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sabato 21 maggio 2016

L'abdicazione del Conte Biasox

Era una fredda giornata di pioggia che cadeva a scrosci sulla contea di Calenum. 

Il clima insolitamente freddo per il mese di maggio contribuiva ad aumentare la tristezza del conte Biasox  - ex signore di quelle terre. 

Cercava invano di rilassarsi sulla sua poltrona ricoperta di pelle umana tolta ai servi della gleba che non riuscivano a pagare le gabelle da lui imposte, pensando al giorno in cui la sua diletta figlia si sarebbe insediata nel palazzo della contea ... quanti nuovi nuovi affari avrebbe potuto concludere! Eliminato don Luis de Santa Cruz e rinchiuso il fratello in una casa di cura per malati di mente ormai bisognava solo attendere la data dell’insediamento. 

Ma nella notte che seguì, accadde un imprevisto. Il fratello di Biasox infatti riuscì a scappare grazie all’aiuto della moglie, la quale godeva di influenti amicizie tra i medici dei pazzi.  Dovete sapere che la moglie di Biasox II da sempre sognava di diventare contessa di Calenum e di certo non voleva perdere questa occasione. In gran segreto si era alleata con i signori delle terre confinanti: il duca Oliveira da Sant’Ofelio e il marchese Zanin di monte Petrinum. I due avevano attivato le loro cellule dormienti che da tempo dimoravano in Calenum. Questi insieme ai giannizzeri da loro prezzolati circondarono il palazzo di Biasox chiedendo a gran voce la nomina di conte per il suo germano al posto della figlia. 

Biasox cercò di resistere con tutte le forze a sua disposizione,  ma quando che anche notò in mezzo alla folla di bifolchi la presenza di molti suoi valvassini come Giano Trifonte e l’arruffapopolo Secco da Casal Cruz, dovette cedere e acconsentre. 

Come suo solito tuttavia, dalla vicenda cercò di trarre tutti i vantaggi possibili. In seduta segreta con il duca Oliveira ed il marchese Zanin firmò un accordo per la sua abdicazione in favore del germano Biasox II. In cambio avrebbe avuto la nomina a gran consigliera del regno di Maradonia per la figlia la contessina Jusi. Inoltre tutti i proventi dei cimiteri e delle sepolture dei servi della gleba, le tasse per le lampade pubbliche e per la raccolta del letame sarebbero state sue. Le spese per l’elezione di Biasox II sarebbero state sostenute dagli amici del suo germano. 

Soddisfatti dall’accordo, i nuovi alleati si misero subito all’opera distribuendo denaro (poco) e promesse di lavoro (tante) a tutti i servi che riuscivano a contattare. A sostenerli arrivò anche Pina la Palamidòne di Sidicinum della contea omonima. Questa per giorni percorse la contea di Calenum dispensando buoni inesigibili per ottanta forniture alimentari accompagnando il regalo con la sua risata isterica. Dovete ricordare che a quei tempi i servi della gleba di Calenum erano ridotti in un tale stato di ignoranza e disperazione che credevano perfino a Pina la Palamidòne, convinti che il suo soprannome fosse preso dal nome di una Dea greca. 

Con la sua abdicazione Biasox non fu più visto in pubblico ma continuò in privato a curare i suoi affari e ad accumulare ingenti ricchezze sulla pelle dei poveretti così che quelle terre rimasero nell’abbandono anche per i secoli futuri.

IL CONTE DEL GRILLO