Domenica 17 p.v. si voterà per il cosiddetto referendum sulle trivelle. Non bisogna leggere il testo su cui si vota altrimenti si rischia di non capire il problema che invece è semplicissimo. Se si vota sì, le società che hanno avuto una concessione per l’estrazione degli idrocarburi devono smontare gli impianti alla data della scadenza della concessione. Se si vota no si concede alle società di usufruire della concessione fino ad esaurimento del giacimento. Viene spontaneo pensar male e quindi che facilmente il giacimento non si esaurirà mai, ma solo per non dover affrontare gli enormi costi dello smontaggio degli impianti. In tutto il mondo rispettare i termini di un contratto è qualcosa di ovvio, in Italia invece ci vuole un referendum. Quindi votare sì dovrebbe obbligare le società petrolifere a rispettare le scadenze e questo è il primo effetto. Il secondo non meno importante è che votando "SI" si ha l’occasione per tirare una sberla al nostro governo amico dei petrolieri. Non bastavano le intercettazioni che hanno svelato qualche intrallazzo dei nostri governati, ma addirittura invitano i cittadini a non recarsi a votare. Visto che danno questa possibilità, non bisogna lasciarsela scappare e tutti i cittadini normali cioè non invischiati con la politica dovrebbero votare. Sarebbe una bellissima giornata se lunedì mattina ci svegliassimo con un referendum che ha raggiunto il quorum e con la vittoria del sì. Avremmo il piacere per qualche giorno di sentire meno sproloqui da parte del nostro premier cazzone e fargli capire che gli italiani non sono tutti imbecilli come li considera lui. Forse si costringerebbe al silenzio anche il presidente emerito comunista che con i suoi nove anni di mandato ha ridotto l’Italia in recessione. Si manderebbe a questa classe dirigente, servi dei poteri forti, un messaggio che sarebbe un'anticipazione dello sfratto che avranno, non appena daranno la possibilità di votare anche per il parlamento.
Sarà così? Votiamo ed aspettiamo.
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venerdì 15 aprile 2016
domenica 10 aprile 2016
LA MOGLIE DI PILATO
Dai vangeli apocrifi cioè quelli non riconosciuti ufficialmente dalla chiesa si viene a conoscenza della moglie di Pilato. Si legge che il suo nome era Claudia Procula e viene menzionata come moglie devota al marito e molto intelligente. Si legge che cercò in tutti i modi di fare pressione su Pilato affinché salvasse la vita a Gesù. Gli raccontò di aver passato notti insonni pensando alla decisione che doveva prendere il marito e pertanto voleva aiutarlo con tutte le sue forze. La cronaca di questi giorni porta alla ribalta una strana coincidenza con la storia del Vangelo. Un’altra Claudia ed un altro Pilato nelle persone del consigliere regionale Grimaldi e di sua moglie. Anche questa è una donna intelligente e devota al marito. Anche lei dopo aver assistito a giorni e giorni di preoccupazioni del marito ha deciso di tentare di aiutarlo. Anche Grimaldi come Pilato deve decidere del destino di due persone o forse tre. Deve decidere chi designare a candidato sindaco di Carinola tra Antonio Russo e Rosa Di Maio o confermare il sindaco uscente Derisi. Da bravo Pilato moderno ha pensato di aggirare la decisione proponendo un quarto nome così da tenerseli tutti buoni amici. Ormai è da qualche mese che fa trapelare questo suo pensiero e vorrebbe arrivare al più presto a lavarsene le mani. La moglie molto più intelligente del Pilato nostrano ha compreso il grave errore che sta per commettere il marito e prova a salvarlo accusando tutti gli amministratori della sindacatura in scadenza. Il suo nobile gesto anche se merita un plauso dal lato umano difficilmente riuscirà nello scopo che si prefigge. Il consigliere Grimaldi è stato assente per cinque anni dalla vita amministrativa del comune di Carinola tranne in alcuni momenti poco felici. Ha caldeggiato la nomina del comandante dei vigili invece di assumere due o tre vigili giovani. Ha voluto la realizzazione del polo scolastico senza mai farlo funzionare. Ha interferito pesantemente sulla nomina dei tecnici comunali e sulle nomine di consulenti vari. Non ha mai sollecitato l’amministrazione a realizzare qualche opera pubblica tantomeno ha procurato qualche finanziamento da parte della regione dove lui era un attore primario. Non ha favorito in alcun modo il decoro del comune e la conseguente crescita morale e civile degli abitanti. Nulla di nulla in particolare nella frazione Casanova che è ridotta in uno stato pietoso. Nessuna moglie e nessuna tattica lo potrà salvare dalla figuraccia che si appresta a fare come non ci riuscì Claudia con Pilato così non riuscirà Alessandra con Grimaldi. Lui ha sempre pensato che un sorrisetto ed una pacca sulla spalla dei suoi concittadini una decina di giorni prima del voto gli avrebbero assicurato il consenso ancora per cinque anni ma questa volta non sarà così. In tantissimi stanno aspettando le elezioni comunali per dirgli con il loro voto contrario di tornare dove è stato per cinque anni senza mai ricordarsi di loro.
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