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domenica 13 dicembre 2015

Giubileo della poca misericordia


Domenica 13 Dicembre alle ore 17 il vescovo di Sessa Aurunca celebrerà il giubileo aprendo solennemente la porta della cattedrale. Leggendo l'avviso ho ricordato il volto tirato e tristissimo di p Giovanni, il custode del convento di Casanova, di qualche domenica fa. Ho ricordato i suoi occhi pieni di lacrime, a stento trattenute, proprio a causa del giubileo come solo poi si è capito. Le sue parole farfugliate ed evidentemente trattenute per non trascendere, informavano i fedeli della telefonata che aveva ricevuto di prima mattina. Stava ancora sonnecchiando quando era stato svegliato da una telefonata del vescovo. Questi gli chiedeva se fosse vero che avesse intenzione di inaugurare il giubileo al convento di san Francesco senza il suo permesso. Dal tono della voce del vescovo capiva che più di una richiesta di informazioni era una dura censura verso il suo operato. Il vescovo gli diceva che aveva ricevuto un fax con la foto di un manifesto informativo sull'avvenimento in questione. Padre Giovanni capito di che parlasse gli spiegò che si trattava semplicemente di un concerto per celebrare il giubileo senza apertura di nessuna porta. Qualche fedele aveva fotografato la testata del manifesto del concerto in onore del giubileo e lo aveva inviato al vescovo provocando l'equivoco. Giustificata la rabbia di padre Giovanni verso l'informatore ed anche verso l'informato anche se trattenuta. Assurdo che esistano persone che si professano cristiani che possano agire in questo modo. Più assurdo che un vescovo possa incoraggiare questi comportamenti per tenere sotto controllo un sacerdote. Un francescano che ogni giorno si sacrifica per il bene del convento che gli è stato affidato, sacrificio anche economico per la manutenzione continua di cui ha bisogno. Il suo impegno per offrire tante iniziative culturali come il concerto degli allievi musicisti di Santa Cecilia, vari premi di alto livello, oltre alla collaborazione offerta a varie associazioni culturali. Questa sua frenetica e fruttuosa attività viene vista come concorrenza sleale da qualcuno molto poco cristiano. Questi topi di sagrestia intendono la professione della fede come un commercio o come pura attività politica, in cui bisogna a tutti i costi contrastare la concorrenza. Se non si vuole riconoscere a padre Giovanni ed ai suoi collaboratori e collaboratrici il merito del suo lavoro, almeno gli si conceda di lasciarlo in pace in ossequio agli insegnamenti di papa Francesco sulla misericordia cristiana.


Arcipre