissima. Poi s’è guastata. Avevo preso accordo con due amiche per andare a Napoli. Ognuno aveva i fatti suoi da sbrigare, chi una cosa chi un’altra. Il treno quello delle dieci e dodici, per Salerno. Con la macchina della mamma della bionda che anche questa mattina c’ha accompagnato tutti, siamo arrivati alla stazione, tutta da esplorare magari con jeep, scarponi, e fucile. Per la lunghissima Direttissima stavamo con molta preoccupazione perché eravamo in ritardo e avremmo perso tutti gli impegni se avessimo perso il treno. L’altro c’era alle dodici e dieci. Siamo arrivati per tempo e fatto il biglietto- le mie amiche ne erano già munite- siamo saliti. Devo dire però che il biglietto non lo faccio spesso. Ho i miei trucchi insomma e godo di buona fortuna sui treni, tanto che sono conosciuto come er Mandrake. Ma quello che sto per raccontarvi forse farebbe sobbalzare anche Giggi Proietti, in veste di Mandrache al ritorno dalle corse. Stamattina comunque dovevo studiare delle cose, quindi avevo pensato di starmene tranquillo col biglietto pronto ad esibirlo. Difatti, dopo un po’ arriva il controllore. Le mie amiche mi guardano e sorridono. Già s’aspettano qualche movimento, qualche colpo di teatro. Ma io niente, esibisco e sorrido al buon uomo. Riprendo a leggere. Passano cinque o dieci minuti quando vedo i passeggeri affianco che guardano con interesse qualcosa nella carrozza precedente. Certo ci faccio caso ma senza scompormi, anche perché stavo seduto di spalle. Le mie amiche parlavano di scarpe e vestitini quando entrano tre uomini in borghese con una fascia arancione intorno al braccio destro con su scritto in bianco “Servizio AntiEvasione”. Ma chi cazzo sono, ho pensato?!?E questi che fanno?Richiedono a tutti i biglietti, li guardano con attenzione e vanno avanti. Ancora non ci credo. Qualcuno a cui l’ho raccontato mi spiegava che è colpa della Tav, che servono più soldi, altri dicevano che fanno bene, altri ancora si son grattati. Ed io? Penso che mi comprerò un mulo molisano...

 
Cino da Cano

sabato 6 marzo 2010

Cultura, tarallucci e vino

Convegno
un'immagine del convegno a Carinola


È strano come può sembrare inusuale agli occhi dei visitatori  che in un piccolo centro come Carinola sia diffuso l’interesse per la cultura, e come sia forte la convinzione che i cittadini carinolesi siano spinti a partecipare a manifestazioni culturali con il solo scopo di “scroccare” una  cena usufruendo del buffet, tanto ormai tutti sanno che una degna manifestazione deve concludersi a “tarallucci e vino”!
E cosi ti ritrovi con un coordinatore della serata che non fa altro che ribadire la presenza della tavola imbandita sottintendendo il timore che prima o poi i convenuti si alzino e scappino via!
 In realtà la presentazione del libro del dot. Ugo Zannini è stata interessante dall’inizio alla fine, il suo studio sui Fora rappresenta un contributo importante su una realtà urbana ed istituzionale romana molto diffusa nel territorio italiano.
Credo però che la presentazione abbia avuto un cosi ampio riscontro per la presenza di un illustre studioso, il quale con la sua cultura ed eloquenza ha dato maggiore spessore all’evento.
Il prof. Coarelli è un esponente internazionale dell’archeologia, docente all’università di Perugia è autore di  innumerevoli articoli e libri sulle antichità romane come Il foro romano,pubblicato nel 1983 o Il foro boario dalle origini all’età repubblicana, pubblicato nel 1988, fino ad arrivare al 2008 con un importante ed interessante studio sulla colonna di Marco Aurelio.
La sua lezione è stata stimolante non solo per gli studiosi o gli appassionati di archeologia ma per tutti coloro che sentono la necessità di conoscere meglio la società di oggi che è il risultato ed il riflesso di anni ed anni di storia.
L’organizzazione amministrativa moderna molto deve alla tradizione e alla cultura romana, quest’ultima rispecchia le esigenze della società del passato che risultano essere estremamente simili alle nostre.
La sua lezione ha senza dubbi suscitato maggiore interesse per la storia e l’archeologia, ha reso evidente come conoscere il passato aiuta a leggere e comprendere meglio il presente e in alcuni casi a “prevenire” il futuro e ha senza dubbio appagato gli animi desiderosi di conoscenza e del “bel parlare”.

Traul

mercoledì 3 marzo 2010

Cadere di lato

Grandi trasmissioni, piccole trasmissioni, grandi e piccoli ascolti. Cambiano le relazioni tra le persone e ciò che per tv, per i giornali, si vede ogni giorno; la gente, quella che non vuole guadagnare nulla dalle proprie idee, ma che vorrebbe solo vedere un po’ di decenza, scivola al di fuori delle dinamiche dei giorni d’oggi. In tutti quegli ormai strani esseri che sono poi le ultime persone rimaste normali al giorno d’oggi, si nasconde un senso di angoscia, un’impazienza che tarda ad esplodere. Una rivoluzione è ormai alle porte. Le menzogne, il non valer nulla come persona ma valere molto come gruppo al cui capo c’è sempre e di sicuro un delinquente sta per cadere e la gente lo percepisce. C’è da spiegarsi solo come incanalare questa grande forza verso un unico punto, verso una meta che sia possibile e voluta. Loro, i nostri padroni di oggi, o almeno quella gentaglia che pensa di comandare su tutto, sono troppo ignoranti, troppo antiquati, troppo vecchi e comunque vecchi d’animo e mente per capire quello che succede al di fuori delle loro sporche dinamiche. Stanno per cadere, il loro momento arriverà e dopo ciò ci sarà caos.. ma non per sempre, la confusione genererà nuove idee e le idee sono la base di quello a cui aspiriamo, che non è null’altro che un po’ di tranquillità; lo sfruttamento di ciò che possiamo fare, di ciò che siamo in grado di produrre al di fuori delle proiezioni di profitto. Oggi i nostri innumerevoli padroni tentano ogni giorno di proporzionarci qualche nuova menzogna, qualche nuovo raggiro per poter perseguire quello che è il loro sogno, sentirsi potenti, sentirsi forti.. forse perché a letto non hanno molte soddisfazioni, di fatto hanno bisogno di pubblicizzare la loro virilità in tv. Ed ogni scusa è un buon motivo per annichilire sempre di più il popolo ormai sovrano solo di se stesso, ma individualmente, con individui che vagano cercando il proprio io sommersi da problemi e vagando alla periferia di se stessi. Oggi l’uomo non vale più nulla, è stato svenduto all’immagine di se stesso e attraverso uno specchio multiforme si rivede diverso, bello, abbronzato, pieno d’ori e di fasti. Si è perso ciò che vuol dire uomo, i sensi(non animali), le emozioni, i sentimenti, il sentirsi bene per il bene altrui, il sentirsi bene per il bene proprio relazionato a ciò che hai di fronte. Avere mille euro dinanzi ad un poveraccio non dovrebbe far sentire meglio e ancora meglio, ma male o almeno, un pochino male. E invece nulla, mangiare da un trogolo sempre imbandito; ridere e bivaccare sulle spoglie di chi è perito, per cosa? Per nulla. Chi leggerà queste parole non capirà forse nulla, ma chi ancora ha gli occhi di umano e non dell’animale che ha invaso ormai i nostri territori le nostre popolazioni, quello capirà ciò che voglio dire. Oggi questi quattro delinquenti che si propongono di decidere per noi, devono essere deposti, non c’è più tempo per altre riflessioni, chi teme la rappresaglia non è altro che un potenziale delinquente come loro. Non può essere necessario il secondo milione, non è necessaria la quarta portata, quando mille altri non hanno avuto ancora la prima. Prima o poi i poveri, i più deboli, quelli che lavorano mille ore al giorno, si sveglieranno e sarà dura combatterli, saranno tanti e si vedrà fuggire molti di quelli che oggi sono visti da altri che incontro ogni giorno in giro come persone riuscite, persone che hanno raggiunto il massimo traguardo della loro vita: essere il più nefando virus della società moderna.

Manhood Pro

martedì 2 marzo 2010

La dep generation

depressione

E’ sempre un piacere ritrovare tanti buoni amici che sono rimasti in paese perché ancora studiano o non trovano ancora un lavoro.
Fuggo spesso dalla nevrosi di una città come Milano e vengo a rinfrancare le forze nel mio paesello, dove posso chiacchierare a tavolino con questo o quello senza essere ossessionato da clacson e traffico congestionato che opprimono il cervello e dallo smog che opprime il petto. Una boccata d’aria pura, una boccata di vita che è vita: semplice, buona, a dimensione umana, dove sei ancora qualcuno che può parlare, pensare, ridere, scherzare e non l’anonimo nessuno delle grandi metropoli spersonalizzanti.
Ma… ahime! La sorpresa arriva quasi subito. Anche nel mio paesello, ancora così semplice e vero, regna quel male oscuro e sottile che è la depressione, la quale afferra i giovani più che gli anziani e li fa star male, molto male.
Io che vengo da lontano per ritrovare quella serenità che Milano non riesce a dare, la sera mi aggiro tra decine di giovani depressi che piangono su loro stessi per i più svariati motivi. Uno è depresso perché lo è sempre stato, l’altra perché l’università la sta stressando e non vede l’ora di finire questi studi che comunque, secondo lei, non le serviranno a niente, un’ altra perché è ingrassata di cinque di chili e ha paura di perdere quella linea ottenuta con tanti sacrifici e tanta fame, un’altra ancora perché non è mai riuscita a scendere più di un chilo nonostante i suoi sforzi di assomigliare a una modella e non riesce ad accontentarsi del corpo che madre natura le ha dato, quell’altro perché ormai, alla sua età, dispera di trovare un lavoro e non sa cosa farne della sua vita. Chi va avanti con psicofarmaci, chi con sedute dallo psicologo, chi con alcool e chi con qualche spinello che aiuta a dimenticare e stare meglio.
Oddio, cosa sta succedendo a questi ragazzi? Dove bisogna ricercare le cause del loro malessere? Forse nel lavoro che non c’è, nell’assenza di sicurezza, nella mancanza di una direzione verso cui dirigersi, nella loro apatia giovanile, nell’incapacità di voler bene e volersi bene sul serio, nell’incapacità di trovare un semplice, vero motivo per vivere e per cui combattere, nell’impossibilità di costruire qualcosa, nel non saper aver più sogni?
Tantissimi possono essere i motivi che fanno precipitare i giovani di oggi nella depressione più nera e qualche causa potrei pure riuscire a sviscerarla, ma mi piacerebbe che fossero loro ad esternare i motivi che si nascondono dietro questo sottile malessere. E’ bene parlare, perché come si dice popolarmente: mal comune mezzo gaudio e chissà che, insieme, non si riesca a trovare una soluzione.

Sempregiovane

domenica 28 febbraio 2010

Tutti gli uomini del presidente

“Facciamo l’Italia a nostra immagine e somiglianza e prendiamoci il potere su tutte le cose e sugli uomini”. E’ il libro sacro di questo nuovo Baal che continua imperterrito il suo andare verso l’onnipotenza. Un’onnipotenza effimera che sa di immoralità più che di immortalità, che sa di squallore, di prepotenza, di opportunismo, di intolleranza, di menefreghismo. Che sa di fascismo.
Mai l’Italia, nella sua lunga storia, era caduta tanto in basso. E’ riuscita a rivoltarsi ai prepotenti, a cacciare fuori invasori stranieri che volevano assoggettarla e sculturarla, ma non riesce ancora a capire che un’invasione più subdola e infida la sta minacciando, perché viene dall’interno e rischia di distruggere quella democrazia ottenuta con tanto impegno e tanto sangue. Baal è un ingannatore; capace di camuffarsi come un camaleonte secondo le convenienze e condizionare le menti semplici degli italiani.  E’ perciò molto pericoloso: da demone riesce a travestirsi da angelo. Da criminale riesce a travestirsi da paladino della giustizia.
Per instaurare il suo regno nella penisola, Baal ha a disposizione un esercito di schiavi ben retribuiti di cui si serve per piazzarli al posto giusto. Lo Stato non esiste per loro; esiste l’instaurazione del regno di Baal di cui saranno i primi privilegiati.
Essi hanno perciò il compito di portare avanti il piano di killeraggio della Costituzione, dell’Informazione, della Giustizia perché esse impediscono a Baal di instaurarsi a pieno titolo come nuovo, legittimo dio e padrone di tutto popolo italiano, e impediscono a loro schiavi di affrancarsi dai legami di legalità che minacciano le varie Spa ( vedi Protezione Civile) da loro volute e gestite.
E così  ci ritroviamo con un Parlamento che non legifera per gli italiani ma legifera per lui, manipolando e rinominando tutte le leggi bocciate per incostituzionalità, purché passino, quale il respinto Lodo Alfano che è ora diventato norma del legittimo impedimento.
Ci ritroviamo con i freddi occhi di pesce lesso di Ghedini, col muso di lupo di Lupi, la faccia vittima di povero servitore dello Stato di Bertolaso, il volto di faina di Paolo Bonaiuti, il ghigno di iena sconsolata di Angelino Alfano e tanti, tanti altri pronti a difendere a spada tratta gli interessi di Baal.
Un posto di rilievo hanno i vari Feltri, Vespa e Minzolini che fanno dell’Informazione pubblica un asservimento al loro dio, attaccando e accusando coloro che sono un ostacolo ai suoi desideri. Minzolini, poi, non ha remore a utilizzare  una Rete di Stato per i suoi editoriali a favore di  Baal, mentre se ne frega di usarlo a favore di operai che protestano perché stanno perdendo il lavoro o di tante altre tragedie che pur fanno parte dell’umana realtà italiana.
Ma affascinare i semplici è l’altro piano collaterale di Baal. Bisogna dimostrare a tutti che il suo è il regno dell’amore, della libertà, del benessere, della bellezza, del godimento, dove non c’è tristezza, non c’è miseria, non c’è altro che allegria, come diceva il vecchio Mike. E’ d’obbligo allora circondarsi di bellissime veline dalle grazie seducenti, di allegri amici degli amici, di folletti rampanti e giullari emergenti che sanno ridere ed apprezzare ad ogni costo le sue patetiche battute.
Che dire?... il regno sembra pronto per essere instaurato, adesso sta a noi italiani decidere se farne parte  o aprirne i veli e scoprire che è tutto falso, un incubo notturno.
Con il sole, quando ci si sveglia, gli incubi spariscono. Per fortuna.


Dreamer

sabato 27 febbraio 2010

Feltri, l’arma letale

(dedicato al precedente post)


Le bugie dei berluscones sono come gli esami di Eduardo: non finiscono mai. Il Banana mente sui suoi affari e i suoi bilanci degli anni Ottanta. Poi arriva la Guardia di finanza e, per nascondere le bugie, la Fininvest corrompe i finanzieri. Ma poi questi confessano le tangenti Fininvest e lui racconta altre balle. Ma viene chiamato a testimoniare Mills, che potrebbe smentire le sue balle. Allora viene corrotto anche Mills perché racconti balle pure lui. Ma poi Mills dice la verità al suo commercialista e il Banana deve raccontare altre balle. Ma la Cassazione non gli crede e dichiara colpevole Mills, ma prescritto. Il Banana invece è colpevole ma non prescritto, perché il lodo Alfano ha congelato il suo processo per un anno e mezzo, ergo la sua prescrizione scatterà solo nella primavera 2011. E, siccome la sentenza definitiva Mills “fa stato” anche nel processo al Banana, il processo al Banana potrebbe durare molto poco. Se i giudici si sbrigano a fare il primo grado e l’appello entro Natale, la Cassazione dovrà esaminare il caso prima che si prescriva. In ogni caso c’è tempo per arrivare almeno alla sentenza di primo grado. Insomma il verdetto di Cassazione è una pessima notizia per il Banana. Infatti lui tace. I suoi invece, per forza d’inerzia, continuano a raccontare balle. “Vittoria di Berlusconi. Schiaffo della Cassazione ai pm”, titola il Geniale in prima pagina, riservando però il meglio a  pag. 3  : “Silvio perseguitato, ma nessuno paga. Il processo che ha danneggiato l’immagine di Berlusconi e influito sulla vittoria di Prodi nel 2006 non si doveva fare. Il Cav e gli italiani   dovrebbero essere risarciti”. Per il momento sarà Mills a risarcire gli italiani con 250 mila euro per essersi fatto corrompere da Mr.B. “Silvio assolto”, titola Libero anzi Occupato, poi sotto scrive il contrario: “Saranno prescritte le accuse al presidente”. Ma neanche questo è vero: il reato di Mills è prescritto, quello di Berlusconi no. Littorio Feltri, noto giureconsulto, sostiene che “molti avversari di Berlusconi saranno stizziti dopo la sentenza di Cassazione”: pover’uomo, se l’avesse capita sarebbe stizzito lui, almeno quanto il suo padrone. Ma per fortuna non l’ha capita, infatti scrive: “Pertanto il Cavaliere, lodo Alfano o non lodo Alfano, non dovrà presentarsi in tribunale per discolparsi”. Splendido: ecco, speriamo che non si presenti, così intanto lo processano in contumacia. Speriamo che dia retta a Feltri: “Se non c’è più il corrotto non ci può più essere il corruttore” (il corrotto deve sborsare 250 mila euro di risarcimento, ma è innocente). Dunque il premier “può cantare vittoria e affrontare serenamente il futuro” perché “quella della Cassazione coincide con la linea difensiva di Ghedini”.   Secondo il mèchato di Libero, siccome il reato si è prescritto tre mesi fa per Mills e si prescriverà fra un anno e messo per Mr.B, “il processo non doveva neanche iniziare”. Curiosamente però, nonostante gli incitamenti di Littorio e di Mister Mèches, il Banana si guarda bene dal cantare vittoria. E Ghedini men che meno: anzi, dice di “non essere soddisfatto”, avrebbe preferito “la declaratoria di innocenza ‘perché il fatto non sussiste’, non la prescrizione”. A questo punto, non resta che aspettare. Se le cose stanno come scrivono i giuristi per caso di casa Banana e come ripete la loro pròtesi televisiva Scodinzolini, la legge sul processo breve evaporerà alla Camera. Il legittimo impedimento svanirà in Senato. L’èra delle leggi ad personam miracolosamente finirà. E il Banana potrà “affrontare serenamente il futuro”. Noi, per il suo bene, ci permettiamo di suggerirgli di diffidare dei suoi signorini grandi firme e di procedere a piè fermo a un’altra vagonata di leggi ad personam. Non vorremmo che fra un anno si ritrovasse condannato per corruzione giudiziaria e se la prendesse con Feltri. Il quale ha già dato molto alla causa dell’opposizione, inimicandogli mezzo Vaticano col caso Boffo. Se facesse pure condannare il Banana, Littorio non se lo prenderebbe più nessuno. Nemmeno il Pd.

 Marco Travaglio