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domenica 17 ottobre 2010

I Dioscuri carinolesi

Come tutti sanno, i Dioscuri sono figure mitologiche greche venerate anche dai romani che ne riprodussero le fattezze eroiche in molte piazze ed in molti templi . Castore e Polluce era il loro nome, alcuni autori riportano che erano gemelli figli di Zeus ma la maggior parte degli storici antichi sostenevano che erano soltanto amici fraterni e che il solo Polluce fosse figlio di Zeus e perciò immortale. I due si distinsero nella conquista del vello d'oro insieme agli altri argonauti e parteciparono ad altre epiche imprese. 
 Il ricordo delle loro gesta fu tramandato insieme al loro ricordo di eroi che cercavano il nuovo e le esperienzesconosciute. Trovarono la morte in una imboscata per una loro ragazzata: avevano rapito le promesse spose di due loro cugini, anche essi gemelli,  Ida e Linceo. Si narra che solo Castore morì, non Polluce in quanto immortale, ma questi per restare insieme al suo gemello per tutta l'eternità chiese a Zeus di morire anche lui. Un'altra versione della loro fine è quella che Zeus avesse concesso ad entrambi di vivere in eterno sotto forma di costellazioni che ancora oggi portano il loro nome. Comunque in entrambe le versioni viene ricordata e celebrata la loro amicizia anche dopo la morte. 

Anche a Carinola abbiamo avuto, anche se sotto spoglie meno eroiche, una coppia simile. Non si chiamano Castore e Polluce bensì Gennaro e Mattia con la differenza che nessuno dei due è immortale. Anche loro hanno stretto una amicizia più che fraterna ed insieme hanno affrontato battaglie di ogni genere. Anche loro come i Dioscuri hanno rappresentato per un biennio il desiderio di cambiamento e di anelito al nuovo insito nell'animo di ognuno. Si sono sforzati di traghettare la loro comunità verso il nuovo e l'innovazione scontrandosi tutti i giorni con forze retrograde e restauratrici. La loro fine non è stata causata dal rapimento da parte loro di belle fanciulle ma da qualcosa di più grave in ambito politico. I loro avversari li hanno accusati di essersi impadroniti del comando assoluto della cosa pubblica e pertanto dovevano morire. Dopo essere sfuggiti a vari agguati hanno finito per soccombere insieme sotto i colpi dei numerosissimi nemici. 

Fin qui la storia è molto simile a quella dei Dioscuri, il finale è alquanto diverso e sembra anche non tanto eroico. I due sconfitti sono rimasti abbracciati per lungo tempo notte e giorno a discorrere ed a progettare improbabili rivalse. Nel momento che si è prospettata la morte di uno dei due con la scomparsa dalla scena politica, nessuno dei due ha scelto di passare alla storia come martire politico, tanto meno hanno scelto  di finire gloriosamente insieme. Ognuno ha cercato gli alleati più consoni alle proprie idee con l’unico obbiettivo di sopravvivere. In un attimo hanno calpestato e dimenticata la loro fraterna amicizia che era diventata famosa anche fuoricomune. 

Si fossero fermati a questo, poco male, invece hanno iniziato una campagna di attacchi verso l’altro per giustificare il proprio operato. L’uno accusa l’altro che non lo ha invitato a riunioni importanti. L'altro lo accusa di poca riconoscenza per non aver concesso la sua testa agli avversari. Sicuramente quella di dividersi è stata la soluzione più giusta, di questi tempi è difficilissimo essere amici normalmente impossibile esserlo in politica. 
I politici moderni raramente sono eroi mai si sacrificano in nome dell’amicizia, così è stato anche in questo caso. Nel normale contenzioso politico si può essere alleati, anche leali, per un obiettivo comune, ma mai amici. Se capitasse che due politici fossero amici e lo restassero per sempre in quel caso ci troveremmo davanti alla reincarnazione dei Dioscuri e si dovrebbe erigere anche a loro un monumento commemorativo. Molti erano convinti che quel miracoloso evento si fosse verificato a Carinola col gemellaggio tra Gennaro e Mattia. Pensavano che fosse nata una coppia storica ma i fatti hanno riportato tutti alla realtà e constatare come i nobili sentimenti vengono seppelliti cinicamente dalla politica.

Eraclito

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